Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Francia 3: differenze tra le versioni

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==Mezzi terrestri==[[Immagine:SOMUA-S35-Aberdeen.0007qkq1.jpg|330px|right|thumb|Il SOMUA S.35 del museo di Aderbeen]]
==Mezzi terrestri==
I corazzati francesi sono una realtà di tutto rispetto fin dal 1916. La Prima guerra mondiale vide gli Schneider e i St. Chamod, ma sopratutto i più piccoli '''FT-17''', in azione in maniera non dissimile dai mezzi inglesi. Il loro debutto vide già 127 carri impiegati. Ma a dire il vero, i primi corazzati francesi non erano molto validi, con uno scafo più lungo dei cingoli che non aiutava a superare le trincee. Con l'FT rinunciarono alla potenza di fuoco per uno scafo sorprendentemente piccolo (erano dei mezzi 'utilitari') di appena 7 t con torretta brandeggiabile. Erano i primi
 
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Dopo avere combattuto e dimostratosi un duro combattente, i Tedeschi utilizzarono buona parte dei circa 770 costruiti, ma per lo più come mezzi anti-partigiani in Francia; 30 vennero mandati al Regio Esercito, ma vennero usati solo per un reparto in Sardegna che non combatté attivamente. Forse la torretta monoposto era considerata 'indesiderabile' per il combattimento moderno. In ogni caso la cupola venne 'aperta' con un portello simile a quello dei mezzi tedeschi, mentre venne aggiunta una radio (gli italiani ne usarono una di propria produzione).
[[Immagine:Char-B1bis-Saumur.0004axt0.jpg|300px|right|thumb|Il B1bis]]
 
I carri armati pesanti erano i '''Char B.1'''. Nati nei tardi anni '20, inizialmente erano una specie di cannone d'assalto con un pezzo da 75 mm corto, che era azionato dal pilota con un sistema sofisticato che ricorda quanto fatto poi con il carro 'S' svedese. Poi apparve il B1 con una torretta da 47 mm simile a quella dell'S.35, e corazza massima di circa 40 mm; infine fu la volta dei B1 bis, corazzati con un massimo di 60 mm di acciaio. Questo carro pesava in quest'ultima edizione 32 t. Il potente motore a benzina con una grata sul lato destro, poteva dare una elevata mobilità nonostante il peso. Di fatto era l'equivalente del T-28, o poi del Matilda. Era più corazzato del primo e più armato del secondo, ma aveva un layout inefficiente, con 4 uomini di equipaggio di cui 2 quasi inutili (radiofonista e porgitore). Destinati alle DCR, essi erano mezzi piuttosto lenti e poco mobili in termini strategici. Per esempio la loro autonomia era limitata a 140 km su strada, il che causava un problema: tenere le batterie in carica per intendere gli ordini per radio non era facile. Per una volta che i carri francesi avevano un carro armato con radio, non riusciranno ad usarle bene per tali motivi quando vennero sorpresi dalla 7a Panzer di Rommel, i cui carri cecoslovacchi circondarono i carri francesi e li tempestarono di colpi ai cingoli e alla grata del motore. Lo Char era formidabile come corazzatura (almeno il modello bis), e secondo per resistenza solo al Matilda II britannico. I cingoli però erano vulnerabili essendo la struttura simile a quella dei carri 'a losanga' della I GM inglesi. Ma i cingoli di questo tipo permettevano anche una grande mobilità tattica, assieme al motore da oltre 300 hp. Gli Char B1 si dimostrarono però anche formidabili combattenti quando questi pachidermi non erano sorpresi dai più veloci e reattivi carri tedeschi. Considerati piuttosto obsoleti, i superstiti degli oltre 400 prodotti non ebbero nel dopo-campagna di Francia un uso consistente, per esempio alcuni vennero usati per prove dal Regio Esercito ma senza esito operativo. Questo carro aveva corazze imbullonate, anziché di fusione. L'aspetto piuttosto scabroso del mezzo venne notevolmente accordato con una superficie molto levigata, in stile SUMUA, nel modello B1ter. Ma solo 3 di questi perfezionati mezzi vennero completati con successo, mentre altri progetti vennero solo immaginati o rimasero comunque sulla carta. I Tedeschi ne usarono alcuni con lanciafiamme al posto del cannone da 75, oppure trasformati in semoventi da 105 mm.
 
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==Artiglierie==
[[Immagine:75mm field gun m1897 3.jpg|300px|right|thumb|Il
Mle 1897]]
Le artiglierie erano un'altro punto forte dell'Armée. I vecchi '75' , i Modello 1897 con la loro cadenza di tiro elevata (25 c.min) grazie ad un meccanismo segreto, erano stati piuttosto sopravvalutati all'inizio della guerra, anche se in ossequio alla strategia dell'attacco a tutti i costi, praticamente non c'era altro che questi leggeri cannoni capaci di tirare colpi da 6 kg a 11 km. Ma contro le trincee non erano efficienti. Ma nel '40 ce n'erano ancora oltre 4.500 esemplari. Migliaia di altri erano sparsi nel mondo (stranamente non in italia, che pure aveva un modello di cannone francese, il Mod. 11, da 75 mm), tanto che erano usati largamente dall'Esercito americano. Erano stati resi mobili grazie alle ruote a pneumatici. In seguito, del grande parco cannoni preso ai francesi (chiamati FK 97(f)) moltissimi vennero trasformati in Pak 97/38 dai Tedeschi, per uso controcarri, mentre anche i Francesi li usarono in questo modo con lo scudo del cannone parzialmente tagliato e abbassato. A Bir Hakeim il loro potere perforante (50 mm/30°/500 m) si fece sentire contro i carri 'M' italiani. Anche i pezzi dati agli italiani in URSS, con un proiettile HEAT come standard ebbero successo contro i carri T-34.
 
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Peso:1.700 kg in assetto di marcia, 1.627 in posizione, direzione 5°, alzo -6/+50°, proiettile 15,7 kg a 442 ms per una gittata di 10.300 m.
 
 
C'erano altre artiglierie, come gli obici e i cannoni da 155 mm e anche i vecchi cannoni della I GM dell'artiglieria pesante, sia ferrorivaria, che da posizione, che semovente, fino al 340 mm. I sistemi semoventi erano su di un grande scafo che poteva portare un obice da 280 o un cannone a lunga gittata GPF da 194 mm, capace di oltre 20 km. Il primi esempio del concetto fatto proprio con gli M110 americani.
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I cannoni contraerei erano pure numerosi, ma si trattava per lo più dei 75 mm adattati al tiro contraerei. C'erano sia i cannoni da 75 modificati con una nuova b.d.f. di tecnologia moderna, che cannoni del tutto nuovi. In tutto questi ultimi erano almeno 400.
 
Poi c'era il problema della difesa a bassa quota. L'esercito francese pensava che c'era bisogno, come armi contraeree, solo di due tipi: il '75' ammodernato e una mitragliatrice pesante da 12,7 o 13 mm. Era un concetto molto opinabile, e la Hotchkiss già nel '32 produsse un cannone da 25 mm di tipo moderno, a tiro rapido con alta velocità iniziale. Lo presentò ai militari che tuttavia lo giudicarono inutile, nonostante la sua potenza. Ma poi venne la guerra in Spagna e allore le opinioni sui cannoni automatici cambiarono in fretta. I militari si precipitarono ad ordinare alla ditta questi cannoni, ma solo nel '38 si risolsero tutti i dubbi relativi a cadenza di tiro, tipo di affusto e così via. Troppo tardi, specie considerando che nel frattempo erano in produzione le armi ordinate dalla Romania che già occupavano le linee di montaggio. Alla fine vennero fuori due tipi di 25 mm, il Mod 1938 con affusto trainabile su di un unico asse, e il Modele 1939 per impiego su postazione fissa. Ne venne sperimentato un tipo per la Marina, anch'essa in bisogno disperato di armi moderne per la difesa contraerea. Infine si passò a realizzarne un affusto binato terrestre ,il Mod 940. Questi cannoni erano pensati per essere, allora come oggi, di un gradino superiori rispetto ai pezzi da 20 mm, con proiettili potenti, lunga gittata, e ancora una cadenza di tiro più che accettabile. Esistevano anche proiettili perforanti. Il peso in batteria del Mod 38 non era basso: 850 kg, ma sparava proiettili da 290 gr a 3 km e 250-350 colpi al minuto, molto di più di un cannone da 20 mm (tipicamente colpi da 120-130 gr a 2 km e cadenza di 250-400 c.min), velocità iniziale 900 ms (anche questa molto alta). Il problema a quel punto fu che questo cannone da 25/60 mm al maggio 1940 era stato prodotto solo in poco oltre 1.000 esemplari, e non riuscirono a fermare i Tedeschi. Questi catturarono e usarono i cannoni di questo tipo, ne cedettero alcuni agli Italiani, e il progetto base venne usato anche dai Giapponesi come arma standard, sopratutto navale (anche oltre 100 per nave). I Francesi fallirono invece con il cannone da 37 mm, dalla scarsa gittata e potenza. Questo era un progetto Schneider e venne anch'esso respinto dall'Esercito che non ne vedeva l'utilità; venne venduto nondimeno alla Romania e anche alla Marina francese.

Al solito, dopo le esperienze della guerra civile spagnola si cambiò idea sull'utilità dei cannoni di medio calibro e si ordinò come Mod 37 questo cannone, con un lotto di ben 600 pezzi da consegnare entro il 1941. Ma già si era capito che quest'arma aveva una canna troppo corta e una gittata massima, con le sue munizioni di 0,55 kg a 800 ms, paragonabile a quella del 25 mm. Solo che il Mod 1937 pesava 1.340 kg, anche di più di un cannone da 75 mm campale. Se non altro sparava 175 colpi al minuto, anche se nemmeno le munizioni erano particolarmente efficaci. Comunque, per quando apparve, era nonostante tutto un pezzo all'avanguardia. Sta di fatto che nei tardi anni '30, per quando venne adottato, il miglior cannone della categoria era il Bofors e così, dopo avere valutato di produrlo su licenza i Francesi preferirono comprarlo dai Polacchi, che già lo costruivano. Visto che il pezzo da 37 francese era un cannone lento da assemblare, vennero ordinati anche molti 37 mm americani, che però non sarebbero mai stati consegnati in tempo. Il Mod 37 venne prodotto in pochi esemplari e i Tedeschi non lo ritennero degno di essere riutilizzato se non per le fonderie. Così sparì dalla scena questo sfortunato cannone contraerei.
 
La Hotchkiss produsse anche un altro 25 mm, stavolta controcarri: il mle 1934 semiautomatico, arma prevista originariamente per i carri armati della Prima guerra mondiale. Ma il progetto era stato approvato solo nel '34. Tuttavia per il 1939 ce n'erano in servizio 3.000 esemplari, assieme al mle 1937 della AMX, che serviva per le unità di fanteria ed era più leggero. Venne prodotto in piccola quantità, se comprato al precedente. Il mle 1934 venne dato in carico anche agli Inglesi, che ricambiarono cedendo alcuni fuciloni controcarri Boys da 13,97 mm (capacità perforante di 21 mm a 300 m), ma questo cannone era piuttosto debole al traino meccanizzato e così gli inglesi, che erano con il loro corpo di spedizione l'unica unità interamente motorizzata in Europa (all'epoca era normale avere cavalli per il traino, anche nella Germania) lo caricarono direttamente sui camion, facendone il primo cannone 'portee' della loro lunga serie. Il Mod. 1937 era invece troppo debole al traino e alle volte subì danni anche se era solo ippotrainato. Il peso era di 310 kg contro i 496 del Mod 1934, l'alzo di -5/+26° contro -5/+21, il settore di direzione era invece ridotto a 37 contro 60 gradi. La canna del Mod 1937 aveva lunghezza di 1,92 m anziché 1,8. Per il resto, entrambi sparavano un proiettile piuttosto potente che pesava 0,32 kg e perforava 40 mm a 400 m con angolo di 30°. Di fatto però, nonostante si trattasse di armi moderne (v.iniziale ben 900 ms), i loro colpi risultarono troppo modesti quanto ad efficacia contro i carri tedeschi, effettivamente ingaggiabili non oltre i 300 m, un rischio nonostante la presena di scudi protettivi piuttosto larghi sul mod. 1934 (con la parte superiore di forma irregolare, per non essere facilmente avvistato, differentemente dal pezzo da 40 inglese). Nondimeno, erano potenti quasi quanto i cannoni da 47/32 (43 mm a 500 m a 0 gradi) italiani. I Tedeschi ne usarono un certo numero come Pak 112 3 113, ma solo per le divisioni d'occupazione e sopratutto prima del '42. Con rammarico, dato il numero di armi presenti, dovettero constatare che non soddisfacevano le esigenze della guerra meccanizzata moderna.
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Così non fu per il cannone mle 1937, arma progettata presso l'Atelier de Puteax. Forse parente del mle 1935 dei carri S.35, non arrivò in servizio in quantità sufficienti per il 1940. Era stato immesso in servizio solo nel '38 e la produzione raggiunse il massimo l'anno dopo; 6 pezzi erano presenti nella batteria controcarri di divisioni e brigate, trainati dai semicingolati Somua. Pesanti in batteria 1050 kg, avevano uno scudo con bordo superiore irregolare, sparavano un proittile da 1,7 kg a 855 ms che perforava 80 mm a 400 m e con questo, tutti i carri del '40 grazie ad una b.d.f. di 2,49 m. Un modello simile apparve per la difesa statica della linea Maginot movimentata da rotaie per raggiungere le feritoie di tiro predisposte; un tipo leggermente modificato 1937/39, e infine il Mle 1939 che aveva affusto a tripode e capacità di brandeggio aumentata da 68 a 360 gradi (l'alzo era forse sempre lo stesso, -13 +16,5 gradi per una gittata di 6.500 m). Questo ne faceva un'arma controcarri molto mobile, ma il concetto sarebbe stato fatto proprio solo da altre armi come l'obice da 105 tedesco di ultima generazione e il D-30 sovietico da 122 mm. I Tedeschi ebbero un'alta opinione del cannone francese e lo riutilizzarono come Pak 141(f) 4,7 cm. Del resto nel '40 era il miglior cannone controcarri esistente, superando anche il pezzo cecoslovacco vz 36 (51 mm a 640 m).
 
==Fanteria==
 
Le armi portatili non erano molto moderne, ma non mancarono bombe a mano di tipo piuttosto efficace, mitra, mitragliatrici Hockthiss, queste ultime sia da 8 che da 13,2 mm (simili come caratteristiche alle M2 americane). I mortai Brandt da 60, 81, forse già anche da 120 mm, erano i migliori. I mortai da 60 erano molto meglio di quelli leggeri da 45 e 51 mm che erano la norma all'epoca per le unità di fanteria. I pezzi da 81 erano le armi standard, riprodotte nel resto del mondo, del settore mortai pesanti: progetti derivati o copie erano stati adottati da Italia, Germania, URSS, USA. Sono in servizio ancora oggi, come anche quelli da 60 mm, se non altro perché entrambi vennero prodotti negli USA durante la guerra, e poi dalla Cina, tanto che i vietcong li usavano contro gli americani in Vietnam. Sparando fino a 30 c.min da 1,6 kg in un minuto, su di un raggio di 1,6 km erano grandemente superiori rispetto agli 900 grammi e mezzo km di gittata dei mortai da 50, che erano meno pesanti ma meno potenti.
 
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Solo l'armamento delle 'Richelieu' era superiore a quello delle 'Dunquerke'. I Model 1935 da 380/45 mm che rinunciavano alla gittata ed alta velocità per un proiettile da 884 kg, pesando 92,2 t
. La carica esplosiva era di 22 kg per l'AP, sparato da 221 kg di polvere SD21. Con un alzo di 35 gradi e una vita utile di 200 colpi, il cannone sparava fino a 41,7 km, perforando 748 mm verticali a 0 gradi, 393 a 22.000 m, 331 a 27 kg (o 138 mm di ponte orizzontale). Il peso delle torri era di oltre 2.770 t. I cannoni secondari erano i Model 1930 in torri trinate che sparavano a 26.400 m 5 colpi al minuto da 54 kg AP, o colpi contraerei da 47 kg a distanze di 24 km o quote da 14 km. Erano gli stessi cannoni dei 'La Galissonnèire'. Tornando ad una architettura a tre batterie, il maggiore ruolo contraereo era affidato a sei impianti Model 1930 da 100 mm binati da 10 c.min, 15 km di gittata e 10 colpi al minuto.
 
I siluri più importanti, di calibro 550 mm, erano tipi come i 24V and 24M, in servizio dal 1926, con peso di 1.500 kg e lunghezza di 8,3 m. Aveva 310 kg di TNT e velocità che arrivava a 45 nodi su 4 km o 35 su 8 km.
 
I siluri aerolanciati, in servizio fin dal '26, erano pesanti 674 kg, di cui 144 di TNT, arrivavano a 44 nodi su 2 km di portata o 35 nodi su 3 km.
 
 
Infine da ricordare la sperimentazione di elettronica avanzata, sia pure limitata. Uno degli esempi era il '''D.E.M.''', il primo radar navale francese, con 4 antenne fisse orizzontali attorno al torrione delle 'Dunquerke'. Un'altro esempio era la ricetrasmissione televisiva: si sperimentava di usare una telecamera sui ricognitori navali e ritrasmetterla alle navi, un concetto davvero avanzato per l'epoca.
 
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I sottomarini erano anch'essi una flotta notevole, tra cui 6 posamine e il SOURCUF, il sottomarino più grosso del mondo, armato con due cannoni da 203 mm in barbetta anteriore. Sarebbe andato perso per una collisione a guerra inoltrata, ma era un sommergibile assai valido come costruzione. In tutto una marina potente, che come quella Italiana aveva 12 incrociatori leggeri, 7 pesanti, sei sommergibili posamine, una nave supporto idrovolanti (la C.DE TESTE). Le navi da battaglia erano più potenti di quanto era disponibile prima dell'arrivo delle LITTORIO, ma in ogni caso c'erano anche in costruzione, anzi in approntamento, la versione ingrandita delle Dunquerke, che da 26.000 t passavano a 35.000 (in realtà 41.000), le due '''[[w: Classe Richelieu (nave da battaglia) |Richelieu]]''' con 8 cannoni da 380 mm da circa 39 km di portata. Le 'Dunquerke', come tante altre navi francesi, si auto-affondarono a Tolone nel tardo 1942, quando si trattò di scegliere tra una navigazione pericolosa con la LW che dominava i cieli, o auto-affondarsi (in ogni caso senza farsi catturare dai tedeschi).

Le 'Richelieu' invece sopravvissero perché non si trovavano in patria ma all'estero. La seconda nave, la JEAN BART, partì addirittura incompleta delle artiglierie principali e la stessa capoclasse era ancora in rodaggio. Si trattava di navi possenti, con una robusta corazzatura e velocità di oltre 30 nodi, anche se di ridotta autonomia (appena maggiore di quella delle 'Littorio', certamente le peggiori tra le grandi navi da battaglia di ultima generazione), giustificata dalle previste operazioni in Mediterraneo.
 
 
===Note===