Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/USA: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale}}
[[Immagine:USA Flag Map.png|150px|left|thumb|]]
Gli USA si poterono permettere sia il lusso di fare grandi ricerche e al tempo stesso di produrre un gran numero di mezzi bellici ottimizzati per un discreto livello di prestazioni, ma tenendo conto sopratutto delle esigenze di produzione. Per esempio nel caso dei carri armati, quando abbandonarono l'M6 per concentrarsi sull'M4, per poi ritrovarsi con l'M26 Pershing, ma solo alla fine della guerra. Non fu certo così nel caso dei velivoli, anche se le esigenze produttive vennero comunque mantenute nella giusta considerazione; mentre per le navi si adottò una concezione flessibile: supercorazzate e grandi portaerei, ma anche cacciatorpediniere di scorta e corvette fatti in centinaia di esemplari. Per non dire delle navi 'Liberty', uno dei misconosciuti pilastri della vittoria Alleata in quanto solo con un tale programma era possibile trasferire tutte le truppe e i materiali destinati ai teatri oltremare.
 
Riga 82:
 
===L'US Navy===
[[Immagine:F8F Bearcat VF-31.jpg|320px|left|thumb|]]
Qui l'evoluzione fu meno drastica, un pò perché c'erano gli ottimi ma assolutamente classici '''[[w:Grumman F6F|F6F]]''' a dominare, un pò perché gli F4U Corsair si stavano confermando dei notevolissimi caccia multiruolo, anche se molto difficili da pilotare in operazioni su portaerei (almeno per la media di esperienza dei piloti di allora). Ma nondimeno vi furono dei miglioramenti delle formule. Una fu quella dei caccia F6F, che ebbero una sorta di derivato 'rimpicciolito', più simile a dire il vero al Wildcat. Era l''''[[w:Grumman F8F|F8F]]''', un caccia ad alte prestazioni che ebbe ordini per 8.000 esemplari, ridotti poi a 1.263. Con una cellula ridotta all'essenziale, era caratterizzato dall'avere estremità alari staccabili in caso avesse incassato uno sforzo eccessivo. Se si staccava una sola estremità, era previsto un sistema di bulloni esplosivi che staccava automaticamente l'altra. Erano aerei dalle caratteristiche eccellenti: la velocità orizzontale era di oltre 644 kmh, ma un F8F appositamente preparato raggiunse gli 805 kmh a 5.700 m, il primo e unico caccia ad elica dell'USN capace di superare gli 800 kmh, raggiungendo le 500 miglia orarie. A parte questo, la salita, necessaria per intercettare i velivoli nemici, era tale che nel '46 un F8F salì a 3.000 m in 1 minuto e 34 secondi, stabilendo un record nazionale, nonostante la presenza di aerei come i P-80. A parte questo, anche in picchiata l'F8F era veloce: in un'occasione un'intera formazione volò fin verso terra riprendendosi a breve distanza dal suolo: avevano superato tutti i 960 kmh, prestazione che solo saltuariamente era stata ottenuta da Spitfire e dal Re.2005, tra i pochi segnalati con questa capacità: ma nessuno poteva farlo con tale disinvoltura in picchiate di gruppo. Il Bearcat ebbe l'evoluzione col modello F-2 armato di 4 cannoni da 20 anziché da 12,7 mm, e infine una cinquantina ebbero radar APS-19 da caccia notturna. Ma anche il Bearcat non ebbe modo di combattere durante la guerra, solo i primi vennero approntati. A titolo di curiosità fu il Bearcat a surclassare nei confronti aerei il P-51 Mustang nel suo secondo assalto all'USN. Per quando il P-51 decollò, l'F8F già gli faceva i tonneaux attorno.
[[Immagine:Bearcat Grumman F8F-2 Rare Bear.jpg|300px|right|thumb|Il 'Rare Bear']]
Riga 224:
*Armamento: 6x12,7 mm, oltre a 10 razzi da 127 mm o 2 bombe da 454 kg
 
Ci si potrebbe chiedere la ragione del cambio di layout dell'aereo: perché non era stato pensato prima di sistemare lo scarico dietro la coda? La risposta è che i primi turbogetti erogavano poca spinta, e se possibile era meglio ridurre la lunghezza dei tubi di scarico per evitare perdite di potenza. Ma con questo motore a reazione, estremamente potente, la cosa poté essere accettata: niente motori in posizione stravagante come quello dorsale dell'He-162, oppure al contrario, con la fusoliera accorciata come nel D.H. Vampire. La potenza si sarebbe così abbinata ad un'aerodinamica ottimale. Questo non impedì che il rapporto potenza-peso fosse scarso quanto quello del Me.262, che aveva la stessa potenza ma in due motori alari, il che liberava del tutto la fusoliera dalla loro presenza. La durata della componentistica era importante: nel caso dei motori americani era possibile usare leghe d'alta qualità e questo aiutava a migliorare le cose rispetto a quanto facevano i Tedeschi. Ma anche così i primi motori a reazione avevano una durata realmente minima. Anche il carburante, tanto che vennero adattati dei serbatoi a goccia sotto le estremità alari.
 
In ogni caso, se la guerra fosse durata, il P-80 avrebbe costituito un valido avversario per i jet tedeschi. Invece, dopo alcuni miglioramenti si ritroverà, con il tipo F-80C (motore da 2.270 kgs, 956 kmh, effettiva capacità di cacciabombardiere che nei primi P-80 era puramente nominale data la carenza di raggio d'azione), ad abbattere aerei russi sopra la Corea, anche se i MiG-15 si sarebbero presto dimostrati nettamente superiori. Il suo derivato TF-80C, ora T-33, resterà in produzione in migliaia di esemplari (come il MiG-15UTI leggermente più potente) quale addestratore avanzato e collegamento veloce. E' ancora in servizio.
Riga 230:
 
===FH-1: il primo Phantom===
[[Immagine:FH-1s NAN11-49.jpg|300px|right|thumb|Una formazione di FH-1 che fa apprezzare ogni aspetto della loro formula costruttiva]]
I neofiti dell'aviazione potranno notare come uno dei grandi classici della storia aeronautica, l'F-4, è nominato Phantom II. Questo pone l'ovvia domanda di quale sia stato il Phantom I. La sua storia, misconosciuta e operativamente quasi irrilevante, merita nondimeno di essere raccontata. Infatti quest'aereo fu il primo jet dell'US Navy, il primo jet navale e il primo aereo di serie della McDonnell, ditta che si affacciava all'orizzonte in quegli ultimi anni della guerra. Questo piccolo aereo ad ala diritta era di fisionomia del tutto convenzionale, con ala bassa e diritta, tettuccio a goccia, piani di coda che avevano la caratteristica d'essere inclinati verso l'alto. L'attitudine della 'dinastia' McDonnell di piegare i piani di coda verso l'alto, e poi verso il basso, sarebbe stata una caratteristica costante, come anche in quasi tutti i casi, una configurazione bimotore. Il prototipo volò a Saint Louis, sul Lambert Field il 26 gennaio 1945. Dopo vari studi si era deciso di utilizzare due J30, ma la Westinghouse non fu in grado di fornirli entrambi e così, per bassa che fosse la loro potenza, il prototipo volò con un solo motore. Questo era l'XFD-1 (D stava per Douglas, segno premonitore di quello che sarebbe successo anni dopo), ma la McDonnell ebbe una 'lettera' apposita per non fare confusione, la H. Così quando vennero prodotti gli aerei, vennero chiamati FH-1 Phantom. Ne vennero costruiti 60 ma nessuno venne usato in guerra. Pensati come parte del potenziamento in vista dell'invasione del Giappone, non ebbero modo di mettersi in evidenza data la fine delle ostilità. Il 21 luglio 1946 il primo FH-1 atterrerà sulla portaerei F.D. Roosvelt e le consegne iniziarono solo nel dicembre del '46, per concludersi nel '48, sopratutto per il VMF-122 dei Marines.
 
Line 256 ⟶ 257:
 
Aviazione:
*'''P-61'''
*'''XB-43'''
*'''Elicotteri'''