Poesie (Palazzeschi)/Comare Coletta: differenze tra le versioni

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|metro=[[w:Senario|senari]], [[w:Novenario|novenari]] e misure maggiori, fino a 15 sillabe. Introdotta da tre senari che ricorrono ripetutamente a mo' di ritornello. Battute di diverse voci vengono intercalate nel componimento.}}
 
Molto ben riusciti sono i primi tre versi, dal ritmo cadenzato e danzante grazie anche all'[[w:allitterazione|allitterazione]] di "''l"'' e di "''t"'' in "''sa'''lt'''e'''ll'''a e ba'''ll'''e'''tta''' / comare co'''l'''e'''tt'''a''", ma anche alla ripresa di "''co"'' e alla ostinata ripetizione delle vocali "''a"'' ed "''e"''.
 
Lo schema della poesia è speculare:
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Rispetto alle poesie della prima raccolta, quella dei ''Cavalli Bianchi'', assistiamo comunque ad una sorta di progressione: l'individuo, prima chiuso nelle strette mura di casa o nascosto dietro una barriera, si trova improvvisamente a contatto diretto con la gente, anche se l'esito dell'incontro è tragico.
 
Qualche volta il poeta è vicino alla donna, forse si identifica con lei. Qualche altra, egli osserva la scena dalla prospettiva della gente che ride cinicamente; nel complesso, comunque sembra essere più forte la tendenza alla solidarietà tra Palazzeschi e Coletta (''nessuno le porge la mano''). La possibilità di una certa '''identificazione''' tra l'io poetico e la donna è comunque resa plausibile dal fatto che spesso, in altri componimenti, è proprio l'io ad inscenarsi in una situazione in cui viene considerato con un certo scetticismo dalla gente.
 
In questa poesia, i partecipanti alla scena parlano producendo intere battute, cosa difficile da osservare nei componimenti della raccolta precedente. È con queste uscite che i presenti manifestano il loro giudizio di '''sanzione''', conferendo alla scena un sapore teatrale (si ricorda che Palazzeschi iniziò la sua carriera artistica proprio a '''teatro''').