Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania: differenze tra le versioni

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Quanto all'impiego, c'era stato ma limitatamente; c'erano i piloti dell'Eprobungkscommando 162 dal gennaio 1945 e poi il I/JG-1 passò poco dopo dai FW-190, mentre gli esemplari consegnati erano stati fin'allora 46. Al dunque il gruppo aveva ricevuto i caccia per le sue tre squadriglie e passò a Ludwingslust l'8 aprile. Il giorno prima il suo aeroporto di Parchim era stato colpito da 134 bombardieri, il che dà l'idea di cosa stesse succedendo dentro la Germania che era incapace di arrendersi in una situazione del genere. Non è chiaro se vi sono state vittorie aeree, si parla di qualche Tempest abbattuto il 19 aprile 1945. Oramai era finita, e il 5 maggio il reparto si arrese a Leck. Così finì il caccia 'del popolo' che era stato pensato per combattere i bombardieri Alleati, anche guidato dai ragazzini della Hitlerjurend. Ma il Salamander, la cui aggraziata fisionomia era effettivamente simile a quella dell'anfibio di cui portava il nome, sia pure abbinata alle ali alte sul dorso e al motore nella gondola superiore, il Salamander era tutt'altro che facile da guidare e ci voleva un pilota piuttosto esperto per affrontare la sua guida <ref>Sgarlato Nico: ''He-162 Salamander'', Aerei nella Storia ago-set 2003 N.37</ref>
 
===Trasporti e seconda linea===
 
Tra i vari aerei multimotore sviluppati nelle nazioni dell'Asse, poche hanno avuto fortuna e-o un certo successo di produzione. Uno di questi aerei piuttosto noti fu indubbiamente il FW 200 Condor, derivato da un veloce e molto moderno trasporto apparso appena prima della guerra. Quadrimotore, capace di volare per circa 3.600 km, anche se solo ad un massimo di circa 360 kmh, era vulnerabile ma, fino a quando non dovette scontrarsi contro la scorta delle portaerei, i suoi attacchi alle portaerei, e la sua attività di pattugliamento per scoprire i convogli e indirizzarvi i sommergibili tedeschi fu davvero impressionante. Pochi aerei, che verranno ben presto chiamati 'Il flagello dell'Atlantico', quando pure non avevano ancora il radar né i missili Hs-293, ma solo un massimo di 2.100 kg di bombe, spesso ridotte a 4 da 250 kg. Una minaccia mortale per dei mercantili poco o nulla armati e scortati.
 
La cosa non poté far dimenticare però le prestazioni velocistiche dell'aereo, non del tutto adeguate, e la sua fragilità strutturale, dato che era nato per un peso molto minore (max circa 17 t, poi aumentati ad oltre 22) e come aereo da trasporto a lunga autonomia, senza pretese di eccessiva robustezza strutturale, e anche per questo ebbe modo, nel periodo anteguerra di eseguire anche un volo diretto NY Berlino, sia all'andata che al ritorno.
 
C'era bisogno di un miglior velivolo da pattugliamento e attacco, ma l'He-177, pure prodotto per requisiti militari, non ebbe mai modo di funzionare davvero bene e i poco affidabili P.108 (che inizialmente vennero 'modellati' per azioni simili a quelle dei Condor, basati a Bordeaux) erano troppo pochi (e di prestazioni inferiori rispetto ai 'Greif').
 
C'erano delle possibilità di migliorare questo stato di cose, e i Tedeschi le proveranno davvero tutte. Una di queste era certamente un altro, e più grande aereo quadrimotore da trasporto passeggeri tedesco, lo Ju 90. Esso era certamente una buona base per rimpiazzare il più piccolo predecessore che nel '42 segnava un pò il passo. Ma la trasformazione in aereo militare fu piuttosto lunga e difficile, e solo ai primi del '43 iniziarono le modifiche per farne un pattugliatore marittimo, modifiche che comportarono tra l'altro un radar FuG 200 Hohentwiel e una seconda torretta dorsale con un MG 151 da 20 mm. Era stato già formato un apposito gruppo d'impiego e i primi Ju 290 vennero consegnati nell'estate di quell'anno per operare da Mount de Marsan. Iniziarono le operazioni in ottobre, e a questi A-2 (l'A-1 era il trasporto) seguirono 5 A-3 potenziati nei motori, 5 A-4 con armi potenziate, e infine venne costituita una seconda squadriglia. I velivoli Junkers erano troppo pochi e arrivati troppo tardi, ma con la loro autonomia di 6.150 km erano in grado di sorvegliare l'Atlantico e localizzare anche a grandi distanze da terra dei convogli. Essi non erano da attaccare direttamente, ma si segnalavano agli U-Boote che avrebbero provveduto in merito. Questa 'visione dall'alto' era per i sommergibili un grande vantaggio, specie considerando il loro uso come 'branchi di lupi' piuttosto che in azioni solitarie, che richiedeva ovviamente molte informazioni per agire.
 
Seguirono altri Ju 290, all'inizio del 1944: 11 A-5 con corazza migliorata e cannoni laterali al posto delle mitragliatrici; e circa 12 A-7 che passavano, nonostante i rischi elevatissimi (specie se in giro v'erano aerei da caccia imbarcati, già 'debellatori' dei FW 200), ad un compito di attacco antinave, essendo armati con missili Hs-293 o Fritz-X (mai ebbero invece bombe, per cui sono i primi aerei 'missilistici puri' della storia). Infine arrivarò un'altra serie di piccole dimensioni: 3 A-9 con armi ridotte ma con carburante aggiuntivo, che portò l'autonomia a 8.000 km. Con questa serie di tre si chiuse, come si aprì, la genia dei '290 in funzione marittima: solo 39 aerei, appena di più di tutti i P.108 prodotti (inclusi i trasporti). Erano velivoli formidabili per autonomia, armamento e capacità complessive, ma arrivarono tardi: nell'agosto del '44 la Francia venne occupata dagli Alleati, e allora le sue comode basi per operare sull'Atlantico divennero un ricordo. Di fatto, questo da solo avrebbe dovuto consigliare la capitolazione, visto che senza minacciare i traffici marittimi la Germania non poteva più vincere la guerra. E questo valeva anche per il fronte Orientale, che fino al '43 vedeva l'URSS tentata di chiedere una pace separata, ma che ora stava cedendo anche per la sempre maggiore quantità di rifornimenti marittimi arrivati all'Armata Rossa. Il FAGr 5, il gruppo d'impiego con gli Ju 290, venne spostato ad Est e le sue preziose macchine usate come aerei da trasporto pesante, tornando quindi al ruolo originario ma perdendo le loro prerogative strategiche fin'allora maturate sull'Atlantico.
 
 
'''Caratteristiche (A-5)''':
*N.unità: 39 (totali)
*Dimensioni: lunghezza 28,64 m, ap alare 42 m, altezza 6,83 m
*Propulsione: 4 BMW 801D da 1.700 hp
*Peso: 27.700-45.000 kg
*Equipaggio: 9
*Prestazioni: vmax 440 kmh a 6.000 m, salita a 1000 m in 4,2 min, tangenza pratica 6.000 m, autonomia 6.150 km
*Armamento: 6 da 20 mm (torrette dorsali, coda, muso, ventre, lati), 1 MG 131 ventrale.
 
Una sua versione evoluta fu l'enorme Ju 390, un bombardiere a lungo raggio che aveva una sezione di ala con motore per ciascuna ala, e fusoliera allungata. Quest'aereo era uno dei tanti che si cercò di usare, da parte dei Giapponesi, Italiani e Tedeschi, per raggiungere gli USA: probabilmente un compito troppo grande per l'epoca, visto che questo è rimasto un problema anche per i sovietici nel dopoguerra (almeno fino al Tu-95). In ogni caso, uno dei due soli aerei costruiti dal '43 eseguì un volo fino ad approssimarsi a meno di 20 km da New York, per poi tornare indietro. Un'impresa epica, che tuttavia era solo sperimentale (verificare il funzionamento dei motori e dell'aereo in generale in vista di un'azione bellica). In tutto, si trattava di un bombardiere intercontinentale capace di un'autonomia di almeno 9.700 km (e forse anche di più visto che il volo transatlantico difficilmente ne richiede meno di 11.000), con ben 6 motori da 1.970 BMW 801E, capace di volare a 505 kmh, di attaccare con un massimo di 7.190 kg di carico di difendersi con 8 armi da 13 e 8 da 20 mm. Avrebbe potuto fare solo una missione simbolica rispetto alle azioni americane contro la Germania, ma sarebbe stato sufficiente per riservare risorse ingenti alla difesa metropolitana, come già accadde per i palloni Fu-Go (l'unica azione strategica che ebbe attuazione).
 
Altri aerei poco noti erano gli Ju 252: quando si osserva gli innumerevoli, ma vecchiotti e con capacità di carico ridotte, Ju 52, ci si potrebbe chiedere se non si fossero pensati aerei più prestanti, con migliore velocità, autonomia e carico utile. Questo accadde, ma il successo del 'Tante Ju' fu tale da rendere tale sviluppo meno urgente. Eppure, in Italia non si sarebbe perso tempo nel dare all'S.81 un degno successore con l'S.82 (poi comprato o preso dalla LW in quantità). In ogni caso quest'aereo successivo aveva caratteristiche, a parte conservare la formula trimotore, del tutto diverse: velocità 437 kmh, 3 motori da 985 kW Junkers Jumo 211F, tangenza 6.300 m, armamento 1 MG131 e 2 MG 17; 32 posti a sedere o merci. Apparso nel '42, venne tuttavia prodotto in appena 25 unità nella versione A-1. Ben poco rispetto alle migliaia di Ju 52 uscite già da anni e usate largamente, seppure di prestazioni ben inferiori. Anche il derivato Ju 352 A-1 non ebbe molta fortuna, apparso nel '44 aveva materiali parzialmente non strategici (=leghe d'alluminio) e motori da solo 740kW Bramo 323R-2, che davano una velocità di 330 kmh, tangenza di 6.000 m, autonomia 2980 km. L'armamento era di un cannone da 20 e due MG 131. Il carico di 4,3 t. Al dunque ne vennero costruiti qualche esemplare di più (45 in tutto), portando questa serie di aerei a 70, ancora circa l'1% degli Ju 52 e il 10% dei similiari SM 82. Anche per questo, pur essendo trimotori di concezione moderna, la loro attività (oltretutto iniziata molto tardi) passò pressoché inosservata.
 
Un ulteriore aereo Junkers da trasporto fu il grosso Ju 322 Mammut, che era un aliante con struttura ad ala volante, proposto in competizione con il Me. 321 di tipo più convenzionale. Costruito in legno (la Junkes lo aveva abbandonato dal 1918), ordinato in 200 esemplari, venne tuttavia cancellato dopo che le prove in volo, tanto per cambiare per questo tipo di aerei, dimostrarono che si trattava di un velivolo instabile.
 
 
 
 
 
 
==Armi aeree==
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Un'altro ordigno era stato sviluppato, ma pare poco usato o forse per nulla a livello operativo: era una '''bomba sferica''' che accelerata con un motore a razzo sganciabile all'impatto con l'acqua, rimbalzava varie volte fino a impattare sul fianco di una nave e quindi esplodere scendendo di quota. Era simile ad altri ordigni sviluppati dagli Inglesi, ma non pare entrò mai in azione anche se ne esistono filmati di prove da parte di FW 190.
 
 
 
===Cacciatorpediniere e torpediniere<ref>Armi da guerra 107; per le armi vedi il sito www.navweaps.com</ref>===
[[Immagine:T_35_as_DD_935_in_US_seas_August_1945.jpg|380px|right|thumb|La torpediniera T-35 provata dagli americani nell'agosto 1945]]
 
Le grosse siluranti di squadra Tedesche erano senza dubbio interessanti dal punto di vista del profilo tecnico, e non disprezzabili (43 caccia e 48 torpediniere complessivi) ma per varie ragioni non si può dire lo stesso di quello operativo, specie per i caccia. Tali ragioni sono molte e si possono elencare come segue, considerando l'evoluzione tecnica e produttiva di tali tipologie. Vale la pena di ricordare queste navi, visto che sono rimaste ben poco note storicamente parlando, mentre indubbiamente meritano attenzione. Senza la catastrofe di Narvik, è sicuro che se ne sarebbe sentito parlare ben più di quel che accadde.
 
Anzitutto, parliamo delle torpediniere. Esse sono, com'é noto, una specie di piccolo cacciatorpediniere, o se si preferisce, una grossa motosilurante. Spesso usate come unità d'attacco silurante o posamine veloci, non meno di frequente hanno invece avuto un ripiego nel settore della difesa ASW e antiaerea. Le unità tedesche, contrassegnate dalla sigla T al posto della Z di Zerstorer (distruttore) dei caccia, erano le eredi delle unità nate già durante la Prima guerra mondiale. Le prime postbelliche furono le 12 'Iltis' con 3 pezzi da 105 mm e vari lanciasiluri e mine. Naturalmente il ridotto dislocamento delle torpediniere non inficiava il trasporto dei siluri, quanto quello dei ben più grossi cannoni. Queste prime torpediniere dimostrarono notevole validità, paradossalmente i successivi 21 'Type 35' e '37' non furono un successo, dato il dislocamento troppo ridotto.
 
Non è chiaro invece dove si situassero i 6 'Mowe' e i 6 'Wolf' (TYpe 23 e 24), le ultime delle quali erano navi a 933-1320 t, con 3 cannoni da 105 mm e 6 siluri più 4 cannoni da 20 e sei siluri, da 33 nodi e 93 m di lunghezza complessiva. I motori erano da 23.000 hp con autonomia di 5.750 km a 17 nodi. Tutte andarono perdute in guerra.
 
 
Il passo successivo fu quello delle 'Type 39' con 15 scafi; costruite in un cantiere di Elbing rinomato per la sua efficienza, presero il nome da quella città e costituirono il programma di guerra della Germania nel settore.
 
Programma ben riuscito, dato che si trattò di navi da 102 m con 4 anziché 3 cannoni da 105 mm, e i soliti 6 tls da 533 con varie armi leggere e mine, nonché il ritorno a due fumaioli (le precedenti unità ne avevano uno, differentemente dalle Iltis), il tutto su di uno scafo ingrandito con 102 m di lunghezza. Il varo ebbe luogo tra il 1942-44.
 
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 12 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 1.295-1.755 t
*Dimensioni: lunghezza 102 m, larghezza 10 m, pescaggio 2,6 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 32.000hp ; 33,5 nodi; 9.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: 198
*Armamento: 2 cannoni da 105 mm, 4 da 37, 6 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm.; 50 mine
 
Vanno ricordate le caratteristiche dei loro cannoni principali, gli SK C/32: cannoni da 45 calibri, capaci di tirare una granata da 15,1 kg a 15,2 km. Da notare che alcune installazioni avevano un alzo fino a 70 gradi il che gli dava possibilità di sparare fino a circa 10 km di quota contro bersagli aerei. La cadenza di tiro era anche tutt'altro che disprezzabile, 15 c.min. Come confronto i cannoni italiani OTO mod 31 e 37 delle 'Spica' italiane, i quali, sempre in un affusto da circa 6 t, avevano una impercettibile superiorità in gittata -15,4 km, ma dopo la riduzione di v.iniziale da 900 a 855 ms per ridurre la dispersione- ma una sensibile inferiorità come granata (14,2 kg) e sopratutto come cadenza di tiro, 8-10 c.min contro 15. Inoltre l'affusto garantiva solo 45 gradi di alzo, due cose che (assieme al fatto che entrambi erano con azionamento manuale in azimouth ed elevazione) rendevano molto marginale la sua efficacia come arma antiaerea, e certamente inferiore al pezzo da 105 tedesco. Vista la scarsa stabilità delle navi leggere come queste (specie le 'Spica' da cira 800 t), la gittata massima era in pratica un fatto aleatorio; cadenza di tiro e peso della granata erano invece ben più importanti e anche qui il lento cannone italiano aveva una netta inferiorità. Apparentemente le armi navali italiane erano al 'top' come balistica', mentre erano in fondo quanto cadenza di tiro rispetto alle realizzazioni straniere.
 
Vale la pena notare come il primo cannone postbellico era l'SK C/28 da 105/55 mm, capace di 925 ms e, nonostante l'alzo di appena 30 gradi, capace di raggiungere 17,2 km con una granata di 14,7 kg, sempre a 15 c.min. Il solo cannone pesava circa 3,6 t e nell'insieme si trattava di un qualcosa di piuttosto pesante per le navi di minore stazza, per questo il pezzo da 45 calibri venne preferito. Ma questa non fu la fine del cannone tedesco.
 
Le 'Elbing' vennero presto impiegate in pattugliamenti, scorte, posa di mine, operazioni notturne in cui esse, nonostante dimensioni del tutto paragonabili a quelle di un vecchio cacciatorpediniere (per esempio, erano 5 m più lunghe dei 'Turbine' italiani, pesavano anche di più standard, ma avevano cannoni da 105 singoli e non 4 binati da 120, mentre la potenza era del 20% inferiore), si mossero veloci e con risultati molto notevoli. Spesso si scontrarono, al largo delle coste bretoni, con i caccia 'Tribal' basati a Plymouth.
 
 
Ma la loro azione più celebre fu quella del 22 ottobre 1943, allorché una grossa formazione di squadra inglese, costituita dall'incrociatore HMS Charibdys e 6 ct. di scorta e di squadra, tentò di intercettare una nave tedesca, ma nottetempo si ritrovò addosso la scorta di 5 torpediniere 'Elbing', che avevano un radar a bordo, ma sopratutto grande esperienza di combattimento notturno. La formazione tedesca in avvicinamento fu scoperta al radar: il Charibdys, anche se armato solo con 8 pezzi da 114 mm (perché gli 8 o 10 da 133 previsti erano per il momento indisponibili: forse non un male visto che i pezzi da 114 erano indubbiamente superiori come armi antiaeree), era un veterano di missioni nel Mediterraneo, e data la sua esperienza può stupire che, invece che annientare la formazione nemica (come fece l'HMS Ajax con le navi italiane nell'ottobre del '40), non solo abbia esistato a capire quale fosse l'identità di queste unità, ma non abbia nemmeno avvisato i suoi compagni, di cui era la nave comando. Eppure gli Inglesi erano molto ben addestrati nei combattimenti notturni. Qui no: le 'Elbing' serrarono fino a 3 km e aspettandosi una valanga di fuoco da un momento all'altro ,ruppero gli indugi, si misero il linea di fila secondo tattiche simili a quelle giapponesi, e tirarono 24 dei loro 30 siluri. Fu l'ennesima dimostrazione che 'vince chi fa meno errori' e quando l'incrociatore iniziò il tiro illuminante, le scie dei siluri divennero visibili. La loro mortale minaccia rese necessarie manovre di disimpegno rapide, e questo agevolò la ritirata delle torpediniere tedesche. L'incrociatore venne colpito da due siluri sul lato sinistro e, con la sua debole corazzatura, non sopravvisse, rovesciandosi ben presto; un caccia di scorta 'Hunt' ebbe la prua asportata e dovette essere affondato sul posto. Nemmeno un proiettile venne sparato verso le navi tedesche in fuga a tutta velocità.
 
[[Immagine:Leberecht Maass2.jpg|360px|right|thumb|Il capoclasse 'Leberecht Maass']]
I cacciatorpediniere tedeschi sono stati invece concepiti per azioni dirette contro unità similari, e possibilmente contrasto a unità maggiori. Ecco quindi il progetto Z34 o 'Maas', ben 20 grandi navi da 119 m di lunghezza. Per essere siluranti dell'epoca, erano davvero unità impressionanti (lo scafo era più grande di quello di una fregata 'Lupo' e quasi grande quanto una 'Maestrale', rispettivamente 112 e 122 m), con un aspetto molto lineare e pulito, nella tradizione delle navi tedesche. Essi sono stati tra i più potenti caccia del mondo, con un layout di cannoni (5 da 127 di cui 3 a poppa) analogo a quello dei 'Fletcher' americani; vanno notati anche per l'enorme potenza dei motori, da 70.000 hp, che erano certamente quelli di maggior potenza tra una classe di cacci costruita in tal numero di esemplari.
 
Impostati nel '34 e varati nel 1937-39, costituirono i primi cacciatorpediniere tedeschi del periodo postbellico e contribuirono a preoccupare gli Inglesi, che risposero con i 16 'Tribal' e poi altri 40 'J,L,M,N,K'.
 
In ogni caso, per l'armamento questi cacciatorpediniere tedeschi, di ispirazione parzialmente dovuta proprio alla Gran Bretagna, erano armati con cannoni da 127/45 mm, in realtà 128 (per poter riutilizzare le munizioni catturate e impedire al nemico di fare altrettanto, al solito, vedi i cannoni da 77 della I GM). Questi erano distribuiti in 5 impianti, di cui 3 nella zona di poppa. Vale la pena di soffermarci su queste artiglierie, le migliori della sua categoria e del suo calibro. Le prime derivavano proprio dagli SC K/28 da 105/55 che abbiamo visto prima, semplicemente ricalibrati per ottenere quei 23 mm in più di calibro.
 
Con una cadenza di tiro che poteva sfiorare i 20 colpi al minuto nelle migliori condizioni (certo non in clima artico), con circa 830 ms, ridotta elevazione (30 gradi per la maggior parte degli affusti), sparava fino a oltre 17,4 km una granata da 28 kg. Era quindi certamente il più potente cannone del suo calibro dell'epoca, anche considerando la cadenza di tiro, sebbene il suo affusto di quasi 40 t avesse solo azionamento manuale e quindi non fosse utilizzabile per il tiro antiaereo se non per compiti di sbarramento. Da notare che i cannoni moderni da 127, a parte il caricamento automatico (e le munizioni, torrette, sistmi FCS) presentano la possibilità di sparare colpi da 32 kg a 23 km, persino meglio dei 135/45 italiani (32 kg a 19,6 km) bellici. Ma per l'epoca, tra i cannoni di questo calibro si trattava di prestazioni d'altissimo livello.
 
Con un volume di fuoco fino a 90 c.min a 17,4 km, questi caccia potevano sopraffare i tipici equivalenti inglesi che sparavano 60-80 colpi da 22 kg a 15 km. La dotazione di colpi per cannone, come sulle torpediniere, era di circa 100-140 colpi. Come nota, ancora nel 2003 alcuni di questi cannoni, presumibilmente recuperati dai caccia affondati, facevano parte delle robuste difese costiere norvegesi (come anche altri cannoni d'epoca).
 
'''Caratteristiche Type 34 Maas''':
*N.unità: 22 varate nel 1937-39
*Dislocamento: 2.230-3.160 t
*Dimensioni: lunghezza 119 m, larghezza 11,3 m, pescaggio 3,8 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 38 nodi; 8.200 km a 18 nodi
*Equipaggio: 315
*Armamento: 5 cannoni da 127 mm, 4 da 37, 6 da 20 mm, 8 TLS da 533 mm; 60 mine
 
 
Detto questo, questi potenti cacciatorpediniere vanno ricordati per la loro importanza, essendone stati realizzati ben 22, che negli ultimi lotti venne allungato di 6 metri, visto che le loro doti nautiche lasciavano, a causa dei pesi in alto e del basso bordo libero, molto a desiderare, e che per motivi di stabilità era consigliabile non scendere sotto il 30% della dotazione di nafta. Rimasero famosi sopratutto per l'azione audace di 10 di loro che attaccarono Narvik e l'occuparono in quella che è passata alla storia come l'invasione della Norvegia, ma che in realtà fu una gara di velocità tra Tedeschi e Anglo-francesi ad occupare una nazione che 'non poteva' restare neutrale. Vinsero i Tedeschi ma storicamente vennero poi considerati gli 'invasori' della nazione (cosa di per sé vera, ma una verità parziale visto che gli Alleati stavano organizzando la stessa cosa). I 10 caccia andati a Narvik portavano con loro 2.000 alpini tedeschi e si prepararono a resistere là aspettando rifornimenti e rinforzi. Ma invece arrivò la Royal Navy, che al secondo tentativo usò addirittura la corazzata Warspite per stanare i caccia nemici. La distruzione di questi rappresentò un prezzo durissimo per la Marina germanica, che nell'insieme venne posta largamente fuori uso: l'incrociatore pesante Blucher affondato dalle difese di Oslo (carico di truppe), uno leggero, i 10 caccia, qualche sommergibile tra cui un grosso Type IX sorpreso dallo Swordfish (da osservazione, ma armato anche con 6 bombe da 113 kg di cui 4 usate nell'attacco) della Warspite a Narvik, aereo a cui si dovette gran parte del successo contro i caccia nemici in agguato con i siluri; le corazzate Scharnorst, Gneisenau e Lutzow danneggiate da siluri. La RN perse 'solo' 8 caccia, un sommergibile oceanico (il Thames) e la portaerei GLORIOUS.
 
Dopo quest'azione i caccia tedeschi non ebbero più grande uso: dei 22 Type 34 e 36 (la versione allungata) 7 sopravviveranno alla guerra e qualcuno, come il Karl Galster venne messo in servizio nella flotta sovietica del Baltico (i caccia tedeschi, notare bene, avevano nomi propri di persone e non aggettivi o nomi di cose).
 
[[Immagine:Z39-Zerstoerer1936modA-USN-Photo.jpg|380px|left|thumb|Uno dei 'Narvik']]
 
Ai caccia Type 34/36 si poteva attribuire qualche difetto (quello di non avere cannoni DP, una tenuta al mare non eccelsa, scarsa manovrabilità e scarsa autonomia pratica); ma erano comunque navi di tutto rispetto. I Tedeschi però non si dichiararono soddisfatti, e vittime di quella 'corsa al gigantismo' che poco alla volta trasformerà i caccia in incrociatori leggeri, quelli leggeri in unità pesanti, e gli incrociatori pesanti in corazzate o incrociatori da battaglia, finirono per chiedere una nave ben più potente e decisamente inefficiente: il progetto Z23 o Type 36A, che si noti bene, non aveva a che fare con i precedenti 'Maas' migliorati. Essi vennero realizzati nel contepo delle 'Elbing' che ne costituirono il più leggero complemento.
 
Cosa c'era di diverso su queste nuove unità lo dice sopratutto l'artiglieria: al posto dei pezzi da 127 si vollero quelli da 150 mm. La Marina avrebbe preferito originariamente solo dei Type 34 con maggior autonomia, ma invece ci si concentrò sulla potenza di fuoco, armando con gli SC K/36, cannoni da 150 mm (in realtà 149,91 mm) lunghi 48 calibri, che nella torre binata LDrh LC/38 potevano elevarsi da -10 a +65 gradi, ruotare ed elevarsi di 8 gradi al secondo. La gittata con granate di circa 45 kg e alzo da 30 gradi (affosto singolo) era di 22 km, con torre binata (a 45 gradi) arrivava a 23,5 km. Cadenza di tiro max 7-8 colpi al minuto. Ma c'erano dei problemi non indifferenti con l'uso di tali cannoni sui caccia. L'alzo e la direzione degli affusti singoli erano manuali, al ritmo di 2-3 gradi al secondo, che li rendeva inutilizzabili nel ruolo contraerei. La mancanza di sistemi di caricamento assistito li rendeva più lenti del desiderabile anche nelle azioni di fuoco. Inizialmente c'erano 5 cannoni, di cui due in torri sovrapposte a prua. Essi erano tuttavia considerati insoddisfacenti e in seguito la versione motorizzata per la rotazione, la Tbts LC/36, comportò l'uso di uno scudo corazzato da 20-40 anziché 8-20 mm e il peso aumentò da 16 a 19 t. Dato che si trattava di postazioni scoperte, si vollero poi delle torri binate a prua, ma la torre binata pesava ben 60 t dato che era chiusa, il che faceva ampiamente immergere la prua della nave nel mare nonostante l'eliminazione della tuga del pezzo N.2. Se non altro la torre era chiusa a prova di acqua di mare ed era inevitabilmente motorizzata, oltre che munita di alzo tale da renderla capace di tiro contraerei.
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 15 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 2.600-3.600 t
*Dimensioni: lunghezza 127 m, larghezza 12 m, pescaggio 3,9 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 36 nodi; 10.900 km a 19 nodi
*Equipaggio: 321
*Armamento: 5 cannoni da 150 mm, 4 da 37, 5 da 20 mm, 8 TLS da 533 mm; 60 mine (allestimento 'Barbara': 12 da 37 mm e 18 da 20 mm)
 
 
Questi caccia vennero costruiti in varie configurazioni: chi venne costruito con 5 cannoni singoli, chi direttamente con soli 4 di cui forse due a prua; chi con 3 singoli a poppa e poi il cannone binato a prua. Alla fine venne spesso deciso di lasciare solo un cannone singolo a prua, il cui peso (16-19 t) era ben inferiore.
 
Tornando alla nave di per sè, la manovrabilità non fu buona, ma almeno si tentò qualcosa con l'adozione di un doppio timone poppiero. Agli esemplari Z23-30 iniziali vennero aggiunti altri 7 migliorati, noti come 'Classe Narvik'. Alla fine solo 6 vennero perduti in azione e due andarono alla marina francese, mentre uno divenne -presumibilmente per le sue grandi dimensioni- una nave britannica sperimentale per nuovi sistemi propulsivi. Questi cacciatorpediniere, che ben si possono definire 'supercacciatorpediniere', erano in effetti figli della stessa competizione franco-italiana: per affrontare i caccia francesi con i pezzi da 130 si vollero unità con i 128 mm, per affrontare i caccia armati con i 138 si vollero quelli con i 150; ironicamente, per quando gli Z 36 vennero approntati la minaccia francese non esisteva più.
 
Uno sviluppo che merita d'essere ricordato è la modifica 'Barbara', con la rimozione di uno dei cannoni da 150 e l'aumento di armi contraerei di cui si sentiva molto la necessità; anche perché i cannoni da 37 tedeschi navali, per strano che possa sembrare, non erano automatici e quindi erogavano un volume di fuoco preciso ma non sufficiente per affrontare i pericoli dall'aria. I radar di scoperta erano pressoché standard per le navi tedesche, e questi grossi caccia non fecero certo eccezione.
 
Nonostante una certa inefficienza, questi grossi caccia tedeschi erano duri combattenti. Una delle loro missioni tipiche era quella di attaccare convogli diretti nell'Artico. Per esempio, una flottiglia di 3 navi attaccò il convoglio PQ 13 nel marzo del '42. Localizzati da un incrociatore inglese, l' HMS TRINITAD, tra la foschia e la neve, si ritrovarono colpiti duramente da tutte le sue armi a distanza ravvicinata, come accadde nel Mediterraneo durante la battaglia del '40 in cui due Spica e un caccia italiani andarono perduti. Le navi tedesche potevano rispondere con un volume di fuoco analogo, ma colpite per prime (non avevano radar in funzione), risultarono colpite da tutte le armi di bordo della nave britannica, e si ritirarono; sopratutto andò male allo Z26, che venne colpito pesantemente, ebbe esplosioni a bordo nei depositi munizioni.Ma si rifiutò testardamente di affondare in una battaglia disperata in un mare capace di uccidere in secondi chiunque vi fosse caduto dentro. Alla fine la nave britannica si avvicinò e tirò un siluro per graziare la nave già devastata dalle cannonate: ma questo ebbe una traiettoria anomala e ritornò sul TRINITAD, colpendo lui anziché lo Z26! Quest'ultimo andò comunque a fondo, soccorso dai suoi compagni, mentre la nave inglese si ritrovò con uno squarcio di quasi 20 metri, che le consentì a malapena di raggiungere le coste sovietiche. Riparato alla meno peggio con le infrastrutture disponibili, ritornò verso Ovest con il convoglio successivo, ma anche per i danni subiti in precedenza, non sopravvisse alle bombe di alcuni Ju-88 e affondò. Decisamente, gli incrociatori britannici non erano fortunati contro le siluranti germaniche.
 
 
Gli studi tedeschi andarono tecnologicamente molto avanti nel settore dei sistemi propulsivi sia con le turbine ad alta pressione, certamente efficienti ma di difficile realizzazione, e nel settore dei diesel, piuttosto pesanti oppure piuttosto inaffidabili se si tentava di alleggerirli troppo. Sette navi tedesche vennero realizzate (Z35-Z36, Z43-47), chiamate Type 26B e poi, le ultime due 'Type 36C'. Con queste navi si ritornò ai cannoni da 128 mm, ma solo 3 navi vennero completate entro il 1944, in una situazione di grave crisi per l'industria cantieristica tedesca, subissata dalle richieste per sommergibili e dalla riparazione dei danni per le navi esistenti, mentre già le unità più grandi erano pressoché scomparse dalla flotta attiva tedesca (per decisione dello stesso Hitler). Simili ai Type 34 come impostazione, ma con scafo grande come quello dei Type 36A, e lo stesso apparato motore da 70.000 hp (standard per i caccia tedeschi), sfruttavano la riserva di spinta per ospitare sopratutto armi contraerei: 2 impianti binati da 37, 3 quadrinati da 20 e tre singoli sempre da 20 mm; oltre ai soliti siluri e a ben 76 mine. Presumibilmente, l'armamento più leggero e lo scafo più grande erano sufficienti per assicurare loro le migliori doti nautiche tra i caccia tedeschi realizzati, e vennero usati sopratutto come posamine veloci.
 
Proprio le mine furono protagoniste della missione del 12 dicembre 1944. Oramai si era alla fine della guerra, e ogni cosa per i Tedeschi era diventata difficile. Eppure lo Z36 e lo Z36 si mossero per posare l'ennesimo campo minato assieme a 2 torpediniere, vicino alle coste estoni. Il tempo era pessimo, le manovre fin troppo scoordinate e decise al tempo stesso e il risultato, differentemente da tante altre volte, fu un disastro: i due caccia finirono su di un campo di mine messo a mare in precedenza e saltarono in aria con tutto l'equipaggio. Lo Z43 continuò ad operare sul settore settentrionale appoggiando l'Esercito tedesco fino a che, nella primavera del '45, danneggiato da una mina e da attacchi aerei, si autoaffondò nella baia di Geltinger.
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 3 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 2.535-3.505 t
*Dimensioni: lunghezza 127 m, larghezza 12 m, pescaggio 3,52 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 36 nodi; 11.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: 321
*Armamento: 5 cannoni da 127 mm, 4 da 37, 15 (di cui 3 in impianti quadrupli) da 20 mm, 8 TLS da 533 mm.; 76 mine
 
 
L'evento successivo fu il caccia esploratore SP,Spahkreuzer, da realizzare in numerosi esemplari, ma al solito, rimasta lettera morta per le esigenze ben diverse. Tre navi cancellate dal programma Z36A vennero reimmesse in propramma come 'Cacciatorpediniere 1941', ma vennero cancellate entro il 1943. Fu un qualcosa di interessante, con dimensioni e capacità paragonabili a quelle di un incrociatore leggero, più lunghi di 10 m dei 'Capitani Romani' italiani. Il motore turbine a vapore-diesel anticipava i futuri sistemi CODOG con le più pratiche turbine a gas; del resto i Tedeschi provarono a fare cose del genere già nella I GM con una predisposizione, mai attuata per la mancanza di motore idoneo, per le corazzate 'Baden'.
 
All'opposto, i Tedeschi lavorarono anche e molto sulle navi con propulsione tutta-diesel, con i Type 42 e una sola nave realizzata, lo Z51, da 'sole' 2050 t standard. Aveva 4 cannoni da 127 mm, armamento più che ragionevole, che se si fosse accettato nei suoi limiti fin da subito, avrebbe dato origine a molte più navi di caratteristiche accettabili, semplicemente senza avere la pretesa di 'surclassare' eventuali avversari (pretesa del resto comprensibile date le differenze numeriche in ballo). Si preventivarono 6 diesel su 3 assi, ma poi si ridusse per carenze di materiali a 4 diesel su un asse. Nel' 45 era ancora in costruzione, ma un bombardamento aereo lo ridusse ad un mucchio di rottami.
 
E ora le caratteristiche previste dagli SP1:
 
*N.unità: 3 non completate
*Dislocamento: 4.540 t
*Dimensioni: lunghezza 152 m, larghezza 14,6 m, pescaggio 4,6 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 77.500 hp ; 36 nodi; motore ausiliario diesel su asse centrale, da 14.500 hp (circa 20 nodi); autonomia su diesel, 22.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: ?
*Armamento: 6 cannoni da 150 mm, 2 da 88 mm ( poppa, assieme a due torri da 150); 8 da 37 (come negli altri caccia, in impianti binati), 3 impianti quadrupli da 20 mm, 10 TLS da 533 mm (sempre in due impianti lanciasiluri in asse sulla nave); 140 mine
 
In pratica erano l'equivalente degli incrociatori leggeri tedeschi, solo che non avevano corazze protettive; la loro sagoma era dominata da due sottili alberi e due bassi e ben distanziati (con i lanciasiluri nel mezzo) fumaioli. Il bordo libero era finalmente tenuto nella giusta considerazione con uno scafo simile a quello degli incrociatori leggeri.
 
Da ricordare che i cacciatorpediniere tedeschi ebbero anche un'evoluzione, prevista ma non realizzata: il cannone da 128/45 mm SC K/41, finalmente pienamente 'doppio ruolo' in impianti binati Drh LC/41 con peso di 40 t, capaci di 60 gradi d'elevazione. La cadenza di tiro era di circa 15 colpi al minuto. Erano capaci di sparare a 22 km granate da 28 kg, ancora qualcosa di meno rispetto ai 23 e 32 rispettivamente dei moderni cannoni da 127/54 mm, in ogni caso si trattava di armi molto potenti e non eccessivamente pesanti. Erano previsti per i seguenti tipi di caccia: Type 36C (3), Type 41 (2), Type 42C (3), Z1945 (4). Il problema era che di fatto mancarono le navi su cui installarli. Erano anche previsti per riarmare alcune navi da battaglia, specie le 'Panzerschiffe'.
 
===SAM e AAM<ref>Armi da guerra 142</ref>===