Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Argentina: differenze tra le versioni

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Durante gli ultimi 100 anni l'Argentina ha conosciuto molti interessanti sviluppi nel settore militare, che fin dall'inizio del XX secolo ne lanciarono le ambizioni di potenza navale regionale, con una vera 'corsa agli armamenti' contro il Cile e il Brasile (il quale arrivò ad ordinare due corazzate armate con 14 cannoni da 305 mm, le navi monocalibre con il maggior numero di artiglierie principali, che però vennero requisite dalla [[w:Royal Navy|Royal Navy]] dopo lo scoppio della Grande Guerra). L'acquisto di 4 incrociatori corazzati del tipo 'Garibaldi' (navi corazzate con armamento policalibro e motori alternativi a vapore, antenate degli incrociatori pesanti ma spesso considerate anche come 'navi da battaglia di terza classe') fu un considerevole potenziamento della flotta verso la fine del XIX secolo. Vennero ordinate molte altre navi, tra cui due nuove corazzate di costruzione statunitenste, armate con 12 pezzi da 305 mm: le ARA ''Moreno'' e ''Rivadia'', da 27.000 tonnellate. Nei tardi anni '20 giunsero in servizio due cacciatorpediniere di costruzione spagnola, , poi 3 caccia inglesi, i 4 primi sommergibili (costruiti a Taranto e per questo chiamati 'Los Tarantinos', ma simili ai tipi 'Settembrini' italiani). Il programma navale del '26, finanziato con 75 milioni di pesos, riguardava 3 nuovi incrociatori moderni.
 
Agli inizi degli anni '30 entrarono in servizio gli incrociatori classe '25 de Mayo' (ARA ''Venticinquo de Mayo'' e ''Almirante Brown'', ordinati nel '27), che erano belle navi veloci e moderne, sostanzialmente la versione 'ridotta' dei 'Trento' italiani. Questi incrociatori, con ponte corazzato da 30 mm (ma non è chiaro se vi fossero uno o due ponti con tale corazzatura), cintura da 70 mm e torri da 50 mm erano protetti in maniera comparabile con quella degli incrociatori leggeri dell'epoca. Invece, era diverso l'armamento, molto consistente e di tipo originale, anche se ben inferiore a quello dei 'Trento' per via del minore dislocamento dello scafo: al posto degli 8 cannoni da 203 mm ve n'erano solo 6 da 190 mm, di un nuovo tipo appositamente prodotto, con prestazioni inferiori, forse dell'ordine di 23 km per proiettili da 90 kg, mentre la cadenza di tiro, di converso, era presumibilmente maggiore. Si trattò di una riduzione del progetto originale simile a quella che generò gli 'York' dai 'County' inglesi, anche se in quest'ultimo caso i 6 cannoni erano ancora da 203 mm. Nuovi erano anche i cannoni secondari bivalenti, ben 6 impianti binati da 102 mm, molto di più degli standard dell'epoca (tipicamente 4 cannoni contraerei singoli), mentre i siluri erano lanciabili da 6 tubi fissi da 533 mm laterali, protetti dagli agenti atmosferici (erano dentro lo scafo, all'altezza del ponte di batteria), ma dall'utilità estremamente dubbia. Vi erano anche 2 idrovolanti in un hangar prodiero, e infine 4 mitragliere da 40/39 mm Vickers. Le navi avevano una potenza di 80.000 hp e stazzavano circa 9.000 t a pieno carico, per una velocità di circa 32 nodi. In somma delle loro caratteristiche, eccole elencate in forma completa:
 
*Ordinate: maggio 1927
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*Immersione: 4,93 m
*Motore: 6 caldaie Yarrow (di concezione inglese) e 2 riduttori Tosi (tipo Parsons americani); 85.000 hp su due assi, combustibile 1.800, max. 2.000 t, autonomia 8.000 miglia a 14 nodi e velocità massima 32 nodi.
*Corazzatura: 70 mm cintura corazzata (tra le due torri principali) , ponte coperta e locale timoni (agghiaccio) 30 mm, barbette e torri 50 mm, torrione comando 65 mm.
*Armamento iniziale: 6 cannoni da 190/52 mm, 12 cannoni da 102/45 mm, tutti in impianti binati; 6 mitragliere Vickers-Terni da 40/39 mm; 6 tls da 533 mm fissi; 1 idrovolante (max due).
 
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Nell'agosto 1963 arrivarono i primi aviogetti della Marina, che fino ad allora aveva macchine come i più recenti degli [[w:F4U Corsair|F4U Corsair]]. La prima macchina a reazione fu il Grumman F9F Phanter, già obsoleto da circa 10 anni. In tutto vi erano a bordo fino a 24 tra Phanter mono e biposto (addestrativi), F4U-5 (capaci di portare anche 1.800 kg di bombe e volare a 720 kmh, quindi ancora utili come macchine d'attacco)e T-28 armati (nella versione Fennec francese). Alla fine degli anni '60 la portaerei aveva invece una funzione ASW: radiati gli F9F e F4U, si era ridotta a portare solo 6 S-2 ASW e 14 Fennec. Infine, nel 1970 passò in riserva e venne avviata alla demolizione l'anno dopo. Venne sostituita dalla sorella 'Karel Doorman', radiata dalla marina olandese, e diventata la AAR '25 De Mayo'.
[[Immagine:ARA25mayo - 1985.jpg|300px|right|thumb|La Venticinquo de Mayo]]
Questa era una nave del tutto simile, ma toccò all'Olanda, prestando servizio nella sua marina militare dal 1948. 20 anni dopo ebbe un grave incendio in sala macchine e le riparazioni, ancorché possibili, non vennero giudicate convenienti. La ''Karel Doorman'' venne a quel punto comprata dall'Argentina, che si fece carico delle riparazioni, da eseguirsi nei cantieri olandesi. I lavori finirono nel 1969 e il primo settembre di quell'anno salpò per l'emisfero Australe, dove avrebbe cambiato il nome in 'Venticinquo de Mayo', la festa nazionale argentina. La sua rinnovata dotazione elettronica comprendeva un avanzato sistema Ferranti CAAIS per l'elaborazione dati di combattimento e display Plessey. Questo sistema, britannico, era in grado di scambiare i dati con i caccia Type 42, anch'essi comprati dalla Gran Bretagna come scorte per la nuova ammiraglia. Perché l'Argentina non abbia ammodernato direttamente la 'Indipendencia' è difficile dire; forse le condizioni generali della nave lo rendevano antieconomico. Fatto sta che nel mentre la vecchia nave venne posta in disarmo, la 'nuova' unità divenne parte della flotta, inizialmente con un reparto di volo di 8 A-4Q, 6 S-2E e 4 Sea King. L'equipaggio era di 1.000 uomini + 500 del reparto volo, distribuiti su quasi tutti i 211,3 metri di lunghezza e i 24,4 (42,4 col ponte di volo angolato) di larghezza dello scafo. Come armamento conservava 9 impianti singoli da 40 mm. La velocità era di 24,25 nodi con motori a turbina da 40.000 hp e dislocamento a pieno carico di 19.900 t circa. I motori erano praticamente gli stessi che consentivano ai cacciatorpediniere britannici da 1.700 t di arrivare a 36 nodi: nonostante l'aumento del dislocamento di circa 8 volte e le dimensioni circa doppie (con un pescaggio che arrivava a ben 7,6 m), la portaerei era ancora capace di una velocità pari a 2 terzi di queste unità, il che dimostra come l'attrito (che aumenta al quadrato della velocità, ma può essere incentivato anche da altri fattori) renda estremamente 'costoso' raggiungere velocità molto alte. Se 20 nodi sono una velocità economica ma troppo limitata per una nave bellica, 30 sono ideali, ma molto costosi da ottenere per una portaerei (con la necessità di circa 100.000 hp, la potenza tipica di navi come le 'Illustrious') e con macchinari pesanti e costosi, specie ai tempi delle turbine a vapore. In seguito, con le turbine a gas è cambiato (in meglio) molto, ma i consumi si sono dimostrati rilevanti (come gli stessi 'Type 42' avrebbero dimostrato). La scelta di un valore intermedio, comunque migliore della ventina scarsa di nodi di altre portaerei di scorta (vedi le navi americane del periodo bellico), ottenne portaerei leggere di ragionevoli prestazioni velocistiche (grazie ad un sistema motore da cacciatorpediniere), con una buona autonomia e uno scafo abbastanza grande per ospitare molti aerei.
 
La 'Venticinquo', che nonostante tutto quanto sopra frequentemente soffrì di problemi meccanici (e anche del semplice fatto che, non essendo abbastanza veloce, non poteva distanziare eventuali SSN inglesi che la inseguissero) ebbe un altro aggiornamento nel 1980 con aumento dello spazio per ospitare due aerei in più sul ponte di volo, rinforzato per aerei più pesanti. La portaerei ebbe un ruolo importante per la conquista delle Falklands, tentò di attaccare la flotta inglese ma poi ritornò in acque metropolitane per via della minaccia dei sottomarini. La composizione del reparto imbarcato, dopo la guerra, venne costituita da 4-6 [[w:A-4|A-4]], 8 [[w:Dassault-Breguet Super Etendard|Super Etendard]], 6 Tracker e 4 Sea King, per ottimizzare la polivalenza dello stormo imbarcato, ospitabile parzialmente nell'hangar interno di 135,6 x15,8 x5,3 m. Infine, nei tardi anni '80 ebbe altri lavori di ristrutturazione, ma con scarsi risultati. Alla fine venne posta fuori servizio negli anni '90, anche se non è chiaro se sia stata definitivamente radiata.
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Assieme a queste navi arrivarono anche i primi e unici 2 '''[[w:Westland Lynx|Westland Lynx]]'''. Questi erano per i cacciatorpediniere 'Hercules' e 'Santissima Trinitad', classe 'Type 42' e quindi armati di missili Sea Dart a lungo raggio. Le navi vennero costruite in cantieri argentini e rappresentarono l'unico successo estero di questa classe, nonostante fosse armata con missili a medio raggio e dislocando al tempo stesso relativamente poco. Ma i missili [[w:Sea Dart|Sea Dart]], per quanto capaci di oltre 40-60 km grazie ad uno statoreattore, erano piuttosto costosi rispetto ai [[w:RIM-2 Terrier|RIM-2 Terrier]]/Tartar/Standard con motore a razzo, e le apparecchiature elettroniche erano a loro volta molto ingombranti e piuttosto obsolete.
 
La costruzione del 'Santissima Trinitad' avvenne in Argentina, mentre l'Hercules, per sua fortuna, venne costruito in Gran Bretagna. Il contratto, che infatti prevedeva la fornitura completa di un caccia e dei materiali per costruire l'altro nei cantieri AFNE (Astilleros y Frabricas Navales del Estrado) nazionali, fu siglato il 1 marzo 1969. La costruzione di entrambe le navi venne funestata da incidenti e imprevisti: lo SheffieldSHEFFIELD, nave capoclasse delle 14 per la Royal Navy, ebbe durante la costruzione -all'inizio del 1971-la prua danneggiata da un incendio, e gli argentini acconsentirono a cedere la prua dell'ARA 'Hercules' per completare la nave inglese in tempo per il varo (a cui avrebbe presenziato la regina Elisabetta II). Questo causò un rallentamento della consegna, ovviamente. Il Santissima Trinitad era invece in allestimento, quando nel 1974 un gruppo di guerriglieri della formazione 'Montoneros', che all'epoca imperversava nel Paese, riuscì ad entrare nel cantiere ed affondò la nave con una carica da 80 kg. Essa venne riportata a galla, ma i danni si rivelarono tanto gravi che non fu possibile ripristinarla totalmente. Benché sia entrata in servizio comunque, la sua vita operativa ne ha sempre risentito e dal 1989 questa nave non ha avuto praticamente alcun utilizzo. Se si considera che si tratta di una delle due sole navi argentine con missili SAM da difesa d'area si capisce quale problema ciò abbia comportato.
 
Durante l'Operazione ROSARIO (occupazione delle Falklands), la D-29 Santissima trinitad venne usata, grazie ai considerevoli spazi liberi, come trasporto veloce per un centinaio di truppe d'assalto, assieme ad altre navi. Dopo di che venne utilizzata come nave da guerra a tutti gli effetti, con la gemella HERCULES (D-28), pattugliando un tratto di mare assegnate al Task Group 40.3, poi con varie vicissitudini, le navi rimasero in mare per cercare l'occasione di un attacco di sopresa in una 'favorevole occasione' che però non giunse mai. Si trattava di ben 7 navi: le due 'Type 42' , due corvette A.69 e due caccia FRAM, tutti armati con Exocet (per un totale di non meno di 20 missili), e della nave di supporto CAMPO DURAN, una nave cisterna.
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====A-69<ref>Armi da guerra, n.71</ref>====
La Marina argentina divenne titolare anche di un'altra classe di nave non esportata in nessuna altra nazione (almeno all'epoca): le 3 navi del tipo '''[[w:Classe A-69|A-69]]''', 'Drummond', 'Guerrico' e Granville (P1-3), entrate in servizio a metà anni '70, dopo che l'Argentina aveva comprato il progetto dalla Francia, costruendole nei propri cantieri, e portando così esattamente a 20 il totale costruito. Si trattava di navi di buone capacità per compiti non di prima linea, armate comunque con un cannone da 100 mm capace di 60 colpi al minuto, nella versione alleggerita da 17 (invece che 21) tonnellate, una potenza di fuoco notevole per una nave da circa 1200 t, armata anche con lanciarazzi e siluri di grosso calibro ASW, nonché due missili MM.38 Exocet. Una di queste,la 'Guerrico', venne danneggiata quando si avvicinò sottocosta alla Georgia del Sud, durante le operazioni di sbarco argentine del 3 aprile. La nave sostenne danni da armi leggere e persino missili controcarri, dovendo poi restare in cantiere alcuni giorni per le riparazioni del caso. Ragionevolmente efficaci nel ruolo ASW, abbastanza armate in quello antinave, meno valide nella lotta contraerei, piuttosto veloci (24 nodi), queste navi sono state intese sopratutto come cannoniere economiche da impiegare in lunghi pattugliamenti oltremare, come una sorta di navi coloniali. Per questo hanno anche predisposizioni per alloggiare, per periodi prolungati, 17 marines in aggiunta all'equipaggio normale, mentre i motori diesel, relativamente poco potenti, sono sia abbastanza agevoli in termini di manutenzione che di consumi ridotti.
 
====Type 209<small><ref>Armi da guerra N.76</ref></small>====
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Non meno di 50 uomini, di cui 10 piloti (al comando del cap. Italo Lavezzo), vennero inviati in Francia per ottenere l'abilitazione iniziale, volando una cinquantina di ore e usando il simulatore (Il Super Etendard era solo in versione monoposto). La prima fornitura avvenne nel dicembre 1981 sulla base di Espora, e riguardava 5 aerei e altrettanti missili Exocet AM.39. Da notare, come coincidenza storica, che questi bombardieri antinave vennero consegnati esattamente 40 anni dopo [[w:Pearl Harbour|Pearl Harbour]] (7 dicembre 1981).
 
La guerra scoppiò solo pochi mesi dopo e non vi fu modo di completare l'organico della '''3a Escuadrilla''', previsto all'epoca per il 1984. La forza di combattimento poté disporre di un solo missile per aereo, e venne posizionata sulla base di Rio Grande. Imparando ad evitare al meglio i radar Type 965 e 992Q dei caccia 'Type 42' argentini, per uno straordinario caso gli unici esportati al di fuori della Gran Bretagna (in un periodo di relativa distensione con gli Argentini come i tardi anni '60), i Super Etendard compirono 5 missioni con tanto di rifornimento in volo, e precisamente:
 
2 maggio, il cap.corvetta J.Colombo e il ten. fregata C. Machetanz decollarono per cercare le navi inglesi, il giorno precedente protagoniste di pesanti attacchi contro le Isole Malvinas. La missione subì un annullamento per cause tecniche.
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Spesso si dice che il ben noto Merkava israeliano, sia l'unico carro armato con il motore sistemato anteriormente. Questa affermazione potrebbe essere vera se si aggiunge 'tra i carri pesanti' oppure 'tra quelli usati in guerra', ma non lo è se si considera anche l'Argentina e il suo carro armato 'nazionale', il Tanquo Medio Argentino.
 
La sua origine è dovuta dalle particolari condizioni di mobilità argentine. Il carro standard per l'esercito, per molto tempo, era lo Sherman, poi integrato da un certo numero di AMX-13. Ma il primo era un carro da 30 t e il secondo un veicolo leggero da appena 13 t, come l'M13/40 italiano del tempo di guerra. Ovviamente, con gli anni diventava sempre più difficile mantenere in efficienza lo Sherman, e allora ci si decise ad ordinare un nuovo carro medio. Ma la questione non era semplice da risolvere quanto lo fu da porre, perché i carri armati europei disponibili tendevano a pesare circa 40 t, che erano semplicemente troppe per molti ponti stradali del Paese. Così, non reputando vantaggioso adattare tali infrastrutture ai nuovi mezzi, si prese la decisione di 'ritagliargli' un carro adatto. La proposta vincente fu quella della Thyssen-Henschel, già produttrice dell'IFV Marder. Con lo stesso progetto venne proposto il '''TAM''' (Tanquo Medio Argentino), che sostanzialmente era lo scafo ce, con minime modifiche accolse una nuova torretta in acciaio saldato, armata con il cannone standard da 105/51 mm, due mitragliatrici da 7,62 e 8 lancianebbiogeni Wegmann. La dotazione era di 50 colpi da 105 e 6000 da 7,62 mm. Il carro era pesante circa 30,5 t a pieno carico, con 4 uomini di equipaggio, tre dei quali riuscivano ad alloggiare nella piccola torretta, simile a quella del Leopard 1 delle ultime versioni. Naturalmente la corazzatura è ridotta rispetto a quella di un carro medio, mentre la mobilità è garantita da un treno di rotolamento a 6 ruote con barre di torsione e sopratutto, un nuovo motore MTU (Motoren-und-Turbinen-Union) a 6 cilindri, diesel, capace di erogare 720hp, quanto quelli dell'AMX-30 da 36 t e appena meno degli 840 dei Leopard 1 da 42. Il rapporto potenza peso di 24 hp per ton. dà una velocità di 75 kmh e la capacità di scalare pendenze del 65%. Il carro entrò in produzione in argentina dagli anni '70 ma, nonostante il rapido completamento di quasi 200 mezzi, nessuno venne usato alle Falklands. Se fosse stato usato in tale guerra avrebbe certamente costituito una minaccia pericolosa per gli inglesi, ma il terreno cedevole fu forse reputato proibitivo anche per carri del genere (difficile però capire come un mezzo simile, dal rapporto potenza peso di ben 24 hp/ton e bassa pressione sul terreno, non sia riuscito ad operare in questo contesto: forse fu anche una decisione operativa sbagliata o la scarsa capacità di trasporto anfibio a decidere tale mancanza?), e così, mentre le poche autoblindo AML-90 venivano tenute a Port Stanley (essendo impossibile per loro muoversi fuoristrada nel terreno torboso e umido delle isole), gli Scorpion e Scimitar inglesi erano liberi di scorrazzare sul campo di battaglia.
 
Il Marder non venne mai adottato da nessuna altra nazione per via del costo eccessivo, anche di gestione visto il suo potente motore da 600 hp, quasi 3 volte più potente di quello dell'M113. Anche quest'affermazione, però, è parzialmente smentibile per via del derivato principale del TAM, ovvero l'VTCP, uno dei pochi, se non l'unico MICV/IFV dell'America latina. Esso è un derivato del TAM, dunque indirettamente lo è del Marder. Presentando lo stesso motore del TAM, quindi con una potenza maggiore del 20%, è di gran lunga il più potente mai installato su di un veicolo da combattimento della fanteria meccanizzata. Quasi duecento mezzi sono stati prodotti per operare con i TAM, armati di un cannone da 20 mm. È strano che l'Argentina ha avuto un tale mezzo tanto potente in servizio, proibito per gli stessi Paesi NATO, ma evidentemente si è approfittato della sinergia con la produzione del TAM. Come per questo, nemmeno uno di questi potenti mezzi venne inviato alle Falklands.
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[[Immagine:IAI Dagger.jpg|300px|right|thumb|Uno dei Dagger forniti da Israele]]
Il 14 giugno un bombardamento con bombe a guida laser venne interrotto, su Port Stanley, giusto in tempo: gli argentini si stavano arrendendo. La campagna era finita con un minimo coinvolgimento, una volta tanto, della popolazione civile. Gli argentini persero oltre 700 militari uccisi e migliaia di feriti e prigionieri. Gli inglesi persero oltre 200 soldati morti. Le perdite materiali erano state di elevato livello: gli argentini persero praticamente tutta l’aviazione basata sulle isole, ovvero circa 25 Pucarà , 5 MB.339 e altri apparecchi, oltre 20 A-4, oltre 10 Mirage e Dagger, e altro ancora per un totale di circa 100 aerei, mentre gli inglesi ne persero una trentina. Gli argentini persero l’incrociatore Belgrano, la nave da trasporto Rio Carcaranha, e la Isla de los Estados, oltre al Santa Fè. Gli inglesi ebbero perdite più salate, perdendo 2 fregate, 2 cacciatorpediniere, 2 navi da sbarco e la perdita peggiore, che era solo una nave portacontainer modificata, la Atlantic Conveyor con 10 elicotteri a bordo. Numerose altre navi vennero danneggiate. Nell’insieme la guerra fu relativamente incruenta, ma portò enormi insegnamenti per tutti: la pericolosità dei missili come gli Exocet antinave, la necessità di sistemi CIWS per le navi, la pericolosità degli attacchi aerei a volo radente, l’inaffidabilità delle bombe sganciate a bassissima quota, l’efficacia di missili aria-aria di nuova generazione, e la scarsa efficacia e-o affidabilità di quelli superficie-aria. Gli argentini persero tra l’altro contro gli inglesi pur usando molte delle stesse armi come i missil Blowpipe SAM, e i fucili FAL che erano, nel caso argentino, con sistema di tiro anche automatico invece che solo semiautomatico come nel caso inglese. E malgrado tutto, i paracadutisti e marines, usati come fanteria leggera, vinsero.
 
[[Immagine:SUEreabasteciendo1.jpg|300px|right|thumb|L' 'Arma segreta argentina, il Super Etendard, fu scarsamente utilizzato per mancanza di sufficienti missili Exocet]]
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In seguito, non certo casualmente e nonostante la dittatura di Pinochet, il Cile beneficiò di molte navi ex-R.N. In pratica, quasi tutte le navi inglesi che parteciparono finirono entro pochi anni ad altre marine di seconda mano. La Royal Navy venne però rinforzata da forniture di navi migliorate, anche grazie all’esperienza accumulata, e trovò conferma sia la micidialità degli SSN in oceano aperto, che l’importanza di portaerei, anche piccole. I primi interdirono il mare agli argentini, le seconde però furono fondamentali per coprire la spedizione inglese. Le perdite di aerei argentini furono circa 20 contro i Sea Harrier, contro gli 11 abbattuti dai SAM navali inglesi, ma soprattutto gli argentini furono costretti a usare molta prudenza mentre gli inglesi poterono godere di una relativa superiorità aerea.
 
Negli anni successivi anche l’Argentina si potenziò, con 4 sottomarini TR-1700 in ordine, con 4 fregate missilistiche MekoMEKO 360 e 6 Meko 140, ma soprattutto con una intera squadriglia di Super Etendard. I 5 disponibili affondarono con appena 5 missili , 2 navi inglesi, un sesto Exocet venne lanciato da una rampa terrestre derivata da una navale e mise KO il cacciatorpediniere Glamorgan. La forza dei Super Etendard, che i francesi, relativamente filo-argentini, continuarono a fornire, raggiunse i 14 esemplari complessivi con decine di missili Exocet, e questo appena entro il 1983: avessero avuto gli argentini una tale forza appena un anno e mezzo prima, gli inglesi avrebbero potuto agevolmente perdere la guerra, anche se usando gli stessi missili (in un modello meno avanzato) avrebbero dovuto conoscerne i segreti e i punti deboli. Del resto anche gli Argentini conoscevano bene i limiti dei missili Sea Dart e dei relativi radar di scoperta aerea, ed impararono ad evitarli nel volo a bassa quota.
 
===Totale forze aeree schierate da parte argentina===
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===La fine del Belgrano===
[[Immagine:ARA General Belgrano underway.jpg|300px|left|thumb|]]
La ARA '''General Belgrano''' era in origine un incrociatore corazzato da 7.069 tonnnellate costruito in Italia, completato nel 1899 e andato in disarmo nel 1948, che era quasi gemello dell'incrociatore della Regia Marina Garibaldi. Venne rimpiazzato da una nuova nave con lo stesso nome, che in realtà aveva cominciato la sua vita diversi anni prima, ma con la US Navy.
 
Venne costruita come '''USS Phoenix''' (CL-46), sesta nave della classe Brooklyn di incrociatori leggeri, nel New Jersey dalla New York Shipbuilding Corporation. Venne impostata nel 1935 e varata nel marzo 1938. Sopravvisse all'attacco giapponese contro Pearl Harbour del 1941 e venne messa fuori servizio dalla US Navy nel luglio 1946. La USS 'Phoenix' venne venduta, insieme ad un'altra nave della sua classe (la USS 'Boise') all'Argentina nell'ottobre 1951 per appena 7,8 millioni di dollari. Venne ribattezzata 17 de Octubre in onore di un importante anniversario del partito politico del presidente Juan Perón.
 
Dopo la deposizione di Perón in seguito al colpo di stato del 1955, il vascello venne ribattezzato nel 1956 General Belgrano (C-4) dal nome del generale Manuel Belgrano, che combatté per l'indipendenza argentina nel 1816. Nel 1967 venne dotata di missili terra-aria Sea Cat diventando così un incrociatore missilistico.
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*Cronologia: impostazione 15 aprile 1935, varo 13 marzo 1938, radiazione 3 luglio 1946, entrata in servizio 12 aprile 1951 con la Marina Argentina e affondata nel 1982 dal sottomarino HMS Conqueror.
 
Nelle prime fasi della guerra delle Malvinas la maggior parte della marina argentina evitò il conflitto. Il General Belgrano era partito da Ushuaia nella Terra del Fuoco il 26 aprile 1982, accompagnato dai due cacciatorpediniere ARA Piedra Buena (D-29) e Bouchard (D-26) (entrambi ex-navi della US Navy), come Task Group 79.3. Il 29 stavano pattugliando Burdwood Bank a sud delle isole. Il 30 venne avvistato dal sottomarino nucleare della Royal Navy '''HMS Conqueror(EN)''' della [[w:classe Churchill (SSN)|classe Churchill]]. Il sottomarino si avvicinò il giorno seguente. Sebbene al di fuori della Zona di Interdizione Totale dichiarata dai Britannici, 370 km (200 miglia) dalle isole, dopo una frenetica consultazione l'Ammiraglio Woodward decise che andava affondato. Raggiunta alla residenza di campagna dalla richiesta di intervento, il primo ministro Margaret Thatcher acconsentì che il comandante Chris Wreford-Brown attaccasse il Belgrano, che stava tallonando usando gli idrofoni. Alle 13.57 del 2 maggio il Conqueror lanciò 4 siluri convenzionali Mk 8 mod 4, ognuno con una testata di 363 kg di torpex da circa che colpirono 3 minuti dopo.
 
Uno dei due Mk 8 colpì tra 10 e 15 m dietro prua, al di fuori dall'area protetta dalla cintura verticale o dalla controcarena contro le torpedini. L'esplosione distrusse la prua della nave, ma le paratie interne ressero e il magazzino di prua per le munizioni da 40mm non detonò. Non c'era nessuno in quella parte della nave al momento dell'impatto.