Latino/Quarta declinazione: differenze tra le versioni

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==Origini==
'''Nominativo''' sing.: nel maschile e femminile non ha subito variazioni. Nel neutro, invece, i pochi sostantivi esistenti hano finito per essere declinati con il maschile della stessa declinazione o come neutri di 2^.
La quarta declinazione è sorprendentemente somigliante alla terza. Mentre questa si applica ai sostantivi le cui radici terminano con -u, quella è usata per i sostantivi le cui radici terminano con una consonante. Vedremo gli stessi tratti sono evidenti anche nella quinta declinazione. Ci sono forti somiglianze inoltre tra le forme arcaiche delle prime due declinazioni latine (sono praticamente identiche) che a loro volta persentano caratteristiche di somiglianza con le altre delinazioni.
È ragionevole supporre quindi che, in epoca arcaica, ci fu una prima distinzione in due declinazioni, con la prima che successivamente si sarebbe distinta nelle prime due declinazioni del latino classico, e la seconda che si sarebbe quindi distinta nelle altre tre.
Si avrebbe in pratica una sola declinazione arcaica che si applicherebbe, grosso modo, in modi differenti a seconda delle terminazioni delle radici:
*la prima declinazione si applica ai nomi le cui radici terminano in '''-a''' (come *koisa -> cura)
*la seconda a quelli le cui radici terminano in '''-o''' (anche *sakro, *sakro - s -> sacer)
*la terza a quelli le cui radici terminano con una '''consonante''' (come *reik, *reik - s -> rex)
*la quarta a quelli le cui radici terminano in '''-u''' (come *kantu)
*la quinta a quelli le cui radici terminano in '''-e''' e sono tutti curiosamente '''femminili''' (con l'eccezione di dies e dei suoi composti che possono essere sia maschili che femminili), come *re.
 
'''Genitivo''' sing.: usciva in -ous, si è contratto in -ūs, nei sost. maschili e femminili. Anche nei neutri originariamente era in -ūs, poi divenuto -ū.
Riguardo ai modi di declinare i nomi a seconda del genere, sembra che ci siano differenze più marcate tra la declinazione dei nomi maschili/femminili e quelli neutri. Infatti i nomi maschili e femminili si declinano in modi molto simili. Ciò ricondurrebbe alla teoria secondo cui l'indoeuropeo distingueva gli oggetti soltanto in animati e inanimati.
 
'''Dativo''' sing.: usciva in -uei, si è contratto in -uī nei sostantivi maschili e femminili. Nei neutri dall'antico -ui si è passati presto ad -ū.
 
'''Accusativo''' sing.: per il neutro vale quanto detto per il nominativo.
 
'''Vocativo''' sing.: come nominativo.
 
'''Nominativo''' plur.: usciva in -ues, poi divenuto -ūs. I neutri hanno mantenuto l'uscita originaria.
 
'''Genitivo''' plur.: si può trovare, oltre all'uscita in -ŭŭm, anche una uscita -ūm, analogica all'antica uscita in -om della 2^ declinazione.
 
'''Dativo''' plur.: usciva anticamente in -ŭbos, poi divenuto -ŭbus, infine -ĭbus per analogia con la 3^ decl. (ma si è mantenuta nei sostantivi bisillabi in -cus che abbiamo esaminato sopra).
'''Accusativo''' plur.: nei sostantivi maschili e femminili l'uscita originaria era in -uns, con la caduta della nasale l'uscita divenne in -us. Nei neutri vale quanto detto nel nominativo.
 
'''Vocativo''' plur.: come nominativo.
 
'''Ablativo''' plur.: come dativo.
 
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