Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Giappone: differenze tra le versioni

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Forse il maggiore dei combattimenti di cui fu protagonista, l'aereo fu quello intentato dal 343 Kokutai contro gli incursori americani il 19 marzo 1945. Questo Kokutai aveva gli Hitokai 301, 407 e 701 e un reparto con 34 C6 Myrt, aerei veloci da ricognizione che si dimstravano fondamentali per avvistare per tempo le portaerei americane. Il giorno dopo 300 aerei americani attaccarono Kure e altri obiettivi, e gli Shiden, quasi tutti del tipo Kai, li affrontarono. Alla fine della giornata, dopo furiosi combattimenti a quote medio-basse, il 343° aveva perso 15 aerei e 13 piloti, rivendicando l'abbattimento di 52 avversari, mentre i piloti della TF 58 rivendicarono 63 vittorie (di cui 9 erano a danno dei Ki-43 e Ki-84 e 1 ai danni dei Rufe, ma anche sommando qualche aereo giapponese distrutto al suolo la cifra rivendicata dagli americani è decisamente eccessiva). Gli Americani persero 11 Helldiver, 3 Avenger, e 14 caccia con sei piloti. Vi furono momenti particolarmente drammatici: due Corsair vennero attaccati dagli Shiden ma proteggendosi reciprocamente riuscirono ad abbattere 4 aerei nemici e ritornare alla loro portaerei! Come vendetta, 15 Corsair scambiarono per Hellcat gli Shiden che invece gli piombarono addosso e in 30 minuti ne abbatterono 3, altri 3 vennero gettati in mare per i danni subiti nonostante avessero raggiunto le portaerei, e 5 vennero danneggiati. Gli Americani pretesero 10 Shiden, ma non ne abbatterono nemmeno uno. Ad ogni modo gli aviatori americani avevano come obiettivo Kure, colpendo la corazzata Yamato; non ci riuscirono ma danneggiarono tre portaerei, un incrociatore leggero e due corazzate. La Yamato sarebbe stato meglio che fosse stata danneggiata: di lì a poco partì per la sua ultima missione che comportetà il massacro in alto mare di quasi tutta la flotta, e la morte di 2489 marinai solo della grande nave; che affrontando la sfida di raggiungere Okinawa per incagliarsi e usare le sue armi come difesa costiera, entrerà nell'immaginario collettivo, ma sarà anche la più tragica tra le perdite subite dalla Marina giapponese e in una situazione totalmente disperata. In questo senso forse i caccia giapponesi fecero un'azione controproducente impedendo agli Americani di raggiungere i loro scopi<ref>Joe Baugher, e per il combattimento, Galbiati F:''19 marzo 1945, attacco aereo americano a Kure'' Storia militare luglio 2007</ref>.
 
===Bombardieri e siluranti===
Inizialmente il Giappone entrò in guerra con i validi B5N aerosiluranti-bombardieri (370 kmh) e i bombardieri in picchiata D3A (430 kmh), aerei che tuttavia divennero presto piuttosto superati. Nel '40-44 si cercò di superarne i limiti con lo studio e l'introduzione in servizio di nuovi aerei per gli stessi compiti. Il compito degli aviatori giapponesi venne inizialmente svolto con grande efficienza, con percentuali di colpi a segno delle bombe anche dell'80% su bersagli in movimento (navali), e non tanto di meno per i siluri. Ma quando c'erano i caccia nemici in giro, come nel Mar dei Coralli, Midway, Santa Cruz, le perdite diventavano troppo elevate e quegli eccellenti aviatori da combattimento altamente addestrati finirono per subire perdite irrecuperabili. Per questo, nonostante l'introduzione di nuovi aerei ad alte prestazioni le cose non miglioravano. Inoltre gli aerei di nuova generazione erano spesso troppo intesi per la velocità e poco protetti o armati, per cui con gli Hellcat in giro c'era sempre il modo di abbatterli senza caccia validi di scorta, e questo fu un punto debole non coperto dagli A6M5, per i quali invano si era chiesta la motorizzazione con i nuovi Kinsei da 1.500 hp.
 
Ecco dunque i velivoli imbarcati di tipo avanzato, anche se va precisato che per quando molti di loro apparvero non c'erano praticamente più portaerei.
 
Anzitutto il Nakajima B6N Tenzan (Montagna Sacra), che fu il risultato della decisione presa nel '40 di sostituire quello che era pure il più avanzato aerosilurante imbarcato del mondo, il B5N appunto<ref>Sgarlato ''Tenzan e Ryusei'', Aerei nella Storia giu lu 2007</ref>. A seguito della specifica 14-Shi, venne messo mano dunque a questo velivolo dalla caratteristica coda 'compatta' dal disegno caratteristico, per restare nei limiti dimensionali degli elevatori. Era un problema raccordare le dimensioni contenute con la massima efficienza aerodinamica (che non va certo d'accordo con le forme troppo 'tozze'), ma il prototipo N.10 era ben rifinito, e come i caccia giapponesi, con carrello di coda rientrante per massimizzare la pulizia aerodinamica, mentre l'antenna radio aveva un traliccio di sostegno davanti l'abitacolo e non dietro o sopra. Con il potente motore NK.7A Mamoru ('protettore') da 1870 hp al decollo più elica Suritomo quadripala da 3,5m , aveva solo un'arma difensiva da 7,7 mm e portava un siluro o bombe per 800 kg, come il predecessore (motore da 1.000 hp). Realizzato nel dicembre del '41, volò il marzo del '42. In produzione quasi subito, il nuovo aereo venne chiamato 'Jill' dagli Alleati (i nomi dei bombardieri erano tutti femminili, quelli dei caccia maschili); il motore era davvero potente, ma pesava parecchio e causava vibrazioni piuttosto fastidiose. Certo che era una dimostrazione di potenza, in Italia un motore da 1870 hp rimase fantascienza per tutta la guerra. Ma dopo 139 del primo tipo, tra l'altro privi di blindatura ma con l'armamento incrementato (una 13,2 mm dorsale e una da 7,7 mm ventrale, usata anche per mitragliare le navi in fase di disimpegno), si passò al motore Kasei 25 da 1850 hp, dato che il precedente motore, nonostante il nome di 'protettore' non si era dimostrato affatto affidabile. Il Kasei aveva meno potenza ma gli scarichi vennero meglio orientati all'indietro fornendo potenza supplementare. Con questo nuovo motore, quello in realtà voluto fin dall'inizio dalla Marina, l'aereo guadagnò in efficienza e l'arma ventrale da 7,7 mm venne sostituita da una da 13 sempre in posizione retrattile, mentre inizialmente il ruotino venne lasciato fisso per qualche problema con il meccanismo di ritrazione. In seguito arrivarono altre versioni, anche con radar di ricerca con antente tipo Yagi (come quelle della televisione) nelle ali. Con 1.133 aerei del Modello 12 (il B6N2) si arrivò ben presto a 1.268 Tenzan. Era molto, ma il velivolo entrò in scena solo nel '44, alle Marianne, venendo massacrato come gli altri aerei giapponesi. In seguito ebbe ampio uso come aereo d'attacco silurante e anche suicida, essendo dopotutto molto veloce, circa 50 kmh in più dell'equivalente Avenger.
 
'''B6N2'''
*'''Equipaggio''': 3
*'''Dimensioni''': lunghezza 10,78 m, apertura alare 14,9 m, altezza 3,8 m, superficie alare 37,2 m2
*'''Motore''': 1 Mitsubishi Kasei 25, 14 cilindri radiale, 1850 hp al decollo, 1680 a 2.100 m, 1.540 a 5.000, elica Hamilton Standard (prodotta dalla Sumitomo) quadripala metallica a velocità costante; 1.500 litri come capacità normale.
*'''Pesi''': 3.010-5.610 kg
*'''Prestazioni''': 490 kmh a 4.000 m , crociera 330, tangenza 9.800 m, salita a 3.000 m in 5,6 min, a 6.000 in 13,55, autonomia 1.700-3.465 km
*'''Armamento''':2x 13,2 mm più 800 kg (un siluro o 1 bomba da 500 kg, o 2 da 250 o 6 da 60)
 
 
Da quest'ottimo aereo derivò il Sainun, sempre prodotto dalla Nakajima. Era il C6N noto come 'Myrth' agli Alleati. Si trattava di un ricognitore veloce, simile esteticamente all'altro e prodotto in un buon numero di esemplari. Alcuni vennero usati nei reparti da ricognizione della Marina, vennero anche pensate versioni come macchine d'attacco C6N-1B, o da caccia nottuna C6N3 con l'Homare 24. Entrambi non furono costruiti ma questa sorte toccò invece ad alcuni C6N1-S con due cannoni obliqui da 20 mm. Il Myrt era un velivolo estremamente notevole anche perché introduceva l'ala a flusso laminare, in un velivolo molto veloce già di suo. Il risultato fu il raggiungimento di 610 kmh, 10.500 m di tangenza, e 5.100 km di autonomia massima. In servizio dal '44, sia come aereo imbarcato che terrestre, armato con una sola simbolica arma da 7,7 mm dorsale, era talmente veloce da essere quasi inarrivabile, almeno finché gli F4U non divennero abbastanza numerosi. Anche così resterà un velivolo di notevoli capacità operative. Aveva 3 uomini d'equipaggio e spesso portava serbatoi esterni. In tutto ne sono stati costruiti 463, quasi la metà rispetto dei Tenzan.
 
 
 
Detto di questo velivolo, ecco il '''B7A Ryusei''' (meteora) della Aichi (quella del robusto D3A 'Val'), velivolo richiesto nel '41. Era una macchina di eccellenti prestazioni e doveva esserlo, visto che nella specifica era previsto come successore dei velivoli futuri D4Y e B6N (specifica 16-Shi). La macchina di Ozaki, Mori e Ozawa aveva ala leggermente a W. Portava solo due uomini, la struttura era irrobustita, le bombe si portavano in genere dentro il velivolo, in un'apposita stiva; il siluro invece era troppo grosso per essere portato dentro (del resto questa è una cosa che riusciva solo ai TBF Avenger, ben più tozzi dei velivoli giapponesi). Si ritornò all'Homare, prima l'11 e poi il mod. 12, che però era indisponibile nella quantità desiderata e quindi si fece dietrofront tornando al modello precedente. Prodotto dalla Aichi e dall'Arsenale navale di Sasebo, ebbe 2 cannoni da 20 mm-II e arm da 7,92 mm posteriore. Quando l'Homare 12 fu finalmente disponibile comparve la versioe B7A1. Oramai la guerra era agli sgoccioli e ci si mise anche la Natura, con il terremoto che nel maggio 1945 si scatenò, indifferente alle umane vicissitudini. Lo stabilimento Aichi di Funakata venne distrutto. Al dunque di quest'aereo ne vennero prodotti solo 108, ma oramai era tardi per le sorti del Giappone. Si pensava anche ad un modello perfezionato con un Homare 23 da 2.000 hp, con un B7A2 modificato allo scopo, mentre rimase sulla carta il B7A3 Kai con l'MK.9A da 2.200 hp oltre ad altri aerei avanzati. Nel frattempo i B7A vennero mandati per lo più al 752 Kokutai. Gli Alleati li conobbero come 'Grace'.
 
L'Aichi aveva fatto in tempo persino a progettare un successore del B7A chiamato Mokusei (Giove), sviluppo interrotto da terremoti e dalla fine della guerra.
 
Il Rysei era un velivolo dalle caratteristiche simili a quelle di altri tipi, ma la struttura era irrobustita e la versatilità davvero encomiabile. Era appena più lento del leggero D4Y, eppure portava anche siluri e una migliore protezione. Era più pesante anche del B6N, ma pi veloce e con capacità di attacco in picchiata. Un eccellente compromesso, che tuttavia in numero fu solo piccola frazione rispetto agli oltre 3.000 suoi predecessori. Così la sua carriera passò pressoché inosservata.
 
'''D7A1'''
*'''Equipaggio''': 2
*'''Dimensioni''': lunghezza 11,49 m, apertura alare 14,4 m, altezza 4,08 m, superficie alare 35,4 m2
*'''Motore''': 1 Nakajima NK.9C Homare 12, 18 cilindri radiale, 1825 hp al decollo, 1670 a 2.400 m, 1.500 a 6.500, elica VDM da 3,5 m, quadripala metallica a velocità costante; 1.406 litri come capacità normale.
*'''Pesi''': 3.614-6.500 kg
*'''Prestazioni''': 542 (o 565?) kmh a 6.200 m , crociera 370/4.000 m, tangenza 8.900 m, salita a 6.000 in 10,49', autonomia 1.850-3.040 km
*'''Armamento''':2x 20 mm Tipo 99-2, 1x13,2 mm (MG-131 su licenza) più siluro da 800 kg, o bomba da 500 kg, o due da 250.
 
 
 
Non va dimenticato poi l'aereo idrovolante d'attacco Aichi M6A1 Seiran, pensato per i sommergibili portaerei I-400, simile al D4Y, ma in realtà del tutto riprogettato, aveva un Atsuta da 1.400 hp a cilindri in linea, un'arma difensiva da 13 mm, e portava un siluro o bombe fino a 850 kg. Quest'ultimo carico era possibile solo con il lancio dalla catapulta. La progettazione partì già nel giugno 1942, proprio ai tempi di P.Harbour. Ne vennero fuori 8 prototipi e 20 di serie dal novembre 1943 e il 15 dicembre 1944 venne costituito il 631 Kokutai a Kashima, Chiba. Solo il 2 aprile 1945 venne inviato a Kure per addestrarsi con la 1a Flottiglia sommergibili. La missione prevista era quella di mandare dieci di questi aerei trasportati da tutti super-sottomarini disponibili, I-400, I-401, I-13, I-14. Obiettivo le chiuse Patun di Panama. Poi però si decise di annullare la missione e di attaccare piuttosto Ulithi, contro la flotta Alleata. Al dunque non se ne fece nulla, anche perché l'I-13, con a bordo un C6N1 da ricognizione (da usare con partenza da Truk, dove sarebbe stato inviato), venne affondato il 16 luglio 1945 dalle navi americane. Le altre tre unità non ebbero modo di partecipare al previsto attacco, oramai la guerra era bell'e finita. Un Seiran è attualmente conservato, perfettamente restaurato in tutta la sua eleganza, nello Smithsonian Museum<ref>Sgarlato-Tanzi ''Gli aerei dei sommergibili'' Aerei nella Storia giu-lu 2002</ref>.
 
 
Ora parliamo dei bombardieri di base a terra. I Giapponesi avevano sopratutto aerei Mitsubishi, molto più che nel settore della caccia dove almeno l'esercito aveva i Nakajima e i Kawasaki.
 
I primi bombardieri moderni furono i G3M, aerei a lungo raggio e ben armati, ma piuttosto lenti e vulnerabili. Nondimeno i 'Nell' (nome in codice Alleato) rimasero in servizio abbastanza a lungo, in versioni migliorate (fino a 415 kmh) per contribuire assieme ai successori 'Betty' ad affondare le corazzate inglesi Repulse e P. of Wales il 10 dicembre 1941. Poco prima avevano attaccato le basi nelle Filippine con azioni di bombardamento micidiali anche quando fatte da 6.000 m di quota. Non subirono perdite, mentre lo stesso non si potè dire dell'incontro con i caccia cinesi nel '37, quando alcuni G3M dei primi tipi vennero abbattuti dai loro obsoleti caccia, come i P-26 di fornitura americana. Da lì la necessità di mandare gli A5M di scorta e di sviluppare versioni meglio armate dei G3M. Ma questi aerei avevano sopratutto una grande autonomia, indispensabile per il Pacifico, cosa possibile solo rinunciando ai serbatoi autostagnanti. L'autonomia arrivava anche a 6.300 km, ma il carico bellico non superava gli 800 kg.
 
I successori erano i 'Betty', ovvero i G4M dalla sagoma molto più tozza. Erano davvero bombardieri di grosse dimensioni, dalla fusoliera addirittura più spaziosa di quella di un bombardiere B-17. Ebbero subito motori di grande potenza, prima da 1500, poi con i G4M2 da 1.850 hp. L'armamento era pure considerevole, tanto che gli ultimi tipi ebbero ben 4 cannoni da 20 mm e 2 da 7,7 mm. Il carburante era aumentato da 4.800 a 6.400 l, in parte c'erano serbatoi autostagnanti; ma il Betty rimase vulnerabile e tra i suoi stessi equipaggi fu noto sia come 'Hamaki' (sigaro) che come 'accendino' per la facilità con cui prendeva fuoco quando colpito dai proiettili incendiari da 12,7 mm americani. Quindi o era pesantemente scortato oppure doveva attaccare bersagli gabbandone la difesa aerea. Quando ebbe condizioni abbastanza favorevoli, colpì molto duramente, come le Filippine e poi anche l'Australia, dove grazie alla scorta degli A6M3 del 202 Kokutai resistette bene alla difesa posta dagli Spitfire Mk V. L'armamento come si diceva era massiccio, con una torretta e una postazione caudale armate di cannoni da 20 mm: era difficile trovare altri bombardieri medi altrettanto armati in tutto il mondo, specie per la presenza della torretta caudale. Se non ci fosse stata l'esigenza categorica di un'autonomia elevatissima, il velivolo avrebbe potuto sopravvivere meglio agli scontri con i caccia nemici. In ogni caso apparve in quasi tutti i punti del Pacifico, con prestazioni d'autonomia che eccedevano largamente quelle dei bombardieri medi (peso qui: 8-15 t) del mondo e in effetti si trattava di una macchina strategica, capace di raggiungere obiettivi impossibili per uno Ju-88 o un B-25. Alla fine della guerra venne usata come kamikaze o come vettore di missili Okha.
 
Un suo 'fratello' terrestre era il Ki-21 'Sally', prodotto in appena meno esemplari (2.028). Era stato fatto piuttosto in ritardo rispetto al G3M e ai bombardieri europei; anzi, proprio per questo l'Esercito giapponese fu costretto ad adottare, appena poté, il BR.20 italiano, di cui ebbe almeno 82 esemplari. Gli equipaggi lo trovarono vulnerabile e lento, e appena possibile ne chiesero la sostituzione con il nuovo velivolo nazionale; ma fino al 1939 in pratica le missioni erano assegnate alla Marina con i G3M, e ai Br.20 dell'Esercito che dovette comprarli per non lasciare fare alla Marina un lavoro che nemmeno le competeva. I primi Ki-21 non erano molto migliori dei BR.20 a dire il vero, la velocità con i motori da 1.000 hp era di 430 kmh, l'armamento di appena 3 armi da 7,7 mm. Nondimeno c'erano margini per migliorare le cose e di lì a poco apparvero modelli migliorati, fino ad arrivare ai tipi con motore da 1.500 hp, capaci di 485 kmh, armati con una torretta da 12,7 mm (azionata a pedali, operazione piuttosto difficile in azione), e 4 da 7,7 mm. Era grossomodo comparabile con il BR.20Bis analogo (ma con motori da 1.250 hp e 460 kmh), ma rimase superato e piuttosto vulnerabile agli attacchi dei caccia. La sua carriera era quindi ad un binario morto, eppure i velivoli dell'Esercito giapponese erano meno afflitti dall'autonomia di quelli della Marina e mediamente, pur non avendo armamento migliore (anzi, in genere erano meno armati) possedevano corazze protettive che la Marina non considerava pratiche.
 
Per migliorare le cose la Nakajima sviluppò poi dei modelli migliorati, come il Ki-49 Donryu (drago volante), un piccolo aereo della taglia del Lockheed Hudson, ma con ben 7-8 persone d'equipaggio. Aveva serbatoi protetti, corazze da 5 mm nei punti vitali, 5 mitragliatrici da 7,7 e un cannone da 20 mm difensivi e nondimeno volava a 492 kmh. Era certamente un miglioramento, ma come un altro aereo della 'generazione di mezzo', il Ki-44, non fu trovato del tutto adatto e rispondente all'evoluzione rapida della tecnica. Così ne vennero prodotti solo circa 800 esemplari.
 
 
Il passo successivo, paragonabile diciamo al Ki-84 nel settore della caccia, fu il Ki-67 Hiryu. Inizialmente si scambiò per un aereo della Marina, e di motivi ce n'erano. Ma il 'Peggy', pur essendo un aero Mitsubishi, pur portando siluri (come anche alcuni Ki-49), pur essendo una sorta di Betty 'snellito' (e in questo più simile al predecessore, l'aggraziato 'Nell'), era in realtà un aereo dell'esercito, come denunciavano le mitragliatrici in calibro 12,7 mm e non i soliti 13,2.
 
Il nuovo aereo nacque come risposta alla specifica del febbraio 1941 relativa ad un nuovo aereo che avrebbe dovuto sostituire sia il Ki-21 che il successore Ki-49, prevedendo l'obsolescenza del primo e l'insufficienza del secondo. Chieste una quota operativa di 7.000 m, almeno 500 kmh, un raggio di 1000 km con 500 kg di bombe: tutte cose che tra l'altro anche il bombardiere leggero Ki-48 aggiornato avrebbe agevolmente garanti.
 
Ma qui si richiesero anche dei motori Mitsubishi Ha.101 Tipo 100 da 1.450 hp, o due Nakajima Ha.109 Tipo 2 di pari potenza, nient'altro che i motori degli ultimi Ki-21 e dei Ki-49 rispettivamente. Ma non sarebbero bastati di sicuro per ottenere il massimo delle prestazioni: occorreva fare di più e la Mitsubishi aveva messo in sviluppo l'Ha.104 da ben 2.000 hp derivato dai Kinsei di cui era la versione a doppia stella. I motori giapponesi, quindi, grazie alle tecnologie inglesi e americane passate in precedenza, erano stati sviluppati su livelli di potenza paragonabili a quelli statunitensi, anche se i turbocompressori vennero largamente ignorati, cosa che del resto era accoppiata alla mancanza di leghe adatte. L'aereo doveva avere anche 8-10 uomini di equipaggio e almeno 6 mitragliatrici da 7,92 mm, blindature e serbatoi autostagnanti.
 
Al dunque, grazie agli sforzi del team dello stabilimento di Nagoya (Kon e Kyusuke) iniziò appena prima della guerra con gli USA. Il prototipo derivava progettualmente dal G4M ma era un nuovo aereo, nonostante la pianta alare quasi uguale. Volò già nel dicembre 1942 e si dimostrò tanto potente e agile da fare virate a coltello e loopings come se fosse un grosso caccia. Dopo un secondo prototipo e 13 macchine di preserie partì la produzione in serie, e per la fine del '43 era tutto pronto per la produzione, un risultato encomiabile in termini di rapidità.
 
Ora però, se il Ki-67 aveva preso molto della filosofia occidentale in termini di potenza, protezione ecc, anche i responsabili dell'Esercito, pressati dalla superiorità che gli Alleati stavano dimostrando, presero la stessa piega: come il Ki-67 somiglia al Z.1018 italiano nelle caratteristiche generali (ma con maggiore autonomia e velocità), così venne intralciato da continue richieste di modifiche, che si aggiungevano a quelle già fatte durante la messa a punto. Tanto che il velivolo accumulò vari mesi di ritardo e solo dal '44 venne posto in produzione con la Ki-67-Ia e poi il Mod.1B definitivo. La produzione era complessa, con le fabbriche N.5 di Oe Machi, la N.9 di Kumamoto, quella di Chita e poi l'assemblaggio era parzialmente interessante anche altri stabilimenti, anche sotterranei.Al dunque le catastrofi che gli Americani e persino la Natura mandarono al Giappone compromisero lo sforzo: la fabbrica N. 5 venne colpita dai B-29 e poi dal terremoto del '45, risultando distrutta dopo avere completato solo 474 aerei, piò 99 della Kawasaki e altri 30 di fornitori minori. Totale variamente indicato in 605-727.
 
Le versioni, a parte la preserie e il Ki.67-1a, erano la Ki.67-1b con varie modifiche, come nel caso della Kai con siluro. Ma più interessante e inquietante era il Ki-61 modificato per attacchi suicidi, con equipaggio ridotto a 3 uomini, e pannelli di compensato al posto delle postazioni d'armamento difensivo, lunga sonda anteriore per la spoletta, 800 kg di esplosivo interno e 800 esternamente al vano portabombe (ma c'é anche la fonte che l'intero muso fosse occupato da esplosivo, forse fino a oltre 2t ). Vennero modificati a Tachikawa. La versione -Ib-Kay aveva il missile I-Go-1A, da 800 kg, radiocomandabile fino da 10 km. Finalmente un'alternativa agli attacchi kamikaze, ma solo dieci prototipi vennero realizzati prima della fine della guerra. Un Ki-67 venne poi modificato per i nuovi turbocompressori Ha.104Ru che diedero 555 kmh a 6.000 m e 490 a 8.500 m. Il derivato Ki-67-II con gli Ha.214 da 2.500 hp avrebbe avuto prestazioni impressionanti, ma il prototipo non venne completato. Due Ki.104 erano i Peggy modificati con cannone da 75 mm nel muso, per compiti d'intercettore d'alta quota, ovvero di cacciatore di B-29. Diedero origine al Ki.109 con questo cannone (15 colpi), motori Ha.104Eu, ma i turbocompressori non risultarono disponibili e allora vennero usati i normali motori con i compressori meccanici, che non erano all'altezza del compito. 22 da conversione di Ki-67 e 22 nuovi, avrebbero dovuto avere quale seguito il Ki.112, di cui nemmeno il prototipo venne realizzato.
 
'''Ki-67-I'''
*'''Equipaggio''': 6-8 (di cui 2-4 mitraglieri)
*'''Dimensioni''': lunghezza 18,7 m, apertura alare 22,5 m, altezza 4,8 m, superficie alare 68,85 m2
*'''Motore''': 2 Mitsubishi Ha.104, 18 cilindri radiale, 2.000 hp al decollo (2.450 giri.min), 1.900 in superpotenza a 2.000 m, 1.750 hp a 6.000 m; eliche quadripala metalliche
*'''Pesi''': 8.655-13.777 kg
*'''Prestazioni''': 537 kmh a 6.000 m , crociera 400 kmh, tangenza 9.470 m, salita a 6.000 in 14,5 min, autonomia 2.800-3.800 km
*'''Armamento''':1x 20 mm Ho-5, 1x13,2 mm (MG-131 su licenza) più siluro da 800 kg, o bomba da 800 kg o 500 kg, o due da 250 o 8 da 100 kg.
 
Come note tecniche, il Ki-67 era realizzato con ribattini a testa annegata per ridurre la resistenza, la fusoliera era semimnoguscio metallica, suddivisa in tre sezioni, la prua, la parte centrale a cui erano anche attaccate le ali, e la zona posteriore; le ali erano in 3 sezioni e avevano (come i più recenti G4M) profili laminari e due longheroni, alettoni sulla metà esterna del bordo d'uscita e ipersostentatori su quella interna, esisteva una marcata rastremazione della struttura e un diedro frontale di 5°. Il carburante era anche in fusoliera giusto davanti alla torretta, la quale era ad azionamento idraulico. Le mitragliatrici da 12,7 mm Tipo 1 (ho-105) erano nel muso, sui fianchi e in coda.
 
 
Il Ki-67 entrò in scena solo da metà del 1944 sulle Filippine, Okinawa e altre azioni nella fine della guerra. Con le sue elevate prestazioni, fu anche concepito come kamikaze e del resto, se si serrava abbastanza da raggiungere le navi americane per attaccarle con i siluri o le bombe, il rischio era quasi lo stesso. Finché si trattava di affrontare le sole difese navali, che gli americani avevano potenziato moltissimo, c'era speranza, ma quando si aggiunge anche lo schermo di Hellcat e Corsair, allora solo un velivolo molto prestante può ancora sperare di arrivare sul bersaglio senza essere abbattuto molto prima. Il Sentai Yasukuni lo usò con alcuni successi che lo resero celebre in Patria, ma non c'erano abbastanza Peggy per respingere gli americani. Così quest'aereo rimase, assieme al P1Y Ginga, l'epigono della tecnologia aeronautica giapponese e del suo stile relativo ad apparecchi essenziali, spesso eleganti, tecnicamente avanzati, non molto armati, molto agili e di alte prestazioni<ref>Gibertini G '' Mitsubishi Ki-67 Peggy'' Aerei nella Storia giu-lu 2002</ref>.
 
===I prototipi===