Storia della letteratura italiana/Ludovico di Breme: differenze tra le versioni

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Ludovico di Breme ricoprì l'incarico di Consigliere di Stato del [[w:Regno italico]] e fu l'ispiratore del ''[[w:Il Conciliatore]]'', sul quale sostenne con forte polemica le nuove dottrine.<br>Ebbe un posto di primo piano nel [[w:Risorgimento italiano]], infatti egli comprese che la crisi di cui l'[[w:Italia]] era travagliata coinvolgeva moralmente tutta la [[w:nazione]] e sostenne con veemenza che lo spirito liberale non poteva essere distrutto. Egli ebbe piena coscienza che per rinnovare la [[w:cultura]] italiana era necessario essere partecipi dell'universalità dello spirito dell'[[w:Europa]].<br>Intese il [[w:Romanticismo]] come momento liberatorio dalla costrizione, sotto ogni forma, [[w:letteratura|letteraria]], [[w:politica]] e culturale e vide in esso il massimo dell'impulso [[w:creatività|creativo]]. <br> Pur rimanendo in lui le tracce della sua educazione [[w:Illuminismo|illuministica]], egli esaltò il nuovo [[w:spiritualismo]] polemizzando con toni aspri contro il [[w:sensismo]] e il [[w:materialismo]].
 
Tra le sue opere si ricordano ''Intorno alla ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani'' del 1816, il ''Grand commentaire sur un petit article'' del 1817, il saggio sul ''Giaurro'' del [[w:George Gordon Byron|Byron]] del 1818, le ''Postille contro i Cenni critici sulla poesia romantica del Londonio'', oltre a numerosi articoli di critica apparsi su ''Il Conciliatore''.
==Testi==
* [[s:Intorno all'ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani]] (1816)