Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 4: differenze tra le versioni

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Sebbene questi caccia avessero previsto un radar EC.1 Gufo (come del resto i 'Capitani Romani'), che lo scafo di buone capacità nautiche (e di fondo piatto) avesse costruzione longitudinale, che le 14 paratie stagne avessero spessore minimo portato a 4 mm, torretta telemetrica a centro nave ecc, restavano unità con il limite fondamentale della scarsa autonomia che precludeva eventuali operazioni oceaniche; non c'era un armamento a doppio ruolo, e potenza di fuoco era abbastanza limitata. Rispetto quindi ai 'Soldati' si trattava di navi più potenti, ma considerando il costo erano navi di dubbia utilità. Restavano prive di armi doppio-ruolo e di adeguata autonomia, e arredamenti 'eccessivi' rispetto alle navi straniere (più peso totale). In ogni caso la guerra era oramai perduta e cercare di costruire queste navi nel '44 era pura utopia, tra la superiorità navale nemica e i bombardamenti aerei.
 
Nel dopoguerra materiali vennero usati per realizzare il caccia '''Impetuoso''', nave che ebbe successo.
 
 
 
===Torpediniere e corvette<ref>Armi da guerra 107</ref><ref>Armi da guerra 114</ref>===
Dopo le tante unità a livello di torpediniera della I G.M e periodo successivo, fino all'avvento delle veloci 'Spica' del 1934-37, ben 32 navi da circa 600 t teoriche, in realtà 795 t standard e 1.020 t a pieno carico, si arrivò a 19.000 hp di potenza per almeno 31 nodi. L'armamento comprendeva 3 cannoni da 100/47 mm da 16 km di gittata ma solo di tipo antinave, e varie mitragliere da 13, poi anche da 20 mm. Non mancavano i siluri che però erano solo 4 da 450 mm, di cui solo due lanciabili per ciascun lato. Poi c'erano fino a 20 mine e-o cariche di profondità.
 
Queste unità vennero vendute alla Svezia in due unità e poi realizzate là in altre 4. Delle 30 della Regia Marina, ne rimasero a galla solo 7 alla fine della guerra.
 
Simili a queste v'erano le 4 'Orsa' che però avevano solo 2 cannoni da 100 mm, erano più lente (attorno ai 28 nodi) e sopratutto erano specializzate non tanto nell'attacco antinave, ma nella scorta antisommergibili, cosa che le 'Spica' dovettero adattarsi a fare con meno efficienza. Le 4 Orsa sopravvissero tutte all'Armistizio, poi due vennero affondate prima della guerra.
 
Per avere un numero elevato di navi di questo tipo si pensò bene di realizzare le 'Ariete', impostate nel 1942-43, pianificate in 40 esemplari ma impostate in 16. Solo l'ARIETE entrò in servizio nell'agosto del '43, le altre vennero completate sotto controllo da parte tedesca. Solo la capoclasse e la BALESTRA sopravvissero alla guerra, e vennero poi destinate come danno di guerra alla Yugoslavia.
 
Questa classe di torpediniere aveva queste caratteristiche:
*Dimensioni: lunghezza 82,25 m, larghezza 8,6m ,pescaggio 2,8 m.
*Motore: 2 turbine a vapore a ingranaggi da 22.000 hp su due assi,velocità 3 nodi
*Armamento: 2 canoni da 100 mm, 2 singoli da 37 mm, 2 lanciasiluri trinati (con fuoco su entrambi i lati) da 450 mm, 28 mine
*Equipaggio: 155
 
Queste navi erano migliori delle 'Spica' come capacità antiaerea, attacco silurante, e vari miglioramenti. Ma non ebbe modo di farsi notare nel disastro bellico incombente. I Tedeschi ne usarono alcune, poi nell'ultimo convulso anno di guerra andarono perse o autoaffondate.
 
Le 'Gabbiano' erano corvette di moderna concezione, capaci di rispondere meglio alle necessità richieste dalla guerra. Nel 1942 ne vennero pianificate ben 60 esemplari. Esse erano simili alle 'Flower' britanniche per concetti, ma tecnicamente erano diverse: più strette e lunghe, due assi con eliche di piccolo diametro tendenti alla cavitazione. Ma la nave, con due assi, era molto maneggevole, e il pescaggio ridotto di circa un metro rispetto alla soluzione monoelica, il che aiutava molto in un mare come il Mediterraneo, caratterizzato da secche e banchi di mine. La costruzione era peraltro complessa e poco propensa ad essere prodotta in serie, molto a fare rumore per risonanza delle ossature.
 
Per rimediare, la Regia Marina sistemò due motori da 150 hp elettrici, per il movimento di caccia silenziosa, anche se ovviamente a velocità ridotta. Le 'Gabbiano' vennero impostate realmente in 42 esemplari e solo 29 completate prima dell'armistizio (altre probabilmente completate dai Tedeschi dopo), ma le perdite di guerra ammontarono a 20 unità.
 
Queste navi, con un bordo libero molto alto e un castello di prua esteso fino sotto l'unico fumaiolo, avevano le seguenti caratteristiche:
*Dislocamento: 670 t, max 740 t
*Dimensioni: 64,4 m, larghezza 8,7 m, pescaggio 2,53 m
*Motore: 2 diesel da 4.300 hp totali, 2 elettrici da 150 hp, su due assi; 18 nodi
*Equipaggio: 108
*Armamento: 1 cannone da 100 mm, 7 da 20 mm, su alcune 2 tls da 450 mm; cariche profondità.
 
Erano insomma navi che, a parte il rumore irradiato dai diesel direttamente ancorati -a peggiorare le cose- sulle ossature dello scafo, erano abbastanza ben equipaggiate per i ruolo ASW e contraereo.
 
 
===Unità sottili<ref>Nassigh, Riccardo: ''I mezzi veloci della Regia Marina'' RID Aprile 1994</ref>===
Dopo che già nel 1905 gli inglesi realizzarono un modello sperimentale silurante da 4,5 t da 20 nodi e due siluri, gli Italiani tentarono di fare altrettanto nel 1906, ma non ebbero buona riuscita. I motori divennero più affidabili e allora fu possibile realizzare da parte dei Francesi e poi degli americani dei validi mezzi, anche se il primo cliente fu la Marina russa, che nel 1908 comprò 10 navi americane.
 
Dopo la realizzazione di centinaia di questi mezzi ASW e d'attacco silurante o cannoniero durante la I GM, si ricominciò a sviluppare mezzi veloci con il MAS 424 del 1923, con motore da 1.500 hp e 40 nodi. Ma il problema era l'indisponibilità di adeguati motori affidabili, fino a che attorno alla metà degli anni '30 arrivarono i motori IF da 1.000 hp. Due di questi servirono per i MAS 500, che inizialmente avevano 20, poi 29 t di disclocamento, che rendevano possibili fino a 45 nodi. Nel 1940 c'erano varie navi di vecchio tipo, e ben 64 MAS 500. Lo scafo planante era ideale per la velocità, ma non certo per le doti marine. La carena a spigolo era ben diversa, e quella scelta dai tedeschi per le loro famose S-Boote.
 
Gli Italiani pensarono a questa soluzione nel 1935 con la torpediniera Stefano Turr, da 64 t per 32 metri, con 4 diesel da 3.000 hp per 30 nodi e 1.582 miglia a 16,6 nodi. C'erano 4 tls da 450 mm, 2-3 armi da 13,2 mm, 1 da 6,5 mm, 12 bombe ASW. Ma i motori non erano a punto e lo scafo si dimostrò prone alla corrosione, e alla fine, dopo anche un tentativo di rimpiazzare i suoi motori con quelli a benzina, venne radiata nel 1941.
 
La cosa rimase come un dato di fatto fino al 1941 stesso, quando invadendo la Yugoslavia gli Italiani trovarono alcune motosiluranti tedesche comprate da Belgrado: 32 nodi, 62 t, 2 tls da 550 mm, cannone Bofors da 40 mm. I motori avevano problemi di affidabilità, ma queste sei navi furono un modello per le MS, ovvero Motosiluranti per la Regia Marina, con una prima serie di 18 navi da 63 t, armate con 2 cannoni da 20 e 2 siluri da 533 mm. Altre 18 seguirono poi. La minaccia aerea, che rendeva i poco armati MAS vulnerabili, aiutava a considerare meglio queste navi più grandi e capaci anche se più lente. I motori erano affidabili, anche se erano a benzina.
 
Le VAS erano invece le Vedette ASW, che avevano il compito di pattugliare sotto costa contro i sottomarini, dal momento che il rendimento dei MAS e delle Motosiluranti era in questo senso molto marginale. Verso la fine del '41 vennero richieste 30 unità con motori a tre assi, di cui il centrale per le manovre silenziose, poi seguirono altre 18 un pò più lunghe, e infine 12 da ben 34 m di cui solo la metà venne completata in tempo. Stazzanti 69 t, con motori a benzina (per i diesel non c'era modo, in Italia, di costruire unità adatte, a quanto pare, tanto che la terza serie dovette tornare precipitosamente ai benzina), le VAS della seconda serie avevano il motore più potente nell'asse centrale e quelli secondari su quelli laterali; la loro potenza era di 1.150 hp e 300 hp rispettivamente. Velocità 20 nodi, lunghezza 28 m per 4,7 di larghezza e 1,4 di pescaggio. L'armamento era di due cannoni da 20, due mitragliatrici, e 2 siluri che servivano per colpire il sottomarino se si riusciva a farlo emergere con le cariche di profondità. Avevano un aspetto basso e poco appariscente, con un fumaiolo appena dietro la plancia, la costruzione in genere era in legno, come anche per i MAS, per rimediare ai problemi di corrosione delle leghe leggere e al peso degli scafi in acciaio<ref>Per i dati vedesi anche Armi da guerra n.117</ref>.
 
Quanto ai mezzi d'attacco, da segnalare gli studi, con tanto di un prototipo, dell''''aliscafo Brussei''', un progetto molto interessante che tuttavia rimase solo sperimentale. All'epoca c'erano molti studi sugli aliscafi, ma il costo di questi mezzi risulterà, dopo decenni (in cui si arrivò all'era delle navi lanciamissili), poco efficiente come rapporto costo-efficacia. Una storia lunga e interessante, che varrebbe la pena di raccontare meglio e con maggior dovizia di particolari.
 
 
Quanto ai mezzi d'assalto, ce n'erano di tutti i tipi. Rivitalizzando l'esperienza della I GM, si ebbero unità di ogni sorta che potevano essere i nuotatori d'assalto, che erano muniti di un bauletto esplosivo galleggiante, e che andavano in azione con vari mezzi, entrando in azione dal '41. C'erano naturalmente gli SLC o Siluro a Lenta Corsa, che iniziarono ad essere assemblati con gli studi del '35, durante la crisi con la Gran Bretagna. La loro evoluzione tecnica fu modesta, e i tipi migliorati arrivarono troppo tardi, come uno con un carico di 400 kg costituibile se necessario da due cariche da 180 kg l'una. Questi siluri cominciarono ad essere messi in azione da sottomarini con appositi compartimenti stagni e durante la guerra attaccarono sopratutto Alessandria d'Egitto -celebre l'azione in cui vennero danneggiate due corazzate inglesi- da parte del sommergibile SCIRE' (affondato nel '42 da una corvetta inglese). Già un sottomarino italiano avrebbe dovuto fare la stessa cosa, forzare la base inglese, era il IRIDE, ma venne affondato prima portasse l'attacco, già nell'agosto del 1940. Il secondo tentativo fu fatto dal GONDAR, affondato a settembre. Quindi l'attacco del dicembre 1941 fu solo il terzo tentativo dopo due disastri.
 
Dalla nave OLTERRA, invece, gli incursori ebbero vita più facile. Era una nave teoricamente inerme, in realtà la base per attaccare Gibilterra con un comparto per gli SLC sistemato sotto il galleggiamento. Gli Inglesi non riuscirono a scoprirlo, mentre varie navi vennero affondate.
 
In seguito gli Inglesi copiarono questi SLC con i 'Charriots', e li usarono per affondare l'incrociatore leggero Ulpio Traiano in fase d'allestimento, e poi con equipaggi misti con gli italiani, il BOLZANO nel 1944, per impedire che fosse usato per bloccare il porto di La Spezia, e in seguito danneggiando la portaerei AQUILA per lo stesso motivo (era però a Genova).
 
Restano da citare i motoscafi esplosivi MT, MTM e altri tipi che vennero concepiti per speronare ed esplodere ad una certa profondità (dopo l'affondamento) i bersagli. Una prima serie venne approvata già nei tardi anni '30. In seguito vennero usati con tipi migliorati realizzati via via, e il loro maggior successo fu il danneggiamento dell'incrociatore HMS York nel '41. La RSI con la X MAS continuò ad utilizzarli, specialmente il tipo armato di un siluro, contro gli sbarchi Alleati nel Mediterraneo.
 
 
 
 
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