Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 5: differenze tra le versioni

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===Fucilieri di Marina<ref>Amatimaggio, Marco: ''Il Reggimento S.Marco'', RID Agosto 2005 p.36-51</ref>===
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I 36 vecchi VCC-1, nonostante la loro età veneranda, sono ancora sulla breccia: sono gli unici che possono ottenere le corazze aggiuntive, o quantomeno che le hanno ottenute davvero, per questo sono andati anche in Irak. I 40 VCC-2 sono stati recentemente aggiunti, e in teoria, con la costituzione della brigata anfibia, avrebbero dovuto diventare tutti dei 'mini-LVTP' con il kit Aquisgator della Aris torinese, con eliche e muso con una specie di modulo dall'aspetto di un AAV-7. Ma questo accadeva nel 1999, quando si valutava davvero di costituire la Brigata anfibia Interforze o BAI. Poi il progetto fu abbandonato o meglio, sospeso, e il programma per modificare questi mezzi abbandonato. Solo 4 prototipi sono stati completati, e consegnati alla forza da sbarco della Marina (meglio di niente..). In tutto, dei 40 mezzi di questo tipo disponibili, ben 20 VCC-2 non arrivano dall'Esercito, ma dai Carabinieri, che per quanto potesse sembrare incredibile, avevano ricevuto ad un certo punto anche questi mezzi cingolati, che altro non sono che M113 con corazze aggiuntive e poche altre modifiche (naturalmente con questi pesi in più gli M113 hanno perso le capacità anfibie, già di partenza modeste, anche se 'ufficialmente' restano ancora mezzi anfibi..). Questi 20 ex-Carabinieri (nessuno modificato come Acquisgator) si differenziano da quelli dell'E.I. perché in configurazione 'Ordine Pubblico' (che notoriamente non fa rima con 'cingolato'..)ovvero con un sistema di protezione NBC uguale a quello dei Leopard: può sembrare strano, ma serviva per 'eliminare l'effetto dei lacrimogeni', prese d'aria motore protette per ridurre l'effetto delle bottiglie molotov, estintori sui cingoli per lo stesso motivo. Come aggiornamento, unico, di questi vecchi cingolati c'é stata la rimozione della radio RV4 in cambio della VHF Selex SRT 634. Si attendevano poi 12 VTLM, i Jipponi antimina e blindati di nuova generazione, che erano il primo lotto visto che poi dovevano seguire anche altri, quanto meno quelli porta-TOW o anche Stinger. Il mezzo standard restava il VM-90, in numerose configurazioni, anche con la possibilità di installare protezioni balistiche, e con la predisposizione per le radio SRT 634 con capacità COMSEC/TRANSEC, oltre a mezzi specifici con radio aggiuntive VHF, HF de UHF, e infine altri mezzi nuovi, tipo 36 Astra ACTL medi, ricevuti nel 2004.
 
 
 
Quanto al battaglione GOLAMETTO compendio del precedente, è quello che opera come 'logistica da combattimento' anzi, 'Logistica di aderenza' nella definizione all'italiana. Questo equipaggiamento logistico viene richiesto al btg. CORTELLAZZO del Rgt Carlotto, perché é questo che lo ha contabilmente in carico, e questo accade prima ancora dello stivaggio a bordo delle LPD. Per curare la logistica sul campo di battaglia, il personale di questo battaglione è abilitato anfibio, e almeno per compiti di autodifesa è in grado di sparare come anche di usare -come personale trasportato- l'elicottero. Da notre che il personale brevettato per compiti anfibi ha il basco su sfondo rosso, mentre il personale della MM, anche quando ha la mimetica ha il fregio su sfondo nero.
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A parte il S.Marco, il CARLOTTO è l'altra unità operativa della forza anfibia. Ha un QG che mantiene in efficienza le infrastrutture, il Battaglione addestrativo per il personale e il battaglione Cortellazzo che mantiene in efficienza i mezzi di cui dispone la Forza da Sbarco. Che sono oramai tanti: circa 500 veicoli, peraltro in carico contabile non di questo battaglione ma in generale del rgt Carlotto.
 
 
 
 
Come equipaggiamenti vale la pena di ricordare i designatori laser GLDII della Litton, con tanto di GPS per rilevare la posizione dell'operatore, camera termica, computer Viking 2000. Il tutto è stato considerato necessario perché, come insegnato dall'esperienza in Kosovo, il rischio di danni collaterali è alto in situazioni belliche reali, per cui si rischia di colpire veicoli civili e poi non rendersi conto dei danni inflitti, magari ad un ponte strategico, perché i crateri sono stati occultati con lamiere verniciate. L'importanza degli 'osservatori avanzati', insomma, è fondamentale rispetto alla mera osservazione aerea, anche ad alta tecnologia. Visto che il GLD ha un computer, la telemetria del bersaglio più la posizione dell'operatore danno l'esatta posizione del bersaglio, comunicabile anche al sistema C2PC del comando o ad un aereo come l'AV-8B Plus, tramite il TLDHS, Target Location Designation and Hand Off System che informa il computer di missione dei dati e magari ricevendo anche le immagini e i filmati ripresi dal pod in dotazione all'aereo, il Litening II. Inoltre è possibile trasmettere le immagini della camera termica anche ad altri operatori. Insomma, si tratta di un sistema che garantisce una interoperabilità inimmaginabile quando le prime bombe laser cominciarono a cadere in Vietnam, già allora suscitando vivo clamore. I sistemi di comunicazione sono pure in carico al Carlotto, con apparati che non di rado hanno problemi di compatibilità tra nazione e nazione. Il S.Marco ha apparati radio americani costruiti su licenza e quindi non ha problemi di interoperabilità con i Marines americani, un bel vantaggio operativo perché nelle missioni anfibie le comunicazioni precise e tempestive sarebbero fondamentali. Tra il materiale in dotazione: radio digitali VHF-UHF Harris RF-5800H-MP Falcon II multibanda, che sono materiali comprati di recente e come tali, molto avanzati (si sà, l'elettronica fa passi da gigante..), tanto che sono possibili comunicazioni in fonia, data-link, GPS integrato, sistemi ECCM di protezione comunicazioni, indicazione automatica della posizione operatore tramite il GPS inviata al comando; poi è arrivato anche il minuscolo MBITR AN/PRC-148(V)(C), che è un aggeggio pesante 700 gr, dimensioni appena 3x6x21 cm, capace di comunicare sia con voce che con dati e sia VHF che UHF satellitare. I sistemi più tradizionali sono della SELEX: gli SRT 178 e i più potenti 478 in banda HF, il Tardidan PRC 660 in UHF, il VHF Selex SRT 633 e 634 da circa 4-16 km di portata, o i VHF AND Taridan PRC 624 di portata minore per le pattuglie; per le operazioni da sbarco ci sono anche i sistemi shelterizzati da 1 kW Selex SRT 1075 e 1080, poi gli SHF satellitari in banda X che gestiscono fino a 2 MB/sec; ce ne sono 2 bibanda e 1 tribanda (al 2005) in banda X e C o Ku; con la prima lunghezza d'onda è possibile comunicare con i satelliti come il SICRAL e con le altre due la copertura è oramai pressoché mondiale (specie con la banda C), utilizzabile anche con connessioni a banda larga commerciali; infine vi sono un sistema mini-SHF di minori capacità e quelli portatili come il Manpack SHF in banda X da 32 kB sec, per fonia o scambio dati.
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In ogni caso, le forze d'assalto anfibio avrebbero avuto bisogno di una logistica più pesante visto che oramai le missioni d'assalto anfibio tanto per precedere unità dell'Esercito sono diventate davvero rare, e che servirebbe un'autonomia sufficiente per turni operativi di diversi mesi, nonché armi come gli obici da 155 mm leggeri, magari anche carri armati medi, elicotteri da combattimento etc, insomma una brigata anfibia interforze è un oggetto importante ma costoso, anzi costosissimo (per citare A.Nativi).
 
 
Parlando della pianificazione degli sbarchi anfibi, secondo la recente dottrina NATO ATP8, servono due tipi di comandi: il CATF (Commander Amphibious Task Force), e il CLF (Commander Landing Force). Questi due comandi hanno compiti diversi. Il primo è ospitato sulla nave ammiraglia per dirigere la parte aeronavale degli sbarchi (imbarco, navigazione etc.), e nella versione italiana è il COMGRUPNAVIT (Comandante Grupppo Navale Italiano), mentre il secondo si occupa della fase degli sbarchi. Notare bene che in tutto si tratta di un massimo di 150-160 persone e l'unica nave, fino all'arrivo della CAVOUR capace di ospitarlo era la GARIBALDI, sia per gli spazi che per i sistemi di comunicazione. Questo complesso sistema è utilizzato per sbarchi a livello di brigata, che erano possibili con la SIAF italo-Spagnola (un rgt italiano e uno spagnolo), ma se si tratta di sbarchi 'nazionali'(=un solo rgt) allora è possibile usare anche le navi logistiche italiane più recenti, ovvero la S.GIUSTO e sorprendentemente, l'ETNA da rifornimento, che però ha anche molti sistemi di comunicazione eccetto i VHF terrestri. In ogni caso entrambe le navi hanno limiti: la S.GIUSTO perderebbe notevolmente come capacità di carico visto che ha una forza di bordo di 320 soldati; inoltre non hanno un vero radar di scoperta aerea e sistemi di gestione del controllo aerotattico. Insomma, la GARIBALDI è rimasta di fatto la nave migliore per avere tutte le capacità richieste. Il comando del CLF è al massimo livello coperto da un Contrammiraglio.
 
 
 
La dotazione di sistemi informatici è sopratutto, per la forza da sbarco, data dal sistema Northrop C2PC, Command and Control Personal Computer) con il software adottato dai Marines e ambiente operativo Windows con processori Pentium Intel 'ruggedized' ovvero irrobustiti per l'impiego campale. IL tutto rende possibile creare una mappatura della situazione tattica, ed è interfacciabile con il MCCIS, che è il C4I della Marina Militare (così le F.A. italiane hanno praticamente 4 diversi sistemi C4I..) di cui è 'client'; vi sono state prove di compatibilità anche con il SIACCON dell'E.I. L'origine del C2PC è il GIS, ovvero un sistema di cartografia digitalizzata agli standard della NGA americana (Nationa Geointellgence Agency). Questo almeno ricopre alcune aree terrestri, mentre altre sono da scannerizzare (o almeno lo erano nel 2005) per immetterle nel sistema di mappatura digitale, spesso con immagini satellitari per avere sufficienti dettagli. Il sistema aveva il supporto della Forza da Sbarco nel produrre dati utili per le mappe, per avere in sostanza autonomia di operazioni senza aiuti esterni. Molto importante è la capacità tramite il parametro Z di valutare la quota con i relativi coni d'ombra delle comunicazioni radio e segnali radar calcolabili dal sistema stesso. Il sistema rileva, come si è detto, anche la posizione delle forze 'amiche' con segnalazioni opportune tramite sistemi GPS. Insomma, tutta la pianificazione e i movimenti del S.Marco con questi supporti hanno fatto un passo da gigante, segno dell'informatica che avanza. Esistono posti di comando sui mezzi AAV-7, sulle navi, ma anche su schemi campali come il MCPS modulare, su tende, trasportato da un VM-90. Sono tende modulari con intercapedine per l'isolamento termico e la protezione NBC (altra notevole differenza rispetto alla vecchia generazione) e pure schermate come emissioni IR. Dentro c'é una tensostruttura in 'titanite', strutture di alluminio da allestire senza alcun attrezzo, luci antiurto, tavoli metallici cablati e ripiegabili con alimentazione elettrica e LAN, vengono usati dei computer commerciali 'militarizzati' e schermi piatti, collegati tra di loro, proiettori ad alta definizione. Al massimo è possibile ospitare 70 persone con 44 postazioni. Moduli shelterizzati assicurano corrente, illuminazione, comunicazioni paragonabili ad un caccia De la Penne con sistemi VHF-UHF-HF da 1 KW e terminali SICRAL fino a 2 MBs. Nella versione più leggera ci sono sistemi come radio satellitari selex TST 111 (512 kbs) w e varie radio fino a 20 W. Questa versione è collegata direttamente ad un VM-90 o ad un AAV-7. Quest'ultimo, in versione comando ha una serie di 4 postazioni C2PC. A livello di compagnia, la configurazione minima è una tenda con 4 postazioni, radio portatile e sistemi di comunicazioni vari, trasportabili da un VM-90. Il sistema è stato sperimentato sul campo a Capo Teulada, in occasione di una forza da sbarco a livello di brigata, e sia pure in configurazione leggera ha fornito risultati più che positivi. Del resto non è difficile crederlo data la potenza che i moderni sistemi informatici hanno assunto, già nei tipi 'civili' di vari anni fa.
 
 
In virtù della molteplicità di competenze raccolte nel reggimento, è in grado di operare con autonomia in combattimento, sia in missioni di combattimento che nelle moderne missioni di peacekeeping.
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Molti soldati del Reggimento San Marco possiedono anche il brevetto di Ardito Incursore e collaborano talvolta con gli operatori del COMSUBIN.
 
 
Il San Marco è una unità professionale e costituisce la forza da sbarco italiana. Sebbene recentemente non sia stato necessario svolgere operazioni per i quali il San Marco è addestrato, il Reggimento opera normalmente nei seguenti teatri operativi come testimoniato dalle operazioni effettuate:
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Il Reggimento San Marco è l'unico reparto italiano ed uno dei pochi reparti europei a poter condurre simultaneamente ed indipendentemente (senza l'intervento di altri reparti) azioni via mare (come lo sbarco), via terra (come attacchi di artiglieria) e via aerea (da truppe elitrasportate o grazie ad esempio agli elicotteri in dotazione).
 
 
 
Gli operativi del San Marco sono scelti tra i Volontari in Ferma Breve della scuola sottufficiali della Marina Militare di Taranto.
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L'addestramento degli ufficiali e dei sottufficiali, in Italia e negli USA, è uno dei più duri tra le forze armate italiane e sicuramente il più arduo di tutti i corpi armati ad eccezione di alcune unità di incursori.
 
 
Gli assalti anfibi hanno subito una notevole evoluzione negli ultimi decenni, per via dei miglioramenti dei sistemi offensivi e difensivi.
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Le squadre RECON forniscono al comando informazioni sull'area, mentre i DOA procedono al sabotaggio delle postazioni nemiche più pericolose. In seguito predispongono la bonifica di eventuali ostacoli antisbarco o mine, tramite esplosivi ("controcariche").
 
 
 
Una volta preparata la bonifica dell'area, le navi della forza di sbarco aprono il fuoco, coadiuvate dai velivoli, e i genieri fanno detonare le cariche piazzate sugli ostacoli e sulle difese. Intanto dalle San Giorgio i mezzi anfibi vengono lanciati verso la costa, attraverso il canale di sbarco aperto dai DOA.
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Dopo la prima ondata di fanteria anfibia, vengono sbarcati i veicoli d'assalto anfibi, che concludono la presa della testa di ponte, ed in seguito si sbarcano i corazzati pesanti e i cingolati (VCC-1) tramite mezzi da sbarco. Per ultimi vengono sbarcati i mezzi su ruote e l'equipaggiamento per consolidare le difese.
 
 
A partire dal 16 settembre 1996 il contingente è entrato a far parte della SILF (Spanish Italian Landing Force), una forza da sbarco congiunta ispano-italiana, attivata il 23 novembre successivo e destinata ad operare nei teatri di combattimento internazionali per conto della NATO.
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Mortaio Breda 81 mm,
Mortaio Thomson 120-RT
 
 
*Corazzati e motorizzati: 18 LVTP-7/AA-7A1; 36 VCC-1; 40 VCC-2 (20 ex-Carabinieri),
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Agusta-Bell AB 212,
AgustaWestland EH-101 ASH / TTH
 
 
 
===COMSUBIN===
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Diventarono strutture ufficiali della Marina Militare nel 1952 (dopo la revoca dei vincoli del Trattato) con la costituzione, sotto il comando del tenente di vascello Massarini, del "Gruppo Arditi Incursori" , successivamente ridenominato MARICENT.ARD.IN i cui membri, oltre alle operazioni in mare, venivano addestrati al combattimento in montagna ed alle attività di aviolancio per consentire all'unità una preparazione in tutti gli scenari di combattimento. Alcuni operatori del reparto venivano inviati a frequentare corsi specialistici negli Stati Uniti d'America, in Francia e nel Regno Unito presso reparti analoghi. Il 15 febbraio 1960 fu ufficialmente costituito il Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei”, denominato appunto COMSUBIN.
 
 
Il Comsubin comprende due reparti combattenti: il GOI ed il GOS.
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Imbarcazioni speciali: Futura Commando; RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) di tipo Hurricane.
 
== Note ==
 
 
<references/>