Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Giappone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 159:
 
===Corazzati giapponesi avanzati===
Malgrado i Giapponesi costituissero non meno di 4 divisioni corazzate, la loro disposizione in territori che erano ostili o troppo distanti per un uso di masse dei corazzati, fece sì che solo in poche occasioni i carri armati giapponesi apparissero in numeri consistenti. La caduta di Singapore fu in buona parte opera dei carri leggeri giapponesi. La forza dei corazzati giapponesi, che venne surclassata dai carri sovietici nel '39, non fu mai all'altezza tecnicamente delle sue necessità. I corazzati giapponesi nel '39 avevano un cannone da 57 mm (per i soli carri medi Tipo 89), ma erano armi a canna corta con bassa velocità iniziale. Non erano all'altezza dei 45 mm sovietici. La corazzatura dei carri giapponesi era sottile e di tipo rivettato. Di buono c'era una buona mobilità e motore diesel, una soluzione all'epoca poco diffusa. La meccanica funzionava bene. Una cosa interessante era il rivestimento interno che i carri giapponesi avevano per resistere al calore tropicale: uno strato di amianto, che serviva anche come accorgimento antiurto per gli uomini di equipaggio. La radio, a differenza di tanti altri eserciti, era diffusa su tutti i carri, anche se spesso con una strana antenna a ringhiera ovviamente piuttosto vulnerabile al tiro e ai danni.
 
Ma i carri armati leggeri Tipo 95 avevano solo un pezzo a media velocità da 37 mm e non potevano competere nemmeno contro i carri M3. I carri medi videro i Tipo 97 sostituire rapidamente i Tipo 89. Erano mezzi meglio armati e corazzati, con 8--25 mm di acciaio rivettato, cannone corto da 57 mm e motore diesel, una buona mobilità. Al solito non c'era la mitragliatrice coassiale, ma una sistemata dietro la torretta, in posizione opposta al cannone (cosa poco pratica). In tutto c'erano 114 granate da 57/18 mm e 4.035 colpi da 7,7 mm. Il peso era di circa 15 t. Tutto sommato era simile all'M13/40 ed era poco efficiente contro i carri e l'artiglieria controcarri. Il Tipo 97 ebbe un buon successo anche perché ben presto, attorno il 1942, venne migliorato con un cannone da 47 mm a canna lunga, e corazza aggiuntiva per un totale di 50 mm anteriore. Era un buon mezzo, e questo fu il CHI-HA della primavera del' 42. Ne vennero modificati anche del tipo precedente cambiandogli la torretta. Comunque non è certo che la corazza arrivasse a 50 mm, forse non era una modifica per tutti i veicoli, ma la corazza era di livello superiore a quella del modello originario raggiungendo almeno 38 mm. I fianchi dello scafo e della torre arrivavano a circa 25 mm. I cannoni da 47 mm perforavano circa 70 mm d'acciaio con una velocità di circa 800 msec, circa il doppio del vecchio 57 mm.
Riga 179:
 
Un carro particolare era il KA-MI capace di operazioni anfibie. Esso era simile ad un Tipo 95, ma con uno scafo più grosso e squadrato. Aveva due cassoni congegnati in maniera ingegnosa, raccordati alla parte anteriore e quella posteriore del veicolo, e nei cassoni d'acciaio c'erano delle paratie interne che servivano ad evitare l'allagamento in caso di buchi di schegge e proiettili. Infine nella parte posteriore erano presenti due eliche. La torretta aveva il solito cannone da 37 mm e una mitragliatrice in posizione opposta, ed era molto simile a quella di un Tipo 95, il carro armato leggero giapponese standard e assai valido entro i suoi limiti di peso. Appena a terra il carro poteva sganciare i due cassoni e continuare a combattere come carro normale. Di questi carri ne vennero costruiti pochi, e di questi la maggior parte venne utilizzata, essendo il Giappone sulla difensiva, solo come postazioni difensive, magari interrati. Era un carro che di conseguenza non fu impiegato al meglio delle sue possibilità. Alcuni limiti andavano considerati, per esempio la necessità di sigillare varie parti, come l'anello di rotolamento della torretta. Se questa fosse stata ruotata in acqua avrebbe perso la sua impermeabilità, anche se era un problema solo se c'erano condizioni di mare piuttosto agitato. In ogni caso il carro poteva usare il cannone e la mitragliera che avevano una limitata capacità di brandeggio anche senza muovere la torretta.
 
A tutti gli effetti, pur costruendo tra 6000 r 7.000 corazzati, il Giappone fu quasi irrilevante nel panorama di questa specialità. Era appena migliore produttivamente dell'Italia e non è detto che la capacità complessiva dei carri giapponesi fosse migliore. Al più si può dire che il Tipo 97 modernizzato era simile agli 'M', e che il Tipo 3 era paragonabile, anche per lo scarso numero, ai P.40.
 
 
===Le navi giapponesi===
La Marina giapponese era la più potente del mondo ai tempi di Pearl Harbour, con una flotta di 10 portaerei e numerose flottiglie di cacciatorpediniere di ottime caratteristiche, incrociatori e grandi sottomarini. Le corazzate erano piuttosto vecchiotte, invece, ma in compenso stavano arrivando le due prime YAMATO, di cui la capoclasse entrò in servizio una settimana dopo Pearl Harbour. Ma i problemi della flotta giapponese erano essenzialmente che si trattava di una forza da combattimento pensata sopratutto per il contrasto contro altre flotte, paragonata in questo senso un pò alla flotta britannica della I Guerra Mondiale. Ora però la situazione era diversa: già nel conflitto precedente i sommergibili avevano dimostrato la loro pericolosità e adesso c'erano anche gli aerei. La Flotta Imperiale era vulnerabile agli attacchi dei sommergibili e gli Americani presto se ne approfittarono: colarono a picco 1.116 mercantili giapponesi, minando gli sforzi nemici. Inoltre vi furono attacchi importanti che danneggiarono anche la prima linea: silurarono e affondarono le portaerei Shokaku, la Tahio, la Shinano, alcuni incrociatori pesanti, e danneggiarono anche la Yamato. I Giapponesi dimostrarono d'essere una forza formidabile negli scontri diretti ma quasi scoperti nelle linee di comunicazione marittime e col tempo ne pagarono le conseguenze.
 
I sottomarini giapponesi erano temibili, spesso di grandi dimensioni e con idrovolanti d'esplorazione (spesso poi rimpiazzati sostituendo l'hangar con un secondo pezzo da 140 mm). Ma erano troppo lenti sott'acqua e sopratutto vennero ostinatamente concentrati contro le navi militari e il risultato fu che non poterono colpire abbastanza efficacemente le navi da trasporto e sbarco. Nondimeno affondarono la portaerei Wasp e finirono la Yorktown, per non parlare dell'Indianapolis, l'ultima nave americana di grandi dimensioni perduta (era l'incrociatore che portò le atomiche per bombardare il Giappone). La flotta Giapponese aveva grandi cacciatorpediniere i quali dal tipo 'Fubuki' del 1927-31 erano delle navi di prestazioni eccellenti: venti navi da circa 2.000 t e 118 m, armate con pezzi da 127 mm in torri binate chiuse, e lanciasiluri con le nuove armi da 610 mm a lunga corsa (i temibili Long Lance, capace di percorrere 10 km a 50 nodi), e poi sulle navi varate dal '29, con cannoni da 127 mm con alzo aumentato a 70 gradi: forse per la prima volta un cacciatorpediniere aveva cannoni di piene capacità contraeree, con proiettili da 23 kg su distanze di 15 km (a dire il vero erano prestazioni non superiori a quelle di un pezzo da 120 mm normale, ma lo stesso si può dire dei 127 mm americani concorrenti).
 
Oltre 100 cacciatorpediniere di varie classi (4 Akatsuki, di cui l'Hibiki che fu la prima nave giapponese interamente saldata; i 6 Hatsuhara, i 10 'Shirasuyu', 10 'Asashio', 18 'Kagero', 20 'Yugumo'). Il servizio di guerra fu pesantissimo e solo uno dei 20 'Fubuki' e uno dei 'Kagero' sopravvisse alla guerra (per considerare solo queste classi).
 
I 'Kagero' erano questo:
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 118,45 m, larghezza 10,8 m, pescaggio 3,76 m
*'''Dislocamento''': 2.035-2.490 t
*'''Equipaggio''': 240
*'''Motore''': turbine a vapore su due assi con 52.000 hp; 35 nodi; 5.000 nm a 18 nodi
*'''Armamento''': 6x 127 mm, 4x25 mm, 8 tls da 610 mm
 
 
Col prosieguo arrivarono a perdere una torre da 127 mm, mentre gli impianti da 25 mm aumentarono a 12-14 binati. Ma le difese contraeree erano sempre più importanti e i grossi caccia giapponesi erano, come gli altri, vulnerabili, nonostante la velocità e i cannoni a doppio ruolo. I cannoni da 25 mm erano troppo poco per il contrasto antiereo ravvicinato.
 
Per rimediare vennero messi in cantiere gli 'Akitsuki'. Erano cacciatorpediniere contraerei di costo molto minore rispetto ai 'Dido' e agli 'Atlanta' e con un armamento di cannoni ad alta cadenza di tiro da 100 mm, sebbene la loro stabilità di tiro, pur essendo i caccia più grossi della Marina, era inferiore rispetto agli incrociatori. Però il volume di fuoco dei cannoni da 100 mm era superiore nel tiro antiaereo. C'erano 8 cannoni in 4 torrette, un pò come con i caccia 'Tribal' inglesi; e solo in secondo tempo ebbero anche 4 lanciasiluri (come sui Tribal), ma ebbero inizialmente solo 4 cannoni da 25 mm (cadenza di tiro circa 200-250 c.min, gittata 3 km, granate da circa 300 gr, praticamente il cannone da 25 mm francese prodotto su licenza); alla fine della guerra delle dodici unità varate, sei erano ancora a galla, tutte armate con circa 50 cannoni da 25 mm contraerei. La loro sagoma, con una plancia molto alta, era caratterizzata da un unico grande fumaiolo che rendeva possibile un miglior campo di tiro; inoltre dietro la torre di comando c'era l'albero a traliccio per un radar di scoperta aerea, il Tipo 22; inoltre c'era margine per una forte quantità di bombe antisommergibili. Delle navi ideali per la scorta anche se non per il combattimento di prima linea.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 134,12 m, larghezza 11,6 m, pescaggio 4,11 m
*'''Dislocamento''': 2.700-3.700 t
*'''Equipaggio''': 285
*'''Motore''': turbine a vapore su due assi con 52.000 hp; 33 nodi; 8.000 nm a 18 nodi
*'''Armamento''': 8x 100 mm, 4x25 mm, 4 tls da 610 mm
 
 
Infine c'erano le torpediniere classe 'Matsu' che erano quanto i Giapponesi erano in grado di costruire durante la guerra, avevano due sottilissimi fumaioli, con torre poppiera con due cannoni da 127 mm a torre scoperta e un cannone singolo prodiero scudato. Con una potenza di appena 19.000 hp erano in grado ancora di andare a 28 nodi, e poi c'erano 24 cannoni in impianti tripli o singoli da 25 mm. Ne vennero varate e completate 17 (1944-45) delle 28 programmate, seguite dalle ancora più semplici 'Tachibana' programmate su 23 esemplari di cui molti non completati.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 100 m, larghezza 9,35 m, pescaggio 3,27 m
*'''Dislocamento''': 1260-1.530 t
*'''Equipaggio''': ?
*'''Motore''': turbine a vapore su due assi con 19.000 hp; 28 nodi; 4.500 nm a 16 nodi
*'''Armamento''': 3x 127 mm, 12x25 mm, 4 tls da 610 mm
 
 
La Marina giapponese, contrariamente a quella britannica su cui largamente si basò, era molto interessata agli incrociatori pesanti con i pezzi da 203 mm, che erano navi di grande potenza e mobilità. Moderatamente protette, con 10 cannoni da 203 mm, 8 da 127 mm, fino a 16 siluri da 610 mm, erano navi potenti. I 'Mogami' e i 'Myoko' erano capaci di circa 38 nodi nel primo caso grazie alla potenza di 150.000 hp, ma erano troppo instabili e la zavorra e le controcarene rallentarono la velocità fino a circa 34 nodi. La corazzatura era di circa 100 mm nella cintura, ma molto meno nei ponti e nelle torri.
 
In tutto questi incrociatori vennero usati in maniera intensiva con risultati spesso notevoli, molto più rapidi delle corazzate, meno costose di queste, più potenti degli incrociatori leggeri con i 152 mm come quelli inglesi. In pratica, mentre i Britannici usarono sopratutto queste navi leggere, o armate leggermente, i Giapponesi ebbero solo poche navi leggere, chiamate 'esploratori' con cannoni da 140 mm.
 
In tutto, le caratteristiche dei 'Mogami' e dei 'Myoko', i migliori dei numerosi incrociatori giapponesi (con 4 navi per classe), erano queste (prima cifra Mogami, seconda 'Myoko'):
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 203,9/201,7 m, larghezza 20,2/20,7 m, pescaggio 5,8/6,3 m
*'''Dislocamento''':12.400/23.380 t
*'''Equipaggio''': 850/780
*'''Motore''': turbine a vapore su 4 assi con 150.000/130.000 hp; 34/33,5 nodi
*'''Armamento''': 10x 203/50 mm, 8x127/40 mm, 8x25 mm, 12/16 tls da 610 mm; 3 idrovolanti
 
 
Tra le piccole navi costiere, piuttosto poche data sopratutto la mancanza di motori leggeri diesel o benzina affidabili, non c'era molto da notare; le navi catturate agli Alleati di costruzione europea o americana influenzarono comunque i Giapponesi, come i Tipo 14 da 15 m monoelica, e i Tipo 38 da 18 m bielica, rispettivamente da 33 e 27,5 nodi (la velocità di una Yamato), e così i secondi vennero usati come cannoniere. Il Tipo 51 da 32,4 m era il Lurssen tedesco ma dovettero interrompere il programa per 18 esemplari dati i cattivi risultati. Il Tipo 14, 49 realizzati, erano navi da 15 t con due siluri da 457 mm e un cannone da 25 mm, e 7 marinai a bordo. I Giapponesi non riuscirono mai a compensare l'abbondanza di motosiluranti che gli Americani riuscirono a riversare in Pacifico.
 
 
I sommergibili erano invece molto più interessanti, e facevano parte di quell'espressione di marina offensiva che avevano costruito i Giapponesi.
 
 
I piccoli sottomarini costieri RO-100 e RO-35 erano scafi di piccole dimensioni, i primi di questi con 75 m di quota operativa. Avevano un'eco sonar piccola, ma anche scarse capacità di movimento subacqueo e quello che successe fu che tutti i 18 sottomarini vennero affondati. Del resto i simili 'Sirena' italiani, realizzati in 12 esemplari, ebbero 11 perdite. Seguirono 18 RO-33, poi i RO-35 anche questi in 18 esemplari, di cui 17 affondati. Tutto questo per l'affondamento di 10 navi Alleate. I sommergibili di questo tipo erano impiegati sopratutto contro navi militari quando avrebbero potuto essere molto utili per l'attacco dei mercantili.
 
Molto meglio andarono gli Ha-201 giapponesi da 78 m, simili agli XXIII tedeschi. Nel '43 i Giapponesi si accorsero finalmente che i loro sommergibili non erano capaci di colpire efficacemente le navi di prima linea americane. Allora pensarono a colpire le navi mercantili. Dopo l'uso di un sommergibile da 43 m sperimentale (il N.71), si decise di realizzare ben 90 navi da 53 m ingrandite, ma nonostante tutti gli sforzi ne vennero completati solo 10 e nessuno entrò in azione. Avevano queste caratteristiche:
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 53 m, larghezza 4 m, pescaggio 3,4 m
*'''Dislocamento''': 377-440 t
*'''Equipaggio''': 23
*'''Motore''': diesel da 400 hp e motore elettrico da 1.250 hp su un asse; 10,5-13 nodi; 3.000 nm/10,5 nodi in superficie e 100 nm a 2 nodi
*'''Armamento''': 1x7,7 mm, 2 tls da 533 mm con 4 siluri a prua.
 
Questi sottomarini erano davvero minimalisti, ma moderni e avevano anche un piccolo radar in torretta. Erano più piccoli dei RO-35 da 601/782 t e 60,9 m (autonomia 6500 km a 12 nodi e 110 a 3 immerso, velocità 14 e 8 nodi massimo, cannone da 76 e 4 tls con 8 siluri, 38 marinai), ma non ebbero modo di operare. Per la prima volta nel caso dei sottomarini giapponesi avevano una velocità maggiore immersi che emersi, tipica delle navi sottomarine moderne.
 
 
I migliori sottomarini giapponesi migliori erano gli I-15, sottomarini a lungo raggio definiti I per ricordare la loro capacità di operare in alto mare e a lunghe distanze. Erano navi di tutto rispetto e vennero realizzati in 20 esemplari. Avevano un cannone da 140 mm posteriore e un idrovolante in hangar stagno anteriore del tipo E14Y1. Spesso venne rimpiazzato da un secondo cannone. Questi grandi sottomarini 19 vennero affondati in azione. Ma a loro volta affondarono 8 navi da guerra (inclusa la Yorktown) e 59 mercantili per 400.000 t. Successori di questi validi battelli erano anche i B2 e i B3 con 6 e 3 esemplari.
 
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 108,9 m, larghezza 9,3 m, pescaggio 5,1 m
*'''Dislocamento''': 2.590-3.655 t
*'''Equipaggio''': 100
*'''Motore''': diesel da 12.400 hp e motore elettrico da 2.000 hp su un asse; 23-8 nodi; 14.000 nm/16 nodi in superficie e 100 nm a 3 nodi
*'''Armamento''': 1x140 mm, 2x25 mm, 6 tls da 533 mm con 17 siluri a prua.
 
La loro autonomia era molto elevata, come anche la loro velocità, in superficie ma era molto meno soddisfacente sott'acqua. Alcuni vennero modificati per portare i siluri Kaiten che in pratica erano dei minisottomarini ricavati da un Tipo 93 modificato con un operatore suicida stipato al suo interno con controlli rudimentali e 30 nodi di velocità.
 
Vanno ricordati i sottomarini I-361, I-373 e I-351, che vennero pensati come sottomarini da trasporto per aiutare a mantenere le rotte aperte con l'Asia continentale o altri posti strategici. Questi erano sottomarini da 1.440 t in superficie e 2.215 immersi, lunghi 73,4 m e con la possibilità di trasportare due mezzi da sbarco pressurizzati fino a 60 m, 20 t di materiali interni e 60 esterni nei doppifondi, o 110 soldati per brevi periodi. Avevano il solito grosso cannone da 140 mm, ma nessun lanciasiluri il che li rndeva più manovrabili ma privi di capacità di reagire quando immersi. Di 12 unità 9 andarono perse. La classe successiva venne realizzata in due esemplari, la I-351 era invece di navi da ben 111 m e servivano per rifornire altri sommergibili trasportando ben 600 t (erano l'equivalente dei Type XIV) nei tripli fondi di cui erano dotati; ma solo uno venne completato. 5 dei sommergibili della prima classe vennero modificati per trasportare i Kaiten.
 
Ma c'erano navi ancora più grandi, i sottomarini tipo I-401 e I-13, gigantesche unità da 122 m, così grandi perché concepite per essere letteralmente dei sottomarini portaerei. Dentro lo scafo esterno non c'era un solo scafo resistente, ma due con struttura complessiva a '8', capace di resistere fino a 100 m di profondità. Insomma, erano una sorta di TYPHOON ante litteram, con gli idrovolanti al posto dei missili. La loro manovrabilità e velocità immersi non erano buone, ma dato il loro ruolo c'é poco di che stupirsi, essendo questi costruiti più grandi e larghi possibile per essere una buona piattaforma di lancio con tanto di catapulta, per i 3 idrovolanti portati nel comparto stagno anteriore. Difficile era invero la manovra d'immersione che era piuttosto lenta, mentre le sovrastrutture erano lunghe quasi come se fosse una nave di superficie. C'erano un motore diesel per ogni asse. Si trattava di unità notevolissime in termini tecnici, magari meno valide in termini operativi. Una missione contro le chiuse del canale di Panama era in programma, ma proprio allora arrivò la resa del Giappone.
 
Ecco le caratteristiche:
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 121,9 m, larghezza 12 m, pescaggio 7 m
*'''Dislocamento''': 5.223-6.560 t
*'''Equipaggio''': 140
*'''Motore''': diesel da 7.700 hp ed elettrici da 2.400 hp su 2 assi; 19-7 nodi; 7.000 nm/14 nodi in superficie e 110 nm a 3 nodi
*'''Armamento''': 1x140 mm, 10x25 mm, 8 tls da 533 mm con 20 siluri a prua, 3 Aichi M6A1 armati di siluri e bombe fino a 800 kg
 
Questi sommergibili, con una stazza e un costo varie volte superiori a quello di un sommergibile 'normale' erano davvero i battelli più impressionanti tra quelli costruiti nella guerra, anche se l'efficienza era molto più dubbia. 2 dei sottomarini I-401 o STo (Sen-Toku, sottomarino speciale) vennero cancellati, un altro venne convertito in unità di rifornimento. Tutti, anche gli I-13, sopravvissero alla guerra, ma purtroppo nessuno di essi venne risparmiato dagli Americani, che non si limitarono a demolirli, ma li fecero affondare al largo del Giappone. Così andò persa la possibilità di tramandare ai giorni nostri qualcuna di queste creazioni della tecnica. Del resto all'epoca era scattata piuttosto una corsa, che durerà molti anni, al recupero dei relitti e degli scafi radiati dal servizio, per farne rottami da fonderia, cosa di cui il mondo del dopoguerra aveva molto bisogno e la conservazione di navi non necessarie non era contemplata. Però appare strano che anziché demolire questi sommergibili li si sia semplicemente affondati in mare aperto e così in fretta, e cosa spinse a tale urgenza non è facilmente comprensibile dato che il Giappone si era arreso senza condizioni.
 
Quanto ai radar, la Marina giapponese ne mise in servizio diversi tipi ma lo sviluppo fu piuttosto tardo iniziando dal '40. Per cui solo alla fine del '43, in ritardo persino sugli italiani, i Giapponesi ebbero radar a bordo delle navi, in piccolo numero e senza risutlati particolarmente buoni. Il Tipo 2 Mod 2 era da scoperta aerea con portata di circa 100 km, installato a bordo di navi maggiori o in versione alleggerita, su mercantili usati come picchetto radar. Il Tipo 3 Mod 1 era dotato di un'antenna fissa a traliccio alta 5 metri con 8 dipoli, metà per ricezione e metà per trasmissione. Ce n'erano due per le navi maggiori, uno per i cacciatorpediniere. portata 100 km massimo, operativo dal 1944. Un altro tipo era il Tipo 2 Mod 4 con scoperta di superficie, apparso a fine 1943. Aveva due antenne a megafono, una per ricezione e una per trasmissione degli impulsi. Era molto semplice e in posizione fissa,originariamente pensata per i sommergibili. Le grandi navi ne avevano diversi per controllare a giro d'orizzonte data la limitatezza della copertua; i piccoli bastimenti ne avevano solo uno verso prua. Portata 13 miglia su bersagli di superficie, per i quali era stato concepito.