Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania: differenze tra le versioni

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==I Jets==
===He-162 Salamander===
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L'idea di un caccia leggero a reazione è stata più lunga della solita realizzazione citata, quella dell'He-162. Anche per il Focke-Wulf si studiò ad un certo punto una versione a reazione, studiato con vari tipi di configurazione, almeno 3, e poi sfociato nel Ta 183. Già un progetto di caccia leggero vero e proprio era stato fatto con il motore BMW P.3303 o Jumo 004 Orkan, con il turbogetto montato sopra il dorso, mentre la BMW era in azione per sponsorizzare il suo motore fino a chiedere alla Heinkel di usare i suoi motori come il BMW 002 e 003 di potenza ridotta, per il suo caccia P.1073 bireattore, disegnato come successore del Me.262 e presentato il 10 luglio 1944. Poi si modificò tale progetto con l'uso di un solo motore dorsale, il che richiese ovviamente la riprogettazione del caccia. Il 25 luglio arrivò l'ordine per un caccia d'emergenza da parte di Hitler, e la specifica venne emessa il 10 settembre 1944, che porterà le proposte per un caccia leggero di varie ditte come l'Arado con l'E580, la BV con il P 210 e altre ancora, dopo vari passaggi piuttosto confusi si arrivò alla conclusione che il progetto P.1073 che ispirò la specifica era anche quello giusto, scelto il 23 settembre 1944. Erano previsti almeno 750 kmh con il motore BMW 003, con autonomia di 20 minuti almeno a bassa quota o 30 ad alta, con peso di non più di 2 t e altro ancora. Il 29 ottobre l'equipe di Siegfried Gunther presentò il progetto detagliato. Per costruire quest'aereo era stata allestita una fabbrica del motore BMW nelle fabbriche di salgemma a Urseburg. Si volevano 4.000 aerei al mese, il primo aereo, chiamato originariamente He 500 Spatz e poi He.162 Salamander volò il sei dicembre 1944 arrivando a 840 kmh a seimila metri, seguirono poi prototipi perfezionati che introdussero anche le estremità alari piegate verso il basso per tentare di migliorare la stabilità. Questi aerei erano previsti in 1.00 a Marianehe, 1.000 a Bernburg e 2.000 a Mittelwerk, dove lavoravano i prigionieri di guerra o altri lavoratori coatti. Si pensarono a decine di configurazioni, forse 26, ma i caccia costruiti furono 44 prototipi e 227 di serie A-2. Erano caccia da intercettazione aerea con il BMW 003-1 da 800 kgs montati sopra il dorso della fusoliera, l'abitacolo e la parte anteriore dell'aereo erano in legno (il muso era in compensato stampato), i serbatoi erano in fusoliera di 764 litri e 180 nelle ali, carrello triciclo, tettuccio arrotondato ma con il pilota messo in difficoltà se doveva abbandonare l'aereo dato il motore sistemato posteriormente e senza un sedile eiettabile. I cannoni erano due MG151/20 dopo che erano stati messi da parte i due Mk 108 da 30 mm con 50 colpi l'uno, nel muso e sotto l'abitacolo. Facevano danni con le vibrazioni. Gli A-2 erano armati con cannoni da 20 e 240 colpi l'uno, poi c'erano gli A-3 ancora con i Mk108, c'erano gli A-14 con ala a gabbiano e nuovo motori, l'He-162B-1 aveva invece 2 pulsoreattori Argus 14 da 332 kgs o uno da 500 kgs, o ancora un turbogetto Hirth 011A da 1.300 kgs; C'era anche l'He-162C-1con il motore HeS 011 con ala a freccia inversa di 15 gradi e con coda a farfalla, mentre l'He-162 era prevista un'ala a freccia moderata, l'S biposto con prototipi V16 e V17. C'erano anche gli E-1 con motore BMW 003 e razzo BMW 718.
 
La LW prese carico di 120 He-162 ufficialmente, ma altri ancora erano giunti senza registrazione, visto il caos che stava distruggendo la Germania nazista.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 9.07 m, apertura alare 7,2 m, alezza 3,45 m, superficie alare 11,2 m2
*'''Peso''': 2.180-2.696 kg
*'''Prestazioni''': 840 kmh a 6.000 m, 788 a quota zero, salita 21,5 msec, tangenza pratica 11.000 m, autonomia 660 km.
 
Quanto all'impiego, c'era stato ma limitatamente; c'erano i piloti dell'Eprobungkscommando 162 dal gennaio 1945 e poi il I/JG-1 passò poco dopo dai FW-190, mentre gli esemplari consegnati erano stati fin'allora 46. Al dunque il gruppo aveva ricevuto i caccia per le sue tre squadriglie e passò a Ludwingslust l'8 aprile. Il giorno prima il suo aeroporto di Parchim era stato colpito da 134 bombardieri, il che dà l'idea di cosa stesse succedendo dentro la Germania che era incapace di arrendersi in una situazione del genere. Non è chiaro se vi sono state vittorie aeree, si parla di qualche Tempest abbattuto il 19 aprile 1945. Oramai era finita, e il 5 maggio il reparto si arrese a Leck. Così finì il caccia 'del popolo' che era stato pensato per combattere i bombardieri Alleati, anche guidato dai ragazzini della Hitlerjurend. Ma il Salamander, la cui aggraziata fisionomia era effettivamente simile a quella dell'anfibio di cui portava il nome, sia pure abbinata alle ali alte sul dorso e al motore nella gondola superiore, il Salamander era tutt'altro che facile da guidare e ci voleva un pilota piuttosto esperto per affrontare la sua guida <ref>Sgarlato Nico: ''He-162 Salamander'', Aerei nella Storia ago-set 2003 N.37</ref>
 
===Hs 132===
La Henschel era specializzata nella produzione di aerei d'appoggio tattico: i biplani Hs 123, i velivoli da osservazione Hs 126, quelli controcarri Hs 129. Ma per un salto ulteriore si pensò nel tardo 1944 quando venne chiesto un bombardiere d'attacco con BMW 109 sopra la fusoliera, simile al progetto dell'He 162 (con la stessa apertura alare, tra l'altro), ma con doppi impennaggi e con un abitacolo per pilota prono, inoltre le ali erano a mezza fusoliera; il pilota poteva resistere a 12 g di accelerazione con questa posizione, peraltro estremamente scomoda nel volo 'normale'; la proposta era stata accolta dal Ministero dell'Aria, tanto che ne vennero ordinati 3 prototipi; pochi mesi prima volava l'SM.93 italiano con pilota prono ma con motore DB605: forse un ispirazione, certo un predecessore, ma in ogni caso non era certo nei motori a cilindri che si poteva vedere il futuro; il progetto Hs 132 avrebbe dovuto inizialmente portare solo una bomba da 500 kg incassata nel ventre della fusoliera, che era con carrello triciclo; ampio l'uso di legno per la costruzione. Ma con un motore da 800 kgs non si poteva fare molto; il secondo modello studiato aveva un motore da 900 kgs, con 2 cannoni MG151-20 nel muso, e sopratutto il terzo aveva un motore Heinkel-Hirth 109-011A, da ben 1.300 kgs, con due MG 151, 2 Mk 103 da 30 mm, e una bomba da 1.000 kg; erano previste anche bombe speciali, perforanti a razzo; ma tutto questo non venne attuato, l'aereo rimase allo stato prototipico al punto che nemmeno volò una singola volta. Un concetto comunque non ripreso nel dopoguerra.
 
Prototipo Hs 132:
*'''Motore''': 1 BMW 109-003E-2 da 800 kgs
*'''Dimensioni''': lunghezza 8,9 m, apertura alare 7,2 m, alezza 3,45 m, superficie alare 14,82 m2
*'''Peso''': 3.400 kg
*'''Prestazioni''': 780 kmh a 6.000 m, tangenza pratica 10.300 m, autonomia 680 km.
 
 
 
===Ho. IX/Go 229===
[[Immagine:Horten_Ho_IX_line_drawing.jpg|330px|thumb|le 3 visioni dell'Ho.IX, aereo tra i più avanzati della guerra]]
Un'altra proposta rivoluzionaria, e anche più impressionante, fu certo l'Ho. IX o Gotha Go 229. Esso era nato da una progettazione fatta dai fratelli Reimr e Walter Horten, specializzati in aerei senza coda, anche se si trattava solo di veleggiatori. Erano stati progettati già dal 1942, nel Sonderkommando 9, ma il primo protoipo Horten Ho. IX V1 non era tuttavia adatto ai due motori BMW previsti per l'eccessivo diametro di questi. Con il V2 vennero trovati due Junkers 109-004B e quando l'aereo volò a Oranienburg dimostrò ben 960 kmh. Questo velivolo era avveniristico, al punto che poteva anche essere inteso come macchina 'stealth' per la forma poco visibile ai radar (come accade a tutte le 'ali volanti', sebbene qui l'ala fosse piuttosto spessa). Il risultato era eccezionale, visto che era 100 kmh più veloce del Me.262 ufficialmente appoggiato; e la perdita del prototipo stesso, a causa del guasto di un motore, furono incoraggianti perché si volevano aerei davvero molto prestanti, capaci di portare 3x1000, ovvero 1000 kg a 1000 kmh a 1000 km di distanza, prestazione non facile nemmeno al giorno d'oggi. Il prototipo V3 aveva due Jumo 109-004C da ben 1.000 kgs, che non volò prima del maggio 1945, quando oramai tutto era perduto. C'erano già altri programmi ancora più interessanti: il caccia notturno biposto e radarizzato era in approntamento con il V4 e V5, V6 per voli di test, V7 biposto addestramento, e addirittura si stavano già programmando 20 A-0 di preserie, che sarebbero stati armati con 4 Mk 103 (o 108?) e due bombe da 1.000 kg.
 
[[Immagine:Ho9-4.jpg|300px|left|]]
Di fatto questa formula potrebbe funzionare solo con sistemi di controllo computerizzato, che saranno disponibili solo dopo molti anni (ma ancora nessun caccia tuttoala è stato materializzato). Ampia la superficie alare, con un carico molto basso, le prese d'aria fisse erano a lato del corto muso vagamente simile a quello del Me 163 o He-162, alla radice delle ali, che erano a leggera freccia con diedro positivo. Sembrava quasi un'enorme rondine. I cannoni da 30 erano alla base della fusoliera, dietro dell'abitacolo.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 7,47 m, apertura alare 16,78 m, altezza ? m, superficie alare 51 m2
*'''Peso''': 8,500 kg
*'''Prestazioni''': 1.000 kmh a 6.100 m, atterraggio a 130 kmh.
 
===Ju 287===
Per realizzare un bombardiere di notevole autonomia, ma con propulsione a getto, venne pensato ad un certo numero di progetti, persino con capacità grossomodo 'intercontinentali'. Il risultato concreto, al di là dei tanti progetti di 'carta' fu il Ju 287, studiato da Hans Wocke. Con un'ala rivoluzionaria, a freccia inversa per beneficiare della ridotta resistenza aerodinamica e della controllabilità a bassa velocità; questa concezione era rivoluzionaria, simile a quelle dell'X-29 o del Su-37. Il prototipo venne assemblato in tutta fretta, persino con il carrello di un B-24 abbattuto, quello principale di uno Ju 352, coda dello Ju 388, e una fusoliera familiare, che infatti era quella dello He 177. Alla fine, con 4 Jumo 109-004B-1 da 900 kg di spinta, volò il 16 agosto 1944, con tanto di razzi ausiliari di spinta Walter 109-501 sotto ciascuno dei reattori. Questi erano poi 4, con due sotto le ali a metà struttura, e due a lato dell'abitacolo (non una buona cosa se c'era un'esplosione nella ventola). In tutto vennero fatti 17 voli di prova, ma l'aereo era ancora troppo lento e con poca autonomia. La priorità per i bombardieri venne ridotta, fino al marzo 1945 e si ordinò, in maniera sconcertante (oramai era tutto perduto) di metter in produzione questo avanzato di mettere in produzione quest'aereo, con due prototipi di cui il V3 era anche da armare con 4 t di carico e alcuni cannoni da 20 difensivi. Fu l'URSS che fece poi continuare questo programma, dove vennero fatti moltissimi programmi di sviluppo, che tuttavia non portarono a nulla, visto che al dunque il nuovo bombardiere medio divenne il Tu-16 con freccia 'convenzionale'. Le sperimentazioni continuarono anche usando ben 6 motori anziché 4 per migliorare le prestazioni.
 
Ju 287 V1
*'''Dimensioni''': lunghezza 18,3 m, apertura alare 2,11 m, superficie alare 58,3 m2
*'''Peso''': 12.510-20.000 kg
*'''Prestazioni''': 559 kmh a 6.000 m, tangenza pratica 10.800 m, autonomia 1500 km.
 
 
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Un ulteriore aereo Junkers da trasporto fu il grosso Ju 322 Mammut, che era un aliante con struttura ad ala volante, proposto in competizione con il Me. 321 di tipo più convenzionale. Costruito in legno (la Junkes lo aveva abbandonato dal 1918), ordinato in 200 esemplari, venne tuttavia cancellato dopo che le prove in volo, tanto per cambiare per questo tipo di aerei, dimostrarono che si trattava di un velivolo instabile.
 
==Armi aeree==
===Bombe<ref>Per questa e le altre armi aria-superficie: Armi da guerra n. 92</ref>===
Le bombe tedesche erano di diversi tipi e in numerosi formati, identificati da sigle e numeri (peso in kg): le SZ erano 'dirompenti cilindriche', ad involucro sottile: questo significa che avevano un'elevata percentuale di peso sotto forma di esplosivo e quindi una potentissima esplosione; c'erano poi le SD che erano invece di tipo 'medio' con involucro semiperforante ad involucro più spesso, e infine le PZ con una robustezza ancora superiore, considerate 'bombe controcarri' ma presumibilmente usate anche contro navi da guerra. La sigla era seguita da un numero che indicava il peso e un colore nella parte posteriore dell'ordigno lo identificava immediatamente onde evitare problemi di utilizzo pratico: giallo per le SZ, rosso per le SD e blu per le PZ. La forma di tutte le bombe tedesche di questi tipi era quella, essenzialmente, di un cilindro con punta tozza e codolo con 4 ali, spesso con montanti di irrobustimento oppure, nelle bombe più grosse, un anello di stabilizzazione che collegava queste alette posteriori. Non erano quindi altro che grossi contenitori con l'aspetto di un proiettile con la coda, e non per esempio, di forma aerodinamica 'a goccia allungata' come le bombe RAF e in generale, quelle moderne.
 
Nonostante questa apparente semplicità i risultati erano comunque più che validi, grazie all'addestramento degli equipaggi, all'uso di tecniche d'attacco in picchiata e al congegno di puntamento Lofte 7 che garantiva una precisione nel bombardamento livellato paragonabile a quella del molto più rischioso attacco in picchiata. Questo congegno era paragonabile solo al sistema di puntamento Norden americano, che era un vero e proprio computer analogico, mantenuto segretissimo a lungo, giusto come fecero i Tedeschi con il sistema di richiamo automatico dei bombardieri Junkers (salvo peraltro cederlo ai Sovietici prima dello scoppio della guerra). L'esplosivo usato dai Tedeschi era ad altissimo potenziale, come scoprirono gli Inglesi: era comune l'uso di esplosivo 'alluminizzato' come carica interna, al posto dell'Amatol o della dinamite comuni nelle bombe Alleate di inizio guerra. Cosa comportava questo? Che si forniva più energia all'esplosione. L'alluminio di per se non è esplosivo, ma lo diventa se sottoposto ad un innesco adeguato, vedi gli ordigni FAE: se c'é abbastanza temperatura d'innesco la polvere d'alluminio si 'accende' in maniera violenta reagendo con l'ossigeno dell'atmosfera, il che è ovviamente inutilizzabile per una bomba di profondità, ma fondamentale per tutti gli altri impieghi. Il rapporto potenza-peso è elevato, perché il combustibile, di qualunque tipo, non ha dentro di sé atomi d'ossigeno, il quale però dev'essere fornito dall'atmosfera. Il tritolo per esempio ha una percentuale di ossigeno pari al 42% del peso. Per questo gli ordigni FAE sono tanto potenti rispetto al peso, al patto però di avere un sistema efficace di diffusione nell'atmosfera per ottimizzarne gli effetti. Una casa satura di gas è un classico esempio, ma un altro si trova sotto mano a Capodanno: se sezionate un petardo come il magnum, per esempio, scoprirete che ha polvere da sparo circondata da polvere d'alluminio, da qui la potenza della sua carica, che pure non ricorre ad esplosivi di tipo sofisticato.
 
Gli inneschi erano invece per lo più in cera di pentrite (un esplosivo potentissimo, usato per proiettili di piccole dimensioni), con spolette ad impatto ad azionamento elettrico (piezoelettrico?), ma esistevano anche le spolette come la Type 17 ad orologeria per esplosioni ritardate e la Type 50 che era una trappola esplosiva, che si attivava con le vibrazioni (di eventuali artificieri). C'era anche la ZUS 40, che veniva messa talvolta dietro la spoletta normale, e come questa veniva rimossa, si attivava. Era davvero una guerra senza esclusione di colpi se si pensava di colpire anche gli artificieri, personale specializzato dalla professionalità non facilmente reperibile.
 
Le bombe tedesche avevano anche nomi propri: se la SD 500 e la SD 1700 non l'ebbero mai, la SZ 1000 si chiamava 'Hermann', la SD 1800 'Satan', la SD 1000 'Esau', la SD 1400 'Fritz'. Solo la RAF aveva nomi propri per le grandi bombe, ma non le sigle che ne spiegano l'essenza.
 
Le bombe di maggior impiego erano quelle SD per la loro flessibilità d'uso dovuta all'equilibrio delle caratteristiche. Diciamo che una bomba di 250 kg in genere aveva il 50% di esplosivo se era di uso 'generale', il 70-80%% se era una 'bomba-mina', il 14-20% se era una semiperforante. Il colore era in genere blu chiaro, non c'era nessuna bomba che fosse color oliva o grigio scuro come nel caso delle bombe degli altri belligeranti.
 
Costruire bombe di grosse dimensione, come la SZ 2000 da 1953 kg era un conto, trasportarle un altro. I bombardieri Tedeschi, come quelli sovietici, erano essenzialmente tattici e non potevano fisicamente portare le enormi bombe britanniche che apparvero nel prosieguo della guerra. Ma, differentemente da Italiani e Giapponesi (che in pratica si fermavano alle bombe da 800 kg), i Tedeschi avevano costruito (come anche i Sovietici) ordigni anche di grandi dimensioni, e se l'He-177, l'unico bombardiere dell'asse a lungo raggio costruito in numero apprezzabile, fosse stato una macchina efficiente, se ne sarebbe di sicuro sentito parlare più spesso. Stranamente i Tedeschi non credevano nelle bombe da 100 kg, formato che a quanto pare snobbarono sistematicamente. Il carico tipico era costituito o da bombe da 50 o da 250 kg, più raro quello delle armi da 500 e ancor di più quello degli ordigni di maggiore peso. Venivano portati in fusoliera o sotto le ali, appese a staffe con sezione a T o a H. In genere si arrivava a circa 1 t di bombe per missione, su distanze massime dell'ordine degli 800-1000 km.
 
Ma gli ordigni tedeschi non erano solo quelli 'convenzionali'. A suo tempo, fino a che non sono state prodotte quantità di bombe a grappolo (di fatto spezzoniere a perdere), lo spezzone, esplosivo o incendiario, era un'arma ampiamente utilizzata, per i suoi effetti di 'bombardamento a tappeto' contro obiettivi vari. Nel caso tedesco ce n'era uno in particolare, la '''SD-2''' 'a farfalla', ordigno costituito da un anello metallico con dentro esplosivo, e con alette che ne stabilizzavano la caduta con effetto rotatorio tipo il seme del sicomoro: esse coprivano una vasta superficie e con effetti devastanti, per via della frammentazione. Furono uno dei protagonisti dell'attacco Tedesco del 22 giugno 1941, distruggendo molti aerei sovietici al suolo. Inizialmente erano usate dai bombardieri -fino a 360- poi anche dai caccia -tipicamente 20 ordigni-, e infine si realizzò una bomba a grappolo da 250 kg che conteneva dozzine di SD-2, con il vantaggio di essere facilmente trasportabile anche dai caccia privi di vano portabombe.
 
La panoplia comprendeva anche bombe incendiarie (le bombe 'a petrolio') e combinazioni di bombe esplosive con attaccato anche un grappolo di incendiarie. Le bombe a petrolio avevano, anziché la termite, un mix di fosforo e olio combustibile. Le 'mine terrestri' erano invece delle potenti bombe che scendevano appese ad un paracadute, in quanto era previsto che esplodessero appena a terra, senza penetrazione nel terreno, e avevano un involucro sottile per contenere molto esplosivo. Gli effetti demolitori erano impressionanti. A proposito dell'involucro, che ve ne fosse la necessità lo aveva intuito persino Ruggero Bacone, che studiava anche la polvere da sparo. Bisogna costringere l'esplosivo dentro un ambiente chiuso per fargli raggiungere un processo esplosivo ottimale. Per ottimizzare il peso, e sopratutto per evitare che volino pericolosissime schegge, si usano le 'bombe carta' dette così perché l'involucro è costituito da carta a strati, al posto del metallo. In sostanza, per quanto si poteva fare, non era possibile costruire una bomba con il 100% di esplosivo a meno di non prevederne un'efficacia che, paradossalmente, sarebbe stata nettamente minore di un ordigno classico. Un'alternativa, che venne talvolta usata (ma in genere si ricorreva all'acciaio o alla ghisa) erano gli involucri nel leggero ma costoso alluminio, o in tempi recenti, in fibra di carbonio.
 
 
===Fritz-X===
[[Immagine:Fritz_X_side.jpg|350px|right|]]
Tornando alle bombe tedesche, il loro impiego fu presto evoluto in azioni di precisione, ma piuttosto che arrischiare l'aereo e l'equipaggio con i soliti attacchi in picchiata, ben presto si preferì l'impiego di un sistema di guida per tiri come si direbbe oggi 'stand off'. La bomba volante era già stata pensata durante la I GM da Americani, Italiani e Tedeschi (questi ultimi con i veri bombardieri strategici dell'epoca: i dirigibili Zeppelin) ma i tempi non erano maturi.
 
Ma questo cambiò molto negli anni successivi. Uno dei risultati fu la bomba '''Fritz-X''', nome con cui è diventata particolarmente nota ma che originariamente era la Ruhrsthal/Kramer X-1. Quest'ordigno divenne improvvisamente noto quando affondò la poderosa corazzata ROMA e danneggiò l'ITALIA il 9 settembre del '43, mentre stavano dirigendosi a consegnarsi agli Alleati. Fu una prova terribile della loro efficacia, e dell'inadeguatezza persino delle navi da battaglia moderne alle nuovi armi teleguidate. Del resto le navi italiane non avevano certo ECM e CIWS moderni, ma in ogni caso restò il concetto che persino una nave ben protetta non poteva essere difesa da bombe del genere. Di lì a poco toccherà all'incrociatore Savannha americano e alla veterana Warspite subirne l'efficacia. Quest'ultima rimase menomata al punto che, per ripararala in fretta, parte della falla fu riempita con cemento.
 
La Fritz-X non era altro che l'antisignana delle 'bombe intelligenti'. Si trattava di una SZ1400, ordigno perforante, trasformata con un kit che consentiva di guidarla tramite un comando radio e l'uso del collimatore Lofte 7, con una serie di alette anteriori (4) e una coda ad anello, ma di tipo diverso dal solito anello cilindrico. Gli attuatori elettrici trasmettevano i comandi alla bomba, ma questa era considerata poco manovrabile, tanto da essere definita non 'teleguidata' ma 'teledeviata'. Si cercò di sostituire il sistema elettrico con uno pneumatico ad aria compressa, ma le variazioni di temperatura causavano problemi e l'idea venne abbandonata. Curiosamente le prove vennero fatte nel '42 prima in Germania e poi in Italia, ma a quanto pare gli Italiani non ne seppero nulla.
 
Funzionava così: il bombardiere, in genere un Do.217, arrivava sulla verticale del bersaglio, a circa 6-7 km di quota. Poi sganciava la bomba e la seguiva tramite un bengala di segnalazione in coda alla bomba, trasmettendole i comandi di correzione. Nel mentre, riduceva i giri e si portava ancora più in alto. La bomba, con un aspetto piuttosto aggressivo con le alette anteriori leggermente inclinate verso l'avanti a mò di tridente, continuava ad accelerare e quando impattava aveva raggiunto o superato la velocità del suono. L'ordigno conteneva 320 kg di esplosivo, dietro uno spesso muso anteriore che serviva a sfondare obiettivi pesantemente protetti sia terrestri che navali. Poi esplodeva ben dentro il bersaglio. L'attacco era pressoché verticale così l'efficacia della corazza veniva ridotta il più possibile. Lo spessore d'acciaio anteriore era tale che forse nemmeno un moderno CIWS sarebbe stato in grado di fermarlo (parliamo di 10-20 cm almeno), mentre il disturbo del segnale radio era una possibilità più pratica. Quando questi ordigni caddero sulle navi italiane, ricorda un superstite di averne seguito uno con il suo binocolo di puntamento, senza capire cosa fosse quell'oggetto argenteo che veniva giù ad alta velocità. Le navi italiane avevano appena subito l'attacco di bombardieri Ju-88, senza risultato, per cui non era facile capire cosa facessero quegli aerei tedeschi ad almeno 6.000 m di quota. Fu una sorpresa disastrosa. Non fu la prima corazzata affondata da aerei, ma un conto era il turbinio di velivoli giapponesi armati di siluri e bombe attorno alle navi inglesi nel '41, un conto quest'azione da distanza, con armi micidiali e precise.
 
In ogni caso, anche le Fritz-X avevano dei limiti. Uno era il disturbo radio, un altro era la limitata controllabilità, con scarti ammessi di appena 2,4 km dopo lo sgancio. Il bombardiere era costretto a volare quasi verticalmente sull'obiettivo e questo lo rendeva vulnerabile, specie perché era costretto, per mirare meglio, a ridurre la velocità. Ma certo, come risultati e sicurezza si trattava di un progresso enorme, si immagini se i B-17 avessero avuto tali ordigni quando si trattava di colpire obiettivi industriali sulla Germania anziché colpire a tappeto intere zone.
 
In ogni caso la Fritz-X venne prodotta solo in 66 esemplari al mese e la metà erano usati per l'addestramento. Non c'era modo di cambiare molto le cose con tale ridotto gettito, anche se le corazzate erano obiettivi importanti e che avrebbero richiesto pochi ordigni per essere messe KO.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,262 m, apertura alare 1,352 m, diametro 562 mm.
*'''Peso''': 1.570 kg complessivi.
 
 
===Razzi===
I Tedeschi furono attivi anche nel settore razzi, ma la mancanza di successi che inizialmente ottennero i sovietici e l'imprecisione dei razzi da 210 mm valutati nel '42 come armi aria-terra con il JG 54, usati contro mezzi navali sul lago Ladoga, posero fine all'interesse per questi ordigni. Curiosamente, mentre la traiettoria dei razzi da 210 mm calava rapidamente dopo il lancio da parte dei caccia (che non erano i FW 190 ma i Bf-109F) rendendo il puntamento impossibile, i razzi di questo tipo sarebbero poi risultati molto utili nel '43 contro i ben più difficili bersagli costituiti da aerei. Questi razzi erano gli stessi tipi usati dall'Esercito, e pesavano ben 112 kg di cui 40 di testata. Dopo il lancio, a circa 1 km, esplodevano generando scompiglio negli stormi di bombardieri americani e costringendoli a diradare le formazioni, cosa che li rendeva vulnerabili agli attacchi dei tedeschi. Ma per l'impiego contro bersagli a terra ci si mise molto di più a capire l'utilità dei razzi, che inizialmente vennero dati ai FW-190 con il Panzerschrek da 88 mm, la copia tedesca dei Bazooka (n.b. all'epoca i Bazooka erano da 60 mm, il Super-bazooka forse deriverà proprio dalle copie tedesche ingrandite). I Razzi erano portati in sei esemplari, poi seguirono i Panzerblitz da 88 mm ma con testata di peso raddoppiato, pesante 6,9 kg, lungo 70 cm. Ma nessuno dei due venne usato dai Tedeschi in azione. Invece un ulteriore sviluppo fu quello dei razzi da 5,5 cm, gli '''R4M''', finalmente dei razzi veloci da oltre mach 2, con traiettoria tesa e piccoli (4,5 kg) a sufficienza per portarne, in comode rotaie di lancio, numerosi esemplari. La testata da 450 gr e l'alta velocità consentivano attacchi abbastanza precisi e letali. La dotazione di questi razzi venne data sopratutto ai Me.262, già formidabili, armati con 24 ordigni sotto le ali e usati con successo contro i bombardieri Alleati. Ma ebbero anche un altro sviluppo, stavolta contro bersagli a terra con testate HEAT. Si ritornò insomma a copiare i Sovietici utilizzando, invece di pochi e grossi razzi, un maggior numero di armi. I razzi R4M modificati per l'attacco controcarri erano trasportati da un certo numero di FW 190 in 14 esemplari, sempre ripartiti sotto le ali. Ci volevano 3-4 centri pieni per distruggere un T-34, e anche di più contro un JS-2, ma la cosa, con tiri a distanza ravvicinata, era fattibile e i successi ci furono. Ma era ormai tardi, visto che la guerra nel '45 era inesorabilmente persa.
 
 
===Hs-293 e 294===
[[Immagine:Deutsches_Technikmuseum_Berlin_February_2008_0096.JPG|350px|right|thumb|Foto, di pessima qualità, della Hs-293. Sono nondimeno visibili la maggior parte delle sue caratteristiche basiche]]
Unendo sistemi di guida, bombe e razzi i Tedeschi misero finalmente insieme un vero missile aria-superficie. Gli studi, iniziati nel 39, vennero inizialmente ostacolati dalla mancanza di un idoneo motore a razzo, che nondimeno non ostacolerà i primi lanci dato che l'ordigno aveva un paio di ali e di piani di coda (ma senza timone verticale). Per il resto c'era un radiocomando a 18 canali per ovviare ai disturbi nemici, e l'aspetto dell'arma finale era piuttosto aggraziato, con forme insolitamente rotondeggianti, una lunga spoletta anteriore, un generatore di fiamma (flare) posteriore che sembrava un motore a razzo, mentre invece il motore vero era sotto la fusoliera, in un'unità separata. La cosa ricordava l'SSN-14 Silex, solo che qui è il carico (siluro ASW) ad essere portato sotto la fusoliera e il motore dentro la stessa. La base su cui erano costruite le bombe era la SZ500 con i suoi 295 kg di esplosivo. Era un missile vero e proprio, pensato per attaccare sopratutto le navi con poca protezione, ma al pari della Fritz-X era anche idonea a colpire obiettivi a terra.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,58 m, apertura alare 3,14 m, diametro 48 cm, superficie alare 1,92 m2
*'''Peso''': 1.095 kg, HE 295 kg
 
Il motore si accendeva solo 90 m dopo lo sgancio, per ragioni di sicurezza. La combustione de razzo Walter 109 dava 600 kgs e una velocità max di 900 kmh. La bomba Hs-293A-1 venne messa in produzione già nel '42 e la prima unità a riceverla fu, dopo oltre un anno, il KG 100 che operava con i Do.217 in azioni antinave dal golfo di Biscaglia. In effetti l'azione delle Hs-293 era tesa a causare danni alle navi mercantili, ma inizialmente non avvenne in maniera diretta, ma attaccando le navi dei gruppi d'impiego ASW che pattugliavano il Golfo di Biscaglia, alla ricerca degli U Boote in partenza o in arrivo. Le bombe HS-293 vennero tirate dai Do-217E-5 contro il gruppo di impiego comandato dalla corvetta britannica Egret, nave da 1.200 t al comando del 1° Support Group, che dava il cambio al 40°. Era il 25 agosto 1943, ma le bombe tirate andarono a vuoto. Usare le Hs-293 non era facile: dopo il lancio bisognava mettersi in rotta divergente rispetto alla bomba lanciata e tenere d'occhio sia questa che il bersaglio, che veniva raggiunto dalle spezzate che la bomba faceva a seconda dei comandi radio ricevuti, approssimandosi al suo obiettivo mentre l'operatore guardava la scena da un lato del muso e controllava la situazione con un joy-stick. Insomma, grossomodo era la situazione che poi si sarebbe ripresentata con i primi missili controcarri. La HS-293, una volta passati i 12 secondi di funzionamento del motore, passava a planare perdendo circa 1.400 m ogni 3 km di quota, per cui era ancora più una bomba a razzo che un missile.
 
Il 27 agosto vi un ancora un altro scontro tra il KG 100 e il 1° Gruppo. Stavolta i Tedeschi avevano capito come usare meglio le bombe, e nonostante il tiro dei cannoni inglesi, riuscirono a tenere sotto controllo (pur dovendo mantenere una rotta costante, vulnerabile alla reazione nemica in quanto prevedibile, per osservare la situazione in maniera continua) le bombe volanti/missili che dir si voglia. Le navi britanniche rollavano, viravano e sparavano per evitare il peggio. La HMS Egret sembrava un giocattolo vista dall'alto, con i cannoni da 101 mm che sparavano a pieno ritmo, ma che non potevano proteggerla dai missili tedeschi: in 90 secondi sia questa che il caccia Atabaskan canadese vennero colpiti, e l'esplosione delle munizioni a bordo della nave inglese ne causò la distruzione oltre che la perdita di circa 240 vite umane. In seguito le navi inglesi miglioreranno le tecniche di difesa, sparando contro le HS293 da distanza ravvicinata con le armi leggere (una sorta di CIWS artigianale) da 20 mm, e successivamente, ricevendo apparati di disturbo radio. Nel frattempo il KG 100 mandò il mese successivo la sua II squadriglia ad operare contro le navi del Mediterraneo, trasferendosi da Cognac a Istres. In seguito le Hs293 vennero usate direttamente contro le navi in Atlantico con gli He-177 del II/KG 40, che attaccarono in massa il 21 novembre, in condizioni meteo difficili, ma che persero vari aerei senza ottenere risultati sufficienti allo sforzo. Naturalmente se non si riusciva a vedere bene le bombe si doveva serrare le distanze e allora la nave poteva sparare meglio all'aereo attaccante. Le Hs293, spesso dirette non tanto contro le sovrastrutture, ma sulla linea di galleggiamento, sarebbero state responsabili della perdita di 5 cacciatorpediniere e di varie altre unità, oltre che i mercantili. Ma non vennero usate contro navi più grandi, pur avendo una potenza distruttiva non indifferente.
 
La versione '''Hs-293D''' era dotata di guida televisiva, che avrebbe risolto parecchi problemi di utilizzo pratico, ma non fece in tempo ad entrare in servizio. In sostanza, avrebbe trasmesso all'operatore l'immagine di quello che vedeva e senza che l'aereo fosse costretto a volare in maniera prevedibile, l'arma stessa sarebbe stata guidata a segno, grossomodo come una AGM-62 Walleye di 20 anni dopo.
 
 
La bomba Hs-293 era, come si è detto, largamente usata come arma per colpire sulla linea di galleggiamento le navi, ma questo significava spesso un'entrata in acqua infelice, che portava a modificare significativamente la traiettoria finale, magari mancando il bersaglio. Si pensò a varie soluzioni, con l'appuntimento progressivo della prua per migliorare l'entrata in acqua (eppure vennero anche usate bombe HS293 che al contrario avevano una prua piatta per non penetrare in profondità negli obiettivi prima dell'esplosione, difficile capire la ratio di scelte tanto diverse). C'erano diverse versioni in sviluppo e ad un certo punto si cominciò a pensare ad un'arma riprogettata in maniera profonda. La '''Hs-294''', che era molto simile nella progettazione generale, senonché aveva anche delle differenze. Per consentire l'entrata in acqua con angoli di 15-30° venne provvista di prua molto appuntita, mentre la parte posteriore della fusoliera e le ali erano a frattura prestabilita, per cui si rompevano nell'entrare in acqua e non ostacolavano la traiettoria della testata, che colpiva lo scafo ed esplodeva con una spoletta di prossimità da siluri oppure una a contatto, che avrebbe consentito di ridurre il tempo di sviluppo se fosse stata adottata subito.
 
La Hs294 aveva queste caratteristiche:
*'''Dimensioni''': lunghezza 6,12 m, apertura alare 4 m, diametro 65 cm, superficie alare 5,3 m
*'''Peso''': 2.170 kg di cui 656 HE
*'''Motori''': 2 Walter 109da 1.300 kgs, v. max 860 kmh
 
Si trattava di un'arma che pesava il doppio della precedente e aveva una carica più che doppia. La versione A era radiocomandata, la B filoguidata, in seguito si pensò di mettere una guida televisiva alloggiata sul pod del motore destro. Il programma partì nel '43 e non fece in tempo a produrre i suoi effetti in guerra, cosa che sarebbe stata pericolosissima anche per le grandi navi da battaglia. In ogni caso solo un bombardiere piuttosto prestante avrebbe potuto arrivare ad alta quota con un ordigno del genere, sistemato in posizione asimmetrica necessariamente sotto un'ala, e solo un bombardiere pesante ne avrebbe potute portare due.
 
===Bombe plananti===
Un ordigno molto meno impegnativo era il '''Bv143''', che tuttavia ebbe le sue criticità: si trattava di un veleggiatore che portava una specie di siluro a razzo. L'origine fu il veleggiatore L10 con siluro appeso sotto del tipo LT-1. In pratica quest'ordigno planava con un giroscopio, ad un angolo di 15 gradi dopo lo sgancio da parte dell'aereo, per poi all'impatto rilasciare il siluro. Questo aiutava molto ad allungare il raggio d'azione utile degli aerosiluranti, efficaci ma vulnerabili al fuoco contraereo nemico. Le numerose prove, però, non portarono ad un utilizzo che pure sarebbe stato vantaggioso. Il Bv143 era diverso: si trattava anche qui di un veleggiatore con alettoni e ali al centro della fusoliera e superfici cruciformi dietro. Planando si avvicinava al mare, e con un braccio telescopico estensibile, ad appena 2 m di quota, una volta che tale 'sensore' avesse toccato il mare, si attivava un motore a razzo che provocava il sostentamento dell'aliante bruciando per 40 secondi, erogando 700 kgs con propellenti Z-STOFF e T-STOFF, quest'ultimo era perossido d'idrogeno, ma l'innesco era fatto dalla tossicissima idraziona. 4 BV 143 vennero provati nel '43 ma come prevedibile non c'era abbastanza tempo per modificare la traiettoria prima dell'impatto con il mare. Meglio sarebbe stato filare un cavo che potesse far chiudere un circuito toccando l'acqua del mare, ma in attesa di un sistema aneroide a tempo o di un radar altimetro venne bloccato il programma. Per la cronaca, ecco le caratteristiche:
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 5,95 m, ap. alare 3,13 m, diametro 58 cm, ap alare 2,45 m2
*'''Motore''': BV ATO da 700 kgs per 40 s, v.max 415 kmh
*'''Peso''': 1.055 kg di cui 180 di esplosivo
 
 
Ma la Blohm un Voss fu capace di fare anche di meglio nel campo dei progetti avanzati, come dimostrano i casi della''' Bv 226''' e '''Bv246 Hagelkorn'''. Queste erano bombe plananti di tipo davvero inconsueto. La Bv226 aveva ali ad altissimo allungamento che nel '45 vennero trovate, non senza stupore, dagli inglesi come aventi tali ali in cemento armato.La Bv226 aveva anche doppio timone di direzione a lato delle superfici orizzontali di coda. La Bv246 no, aveva invece impennaggi cruciformi. L'arma aveva due paia d'ali ad altissimo allungamento, e veniva guidata tramite un giroscopio e segnali radio emessi dall'aereo lanciatore. Per incredibile che possa sembrare, pare che da alta quota si potevano raggiungere i 210 km di portata, quasi quanto una V-1. La versione A aveva portata 'ridotta' ma non venne prodotta, la B era invece quella operativa, ma non mancarono anche le bombe con radioricevitore Rieschen, pensato per trasformarle in veri missili antiradar. Le bombe erano abbastanza piccole per lanciarle anche da un FW 190F.
 
Questi ordigni, che potrebbero avere diciamo un equivalente giusto nelle JDAM attuali (ma ovviamente queste sono molto più precise) erano davvero un progetto eccezionale, anche se al dunque la guerra non riusciranno a cambiarla. La versione antiradar non ebbe successo per le difficoltà tecniche dovute ai sistemi di bordo, contenuti nel muso modificato; stupisce piuttosto che armi del genere non siano state poi replicate, con tecnologie migliori, nei decenni successivi: lanciare da 200 km di distanza una bomba planante antiradar è decisamente un sistema molto pericoloso e dai costi ridotti per attaccare una rete di radar nemici, una sorta di incrocio tra una JDAM e un missile HARM, espresso in termini moderni (e si tratta di due delle armi aviolanciate più pericolose e moderne esistenti).
 
In ogni caso, ecco le caratteristiche:
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,53 m, apertura alare 6,41 m, diametro 54 cm, superficie alare 1,47 m2.
*'''Prestazioni''': vmax 450 kmh, gittata fino a 210 km
*'''Peso''': testata 730 kg di cui 435 HE
 
Un'altro ordigno era stato sviluppato, ma pare poco usato o forse per nulla a livello operativo: era una '''bomba sferica''' che accelerata con un motore a razzo sganciabile all'impatto con l'acqua, rimbalzava varie volte fino a impattare sul fianco di una nave e quindi esplodere scendendo di quota. Era simile ad altri ordigni sviluppati dagli Inglesi, ma non pare entrò mai in azione anche se ne esistono filmati di prove da parte di FW 190.
 
 
===SAM e AAM<ref>Armi da guerra 142</ref>===
[[Immagine:Schmetterling_missile_20040710_151825_1.4.jpg|320px|right|thumb|L'Hs-117]]
I missili tedeschi però erano anche di tipo difensivo. La Luftwaffe non riusciva a tenere testa alla superiorità aerea Alleata, mentre al contempo doveva pure contrastare i Sovietici ad Est. Troppi incarichi per un'arma oramai spuntata come quella comandata da Goering. Vennero previsti molti dispositivi e missili di tecnologia avanzata. Per esempio, i missili '''Hs-117''', Enzian, e Wasserfall. I primi erano ordigni dall'aspetto delicato, dovuto ai due motori sistemati a fianco di una sottile fusoliera. Avrebbe avuto un raggio d'azione ridotto e quota di circa 6.000 m. L''''Enzian''', genziana, era invece un missile ben più grosso, pesante circa 2 t e mosso da propellente liquido. La sua testata pesava circa 450 kg ed era radioguidato, l'effetto sarebbe stato devastante contro le compatte formazioni Alleate da contrastare. Vennero provati vari sistemi di guida tra cui quello a guida radar semiattiva che però rischiava di colpire l'antenna emittente piuttosto che il bersaglio illuminato, e varie le spolette radio o acustiche. Il '''Wasserfall''' (cascata) era un grande missile che si potrebbe considerare parente della V-2 o antenato del SA-2. Aveva prestazioni previste supersoniche come anche l'Enzian 5 (con le 4 alette, le uniche che aveva l'Enzian, di coda di tipo a freccia), e gittata di 48 km.
 
Per l'impiego tattico i tempi per i missili contraerei portatili non erano maturi, ma si provò a dare una specie di cannone portatile ai soldati, il '''Fliegerfaust''' ovvero Pugno volante: una specie di bazooka che sparava 5 colpi da 20 mm con minuscoli motori a razzo seguiti un secondo dopo da altri 4. Era un sistema ingegnoso, ma ben lontano dall'efficacia di un missile SAM come gli SA-7 o gli Stinger, e ovviamente solo efficace a basse quote. L'idea era forse quella di usare una tecnologia simile a quella del Panzerfaust per l'impiego controcarri.
 
 
Ma visto che i Tedeschi stavano facendo tutti gli sforzi possibili, dalla metà del '43 almeno, per lottare contro i bombardieri americani, che avevano la sfrontatezza di sfidare le difese tedesche in pieno giorno, si cominciò a pensare anche ad armi speciali per i caccia. Venne provato un pò di tutto, bombe da 250 kg spolettate per l'impiego aria-aria (scoppiavano a quote prefissate o forse a tempo), razzi da 210 mm, cannoni da 20, 30, 37 e persino 50 mm (per i Me.262 e altri tipi). I missili potevano essere funzionali, ma doveva essere realizzato un tipo di guida adatto.
[[Immagine:Ruhrstahl X-4 missile.jpg|350px|right|thumb|L'X-4, il primo AAM]]
 
L'ing. Kramer era già l'autore della Fritz-X, prodotta in 1.396 esemplari di cui 602 usati solo per l'addestramento al tiro, ebbe autorizzato il suo progetto, che assieme all'ancor meno conosciuto Hs298 era il primo missile aria-aria. Nel febbraio del '45, oramai a guerra persa, venne autorizzata la produzione dell'X-4, ma oramai era tardi per gli esiti della guerra. La produzione avrebbe dovuto essere in Turingia, dato che la Polonia, dove c'erano fabbriche e poligoni di tiro per le V-2, era oramai persa ai Sovietici.
 
La storia dell'X-4 però inizia molto prima, nel '42 già l'RLM (il ministero dell'aria) aveva espresso interesse per i missili guidati e questo consentì alla BMW di partire con un endoreattore BMW 109-548 a propellenti liquidi anziché solidi come sarebbe stato pensabile al giorno d'oggi. Gli studi di Kramer alla Ruhrsthall, successivi alla messa a punto della Fritz-X, erano tali da pensare che il miglior sistema di propulsione fosse questo, e per realizzarlo ci volle molto sforzo dato che era l'endoreattore a propellenti liquidi più piccolo del mondo e doveva funzionare in qualunque assetto e temperatura pratica. Dalla fine del '43 alla metà del '44 vennero prodotti 225 prototipi che però vennero prodotti con un motore a razzo con propellenti solidi capace di 150 kgs per 8 secondi. Dall'agosto del '44 il nuovo motore era disponibile e così si poté completare il missile. L'11 agosto del '44, a campagna di Normandia avviata e completata, vi fu il primo lancio da parte di un FW-190, che così fu il primo caccia con missili AAM. Ma se si considera che in Normandia gli Alleati avevano impiegato 12.000 aerei contro 300 tedeschi, ci si può rendere conto di come anche il miglior Sidewinder oramai sarebbe stato insufficiente: non c'era nemmeno il carburante per mandare in aria gli aerei in quantità sufficienti e i bombardieri erano oramai scomparsi dalla linea di produzione.
 
La prima azione di lancio da parte del prototipo V69 (il FW190) venne seguita da tiri con Ju88G e Ju-388, eseguiti fino al febbraio 1945, mentre ben 1.000 missili (dato approssimativo) uscirono dalle linee di produzione entro il dicembre. Erano certamente molti, ma i bombardamenti sulla BMW di Stargard distrussero gran parte dei motori destinati a questi missili e alla fine non ci fu più il tempo di rimediare e di portare all'operatività quest'arma, primariamente intesa per i Me.262.
 
L'X-4 era un missile diverso da quelli a cui siamo abituati oggi, e più simile ad un'arma controcarri o meglio, al missile AA-1 Alkali sovietico degli anni '50. In effetti quest'ultimo fu forse sviluppato con questo tipo di tecnologia, mentre i missili controcarri furono un'altro dei ritrovati Tedeschi del tempo di guerra, ma non passati in produzione.
 
La guida dei missili X-4 avveniva con criteri particolari, si trattava, per prevenire disturbi, di un missile AAM di tipo filoguidato, con un cavo lungo 5,5 km e spesso 0,2 mm, eppure perfettamente isolato. Il solito bengala posteriore aiutava a tenerlo d'occhio mentre si collimava con il sistema standard a riflessione su distanze pratiche di circa 3 km dall'obiettivo. La sezione con la testata esplosiva arrivava a 20 kg con spessori delle pareti di 10 mm, dietro c'era il motore con i serbatoi spiraliformi, e infine i sistemi di guida. Per fare con semplicità maggiore venne pensato ad un missile con una stabilizzazione a rotazione di un giro al secondo, grazie alla trimmatura delle alette cruciformi in legno di metà fusoliera, a due delle quali era attaccato un fuso con il cavo di guida, che a quanto pare era doppio. I fusi erano lunghi 48,6 cm e larghi 76 mm al massimo. La spoletta era acustica, con due possibili tipi, uno da 7 m di raggio e l'altro da 15. Era scelta la spoletta di questo tipo perché era semplice e compatta. Erano rispettivamente il Kranich o il Meise. Come per il grosso Fritz-X erano previsti un trasmettitore FuG 510 e un ricevitore FuG 238, anche se questo era un missile filoguidato e non radiocomandato.
 
I propellenti erano il Tonka (xilidina e trielamina) e l'acito nitrico, ed erano autoaccendenti, venendo nondimeno usati anche per raffreddare la camera di combustione del motore, che aveva 3 fori di iniezione per la prima e 6 per il secondo, e con un diametro di 76 mm per una lunghezza di 29 cm appena. Era possibile usare, per una spinta di 16 secondi e 100 kgs (come picco, poi calava) appena 8,5 kg di propellente, ma il missile era usabile solo da 6.000 m di quota a quanto se ne sa. Ogni caccia ne poteva avere fino a 4 esemplari.
 
 
Dati:
*'''dimensioni''': lunghezza 1,9 m, diametro 22,2 cm, apertura alare 57,5 cm
*'''Peso''': 60 kg di cui 8,5 propellente e 20 testata
*'''Prestazioni''': gittata 3,2 km a 6.000 m, velocità max 1.100 kmh circa, spunto iniziale del motore 140 kgs, poi 8 secondi a 100 kgs, poi altri 8 decadendo a 30 kgs, utilizzabilità +10/-40 gradi centigradi.