Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Argentina-2: differenze tra le versioni

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L'Argentina non mancò di progredire a sua volta.
[[Immagine:ARASantísimaTrinidadD-2.jpg|360px|right|thumb|Una eccezionale immagine di un caccia Type 42, il S.Trinitad, che mostra i suoi radar guidamissili, normalmente nascosti sotto cupole di candida plastica]]I programmi argentini furono di riorganizzare, migliorare qualitativamente e ammodernare le forze armate, anche con un esercito più piccolo ma più efficiente. La congiuntura economica, però, era sfavorevole e l'Argentina rallentò molto più della Gran Bretagna la corsa agli armamenti. Addirittura si valutò di rivendere alcune corvette appena entrate in servizio per motivi meramente economici. L'Argentina era comunque una forza militare notevole e la più indipendente delle nazioni sudamericane quanto a produzione di armamenti, dalle armi portatili alle artiglierie e aerei. Vi era anche un programma missilistico balistico, chiamato '''Condor I''' per un ordigno con 475 kg di testata per 75 km oppure 350 a 150 km. Un successivo modello Condor II avrebbe dovuto essere capace di raggiungere i 650 km, quanto bastava per arrivare anche alle Falklands. Tale programma era portato avanti con altre nazioni come l'Egitto ma non ebbe successo. In ogni caso, bisognava considerare che dopo la guerra la Gran Bretagna aveva ingrandito l'aeroporto di Port Stanley e ora vi operava una squadriglia con gli F-4 Phantom, e sezioni con Harrier e Buccaneer: la presenza militare inglese non era più una mera rappresentanza, come prima della guerra.
 
===Esercito===
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===Aeronautica===
La Fuerza Aerea Argentina, o FAA, aveva 17.000 uomini su 10 brigate aeree. Esse erano responsabili in maniera funzionale del parco mezzi del servizio.
 
La difesa aerea era basata su due di queste brigate con un totale di 4 gruppi caccia intercettori con 14 Mirage IIIEA, 3 Mirage IIIBE/DA, 19 più vecchi Mirage IIICJ e 3 IIIBJ, inoltre vi erano 9 Mirage 5P ex-Peruviani, 38 Dagger monoposto e 4 biposto ex-israeliani.Tutte queste macchine erano equipaggiate con sonde per il rifornimento in volo ed armate con missili AIM-9, Shafir, Magic, R.530.
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Forte di 23.000 uomini, venne rapidamente ammodernata dopo la guerra:
 
* 1 portaerei, la '''Venticinquo de Mayo''', 20.000 t circa con 18 aerei e 4 elicotteri SH-3 a bordo
 
* 2 sottomarini '''Type 209''' e 4 '''TR1700''', di cui due entrati in servizio e altrettanti in ordine
 
* 4 cacciatorpediniere MEKO 360 'Almirante Brown'
 
* 2 cacciatorpediniere Type 42 'Hercules' e 'Santissima Trinitad'
 
* 4 fregate leggere e altre due in ordine del tipo MEKO 140 'Espora', costruite in Argentina
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I gruppi di prima linea erano invece equipaggiati con i Mirage bisonici, Skyhawk transonici e Pucarà (decisamente) subsonici. In tutto vi erano 10 squadroni dei quali due con gli A-4, tre con i Pucarà e 4 con i 'Mirage'. In dettaglio, le unità erano:
 
*'''V Brigata Aerea''', basata a Villa Reynolds, equipaggiata con tutti gli A-4 rimasti nel I e II Escuadron. Gli ultimi Skyhawk della vecchia generazione erano armati con i cannoni da 20 mm, ma in alcuni casi vi erano dei DEFA da 30 mm, senza riguardo della versione, se B, C o P (questi ultimi erano semplicemente una versione di 'comodo'). La livrea era verde scuro e marrone, oppure verde scuro e grigio chiarissimo.
 
*'''III Brigata Aerea''', Reconquista. Aveva circa 50 Pucarà, superstiti dei 76 consegnati. Da notare che la crisi economica impediva ancora d'inglobare gli ultimi 23, rimasti letteralmente senza compratore e usciti recentemente di produzione. La livrea dei Pucarà col tempo era cambiata: prima vi era una tonalità verde chiaro e sabbia, poi molti esemplari erano stati riverniciati in una colorazione a due toni, grigio-chiara a bassa visibilità, della 'nuova generazione' che indicava come maggiormente importante mimetizzare l'aereo in aria piuttosto che a terra o in volo a bassa quota. La mancanza di avionica moderna, uno dei problemi dei Pucarà non era stata corretta: piuttosto, su uno di questi erano stati sperimentati 2 missili AIM-9 per l'autodifesa, ma i risultati ottenuti, considerati 'scarsi', non hanno autorizzato la modifica agli altri apparecchi, forse anche perché in tal modo l'aereo avrebbe perso 2 dei tre piloni per carichi bellici.
 
*'''IV Brigata Aerea''',Mendoza: il I Escuadron era uno dei 5 dotati di aerei della famiglia 'Mirage', praticamente i principali aerei da combattimento disponibili, nonché i più ambiti. In questo Escuadron vi erano i IIIC, praticamente solo intercettori, destinati a sorvegliare il lungo confine con il Cile, ma durante la Guerra vennero spostati a Rio Gallegos. Per questo in seguito sono stati ridenominati, in ricordo di tale partecipazione, 55imo Escuadron. La loro missione era solo quella di intercettori. Certamente, da questi dati risalta come davvero pochi siano gli aerei da combattimento per coprire gli immensi spazi aerei delle nazioni sudamericane, in genere equipaggiate con un paio di squadroni da caccia l'una e talvolta 2-3 cacciabombardieri leggeri eventualmente usabili come intercettori.
 
*La '''X Brigata Aerea''' aveva come unità di punta il I Escuadron, Rio Gallegos. Esso operava con i Mirage 5P, che il Perù gentimente inviò all'Argentina come rinforzo per compensare le perdite dei Mirage, ma i 10 caccia arrivarono solo a guerra finita e uno di questi appare che sia stato perduto in seguito ad un incidente.
 
*'''VI Brigata aerea''', operante a Tandil, 600 km a sud di Buenos Aires.
Qui erano ospitati i principali caccia dell'intera FAA: Mirage III e Dagger. Essi erano suddivisi nel II e III Escuadron per quanto riguarda i Dagger, e nel I Escuadron per i Mirage IIIEA, DA, BE. I Mirage III hanno un'avionica più completa dei Dagger, ma sopratutto i numerosi B e D indicavano che questo squadrone era l'unità di conversione operativa per tutti i caccia di questo tipo. I Dagger vennero comprati negli anni '70: erano i cloni israeliani dei Mirage o meglio, l'interpretazione locale dei Mirage 5. Come tali, i Dagger potevano essere considerati meglio come macchine d'attacco, con la possibilità di portare fino a 8 bombe, due serbatoi e 2 missili contemporaneamente. I missili erano in genere gli Shafir, 'interpretazioni' israeliane dei Sidewinder con maggiore diametro (165 contro 127mm) del corpo del missile, ma senza grandi miglioramenti nondimeno.
[[Immagine:RAAF Mirage III 1.JPEG|350px|right|thumb|I caccia Mirage erano le più prestigiose e veloci macchine in servizio in Argentina e ci si aspettava molto da loro, fino a che il primo maggio due di essi vennero abbattuti dai Sea Harrier inglesi]]
I Mirage e i Dagger erano famosi per le gesta che gli israeliani archiviarono contro gli arabi nei vari conflitti, specie nei duelli aerei. Gli argentini si aspettavano di spazzare via i Sea Harrier inglesi, ma non avevano fatto i conti con vari problemi aggiuntivi: la mancanza di sonda per il rifornimento in volo limitava l'uso del postbruciatore, il Mirage non era supersonico sotto i 6000 metri con il pieno di carichi esterni, i missili erano piuttosto inefficaci. I Sea Harrier, spesso pilotati da aviatori non particolarmente esperti, riuscirono a batterli ripetutamente a cominciare dal 1 maggio. Il numero di perdite in combattimento aereo non fu alto, ma gli argentini rimasero talmente scioccati da smettere di sfidare il '''[[w:Sea Harrier|Sea Harrier]]''', che era effettivamente molto più maneggevole a basse quote, e possedeva eccellenti missili Sidewinder L, autori di 18-20 centri su 27 missili lanciati. La macchina inglese, nonostante l'aspetto goffo, l'autonomia limitata e via dicendo riuscì ad imporsi come elemento vitale per le sorti del conflitto. Se l'aviazione argentina avesse tentato ancora di ingaggiare i caccia inglesi, magari con tattiche perfezionate (quelle messe in campo non erano granché, nonostante gli istruttori fossero stati talvolta americani e israeliani), forse avrebbe aperto un varco nel piccolo dispositivo inglese per la difesa aerea, ma non accadde e i Sea Harrier dominarono i cieli sullo sbarco. Nel primo scontro, per esempio, in cui i Sea Harrier vinsero (dopo alcuni inconcludenti attacchi di missili da parte dei caccia argentini, tirati alla massima distanza), i due Mirage volavano quasi ala contro ala, come se il gregario fosse un 'pivello senza esperienza' (detto da Dave Morgan, uno dei piloti inglesi). Gli inglesi, che avevano visto sfilare nel cielo anche 3 coppie di caccia nemici, non credevano che stavolta ve ne fosse una sola: pensavano che fosse un tranello per prenderli di sorpresa con altri aerei in manovra a tenaglia, ma invece non era così. Il capo coppia (Paul Barton) inglese accellerò a 550 nodi e lasciò il gregario in volo (Thomas) a 400, poi virò e prese di sorpresa i caccia argentini che erano focalizzati sul suo n.2, quindi ne abbatté uno (Perona) mentre Thomas riuscì a virare dietro i Mirage e danneggiò fatalmente quello di Cuerva. Fu tutto molto facile, nonostante la fama dei Mirage israeliani, e anche i cloni Dagger non ebbero successo alcuno.
 
*'''I Brigata Aerea''', El Palomar, equipaggiata come unità da trasporto. Aveva 5 C-130H e 2 KC-130H aerocisterne. I voli, durante la guerra, dei C-130H a 30 metri di quota, tra tormente di neve e tempeste di vento, spesso di notte, devono essere stati molto duri, ma gli Hercules riuscirono a rifornire finché poterono la guarnigione argentina sulle isole. Uno degli Hercules venne perso quando due Sea Harrier lo localizzarono e lo attaccarono: uno lo colpì con un Sidewinder incendiandogli un'ala ma senza abbatterlo subito; forse il pilota inglese esagerò (l'aereo era comunque spacciato, ma l'equipaggio forse poteva ancora salvarsi) e gli sparò 240 colpi da 30mm30 mm che lo fecero cadere in mare. Poco dopo i Sea Harrier atterrarono verticalmente sul ponte di una nave da sbarco: al solito, dopo un'azione relativamente breve avevano pochissimo carburante di riserva (meno di due minuti di volo) e rischiarono di andare perduti.
 
Il loro turbofan aveva consumi ridotti, ma da un lato era molto potente per il volo verticale, dall'altro lasciava pochissimo spazio per il carburante, così di fatto i Sea Harrier avevano molta meno autonomia di un Mirage con un turbogetto puro. Essi riuscirono a salvarsi perché i loro limiti di macchine V/STOL comportavano anche pregi, come quello di poter atterrare su qualunque nave dotata di ponti per elicotteri!. In ogni caso, gli Hercules vennero usati anche come bombardieri a lungo raggio, cosa accaduta altre volte nella loro storia: il principale successo fu l'aver colpito una nave (che in realtà era un mercantile requisito dalla RN, uno di oltre 50 navi) con bombe che rimasero sì inesplose, ma erano talmente difficili da rimuovere che si preferì affondare la nave (che era carica di carburante). Gli Hercules erano affiancati dai piccoli F.27 e F.28, nonché i Boeing 707 per collegamenti e trasporto.
 
*La '''VII Brigata Aerea''', bastata a Moreno come sede principale, ovvero una base prossima alla capitale, aveva invece gli elicotteri: CH-47C, Sikorsky S.61NR, Bell UH-1D e B, Bell 212, Hughes serie 300 e 500. Tutte queste macchine erano usate come trasporti, addestramento e SAR
 
*Anche la '''IX Brigata''', Rivadavia, aveva aerei da trasporto F.27, DHC-6, FMA IA.50
 
*'''II Brigata Aerea''', Paranà: dotata di IA.50 Guaranì, alcuni Learjet 35A e uno squadrone con gli ultimi Camberra. Learjet e Camberra vennero usati anche in guerra, i primi come ricognitori e i secondi come bombardieri. I Camberra vennero comunque posti fuori servizio nel 1991.
 
Da notare che tutte le basi aeree avevano un piccolo reparto da collegamento, la Escuadrilla de Servicios, certamente non appariscente ma utile e dotata in genere di 2 Guaranì e 2 Cessna 182, ma non mancavano anche gli ultimi dodici C-47. Incredibile a dirsi, mentre anche i Camberra erano alla fine della loro vita utile, i C-47 erano ancora apparentemente del tutto scevri da affaticamento strutturale, grazie alla loro ala multilongherone che li ha preservati letteralmente dagli effetti del tempo (dopo oltre 50 anni di servizio..).
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===Gli Skyhawk succedono a se stessi<ref>Cicalesi, J.C. e Rivas, Santiago: ''Fightinghawk in Argentina'', RID dicembre 2006 pagg. 53-55 </ref>===
A Villa Reynolds gli aviatori arrivavano con circa 300 ore di volo su T-34 (una cinquantina), T-27 (130), Paris (altrettante) oltre ai primissimi voli sugli alianti. Attorno al 1992 le loro attività addestrative erano ancora intense con i 20-25 Skyhawk ancora in carica dei 75 ricevuti. A dire il vero, la storia degli A-4 argentini non è mai stata chiara: per esempio, se anche gli israeliani fornirono direttamente aerei oltre quelli dell'US Navy. Sia come sia, alcuni A-4 avevano i cannoni da 30mm come gli A-4T o simili, in servizio in Israele. Ma in ogni caso, nessun TA-4 biposto venne mai consegnato, nonostante l'entità della fornitura. L'attività di volo con le macchine, disposte sulle piste della base senza shelter corazzati, e gli aerei disponibili vivevano una completa promiscuità essendo entrambi i reparti utilizzanti in maniera indifferente tutti gli aerei B e C disponibili quotidianamente. Il totale di ore di volo, almeno fino a tempi recenti, era di circa 150-200 annue, con frequenti missioni di tiro con armi reali nei poligoni. In pratica, i piloti volavano un massimo di circa 1000 ore sull'A-4, poi si ritrovavano sui 33-4 anni e venivano destinati ad altri incarichi.

I piloti asserivano che non v'era differenza operativa tra i due modelli di A-4, abbastanza stranamente visto che il C aveva un muso più lungo di circa 20 cm per ospitare un radar TF, aveva un nuovo sistema di sgancio delle armi e un autopilota, ma forse, nessuno di questi nuovi apparati venne realmente consegnato assieme agli ultimi 25 A-C. La capacità di carico arrivava a circa 2 t con bombe Mk 81,82,83, napalm, CBU e razziere. Molte di queste armi vennero usate alle Falklands, e da notare che accanto ai 19 aerei persi, sembra che sia necessario (come del resto l'ammanco di 50-55 apparecchi suggerisce) anche aggiungerne altrettanti danneggiati e non riparati, il che giustifica le fonti che parlano di circa 40 aerei perduti. Molti A-4 vennero in effetti colpiti, ma erano buoni incassatori: quanto alla possibilità di ripararli in Argentina, questa era un'altra questione ed evidentemnte finirono cannibalizzati. Alla base vi erano all'epoca anche 4 C-47 da trasporto e collegamento. La fine degli A-4 di prima generazione, come si è detto, arrivò nel 1995. La saga degli A-4 argentini non finì lì, perché scartati gli F-16 causa il costo eccessivo (anche se di seconda mano), vennero scelti altri aerei similari.

Inizialmente, attorno al 1992 si propose di aggiornare gli A-4 superstiti in Spagna (MDD-CASA), ma erano macchine vecchie poco numerose, poi si pensò di comprare i 23 A-4K ex-Kuwait (sostituiti con gli F-18), ma non se ne fece nulla e questi apparecchi, ancora quasi nuovi, vennero presi dalla Marina Brasiliana. Alla fine, vennero comprati 32 A-4M e 4OA-4M dall'US Navy per appena 70 milioni di dollari. Tuttavia l'aggiornamento, reputato necessario nonostante la relativa modernità dei velivoli (ECM interne, sistemi computerizzati di tiro etc.) venne trattato con un contratto a parte, e vide la creazione di un consorzio Lockheed-Aircraft Argentina. Per un costo non tanto modico di 214 milioni di $$ vennero aggiornati 18 aerei ad Ontario (California), e 18 a Cordoba, dall'altro estremo del continente americano. Trovati nell'immenso deposito di Davis Monthan le macchine ex-USMC nelle migliori condizioni, la prima venne inviata in volo ad Ontario (era la C-906 'Gaucho 01') il 2 agosto 1995. La seconda macchina era il C-906 Gaucho 02 ma evidenziò 'gravi problemi strutturali' e quindi sostituita da una terza macchina con lo stesso serial: non gli portò fortuna, poiché precipitò vicino Cordoba. Oltre ai 36 (incluso quello caduto?) consegnati per l'aggiornamento, dato che gli A-4 sono macchine oramai fuori produzione, vennero consegnati anche 2TA-4J, 6 A-4F, 1 OA-4M, 4 A-4M come fonte di ricambi ed inviati all'ARMACUAR (ovvero base di manutenzione dell'Aeronautica argentina).
 
In tutto, con questi aerei l'Argentina ha incrementato a non meno di 141 gli acquisti A-4, confermandosi come uno dei più fedeli clienti del piccolo aereo d'attacco nato all'indomani della Guerra di Corea (1954). La modifica dei nuovi A-4AR irritò la Gran Bretagna, ma le sue proteste per il nuovo programma caddero nel vuoto: ancora alla metà degli anni '90 questo significava che i rapporti tra le due nazioni non erano ancora normalizzati.
 
La modifica comprendeva: radar APG-66 nella versione semplificata '''ARG-1''' (100 km portata max aria-aria, 40km aria-terra, 100 km mappatura), con rifacimento del muso in materiali compositi gli stessi dell'F-117). I display nell'angusto abitacolo sono stati installati in due esemplari, un pannello avanzato di controllo e un HUD 'smart', ovvero di nuova generazione. Comandi di volo HOTAS, predisposizione per missili AGM-65 e AIM-9M, 2 piattaforme laser EGI-2 con tanto di GPS, RWR AN/ALR-93(V-1), IFF, ADC (Air Data computer), ADT (Air Data Trasducer), ECM, Chaff/Flares. Tutto questo equipaggiamento era semplicemente un sogno per i piloti abituati al vecchio A-4 con la sua elettronica preistorica (rimasta la stessa dai primi anni '60). Il computer digitale di missione con DTM (Data Transfer Module) è capace di 'imparare' la missione di volo, come sul Tornado, e infine un databus 1553B collegabile ad un computer portatile con un cavo a fibre ottiche per la diagnosi e la programmazione rapida dell'A-4AR (!), e sempre con le fibre ottiche sono interfacciati tra di loro tutti i sistemi avionici di bordo, comprendenti anche radio UHF/VHF. Un sistema di simulazione a cristalli liquidi è stato fornito, assieme ad altri sistemi per la manutenzione. da notare che invece il motore rimase quasi inalterato, al solito per i caccia di vecchio tipo, che in genere vengono aggiornati nell'avionica piuttosto che nella propulsione, gradita ma non necessariamente prioritaria, per cui venne tenuto il motore J52 (da 5200 kgs per l'A-4M, solo 4200 per l'OA-4M). Le consegne cominciarono il 12 dicembre 1997 e terminarono nel 2000. In termini operativi, 18 aerei vennero tenuti in riserva e 18 impiegati ai reparti.
 
Da notare che anche in un numero tanto ridotto di cacciabombardieri vi furono diversi lotti produttivi, continuamente aggiornati fino al Block C3Bn, il 'top' tra tutti gli A-4 mondiali. L'addestramento venne curato da 4 piloti della Lockheed distaccati alla V Brigata, con i corsi caratterizzati da: 40 ore di teoria, 190 sul simulatore, 200 ore di combattimento aria-terra e addirittura 350 per quello aria-aria. La consegna dei primi AIM-9 si fece attendere, con i primi missili AIM-9L consegnati al marzo del 2000, ma solo da esercitazione, e nel frattempo, dopo una valutazione a Singapore, venne adottato il pod EHUD, un avanzatissimo sistema di simulazione e addestramento contenuto in un pod , prodotto dalla BVR israeliana e capace di simulare di tutto, dalle collisioni in volo all'attacco missilistico, alle ECM, il tutto grazie alla creazione di un vero e proprio 'teatro operativo virtuale', una sorta di Matrix applicata all'avionica.
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Dal 1998 l'unica squadriglia equipaggiata con questo aereo ha cominciato ad operare mentre nuovi aerei venivano consegnati con migliori standard operativi. La prima esercitazione a cui parteciparono fu l' ''Antuna'', ma seguirono poi quelle più importanti, la Aguila I in cui gli aerei argentini combatterono anche contro gli F-16. Poi è stato tutto un susseguirsi di esercitazioni e di addestramenti per tutto il Paese per rendere l'aereo operativo anche nelle peggiori condizioni, sulle Ande come sulla Terra del Fuoco. Nel frattempo, come è noto, l'Argentina precipitava in una drammatica crisi economica (con tanto di morti per malnutrizione, in una delle nazioni esportatrici di carne più importanti del mondo) dovuta essenzialmente alle liberalizzazioni selvagge imposte dagli enti economici (tipo l'FMI) internazionali. In seguito a questa nuova grave crisi, l'Argentina è caduta in ulteriore disgrazia, e solo dopo l'arrivo di Nestor Kirkner ha cominciato a risanarsi ed uscire dal default. L'unica squadriglia di A-4AR operativi (nonostante vi siano aerei sufficienti per una seconda unità) resta quella più moderna di tutta la sua Aeronautica: un pugno di aerei degli anni '60, per quanto diventati gioielli di alta tecnologia, per 2 milioni di kmq.
 
====L'Aviazione navale<ref>Rollino, Paolo: Speciale Argentina, JP4 Giugno 1991 pagg. 24-56 </ref><ref>Padin, Joge Felix Nunez: Super Etendard in Argentina, JP-4 settembre 1993 pagg. 50-55 </ref>====
====L'Aviazione navale<ref></ref>====
Con la Venticinquo de Mayo per l'ennesima volta ferma in cantiere agli inizi degli anni '90 (era alla Fincantieri, e comprendeva nuove turbine, armi difensive e sistemi di navigazione: si prevedeva il ritorno il servizio nel 1993), tutti gli aerei ad ala fissa erano costretti ad operare da terra,l'ANA (Aviacion Naval Argentina), componente dell'ARA (Armada de la Republica Argentina) aveva nondimeno circa 70 velivoli disponibili all'epoca: 12 Super Etendard (comunemente noti come 'Super'), 10 circa MB.326, 5 MB.339, 3 jet Fokker F.28 da collegamento.
 
Va rimarcato che l'Argentina ha cominciato presto ad interessarsi presto di aerei come supporti per la sua flotta, in corso di modernizzazione e tra le maggiori del Sudamerica quando, nel 1912 venne fondata la Escuela de Aviacion Militar, che vide brevettato anche il Ten. di fregata Melchor Z. Escola, il primo 'marinaio' argentino con le ali. La costituzione della Aviacion Naval si ebbe nel 1916 con biplani Farman per l'addestramento, mentre i primi aerei utilizzabili per compiti di prima linea (essenzialmente ricognizione) erano 2 M.7 e 2 M.9 della Macchi, arrivati nel 1919. L'Argentina, nel 1948 fu la prima nazione sudamericana che utilizzò elicotteri imbarcati, ma per la prima portaerei, quella che sarebbe diventata Indipendencia, bisognò aspettare il 1958, con una forza iniziale di 26 F4U Corsair. Nello stesso anno arrivarono anche i jets: 24 Panther ex-US Navy.
 
Per risparmiare sulla formazione, il pilota navale argentino seguiva un corso che comprendeva una trentina di ore su aliante con noleggio da club privati. La B.A.N. (Base Aero Navale) di Punta del Indio continuava l'addestramento dei piloti con il T-34C, dei quali restavano 11 esemplari, esattamente quanti ne lasciò la distruzione di 4 macchine alle Falklands, dove vennero usate come aerei d'attacco al suolo: dal 1978 non se ne perse uno in attività di volo. Il corso durava otto mesi in cui venivano volate ben 200 ore. I Macchi MB.326 erano il mezzo successivo per l'addestramento avanzato che in teoria avrebbe portato al Super. La macchina aveva pod per mitragliatrici da 12,7 e forse da 30mm, razzi da 70 e 127mm, bombe da 113 e 227 kg, anche incendiarie al napalm, pod fotografici. 8 MB.326 vennero comprati e forniti tra il 1968 e il 1971, curiosamente nessuna macchina di questo tipo andò all'Aeronautica Argentina. Nel 1983 8 '''EMB-326''' Xavante vennero comprati per far fronte ai rimpiazzi. L'Armada aveva comprato anche 10 MB.339, essendo soddisfatta degli '326, ma la metà venne persa alle Falklands, per lo più al suolo, e gli altri sono rimasti poi senza ricambi. La Escuadrilla de Ataque ha perso entro il 1988 anche gli A-4 ed è rimasta solo con i 'Super', due dei quali persi entrambi l'anno dopo, e gli altri mediamente presenti con 7-8 macchine e altre 4 imballate per riserva. La panoplia di armi comprendeva anche i missili Magic e ovviamente gli Exocet, probabilmente anche i Pescador aria-terra. I piloti volavano circa 150 ore l'anno, anche di più se erano sul '326 e di più ancora se erano istruttori. Ma già l'anno dopo tali valori risultavano dimezzati.
 
Per l'abilitazione sui Super Etendard, stabilmente presenti nella 3.squadriglia sulla base di Comandante Espora, Bahia Blanca, i piloti dovevano avere almeno 10001.000 ore sugli MB.326, e siccome non esistevano biposto, l'abilitazione comprendeva 14 sessioni di 60-90 minuti l'una sul simulatore di volo disponibile e dopo un anno di volo sul cacciabombardiere, il pilota era pronto a tutti gli effetti. Naturalmente non vi erano molti piloti: 2-3 all'anno andavano ai Super, ora che poi gli A-4 e anche (dal 1988) i Macchi MB.339 non erano più operativi, tutte le attenzioni dei piloti erano per queste poche macchine, presenti effettivamente in linea in 5-8 macchine al massimo. La base di Espora aveva anche 6 Sea King, 4 di costruzione USA (consegnati nel 1971), e 2 di costruzione Agusta, di tipo leggermente più recente e prestante, spesso utilizzati per l'appoggio alle navi rompighiaccio.
 
Gli '''Alouette III''' vennero invece consegnati nel 1974, con un totale di 14 macchine, imbarcabili anche su navi. 4 di queste affondarono assieme alla nave che li aveva a bordo, e le rimanenti (circa 10, forse meno) restavano le uniche in carico alle fregate e caccia, ora che non erano più oprativi i due Lynx. Quando l' 'Almirante Brown' venne usato nel Golfo, aveva un paio di Alouette, armabili con missili AS-11 o 12 e utilizzabili come macchine SAR.
 
6 S-2E Tracker erano pure presenti nella base di Espora, con 3 sole macchine nei primi mesi del 1991, perché le altre erano in fase di ammodernamento per sostituire i motori, cosa da effettuarsi in Israele. La perdita, dovuta presumibilmente ad una pianata di un motore, di una macchina il 27 novembre 1990 con i tre uomini di equipaggio è stata l'unica in una carriera di oltre 20 anni di servizio, proprio all'alba dell'aggiornamento previsto ai motori. La dotazione di questi aerei comprendeva boe sonore e MAD, oltre a siluri e bombe di profondità. Un'altro aereo era il S-2A, che svolgeva ruoli di collegamento a bordo della portaerei. Le macchine erano dell'Escuadrilla n.2.
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A Punta del Indio vi era un'altra grande base aeronavale, con l'Escuadra naval 1, ovvero quella da addestramento con T-34C, la Escuadrilla N.4 con vari aerei tra cui Pilatus PC-6, e infine una squadriglia di attacco con i Macchi 326 e gli Xavante: i primi vennero usati dal 1968 con una decina forniti dalla Macchi, mentre dal 1983 almeno altri 7-8 vennero forniti dalla Embraer. I 5 superstiti MB.339 dei 10 utilizzati dal 1980 erano dal 1988 messi a terra. Altre unità comprendevano una squadriglia con aerei da addestramento e di ricognizione con 6 Beech 200. Per quello che riguardava le scuole, l'allievi volavano 200 ore sul T-34, che comprendeva anche un viaggio finale di 8000 km fino alla Terra del Fuoco e ritorno.
 
====Situazione al tardo 1997<ref>Fonte: A&D</ref>====
 
'''Attacco/addestramento'''
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La principale realtà aerospaziale argentina era la FMA, Fabrica Militar de Aviones, esistente dal 10 ottobre 1927. agli inizi del 1991 vi erano 4000 impiegati, disponeva di una galleria del vento da mach 2,65 e prove test per reattori fino a 50 tonnellate di spinta. Essa aveva un grande stabilimento su 250.000 mq di fabbricati e 360 ettari di superficie complessiva.
 
Uno dei primi progetti meritevoli di attenzione fu indubbiamente l''''FMA I.Ae.27 Pulqui''', un caccia a reazione con ala bassa e una fusoliera cilindrica, con presa d'aria nel muso e ali diritte. Era un tentativo di realizzare un caccia autoctono, basandosi sull'esperienza del progettista '''Emile Dewoitine''', espatriato dalla Francia dopo avere progettato ottimi aerei come il D.520. Ma questo velivolo del 1947, 23582.358/36003.600 kg di peso, dimensioni 11.25 x9.69 x3.39 m, superficie alare 19,7 m2, si dimostrò sostanzialmente insoddisfacente, capace di appena 720 kmh, troppo pochi per dare all'Argentina un caccia nazionale all'altezza dei tempi. Questo nonostante fosse un aereo apparentemente ben progettato, mosso da un R.R. Derwent 5 da 16331.633 kgs. Tra le caratteristiche positive un raggio d'azione di 900 km, 4 cannoni da 20 mm, una tangenza di 15.500 m. Non bastò, come non bastò il peso contenuto, le minuscole dimensioni e l'elevatissimo rapporto potenza-peso. Solo uno venne prodotto.
 
L''''FMA. I.Ae.30 Namco''' era un caccia che volò l'anno dopo. Pur essendo ad elica, con un disegno pulito e un peso accettabile , mosso da due potenti Merlin 134/135 da 2035 hp l'uno si dimostrò addirittura più veloce del Namcu. Venne progettato da un esule italiano ed era monoposto, sostanzialmente simile al D.H. Hornet inglese e altrettanto veloce, con un massimo di 780 kmh (ma si trattava di un prototipo non armato). Le dimensioni erano 15 x 11,52 x 5.16 m, 35.32 m2 d'ala, pesi di 5585/8755 kg. Un poco che l'Argentina non aveva soldi, un poco che gli aerei ad elica per il futuro non erano certo un'assicurazione di successo nel campo dei caccia, il progetto si fermò ad un solo esemplare.
 
L'FMA I.Ae.33 Pulqui II di due anni dopo, venne invece progettato da [[w:Kurt Tank|Kurt Tank]], altro espatriato, e già 'papà' del FW-190. Tank era un progettista capace, e basandosi sul suo progetto per il Ta-183 (che in molti, non casualmente, vedono come 'antenato' anche del MiG-15), costruì un caccia ad ala alta, con coda a T, presa d'aria nel muso, e sopratutto, per ritardare i fenomeni di compressibilità, ala a freccia marcata. Questo aereo avrebbe potuto essere, volando nel 1950, quello che l'Ouragan/Mystere erano per la Francia o il Tunnan per la Svezia. Nel 1950 solo F-86 e MiG avevano l'ala a freccia, entrambi in servizio da circa un anno. Ma Tank dovette abbandonare l'Argentina per cercare fortuna in altri lidi, e l'aereo, dopo una minima produzione di 5 esemplari venne abbandonato. Fu questo forse l'unica possibilità, purtroppo persa, per dare all'Argentina o a una qualunque nazione australe una reale indipendenza nel campo dei caccia: se fosse stato realizzato anche solo in alcune decine, l'Argentina avrebbe potuto schierare un caccia indigeno perfettamente all'altezza di quelli dell'epoca e forse continuarne lo sviluppo come in Francia fecero fino al Super Mystere. Le caratteristiche: dim. 10.6 x11.68 x 3,5 m, 25.1 m2 di superficie alare. Pesi 3.600/5.550 kg, velocità 1.050 kmh, autonomia di 2,2 ore e armamento di 4 cannoni da 20 mm. Tutte prestazioni comparabili con i Sabre e i MiG dell'epoca, ma il Pulqui aveva un armamento multiruolo con ogni evidenza migliore di quello di entrambi (che ironicamente era disponibile solo con i caccia inglesi, totalmente obsoleti quanto a prestazioni).
 
Da ricordare l'originale trasporto I.Ae.38 di Reimar Horten, un'ala volante da trasporto (Che forse ispirò Spieldberg per i 'Predatori dell'Arca perduta), del 1960, rimasto prototipo. Aveva 4 motori I.Ae.16 El Gaucho da 450 hp l'uno, e nondimeno un'ala di 32 m e un carico di 6 t. Purtroppo anche di questo ne venne realizzato un solo esemplare.
 
L''''IA 35''' 'Huanquero', altro aereo argentino (Ma della DINFIA) era un apparecchio da trasporto leggero e ricognizione del 1954, bimotore e con ala bassa.
 
La sua natura di fabbrica statale e militare l'ha legata ovviamente allo strumento militare argentino, dal 1982 quando la giunta militare finì, venne deposta e la spesa militare venne ridotta. La recessione che è seguita nella fase di transizione democratica ha segnato addirittura una inflazione del 3000% come picco nel 1989. Con questi problemi non stupisce che l'Argentina era seriamente handicappata nel continuare anche i suoi programmi militari.
 
La sua produzione era al momento vertente sul CBA-123 con il Brasile, commuter da 19 posti per il quale erano presenti 154 ordini, ma le difficoltà economiche erano tali da rendere la certificazione notevolmente dilazionata, prevista per il 1992, ma non con certezza. Le macchine militari hanno visto il '''Pucarà''' con 108 prodotti di cui 76 per la FAA, 6 per l'Uruguay, i 3 donati alla Colombia, e si sperava, gli ultimi 23 comprabili per il Venezuela.
 
I trainer a rezione '''IA-63 Pampa''' sono stati costruiti negli anni '80 (primo volo nel 1984): i primi 12 arrivarono nel 1988, con altri 6 in assemblaggio, con la speranza di metterne in linea 60 sui 100 pianificati. La macchina, un trainer simile all'S.211 ma con dimensioni leggermente maggiori, venne offerta anche all'USAF con il JPATS ma senza successo.
 
Tecnicamente si tratta di un piccolo aereo monoreattore, biposto in tandem, ala alta e diritta, con un motore Garrett TFE 731-2-2N da 1588 kgs, dimensioni 9,7 x10.93 x4.29 m, 15.63m2 di superficie alare, peso 2821/5000 kg, velocità 755 kmh, tangenza 12900 m e autonomia di 1500, con la possibilità di portare 1160 kg armamenti.
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Come l'Irak si rivolse ai cantieri italiani per ottenere una intera flotta da guerra moderna, l'Argentina fece lo stesso con la Germania, e in particolare con i cantieri Blum&Voss. Ma mentre l'Irak non ebbe mai le sue navi (4 fregate, 6 corvette e 1 rifornitore), l'Argentina ebbe modo di ottenere una flotta analoga (meno il rifornitore, ma con in più i sottomarini) dalla fine della guerra con la Gran Bretagna. Nonostante molti dei fornitori fossero europei, la Gran Bretagna restava di gran lunga (molto più del Brasile e del Cile) il 'nemico numero uno', ma la guerra aveva avuto breve durata e così le normali relazioni commerciali ripresero, tranne ovviamente tra Argentina e GB. Le '''[[w:Classe MEKO 360|MEKO 360H2]]''' erano belle navi, moderne e potentemente equipaggiate. Esse avevano artiglierie Breda-Bofors e OTO-Melara, per un totale di un cannone da 127 mm e ben 4 torri del tipo DARDO con capacità CIWS. Anche i siluri e i missili SAM erano italiani, per cui nell'insieme le navi argentine erano simili alle fregate Maestrale italiane.
[[Immagine:ARA Almirante Brown D 10 (cropped).jpg|300px|right|thumb|L'Almirante Brown (D10), l'ultima nave della ARA a portare questo nome]]
Queste 'rischiarono' di essere vendute dalla Fincantieri, ma le agitazioni dei lavoratori, indignati di dover costruire navi per una dittatura fascista, mandarono tutto a monte e gli argentini andarono a cercare le loro navi in Germania Ovest, stavolta senza manifestazioni. Le MEKO erano simili alle 'Maestrale', con il doppio di missili antinave e CIWS, la metà degli elicotteri, dei sonar e lanciasiluri. Erano buone navi e ben armate, sopratutto del nuovo concetto modulare MEKO, molto più razionale del solito tipo di costruzione delle navi da guerra. Il contratto prevedeva, nel 1978, 6 navi in tutto, 4 da costruire in Germania e 2 in Argentina, nella classe MEKO 360H2 o 'Almirante Brown'. Alla fine vennero ordinate solo 4 navi costruite in Germania e consegnate due nel 1983 e due nel 1984. A differenza delle Maestrale, per le MEKO era necessario dialogare con molti fornitori internazionali, per missili antinave (francesi), artiglierie, siluri, SAM (Italia) motori (GB), scafo (Germania), elettronica (Olanda). Queste navi erano capaci di combattere in ambiente ostile, specialmente contro minacce aeree, ed erano un pericolo grave per la Marina inglese.
 
[[Immagine:P42ARARosales.jpg|300px|right|thumb|Una delle MEKO 140]]
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====TR-1700====
[[Immagine:S42ARASanJuan.jpg|300px|right|thumb|I nuovi TR-1700 a lunga autonomia, ben più temibili dei Type 209]]La minaccia subaquea argentina era limitata ai tempi delle Falklands ad un solo sottomarino efficiente, il '''San Louis''', che tuttavia causò un problema di sicurezza notevole agli inglesi, e mancò di poco un clamoroso 'sovvertimento' del risultato finale quando presumibilmente colpì una delle due portaerei inglesi. La mancanza di ulteriori battelli subacquei moderni ed efficienti non consentì altri 'colpacci', ma nel dopoguerra sono arrivati il secondo Type 209 e sopratutto, i 4 (poi aumentati a sei) TR-1700, battelli del 70% più massivi e capaci di arrivare fino all'isola di Ascension, base avanzata inglese per la campagna del 1982 ed eventuali, future azioni del genere. Queste sei unità sarebbero state nel loro complesso una potente flotta subacquea e dalla metà anni '80 hanno costituito un valido deterrente per la Royal Navy, nonostante il contemporaneo ammodernamento di quest'ultima con le fregate Type 22 e altre classi di navi, inclusi nuovi SSN. Da notare che a tal proposito, per quanto poco noto il Brasile e l'Argentina erano negli anni '80 tra le nazioni 'interessate' ad avere navi di questo tipo, ma nulla si sarebbe concretizzato. Piuttosto, il programma venne esteso a sei unità, ma all'inizio degli anni '90 la situazione si è complicata talmente, in termini economici, che il programma, esteso a 6 navi previste, venne definitivamente tagliato a 2: le due in servizio, mentre le altre quattro, due il completamento e due ordinate, vennero poste in vendita. Così la forza sottomarina si ridusse alla non esaltante forza di 2 Type 209 e 2 TR-1700.
 
==XXI secolo==
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La Base aerea Gallegos era un'ulteriore unità operativa, ancorché priva di reparti di volo, equipaggiata con mitragliere da 20 mm e radar TPS-43 da scoperta aerea.
 
*Il '''Comando materiali''' è responsabile della logistica di tutta la FAA, con una serie di infrastrutture dedicate: direzione generale della manutenzione, direzione generale del rifornimento, dello sviluppo dei sistemi, sperimentale e via discorrendo.
 
*Il '''Comando del personale''' ha responsabilità sulla sanità, addestramento, istruzione, accademia. Le scuole erano le seguenti:
 
La '''Scuola di Aviazione''' Militare di Còrdoba, con 30 Mentor modernizzati, 30 T-27 comprati tra il 1987 e il 1988, altri aerei leggeri ed elicotteri.
 
La '''Scuola Sottufficiali''' era dotata di una congerie di aerei, da 2 IA-50G-II a un Mirage IIIC, un IA-58, un Camberra e altri apparecchi ancora.
 
*Il comando'''Comando regioni Aeree''' ha la responsabilità della gestione delle attività aeree e aeroportuali sia civili che militari, e dispone tra l'altro di scuole di formazione all'sistuto Nazionale dell'Aviazione civile, e di circa 24 aerei leggeri ed elicotteri tra cui diversi apparecchi locali Chincul Piper SENECA, ARROW, DAKOTA. Anche i trasporti della LADE dipendono, nei loro voli di collegamento in Patagonia, da questo comando. Infine vi é anche la Policia Aeronautica Nacional per la sicurezza degli aeroporti.
 
====Il nuovo sistema radar di controllo aereo<ref>Cicalesi, J.C. e Del Gaizo, Cesar: ''Un nuovo sistema radar per l'Argentina'', RID giugno 2005 pag. 63 </ref>====
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====Artiglieria semovente<ref>Cicalesi, J.C. e Rivas, Santiago: ''Artiglieria semovente argentina in Patagonia'', RID marzo 2007 pagg 78-81 </ref>====
Il sistema campale più moderno dell'America latina, tra tutte le artiglierie semoventi monotubo, si trova, ancorché in piccolo numero, proprio in Argentina. La storia è recente, ma le radici molto 'stagionate'. Ecco per sommi capi come si è arrivati all'attuale situazione. Negli anni '70 la OTO-Melara ha costruito, assieme a Germania e UK la nuova artiglieria trainata FH-70, da 155/39mm e 24 km di gittata. Essa era sotto guida inglese- nonostante che il British Army ne avesse ordinate solo poche decine- mentre la versione semovente SP-70 era sotto responsabilità tedesca. Il programma del semovente riguardava una torretta installabile sullo scafo di un carro armato: visto che si richiedeva, per una artiglieria pesante, uno scafo pesante, tanto valeva, si pensò, utilizzare lo stesso scafo dei carri armati, senza nemmeno cambiare la posizione del motore da posteriore ad anteriore. L'idea era interessante, ma in pratica il limitare lo spazio per gli artiglieri praticamente alla sola torretta non ha mai convinto del tutto; e così i semoventi più moderni sono tornati alla vecchia conformazione, a parte l'2S19 sovietico/russo. Il carro armato-semovente ha avuto un certo successo, vennero realizzati sistemi come il CGT francese, me l'SP-70 venne abbandonato nel 1987 dalla Germania e a quel punto, terminato totalmente. La Germania continuò con quello che divenne l'FH-2000, la Gran Bretagna aveva pronto l'AS-90, mentre l'Italia avrebbe seguito la Germania, ma nel frattempo aveva approntato un sistema noto come Palmaria, che aveva un bocca da fuoco da 41 calibri, molto simile a quella dell'FH-70 e con prestazioni analoghe. La OTO-Melara aveva anche prodotto il clone del Leopard 1, ovvero l'[[w:OF-40|OF-40]] e l'aveva venduto ad una nazione del Golfo in piccolo numero. Il maggiore sviluppo fu quello del semovente Palmaria e dell'antiaereo OTOMATIC, entrambi con scafo derivato da quello dell'OF-40 ma la vera novità era la torretta, il che rendeva il sistema installabile anche su altri carri armati similari. Il Palmaria venne comprato da Gheddafi, ma non ebbe seguito con l'E.I. L'Argentina, dall'altra parte dell'Oceano aveva nel frattempo fatto la scommessa di sviluppare una nuova famiglia di mezzi cingolati, come il Brasile stava facendo con i ruotati. La scelta cadde sul Marder tedesco, da cui la Thissen sviluppò, a partire dal 1974, due mezzi: il carro TAM e il VCTP da trasporto truppe, in un epoca che vedeva le nazioni NATO sprovviste di MICV e incapaci di comperare mezzi sofisticati come il Marder, il VCTP era addirittura dotato di un motore del 20% più potente. Questo diede modo di valutare anche la possibilità di sviluppare un semovente che rimpiazzasse i vecchi M-7 e F Mk.3 disponibili. La torretta da adottare venne individuata in quella del Palmaria, e il contratto venne firmato già nel 1981. Alla TAMSE (Tanque Argentino Mediano Sociedad del Estado) venne chiesto di sviluppare uno scafo allungato con 7 ruote, mentre il prototipo venne completato nel 1986, ma l'unione con la torretta avvenne solo nel 1992. Il mezzo si chiamava VCA e doveva essere realizzato in 20 esemplari complessivi, tante le torrette ordinate alla OTO. La produzione del TAM era stata chiusa nel 1983 dopo oltre 500 scafi completati, ma venne riattivata nel 1991 per il VCA (nessun TAM venne esportato per motivi politici). Siccome nel 1992 lo stabilimento venne richiuso definitivamente, il completamento della commessa venne svolto dal cantiere navale ASTARSA, e finalmente, dopo 16 anni dalla firma del contratto e due prototipi completati, dal 1997 iniziarono le consegne dei veicoli. La forza venne ripartita in 8 pezzi (due batterie) per battaglione d'artiglieria, che erano il 9 e l'11imo, in forza al 7° e 9° GRuppo d'artiglieria, appartenenti alle brigate meccanizzate IX e XI. GLi altri 4 vennero dati alle scuole.
 
Questi semoventi sono in grado di sparare fino a 4 colpi al minuto, con una raffica di 3 in 30 secondi. La cadenza di tiro massima prolungata è di un colpo ogni 3 minuti per un'ora (ovvero 20 colpi in tutto). La riserva di proiettili è di 30, 23 in torretta con un sistema semiautomatico di fuoco che aiuta il ritmo di tiro, con il ritorno all'alzo del cannone-obice che aveva prima della ricarica (deve essere eseguita con l'arma a 0 gradi). La gittata arriva a 20 km, 24 con le munizioni migliorate, 30 con quelle a razzo. La torretta è in alluminio, ha una mitragliatrice e 8 lanciagranate. Da notare che essa non è inficiata dalla disposizione del motore: il TAM ha il motore anteriore, come il Marder da cui deriva. IL layout è quindi adatto al 100% per il ruolo, meglio che nel caso del Palmaria. La massa, nonostante la torre in alluminio, supera le 42 t. L'aiuto ai semoventi è dato da veicoli portamunizioni, che sono dotati di un nastro trasportatore capace di rifornire il mezzo in 10 minuti, più rapidamente di quanto sia possibile sparare i colpi. Originariamente venivano usati veicoli Isuzu, ma erano autocarri dalla mobilità limitata rispetto ai cingolati.
 
Questi semoventi sono in grado di sparare fino a 4 colpi al minuto, con una raffica di 3 in 30 secondi. La cadenza di tiro massima prolungata è di un colpo ogni 3 minuti per un'ora (ovvero 20 colpi in tutto). La riserva di proiettili è di 30, 23 in torretta con un sistema semiautomatico di fuoco che aiuta il ritmo di tiro, con il ritorno all'alzo del cannone-obice che aveva prima della ricarica (deve essere eseguita con l'arma a 0 gradi). La gittata arriva a 20 km, 24 con le munizioni migliorate, 30 con quelle a razzo. La torretta è in alluminio, ha una mitragliatrice e 8 lanciagranate. Da notare che essa non è inficiata dalla disposizione del motore: il TAM ha il motore anteriore, come il Marder da cui deriva. IL layout è quindi adatto al 100% per il ruolo, meglio che nel caso del Palmaria. La massa, nonostante la torre in alluminio, supera le 42 t. L'aiuto ai semoventi è dato da veicoli portamunizioni, che sono dotati di un nastro trasportatore capace di rifornire il mezzo in 10 minuti, più rapidamente di quanto sia possibile sparare i colpi. Originariamente venivano usati veicoli Isuzu, ma erano autocarri dalla mobilità limitata rispetto ai cingolati. Poi sono stati reperiti due prototipi basati sullo scafo VCTP. Questi vennero completati per il più pacifico ruolo di ambulanze, ma la TAMSE aveva chiuso i battenti e così nel 2000 vennero presi e modificati, dimostrandosi all'altezza di portare fino a 80 proiettili e il nastro portamunizioni. L'idea è di costruirne uno per semovente, ma al momento oltre ai due prototipi sono usati M548 non corazzati, muniti di nastro portamunizioni. La potenza di fuoco delle artiglierie moderne deve molto all'informatica e per il VCA è stato realizzato il TRUENO, un sistema scritto in Turbopascal, e capace di coordinare il fuoco di un massimo di 5 batterie insieme, ciascuna con 10 sistemi, 20 osservatori avanzati e 3 ufficiali di collegamento. Permettendo di coordinare il tiro dei semoventi facendoli stare dispersi, su di un unico bersaglio si annulla il problema che prima era proprio del coordinamento delle artiglierie, che dovevano sparare raggruppate in una batteria quasi fianco a fianco, vulnerabili al fuoco di controbatteria. Il sistema è basato su di computer HP 49G plus. La disposizione della batteria è data da una serie di veicoli (per brevità sono riportate solo le sigle) , un VCDDCT di comando, un VCCDF per il controllo del tiro, tutti su scafo TAM, i portamunizioni, una batteria comando e servizi a livello di battaglione, con una vasta gamma di veicoli tattici leggeri, radar RATRAS di controllo del terreno e localizzazione bersagli, sviluppato in Argentina dalla CITEFA e dal 601 gruppo dei sistemi contraerei, utilizzando elementi di altri radar.
 
===Nuova munizione ICM<ref>Cicalesi, J.C. e Del Gaizo, Cesar: ''Un nuovo proiettile a submunizioni per l'Esercito Argentino'', RID Luglio 2006 pag. 77 </ref>===