Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Olanda-2: differenze tra le versioni

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==Anni '90==
 
===Forze armate olandesi, previsioni per il futuro (al 1992)<ref>Valpolini,Paolo: ''L'Olanda verso il 2000'', P&D Luglio 1992, pagg. 48-53</ref>===
E' senz'altro interessante rivedere come il Ministero della Difesa olandese fosse interessato a cambiare la sua capacità militare alla fine della Guerra Fredda.
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La riduzione dello strumento militare era di 21.000 effettivi sui 128.500 del 1990, ma questa era la prima fase, per la metà anni '90: nel 2000 erano previsti solo 88.500 effettivi ovvero un taglio di 19.000 di leva, 14.500 professionisti e per il resto civili.
 
 
 
 
===1993: arriva la bufera<ref>van Loon, Henry, Bustin Ian, speciale Olanda su RID Ottobre 1993, pagg. 38-49</ref>===
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La Marina avrebbe mantenuto la stessa struttura, dopotutto la mobilità per le unità navali era certamente un problema piuttosto facile da risolvere. Ma i due gruppi operativi avrebbero ridotto le loro navi, assieme alla perdita del 25% del personale nel corso di 7 anni. Nessuna riduzione invece per i Marines. L'assegnazione avrebbe visto due fregate parte delle forze di reazione NATO, come la STANAVFORMED, una nelle Indie Orientali olandesi e il grosso per i gruppi navali principali. In tutto sarebbero state mantenute 16 fregate di cui 12 attive. Nondimeno, le 'Kortenaer' avrebbero preso la strada della Grecia, già battuta anni prima dalle due inizialmente vendute e rimpiazzate con le 'Eisembeeck', l'ultima delle 8 'Doorman' era prevista per il 1996, i piani per rimpiazzare i Lynx con gli NH-90 restavano uguali (20 elicotteri), la nave rifornitrice POOLSTER sarebbe stata rimpiazzata già nel '94 con un'altra nave che l'avrebbe rimpiazzata, mentre nel '96 sarebbe arrivata la nave anfibia. Nel '96, con la consegna del quarto 'Walrus', due dei sottomarini 'Zwaardis' sarebbero stati radiati. La poderosa forza di cacciamine e dragamine, ben 26 navi, avrebbe dovuto trovare un rimpiazzo per i dragamine e un ammodernamento per gli 'Alkmaar' nel 2000, ma alla fine si è deciso semplicemente di dotare questi cacciamine dei barchini radiocomandati del sistema tedesco TROIKA, che non incomprensibilmente, si basava sul principio che per una nave con equipaggio la cosa migliore era, in presenza di un campo minato, non tanto non avere tracce magnetiche e acustiche, ma starne al di fuori e inviare mezzi senza equipaggio a dragare (con la possibilità di manovrare fino a tre imbarcazione con mezzi di dragaggio).
 
 
L'aviazione sarebbe calata del 34% fino ad appena 13.000 uomini, con appena 6 squadroni di F-16 con un totale di 108 aerei di prima linea. Sarebbero stati concentrati in due gruppi per ciascuna base di Leerwarden, Twenthe, Volkel, mentre gli altri due gruppi di F-16 sarebbero stati sciolti. I missili SAM, tra cui i nuovi Crotale NG, sarebbero stati concentrati iun un grande raggruppamento, e concentrati normalmente sulal base aerea di De Peel. 3 dei gruppi di F-16 sarebbero stati messi in condizione di 'reazione rapida' per dislocamenti rapidi, col supporto di KC-10. Restava comunque il 306 Sqn con gli F-16 da ricognizione. Questi avevano il pod Orpheus, poi cambiato con il sistema Oldelft, e dal 1996 con l'ATARS elettronico.
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Un'ultima notazione: la difesa olandese competeva a due diverse figure: il Ministro della Difesa e il segretario di stato per la Difesa. Il primo si occupava del personale e politica strategica, il secondo di acquisizione materiali e programmi vari per le F.A.
 
 
Tornando all'aggiornamento degli F-16, originariamente, in base al grosso accordo MLU tra 4 nazioni europee e USA, era previsto (pur tra molte difficoltà dati i differenti requisiti operativi) un totale di 399 apparecchi A e B (ovvero dei Block 10 e 15, sia per monoposto che biposto), con kit anche per 130 F-16 dell'USAF equivalenti. Gli europei avrebbero investito quasi 2 miliardi di dollari per aggiornare 110 aerei belgi (300 milioni di $), 175 olandesi (775), 63 danesi (300) e 56 norvegesi (275). Come si vede il prezzo non era lo stesso per ciascuna nazione. Poi la quota è stata ridotta, tra gli F-16 da aggiornare, ad appena 301 (da uno di meno di 400 a uno di più di 300..), per un totale di 48 aerei belgi, 136 per l'Olanda, 61 per la Danimarca, 56 per la Norvegia (come si vede, sono numeri diversi da quelli riportati sopra, ma questo è quanto riportato dall'articolo di I.Bustin). Gli USA hanno rinunciato ad aggiornare i loro 130 F-16, ma hanno deciso di incorporare il nuovo computer di missione modulare su 223 F-16 Block 50.
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In tutto, con questi sistemi gli F-16 facevano un salto di prestazioni formidabile. Già modernissimi all'epoca della loro introduzione, molto rispettabili 15 anni dopo all'inizio degli anni '90, avevano un display multimodo di piccole dimensioni, un HUD piuttosto moderno ma ancora piuttosto piccolo, radar APG-66, avionica moderna etc. etc. Ma con questo upgrade, introducevano una capacità di ingaggio aria-aria a lungo raggio mai avuta prima, grazie alla compatibilità con gli AMRAAM, un radar a lungo raggio (nei limiti delle piccole dimensioni del sistema), computer digitale MMS per l'elaborazione dati e ultimo ma non per merito un avanzato IFF per capire con chi si aveva a che fare. A questo si aggiungano i modes per il combattimento ravvicinato, l'HUD nuovo e di grandi dimensioni, i comandi HOTAS aggiornati, due display multifunzione per avere sia indicazioni sulla situazione bellica che quella di gestione dell'aereo. La navigazione passava da un sistema INS di seconda generazione a uno di terza, più GPS, mappa digitale DTS, sistema d'atterraggio strumentale a microonde, consentendo un'altra rivoluzione operativa. I carichi esterni, spesso di tipo guidato, erano capaci di assolvere ogni compito tra ingaggi antinave, aria-aria, ricognizione etc.
 
 
====Riduzioni di numeri e aumenti di qualità====
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Nel caso dell'AIFV, si è voluto semplicemente dare un successore potenziato ma ancora a portata di tasche degli acquirenti probabili, dell'M113, economico ma troppo limitato. IL parente povero è andato all'E.I (per esempio con solo una mitragliatrice scudata da 12.7 mm), quello 'ricco' agli olandesi e pochi altri. Per quanto meno mobile dei Leopard 2 (e forse anche dei Leopard 1) era pur sempre un compromesso notevole: e anche se era privo di missili TOW (riservati ad una versione specifica, come nel caso dell'M113 TUA), era capace di cooperare con i carri, distruggendo blindati nemici su distanze di 2 km col tiro rapido della sua arma, e capace al tempo stesso di ingaggiare elicotteri. Anche i carri nemici potevano essere messi in pericolo (anche se gli olandesi non hanno munizioni DU, di circa il 10% più perforanti di quelle al tungsteno, e con un micidiale effetto piroforico) se l'ingaggio era sui loro fianchi o retro, o qualche altro punto debole. Solo la scarsa ergonomia (peraltro aiutata da validi sistemi di visione, almeno entro i limiti del caso) di una torretta monoposto in cui v'é sia da cercare che da sparare limitano un pò questa capacità, ma il 25 mm è, sul campo di battaglia, un arma definitivamente notevole, più pericolosa di quelle da 12,7 mm e 20 mm (quest'ultimo calibro non è mai riuscito, per ragioni di rapporto prezzo-efficacia, a rimpiazzare l'altro sui mezzi corazzati). Il BMP-1 aveva invece un set di armi del tutto diverso, mitragliatrice coassiale a parte, avendo un cannone a bassa pressione e un lanciamissili controcarri: armi meno precise e con tempi di reazione minori, come anche la cadenza di tiro, ma capaci di distruggere un carro armato senza troppi complimenti entro i 3 km di distanza (almeno teoricamente).
 
 
Detto questo, ci si potrebbe chiedere il rapporto di efficacia nella modernizzazione con riduzione quantitativa dei mezzi schierati. Nel caso dell'Aeronautica, non c'é di che temere, perché gli F-16 sono stati ridotti sensibilmente, ma con un programma d'aggiornamento che ha permesso capacità molto superiori. Basti pensare ai missili AMRAAM, che assieme ad altri sistemi meno appariscenti ma altrettanto fondamentali per sfruttarlo in maniera valida, ovvero il radar aggiornato APG-66(V)2, il datalink per passare le informazioni, l'IFF e HUD grandangolare, danno delle capacità nemmeno ipotizzabili con la dotazione originale, buona solo per intercettazioni diurne a breve raggio, molto limitatamente ognitempo (missili AIM-9 e radar APG-66). Anche le capacità ognitempo sono molto superiori nell'attacco e navigazione, con un sistema che combina mappe elettroniche, GPS, INS avanzati e sistemi d'atterraggio MMW.
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I corazzati olandesi sono stati quindi molto ridotti numericamente, e molto verosimilmente nemmeno i militari olandesi erano convinti che il miglioramento qualitativo fosse capace di compensare la riduzione quantitativa. La differenza, piuttosto, poteva essere quella dei supporti: se i mezzi da fanteria e contraerei restavano simili o uguali, (ma comunque meno numerosi), l'esercito olandese aveva acquisito 22 MLRS per il supporto d'artiglieria, armi estremamente pericolose per i loro bersagli (e per chi si avventurasse poi nelle zone colpite, date le submunizioni inesplose). E sopratutto, erano previsti 40 nuovi elicotteri AH-64 con i loro sistemi di visione notturna e i missili Hellfire, capaci di colpire pesantemente mezzi corazzati e bersagli vari.
 
====1995: nasce il 1° C. d'A.<ref>P&D Novembre 1995, news</ref>====
Alla fine dell'anno è stato costituito, a Munster, il 1 Corpo d'Armata tedesco-olandese. Forte di 25.000 uomini, è stato costruito definitivamente come una forza di 2 sole divisioni (il piano originale parlava di 3, come ricordato prima), la 1a Corazzata tedesca, e la 2a meccanizzata olandese. Il comando si sarebbe pariteticamente alternato tra olandesi e tedeschi, e il primo comandante in capo è stato il generale landese Ruurd Reistma. Ma questa forza poneva dei problemi ora che gli olandesi stavano passando da 130.000 ad appena 70.000 effettivi entro il 1998, tutti volontari: di fatto, il timore era, da parte degli olandesi, di drenare tutte le loro risorse in questo oramai opinabile organismo binazionale, che era simile al franco-tedesco Eurocorps. Ma mentre i francesi avevano la capacità di 'tenere botta' con i tedeschi, per il piccolo esercito olandese era difficile restare qualcosa di più di una 'dependance' dei potenti vicini, che potevano permettersi di vincolare in questa struttura solo una parte della loro ancora rilevante forza di terra.
 
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In termini di perdite, in tutto al 1996 vi erano stati 27 incidenti gravi, o quantomeno 27 aerei vennero distrutti in incidenti. Tra le altre missioni, gli F-16 olandesi di reparti 306, 315 e 322 erano impegnati nella missione Deny Flight partendo da Villafranca-Verona per controllare lo spazio aereo della ex-Yugoslavia. I controllo divenne guerra aperta nel 1999, quando gli olandesi parteciparono con i loro aerei alla campagna aerea Allied Force contro la Serbia-Montenegro. Gli F-16 schierati furono circa 16 macchine accompagnati da 2 KC-707 aerorifornitori. Nelle prime fasi della guerra, almeno uno dei vari MiG-29 abbattuti è stato abbattuto (ma la cosa non è molto sicura, data la confusione con gli F-16 americani anch'essi presenti) da un F-16 del 322°, utilizzando almeno un missile AMRAAM, il quale, in questa guerra ha definitivamente sostituito lo Sparrow e il Sidewinder come arma principe del combattimento aereo, che per la prima volta nella storia ha visto l'uso praticamente esclusivo di missili a guida radar-attiva per tutti gli ingaggi (pochi in verità) registrati.
 
 
====F-16 a Volkel<ref>Anselmino, Federico:''Gli F-16 di Volkel'', A&D Aprile 1990 pagg.25-29</ref>====
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Il 306° era ovviamente il più interessante: era un reparto piuttosto raro nel campo degli F-16, con compiti sia di ricognizione che di difesa aerea. Gli RF-16A usati erano semplicemente F-16 con un pod Orpheus da ricognizione, sotto il pilone centrale. C'erano 20 aerei in carico del reparto, e non operavano dagli shelters come gli altri due squadroni, ma dalle piazzole visto che non c'erano abbastanza shelter per tutti. Strano a dirsi, in fondo i ricognitori erano quelli meno 'tirati' dalle missioni multiple come quelle richieste ai caccia e bombardieri. La missione di ricognizione era svolta unicamente da questo reparto per tutte le F.A. nazionali. Del resto in occasione di guerra reale i reparti di caccia tattici erano difficilmente operanti dagli shelter per motivi di rapidità di riarmo (in pratica si preferisce tenerli più spesso in azione che dentro gli shelter, una protezione diversa ma più efficace solo in teoria). Inoltre gli RF-16 erano così usati in maniera estremamente rapida e con la capacità di essere dispersi in tante piccole basi in caso di guerra. Erano anche previste delle vere autocolonne con tutto quello che serviva, anche le camere oscure in containers, che si potevano far partire in pochissimo tempo. Quanto al pod 'Orpheus', realizzato dagli olandesi e usato tra l'altro anche dall'AMI, avevano 2 fotocamere da 70 mm di focale per riprese orizzontali, una con obiettivo da 100 mm, un sensore IR capace di scandire 500 linee per secondo. La camera anteriore, leggermente inclinata verso il basso, era raramente usata: lo smog sporcava rapidamente la finestra anteriore. Le pellicole erano le Agfa 100 ASA, 6x6. La missione iniziava solo dopo 90 minuti di pianificazione, e comprendeva sempre 3 bersagli principali, ma anche bersagli d'opportunità (per esempio, carri armati Leopard), in volo a 900 kmh a 450-500 m, con una durata di circa 90 minuti. Ogni settimana c'erano gare con bersagli segreti ai piloti, per valutare la loro abilità e i loro limiti. .
 
== Note ==
 
 
 
<references/>
 
 
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