Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Giappone: differenze tra le versioni

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*'''Prestazioni''': v.max 392/4000---593/8.000---680/10.000---580?; tangenza 7.470---10.200--15.000--?; tangenza 7.450---10.200--15.000--?; autonomia max 5.162---7.465---19.400--10.000 km
*'''Armamento''': 4.000 kg+4x20+3x7,7---2.000 kg+6x20+4x13,2---5.000+4x20---4.000 kg+8x20 mm
 
 
Passando ad un altro progetto, del tutto diverso, ecco la versione giapponese della V-1 'Reichemberg', studiata dalla Kawanishi. Era propulsa da un pulsogetto Maku Ku-10 da 300 kgs o forse di più. La Reichemberg era forse l'ideale per il compito da Kamikaze, essendo un'arma capace di volare ad oltre 600 kmh per circa 300 km a bassa quota, e recapitare una testata da 850 kg. Era perfetta per l'attacco contro le navi, con velocità sufficiente per distanziare i caccia ad elica, quantomeno gli Hellcat (530 kmh) e i primi Corsair (550-570 kmh) e rendere difficile le cose anche alla contraerea date le piccole dimensioni del velivolo. La potenza era sufficiente per colpire gravemente qualunque nave, e l'economia di costruzione era grandemente maggiore di un aereo normale, di qualunque tipo fosse. Per rendere possibile anche i lanci da terra, era possibile usare una catapulta nel caso delle V-1, ma per la versione pilotata era difficile usare tale pratica; nel caso della V-1 pilotata era previsto il lancio da aereo, ma per la Baika era previsto anche il decollo da terra. Questo però significava un carrello sganciabile, ma sopratutto dimensioni e pesi molto minori, assieme ad una maggiore resistenza aerodinamica. Il risultato era inferiore all'originale e poteva portare a velocità minori un carico minore a distanze minori.
 
La prevista Baika avrebbe avuto dimensioni di 7 m (lunghezza), apertura alare 6,6 m, altezza 2,7 m, superficie alare 7,6 m2. Il peso era di 750-1.430 kg di cui l'esplosivo arrivava a 100, 220 o 250 kg. La velocità massima era di 556 kmh e il raggio di 278 km. In sostanza c'era una minore velocità e difficilmente avrebbero potuto passare, per portare una carica ridotta. In effetti il requisito della possibilità di decollare comportava un peso di 1.430 kg anziché 2.150 e questo era pagato dalla carica esplosiva diventata insufficiente contro bersagli corazzati. In ogni caso, la Baika rimase un progetto solo disegnato e mai realizzato, quando la V-1 pilotata era prodotta in serie in Germania, solo per essere rifiutata come arma 'eticamente' degna di essere usata<ref>Pizzo N: ''Kawanishi Baika'' Aerei nella Storia ott nov 2003</ref>.
 
 
 
Un'arma meno efficiente, ma che ebbe un uso effettivo fu la Okha, chiamata 'Baka' (matto) dagli Alleati.