Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Argentina: differenze tra le versioni

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Non meno di 50 uomini, di cui 10 piloti (al comando del cap. Italo Lavezzo), vennero inviati in Francia per ottenere l'abilitazione iniziale, volando una cinquantina di ore e usando il simulatore (Il Super Etendard era solo in versione monoposto). La prima fornitura avvenne nel dicembre 1981 sulla base di Espora, e riguardava 5 aerei e altrettanti missili Exocet AM.39. Da notare, come coincidenza storica, che questi bombardieri antinave vennero consegnati esattamente 40 anni dopo [[w:Pearl Harbour|Pearl Harbour]] (7 dicembre 1981).
 
Alla fine del 1982, ma solo dopo la fine della guerra in cui combatterono affondando due navi inglesi con appena 5 missili (tutti quelli che avevano), tutti i 14 Super Etendard erano già stati consegnati, assieme a molti Exocet, ma questi aerei, dimostratisi da soli capaci di distruggere due navi inglesi senza perdite, giunsero oramai troppo tardi. Se almeno gli argentini avessero avuto il lotto di 20 Exocet inviato, assieme ad altri 5 Etendard, in Irak come interim per i nuovi F.1, o fossero riusciti a modificare qualcuno dei loro 200 MM.38 per l'aviolancio sarebbe stato diverso. In pratica, dovettero adattare altri Exocet per il lancio da basi terrestri, con i quali danneggiarono il Glamorgan. I missili Exocet su rimorchio furono una buona idea, cosa ampiamente provata dal fatto che le batterie argentine catturate sono state poi usate dagli inglesi per la difesa di Gibilterra. In tutto le navi inglesi soffrirono 3 perdite o navi fuori uso con il lancio di soli 6 missili. Se gli argentini avessero potuto entrare con la loro flotta a contatto con i gruppi inglesi, e se i loro aerei avessero avuto missili antinave a sufficienza, i risultati sarebbero stati molto diversi. Ma i ritardi nelle forniture degli aerei e relativi missili, e la minaccia dei sottomarini nucleari britannici di fatto limitarono questi pericoli. E dire che appena un anno o due dopo gli argentini avevano una squadriglia completa di aerei antinave e 4 sottomarini moderni, oltre alla flotta delle fregate MEKO. Gli inglesi si stavano riorganizzando per aumentare la prontezza delle proprie forze, ma per molti anni la loro flotta mancò largamente di una capacità antiaerea e antimissile adeguate.
La guerra scoppiò solo pochi mesi dopo e non vi fu modo di completare l'organico della '''3a Escuadrilla''', previsto all'epoca per il 1984. La forza di combattimento poté disporre di un solo missile per aereo, e venne posizionata sulla base di Rio Grande. Imparando ad evitare al meglio i radar Type 965 e 992Q dei caccia 'Type 42' argentini, per uno straordinario caso gli unici esportati al di fuori della Gran Bretagna (in un periodo di relativa distensione con gli Argentini come i tardi anni '60), i Super Etendard compirono 5 missioni con tanto di rifornimento in volo, e precisamente:
 
2 maggio, il cap.corvetta J.Colombo e il ten. fregata C. Machetanz decollarono per cercare le navi inglesi, il giorno precedente protagoniste di pesanti attacchi contro le Isole Malvinas. La missione subì un annullamento per cause tecniche.
 
Due giorni dopo altri due piloti parigrado, A.Betacarratz e A-Mayora, decollarono alle 9.45 e si diressero sulla posizione segnalata dal P-2H del cap.di corvetta Proni Leston. Non erano soli, in quanto un Super Etendard volava in avanti con funzione di scout, e gli altri due li rifornirono in volo, sia all'andata che, forse, al ritorno. Uno dei caccia salì a 150 m di quota (e fu visto per alcuni istanti dagli inglesi), localizzò due navi a 23 miglia nautiche, passò le informazioni agli altri due e questi da 27 miglia (quasi 50 km), alle 11.04, lanciarono contro lo Sheffield (D80), classe Type 42 e la HMS Yourmouth. Il primo stava comunicando con il sistema satellitare e non aveva, a quanto pare, le ESM attive, a causa di una mutua interferenza tra le antenne. Il radar o non era attivo o non fece bene il suo dovere. Così, solo 6 secondi dall'impatto il missile venne localizzato da marinai inglesi sulla plancia comando, e subito dopo colpì il caccia. Non è chiaro se vi fu l'esplosione della testata, ma l'impatto avvenne a 2,4 m di altezza e causò una falla di 3x1,2 m<ref>Armi da guerra, n.24 pag 473</ref>. Lo Sheffield, incendiato dal micidiale propellente residuo (che pure era in gran parte consumato durante il volo di quasi 50 km), venne abbandonato dall'equipaggio a 70 miglia da P.Stanley (58°48'S-57°41'O), poi venne preso a rimorchio dopo che gli incendi l'avevano distrutto, ma affondò a causa del mare grosso 5 giorni dopo. La missione dei Super Etendard 0752/3-A-202 e 0753/3-A-203 terminò invece alle 12.04, dopo avere eseguito un rifornimento in volo. Gli inglesi vennero colti di sorpresa, aspettandosi il lancio degli Exocet da media quota per sfruttarne così la gittata massima utile. Visto che le distanze erano troppo elevate, e che i Dagger di scorta non avevano sonde per il rifornimento in volo, la loro tattica invece consistette nel volare a pelo d'acqua a circa 930 kmh, localizzare le navi inglesi a circa 50 km, senza essere localizzati (né dalle ESM né dal radar). La 'Yarmouth' fu più fortunata, pur essendo una nave vecchia priva di efficaci difese antiaeree, riuscì a evitare il missile, forse con le ECM. L'arma si infilò in mare a 300 metri dalla prua della fregata inglese, meno di un secondo dall'impatto!
 
La terza missione avvenne il 23 maggio, ma il duo di aerei del cap. R.Agotegaray e del ten. J.Rodriguez Mariani non trovarono i loro bersagli, dimostrando i problemi di targeting contro navi in movimento in mare aperto, cosa che mandò a vuoto parecchie altre missioni argentine convenzionali (ovvero con bombe).
 
La quarta missione ebbe successo: il 25 maggio, giorno di massimo sforzo degli argentini, il cap. R.Curilovic e il ten. J.Barraza sugli Etendard 3-A-203 e 204 decollarono alle 14.28 e alle 16.32 trovarono un bersaglio, e subito dopo sparando i missili AM.39. Il bersaglio era forse una portarei circondata da navi più piccole, e stavolta le navi inglesi ebbero l'avviso dell'attacco, quando gli aerei argentini salirono a 150 metri per individuare le navi con il radar e il radar Type 992 dell'Ambuscade li vide in tempo per dare l'allarme. Ma i missili Exocet, dopo essere stati ingannati dai chaff lanciati dai sistemi Chorvus di bordo, vennero attirati dall'Atlantic Conveyor, totalmente privo di ECM essendo solo un portacontainer requisito per il trasporto. Fortunatamente esso aveva già scaricato i Sea Harrier che aveva a bordo, ma non così accadde per tre dei 4 preziosissimi CH-47 pesanti (della cui carenza molto si soffrì da parte britannica), i 6 Wessex e un Lynx, e tutti e dieci questi elicotteri vennero perduti assieme alla nave, affondata in fiamme. La missione, che comprese anche due rifornimenti in volo con un KC-130H, finì alle 18.38, ben 4 ore e 10 minuti dopo. La nave inglese venne colpita a 90 miglia ad est di Port Stanley (50°30'S/56°08'O).
 
L'ultima missione dei Super Etendard avvenne il 30 maggio, e il capitano di corvetta A. Francisco (3-A-202), aiutato dall'aereo (in funzione di scout) del ten. L. Collavino (3-A-205) decollò alle 15.03, assieme anche a 4 A-4C Skyhawk del Grupo 4. Individuarono il gruppo della portaerei Invincible a 173 miglia nautiche ad Est delle Isole. La missione fallì, con l'Exocet abbattuto dalla fregata Avenger, mentre 2 A-4 vennero distrutti dai missili Sea Dart (in un caso disputati con il cannone della stessa Avenger). Non v'erano più missili e allora i piloti si addestrarono con le bombe, ma la guerra finì prima che venissero inviati in azione.
 
Alla fine del 1982 tutti i 14 Super Etendard erano già stati consegnati, assieme a molti Exocet, ma questi aerei, dimostratisi da soli capaci di distruggere due navi inglesi senza perdite, giunsero oramai troppo tardi. Se almeno gli argentini avessero avuto il lotto di 20 Exocet inviato, assieme ad altri 5 Etendard, in Irak come interim per i nuovi F.1, o fossero riusciti a modificare qualcuno dei loro 200 MM.38 per l'aviolancio sarebbe stato diverso. In pratica, dovettero adattare altri Exocet per il lancio da basi terrestri, con i quali danneggiarono il Glamorgan. I missili Exocet su rimorchio furono una buona idea, cosa ampiamente provata dal fatto che le batterie argentine catturate sono state poi usate dagli inglesi per la difesa di Gibilterra. In tutto le navi inglesi soffrirono 3 perdite o navi fuori uso con il lancio di soli 6 missili. Se gli argentini avessero potuto entrare con la loro flotta a contatto con i gruppi inglesi, e se i loro aerei avessero avuto missili antinave a sufficienza, i risultati sarebbero stati molto diversi. Ma i ritardi nelle forniture degli aerei e relativi missili, e la minaccia dei sottomarini nucleari britannici di fatto limitarono questi pericoli. E dire che appena un anno o due dopo gli argentini avevano una squadriglia completa di aerei antinave e 4 sottomarini moderni, oltre alla flotta delle fregate MEKO. Gli inglesi si stavano riorganizzando per aumentare la prontezza delle proprie forze, ma per molti anni la loro flotta mancò largamente di una capacità antiaerea e antimissile adeguate.
 
Negli anni successivi vi sono stati problemi e perdite. La 'Venticinquo de Mayo' ha avuto una serie quasi ininterrotta di guai meccanici che l'hanno condannata ai cantieri per molto tempo, mentre la crisi economica ha ridotto a circa 70-80 ore, agli inizi degli anni '90, la media di volo annuale per pilota. Per fortuna v'era disponibile anche il simulatore di volo, installato al Centro de Adiestramiento della Fuerza Aeronaval n.2. I piloti dei 'Super' arrivavano ai più moderni aerei da combattimento argentini solo dopo avere volato sugli Xavante e gli A-4Q.
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Non meno di 24-25 aerei operarono dalle Falklands, assieme a pochi MB-339 della Marina, 23 vennero messi fuori uso, principalmente da reparti commando, bombardamenti costieri e attacchi aerei (In un solo attacco gli argentini persero 11 apparecchi). Quelli rimanenti operarono attivamente, ma nonostante la potenza di fuoco non furono più che un fastidio per le truppe inglesi, che ne abbatterono due durante la battaglia di Goose Green, altri ancora vennero persi contro i caccia e i sistemi SAM navali. La loro migliore impresa fu l'abbattimento di un elicottero Westland Scout inglese, che rimase l'unico aereo britannico abbattuto dagli argentini in tutti gli scontri aerei che ebbero luogo durante la guerra. Uno dei Pucarà venne portato in Gran Bretagna, tra le tante prede di guerra (per esempio lanciamissili Exocet, 2 elicotteri A.109, cannoni da 35mm GDF, tutti materiali riutilizzati dai britannici per le loro forze armate), per valutarlo operativamente e tecnicamente. Questo anche perché si valutava possibile e probabile un'altra guerra contro l'Argentina nel prossimo futuro.
 
===A-4's saga: gli Skyhawk in guerra<ref>Huertas, Salvator Mafé: ''Gli Halcones in guerra'', Aerei n.9/1996 pagg 39-45
</ref>===
La prima generazione di [[w:A-4 Skyhawk|A-4 Skyhawk]] già si confermò come un eccellente aereo tattico imbarcato: piccolo, con ali a delta, carrello inusitatamente alto che ne decretò largamente il successo, dato che non v'erano altri modi per fargli trasportare quel rilevante carico bellico di cui era capace e che si dimostrò così in contrasto con la sua piccola taglia. L'unico limite era il raggio d'azione, e a parte questo, l'avionica semplificata e il posto di pilotaggio angusto. Dalla sua v'era anche l'economicità, le minuscole dimensioni ed eccellenti doti di manovra, tanto da averne indicato l'adozione anche da parte della scuola Top Gun onde svolgere il ruolo dei MiG-17.
[[Immagine:A-4E VA-164 1967.JPEG|300px|right|thumb|Un A-4E, simile agli apparecchi argentini]]
La sua carriera argentina iniziò con un ordine del 1966 per 25 aerei A-4B ex- US Navy, altrettanti vennero ordinati nel 1970. Chiamati anche A-4P, vennero immessi in servizio nel Grupo 5 de Caza (Halcones) della V Brigata Aérea, basata a Villa Reynolds. Infine, proprio nel fatidico anno del 1976 arrivò la compera di un terzo lotto, altri 25 aerei, stavolta del tipo A-4C con avionica più sofisticata e indirizzati al Grupo 4, IV Brigada Aerea, base di El Plumerillo a Mendoza.
 
Nel frattempo il Comando de Aviaciòn Naval avrà convenuto che fosse strano che gli Halcones fossero in servizio nell'Aeronautica e non nella Marina. Così venne emesso un piccolo ordine per equipaggiare con questi nuovi aerei da combattimento, ma non è chiaro (le fonti sono contrastanti in merito) come le cose si svolsero: chi afferma (Felix Nunez) che nel 1967 vi erano in servizio già 11 A-4Q, chi dice (S.M. Huertas) che vennero ordinati 16 A-4Q consegnati nominalmente entro l'8 novembre 1970, ma rimasti negli USA fino al maggio 1972. In ogni caso andarono in servizio nella 3.a Escuadrilla. Questi aerei avevano il compito di appoggiare le operazioni anfibie, poi come priorità l'attacco antinave e infine l'intercettazione con i 2 cannoni da 20 mm e 2 missili AIM-9B.
 
Tutte queste macchine erano in servizio all'epoca della Guerra, per la precisione: 36 A-4B/P e 16 A-4C, solo una parte dei quali operativi. 10 A-4Q erano pure disponibili, ma solo otto operativi.
 
La guerra vide gli A-4Q imbarcati sulla portaerei per fornire supporto alle operazioni d'invasione iniziale. Mentre gli aerei della 3a erano in mare sulla portaerei, gli aerei della FAA vennero schierati a Rio Gallegos, creando l'I e II Escuadrones de Ataque con gli A-B (11 l'una) mentre il Grupo 4 creava un'altra unità con soli 9 aerei.
 
La guerra avrebbe portato agli onori delle cronache queste macchine, ma la prima azione in realtà rimase solo potenziale. La 'Venticinquo de Mayo' venne inviata niente di meno che a fronteggiare la flotta inglese: il 2 maggio, dopo la segnalazione di un Boeing 707, la flotta argentina era pronta ad attaccare quella britannica con i suoi 8 apparecchi efficienti (altre fonti riportano 10, ma pare che 2 non fossero disponibili). 7 aerei erano armati con 6 bombe Mk 82 da 227 kg l'uno, l'ottavo era munito di 2 Sidewinder per la copertura aerea. L'attacco sarebbe stato il primo scontro tra portaerei dal 1945. La fine della giornata, dopo 3 ordini di attacco dati ma annullati, ufficialmente per la mancanza di sufficiente vento in prua per consentire un decollo sicuro.
 
Prima del 5 maggio, quando la portaerei rientrò in porto (l'affondamento del Belgrano evidentemente 'consigliò' di non rischiare un'altra, catastrofica perdita contro una minaccia praticamente impossibile da contrastare) e gli A-4Q, che eseguirono 9 sortite di difesa aerea, da quel giorno operarono solo da Rio Grande, Terra del Fuoco. Essi eseguirono 30 missioni di guerra tra attacco e ricognizione, e solo in 9 casi incontrarono il nemico. La giornata di maggiore impegno fu il 21 maggio, quando 6 aerei con bombe da 227 kg, due serbatoi da 1136 litri e 400 colpi da 20 mm andarono all'attacco delle navi a San Carlos, ma incontrarono i Sea Harrier di Leeming e Morrell: un A-4 venne abbattuto da un missile AIM-9L, un altro venne distrutto da una raffica da 30 mm, e un ultimo aereo, evitato un Sidewinder, venne poi danneggiato fatalmente da 10 colpi almeno dei cannoni DEFA. Uno dei piloti, il Ten.Marquez, morì ma non era quello colpito dal missile, ma dalla raffica di cannoni che lo investì in pieno e gli fece esplodere l'aereo. Il ten. Philippi, che si ritrovò un Sidewinder infilato nello scarico del suo caccia prima di esplodere, riuscì invece a salvarsi e rientrò a Rio Grande il 30 maggio. L'ultimo aereo, quello colpito dai 10 colpi da 30 mm, fu abbandonato dal Ten.Arca, dopo continuò a volare e venne abbattuto dall'antiaerea argentina (forse con un Roland).
 
Si trattò del secondo aereo argentino abbattuto da fuoco 'amico', ma la prima volta, il primo maggio, venne distrutto il Mirage del cap. Cuerva, in fase d'atterraggio su P. Stanley poiché aveva i serbatoi forati da un Sidewinder e non poteva tornare alla base sul continente. Sganciò allora i serbatoi ausiliari per cercare di atterrare sulla corta pista, ma vennero scambiati per bombe e l'antiaerea, già scossa dall'attacco dei Sea Harrier, aprì subito il fuoco sullo zoppicante Mirage, che esplose in aria uccidendo il pilota. Per strano che fosse, stavolta l'esperienza non contò molto dato che il suo gregario, ten. Perona, venne abbattuto per primo ma sopravvisse all'esplosione del caccia e alla caduta nell'oceano Atlantico.
 
Infine, il 23 maggio il tenente Zubizzarreta ebbe un guasto all'impianto elettrico, non riuscendo a sganciare le bombe. Ritornò quindi con le bombe a bordo, e temendo di uscire fuori pista per il peso dell'aereo e l'asfalto scivoloso, considerando che le bombe avrebbero potuto esplodere in caso di impatto duro, si eiettò quando era già atterrato: ma la carica del seggiolino funzionò solo parzialmente e lui venne gravemente ferito dalla caduta, morendo poi in ospedale. Il povero Zubizzarreta non si sarebbe potuto immaginare che invece l'aereo subì solo lievi danni e sarebbe poi tornato in servizio. Una macchina fortunata di per sè, ma non per i suoi piloti: l'11 novembre 1982, a guerra finita, precipitò durante una missione notturna, anche stavolta uccidendo il pilota nello schianto.
 
Nel frattempo anche gli A-4 della FAA ebbero modo di entrare in azione, e fin dal primo maggio eseguirono un totale di circa 150 sortite operative. La giornata del 21 maggio fu pesante per entrambe le parti: la baia di San Carlos, dove si verificarono gli sbarchi anfibi inglesi, venne chiamata dagli argentini 'via della Morte', mentre gli inglesi la chiamarono 'viale delle bombe'. La giornata si concluse con l'affondamento della fregata Ardent, 'Type 21', che la Marina rivendica in parte, ma che l'Aeronautica considera affondata (cosa confermata dagli inglesi) da due bombe sganciate dai Dagger e poi altre due dagli Skyhawk (già che c'erano anche gli MB.339 reclamarono l'affondamento della nave con i razzi, cosa prontamente ripresa dalla pubblicità dell'Aermacchi, ma priva di prove).
 
La guerra continuò uno sbarramento antiaereo e di caccia inglesi micidiali, che sterminarono gli aerei argentini ma non prima che questi infliggessero gravi danni, spesso mitigati dalla ridotta affidabilità delle spolette quando sganciate da bassa quota. Le missioni videro, tra l'altro, anche il danneggiamento della HMS Antelope (sempre una 'Type 21'), poi distrutta da una delle bombe che si cercava di disinnescare (24 maggio), il danneggiamento dell'HMS Glasgow da parte di un'altra bomba da 454 kg inesplosa (anch'essa inglese), l'affondamento con tre bombe di un altro caccia, il Coventry, il 25 maggio (nello stesso giorno venne affondato anche il 'Conveyor'), un attacco, infruttuoso lanciato il 30 maggio contro le portaerei e pagato con due dei 4 A-4C, e l'attacco a Bluff Cove, dell'8 giugno dove vennero devastate la HMS 'Sir Galadh' e 'Sir Tristam', oltre all'affondamento di un trasporto d'assalto. La reazione dei Sea Harrier di copertura alle navi fu veemente: Dave Morgan, asso inglese del Sea Harrier, racconta di come col gregario si gettò addosso, picchiando furiosamente ad alta velocità, contro quegli aerei che sotto i loro occhi avevano affondato il mezzo da sbarco a cui loro avrebbero dovuto fornire protezione. Morgan si lanciò alla velocità del suono a pelo d'acqua, raggiunse 2 degli Skyhawk e li fece esplodere in pezzi con i suoi missili, poi arrivò il Sea Harrier gregario, che scese da una quota maggiore da dove forniva copertura a Dave, e continuò l'attacco abbattendo un altro A-4, e sparando all'ultimo con i cannoni. Sembrò che avessero abbattuto pure quello, ma poi si convinsero che se invece se l'era cavata.
 
Altri 4 Skyhawk e altrettanti piloti vennero abbattuti, il 12 maggio verso mezzogiorno, durante l'attacco all' HMS Glasgow (era la prima ondata, spazzata via dai Sea Wolf, ma ne seguì un'altra contro cui il sistema missilistico fallì l'ingaggio per problemi tecnici), mentre nessuno venne perso contro l'HMS Coventry il 25 maggio alle 14.00, incapace di difendersi contro avversari attaccanti a quote tanto basse, mentre la sua compagna 'Broadsword' ebbe un altro guasto al sistema missilistico, a causa del freddo estremo che il calcolatore di bordo soffriva. La stessa fregata venne mancata da una bomba che gli asportò il muso dell'elicottero Lynx..
 
Alla fine della guerra, vi erano piloti che potevano vantare molte 'avventure' pericolose. Il Capitan Marcos Carballo andò in azione per 20 ore, raggiunse le isole 7 volte e venne colpito in otto occasioni dal fuoco antiaereo nemico, ma contribuì all'attacco contro due navi inglesi.
 
La fine della guerra vide 10 A-4B e 9 A-4C distrutti: 3 A-4B vennero abbattuti dai Sea Harrier, come anche accadde per 2 A-4C, mentre la contraerea navale e terrestre colpì con missili 4 A-4B e 4 A-4C, compreso un B che finì in mare per evitare un Sea Wolf. La contraerea artiglieresca e di armi leggere provocarono la perdita di 1 A-4B e 2 A-4C. Un A-4B venne abbattuto dall'antiaerea argentina, un A-4C si perse in missione, uno si schiantò sull'isola di South jason Island, non è chiaro se per danni subiti. Molte altre macchine vennero danneggiate, ma la manutenzione fu rapida, nonostante la lontananza dalle basi abituali e le condizioni meteo. La bassa quota era la migliore risorsa per questi apparecchi nel penetrare le difese avversarie, ma talvolta non bastava contro i Sea Wolf, mentre il caccia Exeter, l'unico con un nuovo radar di scoperta aerea, riuscì ad abbattere due A-4C che volavano a meno di 11 metri di quota durante l'attacco del 30 maggio (uno dei due, comunque, contestato dall'Avenger con il cannone da 114). Curiosamente, forse per il maggior numero, furono gli A-4B con la loro modesta avionica ad ottenere i maggiori successi complessivi.
 
La fine della guerra vide gli A-4 superstiti operare, dopo alcuni aggiornamenti, fino al 1995 dal Grupo 5 de Caza, che aveva tutti i superstiti, dei quali 12 B e appena 4C erano in servizio alla fine di quell'anno, quando il tipo venne totalmente dismesso. Chiaramente i piloti erano fieri dei danni che causarono agli inglesi, ma anche (specie col rafforzamento delle difese delle navi britanniche) molto preoccupati di dover eventualmente ritornare in guerra con tali obsolete macchine.
 
Anche l'Aviacion Naval mise fine alla carriera degli A-4, che rimasti davvero in pochi esemplari, vennero radiati entro il 1988, quando gli ultimi 5 vennero posti a terra (ufficialmente fin dal 1987). Avrebbero potuto almeno in teoria, fare coppia sulla portaerei con i Super Etendard, probabilmente in ragione di 4 A-4 e 8 'Super'. Il loro sostituto doveva essere, possibilmente, l'F-16 ma poi per ragioni di costi arrivarono gli A-4M ex-USMC. Forse una compensa per la partecipazione, poco più che simbolica, degli argentini a Desert Storm (un caccia MEKO 360 e una fregata MEKO 140 inviati in zona).
 
===Esercito===
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In ogni caso, con Blowpipe, SA-7, Roland, Rh-202, GDF, Bofors e anche altre armi, gli argentini si erano dotati di una difesa aerea a corto raggio di tutto rispetto.
 
==1982: guerra delle Falklands<ref>Sgarlato, Nico: ''Falklands, una guerra fuori dal tempo'', Aerei n.3/1992 pag.20-30 </ref>==
[[Immagine:Falklandsmap san carlos landings.png|300px|right|thumb]]
Quell’anno mise a dura prova, in maniera drammatica, le forze armate argentine. Il Generale Leopoldo Galtieri non era stato colui che diede inizio alla dittatura dei Generali in Argentina, in quanto andato al potere solo il 18 dicembre 1981, nondimeno ne era il continuatore. Nel suo programma vi era l’annessione delle Isole Malvinas entro il 1983. Ma cosa v’era di tanto importante in queste isole, e quali i precedenti storici che dovevano essere tenuti in considerazione per capire la necessità di tale programma?
 
Le [[w:Isole Falklands|Isole Falklands]] sono un arcipelago caratterizzato dall'essere costituito da due isole principali, la West e la East Falkland. Il capoluogo è nella East Falkland, [[w:Port Stanley|Port Stanley]], un piccolo centro abitato con un aeroporto, mentre altri ve ne sono a Dunnuse Head e Goose Green. La popolazione è scarsa e il clima risente molto della vicinanza al Circolo polare Antartico. Le isole Falklands vennero scoperte dagli inglesi nel 1592, esattamente 100 anni dopo la scoperta delle Americhe, ma tale era la difficoltà di esplorarle e poco il valore attribuito che l'esplorazione iniziò solo nel 1594. Nel 1690 finalmente ebbero il loro nome definitivo, o meglio quello che attualmente le distingue, in onore del tesoriere della Marina Cary Falkland. Nel 1764 vennero occupate, dopo ben 164 anni dalla scoperta, dal francese de Boungainville, che le chiamò le Isole Malouines per via del fatto che la sua spedizione proveniva da St. Malò. La situazione però venne presto messa in discussione, perché nel 1765 sbarcarono gli inglesi.
 
La Spagna trattò con la Francia per la cessione di queste isole nel 1767 mentre gli inglesi, nel 1774, ne lasciarono la proprietà alla Spagna, avendo abbastanza problemi all’orizzonte (la guerra d’indipendenza americana preoccupava molto di più). Nel frattempo l’Argentina divenne indipendente e nel 1823, come eredità della Spagna si appropriò delle Isole con un altro sbarco. Dopo 10 anni arrivarono gli inglesi e stavolta occuparono definitivamente le isole, anche se gli argentini continuarono a chiederne la restituzione per almeno due buone ragioni: erano l’eredità spagnola e facevano parte della piattaforma continentale sudamericana. Agli inglesi facevano comodo per la fiorente industria baleniera, che nell’arco di un secolo avrebbe massacrato i cetacei dei mari meridionali, e perché base idonea alle navi che si muovevano da o per Capo Horn, prima del Canale di Panama l’unico modo per passare da un oceano all’altro, visto che le Americhe sono un continente che ha la particolarià di estendersi da un Polo all’altro (anche per questo Colombo non poteva mancarle, pur ignorandone l’esistenza). La questione della sovranità sulle isole contese continuò per decenni e generazioni di diplomatici non riuscirono a risolverla totalmente: le Falknads, ragionavano gli inglesi, erano state scoperte da loro e siccome erano disabitate si poteva dire con ‘inventio rei nullibus’. La popolazione, per quanto scarsa, che le abitava era essenzialmente di origine inglese. Tra il 1965 e il 1976 vi furono relazioni molto più amichevoli tra i due Paesi, tra l’altro non sempre così ‘nemici’ in quanto la Gran Bretagna vendette all’Argentina materiali come i bombardieri Camberra, bombe da 454kg, missili Blowpipe e Tigercat, oltre ad un paio di cacciatorpediniere Type 42 e altrettanti elicotteri Lynx Mk.23. Ma dal 1976 iniziò la cosiddetta ‘dittatura dei generali’ e le relazioni si interruppero del tutto fino al 1979. Nel febbraio 1982 si provò ad iniziare la risoluzione del contenzioso all’ONU, ma il 18 Marzo 1982 un gruppo di operai argentini issarono la bandiera nazionale nella Georgia del Sud, considerata parte dei possedimenti inglesi del Territorio Antartico Britannico. Il 2 aprile una forza di invasione di 2000 marines e fanti, portata da una flotta di navi comprendente mezzi da sbarco LVTP-7 e corvette A-69 (una delle quali fu danneggiata dal fuoco di reazione inglese, essendosi avvicinata molto a P.Stanley), sbarcò a Port Stanley. Gli inglesi avevano una piccola guarnigione e decisero di arrendersi presto, non potendo contare su nessun aiuto dalla madrepatria in tempi utili. Gli argentini avevano fatto la loro 'blitzkrieg' partendo da Rio Gallegos, e crebbero ben presto a 11.000 truppe. Stando tanto vicini alla madrepatria, essendo la Gran Bretagna fin troppo impegnata con la Guerra fredda in Europa ma anche con una pesante crisi economica e gli irredentisti dell’Irlanda del Nord, non sembrava che le forze argentine, supportabili da una cospicua aviazione, corressero rischi. Nondimeno, la loro forza aumentò considerevolmente per scoraggiare gli inglesi ad una reazione. Ma la Tatcher comprese che non si poteva lasciar perdere senza una inaccettabile perdita di prestigio per la Gran Bretagna e nei giorni successivi ordinò l’operazione Corporate, la riconquista delle Isole, che tra lo stupore generale sarebbe incominciata prima della fine di quello stesso mese.
[[Immagine:FAA Air Bases 1982.gif|350px|right|thumb|Il teatro d'operazioni, con la 'zona d'esclusione' dichiarata dalla Gran Bretagna]]
Il 10 aprile 200.000 argentini festeggiarono per le strade di Buenos Aires, quando appena pochi mesi prima facevano manifestazioni di massa per contestare il Gen. Gualteri. Il regime sembrava aver riconquistato la popolarità perduta, ma non aveva fatto i conti con la reazione inglese. In sede ONU si condannò l’invasione con un termine di 30 giorni entro cui le truppe argentine dovevano abbandonare le Falklands. In Gran Bretagna vi fu chi propose addirittura di provocare una esplosione nucleare a fini dimostrativi, nell’Atlantico meridionale, tanto per mostrare fermezza. Ma la cosa non ebbe seguito. Invece, senza aspettare nessuna scadenza, gli inglesi iniziarono a riempire le loro vecchie navi (tra cui alcune preziosissime, come le navi da sbarco classe Fearless, che avrebbero dovuto essere radiate a breve, mentre invece erano indispensabili per la riuscita dell’operazione) di ogni materiale utile e di truppe, e partirono da Porthsmouth dal 5 aprile, anche a costo di impoverire lo schieramento della Royal Navy contro il Patto di Varsavia, soprattutto in funzione ASW ovvero nella lotta contro i sottomarini sovietici. La Georgia del Sud venne riconquistata, con tanto della cattura del sottomarino Santa Fè, già il 28 aprile, mentre il 1 maggio arrivò il bombardamento con 12 Sea Harrier dell’aeroporto di Port Stanley, pieno di Pucarà e aerei leggeri. Gli argentini non rimasero inermi e lanciarono almeno 20 aerei contro le navi inglesi ma ne persero diversi. I Sea Harrier, che erano una macchina mai provata in combattimento reale, dimostrarono la loro superiorità nei combattimenti aerei contro i famosi Mirage. Il giorno dopo, esattamente un mese dopo la ‘reconquista’ delle isole, gli inglesi affondavano l’incrociatore Belgrano.
 
Il 21 maggio gli inglesi sbarcarono a San Carlos, resistendo poi ai contrattacchi argentini, soprattutto con l’aviazione e l'artiglieria. Pochi giorni più tardi, il 26 maggio, gli inglesi vinsero clamorosamente la battaglia di Goose Green, combattendo con forze ridotte (450 paracadutisti e alcuni marines) contro 1500 argentini, poi rinforzati con elicotteri, e ben provvisti di mortai da 120 mm (le cui granate tuttavia tendevano a non esplodere o a esplodere con troppo ritardo nel terreno fangoso, non essendo dotate di spoletta di prossimità o altimetrica), obici da 105mm OTO, cannoni da 20 mm (6 binati) e 35 (2), e dell’appoggio aereo di Pucarà e Skyhawk, tre dei quali a quanto risulta abbattuti dagli inglesi. Gli inglesi ebbero solo l’appoggio del cannone (ad un certo punto inceppatosi) della Arrow, una fregata inglese, e tre missioni degli Harrier. Furono molto bravi, però, a sopraffare i bunker argentini in cui le loro forze, troppo statiche ebbero la peggio, anche grazie all’impiego dei missili MILAN. Alla fine gli argentini ebbero 200 o più morti contro 16 inglesi, nonostante l’inferiorità dell’attaccante. A quanto pare i militari di leva argentini, mal guidati e motivati, non seppero resistere nonostante la loro netta superiorità in termini di potenza di fuoco e conoscenza del terreno, cosa che d’altro canto si è verificata in molte occasioni nella Storia (basti pensare alle guerre arabo-israeliane o all’invasione tedesca dell’URSS o della Francia, o anche la Battaglia di Roma).
 
[[Immagine:IAI Dagger.jpg|300px|right|thumb|Uno dei Dagger forniti da Israele]]
Il 14 giugno un bombardamento con bombe a guida laser venne interrotto, su Port Stanley, giusto in tempo: gli argentini si stavano arrendendo. La campagna era finita con un minimo coinvolgimento, una volta tanto, della popolazione civile. Gli argentini persero oltre 700 militari uccisi e migliaia di feriti e prigionieri. Gli inglesi persero oltre 200 soldati morti. Le perdite materiali erano state di elevato livello: gli argentini persero praticamente tutta l’aviazione basata sulle isole, ovvero circa 25 Pucarà, 5 MB.339 e altri apparecchi, oltre 20 A-4, oltre 10 Mirage e Dagger, e altro ancora per un totale di circa 100 aerei, mentre gli inglesi ne persero una trentina. Gli argentini persero l’incrociatore Belgrano, la nave da trasporto Rio Carcaranha, e la Isla de los Estados, oltre al Santa Fè. Gli inglesi ebbero perdite più salate, perdendo 2 fregate, 2 cacciatorpediniere, 2 navi da sbarco e la perdita peggiore, che era solo una nave portacontainer modificata, la Atlantic Conveyor con 10 elicotteri a bordo. Numerose altre navi vennero danneggiate. Nell’insieme la guerra fu relativamente incruenta, ma portò enormi insegnamenti per tutti: la pericolosità dei missili come gli Exocet antinave, la necessità di sistemi CIWS per le navi, la pericolosità degli attacchi aerei a volo radente, l’inaffidabilità delle bombe sganciate a bassissima quota, l’efficacia di missili aria-aria di nuova generazione, e la scarsa efficacia e-o affidabilità di quelli superficie-aria. Gli argentini persero tra l’altro contro gli inglesi pur usando molte delle stesse armi come i missil Blowpipe SAM, e i fucili FAL che erano, nel caso argentino, con sistema di tiro anche automatico invece che solo semiautomatico come nel caso inglese. E malgrado tutto, i paracadutisti e marines, usati come fanteria leggera, vinsero.
 
[[Immagine:SUEreabasteciendo1.jpg|300px|right|thumb|L' 'Arma segreta argentina, il Super Etendard, fu scarsamente utilizzato per mancanza di sufficienti missili Exocet]]
 
La RAF cercò di usare al meglio le sue possibilità e dall’isola di Ascension lanciò diverse missioni di bombardieri Vulcan, che dimostrarono in teoria la capacità di attaccare anche il territorio argentino ‘volendo’. Poco noto era l’appoggio dato dal Cile, che era retto da Pinochet ma venne considerato ‘amico’ a sufficienza per basarvi aerei da ricognizione della RAF e forse per attaccare direttamente l’Argentina, quantomeno per impedirle di concentrare tutte le forze contro la Gran Bretagna.
 
In seguito, non certo casualmente e nonostante la dittatura di Pinochet, il Cile beneficiò di molte navi ex-R.N. In pratica, quasi tutte le navi inglesi che parteciparono finirono entro pochi anni ad altre marine di seconda mano. La Royal Navy venne però rinforzata da forniture di navi migliorate, anche grazie all’esperienza accumulata, e trovò conferma sia la micidialità degli SSN in oceano aperto, che l’importanza di portaerei, anche piccole. I primi interdirono il mare agli argentini, le seconde però furono fondamentali per coprire la spedizione inglese. Le perdite di aerei argentini furono circa 20 contro i Sea Harrier, contro gli 11 abbattuti dai SAM navali inglesi, ma soprattutto gli argentini furono costretti a usare molta prudenza mentre gli inglesi poterono godere di una relativa superiorità aerea.
 
Negli anni successivi anche l’Argentina si potenziò, con 4 sottomarini TR-1700 in ordine, con 4 fregate missilistiche MEKO 360 e 6 Meko 140, ma soprattutto con una intera squadriglia di Super Etendard. I 5 disponibili affondarono con appena 5 missili , 2 navi inglesi, un sesto Exocet venne lanciato da una rampa terrestre derivata da una navale e mise KO il cacciatorpediniere Glamorgan. La forza dei Super Etendard, che i francesi, relativamente filo-argentini, continuarono a fornire, raggiunse i 14 esemplari complessivi con decine di missili Exocet, e questo appena entro il 1983: avessero avuto gli argentini una tale forza appena un anno e mezzo prima, gli inglesi avrebbero potuto agevolmente perdere la guerra, anche se usando gli stessi missili (in un modello meno avanzato) avrebbero dovuto conoscerne i segreti e i punti deboli. Del resto anche gli Argentini conoscevano bene i limiti dei missili Sea Dart e dei relativi radar di scoperta aerea, ed impararono ad evitarli nel volo a bassa quota.
 
===Totale forze aeree schierate da parte argentina===
'''Aviazione'''
 
*16 Mirage IIIEA e 1 Mirage IIIDA, Gruppo 8 de caza, base Moron (BAM), Rio Gallegos
*34 Dagger A e 3 B della VI Brigata Aerea (Grupo 6 de caza) a San Julian e Rio Grande
*32 FMA Pucarà del I, II, III° squadron (3 Gruppo de Ataque), III Brigata aerea, 12 vennero basati a San Carlos
*Alcuni CH-47 e AB-212 del 7 Gruppo de COIN
*8 Camberra B Mk 62 e 2 T Mk 64 del Grupo 2 de Bombardamento della II Brigata Aerea
*12 A-4B/P Halcòn del Grupo 5 de Caza , V Brigata aerea, basati a Villa Reynolds (V e VI escuadrones ), 19 A-4C/P IV Brigata aerea, IV Grupo de caza, III Escuadron, tutti portati a Rio Gallegos
*Grupo 1 de transporte , 2 C-130E, 5 C-130H, 2 KC-130H, Escuadron I, Comodoro Rivadavia base aerea
*3 Boeing 707-300 Escuadron II, Grupo I, Transporte Aereo
*4 Gates Learjet
 
'''Marina'''
 
*10 A-4Q della 3 Escuadrilla de Caza y ataque sulla Venticinquo de Mayo, e 2 sulla base C.me Espora
*4 T-34C-1 Turbine Mentor, 4 a Escuadrilla
*6 MB-339 AA ,1 Escuadrilla de atacue
*5 Super Etendard della 2 a Escuadrilla de Ataque a Rio Grande
*6 S-2E Escuadrilla antisubmarina, C.me Espora
*9 Aluette III e 2 Lynx HAS. Mk 23 della 1 a Escuadrilla de elicopteros
*5 S-61D-4 Sea King della 2 a Escuadrilla de elicopteros
 
Comando Esercito (22 elicotteri) e il comando costiero con 2 elicotteri e 1 aereo
 
===La fine del Belgrano===
[[Immagine:ARA General Belgrano underway.jpg|300px|left|thumb|]]
La ARA '''General Belgrano''' era in origine un incrociatore corazzato da 7.069 tonnnellate costruito in Italia, completato nel 1899 e andato in disarmo nel 1948, che era quasi gemello dell'incrociatore della Regia Marina Garibaldi. Venne rimpiazzato da una nuova nave con lo stesso nome, che in realtà aveva cominciato la sua vita diversi anni prima, ma con la US Navy.
 
Venne costruita come '''USS Phoenix''' (CL-46), sesta nave della classe Brooklyn di incrociatori leggeri, nel New Jersey dalla New York Shipbuilding Corporation. Venne impostata nel 1935 e varata nel marzo 1938. Sopravvisse all'attacco giapponese contro Pearl Harbour del 1941 e venne messa fuori servizio dalla US Navy nel luglio 1946. La USS 'Phoenix' venne venduta, insieme ad un'altra nave della sua classe (la USS 'Boise') all'Argentina nell'ottobre 1951 per appena 7,8 millioni di dollari. Venne ribattezzata 17 de Octubre in onore di un importante anniversario del partito politico del presidente Juan Perón.
 
Dopo la deposizione di Perón in seguito al colpo di stato del 1955, il vascello venne ribattezzato nel 1956 General Belgrano (C-4) dal nome del generale Manuel Belgrano, che combatté per l'indipendenza argentina nel 1816. Nel 1967 venne dotata di missili terra-aria Sea Cat diventando così un incrociatore missilistico.
 
'ARA General Belgrano (ex ARA 17 de Octubre ex USS Phoenix)'
 
*Tipo: incrociatore leggero
*Classe: classe Brooklyn
*Cantiere: New York Shipbuilding Corporation
*Dislocamento: standard 10.800 ton, a pieno carico: 13.645 t
*Dimensioni: lunghezza: 185,4 m, larghezza: 21 m, pescaggio: 7,2 m
*Propulsione: 8 caldaie Babcock & Wilcox Express e 4 turbine elettriche Westinghouse; potenza:100.000 CV
*Velocità: 32 nodi (59 km/h) e autonomia 7.600 miglia a 15 nodi
*Equipaggio: 900 uomini in tempo di pace, fino a 1.400 in guerra.
*Sensori di bordo: Radar Thales Nederland DA-02 e LW-01
*Armamento: 15 cannoni da 152mm in 3 torri trinate a prua e 2 torri trinate a poppa, 8 cannoni AA da 127 mm in postazioni singole, 2 complessi doppi antiaerei da 40 mm, 4 mitragliere da 20 mm, 2 complessi quadrupli di Sea Cat (aggiunti nel 1967)
*Velivoli: 2 elicotteri
*Cronologia: impostazione 15 aprile 1935, varo 13 marzo 1938, radiazione 3 luglio 1946, entrata in servizio 12 aprile 1951 con la Marina Argentina e affondata nel 1982 dal sottomarino HMS Conqueror.
 
Nelle prime fasi della guerra delle Malvinas la maggior parte della marina argentina evitò il conflitto. Il General Belgrano era partito da Ushuaia nella Terra del Fuoco il 26 aprile 1982, accompagnato dai due cacciatorpediniere ARA Piedra Buena (D-29) e Bouchard (D-26) (entrambi ex-navi della US Navy), come Task Group 79.3. Il 29 stavano pattugliando Burdwood Bank a sud delle isole. Il 30 venne avvistato dal sottomarino nucleare della Royal Navy '''HMS Conqueror''' della [[w:classe Churchill (SSN)|classe Churchill]]. Il sottomarino si avvicinò il giorno seguente. Sebbene al di fuori della Zona di Interdizione Totale dichiarata dai Britannici, 370 km (200 miglia) dalle isole, dopo una frenetica consultazione l'Ammiraglio Woodward decise che andava affondato. Raggiunta alla residenza di campagna dalla richiesta di intervento, il primo ministro Margaret Thatcher acconsentì che il comandante Chris Wreford-Brown attaccasse il Belgrano, che stava tallonando usando gli idrofoni. Alle 13.57 del 2 maggio il Conqueror lanciò 4 siluri convenzionali Mk 8 mod 4, ognuno con una testata di 363 kg di torpex da circa che colpirono 3 minuti dopo.
 
Uno dei due Mk 8 colpì tra 10 e 15 m dietro prua, al di fuori dall'area protetta dalla cintura verticale o dalla controcarena contro le torpedini. L'esplosione distrusse la prua della nave, ma le paratie interne ressero e il magazzino di prua per le munizioni da 40mm non detonò. Non c'era nessuno in quella parte della nave al momento dell'impatto.
[[Immagine:ARA Belgrano sinking.jpg|300px|left|thumb|La tragica fine del Belgrano, con la prua praticamente asportata da un siluro Mk 8, e lo scafo squarciato a mezzanave]]
Il secondo siluro colpì a circa tre quarti lungo lo scafo, appena fuori del limite inferiore della corazzatura verticale. La torpedine penetrò all'interno della sala macchine prima di esplodere. L'esplosione si sfogò verso l'alto attraverso due mense ed un'area ricreativa chiamata the Soda Fountain causando infine uno squarcio di venti metri sul ponte principale. Relazioni successive stimarono il numero di marinai intrappolati o uccisi nell'area dell'esplosione a circa 275 uomini. L'esplosione non causò incendi, ma la nave si riempì rapidamente di fumo. L'esplosione danneggiò anche l'impianto elettrico del Belgrano impedendo anche l'emissione di un segnale d'aiuto.
 
La paratia anteriore resse, ma l'acqua affluì dallo squarcio creato dalla torpedine e non poté essere pompata fuori a causa della mancanza di energia elettrica. La nave iniziò a sbandare a sinistra ed ad affondare di prua. Venti minuti dopo l'attacco, alle 16:24, il capitano Hector Bonzo ordinò all'equipaggio di abbandonare la nave. Vennero lanciate delle zattere gonfiabili e l'evacuazione iniziò senza panico. Tutto finì in esattamente 2 ore dal siluramento. Il personale del Belgrano era in gran parte di leva: ragazzi inesperti che non potevano gestire una situazione del genere, sopratutto senza elettrogeneratori. Basti pensare ai gravissimi danni che un incrociatore come il BOLZANO subì da un altro siluro inglese dello stesso tipo, esattamente 40 anni prima, e all'esplosione del TRENTO a seguito dell'impatto di un altro Mk VIII.
 
Le due navi scorta erano inconsapevoli di quello che stava avvenendo al Belgrano, avendo perso il contatto visivo nell'oscurità e non avendo avvistato i razzi di soccorso ed i segnali luminosi. Ad aumentare la confusione, l'equipaggio del Bouchard udì un impatto che poteva essere la terza torpedine al termine della sua corsa (un esame successivo dello scafo mostrò un danno consistente con quello causato da una torpedine). Le due navi continuarono sulla loro rotta verso occidente ed iniziarono a lanciare cariche di profondità. Quando compresero che era successo qualcosa al Belgrano era già buio ed il tempo era peggiorato, disperdendo le zattere di salvataggio.
 
Navi argentine e cilene salvarono in tutto 770 uomini tra il 3 ed il 5 maggio. In totale circa 300 (ufficializzato in 324) marinai argentini affondarono con la nave. I siluri, anche di vecchio tipo, avevano dimostrato una volta di più la loro pericolosità in azioni antinave.
 
In ogni caso, al momento dell'attacco il Belgrano era in rotta di allontanamento dalle isole Malvinas. Sebbene stesse allontanandosi, si era mossa in direzione dell'isola con la sua task force per tutto il giorno precedente e virò solo perché un attacco aereo contro la task force era stato cancellato a causa del forte vento che impediva il decollo di velivoli dalla portaerei operante a nord delle Malvinas. Alla nave era stato infatti ordinato di rimettersi in rotta per la costa e di attendere condizioni più favorevoli per attaccare. Il comandante Hector Bonzo commentò riguardo a quest'ordine: «Stavamo dirigendoci verso la terraferma, ma non andando verso la terraferma; dovevamo raggiungere una posizione in cui attendere nuovi ordini.». Inoltre il Belgrano avrebbe potuto cambiare rotta nel giro di pochi minuti ed entrare in una zona di acque poco profonde (Burdwood Bank) nel giro di poche ore ed il Conqueror non avrebbe potuto seguirla.
La nave era al di fuori della zona di interdizione di 200 miglia. Sebbene al nave fosse al di fuori della zona di interdizione, entrambe le parti comprendevano che questa non era più il limite di azione britannica - il 23 aprile il governo britannico aveva fatto giungere un messaggio al governo argentino mediante l'ambasciata svizzera a Buenos Aires che diceva:
« In announcing the establishment of a Maritime Exclusion Zone around the Falkland Islands, Her Majesty's Government made it clear that this measure was without prejudice to the right of the United Kingdom to take whatever additional measures may be needed in the exercise of its right of self-defense under Article 51 of the United Nations Charter. In this connection Her Majesty's Government now wishes to make clear that any approach on the part of Argentine warships, including submarines, naval auxiliaries or military aircraft, which could amount to a threat to interfere with the mission of British Forces in the South Atlantic will encounter the appropriate response. All Argentine aircraft, including civil aircraft engaged in surveillance of these British forces, will be regarded as hostile and are liable to be dealt with accordingly. » ovvero
« Nell'annunciare l'instaurazione di una Zona di Interdizione Marittima intorno alle isole Malvinas, il Governo di Sua Maestà ha reso chiaro che questa misura è stata presa senza pregiudizio al diritto del Regno Unito di intraprendere qualunque misura aggiuntiva si rendesse necessaria per esercitare il suo diritto all'autodifesa, come previsto dall'Articolo 51 dello statuto delle Nazioni Unite. In connessione a ciò il Governo di Sua Maestà desidera ora rendere chiaro che ogni manovra di avvicinamento da parte di navi da guerra argentine, inclusi sottomarini, navi ausiliarie o aerei militari, che possano costituire una minaccia alla missione delle forze britanniche nel Sud Atlantico, incontreranno una risposta appropriata. Tutti gli aerei argentini, inclusi aerei civili impegnati nella sorveglianza di forze britanniche, saranno considerati ostili e passibili di essere trattati di conseguenza. »
Le interviste condotte da Martin Middlebrook per il suo libro, The Fight For The Malvinas, indicano che gli ufficiali della marina argentina compresero che l'intento del messaggio era di indicare che ogni nave che operasse nelle vicinanze della zona di interdizione poteva essere presa di mira. Il vice-ammiraglio Allora, che era responsabile della task force a cui apparteneva il Belgrano, disse: «Dopo il messaggio del 23 aprile, l'intero Sud Atlantico era diventato un teatro operativo per entrambe le fazioni. Come professionisti dicemmo che fu un peccato che perdessimo il Belgrano».
Inoltre le regole di ingaggio furono specificatamente cambiate per permettere di attaccare il Belgrano al di fuori della zona di interdizione, prima dell'affondamento.
 
L'affondamento della nave irrigidì la posizione del governo argentino ed effettivamente pose fine ad ogni possibilità di un accordo pacifico. L'affondamento del Belgrano fu certamente l'episodio che causò la più grave perdita di vite umane di tutto il conflitto e avvenne dopo un giorno di combattimenti nel quale avevano perso la vita diversi piloti argentini. Gli scontri a fuoco erano già iniziati. I Britannici non avrebbero probabilmente mai accettato niente di meno che la restituzione delle isole, che gli Argentini difficilmente avrebbero concesso.
Decisioni-chiave furono prese senza sapere che la nave stava allontanandosi dalle Malvinas nel momento in cui l'ordine venne dato. Secondo lo storico britannico sir Lawrence Freedman, in un libro scritto nel 2005, né Margaret Thatcher, né il Gabinetto erano consapevoli del cambio di rotta del Belgrano prima dell'attacco, dato che questa informazione dal Conqueror non venne passato al Ministero della Difesa o al vice-ammiraglio Sandy Woodward (comandante della task force della Royal Navy).
Comunque nel suo libro One Hundred Days l'ammiraglio Woodward chiarisce che considerava (correttamente come risultò) che il Belgrano appartenesse alla parte meridionale di un movimento a tenaglia mirante alla task force britannica e che doveva essere affondato rapidamente. Scrisse:
 
« The speed and direction of an enemy ship can be irrelevant, because both can change quickly. What counts is his position, his capability and what I believe to be his intention. »
« La velocità e la direzione di una nave nemica sono irrilevanti, entrambe possono cambiare rapidamente. Quello che conta è la sua posizione, la sua capacità e quelle che io ritengo siano le sue intenzioni. »
(Sandy Woodward)
 
Alcuni dettagli dell'azione "filtrarono" successivamente ad un poliziotto militare britannico, Tam Dalyell, da un impiegato governativo anziano, Clive Ponting, che venne accusato senza successo per violazione della Official Secrets Act.
Nel maggio 1983, Margaret Thatcher durante uno spettacolo televisivo dal vivo su BBC One, venne messa alle strette da uno spettatore che la intervistò riguardo all'affondamento, affermando che la nave era già a occidente delle Malvinas e stava dirigendosi verso la terraferma argentina a ovest. Lo spettatore affermò anche che la proposta di pace peruviana avrebbe dovuto raggiungere Londra nelle 14 ore tra la sua pubblicazione e l'affondamento del General Belgrano, impedendo quindi l'escalation della guerra. Nell'infuocato scambio che seguì la Thatcher rispose che il vascello era una minaccia alle navi e alle vite britanniche e negò che la proposta di pace l'avesse raggiunta. Dopo lo spettacolo il marito della Thatcher, Denis attaccò il produttore affermando che sua moglie era stata «incastrata dai fottuti culattoni e comunisti della BBC» («stitched up by bloody BBC poofs and Trots».
La Thatcher stessa commentò durante l'intervista: «Penso che solo in Gran Bretagna un primo ministro possa essere accusato di aver affondato un vascello nemico che era un pericolo per la nostra marina, quando la mia principale motivazione era stata di proteggere i nostri ragazzi della marina».
 
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