Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili: differenze tra le versioni

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Secondo una statistica sull'efficacia delle bombe convenzionali, per eliminare una squadra di fanteria dispersa sul terreno, erano mediamente necessaria 3 bombe da 454 kg, un carico non indifferente per un risultato di ridotta efficacia, cinicamente parlando, bellica: quello di eliminare un'unità elementare di fanteria. Un differente approccio, già apparso durante se non prima dell'ultima guerra mondiale, era quello delle bombe a grappolo (CBU) ,che in sostanza sono un'evoluzione delle spezzoniere. La differenza con queste è il fatto che le granate non sono sparse a 'scia' dall'aereo, ma sono eiettate da un singolo contenitore, che è sganciato prima dall'aereo. Tra i vantaggi vi è quello di non necessitare di predisposizioni particolari per il loro uso, e per il lancio di precisione in quota, aprendosi eventualmente con un'azione ritardata. Come nel caso delle bombe HE, nel ramo CBU gli inglesi non sono stati pari alla produzione degli aerei. La loro arma standard, apparsa nei primi anni '70 è la BL-755 della Hunting. Si tratta di un grosso contenitore con una particolare spoletta anteriore ad elica, che si arma e si aziona dopo un certo tempo dal lancio, che comunque usualmente è a bassa quota. Si tratta di un contenitore fatto da 7 sezioni con 21 bombe l'una, e ciascuna di queste ha una massa di 1.02 kg. Essendo piuttosto grandi, hanno una efficace capacità duale di frammentazione e di perforazione controcarri (HEAT) di circa 270 mm di acciaio. Sono efficaci armi sopratutto per compiti controcarro, e la massa totale di questa bomba è di 272 kg (600 libbre) tutto compreso. L'arma Mk 20 Rockeye americane è molto simile (e spesso usata assieme all'arma inglese, per esempio nell'AM da alcuni anni, prima aveva solo la BL-755), ma pesa solo 227 kg (500 libbre) con ben 247 granate, molto più leggere ma con sufficienti capacità distruttive (perforazione di circa 200 mm d'acciaio). La BL755 quindi è più pesante e ha esattamente 100 granate in meno di quella americana, il che farebbe pensare ad una minore efficienza, cosa certamente vera per il compito controcarri. In ogni caso le bombe a grappolo sono l'equivalente di un fucile a pallettoni: sono tutto fuorché 'armi intelligenti'. Inoltre esiste il rischio di ordigni inesplosi, specie perché i primi tipi di CBU hanno solo una spoletta a impatto, che lascia non meno del 5% del totale inesploso a terra, ma ancora pericoloso. Forse questo era tutto sommato un effetto voluto, vista la minaccia 'percepita' delle orde di carri del Patto di Varsavia. I tipi più recenti sono più sofisticati e hanno spolette a tempo, che riducono drasticamente (ma non annullano) i 'duds' in caso di mancanza di funzionamento di quella a scoppio. Le BL-755 venne usata alle Falklands sopratutto contro gli aereoporti, visto che non v'era davvero molto di corazzato da colpire. Gli effetti vennero giudicati 'buoni' ma si sarebbe desiderato una maggiore varietà di submunizioni (in effetti le ogive HEAT non sono specializzate per la distruzione degli aerei). La BL-755 Mk 2 era già in fase di sviluppo, con prestazioni migliorate sopratutto, pare sulla perforazione delle corazze. Con un lunghezza di 305 mm, calibro di 66 mm, peso di 1.02 kg vi era il potenziale per migliorarne le prestazioni. In ogni caso, migliaia di queste tozze bombe sono state utilizzate in guerre almeno dal 1980 (infatti l'Iran ne aveva un certo numero). Da notare che il suo ingombro era ed è equivalente a quello di una bomba da 454 kg. L'effetto HEAT è probabilmente utile anche contro gli aeroporti per ragioni similari a quelle del compito controcarri: le singole submunizioni possono perforare i tetti degli hangar, anche corazzati, danneggiando quello che c'é all'interno sia pure senza un effetto particolarmente distruttivo (o almeno, senza che sia mai stata pubblicizzata l'efficacia delle CBU con testate HEAT contro i ricoveri corazzati).
 
 
Uno sviluppo estremo, che torna al concetto di spezzoniera è la JP233, sempre della Hunting. Si tratta di un sistema simile all'MW-1 tedesco, e come questo utilizzato solo dal Tornado IDS. Il motivo è la sua massa, di oltre 2100 kg per ciascuno. Mentre l'MW-1 è un blocco unico, che lancia con 112 tubi una combinazione micidiale di submunizioni antipista o anticarro (tra le 224 e le 4704), con un ingombro aerodinamico formidabile (non pare che i TOrnado italiani lo abbiano mai usato, per esempio nel 1991), il JP-223 ha una forma più snella e in teoria, essendocene due per aereo, può essere suddiviso sotto le ali degli aerei tipo l'F-16 o F-15 (proprio per questo è stato pensato come arma 'doppia' anziché 'unitaria'). In pratica questo non si è mai verificato, e l'uso di questo armamentario ha innescato numerose polemiche per la vulnerabilità dimostrata dagli aerei durante le azioni di bombardamento, anche se non è affatto chiaro se questo abbia fondamento nella realtà. Di fatto, nelle azioni di questo tipo, con 'strisciate' oblique sui campi di volo nemici, nel 1991 pare che solo un Tornado sia andato perso. Ma si tratta di azioni talmente pericolose che in effetti, volare sulle canne dei cannoni antiaerei richiede parecchio sangue freddo. Questo criterio della spezzoniera si evolvette già negli anni '80, con dei sistemi plananti guidati sia come 'modifica' di grandi CBU con kit 'Paveway' sia come sistemi nuovi, plananti con o senza motore. Di fatto prima apparvero sistemi plananti, poi con un motore a razzo, poi con turbogetto, più costoso ma con maggiore gittata. Alla fine queste armi sono diventate dei veri e propri missili stand-off, come lo Storm Shadow. Del resto le spezzoniere JP223 servivano per portare ciascuna in un'unica azione 30 bombe antipista SG357 e 215 mine d'interdizione HB876, dopo erano automaticamente sganciate (come del resto gli MW-1) per cui in effetti erano armi 'a perdere' come le bombe, ma più complesse e costose.
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==Missili aerolanciati==
Gli inglesi hanno seguito una loro filosofia che li ha portati ad adottare armi originali, ma anche di tipo estero. I missili AAM iniziali erano complessi e macchinosi, anche se via via più efficaci. Vi erano inizialmente i complicati missili Fairey Fireflash, sperimentati sugli Hunter (che poi finiranno per non adottare né questi né i Sidewinder, unici tipi della loro generazione senza AAM) ma poco o nulla utilizzati in pratica. La successiva arma fu il missile Firestreak, molto più efficace, con testata raffreddata di tipo IR, prestazioni superiori rispetto ai Sidewinder ma molto più pesanti e costosi, grossomodo a metà strada tra i gli AIM-9 e i francesi R.530 del tipo IR (rispettivamente 70 kg, 140 kg e 180 kg circa). La loro struttura era data da un gruppo di alette fisse anteriori di grosse dimensioni, rettangolari, e altre 4 alette piccole dietro, per il controllo. Poi sono arrivati i Red Top, missili ancora superiori rispetto ai Firestreak. Questi ultimi armavano i Javelin e altri caccia intercettori inglesi, i Red Top hanno servito sopratutto con i Lighting. Con una gittata di circa 11 km e una sofisticata testata di ricerca, erano armi non tanto differenti dagli R.530, ma più adatti per il combattimento aereo ravvicinato. Poi tutto è finito. I missili AAM a corto raggio inglesi finirono (momentaneamente), quando con i caccia F-4 Phantom americani arrivarono anche i missili AIM-9, semplici ed efficaci, poi ripresi per tutti gli altri aerei inglesi. Ebbero il battesimo del fuoco alle Falklands dove la versione L ottenne un grande successo, permettendo ai lenti Sea Harrier di sconfiggere i più veloci Dagger e Mirage III. Migliaia di Sidewinder sono entrati in servizio nella RAF, ma assieme ai Phantom giunsero anche i loro veri missili 'di riferimento', gli Sparrow IIIE. Ma nei tardi anni '60 erano già piuttosto vecchi e necessitavano di un aggiornamento importante nell'elettronica. Lo portarono a segno gli inglesi con lo Sky Flash, che aveva una testata di ricerca di tipo 'monopulse' in banda I, che sarebbe stato poi utilizzato sui Phantom e i Tornado ADV. Inizialmente avevano solo l'elettronica migliorata, ma questa era più compatta di quella a valvole originali, quindi v'era ora spazio anche per un motore più potente. Così vennero costruiti anche gli Sky Flash 90 o 'Super Temp' che portarono la gittata da 25 a 40 km e la velocità da mach 3 a 4. La quota minima d'ingaggio garantita era di circa 75 m già nel primo e modello, ma come sempre (ECM, cluttere etc.) questo valore poteva variare (per esempio, i Sea Dart dell'HMS Exeter riuscirono a colpire un paio d'aerei che volavano sotto gli 11 m contro i 30 minimi 'nominali'). Di fatto dei tipi meno recenti vi erano ancora parecchi esemplari se negli anni '90 ne vennero ceduti in leasing 96 (almeno inizialmente), sufficienti per una dotazione completa dei 24 ADV ceduti all'AM italiana. Altri aerei che hanno usato gli Sky Flash, il cui programma iniziò praticamente subito dopo la loro fornitura, nel '69, sono i Viggen svedesi che ne caricavano 2 sotto le ali. Gli inglesi hanno ordinato anche gli AMRAAM, i loro successori sviluppati negli anni '80 dagli USA. In questo programma NATO tra americani e inglesi, i primi si occupavano di missili a medio raggio, mentre gli inglesi di quelli a corto raggio, che sarebbero stati gli Advanced Short Range Air-to Air Missile, ergo gli ASRAAM. L'accordo prevedeva i missili in comune, con gli inglesi che si sarebbero occupati delle armi a corto raggio e gli americani con quelli a medio raggio, più complessi tecnologicamente. Ma poi le cose sono andate diversamente; mentre RAF e FAA hanno adottato effettivamente gli AMRAAM, gli americani hanno giocato ancora una volta 'in difesa' e non hanno mai adottato l'ASRAAM, finendo poi con adottare il Sidewinder dell'ultima versione, l'AIM-9X, che a parte la sigla non ha praticamente nessun punto in comune con i Sidewinder. Gli inglesi, notare bene, avevano un'alternativa preziosa anche sui missili avanzati: dopo avere adottato gli AIM-7E, migliorati con il programma Sky Flash e poi con gli S-F. Super Temp, ebbero anche modo di iniziare il programma 'Active Sky Flash'. Questo perché se la riduzione delle dimensioni dell'elettronica consentiva di usare una testata a guida attiva anche con i missili AMRAAM da 166 kg, un'arma da oltre 200 kg a parità di tecnologia avrebbe consentito di ottenere gittata e testata maggiori con una testa di ricerca analoga o più potente dato il calibro portato da 165 a 203 mm. del corpo missile (=antenna di maggiore diametro, più spazio per il processore etc.).
 
 
Quanto ai missili aria-superficie, gli inglesi hanno adottato per compiti strategici un missile come il Blue Steel, capace di portare un missile con testata da 1 MT con velocità supersonica a circa 180 km di gittata. Era un grosso ordigno assai tozzo, usato dai Vulcan. Un programma congiunto anglo-americano era lo Skybolt, arma da 1600 km con una traiettoria inedita per un missile aerolanciato, ovvero quello di essere un'arma a traiettoria balistica, per raggiungere gittate maggiori e velocità elevate, tanto da essere praticamente inintercettabile. Una cosa simile è successa poi con lo SRAM, l'unica arma similare entrata realmente in servizio. Il programma Skybolt era ambizioso, ma fare un'arma simile non era facile né economico. I primi 4 lanci non ebbero successo. Il quinto sì, ma troppo tardi: Kennedy, in un clima di fretta onestamente eccessiva (quanti programmi poi sarebbero ben di più di questo, vedi il Patriot nato nei primi anni '60 ed entrato in servizio 20 anni dopo) cancellò il programma. I Vulcan ebbero punti d'aggancio subalari per usarli, poi tornarono utili per la guerra delle Falklands, con l'uso di missili Shrike o bombe LGB.
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Originariamente erano semplici 'falene' che si dirigevano verso una fonte di energia elettromagnetica, come gli [[w:AGM-65 Shrike|AGM-65 Shrike]] del '63. Questi missili da 177 kg, dimensioni 3.048x0.914x0.203 m, usati in piccolo numero anche dalla RAF, se tutto andava bene colpivano con una testata potente a sufficienza per distruggere il radar (come ben si accorsero sull'USS Worden, mezzo KO da un singolo missile esploso a 30 m di distanza dopo un lancio accidentale in Vietnam). Ma se il radar si spegneva o cambiava frequenza in maniera ampia, il missile perdeva il contatto e non avendo un circuito di memoria, volava dritto mancando il bersaglio. Poi arrivarono, nel '68 gli AGM-78 Standard ARM, derivati non dagli Sparrow ma dai più grossi SM-1 Standard. Avevano una maggiore gittata e velocità, ma nella versione A erano ancora privi di memoria. Col missile versione B arrivarono i circuiti di memoria, che però non si dimostrarono molto efficaci. Altre versioni ebbero luogo, fino al tipo AGM-78D2 del '76 che concluse una produzione di 3000 ordigni, molti di meno dei 18.500 Shrike. Progressivamente ebbero una maggiore efficacia, ma restavano armi grosse, 3 volte più pesanti e 5 volte più costose degli Shrike, e che richiedevano una piattaforma di lancio sofisticata: non molto sorprendetemente, essi rimasero poco diffusi. Ebbero il loro momento di gloria nell'82 quando 300 di questi vennero utilizzati distruggendo i radar siriani sulla valle della Bekaa, dove apparentemente gli operatori siriani non avevano idea del pericolo dei missili ARM e alcuni vennero anche lanciato da veicoli terrestri. Furono i primi ad essere rimpiazzati dagli AGM-88 HARM negli anni '80. L'HARM iniziò come propramma di sviluppo nel 1969. Quasi per contrappasso dantesco, tanto furono straordinariamente lesti gli sviluppi della missilistica americana negli anni -50 3 primi anni '60, tanto furono tribolati poi. I problemi tecnici del nuovo missile non vennero superati fino al '73, poi però ne giunsero altri relativi alla testa di ricerca della Texas Istruments, molto sofisticat. Sommando tutto questo, i primi vennero forniti solo nell'83 ed ebbero il battesimo del fuoco nel 1986. Vi furono quindi diversi anni in cui gli aerei Wild Weasel americani erano in difficoltà non indifferenti, con i vecchi Shrike e i pochi e poco diffusi AGM.78. L'HARM era un'arma più moderna, pesante solo 361 kg con dimensioni 4.171x1.118x0.254 m, in cui trovò posto un sistema avionico sofisticato, motore potenziato per una velocità maggiore (attorno a mach 3) per dare meno tempo possibile al radar di spegnersi, una memoria molto migliore per riuscire a colpire il radar nell'ultima posizione nota, nuovi modes di attacco e volo, una testata ad ampio spettro di ricerca (lo Shrike era dotato di ben 13 testate di guida cambiabili a seconda dei tipi di radar da colpire, e il Martel ne aveva una multiruolo, ma da regolare prima del lancio). Ma nondimeno, non sempre la sua efficacia è stata sufficiente. Nella guerra del 1991 oltre 2000 armi causarono danni notevolissimi, ma i tecnici radar impararono ad affrontarli successivamente cambiando tattiche: nel Kossovo l'HARM ebbe pochi successi. L'ALARM venne pure usato, e gli accorti radaristi serbi, lesti nello spegnere gli apparati appena avevano sentore del lancio di un missile HARM (era necessario prendere una decisione in merito nei primi secondi per evitare un missile praticamente certo sul radar), ma vennero sorpresi dagli ALARM. Un radar serbo, in particolare, diede filo da torcere: tedeschi e americani lanciarono qualcosa come oltre 100 missili HARM (costo: oltre 30 milioni di dollari e non meno di 50 sortite individuali con 2 missili per aereo) senza colpirlo, ma bastò un singolo ALARM per distruggere questo radar: il fatto che gli ALARM possono 'piovere' dal cielo dopo diversi minuti dal passaggio degli aerei non era preventivato, né facile da contrastare: gli HARM passano a tutta velocità (è una delle loro caratteristiche, dopotutto), ma questi piccoli missili inglesi sono capaci di 'persistere' per ben più tempo sul bersaglio, sorprendendolo appena si 'riaccende'. Un'altro missile usato è il BRIMSTONE, un sistema derivato dall'Hellfire con una nuova testata semiperforante e guida con un radar ad onde millimetriche, che è stato adottato sopratutto per gli Harrier GR.Mk 9. Altre armi considerabili aria-superficie sono i missili controcarro tattici come gli Hellfire per gli WAH-64 Apache, i loro predecessori TOW sui Lynx, missili AS-11 e 12 per elicotteri come gli Scout e i Wessex, sia dell'Esercito che della Marina. I missili dell'esercito sono anche gli Swingfire a lunga gittata controcarro, i MILAN franco-tedeschi e i SAM di vario genere.
 
 
==SSM==
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Quanto ai missili antinave, la Royal Navy ordinò nei primi anni '70 ben 300 MM.38 Exocet, armi ben note nella guerra navale. Curiosamente, pur essendo uno dei più grossi committenti, fu proprio a spese della RN che questi missili divennero famosi, nella guerra con gli argentini. Gli MM.28 erano presenti in 4 esemplari sulle fregate Type 12 modificate, 21, 22 batch 1 e 2, 'County Batch 2 mod'. Con una gittata di 42 km, sia pure leggermente maggiore di quella nominale, erano troppo limitati e dalle Type 22 Batch 3 sono arrivati gli Harpoon, che ricorrono ad un più costoso ma efficiente turbogetto. Sono in servizio anche con le Type 23 e con i sottomarini come gli SSN Switsure e Trafalgar. Per il ruolo antinave avioportato sono stati comprati via via gli AS-12, AS-30, Martel, Sea Skua, Sea Eagle: un arsenale davvero considerevole anche come varietà, tanto che in effetti solo gli Harpoon sono diventati un'arma davvero diffusa su diversi tipi di piattaforme. Tra l'altro, gli Exocet sono stati usati anche per la difesa di Gibilterra: erano i lanciatori binati 'improvvisati' degli argentini, catturati e portati sulla fortezza mediterranea.
 
 
Quanto ai missili nucleari, anzitutto va ricordato il Thor. Questo missile era l'equivalente, come IRBM dello Jupiter dell'US Army (poi passato all'USAF dopo la legge che vietava al primo l'uso di armi con oltre 322 km di gittata, chiamata 'memorandum Wilson', del novembre 1957, ma ignorato per il Redstone, arma da cui partì lo Jupiter che con 401 km era troppo poco 'strategico' per le esigenze dell'USAF). A questo punto della storia, l'USAF e l'US Army erano in competizione, fino a quanto nel '57 venne messo chiaramente nero su bianco che le armi tattiche erano destinate all'US Army e quelle strategiche all'USAF. Così lo Jupiter, che era un'arma valida con una elevata mobilità campale e al tempo stesso, 3180 km di gittata, passò all'USAF. Questa non prevedeva la necessità di armi molto mobili: il suo 'campione' era il Douglas SM-75 Thor, che era destinato al lancio da siti fissi e costosi. La costruzione del missile, dall'aspetto a 'bottiglia' con una ogiva piatta, era in laminato d'alluminio, lavorato chimicamente per ottenere uno spessore veramente minimo per i serbatoi. Vi erano sotto di questi i motori, un LR79 con 68049 kgs , come nel caso dell'S-3 dello Jupiter, ma vi erano anche due motori vernieri LR101. Lo scudo termico della testata era fatto da uno strato di rame. Lo sviluppo del Thor era stato uno dei peggiori casi di rivalità tra le forze armate USA. L'US Army credeva nei missili a medio raggio balistici, l'USAF no e solo nel '55 autorizzò lo sviluppo di un missile analogo a quello dell'esercito, che onestamente era un nonsense, avendo già la maggiore flotta di bombardieri mondiale. Diventato operativo nel '59, un anno dopo il Jupiter, servì fianco a fianco dello Jupiter. Ma questo era assegnato a unità campali, e due gruppi di lancio con 30 missili l'uno erano stati schierati in Italia e Turchia, le cui aviazioni vennero addestrate al loro impiego. Il Thor venne invece schierato in Gran Bretagna, con il Comando bombardieri della RAF, che ne equipaggiò 20 gruppi su 3 missili l'uno, trasportati da C-124 e C-133 sulle basi dello Yorkshire e Suffolk. Era un'arma certamente esigente in termini di infrastrutture e i siti fissi erano potenzialmente molto vulnerabili, oltre ad avere una gittata minore di 2770 km. Sia lo Jupiter che il Thor erano 'euromissili', che suscitarono le ire di Mosca in quanto erano capaci di colpire l'URSS mentre i missili sovietici a medio raggio non potevano colpire gli USA. Questo fatto aiuterà a giungere alla Crisi di Cuba del '62, quando gli USA si trovarono improvvisamente i missili sovietici sotto il naso. Ritirati questi, ritirati i missili balistici americani dall'Europa, il compito di deterrente a media gittata passò ai ben meno visibili Polaris sui sottomarini SSBN americani. Il Thor e lo Jupiter, che detenevano i nomi di due massime divinità mitologiche (giustamente, di tradizione diversa come quella dell'USAF e US Army, da cui pure la prima derivava) rimasero in servizio fino al '65. Il loro equivalente sovietico era l'SS-4 e anche il più potente SS-5,peraltro meno numeroso.
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*Guida: inerziale AChivier a giroscopi fluttuanti, con orientamento della spinta del motore cardanico e correzione con i motori vernieri/inerziale con orientamento della spinta del motore principale e guelli di scarico della turbopompa
*Gittata: 2779 km con v.max mach 12/3180 km a mach 12
 
 
Ma quest'arma non fu l'unica americana utilizzata dagli inglesi. Anche il Firestone Corporal venne adottato. dal British Army, col 47 Reggimento d'artiglieria, che lo ebbe in forza dal '56 al '66. Si trattava di un grosso razzo d'artiglieria. Era derivato dal razzo di ricerca Corporal E che serviva a sperimentare propellenti liquidi non criogenici, e nel '51, sotto la spinta della Guerra in Corea, trasformato in un'arma balistica. Era una sorta di aggiornamento della tecnologia della V-2, bruciava acido nitrico a fumo rosso o RFNA assieme ad anilina.
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Era un'arma con forma conica, allungata, con 4 alette di controllo alla base. Il missile era stato poi passato alla Sperry Rand per la produzione conosciuto dall'US Army come XM15. Gli equipaggiamenti a terra erano piuttosto contenuti, con 3 semirimorchi e un autocarro standard, che portava gli involucri sigillati del motore, sezione di guida e testata. Infatti, benché fosse più corto del Corporal era da trasportare smontato. Anche le alette e i relativi motorini di controllo erano trasportati smontati. Dopo che due stazioni di controllo autoportate controllavano il missile nella sua funzionalità veniva puntato verso il bersaglio con alzo fisso a 75 gradi, senza possibilità di interrompere la spinta in volo: l'unico modo era l'azionamento di aerofreni attorno la sezione di guida. All'inizio questo missile dev'essere sembrato molto avanzato, ma poi venne sperimentato in condizioni operativa solo nel 1961, quando si dimostrò un mezzo bellico superato.
 
 
*Motore: a propellente solido Thiokol M53 a polisolfuro solido, da 24.948 kgs
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Confrontato con il Ble Water, a parte una gittata maggiore era meno preciso, 3 volte più pesante e con un tempo di reazione 9 volte maggiore. Era chiaro chi dovesse vincere, tecnicamente parlando, ma non accadde nulla di questo: il Blue Water venne cancellato a favore del Sergeant.
 
 
 
Un'altro missile nucleare britannico venne approntato nel frattempo: si trattava del de Havilland Blue Streak, arma di cui venne deciso nel '55 lo sviluppo in qualità di ordigno strategico con testata H. Venne approvata la progettazione dell'arma con la R.R. impegnata per la propulsione, la D.H. Propeller come capocommessa, la D.H. Aircraft per la cellula, la Sperry americana per il sistema di guida inerziale. Questo ordigno di fatto copiava la cellula dell'Atlas, missile in fase di sviluppo, che era niente di meno che il primo ICBM americano, se non mondiale. La cellula era di acciaio inox con spigoli smussati sopra le due camere di spinta, munite di ugelli conici invece dei più efficienti iperbolici della Rocketdyne. I motori vennero provati in un apposito stabilimento costruito ad Spadeadam, Cumberland, e i tiri di prova ebbero luogo a Woomera, in Australia. Da qui era possibile lanciare alla massima distanza quello che era un missile particolarmente tozzo, quasi più simile ad un SLBM che a un IRBM. Le basi di lancio rimanevano, come nel caso dell'Atlas, molto costose, grosse e vulnerabili. Si sarebbe piazzato il missile in piattaforme rotanti, con ascensore per far salire sulla superficie l'ordigno e poi caricarlo di carburante e dati. Erano, queste piattaforme, costruite appositamente dalla Morfax.
 
 
*Motore: 1 complesso R.R. RZ.12 con due RZ.2 brucianti ossigeno liquido e cherosene, capaci di 124.284 kgs a livello del mare tra tutti e due. 2 motori vernieri A.Siddeley PR.23 da 227 kg per le correzioni di rotta.
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*Cariche: GE Mk1 RV da 1.5-2 MT
*Guida: inerziale, con orientamento motori principali su sospensioni cardaniche e vernieri per direzione e velocità finale.
 
 
Questo ordigno era di dimensioni non propriamente ridotte e la sua massa era pari a circa i 2 terzi dell'Atlas.Nondimeno era l'arma più potente mai costruita in Gran Bretagna. Senonché nell'aprile 1960 il programma venne cancellato in funzione dell'accordo ango-americano per lo Skybolt, missile balistico aviolanciato da 1600 e passa km. Era in definitiva l'opposto del Blue Streak, essendo estremamente audace come concezione. Ma questo comportò anche problemi, e nel 1961 venne cancellato anche lo Skybolt. La Gran Bretagna rimase così sia senza il programma nazionale, ragionevolmente efficiente anche se richiedeva costose basi di lancio fisse, che senza il programma congiunto con gli USA. Stranamente non venne fatto nessun tentativo di recuperare il Blue Streak, dopotutto cancellato da appena un anno. La stessa cosa avvenne poi con i bombardieri, si veda la saga TSR.2/F-111K.
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Ma il deterrente nucleare inglese, dal '65 privo anche dei missili Thor (passati poi come vettori spaziali Delta), non restò privo di missili balistici: infatti, gli USA cedettero i loro missili Polaris che gli inglesi ospitarono su 4 sottomarini nucleari SSBN classe 'Resolution', le nuove ammiraglie della Royal Navy dato che le portaerei erano state condannate dall'ondata di 'modernismo missilistico' del '57-66. La loro batteria di armi comprendeva 16 Polaris A-3, che erano caratterizzati dalle testate Chevaline, che erano di concezione britannica: questi ordigni non erano di poco conto, in quanto si trattava di compatti missili lanciabili da tubi di lancio verticali, restando sott'acqua, con raggio di 3220 km circa. Le testate britanniche ebbero un sistema a 3 veicoli di rientro, in sostanza un MIRV, con testate di bassa potenza, ma che permettevano di attaccare bersagli multipli per ciascun missile.
 
 
In seguito sono arrivati anche altri SSBN, ma non prima di circa 30 anni dall'impostazione della prima classe. In effetti il VANGUARD,capoclasse britannico di altri 4 sottomarini lanciamissili, è entrato in servizio solo nel '93, a Guerra fredda finita. Il suo sistema missilistico è stato da subito il formidabile TRIDENT D5.
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Uno dei primi [[w:missile terra-aria|missili superficie-aria]] (SAM) è stato il [[w:Sea Slug (missile)|Sea Slug]], arma tozza e pesante, con motori a razzo impulsori sistemati ai lati della fusoliera, tanto che essi sembravano, lungi dalla solita eleganza di armi supersoniche, dei trimarani volanti al momento del lancio. Nonostante l'aspetto macchinoso, essi, nei test, raggiunsero una percentuale di successo di ben il 92%, valore che sarebbe ben degno delle armi di tipo moderno, e che va comparato con il 50% scarso che molte armi coeve (anni '50) raggiungevano. Sviluppati per la difesa di grosse navi, hanno avuto un impiego fino alla Guerra delle Falklands, ma erano all'epoca definitivamente e totalmente obsoleti.Esportati anche in Cile. Dimensioni di circa 5,9-6,1 m di lunghezza e 1,45 m di apertura alare, 40 cm di diametro e gittata di circa 40 km. Capacità di fuoco anche antinave con la versione Mk 2, poi replicata con il Sea Dart.
 
[[Immagine:Bloodhound_SAM_at_the_RAF_MuseumBloodhound SAM at the RAF Museum.jpg|300px|left|thumb]]
Il terzo tipo di SAM di prima generazione era il [[w:Bloodhound (missile SAM)|Bloodhound]], arma di ottime prestazioni con gittata di 80-120 km. Esso ha avuto origine dalle esigenze della RAF per un'arma che fosse destinata a basi fisse, e senza problemi di ingombro e peso. Le ali di coda erano mobili come quelle di un uccello e aiutavano il missile a manovrare. Il missile Bloodhoud è stato, come gli altri SAM a medio raggio inglesi, essenzialmente prodotto in due versioni: la Mk 1 è del 1958, la Mk 2 del 1964. Svizzera e Singapore sono stati gli utenti di quest'arma. Per quanto possa sembrare incredibile, il minuscolo stato di Singapore (600kmq) ne è utente, in quanto ne ha avuti alcuni lasciati dagli inglesi, primi di una serie di armamenti di incredibile complessità per la difesa aerea della città-Stato. Il parco dei missili Bloodhound è stato mantenuto in servizio dalla RAF con continui, piccoli aggiornamenti (come al solito per i missili SAM, particolarmente sensibili all'aggiornamento delle ECM: vedi per esempio gli aggiornamenti PIP degli HAWK americani). L'ultima esercitazione è stata organizzata nel 1990, con abbattimenti di bersagli anche a circa 100 m di quota e in presenza di ECM, anche se quest'ordigno non è mai stato particolarmente adatto per le azioni a bassa quota.
 
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Nessun Thunderbird, nonostante la sua ventennale carriera, venne mai impiegato in combattimenti reali.
 
[[Immagine:Sea-dart_DNdart DN-SN-90-08592.jpg|300px|left|thumb]]
 
 
 
[[Immagine:Sea-dart_DN-SN-90-08592.jpg|300px|left|thumb]]
La sostituzione del Sea Slug venne ottenuta con il successivo [[w:Sea Dart (missile)|Sea Dart]], dotato di un sistema di propulsione a razzo-impulsore e poi uno statoreattore, come nel caso dei Talos/Thypoon. Essi erano delle armi ragionevolmente efficaci, ma non sempre le prestazioni della componente elettronica erano all'altezza dell'arma.
*Dimensioni: lunghezza 4,36 m, diametro 42 cm, apertura alare 91 cm, *Peso 549 kg
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===Il corto raggio===
[[Immagine:SeaCat_HMNZS_Wellington_DNSeaCat HMNZS Wellington DN-SC-92-05763.jpg|300px|thumb|left]]
Il [[w:Sea Cat (missile)|Sea Cat]] era un missile molto economico nato dall'[[w:Australia|australiano]] Malkara (un grossissimo missile anticarro), che nella versione terrestre si chiamava Tigercat con rampa trinata anziché quadrupla. La produzione venne ad essere molto cospicua e il missile ampiamente esportato. Peso di circa 68 kg, lunghezza di 1,48 m, apertura alare di 65 cm e diametro di 19 cm. I missili sono stati migliorati in versioni con controllo radar abbinati a sistemi come l'RTN-10X.
 
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I missili antiaerei della Shorts di Belfast sono assai famosi missili antiaerei portatili, e la prima generazione era quella dei [[w:Blowpipe (missile)|Blowpipe]], 'tubo di stufa', radiocomandati e lanciabili da spalla, ma con l'inconveniente di essere radiocomandato manualmente verso il bersaglio. Negli anni '80 è arrivato così il migliorato [[w:Javelin (missile SAM)|Javelin]] con una guida totalmente automatica sulla linea di mira. Una versione del 1990 è stata lo Starburst che unisce il corpo del Javelin con una guida laser, per essere per breve tempo l'arma difensiva delle truppe britanniche.
 
[[Immagine:Starstreak_missile_mockupStarstreak missile mockup.jpg|300px|left|thumb]]
L'ultima arma è lo [[w:Starstreak|Starstreak]], missile antiaereo di ultima generazione ed esempio del modo di concepire soluzioni ingegnose e macchinose al tempo stesso della scuola britannica. È forse l'arma più incredibile di tutto il panorama della difesa missilistica a bassa quota tra tutte quelle concepite fino ad oggi. Il missile è 'uno e trino', con un motore che consente una accelerazione ipersonica fino a mach 4, ma utilizza una sorta di struttura 'a canestro' che ricorda una testata ICBM che rilascia tre dardi da 40 mm, privi di motore, pesanti circa 1 kg l'uno di cui quasi la metà per la testata. Essi hanno guida laser su fascio anche se sono privi di spoletta di prossimità, nell'insieme hanno un'alta probabilità di colpire su di un raggio di 7 km. Il costo è rilevante e la massa assai elevata per un missile da fanteria (20kg) e per questo è portato su veicoli con rampe ottuple come standard. In servizio dagli anni '90, ha sostituito gli altri sistemi come lo Starburst e il Javelin, che a loro volta sostituirono il Blowpipe.
 
 
 
[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Regno Unito]]