Dati utili per wargamers/Cannoni controcarri: differenze tra le versioni

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Da tutto questo vi è una notevole incertezza. In sostanza, cosa si intende per corazzatura e per 'protezione'. E quest'incertezza è stata accentuata, non certo diminuita, negli scenari moderni di guerra. Ecco un esempio pratico. Come si è detto, i cannoni automatici moderni, con munizioni perforanti decalibrate, possono minacciare i carri moderni se tirano ai fianchi o di spalle. E' difficile capire bene questo fatto, come si possa riuscire in sostanza a resistere ad un cannone da 105-120 mm, ma al contempo essere vulnerabili ad armi molto meno potenti, dell'ordine di 8-10:1 di differenza (500+ mm contro 50-80). La risposta non è facile. Ma di fatto la si può ricondurre allo sviluppo estremo della potenza di fuoco dei carri armati. Durante il 1940, i carri armati Matilda II erano capaci di resistere efficacemente a tutti i cannoni controcarri e da carro armato, eppure tutto quello che avevano era un'armatura di 78 mm. Contro cannoni che al più perforavano 50 mm a circa 100-500 m, questo era nondimeno sufficiente. La distanza di fuoco era pure importante: a 1000 m un cannone controcarri da 37-47 mm, calibri tipici dell'epoca, era inefficace contro armature da circa 30 mm, il che significava l'impossibilità di distruggere un carro armato con spessori laterali di questo livello a tale distanza. Insomma, se un carro come il Valentine britannico aveva 65 mm di corazza anteriore e circa 50-60 mm laterale, allora era praticamente invulnerabile. Il KV-1 sovietico, con piastre da 75 mm laterali (come del resto i primi Churchill) era invulnerabile ai carri armati tedeschi. C'erano carri armati che riuscirono a sopravvivere a oltre 70 cannonate. In pratica i tedeschi erano costretti a sparare da breve distanza e sui fianchi con i cannoni più potenti (come quelli da 50 mm), e con munizioni speciali.
 
Questo dei proiettili era un altro punto interessante. Le munizioni originarie, semplici AP, erano blocchi di acciaio duro di forma fusiforme, niente di più. Con il tempo divennero APC, con cappuccio balistico, che permetteva di evitare due fenomeni. Uno era quello della frantumazione: le corazze superficialmente indurite erano sufficienti per infrangere i colpi in arrivo che pure avrebbero dovuto essere in grado di perforarle. Il 'cappuccio' permetteva di 'bucare' la pelle della corazza, la più dura, facendo passare il nucleo perforante. Inoltre, ben presto c'erano stati progressi con l'adozione di colpi più aerodinamici (chiamati precisamente APBCB), il che evitava il problema del rapido decadimento di velocità (=capacità perforante) grazie alla migliore aerodinamica. I nuclei perforanti erano poi diventati del più costoso tungsteno, capace di perforare più facilmente l'accaio. La scarsità di tungsteno era però tale che i Tedeschi dovettero ricorrere a cannoni di calibro maggiore per utilizzare colpi in acciaio (da qui l'abbandono dei cannoni ad anima conica, che erano una specie di antisignani dei proiettili decalibrati) con sufficiente potere perforante. Poi arrivarono le munizioni HEAT, capaci di perforare 1-2 volte il calibro del colpo ad ogn distana essendo armi esplosive. Le HESH avevano una capacità di colpire con una 'onda d'urto' micidiale attraverso anche spesse corazze monoblocco. Inoltre c'erano i proiettili APDS, che apparvero durante la II GM, sopratutto da parte inglese. Essi consentivano di concentrare l'energia di un cannone su di un calibro piccolo, con una pressione esercitata altissima. I loro epigoni sono diventati micidiali, spesso sono in Uranio impoverito che tra l'altro ha un costo minore del tungsteno, ha una capacità di non perdere la sua forma 'acuminata' e peggio, una capacità piroforica capace di distruggere tutto quello che trova dentro il mezzo colpito. Le traiettorie sono diventate piatte ed estremamente veloci, con oltre 1,5 kms di velocità iniziale, i colpi stessi sono diventati molto stabili nella traiettoria, e i sistemi di controllo del tiro (specie nello stabilire la distanza, necessaria per l'equazione balistica oltre il km di distanza, prima il proiettile si muove tanto veloce da non richiederla) computerizzati micidialmente accurati, con alte percentuali di colpi a segno al primo tentativo, persino con carro in movimento e contro bersaglio in movimento. I sistemi di visione notturna IR consentirono di vedere nella notte, e con le camere termiche anche a grande distanza, passivamente, e anche attraverso cespugli e fumo. Rispetto3w2NB, ali tempoChurchill invennero cuiusati bastavaper unprimi nullaa perDieppe, ridurrema asu zerocirca la40 visibilitàcarri (conusati l'appoggionon se ne salvò nessuno da trappole e dell'artiglieria. siLa potevatattica d'uso illuminarefaceva la notte,differenza. maCome controtestimoniato ildalla fumorivolta edi Napoli, Stalingrado, la nebbiarivolta nondi siBudapest, potevaanche farei nullacarri più moderni, se isolati (vedi anche Groznj, più di recente), sono vulnerabili anche a mezzi rudimentali. Nel '56, a Budapest, i cecchini colpivano i carristi sovietici esposti sparando dai tetti, costringendoli a stare dentro ai carri, aiutando così i cacciatori di carri armati con le molotov ad incendiarli poi. Persino i carri JS-3, quasi invulnerabili ai carri nemici, finirono per ingombrare con le loro carcasse le strade ungheresi.
 
Oramai, nel dopoguerra, nemmeno il carro armato più pesante era protetto a 360 gradi, non era semplicemente più fattibile. Un T-34, con corazze inclinate da appena 45 mm, ma inclinato a 40-60 gradi, era una vera 'testuggine' che poteva resistere ai cannoni da 37 mm, che pure potevano perforare spessori anche superiori se questi non erano molto inclinati. L'alternativa era quella di corazze più semplici di costruzione, a scatola, ma di spessore elevato, come sul Tiger: 100 mm frontali, 82 mm laterali e posteriori. Le corazze inclinate hanno uno spessore virtuale maggiore, ma in teoria non cambia niente se si usano 50 mm inclinati a 60 gradi oppure 100 mm a 0 gradi. Almeno in teoria, perché di fatto i carri T-34, con corazze analoghe a quelle di altri carri ma più inclinate, si dimostrarono inizialmente invulnerabili al tiro nemico.
I primi proiettili APDS erano inaccurati oltre una certa distanza, e tendenti a rimbalzare facilmente su corazze inclinate. Il pezzo da 83 mm inglese aveva la capacità di perforare nondimeno 300 mm di corazzatura. Anche se i colpi APDS erano solo marginalmente superiori contro corazze a 60 gradi rispetto ai colpi APC, in caso di impatto alle corazze laterali (per lo più verticali) non c'era scampo. Il tempo dei carri con corazze squadrate volgeva al termine, ma per i loro fianchi, necessariamente verticali o quasi, non c'era molto da fare se non sperare che l'angolo di impatto orizzontale fosse proibitivo (l'effetto è lo stesso che contro una corazza 'naturalmente' inclinata, ma dipende dal settore da cui viene il fuoco).
 
===Bibliografia===