Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Gran Bretagna: differenze tra le versioni

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La Gran Bretagna fu una nazione piuttosto ben sviluppata tecnologicamente, che venne interessata a numerosi progetti avanzati, ma senza eccedere nella ricerca delle migliori prestazioni.
 
===Corazzati===
Esercito:
[[Immagine:Comet tank 1.jpg|300px|right|thumb|Il Comet, evoluzione finale dei Cruiser britannici]]
*'''Centurion'''
I carri armati britannici vennero sottoposti a continui aggiornamenti, ma alcuni difetti d'origine li limitarono spesso, sopratutto quando si trattò di aumentare l'armamento. Questo era vero sopratutto per via delle ferrovie inglesi, che avevano uno scartamento minore di quelle continentali e siccome questo affliggeva la larghezza dei vagoni, i carri stipati al di sopra avrebbero avuto necessità di mantenersi piuttosto stretti. Questo significava un anello di torretta più piccolo del desiderabile. Prima che la cosa fosse risolta molti tipi di carri armati erano stati costruiti con limitate possibilità di crescita. I primi carri inglesi erano leggermente armati e corazzati, oppure erano molto lenti. I '''Matilda''' furono forse i migliori, essendo lenti sì, ma ben corazzati, tanto da essere virtualmente immuni ai piccoli cannoni controcarri dell'epoca. Solo i pezzi da 88 tedeschi li trasformeranno in bersagli da tiro a segno. Nell'insieme erano carri 'sani', capaci di resistere al tiro nemico e a differenza dei mezzi francesi, con torre triposto e cannone ad alta velocità, per un impiego ottimale del mezzo anche contro altri carri armati. Idem per le radio, usualmente presenti e funzionanti. Stranamente il Matilda ebbe un seguito nel '''Valentine''' così detto perché presentato il 14 febbraio, che era un carro molto più piccolo e limitato, e nondimeno a stento altrettanto veloce (se si può dire, visto che raggiungeva poco oltre i 20 kmh) e meno corazzato. Era però più facile da costruire e al dunque finirà per rimpiazzare il Matilda. Sopratutto, con enormi sforzi fu possibile mettergli in torretta un cannone da 57 e poi da 75 mm al posto dell'originario pezzo da 40. La perforazione di quest'ultimo era notevole, il British Army aveva cannoni molto 'caldi' all'opposto della Royal Navy. Questo perché con cannoni piuttosto piccoli doveva curare al massimo le loro doti balistiche per conferire abbastanza potere perforante. I pezzi navali, invece, erano piuttosto 'freddi' per non usurarli troppo in fretta: dopotutto, la Royal Navy doveva operare in tutto il mondo e sostituire le anime dei cannoni di grosso calibro era difficile e da farsi solo in pochi centri specializzati. I pezzi da 40/53 mm perforavano 53 mm a 30° a 455 m, i cannoni da 57 mm ,analoghi come i 40 mm ai pezzi controcarri paricalibro, arrivavano a quasi il doppio di tale valore. I cannoni da 75 erano invece ricavati dai 57 mm, non erano migliori in termini perforanti ma erano capaci di sparare utili granate HE da 6 kg. I Churchill usarono anche cannoni americani di M4 Sherman fuori uso, come misura temporanea.
*'''Comet'''
 
*'''Challenger'''
Nel frattempo i carri inglesi miglioravano anche nel settore dei carri 'incrociatori', che sacrificavano la corazzatura -mantenendo l'armamento- per una maggiore velocità: come i sovietici fecero con i KV e i T-34. Solo che i britannici avevano solo cannoni da 40 mm, l'Armata Rossa ragionava in termini di 76 mm, che era un'arma ben più temibile. Oltretutto i cannoni da 40 mm erano usualmente privi di proiettili HE, specie se avevano l'adattatore subcalibrato Littlejhon, che garantiva prestazioni davvero impressionanti (quasi pari ai 57 mm), ma al costo di un proiettile più piccolo. Non ebbe molto successo, si preferì piuttosto aumentare il calibro e usare armi meno 'critiche' come capacità complessive.
 
I carri leggeri erano per lo più i discendenti dei 'Tankette', che si scontrarono anche con i cugini italiani L3, pure loro discendenti dallo stesso modello Carden-Lyoid degli anni '20. I Vickers però pesavano 5,5 t ed erano armati di una torretta mobile che possedeva una mitragliatrice da 12,7, arma capace di perforare le corazze leggere dei carri come gli L3. Questo, sia pure a distanze ridottissime (18 mm di perforazione a breve distanza, contro i 25 della M2 americana, arma ben più potente). I carri leggeri inglesi erano anche più veloci di quelli italiani e l'unico svantaggio era la sagoma più alta. Ma al dunque, erano vulnerabili all'artiglieria e a carri armati decenti (tipo i Panzer II). La loro carriera venne presto eliminata a favore degli M3 e M5 americani, armati con il pezzo girostabilizzato da 37 mm e con corazze spesse anche oltre i 40 mm. Erano veicoli da oltre 12 t praticamente pari ai carri M italiani, rispetto a cui erano più veloci.
 
Gli inglesi tuttavia continuarono con i carri leggeri '''Tetrarch''', che avevano appena 4-16 mm di acciaio ma erano utili perché aviotrasportabili con i grandi alianti Hamilcar. Ebbero anche impiego terrestre con i Sovietici, ma sebbene rapidi e armati con un cannone da 40 mm, non erano certo mezzi adatti alle grandi battaglie campali, data la loro vulnerabilità.
 
 
Gli inglesi svilupparono molti tipi di carri incrociatori e da fanteria: tra i primi i '''Crusader''', i '''Cromwell''', i '''Challenger''', '''Comet''' e '''Centurion'''. Tra i secondi sopratutto i '''Churchill'''. Questi ultimi furono mezzi formidabili, capaci di resistere entro certi limiti anche ai cannoni da 88. Avevano oltre 100 mm di acciaio già nei primi modelli con il pezzo da 40 mm, poi arrivarono carri armati con il 57 mm e infine quelli con il pezzo da 75. Erano nel frattempo diventati ancora più protetti con corazze spesse fino a 152 mm. La velocità calò da 28 a 20 kmh, ma agli equipaggi piacevano: pur se con cingoli avvolgenti dal disegno apparentemente obsoleto, riuscirono a resistere al tiro di molti proiettili nemici e a scalare montagne in Tunisia e Italia, anche se erano troppo lenti per sfruttare i successi locali penetrando nel dispositivo nemico. Fallirono miseramente in quella missione malamente pianificata che fu lo sbarco a Dieppe, dove la quarantina di carri andò perduta e diede ai Tedeschi modo di studiare la nuova realizzazione inglese. Però ad El Alamein, usati con maggior granus salis, 5 di questi carri si comportarono bene e fu un peccato per gli inglesi che non ce ne fosssero di più. 4 dei 5 carri sopravvissero alla battaglia, di cui uno colpito da circa 80 cannonate (cose simili accaddero anche ai KV-1 sovietici nel '41). Furono eccellenti come mezzi speciali, dai carri demolizione a quelli lanciafiamme e ne vennero costruiti oltre 5.000, come del resto i carri Crusader o i Valentine. Ma questi erano carri da quasi 40 t e non di 15-19.
 
I successori dei Crusader, dimostratisi poco armati e vulnerabili al tiro nemico (ma apprezzati per bassa sagoma e velocità) furono i '''Cromwell''', che per la prima volta non furono concepiti con i pezzi da 40 mm, ma passarono subito ai 57 e poi ai 75 mm. Nemmeno loro erano del tutto esenti da critiche, anche se la sagoma era molto bassa e il motore Meteor da 600 hp mobilitava circa 25 t in maniera tale che la velocità superava i 60 kmh, persino troppi per non rischiare lo scingolamento o altri danni. Erano carri paragonabili per mobilità ai Leopard 1. Troppa mobilità e poca potenza di fuoco contro i Panzer tedeschi condussero al '''Challenger''', un grosso Cromwell allungato con scafo a sei ruote per lato anziché 5, con una torre molto alta e il pezzo da 17 libbre, l'unico inglese efficace anche contro il Tiger. Era ben protetto con piastre fino a 102 mm, ma troppo alto di sagoma e lento nel brandeggio della torretta. Tutto sommato questo carro da circa 32 t era meno riuscito dello Sherman Firefly, modifica inglese del mezzo americano. Mentre i Cromwell finirono spesso a fare i carri esploratori, i Challenger davano supporto di fuoco a distanza, sempre che fossero in grado di seguirli. Comunque ne vennero prodotti solo un paio di centinaia.
 
I Britannici non demorsero e produssero il loro miglior carro incrociatore: il '''Comet''', armato con un pezzo da 77 mm appena meno potente del 17 libbre. Era un carro ben armato e ancora molto veloce, con l'unica limitazione che non aveva corazze inclinate per aumentare la protezione, che comunque arrivava frontalmente a circa 102 mm, e la sagoma era più bassa del Challenger.
 
Ma l'ultimo e migliore carro fu certamente il '''Centurion''', che si potrebbe sia definire il successore dei carri Cruiser che di quelli da fanteria: era lento, pesantemente armato e protetto, ma con caratteristiche più da carro controcarri che da mezzo di supporto fanteria. Era inizialmente armato con un 17 libbre e una mitragliera Polsten da 20 coassiale, la corazza di scafo era di 75 mm e di torretta arrivava a 152. Ma solo sei carri fecero in tempo a partecipare alla guerra. Nei decenni successivi i Centurion risulteranno prodotti in oltre 4000 esemplari e esportati in 4 continenti; il loro curriculum è stato tra i migliori, anche per via dell'attitudine a ricevere miglioramenti in corazza e armi, tanto che crebbero da 43 t a circa 50. La loro massa iniziale era simile a quella del Panther che erano nati per contrastare, di cui erano più lenti, un pò meglio protetti, ugualmente armati. Anche i Comet saranno per lunghi anni in servizio in parecchi esemplari, essendo nettamente più veloci (50 contro 34 kmh) dei Centurion e quindi utili per molti scopi.
 
Assieme ai carri armati M3 e M4 Americani (arrivati in un momento assolutamente critico in cui, nel '42, il British Army era andato in crisi nera: saranno soprattutto questi mezzi a fermare l'Asse e poi a vincere ad El Alamein), alla loro modifica in 'Firefly', ai cacciacarri M10 e M10 Achilles, questi sono stati i mezzi che i Britannici hanno usato per combattere la guerra. Molti carri mediocri, ma prodotti in decine di migliaia di esemplari. Al dunque di 'avanzato' ci sono stati essenzialmente i Centurion, gli ultimi Churchill e i Comet. Ma senza elencare brevemente la lunga dinastia dei carri britannici questi mezzi sarebbero stati incomprensibili.
 
Un altro settore da ricordare è quello delle blindo. Di queste ve ne fu uno schieramento notevole, mezzi molto efficienti e affidabili (a differenza dei carri armati, che fino al '43 erano flagellati da numerosi guasti), spesso armate con pezzi da 40 mm anziché i soliti 20 mm tipici delle blindo dell'Asse. Ma le blindo pesanti AEC arrivarono anche a quelli da 57 e 75, restando dei veri carri armati su ruote, pur essendo ancora dei mezzi 4x4, e raggiungendo un peso di 13 t. Erano molto pesanti e l'uso principale era quello di sostegno alle blindo più leggere. Per quanto non prodotte in grandi quantità esse sono le blindo più potenti della II Guerra mondiale, a parte forse la Puma tedesca quando armata con il pezzo da 50 mm. Anche la corazza era molto robusta (circa 30 mm come massimo).
 
 
 
 
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