Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{Forze armate mondiali}}
 
==Armi aria-superficie non guidate<ref>Quando non indicato diversamente, tratto da Armi da guerra N.74</ref>==
Nonostante che gli inglesi siano stati autori delle bombe più potenti della [[w:Seconda guerra mondiale|Seconda guerra mondiale]] (eccetto quelle [[w: armi nucleari|armi nucleari]]), usate con devastante efficacia contro obiettivi militari e civili, le bombe utilizzate nel dopoguerra sono state usate praticamente in un solo 'formato', quello da 454 kg con ridotta resistenza aerodinamica per l'uso da macchine come i cacciabombardieri a reazione.
[[Immagine:Paveway ILA06.JPG|300px|left|thumb|Bomba laser Paveway, adottata anche dagli inglesi]]
 
Gli aerei inglesi hanno usato e usano prevalentemente armi di tipo nazionale. Uno di questi, realmente diffuso e prodotto in migliaia di esemplari, sono la bomba da impiego generale della serie '''Mk 10''', da 1000 lbs nominali (454 kg). Questi ordigni, in versioni come la Mk 13/18 sono utilizzate dai bombardieri e cacciabombardieri di tutti i tipi, e anche esportate in quantità, tanto da essere poi utilizzate anche dagli argentini contro gli stessi inglesi nel 1982. Pare che siano state 3 di queste bombe a distruggere il caccia HMS ''Coventry'' asportandogli la fiancata sinistra, mentre una di queste, rimasta inesplosa, deflagrò durante il tentativo di disinnesco sulla fregata HMS ''Antelope''. La struttura delle bombe da 454 kg inglesi è piuttosto convenzionale e piuttosto che alla serie delle '''Mk 80''' americane (tra cui la Mk 83 da 454 kg) molto affusolate ma con scarso contenuto di esplosivo, le Mk 10 inglesi tendono a somigliare ad una '''M117''' da 340 kg, quindi con maggior contenuto di esplosivo, ma con maggiore resistenza aerodinamica data la fisionomia 'robusta'. Per gli inglesi questo è risultato vantaggioso, valutando che questa dimensione fosse quella ottimale in termini di peso-efficacia. Ci si potrebbe chiedere perché, visto che della serie di bombe Mk 80, quelle di gran lunga più usate sono la Mk 82 e la Mk 84 di peso rispettivamente pari alla metà e al doppio (500 e 2.000 lbs). La ragione è legata al fatto che gli aerei americani hanno una capacità di carico più elevata e quindi usano o bombe da 907 kg oppure moltitudini di armi da 227 kg, specie con agganci MER tripli, singoli o in tandem. Persino un A-4 Skyhawk poteva portare sulla linea di mezzeria 6 Mk 82 sotto la fusoliera, mentre le Mk 81 (113 kg) hanno avuto poco successo perché troppo leggere.
 
Riga 14:
In seguito le bombe inglesi vennero ancora utilizzate durante le guerre recenti (come del resto lo furono, sia di nuovi che vecchi tipi, durante i conflitti anteriori all'82, per esempio in Malesia e Kenya) come la [[w:Guerra del Golfo|Guerra del Golfo]] (più precisamente la seconda, dato che di 'guerra del Golfo' si parlava già per il conflitto Irak-Iran degli anni '80: storicamente è corretto quanto dire che la 'Grande guerra' è quella del 1939-45). Qui vennero sganciate, soprattto dai Tornado, circa 6.000 bombe per 3.000 t. Di queste armi solo 1.000 erano guidate (ma in percentuale gli inglesi ne sganciarono di più degli americani, che si limitarono a circa il 10% di munizionamento guidato). Dai dati inizialmente divulgati pare che circa il 30% delle bombe non guidate colpì i bersagli, contro il 90% di quelle guidate. Le Paveway quindi hanno colpito quasi quanto quelle non guidate, ma con un costo decine di volte superiore (dell'ordine delle decine di migliaia di dollari). Ma a parte questo, furono determinanti nel ridurre le perdite di aerei durante gli attacchi agli obiettivi irakeni, molto ben difesi dopo le esperienze con gli attacchi iraniani, e nel colpire con precisione obiettivi 'duri' come gli hangar, magari in punti più deboli della volta del loro tetto, che era spessa in molti casi 1.2 m, 50 cm più degli standard NATO (che erano già sufficienti per ordigni da 454 kg). I Tornado italiani usarono bombe da 454 kg, ma pare che fossero solo le Mk 83 americane, mentre i sauditi utilizzarono forse entrambi i modelli. Le bombe LGB, quando portate dai Tornado, sono in genere presenti su due piloni, con un massimo di tre, tutti sotto la fusoliera (sebbene anche quelli subalari interni potrebbero agevolmente ospitarne, ma sono usati per i serbatoi). La carriera delle bombe inglesi è continuata con la lunga e triste lista di guerre e interventi vari degli anni '90 e fino ai giorni nostri.
 
Secondo una statistica sull'efficacia delle bombe convenzionali, per eliminare una squadra di fanteria dispersa sul terreno, erano mediamente necessaria 3 bombe da 454 kg, un carico non indifferente per un risultato di ridotta efficacia, cinicamente parlando, bellica: quello di eliminare un'unità elementare di fanteria. Un differente approccio, già apparso durante se non prima dell'ultima guerra mondiale, era quello delle '''bombe a grappolo''' (CBU) ,che in sostanza sono un'evoluzione delle spezzoniere. La differenza è che le granate non sono sparse a 'scia' dall'aereo, ma sono eiettate da un singolo contenitore, che è sganciato dall'aereo. Tra i vantaggi vi è quello di non necessitare di predisposizioni particolari per il loro uso, e per il lancio di precisione in quota, aprendosi eventualmente con un'azione ritardata. Come nel caso delle bombe HE, nel ramo CBU gli inglesi non sono stati pari alla produzione degli aerei. La loro arma standard, apparsa nei primi anni '70, è la Hunting '''BL-755'''<ref>'BL-755', A&D Maggio 1987 p.22-25</ref>. Si tratta di un grosso contenitore con una particolare spoletta anteriore ad elica, che si arma e si aziona dopo un certo tempo dal lancio, usualmente a bassa quota. E' fatto da 7 sezioni con 21 bombette l'una, e ciascuna di queste ha una massa di 1.02 kg. Essendo piuttosto grandi, hanno una efficace capacità duale di frammentazione e di perforazione controcarri (HEAT) di circa 270 mm di acciaio. Sono armi sopratutto per compiti controcarro, da 272 kg (600 libbre) tutto compreso. L'arma '''Mk 20''' Rockeye americana è molto simile (e spesso usata assieme all'arma inglese, per esempio nell'AM da alcuni anni, prima aveva solo la BL-755), ma pesa solo 227 kg (500 libbre) con ben 247 granate, molto più leggere ma con sufficienti capacità distruttive (perforazione di circa 200 mm d'acciaio). La BL755 quindi è più pesante e ha esattamente 100 granate in meno, il che farebbe pensare ad una minore efficienza, cosa certamente vera per il compito controcarri. In ogni caso le bombe a grappolo sono l'equivalente di un fucile a pallettoni: sono tutto fuorché 'armi intelligenti', ma di bombardamento a 'tappeto'. Inoltre esiste il rischio di ordigni inesplosi, specie perché i primi tipi di CBU hanno solo una spoletta a impatto, che lascia non meno del 5% del totale inesploso a terra, ma ancora pericoloso. Era tutto sommato un effetto voluto, vista la minaccia 'percepita' delle orde di carri del Patto di Varsavia, che avrebbero trovato dei campi minati improvvisati nella loro avanzata grazie a questi ordigni difettosi. I tipi più recenti sono più sofisticati e hanno spolette a tempo, che riducono drasticamente (ma non annullano) i 'duds' in caso di mancanza di funzionamento di quella a scoppio.
 
Le BL-755 venne usata alle Falklands sopratutto contro gli aereoporti, visto che non v'erano quasi mezzi corazzati. Gli effetti vennero giudicati 'buoni' ma si sarebbe desiderato una maggiore varietà di submunizioni. La BL-755 Mk 2 era già in fase di sviluppo, con prestazioni migliorate sopratutto sulla perforazione delle corazze. Con un lunghezza di 305 mm, calibro di 66 mm, peso di 1.02 kg delle munizioni originarie (circa il doppio di una Rockeye) vi era il potenziale per migliorarne le prestazioni. In ogni caso, migliaia di queste tozze bombe sono state utilizzate in guerre almeno dal 1980 (anche l'Iran ne aveva un certo numero).L'ingombro è equivalente a quello di una bomba da 454 kg. L'effetto HEAT è probabilmente utile anche contro gli aeroporti per ragioni similari a quelle del compito controcarri: le singole submunizioni possono perforare i tetti degli hangar, anche corazzati, danneggiando quello che c'é all'interno sia pure senza un effetto particolarmente distruttivo (senza che sia mai stata pubblicizzata l'efficacia delle CBU con testate HEAT contro i ricoveri corazzati).
 
Uno sviluppo estremo, che torna al concetto di spezzoniera è la '''JP233''', sempre della Hunting. Si tratta di un sistema simile all''''MW-1''' tedesco, e come questo utilizzato solo dal Tornado IDS. Il motivo è la sua massa, di oltre 2100 kg. Mentre l'MW-1 è un blocco unico, che lancia con 112 tubi una combinazione micidiale di submunizioni antipista o anticarro (tra le 224 e le 4704), con un ingombro aerodinamico formidabile (i Tornado italiani non lo hanno mai usato in guerra), il JP-223 ha una forma più snella e in teoria, essendocene due per aereo, può essere suddiviso sotto le ali degli aerei tipo l'F-16 o F-15 (e proprio per questo è stato pensato come arma 'doppia' anziché 'unitaria'). In pratica questo non si è mai verificato, e l'uso di questo armamentario ha innescato numerose polemiche per la vulnerabilità dimostrata dagli aerei durante le azioni di bombardamento, anche se non è affatto chiaro se questo abbia fondamento nella realtà: nelle azioni di questo tipo, con 'strisciate' oblique sui campi di volo nemici, nel 1991 pare che solo un Tornado sia andato perso. Ma si tratta di azioni talmente pericolose che in effetti, volare sulle canne dei cannoni antiaerei richiede parecchio sangue freddo. Così la spezzoniera si evolvette già negli anni '80 con dei sistemi plananti guidati sia come 'modifica' di grandi CBU con kit 'Paveway', sia come sistemi nuovi, plananti senza motore, poi con un motore a razzo, poi con turbogetto, più costoso ma con maggiore gittata. Alla fine queste armi sono diventate dei veri e propri missili stand-off, come lo '''Storm Shadow''' (comprato in 200 esemplari anche dall'AM). Le spezzoniere JP223 servivano per portare ciascuna in un'unica azione 30 bombe antipista SG357 e 215 mine d'interdizione HB876, dopo erano automaticamente sganciate (come del resto gli MW-1) per cui in effetti erano armi 'a perdere' come le bombe, ma più complesse e costose.
[[Immagine:Hvar.jpg|300px|right|thumb|Vecchi razzi da 127 mm americani, anch'essi usati dagli inglesi]]
 
I '''razzi''' sono stati inizialmente impiegati con il calibro da 76.2 mm del motore, e con una testata di maggior calibro, per un peso totale di 24 kg. Erano armi ben diverse dai razzi ad alette ripiegabili a corto raggio americani e poi, anche inglesi. I razzi britannici da 3 pollici erano sostanzialmente un'evoluzione dei tipi bellici anche se valorizzati dalla precisione e dalla stabilità degli aviogetti, che in picchiata erano capaci di imprimere una precisione ben maggiore rispetto ai vecchi aerei ad elica. Ma nonostante che i cacciabombardieri potevano portarne anche 24, presto arrivarono razzi molto più piccoli, più compatti e con testate molto più piccole. Principalmente si trattò di lanciarazzi da 18 colpi SNEB da 68 mm francesi, prodotti su licenza, ma vi era anche un tipo britannico con lanciatori da 19 colpi in calibro 51 mm. Tutti questi razzi (come anche quelli americani da 70 e sovietici da 57 mm) erano 'figli' delle armi tedesche da 55 mm R4M, che per la prima volta ebbero un'impostazione di armi iperveloci, razzi che abbandonavano velocità transoniche-subsoniche, alette ripiegabili e velocità di circa mach 2, di piccole dimensioni con lanciatori di grande capacità ad 'alveare' con un gran numero di celle raggruppate in singoli dispositivi sistemabili, con poca resistenza aerodinamica, sotto un singolo pilone o addirittura dentro l'aereo. Inizialmente, come del resto con gli altri tipi di razzi ad alta velocità (inclusi quelli francesi e americani, di dimensioni molto maggiori degli originari), erano usati anche per i compiti aria-aria.
 
Più di recente la tecnica ha prodotto armi ancora più micidiali, con una precisione e gittata molto maggiore, e con una potenza di perforazione devastante anche senza carica HEAT. I motori a razzo di nuova generazione hanno reso possibile razzi e missili iperveloci da mach 3-4 (oltre 1.000 ms, praticamente la velocità di un proiettile di cannone) e gli inglesi hanno comprato un'altra arma estera: i razzi '''CVR-7''' canadesi, utilizzati dai Jaguar nel Golfo con effetti descritti come 'micidiali'<ref>Poddu, F.M.: ''Daguet&Gramby'', JP Aprile 1991 pagg. 78-85 </ref>.
 
==Missili aerolanciati==
===AAM<ref>T.C.''I missili degli intercettori'' A&D mar 1997 Pag 38-43</ref>===
Gli inglesi hanno seguito una loro filosofia che li ha portati ad adottare armi originali, poi di tipo estero. I missili '''AAM''' iniziali erano complessi e macchinosi, anche se via via più efficaci. Vi erano inizialmente i complicati missili '''Fairey Fireflash''', sperimentati sugli Hunter (che poi finiranno per non adottare né questi né i Sidewinder, unici tipi della loro generazione senza AAM) ma poco o nulla utilizzati in pratica. La successiva arma fu il missile '''Firestreak''', molto più efficace, con testata raffreddata di tipo IR, prestazioni superiori rispetto ai Sidewinder ma molto più pesanti e costosi, grossomodo a metà strada tra i gli AIM-9 e i francesi R.530 del tipo IR (rispettivamente 70 kg, 140 kg e 180 kg circa). La loro struttura era un gruppo di alette fisse anteriori di grosse dimensioni, rettangolari, e altre 4 alette piccole dietro per il controllo. Poi sono arrivati i '''Red Top''', ancora superiori. Se o Firestreak armavano i Javelin, i Red Top hanno servito sopratutto con i '''Lighting'''. Con una gittata di circa 11 km e una sofisticata testata di ricerca, erano adatti per il combattimento aereo ravvicinato. Poi tutto è finito. I missili AAM a corto raggio inglesi finirono (momentaneamente), quando con i caccia F-4 Phantom americani arrivarono anche i missili '''[[w:AIM-9|AIM-9]]''', semplici ed efficaci, poi ripresi per tutti gli altri aerei inglesi. Ebbero il battesimo del fuoco alle Falklands dove la versione 'L' ottenne un grande successo, permettendo ai lenti Sea Harrier di sconfiggere i più veloci Dagger e Mirage III. Migliaia di Sidewinder sono entrati in servizio nella RAF, ma assieme ai Phantom giunsero anche i loro veri missili 'di riferimento', gli '''Sparrow IIIE'''. Ma nei tardi anni '60 erano già piuttosto vecchi e necessitavano di un aggiornamento importante nell'elettronica. Lo portarono a segno gli inglesi con lo '''Sky Flash''', che aveva una testata di ricerca di tipo 'monopulse' in banda I, che sarebbe stato poi utilizzato sui Phantom e i Tornado ADV. Inizialmente avevano solo l'elettronica migliorata, ma questa era più compatta di quella a valvole originali, quindi v'era ora spazio anche per un motore più potente. Così vennero costruiti anche gli Sky Flash 90 o 'Super Temp' che portarono la gittata da 25 a 40 km e la velocità da mach 3 a 4. La quota minima d'ingaggio garantita era di circa 75 m già nel primo e modello, ma come sempre (ECM, cluttere etc.) questo valore poteva variare con le condizioni (per esempio, i Sea Dart dell'HMS Exeter riuscirono a colpire un paio di aerei argentini che volavano sotto gli 11 m contro i 30 minimi 'nominali'). Di fatto dei tipi meno recenti vi erano ancora parecchi esemplari se negli anni '90 ne vennero ceduti in leasing 96 (almeno inizialmente), sufficienti per una dotazione completa per i 24 ADV ceduti all'AM. Altri aerei che hanno usato gli Sky Flash, il cui programma iniziò praticamente subito dopo la fornitura degli Sparrow, nel '69, erano i Viggen svedesi con 2 armi sotto le ali. Gli inglesi hanno ordinato anche gli '''AMRAAM''', i loro successori sviluppati negli anni '80 dagli USA. In questo programma NATO tra americani e inglesi, i primi si occupavano di missili a medio raggio, mentre gli inglesi di quelli a corto raggio, che sarebbero stati gli Advanced Short Range Air-to Air Missile, ergo gli '''ASRAAM'''. Ma poi le cose sono andate diversamente; mentre RAF e FAA hanno adottato effettivamente gli AMRAAM, gli americani hanno giocato ancora una volta 'in difesa' e non hanno mai adottato l'ASRAAM, finendo poi con adottare il Sidewinder dell'ultima versione, l'AIM-9X, che a parte la sigla non ha praticamente nessun punto in comune con i Sidewinder. Gli inglesi, notare bene, avevano un'alternativa preziosa anche sui missili avanzati: dopo avere adottato gli AIM-7E, migliorati con il programma Sky Flash e poi in versione 'Super Temp', ebbero anche modo di iniziare il programma 'Active Sky Flash': la miniaturizzazione dell'elettronica consentiva di usare una testata a guida attiva anche con i missili AMRAAM da 166 kg, un'arma da oltre 200 kg a parità di tecnologia avrebbe consentito di ottenere gittata e testata maggiori con una testa di ricerca analoga o più potente dato anche il calibro portato da 165 a 203 mm del corpo missile (=antenna di maggiore diametro, più spazio per il processore etc.).
[[Immagine:Firestreak_AAM_-_Elvington_-_BB.jpg|250px|right|thumb|Il primo AAM inglese,il Firestreak]]
Gli inglesi hanno seguito una loro filosofia che li ha portati ad adottare armi originali, poi di tipo estero. I missili '''AAM''' iniziali erano complessi e macchinosi, anche se via via più efficaci. Vi erano inizialmente i complicati missili '''Fairey Fireflash''', sperimentati sugli Hunter (che poi finiranno per non adottare né questi né i Sidewinder, unici tipi della loro generazione senza AAM) ma poco o nulla utilizzati in pratica. La successiva arma fu il missile '''Firestreak''', molto più efficace, con testata raffreddata di tipo IR, prestazioni superiori rispetto ai Sidewinder ma molto più pesanti e costosi, grossomodo a metà strada tra i gli AIM-9 e i francesi R.530 del tipo IR (rispettivamente 70 kg, 140 kg e 180 kg circa). La loro struttura era un gruppo di alette fisse anteriori di grosse dimensioni, rettangolari, e altre 4 alette piccole dietro per il controllo. Poi sono arrivati i '''Red Top''', ancora superiori. Se oi Firestreak armavano i Javelin, i Red Top hanno servito sopratutto con i '''Lighting'''. Con una gittata di circa 11 km e una sofisticata testata di ricerca, erano adatti per il combattimento aereo ravvicinato. Poi tutto è finito. I missili AAM a corto raggio inglesi finirono (momentaneamente), quando con i caccia F-4 Phantom americani arrivarono anche i missili '''[[w:AIM-9|AIM-9]]''', semplici ed efficaci, poi ripresi per tutti gli altri aerei inglesi. Ebbero il battesimo del fuoco alle Falklands dove la versione 'L' ottenne un grande successo, permettendo ai lenti Sea Harrier di sconfiggere i più veloci Dagger e Mirage III. Migliaia di Sidewinder sono entrati in servizio nella RAF, ma assieme ai Phantom giunsero anche i loro veri missili 'di riferimento', gli '''Sparrow IIIE'''. Ma nei tardi anni '60 erano già piuttosto vecchi e necessitavano di un aggiornamento importante nell'elettronica. Lo portarono a segno gli inglesi con lo '''Sky Flash''', che aveva una testata di ricerca di tipo 'monopulse' in banda I, che sarebbe stato poi utilizzato sui Phantom e i Tornado ADV. Inizialmente avevano solo l'elettronica migliorata, ma questa era più compatta di quella a valvole originali, quindi v'era ora spazio anche per un motore più potente. Così vennero costruiti anche gli Sky Flash 90 o 'Super Temp' che portarono la gittata da 25 a 40 km e la velocità da mach 3 a 4. La quota minima d'ingaggio garantita era di circa 75 m già nel primo e modello, ma come sempre (ECM, cluttereclutter etc.) questo valore poteva variare con le condizioni (per esempio, i Sea Dart dell'HMS Exeter riuscirono a colpire un paio di aerei argentini che volavano sotto gli 11 m contro i 30 minimi 'nominali'). Di fatto dei tipi meno recenti vi erano ancora parecchi esemplari se negli anni '90 ne vennero ceduti in leasing 96 (almeno inizialmente), sufficienti per una dotazione completa per i 24 ADV ceduti all'AM. Altri aerei che hanno usato gli Sky Flash, il cui programma iniziò praticamente subito dopo la fornitura degli Sparrow, nel '69, erano i Viggen svedesi con 2 armi sotto le ali. Gli inglesi hanno ordinato anche gli '''AMRAAM''', i loro successori sviluppati negli anni '80 dagli USA. In questo programma NATO tra americani e inglesi, i primi si occupavano di missili a medio raggio, mentre gli inglesi di quelli a corto raggio, che sarebbero stati gli Advanced Short Range Air-to Air Missile, ergo gli '''ASRAAM'''. Ma poi le cose sono andate diversamente; mentre RAF e FAA hanno adottato effettivamente gli AMRAAM, gli americani hanno giocato ancora una volta 'in difesa' e non hanno mai adottato l'ASRAAM, finendo poi con adottare il Sidewinder dell'ultima versione, l'AIM-9X, che a parte la sigla non ha praticamente nessun punto in comune con i Sidewinder. Gli inglesi, notare bene, avevano un'alternativa preziosa anche sui missili avanzati: dopo avere adottato gli AIM-7E, migliorati con il programma Sky Flash e poi in versione 'Super Temp', ebbero anche modo di iniziare il programma 'Active Sky Flash': la miniaturizzazione dell'elettronica consentiva di usare una testata a guida attiva anche con i missili AMRAAM da 166 kg, un'arma da oltre 200 kg a parità di tecnologia avrebbe consentito di ottenere gittata e testata maggiori con una testa di ricerca analoga o più potente dato anche il calibro portato da 165 a 203 mm del corpo missile (=antenna di maggiore diametro, più spazio per il processore etc.).
 
===ASM e SSM<ref>Quando non indicato diversamente, tratto da Armi da guerra N.74</ref>===
[[Immagine:Avro blue steel side 9m07.JPG|250px|right|thumb|Il grosso Blue Steel, missile nucleare inglese di prima generazione]]
Quanto ai missili aria-superficie, gli inglesi hanno adottato per compiti strategici il '''Blue Steel''', capace di portare un missile con testata da 1 MT con velocità supersonica a circa 180 km di gittata. Era un grosso ordigno assai tozzo, usato dai Vulcan. Un programma congiunto anglo-americano era lo '''Skybolt''', arma da 1600 km con una traiettoria inedita per un missile aerolanciato, ovvero a traiettoria balistica, per raggiungere gittate maggiori e velocità elevate, tanto da essere praticamente inintercettabile. Una cosa simile è successa poi con lo SRAM, l'unica arma similare entrata realmente in servizio. Il programma Skybolt era ambizioso, ma non era facile né economico. I primi 4 lanci non ebbero successo. Il quinto sì, ma troppo tardi: Kennedy, in un clima di fretta onestamente eccessiva (quanti programmi poi sarebbero ben di più di questo, vedi il Patriot nato nei primi anni '60 ed entrato in servizio 20 anni dopo) cancellò il programma. I Vulcan ebbero punti d'aggancio subalari per usarli, che tornarono utili per la guerra delle Falklands, con l'uso di missili Shrike o bombe LGB.
 
Altre armi erano quelle aria supercie tattiche sia per impiego generale, che antiaradar, e infine antinave: Tra le armi molte erano francesi, cominciando dall''''SS-11''' controcarro che da elicottero era chiamato '''AS-11''', poi l''''AS-12''' (parente dell'SS-12 navale) tre volte più grosso, filoguidato e con 8 km di gittata, l'AS-20 e l''''AS-30'''.
Altre armi erano quelle aria supercie tattiche sia per impiego generale, che antiaradar, e infine antinave: Tra le armi molte erano francesi, cominciando dall''''SS-11''' controcarro che da elicottero era chiamato AS-11, poi l''''AS-12''' tre volte più grosso, filoguidato e con 8 km di gittata, l'AS-20 e l''''AS-30'''. Quest'ultimo era un grosso missile aria-superficie radioguidato, un AS-20 maggiorato. Mentre il tipo è diventato un sofisticato armamento da parte francese, con la versione AS.30 Laser, quello originariamente utilizzato e l'unico da parte inglese era un'arma simile al Bullpup o all'AS-7. Si trattava di un missile radioguidato a corto raggio, con velocità di mach 1.5, guida radio, apparso nel 1958 come Nord 5401, ed entrato in servizio con il Mirage III nel 1960. Era a corto raggio (11 km), ma supersonico, il che consentiva all'aereo lanciatore di non scendere sotto i 3 km di distanza dal bersaglio pur continuando a volarvi contro, il che significa che era in grado di ridurre o annullare l'efficacia delle artiglierie leggere antiaeree. Ma si trattava di un missile a guida manuale: l'operatore doveva mantenere dentro un reticolo di puntamento il bersaglio e allinearci il missile fino all'impatto, seguendolo con dei fuochi di segnalazione nella sua coda. La cosa consentiva un CEP di 10 m dal centro del bersaglio, ma ovviamente in caso di mira perfetta, tempo buono, assenza di 'scocciature' come il fuoco antiereo. Non era molto pratico, anche se la testata pesava ben 240 kg. In tutto le sue caratteristiche erano queste: dimensioni 3.839/3.885/3.65 m (AS-30L), apertura alare 1 m, diametro 34 cm. Velocità 1.5 mach, CEP 10 m o 2 con l'AS-30.
 
Altre armi erano quelle aria supercie tattiche sia per impiego generale, che antiaradar, e infine antinave: Tra le armi molte erano francesi, cominciando dall''''SS-11''' controcarro che da elicottero era chiamato AS-11, poi l''''AS-12''' tre volte più grosso, filoguidato e con 8 km di gittata, l'AS-20 e l''''AS-30'''. Quest'ultimo era un grosso missile aria-superficie radioguidato, un AS-20 maggiorato. Mentre il tipo è diventato un sofisticato armamento da parte francese, con la versione AS.30 Laser, quello originariamente utilizzato e l'unico da parte inglese era un'arma simile al Bullpup o all'AS-7. Si trattava di un missile radioguidato a corto raggio, con velocità di mach 1.5, guida radio, apparso nel 1958 come '''Nord 5401''', ed entrato in servizio con il [[w:Mirage III|Mirage III]] nel 1960. Era a corto raggio (11 km), ma supersonico, il che consentiva all'aereo lanciatore di non scendere sotto i 3 km di distanza dal bersaglio pur continuando a volarvi contro, il che significa che era in grado di ridurre o annullare l'efficacia delle artiglierie leggere antiaeree. Ma si trattava di un missile a guida manuale: l'operatore doveva mantenere dentro un reticolo di puntamento il bersaglio e allinearci il missile fino all'impatto, seguendolo con dei fuochi di segnalazione nella sua coda. La cosa consentiva un CEP di 10 m dal centro del bersaglio, ma ovviamente in caso di mira perfetta, tempo buono, assenza di 'scocciature' come il fuoco antiereo. Non era molto pratico, anche se la testata pesava ben 240 kg. In tutto le sue caratteristiche erano queste: dimensioni 3.839/3.885/3.65 m (AS-30L), apertura alare 1 m, diametro 34 cm. Velocità 1.5 mach, CEP 10 m o 2 con l'AS-30.
L'AS.30 (Air Soil) era un'arma tattica potente, nondimeno, e infatti venne esportata in parecchie nazioni, tra cui Germania Occidentale,India e Israele. La sola Francia ebbe l'AS-30 TCA che introdusse, nel 1964, un sistema di guida semiautomatica SAT per cui al pilota era necessario solo inquadrare il bersaglio, mentre il computer di bordo avrebbe pensato ad allinearvi il missile che era tracciato con un flare infrarosso; si trattò di un notevole miglioramento rispetto a prima, specie in azioni da parte di aerei tattici monoposto a bassa quota, ma questo tipo rimase solo francese. La produzione raggiunse in tutto oltre 3.870 unità. Spesso gli AS-30 vennero usati dai Camberra, magari da alta quota, erano macchine molto più adatte dei cacciabombardieri per una corretta designazione del bersaglio. Altre armi erano i missili [[w:Sea Skua|Sea Skua]] , 15-20 km a guida semiattiva radar, usato sopratutto con i Lynx che alle Falklands ne tirarono 8 con successo, e nel Golfo un'altra ventina almeno. Si tratta di armi a guida radar concepite per equipaggiare persino elicotteri leggeri, anche con 4 armi l'uno. In un certo senso somigliano ad uno Sparrow, o al Sea Killer italiano. Si possono comparare con l'[[w:AS-15TT|AS-15TT]] (entrambi sono successori ai diffusissimi AS-12) che è più leggero e con guida radio, ma nonostante sia forse meno costoso, il suo sistema AGRION 15 è l'unico tipo che ne consente la guida, il che ne ha limitato il successo commerciale. Entrambe le armi hanno visto la messa a punto di una versione superficie-superficie, ma pare che solo il Sea Skua abbia avuto successo limitato, certamente minore di quello del vecchio SS-12. A parte questo, il Sea Skua è in competizione con armi come il Marte italiano. Questo ha il vantaggio di essere un missile con autoguida radar finale, dello stesso tipo di quello dell'OTOMAT. Ma il successo non è stato scontato: in positivo c'é la massa di 270 kg, il doppio di quella del Sea Skua, così la testata di 70 anziché 30 kg, la gittata di circa 30 km contro 20. L'arma britannica però ha altri vantaggi: costa meno, (il Marte, avendo un sistema di guida analogo all'OTOMAT, che però ha 3 volte la testata e 6 la gittata), la velocità del Marte è minore di quella del Sea Skua; se questo non è un'arma 'lancia e dimentica', è anche vero che i suoi missili, singolarmente sono praticamente irrilevabili non emettendo emissioni radar, sono piccoli, più veloci, e trasportabili nel doppio di esemplari, quindi con una concreta possibilità che almeno uno su due possa superare le difese e colpire la nave. La gittata è ridotta ma abbastanza per ottenere lanci da fuori delle armi a corta gittata delle navi. Sarebbe certo interessante conoscere il costo di questi missili (Marte, Sea Skua, AS-15TT), ma in ogni caso non vi sono dubbi sul fatto che il Sea Skua abbia predominato il mercato dei missili antinave leggeri aviolanciati. Una cosa che si potrebbe obiettare sulla configurazione sarebbe semmai il fatto che non sia stato adottato un missile supersonico, esempio un AIM-7 Sparrow opportunamente adattato: con appena 40-50 kg di peso in più e testata da 30-40 kg, gittata di 15-20 km almeno e velocità di mach 2, sarebbe un'arma sempre a guida semiattiva e molto più prestante: ma tutti i piani per usare gli Sparrow in questo modo non hanno avuto esito.
 
*dimensioni delle tre versioni (base-TCA-Laser): lunghezza 3.839/3.885/3.65 m, apertura alare 1 m, diametro 34 cm.
Un'altro missile antinave inglese degli anni '80 era il potente '''Sea Eagle'''. Ma và detto che non si trattava di un'arma del tutto originale. Infatti derivava dal '''Martel''', che era un'arma aria-superficie a guida radar passiva o guida TV sopratutto per azioni antinave, ma anche per attacchi al suolo o antiradar, per molti versi il discendente o il successore del missile AS-30 a guida radio. All'epoca non v'era un sistema a guida radar attiva abbastanza piccolo ed economico per gli aerei, nemmeno con un missile da oltre 500 kg. Quest'arma dagli anni '60 entrò in servizio con macchine come i Buccaneer, dopo venne pensato un missile specializzato come arma antinave e allora entrò in servizio un derivato totalmente rinnovato, che ne conservava giusto l'aspetto, con un turbogetto Microturbo e con un radar attivo, abbinato con un sofisticato sistema di guida radar attivo. In pratica era l'alternativa dell'Harpoon, con gittata di 105 km e capacità di eseguire complesse manovre d'avvicinamento e di sincronizzazione d'attacco, che consentiva ad una salva di missili di arrivare sul bersaglio tutti insieme, saturando le difese. La manovra era quella di usare 4-6 aerei con una coppia di missili l'uno, prima i Buccaneer, poi i Tornado IDS.
*Velocità 1.5 mach
*CEP 10 m o 2 m con l'AS-30L.
 
L'AS.30 (Air Soil) era un'arma tattica potente e venne esportata in parecchie nazioni, tra cui Germania Occidentale, India e Israele. Solo la Francia ebbe l'AS-30 TCA che introdusse nel 1964, un sistema di guida semiautomatica chiamato SAT per cui al pilota era necessario solo inquadrare il bersaglio, mentre il computer di bordo avrebbe pensato ad allinearvi il missile che era tracciato con un flare infrarosso; si trattò di un notevole miglioramento rispetto a prima, specie in azioni da parte di aerei tattici monoposto a bassa quota, ma questo tipo rimase solo francese. La produzione raggiunse in tutto oltre 3.870 unità. Spesso gli AS-30 vennero usati dai Camberra, magari da alta quota, in quanto erano macchine molto più adatte dei cacciabombardieri per una corretta designazione del bersaglio. Altre armi erano i missili [[w:Sea Skua|Sea Skua]] , 15-20 km a guida semiattiva radar, usato sopratutto con i Lynx che con successo alle Falklands ne tirarono 8, e nel Golfo un'altra ventina almeno. Si tratta di armi a guida radar concepite per equipaggiare persino elicotteri leggeri, anche con 4 armi l'uno.
A parte questo, è stato realizzato anche un'altro missile, stavolta totalemnte nuovo: l'ALARM, un missile talmente piccolo (circa 175 kg) da essere trasportabile, teoricamente, da un signolo Tornado in ben 9 esemplari. Infatti era stato pensato, un pò come lo Shrike, come arma da usare con aerei di piccole dimensioni e semplici, con il minimo d'esigenze riguardo la piattaforma di lancio, dall'HAWK 100 al Tornado. Oppure da usare come arma d'autodifesa per i bombardieri: un Tornado IDS ha un paio di missili AIM-9 per autodifesa sui piloni subalari, a lato dei serbatoi. Con lo stesso concetto si pensava di mettere, sempre sotto le ali anche due missili ALARM per l'autodifesa contro i sistemi antierei. Combinato con il volo a bassa quota e ad alta velocità e sistemi ECM, avrebbe reso molto difficile abbattere un Tornado. Di fatto gli ALARM vennero usati solo con reparti specialmente addestrati nella caccia ai radar. Nel Golfo, oltre a 120 JP-233, sono stati usati anche circa altrettanti ALARM, che essendo appena entrati in servizio, erano praticamente tutti quelli disponibili. La loro caratteristica unica e brillante, per quanto complicata, (di tipica 'scuola inglese') era il fatto che il missile se non agganciava subito un radar saliva a oltre 12.000 m e poi estraeva un piccolo paracadute: cadendo per alcuni minuti verso terra, poteva nel frattempo cercare con il suo sensore (su cui vi sono ben poche informazioni) i radar da difesa aerea. Appena agganciatone uno, riaccende il motore (nonostante che sia un sistema a razzo a propellenti solidi..) e riparte per attaccarlo. La cosa è particolare, e consente di 'fregare' i radar nemici, anche perché è difficile localizzare un oggetto tanto piccolo e praticamente in quota quasi verticale rispetto ad un eventuale radar. Per capire in concreto come si sia arrivati a questa soluzione, vale la pena di richiamare brevemente la storia dei missili antiradar o antiradiazioni (ARM).
*Dimensioni: Lunghezza 2,85 m, diametro 22,2 cm, apertura alare 62 cm.
*Prestazioni: v.max 1000 kmh, gittata 20 km, attacco a bassa quota
*peso 147 kg, testata 30 kg di cui 9 di HE
 
L'AS.30 (Air Soil) era un'arma tattica potente, nondimeno, e infatti venne esportata in parecchie nazioni, tra cui Germania Occidentale,India e Israele. La sola Francia ebbe l'AS-30 TCA che introdusse, nel 1964, un sistema di guida semiautomatica SAT per cui al pilota era necessario solo inquadrare il bersaglio, mentre il computer di bordo avrebbe pensato ad allinearvi il missile che era tracciato con un flare infrarosso; si trattò di un notevole miglioramento rispetto a prima, specie in azioni da parte di aerei tattici monoposto a bassa quota, ma questo tipo rimase solo francese. La produzione raggiunse in tutto oltre 3.870 unità. Spesso gli AS-30 vennero usati dai Camberra, magari da alta quota, erano macchine molto più adatte dei cacciabombardieri per una corretta designazione del bersaglio. Altre armi erano i missili [[w:Sea Skua|Sea Skua]] , 15-20 km a guida semiattiva radar, usato sopratutto con i Lynx che alle Falklands ne tirarono 8 con successo, e nel Golfo un'altra ventina almeno. Si tratta di armi a guida radar concepite per equipaggiare persino elicotteri leggeri, anche con 4 armi l'uno. In un certo senso somigliano ad uno Sparrow, o al Sea Killer italiano. SiMa si possono comparare sopratutto con l'[[w:AS-15TT|AS-15TT]] (entrambi sono successori aidei diffusissimi AS-12) che è più leggero e con guida radio, ma nonostante sia forse meno costoso, ilè suolegato sistemaal AGRIONsolo 15sistema èradar l'unicosistema tipoAGRION che ne consente la guida15, il che ne ha limitato il successo commerciale. Entrambe le armi hanno visto la messa a punto di una versione superficie-superficie, ma pare che solo il Sea Skua abbia avuto successo limitato, e certamente minore di quello del vecchio SS-12. A parte questo, il Sea Skua è in competizione con armi come il Marte italiano. Questo ha il vantaggio di essere un missile con autoguida radar finale, dello stesso tipo di quello dell'OTOMAT. Ma il successo non è stato scontato: in positivo c'é la massa di 270 kg, il doppio di quella del Sea Skua, così la testata di 70 anziché 30 kg, la gittata di circa 30 km contro 20. L'arma britannica però ha altri vantaggi: costa meno, ha un sistema di guida più semplice per il suo ruolo (il Marte, avendo un sistema di guida analogo all'OTOMAT, che però ha 3 volte la testata e 6 la gittata),; la velocità del Marte è minore di quella del Sea Skua (900 kmh contro 1000); e se questo non è un'arma 'lancia e dimentica', è anche vero che i suoi missili, singolarmente sono praticamente irrilevabili non emettendo emissioni radar, sono molto piccoli e meno penalizzanti dei 270 kg del Marte (che di fatto lo limita agli elicotteri medio-grandi, in genere utenti di ordigni ancora più grossi come gli Exocet), più veloci, e trasportabili nel doppio di esemplari, quindi con una concreta possibilità che almeno uno su due possa superare le difese e colpire la nave. La gittata è ridotta ma abbastanza per ottenere lanci da fuori delle armi a corta gittata delle navi. Sarebbe certo interessante conoscere il costo effettivo di questi missili (Marte, Sea Skua, AS-15TT), ma in ogni caso non vi sono dubbi sul fatto che il Sea Skua abbia predominato il mercato dei missili antinave leggeri aviolanciati. Una cosa che si potrebbe obiettare sulla configurazione sarebbe semmai il fatto che non sia stato adottato un missile supersonico, esempio un AIM-7 Sparrow opportunamente adattato: con appena 40-50 kg di peso in più e testata da 30-40 kg, gittata di 15-20 km almeno e velocità di mach 2, sarebbe un'arma sempre a guida semiattiva ema molto più prestante: ma tutti i piani per usare gli Sparrow in questo modo (per esempio, da parte degli elicotteri Sea King americani) non hanno avuto esito.
Originariamente erano semplici 'falene' che si dirigevano verso una fonte di energia elettromagnetica, come gli [[w:AGM-65 Shrike|AGM-65 Shrike]] del '63. Questi missili da 177 kg, dimensioni 3.048x0.914x0.203 m, usati in piccolo numero anche dalla RAF, se tutto andava bene colpivano con una testata potente a sufficienza per distruggere il radar (come ben si accorsero sull'USS Worden, mezzo KO da un singolo missile esploso a 30 m di distanza dopo un lancio accidentale in Vietnam). Ma se il radar si spegneva o cambiava frequenza in maniera ampia, il missile perdeva il contatto e non avendo un circuito di memoria, volava dritto mancando il bersaglio. Poi arrivarono, nel '68 gli AGM-78 Standard ARM, derivati non dagli Sparrow ma dai più grossi SM-1 Standard. Avevano una maggiore gittata e velocità, ma nella versione A erano ancora privi di memoria. Col missile versione B arrivarono i circuiti di memoria, che però non si dimostrarono molto efficaci. Altre versioni ebbero luogo, fino al tipo AGM-78D2 del '76 che concluse una produzione di 3000 ordigni, molti di meno dei 18.500 Shrike. Progressivamente ebbero una maggiore efficacia, ma restavano armi grosse, 3 volte più pesanti e 5 volte più costose degli Shrike, e che richiedevano una piattaforma di lancio sofisticata: non molto sorprendetemente, essi rimasero poco diffusi. Ebbero il loro momento di gloria nell'82 quando 300 di questi vennero utilizzati distruggendo i radar siriani sulla valle della Bekaa, dove apparentemente gli operatori siriani non avevano idea del pericolo dei missili ARM e alcuni vennero anche lanciato da veicoli terrestri. Furono i primi ad essere rimpiazzati dagli AGM-88 HARM negli anni '80. L'HARM iniziò come propramma di sviluppo nel 1969. Quasi per contrappasso dantesco, tanto furono straordinariamente lesti gli sviluppi della missilistica americana negli anni -50 3 primi anni '60, tanto furono tribolati poi. I problemi tecnici del nuovo missile non vennero superati fino al '73, poi però ne giunsero altri relativi alla testa di ricerca della Texas Istruments, molto sofisticata. I primi vennero forniti solo nell'83 ed ebbero il battesimo del fuoco nel 1986. Vi furono quindi diversi anni in cui gli aerei Wild Weasel americani erano in difficoltà, con i vecchi Shrike e i poco diffusi AGM.78. L'HARM era un'arma più moderna, pesante solo 361 kg con dimensioni 4.171x1.118x0.254 m, in cui trovò posto un sistema avionico sofisticato, motore potenziato per una velocità maggiore (attorno a mach 3) per dare meno tempo possibile al radar di spegnersi, una memoria molto migliore per riuscire a colpire il radar nell'ultima posizione nota, nuovi modes di attacco e volo, una testata ad ampio spettro di ricerca (lo Shrike era dotato di ben 13 testate di guida cambiabili a seconda dei tipi di radar da colpire, e il Martel ne aveva una multiruolo, ma da regolare prima del lancio). Ma nondimeno, non sempre la sua efficacia è stata sufficiente. Nella guerra del 1991 oltre 2000 armi causarono danni notevolissimi, ma i tecnici radar impararono ad affrontarli successivamente cambiando tattiche: nel Kosovo l'HARM ebbe pochi successi. L'ALARM venne pure usato, e gli accorti radaristi serbi, lesti nello spegnere gli apparati appena avevano sentore del lancio di un missile HARM (era necessario prendere una decisione in merito nei primi secondi per evitare un missile praticamente certo sul radar), ma vennero sorpresi dagli ALARM. Un radar serbo, in particolare, diede filo da torcere: tedeschi e americani lanciarono qualcosa come oltre 100 missili HARM (costo: oltre 30 milioni di dollari e non meno di 50 sortite individuali con 2 missili per aereo) senza colpirlo, ma bastò un singolo ALARM per distruggere questo radar: il fatto che gli ALARM possono 'piovere' dal cielo dopo diversi minuti dal passaggio degli aerei non era preventivato, né facile da contrastare: gli HARM passano a tutta velocità (è una delle loro caratteristiche, dopotutto), ma questi piccoli missili inglesi sono capaci di 'persistere' per ben più tempo sul bersaglio, sorprendendolo appena si 'riaccende'. Un'altro missile usato è il BRIMSTONE, un sistema derivato dall'Hellfire con una nuova testata semiperforante e guida con un radar ad onde millimetriche, che è stato adottato sopratutto per gli Harrier GR.Mk 9. Altre armi considerabili aria-superficie sono i missili controcarro tattici come gli Hellfire per gli WAH-64 Apache, i loro predecessori TOW sui Lynx, missili AS-11 e 12 per elicotteri come gli Scout e i Wessex, sia dell'Esercito che della Marina. I missili dell'esercito sono anche gli Swingfire a lunga gittata controcarro, i MILAN franco-tedeschi e i SAM di vario genere.
 
[[Immagine:AJ 168 Martel.png|250px|right|thumb|Il Martel, antenato diretto del Sea Eagle e dell'ARMAT]]
==SSM==
Un'altro missile antinave inglese degli anni '80 era il potente '''Sea Eagle'''. MaDerivava và detto che non si trattava di un'arma del tutto originale. Infatti derivavastrutturalmente dal '''Martel''', che era un'arma aria-superficie a guida radar passiva o guida TV sopratutto per azioni antinave, ma anche per attacchi al suolo o antiradar, per molti versi il discendente o il successore del missile AS-30 a guida radio. All'epoca non v'era un sistema a guida radar attiva abbastanza piccolo ed economico per gli aerei, nemmeno con un missile da oltre 500 kg. Quest'arma dagli anni '60 entrò in servizio con macchine come i Buccaneer, dopo venne pensato un missile specializzato come arma antinave e allora entrò in servizio un derivato totalmente rinnovato, che ne conservava giusto l'aspetto, con un turbogetto Microturbo e con un radar attivo, abbinato con un sofisticato sistema di guida radar attivo. In pratica era l'alternativa dell'Harpoon, con gittata di 105 km e capacità di eseguire complesse manovre d'avvicinamento e di sincronizzazione d'attacco, che consentiva ad una salva di missili di arrivare sul bersaglio tutti insieme, saturando le difese. La manovra era quella di usare 4-6 aerei con una coppia di missili l'uno, prima i Buccaneer, poi i Tornado IDS.
Delle armi a corto raggio, controcarri, si è già detto qualcosa. In ogni caso, oltre al '''[[w:MILAN|MILAN]]''' da 2 km di gittata e circa 12 kg di peso, all'SS-11 e all'Entac, armi francesi controcarro a lunga e media gittata, gli inglesi hanno realizzato anche lo '''[[w:Swingfire|Swingfire]]''', grosso ordigno da circa 25 kg, con 4 km di gittata e filoguidato.Nonostante la sua struttura moderna, con alette ripiegabili per lanciatori compatti e totalmente chiusi, lo Swingfire è un'arma CLOS. Solo la versione per l'Egitto -uno dei non numerosi utilizzatori dell'arma- è stata dotata di un sistema SACLOS, ovvero capace di teleguidare l'arma una volta lanciata, tenendola al centro del reticolo di puntamento. Lo Swingfire è dotato di una testata di diametro minore del corpo missile, una cosa più unica che rara: il compare TOW ha invece una testata dello stesso calibro del missile, e l'HOT addirittura una di maggior calibro.
 
[[Immagine:AJ 168 Martel.png|250px|right|thumb|Il Martel, antenato diretto del Sea Eagle e dell'ARMAT]]
Nonostante questo (che chiaramente faceva pensare alla possibilità di successivi potenziamenti) era un missile talmente potente, che si dimostrò capace di perforare senza problemi i carri bersaglio Conqueror. Un lancio nel '78 vide una di queste armi perforare la piastra principale, da 130 mm di spessore e 60 gradi d'inclinazione, di uno di questi mostri meccanici da 65 t. Non solo, ma l'angolo d'impatto era, orizzontalmente, di 40 gradi per cui lo spessore virtuale era di 130 mm x 2 x 1.4 circa. Con queste condizioni, non è scontato che il missile stesso esploda piuttosto che rimbalzare. Invece penetrò senza problemi nel veicolo causando gravi danni nello scomparto guida, in quello combattimento e pure in quello motore. Questo dà un'idea della letalità delle HEAT contro corazze monoblocco d'acciaio, senza nemmeno una spoletta con sonda telescopica. Questi ordigni, (capaci di perforare 800 mm d'acciaio omogeneo) erano in genere portati solo dai veicoli '''Striker''', cugini degli Scorpion, con una rampa da 5 missili e altrettanti di scorta. Ma vennero tentati altri impieghi, persino lanciatori tripli sui lati della torretta di un M47. A parte questo missile, gli inglesi hanno prodotto un missile ancora più notevole: il '''Malkara''', anche se più precisamente si trattava di un'arma australiana. Di fatto questo ordigno venne usato dal British Army con un veicolo Humber 'Pig' appositamente modificato. Queste armi erano molto 'britanniche' nel senso che avevano una testata non HEAT, ma HESH, giusto come i carri inglesi. Di conseguenza era necessaria una testata più grossa, che in questo caso arrivava a 27 kg sugli 81 dell'arma. Solo due missili erano presenti a bordo del veicolo, su di una rampa elevabile di diversi metri. Avevano 4 km di gittata, ma richiedevano oltre 20 secondi per raggiungerla appieno. Non sorprendentemente, i missili Swingfire hanno sostituito questi mastodontici antenati, che tuttavia non sono scomparsi: sono gli antenati diretti dei Seacat-Tigercat. Come missili controcarri erano troppo grossi, come SAM si sarebbero rivelati invece decisamente piccoli ed economici.
A parte questo, è stato realizzato anche un'altro missile, stavolta totalemntetotalmente nuovo: l'ALARM<ref>Lanzara, Leonardo: ''Ricordate l'ALARM?'' RID 6/2003</ref>, un missile talmente piccolo (circa 175 kg) da essere trasportabile, teoricamente, da un signolo Tornado in ben 9 esemplari. Infatti era stato pensato, un pò come lo Shrike, come arma da usare con aerei di piccole dimensioni e semplici, con il minimo d'esigenze riguardo la piattaforma di lancio, dall'HAWK 100 al Tornado. Oppure da usare come arma d'autodifesa per i bombardieri: un Tornado IDS ha un paio di missili AIM-9 per autodifesa sui piloni subalari, a lato dei serbatoi. Con lo stesso concetto si pensava di mettere, sempre sotto le ali anche due missili ALARM per l'autodifesa contro i sistemi antierei. Combinato con il volo a bassa quota e ad alta velocità e sistemi ECM, avrebbe reso molto difficile abbattere un Tornado. Di fatto gli ALARM vennero usati solo con reparti specialmente addestrati nella caccia ai radar. Nel Golfo, oltre a 120 JP-233, sono stati usati anche circa altrettanti ALARM, che essendo appena entrati in servizio, erano praticamente tutti quelli disponibili. La loro caratteristica unica e brillante, per quanto complicata, (di tipica 'scuola inglese') era il fatto che il missile se non agganciava subito un radar saliva a oltre 12.000 m e poi estraeva un piccolo paracadute: cadendo per alcuni minuti verso terra, poteva nel frattempo cercare con il suo sensore (su cui vi sono ben poche informazioni) i radar da difesa aerea. Appena agganciatone uno, riaccende il motore (nonostante che sia un sistema a razzo a propellenti solidi..) e riparte per attaccarlo. La cosa è particolare, e consente di 'fregare' i radar nemici, anche perché è difficile localizzare un oggetto tanto piccolo e praticamente in quota quasi verticale rispetto ad un eventuale radar. Per capire in concreto come si sia arrivati a questa soluzione, vale la pena di richiamare brevemente la storia dei missili antiradar o antiradiazioni (ARM).
[[Immagine:ALARM.jpeg|250px|right|thumb|L'ALARM]]
Appena agganciatone uno, riaccende il motore (nonostante che sia un sistema a razzo a propellenti solidi..) e riparte per attaccarlo. La cosa è particolare, e consente di 'fregare' i radar nemici, anche perché è difficile localizzare un oggetto tanto piccolo e praticamente in quota quasi verticale rispetto ad un eventuale radar. Per capire in concreto come si sia arrivati a questa soluzione, vale la pena di richiamare brevemente la storia dei missili antiradar o antiradiazioni (ARM).
 
Originariamente erano semplici 'falene' che si dirigevano verso una fonte di energia elettromagnetica, come gli [[w:AGM-65 Shrike|AGM-65 Shrike]] del '63. Questi missili da 177 kg, dimensioni 3.048x0.914x0.203 m, usati in piccolo numero anche dalla RAF, se tutto andava bene colpivano con una testata potente a sufficienza per distruggere il radar (come ben si accorsero sull''''USS Worden''', mezzo KO da un singolo missile esploso a 30 m di distanza dopo un lancio accidentale in Vietnam). Ma se il radar si spegneva o cambiava frequenza in maniera ampia, il missile perdeva il contatto e non avendo unsenza circuito di memoria, volava dritto mancandomancava il bersaglio. Poi arrivarono, nel '68 gli AGM-78 Standard ARM, derivati non dagli Sparrow ma dai più grossi SM-1 Standard. Avevano una maggiore gittata e velocità, ma nella versione A erano ancora privi di memoria. Col missile versione B arrivarono i circuiti di memoria, che però non si dimostrarono molto efficaci. AltreL'ultimo versionifu ebbero luogo, fino alil tipo AGM-78D2 del '76 che concluse una produzione di 30003.000 ordigni, molti di meno dei 18.500 Shrike. Progressivamente ebbero una maggiore efficacia, ma restavano armi grosse, 3 volte più pesanti e 5 volte più costose degli Shrike, e che richiedevano una piattaforma di lancio sofisticata: non molto sorprendetemente,e essi rimasero poco diffusi. Ebbero il loro momento di gloria nell'82 quando 300 di questi vennero utilizzati distruggendo i sorpresi radar siriani sulla valle della Bekaa, dove apparentemente gli operatori siriani non avevano idea del pericolo dei missili ARM e alcuni vennero anche lanciato da veicoli terrestri. FuronoGli AGM-78 furono i primi ad essere rimpiazzati dagli [[w:AGM-88 HARM|AGM-88 negli anni '80HARM]]. L'HARM iniziò come propramma di sviluppo nel 1969. Quasi per contrappasso dantesco, tanto furono straordinariamente lesti gli sviluppi della missilistica americana negli anni '50-50 3 primi anni '60, tanto furono tribolati poi. I problemi tecnici del nuovo missile non vennero superati fino al '73, poi però ne giunsero altri relativi alla testa di ricerca della Texas Istruments, molto sofisticata. I primi missili vennero forniti solo nell'83 ed ebbero il battesimo del fuoco nel 1986. Vi furono quindi diversi anni in cui gli aerei Wild Weasel americani erano in difficoltà, con i vecchi Shrike e i poco diffusi AGM.78. L'HARM era un'arma più moderna, pesante solo 361 kg con dimensioni 4.171x1171 x1.118x0118 x0.254 m, in cui trovò posto un sistema avionico sofisticato, motore potenziato per una velocità maggiore (attorno a mach 3) per dare meno tempo possibile al radar di spegnersi, una memoria molto migliore per riuscire a colpire il radar nell'ultima posizione nota, nuovi modes di attacco e volo, una testata ad ampio spettro di ricerca (lo Shrike era dotato di ben 13 testate di guida cambiabili a seconda dei tipi di radar da colpire, e il Martel ne aveva una multiruolo, ma da regolare prima del lancio). Ma nondimeno, non sempre la sua efficacia è stata sufficiente. NellaSe nella guerra del 1991 oltre 2000 armi causarono danni notevolissimi, ma i tecnici radar impararono ad affrontarli successivamente cambiando tattiche: nel Kosovo l'HARM ebbe pochi successi. L'ALARM venne pure usato, e gli accorti radaristi serbi, lesti nello spegnere gli apparati appena avevano sentore del lancio di un missile HARM (era necessario prendere una decisione in merito già nei primi secondi per evitare un missile praticamente certo sul radar), ma vennero sorpresi dagli ALARM. Un radar serbo, in particolare, diede filo da torcere: tedeschi e americani lanciarono qualcosa come oltre 100 missili HARM (costo: per oltre 30 milioni di dollari e non meno di 50 sortite individuali con 2 missili per aereo), senza colpirlo, ma bastò un singolo ALARM per distruggere questo radardistruggerlo: il fatto che gli ALARM possonopossano 'piovere' dal cielo dopo diversi minuti dal passaggio degli aerei non era preventivato, né facile da contrastare: gli HARM passano a tutta velocità (è una delle loro caratteristiche, dopotutto), ma questi piccoli missili inglesi sono capaci di 'persistere' per ben più tempo sul bersaglio, sorprendendolo appena si 'riaccende'. Un'altro missile usato è il '''BRIMSTONE''', un sistema derivato dall'Hellfire con una nuova testata semiperforante e guida con un radar ad onde millimetriche, che è stato adottato sopratutto per gli Harrier GR.Mk 9. Altre armi considerabili aria-superficie sono i missili controcarro tattici come gli Hellfire per gli WAH-64 Apache, i loro predecessori TOW sui Lynx, missili AS-11 e 12 per elicotteri come gli Scout e i Wessex, sia dell'Esercito che della Marina. I missili dell'esercito sono anche gli Swingfire a lunga gittata controcarro, i MILAN franco-tedeschi e i SAM di vario genere.
 
==SSM==
===Tattici===
Delle armi a corto raggio, controcarri, si è già detto qualcosa. In ogni caso, oltre al '''[[w:MILAN|MILAN]]''' da 2 km di gittata e circa 12 kg di peso, all'[[w:SS-11|SS-11]] e all'Entac, armi francesi controcarro a lunga e media gittata, gli inglesi hanno realizzato anche lo '''[[w:Swingfire|Swingfire]]''', grosso ordigno da circa 25 kg, con 4 km di gittata e filoguidato.Nonostante la sua struttura moderna, con alette ripiegabili per lanciatori compatti e totalmente chiusi, lo Swingfire è un'arma CLOS. Solo la versione per l'Egitto -uno dei non numerosi utilizzatori dell'arma- è stata dotata di un sistema SACLOS, ovvero capace di teleguidare l'arma una volta lanciata, tenendola al centro del reticolo di puntamento. Lo Swingfire è dotato di una testata di diametro minore del corpo missile, una cosa più unica che rara: il compare TOW ha invece una testata dello stesso calibro del missile, e l'HOT addirittura una di maggior calibro.
[[Immagine:MILAN_18.JPG|250px|right|thumb|Lancio di un MILAN]]
Nonostante questo (che chiaramente faceva pensare alla possibilità di successivi potenziamenti) era un missile talmente potente, che si dimostrò capace di perforare senza problemi i carri bersaglio Conqueror. Un lancio nel '78 vide una di queste armi perforare la piastra principale, da 130 mm di spessore e 60 gradi d'inclinazione, di uno di questi mostri meccanici da 65 t. Non solo, ma l'angolo d'impatto era, orizzontalmente, di 40 gradi per cui lo spessore virtuale era di 130 mm x 2 x 1.4 circa. Con queste condizioni, non è scontato che il missile stesso esploda piuttosto che rimbalzare. Invece penetrò senza problemi nel veicolo causando gravi danni nello scomparto guida, in quello combattimento e pure in quello motore. Questo dà un'idea della letalità delle HEAT contro corazze monoblocco d'acciaio, senza nemmeno una spoletta con sonda telescopica. Questi ordigni, (capaci di perforare 800 mm d'acciaio omogeneo) erano in genere portati solo dai veicoli '''Striker''', cugini degli Scorpion, con una rampa da 5 missili e altrettanti di scorta. Ma vennero tentati altri impieghi, persino lanciatori tripli sui lati della torretta di un M47. A parte questo missile, gli inglesi hanno prodotto un missile ancora più notevole: il '''[[w:Malkara|Malkara]]''', anche se più precisamente si trattava di un'arma australiana. Di fatto questo ordigno venne usato dal British Army con un veicolo Humber 'Pig' appositamente modificato. Queste armi erano molto 'britanniche' nel senso che avevano una testata non HEAT, ma HESH, giusto come i carri inglesi. Di conseguenza era necessaria una testata più grossa, che in questo caso arrivava a 27 kg sugli 81 dell'arma. Solo due missili erano presenti a bordo del veicolo, su di una rampa elevabile di diversi metri. Avevano 4 km di gittata, ma richiedevano oltre 20 secondi per raggiungerla appieno. Non sorprendentemente, i missili Swingfire hanno sostituito questi mastodontici antenati, che tuttavia non sono scomparsi: sono gli antenati diretti dei Seacat-Tigercat. Come missili controcarri erano troppo grossi, come SAM si sarebbero rivelati invece decisamente piccoli ed economici.
[[Immagine:F Liberal (F-43).jpg|250px|right|thumb|Lancio di un Exocet]]
Quanto ai missili antinave, la Royal Navy ordinò nei primi anni '70 ben 300 MM.38 '''[[w:Exocet|Exocet]]''', armi ben note nella guerra navale. Curiosamente, pur essendo uno dei più grossi committenti, fu proprio a spese della RN che questi missili divennero famosi, nella guerra con gli argentini. Gli MM.28 erano presenti in 4 esemplari sulle fregate Type 12 modificate, 21, 22 batch 1 e 2, 'County Batch 2 mod'. Con una gittata di 42 km, sia pure leggermente maggiore di quella nominale, erano troppo limitati e dalle Type 22 Batch 3 sono arrivati gli Harpoon, che ricorrono ad un più costoso ma efficiente turbogetto. Sono in servizio anche con le Type 23 e con i sottomarini come gli SSN Switsure e Trafalgar. Per il ruolo antinave avioportato sono stati comprati via via i summenzionati AS-12, AS-30, Martel, Sea Skua, Sea Eagle: un arsenale davvero considerevole anche come varietà, tanto che in effetti solo gli Harpoon sono diventati un'arma davvero diffusa su diversi tipi di piattaforme. Tra l'altro, gli Exocet sono stati usati anche per la difesa di Gibilterra: erano i lanciatori binati 'improvvisati' degli argentini, catturati e portati sulla fortezza mediterranea.
 
===Strategici e nucleari<ref>Armi da guerra n.85</ref>===
Quanto ai missili nucleari, anzitutto va ricordato il '''Thor'''. Questo IRBM era l'equivalente dello Jupiter dell'US Army (poi passato all'USAF con la legge che vietava al primo l'uso di armi con oltre 322 km di gittata, chiamata 'memorandum Wilson', del novembre 1957, ma ignorato per il Redstone, arma da cui partì lo Jupiter e che con 401 km era troppo poco 'strategico' per le esigenze dell'USAF). A questo punto della storia, l'USAF e l'US Army erano in competizione, fino a quanto nel '57 venne messo chiaramente nero su bianco che le armi tattiche erano destinate all'US Army e quelle strategiche all'USAF. Così lo Jupiter, che era un'arma valida con una elevata mobilità campale e al tempo stesso, 3.180 km di gittata, passò all'USAF. Questa non prevedeva la necessità di armi molto mobili: il suo 'campione' era il Douglas SM-75 Thor, che era destinato al lancio da siti fissi e costosi. La costruzione del missile, dall'aspetto a 'bottiglia' con una ogiva piatta, era in laminato d'alluminio, lavorato chimicamente per ottenere uno spessore veramente minimo per i serbatoi. Vi erano sotto di questi i motori, un LR79 con 68.049 kgs , come nel caso dell'S-3 dello Jupiter, ma vi erano anche due motori vernieri LR101. Lo scudo termico della testata era fatto da uno strato di rame. Lo sviluppo del Thor era stato uno dei peggiori casi di rivalità tra le forze armate USA. L'US Army credeva nei missili a medio raggio balistici, l'USAF no e solo nel '55 autorizzò lo sviluppo di un missile analogo a quello dell'esercito, che onestamente era un nonsense, avendo già la maggiore flotta di bombardieri mondiale. Diventato operativo nel '59, un anno dopo il Jupiter, servì fianco a fianco dello Jupiter. Ma questo era assegnato a unità campali, e due gruppi di lancio con 30 missili l'uno erano stati schierati in Italia e Turchia, le cui aviazioni vennero addestrate al loro impiego. Il Thor venne invece schierato in Gran Bretagna, con il Comando bombardieri della RAF, che ne equipaggiò 20 gruppi su 3 missili l'uno, trasportati da C-124 e C-133 sulle basi dello Yorkshire e Suffolk. Era un'arma certamente esigente in termini di infrastrutture e i siti fissi erano potenzialmente molto vulnerabili, oltre ad avere una gittata minore di 2770 km. Sia lo Jupiter che il Thor erano 'euromissili', che suscitarono le ire di Mosca in quanto erano capaci di colpire l'URSS mentre i missili sovietici a medio raggio non potevano colpire gli USA. Questo fatto aiuterà a giungere alla Crisi di Cuba del '62, quando gli USA si trovarono improvvisamente i missili sovietici sotto il naso. Ritirati questi, ritirati i missili balistici americani dall'Europa, il compito di deterrente a media gittata passò ai ben meno visibili Polaris sui sottomarini SSBN americani. Il Thor e lo Jupiter, che detenevano i nomi di due massime divinità mitologiche (giustamente, di tradizione diversa come quella dell'USAF e US Army, da cui pure la prima derivava) rimasero in servizio fino al '65. Il loro equivalente sovietico era l'SS-4 e anche il più potente SS-5,peraltro meno numeroso.
[[Immagine:Thor_IRBM.jpg|250px|right|thumb|Il Thor pronto al lancio]]
Quanto ai missili nucleari, anzitutto va ricordato il '''Thor'''. Questo IRBM era l'equivalente dello '''Jupiter''' dell'US Army (poi passato all'USAF con lail 'memorandum Wilson', del novembre 1957, legge che vietava al primo l'uso di armi con oltre 322 km di gittata, chiamata 'memorandum Wilson', del novembre 1957, ma ignoratoignorata per il Redstone, armaantenata da cui partì lodello Jupiter, e che con 401 km era troppo poco 'strategico' per le esigenze dell'USAF). A questo punto della storia, l'USAF e l'US Army erano in competizione, fino a quanto nel '57 venne messo chiaramente nero su bianco che le armi tattiche erano destinate all'US Army e quelle strategiche all'USAF. Così lo Jupiter, che era un'arma valida con una elevata mobilità campale e al tempo stesso, 3.180 km di gittata, passò all'USAF. Questa non prevedeva la necessità di armi molto mobili: il suo 'campione' era il Douglas SM-75 Thor, che era destinato al lancio da siti fissi e costosi. La costruzione del missile, dall'aspetto a 'bottiglia' con una ogiva piatta, era in laminato d'alluminio, lavorato chimicamente per ottenere uno spessore veramente minimo per i serbatoi. Vi erano sotto di questi i motori, un LR79 con 68.049 kgs , come nel caso dell'S-3 dello Jupiter, ma vi erano anche due motori vernieri LR101. Lo scudo termico della testata era fatto da uno strato di rame. Lo sviluppo del Thor era stato uno dei peggiori casi di rivalità tra le forze armate USA. L'US Army credeva nei missili a medio raggio balistici, l'USAF no e solo nel '55 autorizzò lo sviluppo di un missile analogo a quello dell'esercito, che onestamente era un nonsense, avendo già la maggiore flotta di bombardieri mondiale. Diventato operativo nel '59, un anno dopo il Jupiter, servì fianco a fianco dello Jupiter. Ma questo era assegnato a unità campali, e due gruppi di lancio con 30 missili l'uno erano stati schierati in Italia e Turchia, le cui aviazioni vennero addestrate al loro impiego. Il Thor venne invece schierato in Gran Bretagna, con il Comando bombardieri della RAF, che ne equipaggiò 20 gruppi su 3 missili l'uno, trasportati da C-124 e C-133 sulle basi dello Yorkshire e Suffolk. Era un'arma certamente esigente in termini di infrastrutture e i siti fissi erano potenzialmente molto vulnerabili, oltre ad avere una gittata minore di 2770 km. Sia lo Jupiter che il Thor erano 'euromissili', che suscitarono le ire di Mosca in quanto erano capaci di colpire l'URSS mentre i missili sovietici a medio raggio non potevano colpire gli USA. Questo fatto aiuterà a giungere alla Crisi di Cuba del '62, quando gli USA si trovarono improvvisamente i missili sovietici sotto il naso. Ritirati questi, ritirati i missili balistici americani dall'Europa, il compito di deterrente a media gittata passò ai ben meno visibili Polaris sui sottomarini SSBN americani. Il Thor e lo Jupiter, che detenevano i nomi di due massime divinità mitologiche (giustamente, di tradizione diversa come quella dell'USAF e US Army, da cui pure la prima derivava) rimasero in servizio fino al '65. Il loro equivalente sovietico era l'SS-4 e anche il più potente SS-5,peraltro meno numeroso.
 
Ma questo era assegnato a unità campali, e due gruppi di lancio con 30 missili l'uno erano stati schierati in Italia e Turchia, le cui aviazioni vennero addestrate al loro impiego. Il Thor venne invece schierato in Gran Bretagna, con il Comando bombardieri della RAF, che ne equipaggiò 20 gruppi su 3 missili l'uno, trasportati da C-124 e C-133 sulle basi dello Yorkshire e Suffolk. Era un'arma certamente esigente in termini di infrastrutture e i siti fissi erano potenzialmente molto vulnerabili, oltre ad avere una gittata minore da 2770 km. Sia lo Jupiter che il Thor erano 'euromissili', che suscitarono le ire di Mosca in quanto erano capaci di colpire l'URSS mentre i missili sovietici a medio raggio non potevano colpire gli USA. Questo fatto aiuterà a giungere alla Crisi di Cuba del '62, quando gli USA si trovarono improvvisamente i missili sovietici sotto il naso. Ritirati questi, ritirati i missili balistici americani dall'Europa, il compito di deterrente a media gittata passò ai ben meno visibili Polaris sui sottomarini SSBN americani. Il Thor e lo Jupiter, che detenevano i nomi di due massime divinità mitologiche (giustamente, di tradizione diversa come quella dell'USAF e US Army, da cui pure la prima derivava) rimasero in servizio fino al '65. Il loro equivalente sovietico era l'SS-4 e anche il più potente SS-5,peraltro meno numeroso.
 
Caratteristiche Thor/Jupiter:
 
*Dimensioni: lunghezza 19.81/18.31 m, diametro 2.44/2.88 m
Line 108 ⟶ 132:
I [[w:Regno Unito|britannici]] non considerarono in maniera precoce, per usare un eufemismo, la necessità di dotarsi di '''[[w:missile terra-aria|missili superficie-aria]]''', ma in seguito hanno prodotto una panoplia considerevole di armi, specie nei settori pesanti e portatili. Il vero banco di prova è stata, per questi missili, la [[w:Guerra delle Falklands|Guerra delle Falklands]].
 
===La difesa d'area<ref>Armi da guerra 141</ref>===
Uno dei primi [[w:missile terra-aria|missili superficie-aria]] (SAM) è stato il [[w:Sea Slug (missile)|Sea Slug]], arma tozza e pesante, con motori a razzo impulsori sistemati ai lati della fusoliera, tanto che essi sembravano, lungi dalla solita eleganza di armi supersoniche, dei trimarani volanti al momento del lancio. Nonostante l'aspetto macchinoso, essi, nei test, raggiunsero una percentuale di successo di ben il 92%, valore che sarebbe ben degno delle armi di tipo moderno, e che va comparato con il 50% scarso che molte armi coeve (anni '50) raggiungevano. Sviluppati per la difesa di grosse navi, hanno avuto un impiego fino alla Guerra delle Falklands, ma erano all'epoca definitivamente e totalmente obsoleti.Esportati anche in Cile. Dimensioni di circa 5,9-6,1 m di lunghezza e 1,45 m di apertura alare, 40 cm di diametro e gittata di circa 40 km. Capacità di fuoco anche antinave con la versione Mk 2, poi replicata con il Sea Dart.
 
Line 158 ⟶ 182:
Dopo la guerra il missile, pur non dando origine a nuove versioni, è stato aggiornato in molte componenti per aumentarne l'efficacia. Per esempio, la spoletta. Nel '91 due missili lanciati dall'HMS Gloucester hanno abbattuto un missile antinave irakeno tipo Silkworm (copia cinese dell'SS-N 2) ottenendo il primo abbattimento accertato di un missile antinave in una guerra reale e quindi dimostrando, almeno contro bersagli abbastanza 'facili' una concreta validità.
 
===Il corto raggio<ref>Armi da guerra n.8</ref>===
[[Immagine:SeaCat HMNZS Wellington DN-SC-92-05763.jpg|300px|thumb|left]]
Il [[w:Sea Cat (missile)|Sea Cat]] era un missile molto economico nato dall'[[w:Australia|australiano]] Malkara (un grossissimo missile anticarro), che nella versione terrestre si chiamava Tigercat con rampa trinata anziché quadrupla. La produzione venne ad essere molto cospicua e il missile ampiamente esportato. Peso di circa 68 kg, lunghezza di 1,48 m, apertura alare di 65 cm e diametro di 19 cm. I missili sono stati migliorati in versioni con controllo radar abbinati a sistemi come l'RTN-10X.
Line 170 ⟶ 194:
[[Immagine:Starstreak missile mockup.jpg|300px|left|thumb]]
L'ultima arma è lo [[w:Starstreak|Starstreak]], missile antiaereo di ultima generazione ed esempio del modo di concepire soluzioni ingegnose e macchinose al tempo stesso della scuola britannica. È forse l'arma più originale di tutto il panorama della difesa missilistica a bassa quota tra tutte quelle concepite fino ad oggi. Il missile ha un motore che consente una accelerazione ipersonica fino a mach 4, ma utilizza una sorta di struttura 'a canestro' che ricorda una testata ICBM che rilascia tre dardi da 40 mm, privi di motore, pesanti circa 1 kg l'uno di cui quasi la metà per la testata. Essi hanno guida laser su fascio anche se sono privi di spoletta di prossimità, nell'insieme hanno un'alta probabilità di colpire su di un raggio di 7 km. Il costo è rilevante e la massa assai elevata per un missile da fanteria (20kg) e per questo è portato su veicoli con rampe ottuple come standard e mai è usato in versioni spalleggiabili. In servizio dagli anni '90, ha sostituito gli altri sistemi come lo Starburst e il Javelin, che a loro volta sostituirono il Blowpipe.
 
<references/>
 
[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Regno Unito]]