Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Giappone: differenze tra le versioni

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===Bombardieri e siluranti===
[[Immagine:Nakajima B6N1.jpg|350px|right|thumb|Formazione di 'Tenzan']]
Inizialmente il Giappone entrò in guerra con i validi B5N aerosiluranti-bombardieri (370 kmh) e i bombardieri in picchiata D3A (430 kmh), aerei che tuttavia divennero presto piuttosto superati. Nel '40-44 si cercò di superarne i limiti con lo studio e l'introduzione in servizio di nuovi aerei per gli stessi compiti. Il compito degli aviatori giapponesi venne inizialmente svolto con grande efficienza, con percentuali di colpi a segno delle bombe anche dell'80% su bersagli in movimento (navali), e non tanto di meno per i siluri. Ma quando c'erano i caccia nemici in giro, come nel Mar dei Coralli, Midway, Santa Cruz, le perdite diventavano troppo elevate e quegli eccellenti aviatori da combattimento altamente addestrati finirono per subire perdite irrecuperabili. Per questo, nonostante l'introduzione di nuovi aerei ad alte prestazioni le cose non miglioravano. Inoltre gli aerei di nuova generazione erano spesso troppo intesi per la velocità e poco protetti o armati, per cui con gli Hellcat in giro c'era sempre il modo di abbatterli senza caccia validi di scorta, e questo fu un punto debole non coperto dagli A6M5, per i quali invano si era chiesta la motorizzazione con i nuovi Kinsei da 1.500 hp.
 
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*'''Armamento''':2x 13,2 mm più 800 kg (un siluro o 1 bomba da 500 kg, o 2 da 250 o 6 da 60)
 
[[Immagine:NakajimaC6N.JPG|330px|right|thumb|I similari 'Sainun' da ricognizione strategica]]
 
Da quest'ottimo aereo derivò il Sainun, sempre prodotto dalla Nakajima. Era il C6N noto come 'Myrth' agli Alleati. Si trattava di un ricognitore veloce, simile esteticamente all'altro e prodotto in un buon numero di esemplari. Alcuni vennero usati nei reparti da ricognizione della Marina, vennero anche pensate versioni come macchine d'attacco C6N-1B, o da caccia nottuna C6N3 con l'Homare 24. Entrambi non furono costruiti ma questa sorte toccò invece ad alcuni C6N1-S con due cannoni obliqui da 20 mm. Il Myrt era un velivolo estremamente notevole anche perché introduceva l'ala a flusso laminare, in un velivolo molto veloce già di suo. Il risultato fu il raggiungimento di 610 kmh, 10.500 m di tangenza, e 5.100 km di autonomia massima. In servizio dal '44, sia come aereo imbarcato che terrestre, armato con una sola simbolica arma da 7,7 mm dorsale, era talmente veloce da essere quasi inarrivabile, almeno finché gli F4U non divennero abbastanza numerosi. Anche così resterà un velivolo di notevoli capacità operative. Aveva 3 uomini d'equipaggio e spesso portava serbatoi esterni. In tutto ne sono stati costruiti 463, quasi la metà rispetto dei Tenzan.
 
 
[[Immagine:B7A 1.jpg|350px|right|]]
 
Detto di questo velivolo, ecco il '''B7A Ryusei''' (meteora) della Aichi (quella del robusto D3A 'Val'), velivolo richiesto nel '41. Era una macchina di eccellenti prestazioni e doveva esserlo, visto che nella specifica era previsto come successore dei velivoli futuri D4Y e B6N (specifica 16-Shi). La macchina di Ozaki, Mori e Ozawa aveva ala leggermente a W. Portava solo due uomini, la struttura era irrobustita, le bombe si portavano in genere dentro il velivolo, in un'apposita stiva; il siluro invece era troppo grosso per essere portato dentro (del resto questa è una cosa che riusciva solo ai TBF Avenger, ben più tozzi dei velivoli giapponesi). Si ritornò all'Homare, prima l'11 e poi il mod. 12, che però era indisponibile nella quantità desiderata e quindi si fece dietrofront tornando al modello precedente. Prodotto dalla Aichi e dall'Arsenale navale di Sasebo, ebbe 2 cannoni da 20 mm-II e arm da 7,92 mm posteriore. Quando l'Homare 12 fu finalmente disponibile comparve la versioe B7A1. Oramai la guerra era agli sgoccioli e ci si mise anche la Natura, con il terremoto che nel maggio 1945 si scatenò, indifferente alle umane vicissitudini. Lo stabilimento Aichi di Funakata venne distrutto. Al dunque di quest'aereo ne vennero prodotti solo 108, ma oramai era tardi per le sorti del Giappone. Si pensava anche ad un modello perfezionato con un Homare 23 da 2.000 hp, con un B7A2 modificato allo scopo, mentre rimase sulla carta il B7A3 Kai con l'MK.9A da 2.200 hp oltre ad altri aerei avanzati. Nel frattempo i B7A vennero mandati per lo più al 752 Kokutai. Gli Alleati li conobbero come 'Grace'.
 
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Non va dimenticato poi l'aereo idrovolante d'attacco Aichi M6A1 Seiran, pensato per i sommergibili portaerei I-400, simile al D4Y, ma in realtà del tutto riprogettato, aveva un Atsuta da 1.400 hp a cilindri in linea, un'arma difensiva da 13 mm, e portava un siluro o bombe fino a 850 kg. Quest'ultimo carico era possibile solo con il lancio dalla catapulta. La progettazione partì già nel giugno 1942, proprio ai tempi di P.Harbour. Ne vennero fuori 8 prototipi e 20 di serie dal novembre 1943 e il 15 dicembre 1944 venne costituito il 631 Kokutai a Kashima, Chiba. Solo il 2 aprile 1945 venne inviato a Kure per addestrarsi con la 1a Flottiglia sommergibili. La missione prevista era quella di mandare dieci di questi aerei trasportati da tutti super-sottomarini disponibili, I-400, I-401, I-13, I-14. Obiettivo le chiuse Patun di Panama. Poi però si decise di annullare la missione e di attaccare piuttosto Ulithi, contro la flotta Alleata. Al dunque non se ne fece nulla, anche perché l'I-13, con a bordo un C6N1 da ricognizione (da usare con partenza da Truk, dove sarebbe stato inviato), venne affondato il 16 luglio 1945 dalle navi americane. Le altre tre unità non ebbero modo di partecipare al previsto attacco, oramai la guerra era bell'e finita. Un Seiran è attualmente conservato, perfettamente restaurato in tutta la sua eleganza, nello Smithsonian Museum<ref>Sgarlato-Tanzi ''Gli aerei dei sommergibili'' Aerei nella Storia giu-lu 2002</ref>.
 
[[Immagine:G4M-34s.jpg|350px|right|thumb|Il G4M, il più famoso e diffuso bombardiere giapponese]]
 
Ora parliamo dei bombardieri di base a terra. I Giapponesi avevano sopratutto aerei Mitsubishi, molto più che nel settore della caccia dove almeno l'esercito aveva i Nakajima e i Kawasaki.
 
I primi bombardieri moderni furono i Mitsubishi '''G3M''', aerei a lungo raggio e ben armati, ma piuttosto lenti e vulnerabili. Nondimeno i 'Nell' (nome in codice Alleato) rimasero in servizio abbastanza a lungo, in versioni migliorate (fino a 415 kmh) per contribuire assieme ai successori 'Betty' ad affondare le corazzate inglesi Repulse e P. of Wales il 10 dicembre 1941. Poco prima avevano attaccato le basi nelle Filippine con azioni di bombardamento micidiali anche quando fatte da 6.000 m di quota. Non subirono perdite, mentre lo stesso non si potè dire dell'incontro con i caccia cinesi nel '37, quando alcuni G3M dei primi tipi vennero abbattuti dai loro obsoleti caccia, come i P-26 di fornitura americana. Da lì la necessità di mandare gli A5M di scorta e di sviluppare versioni meglio armate dei G3M. Ma questi aerei avevano sopratutto una grande autonomia, indispensabile per il Pacifico, cosa possibile solo rinunciando ai serbatoi autostagnanti. L'autonomia arrivava anche a 6.300 km, ma il carico bellico non superava gli 800 kg.
 
I successori erano i 'Betty', ovvero i '''G4M''' dalla sagoma molto più tozza. Erano davvero bombardieri di grosse dimensioni, dalla fusoliera addirittura più spaziosa di quella di un bombardiere B-17. Ebbero subito motori di grande potenza, prima da 1500, poi con i G4M2 da 1.850 hp. L'armamento era pure considerevole, tanto che gli ultimi tipi ebbero ben 4 cannoni da 20 mm e 2 da 7,7 mm. Il carburante era aumentato da 4.800 a 6.400 l, in parte c'erano serbatoi autostagnanti; ma il Betty rimase vulnerabile e tra i suoi stessi equipaggi fu noto sia come 'Hamaki' (sigaro) che come 'accendino' per la facilità con cui prendeva fuoco quando colpito dai proiettili incendiari da 12,7 mm americani. Quindi o era pesantemente scortato oppure doveva attaccare bersagli gabbandone la difesa aerea. Quando ebbe condizioni abbastanza favorevoli, colpì molto duramente, come le Filippine e poi anche l'Australia, dove grazie alla scorta degli A6M3 del 202 Kokutai resistette bene alla difesa posta dagli Spitfire Mk V. L'armamento come si diceva era massiccio, con una torretta e una postazione caudale armate di cannoni da 20 mm: era difficile trovare altri bombardieri medi altrettanto armati in tutto il mondo, specie per la presenza della torretta caudale. Se non ci fosse stata l'esigenza categorica di un'autonomia elevatissima, il velivolo avrebbe potuto sopravvivere meglio agli scontri con i caccia nemici. In ogni caso apparve in quasi tutti i punti del Pacifico, con prestazioni d'autonomia che eccedevano largamente quelle dei bombardieri medi (peso qui: 8-15 t) del mondo e in effetti si trattava di una macchina strategica, capace di raggiungere obiettivi impossibili per uno Ju-88 o un B-25. Alla fine della guerra venne usata come kamikaze o come vettore di missili Okha.
 
[[Immagine:Mitsubishi_Ki_21-2s.jpg|350px|right|]]
Un suo 'fratello' terrestre era il Ki-21 'Sally', prodotto in appena meno esemplari (2.028). Era stato fatto piuttosto in ritardo rispetto al G3M e ai bombardieri europei; anzi, proprio per questo l'Esercito giapponese fu costretto ad adottare, appena poté, il BR.20 italiano, di cui ebbe almeno 82 esemplari. Gli equipaggi lo trovarono vulnerabile e lento, e appena possibile ne chiesero la sostituzione con il nuovo velivolo nazionale; ma fino al 1939 in pratica le missioni erano assegnate alla Marina con i G3M, e ai Br.20 dell'Esercito che dovette comprarli per non lasciare fare alla Marina un lavoro che nemmeno le competeva. I primi Ki-21 non erano molto migliori dei BR.20 a dire il vero, la velocità con i motori da 1.000 hp era di 430 kmh, l'armamento di appena 3 armi da 7,7 mm. Nondimeno c'erano margini per migliorare le cose e di lì a poco apparvero modelli migliorati, fino ad arrivare ai tipi con motore da 1.500 hp, capaci di 485 kmh, armati con una torretta da 12,7 mm (azionata a pedali, operazione piuttosto difficile in azione), e 4 da 7,7 mm. Era grossomodo comparabile con il BR.20Bis analogo (ma con motori da 1.250 hp e 460 kmh), ma rimase superato e piuttosto vulnerabile agli attacchi dei caccia. La sua carriera era quindi ad un binario morto, eppure i velivoli dell'Esercito giapponese erano meno afflitti dall'autonomia di quelli della Marina e mediamente, pur non avendo armamento migliore (anzi, in genere erano meno armati) possedevano corazze protettive che la Marina non considerava pratiche.
[[Immagine:Ki-49.jpg|350px|right|]]
 
Per migliorare le cose la Nakajima sviluppò poi dei modelli migliorati, come il Ki-49 Donryu (drago volante), un piccolo aereo della taglia del Lockheed Hudson, ma con ben 7-8 persone d'equipaggio. Aveva serbatoi protetti, corazze da 5 mm nei punti vitali, 5 mitragliatrici da 7,7 e un cannone da 20 mm difensivi e nondimeno volava a 492 kmh. Era certamente un miglioramento, ma come un altro aereo della 'generazione di mezzo', il Ki-44, non fu trovato del tutto adatto e rispondente all'evoluzione rapida della tecnica. Così ne vennero prodotti solo circa 800 esemplari.
 
 
Il passo successivo, paragonabile diciamo al Ki-84 nel settore della caccia, fu il [[Ki-67 Hiryu]]. Inizialmente si scambiò per un aereo della Marina, e di motivi ce n'erano. Ma il 'Peggy', pur essendo un aero Mitsubishi, pur portando siluri (come anche alcuni Ki-49), pur essendo una sorta di Betty 'snellito' (e in questo più simile al predecessore, l'aggraziato 'Nell'), era in realtà un aereo dell'esercito, come denunciavano le mitragliatrici in calibro 12,7 mm e non i soliti 13,2.
[[Immagine:MitsubishiKi67.jpg|350px|right|]]
 
Il nuovo aereo nacque come risposta alla specifica del febbraio 1941 relativa ad un nuovo aereo che avrebbe dovuto sostituire sia il Ki-21 che il successore Ki-49, prevedendo l'obsolescenza del primo e l'insufficienza del secondo. Chieste una quota operativa di 7.000 m, almeno 500 kmh, un raggio di 1000 km con 500 kg di bombe: tutte cose che tra l'altro anche il bombardiere leggero Ki-48 aggiornato avrebbe agevolmente garanti.