Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Giappone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 154:
Un aereo anche più interessante era il '''J8M1 Shusui''', che altro non era che l'adattamento del Me 163 Komet, che i Giapponesi riuscirono a comprare come licenza di produzione nel tardo 1943 per un totale di 20 milioni di marchi. Nel '44 la specifica 19-Shi chiese un intercettore a razzo per contrastare le incursioni aeree e il nuovo caccia sarebbe stato usato dalla Marina con il J8M e l'Esercito con il Ki-200. Dotato di un motore Toko Ro.2, la versione del Walter HWK 109-509 da circa 1400 kgs prodotta per le specifiche giapponesi, diretto da Mijiro Takahashi, il programma andò avanti anche se il sommergibile con un Me.163 completo era andato perduto durante il viaggio. Nel settembre del '44, nonostante avevano solo un manuale tecnico, i GIapponesi realizzarono nel settembre del' 44 un mock-up, poi fu la volta dell'aliante sperimentale MXY8 Akigusa che volò l'8 dicembre 1944 e volò bene. Ne vennero costruiti 3, di cui gli ultimi due erano stati costruiti a Yokosuka. Seguirono altri tipi appesantiti per simulare i pesi, e il primo J8M1 vero e proprio volò trainato già l'8 gennaio 1945 e ancora dimostrò di funzionare bene. Solo nel giugno del '45 venne consegnato il primo motore e il volo avvenne il 7 luglio, ma il motore si spense uccidendo il pilota collaudatore. Così finì il programma di volo mentre si tentava di aggiornare il sistema di propulsione per prevenire altre avarie. Gli aerei J8M1 erano armati con due armi da 30 mm, i Ki-200 ebbero invece un successore ingrandito con più carburante, il Ki-202. Ma nessun aereo di questo tipo volò mai, sebbene un J8M1 è stato recuperato ed esposto a Chino, dov'é tuttora. La velocità era prevista in cira 900 kmh a 10.000 m, e salire a 10.000 in 3,55 minuti circa, con autonomia di 5,5 minuti. Peso previsto circa 1,5-3,8 minuti, e l'armamento era previsto in due cannoni Type 5.
 
[[Immagine:Mitsubishi A7M2Kikka_Orange_Blossom_Kikka-10.jpg|330px360px|right|]]
Un programma che proseguì meglio e più avanti fu il '''Nakajima Kikka''', aereo a reazione che era chiaramente basato sul Me.262 ma con ala diritta e motori meno potenti. Le richieste vennero fatte alla Nakajima dopo avere visto cosa era capace di fare il caccia tedesco da parte dei Giapponesi che erano a Berlino. SI chiesero oltre 700 kmh di velocità e un raggio d'azione di oltre 200 km con 500 kg di bombe o 280 con 250 kg. C'erano altre specifiche richieste, ma al dunque il problema era dato dalla scarsa potenza dei motori. Prima vennero utilizzati addirittura i motoreattori Tsu-11 del tipo Campini, ma per fortuna dei Giapponesi presto arrivarono i motori N2-12 a reazione, da 340 kgs, però questi fallirono a fornire la spinta prevista. Ad un certo punto i Giapponesi ebbero le foto del motore BMW 003 e questo bastò per permettere ai tecnici di realizzare un nuovo motore il Ne-20 da 475 kgs. Era accettabile, ma il primo Kikka venne prodotto e completato solo per l'agosto del '45, davvero troppo tardi per qualunque impiego. Tanto più esso volò il 7 agosto, il giorno dopo Hiroshima. Oramai era la fine, e quel che è peggio il secondo volo dell'11 (dopo anche Nagasaki) i razzi RATO vennero montati male e l'aereo abortì il decollo. Tutto qui, con un secondo aereo in produzione, e 18 prototipi e aerei di preserie. Erano previsti aerei da ricognizione, addestramento, attacco anche e sopratutto per azioni kamikaze. Le vesrioni di serie avrebbero avuto motori come i Ne-130 e i Ne-330 da circa 900 kgs, ma tutto questo non ebbe mai completamento. Con una velocità stimata di circa 600 kmh slm, e 700 kmh a 9.000 m, si arrivò a circa 12.000 m di quota, raggiungendo i 10.000 m ain 26 minuti. L'armamento previsto era di una bomba da 500 kg o due cannoni, ma non venne installato sui due prototipi. Così finì il programma per i caccia giapponesi a reazione.