Linguistica contestuale: differenze tra le versioni

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==Cenni sulla linguistica ==
 
« Perché dunque incolparmi adesso, dell'avervi messo a parte delle mie ansietà, se mi ci spingesti e scongiurasti Tu stessa? Forseché, nel disperato e mortale sbaraglio in cui mi dibatto, sarebbe in tono, che voi intanto ve la godeste? O vorreste forse, adesso, esser soltanto campagne di gioie, e non anche, più, di dolore? rallegrarvi con gli allegri, sì, ma piangere coi piangenti, no? Tra i veri e i falsi amici non c'è maggior divario che dell'associartisi i falsi, nella fortuna, ma, i veri, nella sventura » . ([[w:Abelardo ed Eloisa|Abelardo ed Eloisa]], Lettera V - Alla Sposa di Cristo il suo servo - A.F. Formiggini Editore, Roma 1927, pagg. 113 segg.).
 
Secondo [[w:Ferdinand de Sausurre|Ferdinand de Sausurre]] « la materia della linguistica è costituita anzitutto dalla totalità delle manifestazioni del linguaggio umano, si tratti di popoli selvaggi o di nazioni civili, di epoche arcaiche o classiche o di decadenza, tenendo conto per ciascun periodo non solo del linguaggio corretto e della "buona lingua", ma delle espressioni d'ogni forma.
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Questo, per lui, è quasi sinonimo di codice. Così « segno », per lui, non è più sinonimo di parola, termine troppo generico, e la nozione di « catena par¬lata » diviene prioritaria rispetto a quella di « frase ».
Il termine che Sausurre usa in questo campo è quello di « unità ». Egli vuole individuare le unità reali che compongono la catena parlata.
Gli strumenti che propone per studiare le unità di codice che costituiscono i messaggi, sono analisi strutturali. Per questo, con lui, ha inizio il cosiddetto « strutturalismo ». '
La lingua, per il fondatore della moderna linguistica strutturale, « è il patrimonio collettivo delle forme foniche "significanti", univocamente combinate con i relativi "significati". Questo patrimonio di segni è organizzato in "[[w:sistema|sistema]]", in quanto ciascuno di essi deve la sua esistenza al fatto di entrare in certi rapporti con gli altri.
 
La '''lingua''', per il fondatore della moderna linguistica strutturale , è '''« è... il patrimonio collettivo delle forme foniche "significanti", univocamente combinate con i relativi "significati". Questo patrimonio di segni è organizzato in "[[w:sistema|sistema]]", in quanto ciascuno di essi deve la sua esistenza al fatto di entrare in certi rapporti con gli altri.'''
La "funzionalità" del sistema — ciò che lo rende uno strumento atto a funzionare nei singoli atti di "parola" — è costituita appunto dalle opposizioni e correlazioni intercorrenti tra i singoli elementi, i quali risultano individuati dai loro rapporti differenziali nei confronti degli elementi similari, piuttosto che dalle loro caratteristiche positive » (Rita D'Avino, Introduzione a un corso di Storia Comparata delle lingue classiche, Kappa Ed., Roma 1967, pagg. 13 segg.). Quindi, per com¬prendere veramente un termine, non si può isolarlo dal sistema di cui fa parte
 
Questo patrimonio di segni è organizzato in "[[w:sistema|sistema]]", in quanto ciascuno di essi '''deve la sua esistenza al fatto di entrare in certi rapporti con gli altri»''' .
In tal modo il linguista svizzero anticipa i risultati e le scoperte dovute agli studi di antropologia culturale, che vedono la lingua non come legata ad una struttura oggettiva di cose, ma come creatrice di tali strutture, in funzione dei bi¬sogni della società che la pone e la mantiene in essere.
 
'''La "funzionalità" del sistema — ciò che lo rende uno strumento atto a funzionare nei singoli atti di "parola" — è costituita appunto dalle opposizioni e correlazioni intercorrenti tra i singoli elementi, i quali risultano individuati dai loro rapporti differenziali nei confronti degli elementi similari, piuttosto che dalle loro caratteristiche positive » (Rita D'Avino, Introduzione a un corso di Storia Comparata delle lingue classiche, Kappa Ed., Roma 1967, pagg. 13 segg.). Quindi, per com¬prendere veramente un termine, non si può isolarlo dal sistema di cui fa parte.'''
La lingua ha infatti la capacità di discriminare l'esperienza in significati e di organizzare le fonìe o le loro rappresentazioni grafiche in significanti.
 
'''In tal modo il linguista svizzero anticipa i risultati e le scoperte dovute agli studi di antropologia culturale, che vedono la lingua non come legata ad una struttura oggettiva di cose, ma come creatrice di tali strutture, in funzione dei bi¬sognibisogni della società che la pone e la mantiene in essere.'''
 
La '''lingua''' ha infatti la capacità di discriminare l'esperienza in significati e di organizzare le fonìe o le loro rappresentazioni grafiche in significanti.
Sausurre distingue, all'interno del fenomeno linguistico, un aspetto « oggettivo » costante, la « langue », ed un aspetto « soggettivo », individuabile, espressivo, la « parole ».
 
La '''« parole »''' è l'uso che ciascun parlante fa del patrimonio linguistico espressivo comune (« langue »).
L'opposizione fra '''« langue »''' e '''« parole »''' si può interpretare come quella fra sistema astratto e sue singole manifestazioni materiali.
 
Quella fra paradigmatica e sintagmatica si può interpretare in termini di codice e messaggio; ad essa molti fanno corrispondere una distinzione terminologica fra struttura (sintagmatica) e sistema (paradigmatica). (G.C. [[w:Lepschy|Lepschy]], La linguistica strutturale, P.B. Einaudi, Torino 1966, pag. 31).
 
'''I principali agenti del mutamento linguistico vengono individuati nei fenomeni dell'alternanza, dell'analogia e dell'agglutinazione.'''
 
Dopo Sausurre, Io strutturalismo ha assunto varie tendenze:
 
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sentazione ed alla catalogaziene dei fenomeni.
 
Strutturalismo. epistemologico: nel riconoscimento del carattere strutturato d'un campo d'esperienza vede una necessità non derogabile della conoscenza umana.
 
Lo strutturalismo americano è stato soprattutto uno strutturalismo metodolo¬gico.[[w: Bloomfield| Bloomfield]], Harris, Hockett ed Hall ne sono i maggiori esponenti.
Poiché la lingua è un organismo in evoluzione, ci si offre la possibilità di un suo studio diacronico che ne colga l'evolversi temporale.
 
'''Sausurre''' privilegia però, come si è già detto, un secondo tipo di analisi del fenomeno linguistico, basato sullo studio della lingua in un determinato momento storico, così da descriverne il meccanismo ed i rapporti esistenti fra gli elementi che ne costituiscono il sistema. Così, pur ponendo in evidenza l'arbitrarietà del linguaggio, afferma che tale caratteristica è limitata e disciplinata daìla organicità del sistema.
 
'''Tutto il sistema della lingua poggia sul principio irrazionale dell'arbitrarietà del segno, per cui il significato viene unito al significante non per una precisa legge naturale, ma in base a criteri « arbitrari » scelti dal parlante.
Questo principio, applicato senza restrizione, porterebbe alla massima con¬fusione.'''
 
Lo spirito riesce ad introdurre un principio d'ordine e di regolarità in certe parti della massa dei segni, ed è in ciò il ruolo del relativamente motivato. (F. De Sausurre, Corso di Linguistica Generale, Laterza, Bari 1972, pag. 159).
 
Solo una parte dei segni è assolutamente arbitraria. Presso altri interviene, in¬vece, una serie di rapporti che ne limitano l'arbitrarietà, lasciando il posto ad una motivazione, che resta, comunque, pur sempre parziale.
 
Questi rapporti che determinano il significato arbitrario dei segni sono detti paradigmatici (o « associativi »), in quanto definiscono o precisano il significato all'interno di una medesima serie (insegnare, insegnamento, indottrinamento etc.).
Sono rapporti in absentia.
 
Altri rapporti, però, contribuiscono a definire il significato di un segno, e sono i rapporti sintagmatici. Vale a dire quelli che intercorrono fra una parola e quelle che seguono o precedono nella frase.
 
Il '''valore della parola''' dipende, perciò, anche da quello delle parole che la cir¬condano nella catena parlata. Si tratta, quindi, di rapporti in praesentia.
Lo studio sistematico di ogni unità minima, di tutte le sue possibili associazioni oppositive (paradigmatiche) o dei vari rapporti sintagmatici, coincide con una considerazione « sincronica » della lingua.
Questo si traduce in una « linguistica statica » che descrive un particolare stato della lingua. Questa per Sausurre è la « grammatica ».
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La S[[w:cuola di Copenaghen|cuola di Copenaghen]], e in particolare la glossematica di L. Hjemslev, per il suo insistere sul carattere astratto del sistema linguistico, in base al quale van¬no interpretate le singole manifestazioni materiali.
 
La '''linguistica americana''', in particolare postbloomfieldiana per il suo carattere [[w:tassonomico|tassonomico]], per il suo basarsi cioè su processi di segmentazione (del continuum, dell'enunciato in elementi minori di cui esso è composto) e di classificazione di tali elementi in base alle loro proprietà distribuzionali (in base cioè alle possibilità che tali elementi hanno di combinarsi fra loro, formando unità di ordine superiore sempre più complesse).
 
Le '''teorie generative''', in particolare di Chomsky, elaborate a partire dalle difficoltà contro cui si scontrava l'analisi linguistica tassonomica, introducono nel modello linguistico da esse elaborato, delle regole che consentono di generare (tutte e solo) le proposizioni ammesse in una certa lingua; si introducono in particolare delle regole di trasformazione che consentono di generare intere categorie di proposizioni a partire da altre categorie di proposizioni basilari (la cui struttura viene stabilita attraverso procedimenti tassonomici).
 
La grammatica generativa trasformazionale è composta da un blocco o componente centrale sintattico (un calcolo, come si direbbe con termini della logica moderna); da un lato questo è soggetto a un'interpretazione semantica (il componente semantico è quello che attualmente richiede maggior elaborazione); dall'altro, le « stringhe » finali che esso produce vengono, attraverso le regole del componente fonologico, materializzate nella catena parlata, nei messaggi fonetici che noi percepiamo.
Le teorie generative, in particolare di Chomsky, elaborate a partire dalle difficoltà contro cui si scontrava l'analisi linguistica tassonomica, introducono nel modello linguistico da esse elaborato, delle regole che consentono di generare (tutte e solo) le proposizioni ammesse in una certa lingua; si introducono in particolare delle regole di trasformazione che consentono di generare intere categorie di proposizioni a partire da altre categorie di proposizioni basilari (la cui struttura viene stabilita attraverso procedimenti tassonomici).
 
La grammatica generativa trasformazionale è composta da un blocco o componente centrale sintattico (un calcolo, come si direbbe con termini della logica moderna); da un lato questo è soggetto a un'interpretazione semantica (il componente semantico è quello che attualmente richiede maggior elaborazione); dall'altro, le « stringhe » finali che esso produce vengono, attraverso le regole del componente fonologico, materializzate nella catena parlata, nei messaggi fonetici che noi percepiamo. Una posizione centrale hanno le teorie di [[w:Jakobson|Jakobson]] e più recente¬menterecentemente di [[w:Halle|Halle]], secondo cui nel componente fonologico ci si serve di un inventario di dodici «tratti distintivi binari » che costituiscono veri universali linguistici, co¬municomuni a qualunque lingua.
 
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