Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-21: differenze tra le versioni

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L'apparato motore dei sottomarini di questa classe è di fatto il principale responsabile, almeno in termini diretti, della costituzione dei Typhoon: infatti per portare tanti missili ad una apprezzabile velocità (circa 25 nodi) era necessario un potenziale enorme, che non si poteva ottenere da una singla unità motrice: così sono stati installati due reattori nucleari come quelli della classe Delta (ovvero le classi Murena e Kalmar). Con oltre 350 MW si tratta davvero di una potenza immane, ma che ha richiesto a quel punto di sistemare, anche per ragioni di sicurezza, ciascun reattore in un cilindro pressurizzato separato: questo ha comportato quindi l'adozione della struttura 'bicilindrica' e non solo: il peso dei reattori e dei turboriduttori ha reso necessario, per compensare, di spostare la batteria missili con le 1.800 t di armi nei tubi pressurizzati, a proravia.
[[Immagine:Delta-III_class_nuclearIII class nuclear-powered_ballistic_missle_submarine_2powered ballistic missle submarine 2.jpg|320px|left|thumb|Degni colleghi dei Typhoon erano i 'Delta', qui uno della IIIa serie]]
Quanto al compito dei 'Typhoon', portare la guerra nucleare con circa 160 testate H, capaci di distruggere il Nord America, esso era espletabile solo in caso eccezionale di una guerra senza limiti, mentre il suo ruolo 'normale' era quello del pattugliamento per minacciare i possibili rivali. In verità, con i sottomarini armati di missili da oltre 8.000 km, non era necessario andare a cercarsi lo scontro con l'USN: bastava restare nei 'santuari' controllati dalla Marina sovietica e agire a quel punto come una specie di batteria di missili subacquea e mobile. Era questa la cosidetta 'Teoria dei bastioni' in auge dagli anni '70. La gestione delle crisi avveniva tramite canali ELF e VLS con un messaggio codificato che eventualmente avrebbe dato il là al lancio di missili, purché uguale a quello in codice. In pratica, il comandante e l'ufficiale addetto al lancio inserivano la chiave di lancio in loro possesso ciascuno nelle apposite 'serrature': prima il comandante e poi l'ufficiale, praticamente un suo parigrado, addetto ai missili. Poi seguiva il lancio che avrebbe portato la distruzione nucleare: sequenze di uno, due o 4 missili per volta, dopo il controllo da parte di una postazione di lancio apposita che controlla i missili uno per uno. Non bisogna scherzarci su: un SSBN Delta, pur lanciando i missili sott'acqua, ebbe danni allorché uno dei 4 missili lanciati gli ricadde letteralmente addosso ripiombando in mare. Quanto alle capacità di operare sul mare, non va dimenticata la robustezza della torre, priva di timoni nel punto in cui tradizionalmente essi sono presenti sui battelli americani, sulla falsatorre. Ma qui sono troppo vulnerabili per dei battelli che devono emergere da un mare che non è quasi mai 'libero': c'é il pack (almeno, questa era la situazione prima dell'Effetto serra), ma i battelli sovietici sfruttano ampiamente questa possibilità per nascondersi. Non bastassero le 'termiche' e tante altre variabili, i ghiacci sono una vera assicurazione. Sotto di essi i sonar funzionano molto male, e i siluri filoguidati pure, tanto che una delle versioni dell'Mk.48 è stata modificata appositamente per funzionare 'anche sotto i ghiacci'. Comunque è da scordarsi la possibilità di attacco a grande distanza come le capacità di velocità e di corsa di tali siluri permetterebbero. I missili nucleari di profondità SUBROC erano un altro modo per colpire nell'arco di minuti fino ad oltre 50 km, ma richiedevano un preciso targeting: se la testata finiva contro un icesberg invece che in mare, non s'era fatto nulla e il riverbero dell'esplosione atomica avrebbe mascherato per periodi di tempo lunghissimi il battello russo. Inoltre, a corta distanza davvero sarebbe contato chi fortuitamente incontrava chi. Gli SSBN sovietici erano difesi al meglio anche da altri sottomarini. Un Typhoon può emergere, grazie alla struttura rinforzata, là dove il pack è spesso anche alcuni metri, e poi lanciare i missili stando emerso. I sottomarini occidentali possono fare qualcosa di simile ma a patto di poter salire con un alto angolo d'attacco, sfondando di prua il pack. I Typhoon naturalmente hanno anche dei limiti: la manovrabilità non è eccelsa, e come potrebbe pesando essi circa 2 volte un incrociatore pesante della II GM? La presenza di un gigantesco timone a poppa e di due timoni anteriori retrattili a prua non è sempre sufficiente. Le eliche sono efficienti essendo a 7 pale e intubate, ma questa soluzione non ha effetti positivi sulla manovrabilità in certe condizioni di velocità, sopratutto a bassa velocità. Le manovre con i Typhoon dovevano essere pensate con notevole cautela.
 
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Ma ad un certo punto è lecito chiedersi se questa soluzione sia stata la migliore in quanto a 'costo-efficacia'. Del resto c'erano i potenti ed efficienti 'Delta' specie delle ultime versioni, a scafo singolo e con caratteristiche moderne. Questi erano e sono rimasti gli SSBN sovietici standard. I 'Typhoon' costavano davvero troppo, forse almeno il doppio di un normale SSBN che già non scherza. I compari 'leggeri' degli SS-N 20 erano gli SS-N 23 grossomodo con le stesse caratteristiche di precisione e gittata anche se con meno testate. Ma per usarli bastavano battelli ben più piccoli e i Delta IV si sono dimostrati ben più facili da costruire. Di fatto sono rimasti i principali SSBN mentre come tutti i giganti surdimensionati, i Typhoon, pur ammirevoli e temibili, sono arrivati ad una fine ineluttabile per l'evoluzione della 'specie': troppo grossi, troppo pochi (e quindi bersagli ambitissimi, essendo tanto potenti e quindi, bersagli altamente paganti), erano certamente insostenibili per la Marina sovietica. Per questo anche durante la costruzione dei Typhoon si è continuato a costruire i Progetto 667, con 7 unità dell'ultima generazione, quella che in codice NATO si chiama per l'appunto 'Delta IV'.
 
 
===Le portaerei russe e l'aviazione imbarcata<ref>Szulc, Tomasz ''La portareri Adm. Kuznetsov'', Aerei maggio 1996 p.12-15</ref><ref> Breyer S. ''La Adm Kuznetsov'' RID Ago 1992 p. 35-43</ref><ref>I caccia MiG-29K e M su numeri di RID di agosto e ottobre del '94</ref>===
[[Immagine:20040501090106_20040501090106 -_Soviet_aircraft_carrier_Kiev Soviet aircraft carrier Kiev.jpg|320px|left|thumb|La KIEV, prima 'semi-portaerei' sovietica]]
E' incredibile che la Marina sovietica, che ha sperimentato per decenni progetti e programmi nel settore delle portaerei, non sia riuscita al dunque a mettere in campo che una minima capacità operativa in tal senso, ed essenzialmente legata ad inefficienti aerei VSTOL e a più efficaci elicotteri medi.
 
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Per sostituire le portaerei vennero ordinate due MOSKVA, che a dire il vero dovevano essere 12. Ma le loro capacità contro il nemico inteso (gli SSBN occidentali) non furono giudicate sufficienti. In ogni caso si trattava di incrociatori portaelicotteri con un hangar da 14 Ka-25 sotto il ponte di volo poppiero e altri 4 nell'hangar tra i due fumaioli. La parte anteriore della nave era occupata da alte e slanciate sovrastrutture: davvero un'unità ibrida. Poi è stata la volta di un progetto molto superiore: le navi Progetto 1143, ovvero le 4 'Kiev', armate con una batteria di missili antinave a lungo raggio SS-N 12 e con i limitati, ma pur sempre innovativi Yak-38, caccia VSTOL costruiti in un centinaio di esemplari e con 3 motori: due per il sostentamento e uno per il volo traslato. Erano inizialmente valutati come capaci di decollare solo in verticale, ruotando l'ugello posteriore verso il basso; ma questa pratica limitava il carico utile. In seguito venne realizzata una qualche variazione per decollare con breve tratto percorso, aumentando il carico utile. L'avionica non era che primordiale; a parte sistemi di approccio e navigazione, vi era un unico vero motivo d'interesse: il sedile eiettabile di 'massima sicurezza' che, se i parametri di volo erano troppo 'sballati' buttava fuori automaticamente il pilota: in atterraggio non c'era tempo per pensare! Non c'era molto spazio per i sistemi d'arma, limitati a bombe, missili AA-8, gunpod da 23 mm, missili AS-7. Non era molto, ma c'era di peggio, ovvero restare senza aerei di sorta. I caccia 'Forger' (nome in codice NATO) potevano se non altro raggiungere grossomodo la velocità del suono anche in volo orizzontale, grazie alla loro piccola ala e all'aerodinamica piuttosto curata, sia pure a scapito della maneggevolezza che restava piuttosto marginale. Per fare operare una dozzina di Yak-38, versione evoluta dello Yak-36 sperimentale era stato approntato, per la prima volta nella marina sovietica, un ponte angolato per far decollare e atterrare gli aerei, mentre a prua c'erano batterie di missili sopra la coperta in enormi tubi di lancio singoli. Le navi di questo tipo, realizzate inizialmente con missili SA-N 3 a medio raggio e SA-N 4 a corto raggio, siluri da 533 mm e cannoni binati da 76 mm e CIWS da 30 mm, erano le ammiraglie sovietiche e pesantemente armate ed equipaggiate, anche con circa 20 elicotteri Ka-25. Le ultimissime navi della classe, realizzata dagli anni '70 agli '80, erano prive dell'obsolescente SA-N 3 e avevano ridotto il numero di missili antinave (molto vulnerabili sulla coperta ad eventuali attacchi) a solo 8. I cannoni binati da 76 erano stati sostituiti dai singoli da 100 mm, con le due torri a prua. C'erano ben 8 CIWS di cui 4 su ciascun lato del ponte di coperta, ciascuna con un radar di controllo del tiro Bass Tilt. Il dislocamento di queste navi da circa 275 m di lunghezza arrivava a 37.000 t.
[[Immagine:Kiev-class_1982_DNclass 1982 DN-ST-82-11308r.jpg|300px|left|thumb|La parte centrale del ponte di volo della KIEV]]
Ma nemmeno queste erano del tutto adatte per le esigenze moderne. C'era da ottenere, finalmente, una vera portaerei. Era quasi impensabile misurarsi con l'USN, che aveva il vantaggio anche di poter disporre di molte basi all'estero, di una efficiente aviazione navale, di due sole flotte, mentre l'URSS aveva 4 flotte separate tra di loro da migliaia di chilometri, per giunta strette tra nazioni nemiche e ghiacci. Ma almeno una certa 'competizione' specie per interventi fuori area era necessaria. Per esempio, pur essendo molto più potente della Royal Navy, la MF sovietica sarebbe stata capace di riconquistare le Falklands? O di operare efficacemente al largo dell'Angola e dell'Etiopia? Chi lo sa.
 
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Poi accadde qualcosa: le catapulte, tecnicamente difficili da fare e molto costose, vennero sostituite dall'invenzione britannica dello sky-jump, su ispirazione delle 'Invincible' inglesi. Questo causò problemi agli aerei imbarcati, che vennro ridotti, quanto a prove da terra (con apposito sky-jump) con un MiG-27. Rispetto alle KIEV le nuove 1153 avevano un dislocamento di circa il 50% superiore, non avevano più la parte prodiera delle sovrastrutture e così questa configurazione, si noti economica anche rispetto alle 1153, venne definita Project 1143.2 quasi che fossero solo una versione migliorata delle 'Kiev'.
[[Immagine:Kuznetsov_960111Kuznetsov 960111-N-9085M-001.jpg|320px|left|thumb|La bella sagoma della nuova Kuznetsov si staglia netta sul mare]]
La nuova classe di portaerei ebbe la capoclasse impostata a Nikolaev il 1° aprile 1982 (o nel gennaio 1983, dipende dalle fonti). Erano passati Era stata ordinata con il nome di RIGA ma otto giorni dopo la morte di Breznev venne ribattezzata con il suo nome, ancora prima di essere impostata. La costruzione di una nave del genere, tanto grande e potente, era stata possibile solo assemblando due semi-scafi: in pratica in ciascun cantiere è stato costruito uno spezzone di scafo, poi riunito. E' quello che è successo anche in Italia con la CAVOUR. Il cantiere di Nikolaev, sul mar Nero, era il migliore disponibile per questo lavoro: era già il responsabile della costruzione delle MOSKVA e delle KIEV. La NATO la identificò come BALCOM-2. La nave venne ribattezzata L.BREZNEV, poi in TBILISI. Ma durante le prove nel Mar Nero venne ridenominata ancora: Ammiraglio della Flotta dell'URSS KUZNETSOV. L'equipaggio ironizzò: il peso delle lettere del nome, in bronzo, avrebbero costretto a rinforzare la poppa della nave dov'erano sistemate.. Ma l'avventura della KUZNETSOV era appena all'inizio. La nave era basata con la Flotta del Mar Nero. Senonché questo 'ventre materno' che era praticamente il 'mare nostrum' dei sovietici, si ritrovò in una contesa incredibile: i sovietici non c'erano più come tali, e i loro eredi Ucraini volevano la flotta del Mar Nero (per farne cosa? Non avevano soldi per mantenerla). In seguito avrebbero ceduto alla Russia, ma inizialmente volevano la flotta per loro e questo riguardava anche la nuova portaerei. Questa, da nave ammiraglia qual'era, ebbe invece il triste compito di scappare dal Mar Nero con una storia che sembra quasi l'epopea di altri tempi. Arrivò fino a Severomorsk, niente di meno che nella Penisola di Kola, con la flotta dell'Artico. Non ci fu molto da fare per l'aviazione navale: l'unica base per l'addestramento era a Saki, in Crimea. Da lì il famoso collaudatore V. Pugacev atterrò per la prima volta con un Su-27 modificato sul ponte della KUZNETSOV, nel novembre del 1989. Era il Blu 39, chiamata radio di questo primo aereo navalizzato. Non solo, ma la mancanza di parti di ricambio per mantenere operativa la sofisticata nave ex-sovietica la costrinsero a languire a lungo. Un destino ben diverso dalle super-portaerei americane che al contrario avevano il dominio dei mari mondiali, scorrazzando ovunque come 'Gendarme' dell'ordine mondiale. L'Ammiraglio Gorshkov era già morto e non vide lo sfascio in cui la sua Marina si stava sgretolando e da cui non si è ripresa nemmeno ai nostri giorni, se non in maniera marginale: da forza globale capace di competere con gli USA a flotta poco più che costiera, eccetto qualche SSN e SSBN ancora attivi.
 
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A proposito del motore, la vita operativa era inizialmente prevista in 1.400 ore poi si è tentato di allungarle a 2.000 con revisione a 1.000. E' possibile riaccenderli in volo se si superano i 350 kmh di velocità . Il cannone è talmente preciso che in effetti si era detto a suo tempo, che avrebbe potuto benissimo essere ridotto come munizioni già con il MiG-29 originario: con la riprogettazione l'hanno fatto davvero. Ma il vero errore con il MiG-29 originario era certo l'aver sottratto tanto spazio per il carburante (in una cellula invece molto voluminosa) con il sistema anti-FOD.
[[Immagine:Su27K_%28Su33%29_DDSu27K (Su33) DD-SD-99-06153.jpg|300px|left|thumb|]]
In definitiva un bell'aereo, ma ad esso si è preferito il Su-27K, poi Su-33. Con la sola portaerei rimasta si è rinunciato allo Yak-141, al MiG-29K e all'aereo d'attacco SU-25UTG, concentrandosi solo sui Su-33, dei quali 24 vennero costruiti nel Komsolmosk-na-Amur nel '93: per problemi di liquidità vennero consegnati solo nel 1994-95, dopo che già esistevano alcuni Su-27K e Su-25UTG dello stabilimento di Ulan Ude, modificando macchine di tipo standard. In effetti il primo SU-27 imbarcato era stato fatto volare nel maggio 1985 ai comandi di V.Pugacev. Esso aveva già le alette canard per migliorare il controllo del volo a bassa velocità e l'agilità di manovra. Questa macchina venne sperimentata sulla falsa portaerei costruita a Saki, poi usata come banco prova volante per altri sistemi come il nuovo FBW. Prima ancora venne usato il prototipo T-10-25, con appontaggi simulati dal 1984 e poi addirittura per il collaudo della compatibilità con il Kh-41, versione aviolancitata del missile Moskit. Il Sea Flanker vero e proprio, la versione K, venne poi ribattezzato Su-33. Ovviamente, come già il MiG-29K ha ali ripiegabili, ma vi aggiunge anche i piani di coda alzabili con una complessiva riduzione notevole della sagoma d'ingombro. Le alette canard sono di tipo totalmente mobile e site sulle LERX davanti alle ali, alla stessa altezza. E' più veloce del Su-27 normale di 20 kmh e più scarso a tangenza di 700 m. Il primo appontaggio sull'allora TBLISI ebbe luogo il 1 novembre 1989. In tutto venne prodotto, per la 1a Eskadrilla della portaerei russa i 2 prototipi, 7 aerei di preserie e 18 di serie ( o forse 16, 20 o 24) ,ma il fabbisognio indicato era di ben 72. La versione migliorata Su-27KM che incorpora modifiche all'avionica simile a quelle del Su-27SMK non è stata invece realizzata. La versione Su-27UB o KUB è stata approntata con posti affiancati e ha volato il 29 aprile 1999 ancora con Pugacev (e Melkin) ai comandi. Nel 1995, dopo tante tribolazioni, la nave ha potuto raggiungere la capacità operativa e il 14 ottobre ha visto l'800imo appontaggio sul suo ponte di volo, provvisto di 4 cavi d'arresto. A dicembre la portaerei ha lasciato la base di Severomorsk e il 4 gennaio 1996 è arrivata nel Mediterraneo tramite lo Stretto di Gibilterra al comando del capitano di primo grado A. Tscelpanov . All'epoca il suo reparto imbarcato era identificato come 279° Reggimento caccia con circa 15 Su-33, 5 Su-25UTG e una decina di elicotteri. Non era molto, e a quanto pare il grande hangar da 4.000 m2 era occupato solo per metà da tutti questi aerei. I piloti di elicottero non mancavano ma quelli di aviogetto erano solo una ventina al massimo, più i collaudatori come Pugacev e Frolov. La nave ha certamente caratteristiche d'interesse, anche uniche nel suo genere.
[[Immagine:Kuznetsov-Murmansk.jpg|300px|left|thumb|L'inconfondibile sagoma della Kuznetsov si staglia immensa e vagamente minacciosa, dietro a palazzi di Murmansk che a confronto appaiono irrealmente piccoli]]
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Quanto agli aerei, i Su-33 hanno ancora un radar di tipo piuttosto vecchio, quello dei primi modelli di Su-27 basicamente. Ma attenzione, si tratta pur sempre di un sistema con antenna di 1 m di diametro che ha una portata anche superiore ai 200 km. Le caratteristiche costruttive sono migliorate con i vari lotti di aerei dal 1985 in poi: i motori per esempio, da circa 300 ore tra le revisioni sono giunti a circa 1000. I radar e i sistemi di bordo sono migliorati, come anche l’elaboratore centrale. La presenza di alette canard ha una certa importanza nella manovrabilità anche se l’aereo è più pesante. La possibilità di usare armi come i missili AA-12, i KH-31 ovvero gli AS-17 in configurazioni antinave e antiradar, i KH-59 aria-superficie (AS-18) li rende certamente ben più micidiali dei primi Su-27. Il computer centrale è stato velocizzato: prima nel caso dei MiG-29 arrivava a 170.000 operazioni al secondo, nel caso del Mig-29 C era salito a 400 mila e anche la RAM è aumentata. Anche il Su-27 ha seguito un’evoluzione con ogni probabilità simile, dato che anche il suo sistema d’arma è la copia pantografata di quella del MiG, anche più che nel caso dell’aerodinamica.
 
== Note ==
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[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|URSS]]