Dati utili per wargamers/Cannoni controcarri: differenze tra le versioni

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Oramai, nel dopoguerra, nemmeno il carro armato più pesante era protetto a 360 gradi, non era semplicemente più fattibile. Un T-34, con corazze inclinate da appena 45 mm, ma inclinato a 40-60 gradi, era una vera 'testuggine' che poteva resistere ai cannoni da 37 mm, che pure potevano perforare spessori anche superiori se questi non erano molto inclinati. L'alternativa era quella di corazze più semplici di costruzione, a scatola, ma di spessore elevato, come sul Tiger: 100 mm frontali, 82 mm laterali e posteriori. Le corazze inclinate hanno uno spessore virtuale maggiore, ma in teoria non cambia niente se si usano 50 mm inclinati a 60 gradi oppure 100 mm a 0 gradi. Almeno in teoria, perché di fatto i carri T-34, con corazze analoghe a quelle di altri carri ma più inclinate, si dimostrarono inizialmente invulnerabili al tiro nemico.
 
Questo, naturalmente, se si escludono i cannoni da campagna di potenza ben maggiore, e ancora di più le armi antiaeree, con la loro traiettoria precisa e veloce. Per esempio il famoso Flak da 88 mm è diventato presto un'arma a doppio uso con capacità controcarri a lungo raggio. Il Flak da 88 mm è poi diventato l'armamento del Tiger, e ha dimostrato una combinazione capace di distruggere carri nemici a 2 km restando invulnerabile anche a bruciapelo, da qui la fama del carro tedesco. I cannoni da campagna erano, per esempio, quelli da 88 inglesi che rimpiazzarono di fatto il 40 mm come arma principale controcarri. Questo indebolì molto il valore dell'artiglieria britannica fino ad El-Alamein, visto che i cannoni dovevano essere smistati in primissima linea, senza possibilità di quell'impiego organico necessario per le armi d'artiglieria. La situazione si sbloccò solo con l'arrivo dei 57 mm, che erano armi ragionevolmente efficaci e ancora assai leggeri da spostare o trainare.
 
Il fatto di fondo è che se il Pak 36 tedesco o il 40 mm inglese perforavano corazze da circa 30-40 mm a mezzo km, il 57 mm inglese ne perforava 70 mm a circa 1.000, poi il 76 mm arrivava a 120 mm a 1000 m, anche di più con le munizioni APDS. Il problema diventava ingestibile con i criteri tradizionali. Nemmeno il Tiger II da 65 t, già enorme e pesantissimo, non riusciva a resistere lateralmente ai colpi di armi del genere. Dato che vi sono due lati, entrambi più lunghi della parte frontale, i cannonieri nemici non possono essere che interessati a colpire i lati dei mezzi pesanti. Di fatto, data la potenza delle armi controcarri, che tra HEAT e APDS sono arrivate rapidamente da 30-50 mm a 300 e passa mm, già nei tardi anni '40- inizio anni '50, è stato necessario fare delle scelte. I carri armati come gli Chieftain britannici da oltre 55 t hanno avuto una protezione frontale formidabile, ma lateralmente saranno stati a stento validi quanto i Tiger. I carri Leopard 1 hanno una corazza di 70 o 86 mm a 60 gradi frontalmente sullo scafo, ma solo 35 mm, in parte verticali, il che dà una protezione sufficiente solo contro il fuoco di cannoni da 20 mm, come da specifica, meno di quanto poteva offrire un carro tedesco Panther o Tiger.
 
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