Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Egitto: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Flag_of_the_Arab_Republic_of_Egypt_1984Flag of the Arab Republic of Egypt 1984.png|150px|left|thumb]]
La terra dei Faraoni è anche una delle nazioni arabe più importanti, se non la più importante, e culturalmente condivide con la Mesopotamia le civiltà più antiche fondate dall'uomo. Passato attraverso innumerevoli occupazioni negli ultimi 2000 anni relativamente di recente è diventato una nazione indipendente e dopo alcuni anni di opposizione ad Israele si è smarcata da tale politica e dall'appoggio dell'URSS. Entrata sempre di più nelle grazie degli USA, ne è diventato anche un cliente per le dotazioni di armamento più moderne e sofisticate, in particolare i caccia F-16 prodotti in grande quantità anche dalla Turchia, e i carri M-1 Abrams, di cui l'Egitto comprò un lotto di oltre 500 mezzi della versione M1A1, come primo utente estero, precedendo anche l'US Marine Corps.
 
Una delle caratteristiche delle forze armate egiziane, ancora negli anni '80, era la suddivisione dell'aeronautica in due branche diverse: l'Aeronautica propriamente detta, e il comando difesa aerea: questo era un retaggio sovietico, ovvero quello di suddividere le risorse in cacciabombardieri tattici e bombardieri leggeri per le forze aeree per il campo di battaglia, ovvero l'aviazione tattica, mentre il comando difesa aerea agiva con reggimenti di caccia, missili SAM, radar e cannoni il tutto strettamente integrato per l'uso ottimale in difesa del territorio.
 
 
==Inizi==
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*42 Macchi C.205V, dei quali 24 (8 nuovi e 16 C.202 modificati) con contratto siglato il 16 ottobre 1948 (snc: 1201-1224), altri 3 nuovi e 15 trasformati (1225-1242) ordinati nel febbraio 1949. Altri 20 (10 nuovi e 10 modificati) del maggio 1949, mai consegnati. Tutti i velivoli nuovi avevano 2 cannoni e 2 mitragliatrici, solo le due mitragliatrici nel muso per i Macchi 202 trasformati, che di conseguenza erano i più veloci e maneggevoli, ma anche i meno efficaci in termini bellici.
*19 caccia (4 biposto) Fiat G.55; non si sa quando vennero ordinati e nemmeno quanti furono di preciso: avevano matricole militari italiane e poi cambiate in egiziane ovvero per i G.55A MM 91214-220, 91225-229, G.55B conMM. 91221-224. Rispettivamente, gli egiziani ebbero le matricole: 165-171, 176-180, 172-75 e aerei di nuova immatricolazione, 181-183. Tutti gli aerei erano armati solo di 4 mitragliatrici da 12,7mm anziché 2+ 3 da 20mm, e avevano serbatoi da 125 litri o bombe da 100 kg (originariamente: 2 serbatoi da 200 l o due bombe fino a 160 kg).
 
 
==1956==
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L'EAF combatté saltuariamente, per lo più contro gli israeliani, ottenendo sette perdite in combattimento contro una vittoria, mentre gli israeliani persero in tutto una ventina di aerei come gli F-51, rivelatisi molto vulnerabili al tiro antiaerei. La guerra finì con l'entrata a Suez degli Alleati, che sbarcarono anche con l'aiuto delle due portaelicotteri Theseus e Ocean, allora una vera novità.
 
 
L'entusiasmo dev'essere stato grande per questa operazione 'coloniale', tanto che per l'occasione vennero rispoverate le striscie bianche e nere usate per l'Operazione Overlord nel 1944. Una fregata egiziana, tra l'altro, venne catturata dopo essere stata cannoneggiata dal caccia israeliani Eilat, e colpita da altre navi e un paio di aerei. Nel frattempo, gli israeliani riuscirono a rompere la difesa egiziana nel Sinai.
 
 
Ma a quel punto le cose presero una piega del tutto inaspettata: gli USA, che gli Anglo-francesi pensavano condiscendenti se non compartecipi a questa operazione intimarono di fermare le operazioni militari, irritati, come del resto l'opinione pubblica mondiale (già scossa in quegli stessi giorni dalla rivolta di Budapest), dalla plateale scorrettezza e falsità degli inglesi e francesi. I sovietici minacciaron addirittura di colpire con missili nucleari gli Alleati in caso di continuazione del conflitto, al che gli USA dovettero fare la stessa minaccia a quello sovietico in caso di tale attacco contro la Francia e la Gran Bretagna. Insomma, si era creato un incidente internazionale con potenzialità addirittura di conflitto nucleare generalizzato.
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In termini di perdite, l'Egitto soffrì non meno di 1200 vittime, di cui 200 dell'aviazione, 300 prigionieri, 5000 feriti e la perdita di un ingente quantità di armamenti. IN questa guerra, tra l'altro, debuttarono i missili controcarro,precisamente i francesi SS.11, che diedere dei buoni risultati.
 
 
==1967==
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Già il 21 ottobre di quell’anno gli egiziani ottennero una vittoria tattica che fu forse la migliore inflitta, fino a quel momento, agli Israeliani: il cacciatorpediniere Eilat, nave ex-britannica della Seconda guerra mondiale, era una bella nave con il compito principale della lotta contraerei. La sua batteria di cannoni contò poco, però, quando essa si avvicinò a Port Said e da 17 km di distanza, due motocannoniere Komar, senza nemmeno lasciare il porto, sferrarono il loro attacco: erano navi simili a quelle affondate dal caccia mesi prima, ma armate con missili Styx piuttosto che 4 siluri da 533 mm. Operando come una vera e propria batteria costiera, gli tirarono contro tutti i 4 missili disponibili, 3 dei quali andarono a segno. L’Eilat affondò con 47 vittime, e da allora il mondo comprese la potenzialità dei missili antinave, mentre la marina Israeliana lasciò perdere le navi di grandi dimensioni per concentrarsi su più veloci e meglio equipaggiate motocannoniere (quelle della serie Saar), che in particolare offrivano il vantaggio di un equipaggio ridotto, e quindi di perdite umane contenute se le cose si fossero messe male. Gli Styx confermarono la loro micidialità nel 1971 contro il caccia Kandahar pakistano, gemello dell’Eilat ed affondato con due soli missili, entrambi a segno, da una 'Osa I' indiana.
 
 
La Guerra d'Attrito fu iniziata dagli egiziani, che fecero un calcolo cinico ma apparentemente giusto: essendo molto più numerosi, contavano di infliggere perdite umane agli israeliani insostenibili per una nazione tanto piccola, e per questo contavano sopratutto sulla loro potente artiglieria sovietica. Passata oramai l’era in cui l’Egitto aveva un armamento e ordinamento prevalentemente britannico, adesso questa nazione era equipaggiata ed addestrata secondo schemi sovietici. La risposta israeliana si concretizzò essenzialmente con l’aviazione, che colpì ripetutamente numerosi obiettivi in Egitto, sia tattici che strategici. Proprio dal 1969, quando questa nuova guerra scoppiò, gli Israeliani ricevettero finalmente nuovi apparecchi. Avendo fin’allora utilizzato aerei francesi, che componevano, assieme ad un MiG-21F disertore (ex-siriano con matricola 007), l’intera forza aerea dall’addestratore Magister, al caccia Mirage IIIC e al trasporto Noratlas, gli israeliani dopo il 1967 cominciarono a ricevere materiale americano moderno, ed per giunta in grandi quantità. Questo cambiamento è, a dire il vero, molto strano e difficile da interpretare: fino al 1967 Israele aveva l’appoggio della Francia, che dopo la ‘guerra preventiva’ (di fatto, fu Israele ad attaccare per primo e con la massima forza possibile contro una minaccia che, per dirla alla 'Minority report', non era ancora certo si sarebbe mai concretizzata) ne mise sotto embargo le forniture, a cominciare dai 50 nuovi caccia Mirage 5 (costruiti secondo le idee israeliane di abbandonare l'avionica sofisticata per aumentare la capacità di carico bellico), direttamente incamerati nella propria aviazione , essendo già approntati. Israele, va ricordato, contribuì in maniera sostanziale a far conoscere al mondo la validità degli aerei francesi, che diventarono un best seller nonostante che le macchine di ‘riferimento’ fossero americane, sovietiche e inglesi. La guerra del ’67 fu a tutti gli effetti una blitzkrieg scatenata da una nazione, che si percepiva in forte pericolo contro le vicine, ma fu pur sempre una guerra d’aggressione. Gli USA invece, da allora non fecero che aiutare Israele subentrando alla Francia. La cosa è ancora più strana se si considerano almeno due fattori ‘contro’ tale decisione: il fatto che Israele avesse attaccato la Liberty, una nave ELINT della marina USA, ‘scambiandola’ per una nave egiziana, e causandole decine di vittime, e il fatto che Israele aveva da anni un reattore nucleare non dichiarato: proprio nel 1967 si stima che Israele possedesse già almeno due armi nucleari di sua progettazione. Questo non era un particolare, ma un elemento di differenza sostanziale rispetto ad una nazione forte, ma pur sempre in termini convenzionali.
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===Kippur, ottobre 1973===
[[Immagine:Yom_Kippur_War_mapYom Kippur War map.svg|300px|right|thumb|Mappa dei territori occupati prima e dopo la guerra]]
Due anni dopo la fine della Guerra d’Attrito gli Egiziani iniziarono, stavolta colpendo per primi, una nuova guerra contro gli Israeliani. L’attacco era coordinato con i Siriani. Come sempre, gli Irakeni erano pronti in retrovia a dar man forte ai Siriani. L’Egitto si era molto rafforzato e aveva guadagnato in esperienza bellica e organizzativa. La sua forza comprendeva circa 450 aerei da combattimento, tra cui molti potenti Su-7, Tu-16, Il-28, MiG-21MF. La Marina comprendeva vari sottomarini Romeo costruiti in URSS e Cina (per un totale di 12), oltre che parecchie unità missilistiche e 5 cacciatorpediniere. Gli Israeliani ebbero cura di arginare la minaccia egiziana con imponenti lavori di fortificazione del lato Est del Canale di Suez, che costituiva il loro confine occidentale: crearono la linea difensiva Bar-Lev, che consisteva in una serie di fortini di tiro, postazioni per carri ed artiglierie, sponde alzate anche di 10 metri con muri di sabbia, e in alcuni casi, rinforzati da blocchi di duro granito. La linea era concepita per rendere difficile agli egiziani la traversata del canale, fino a che gli israeliani non fossero stati pronti ad affrontarli.
 
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Nel frattempo Israele riuscì a indebolire le difese aeree egiziane, lanciando commandos oltre il canale per colpire le reti radar, colpendo con aerei ed artiglierie le batterie mobili SA-6 in fase di ricarica, ed inventandosi tattiche come quella di avvicinarsi al limite del raggio di tiro, osservare (o ricevere comunicazione da parte di elicotteri) del lancio di missili, poi ritirarsi e seminarli prima di essere raggiunti. Le batterie egiziane erano fitte, e spesso non funzionava, ma lanciavano più missili e più batterie simultaneamente facevano fuoro, così lo spreco era rilevante. In pochi giorni, di fatto le riserve delle unità di prima linea che i sovietici avevano previsto come sufficienti per settimane, vennero esaurite, cosa che non mancò di suscitare, non ufficialmente, le loro ire. L'Aviazione israeliana riuscì a combattere in maniera più sciolta ed efficace, ma soprattutto, tra il 13 e il 14 ottobre, in quella che avrebbe dovuto essere la battaglia decisiva, gli Israeliani vennero attaccati da due divisioni corazzate, ma scivolando ai lati della loro tenaglia, riuscirono, nonostante la mancanza di sistemi IR che invece i carri sovietici possedevano, a respingerli, tanto che ne vennero distrutti o abbandonati non meno di 316. Questa inaspettata vittoria fu il prologo di una ancora più travolgente azione, quando a sud delle forze egiziane, gli israeliani, ora che li avevano bloccati, come del resto avevano bloccato i siriani ad Est, da cui stavano affluendo rinforzi, meditavano un contrattacco. Il Sinai non era infatti prioritario per Israele, ma lo era accome il settore Orientale: il Sinai poteva essere perduto anche totalmente, se necessario, ma non era così per il fronte siriano. In sostanza, a quel punto gli egiziani erano stati fermati, ed erano sbilanciati in avanti, con poche riserve strategiche; un pò per le perdite subite, un pò per il desiderio di infliggere una sconfitta decisiva agli israeliani ed aiutare indirettamente gli alleati Siriani, in grave difficoltà ad Est.
[[Immagine:1973_sinai_war_maps21973 sinai war maps2.jpg|300px|right|thumb|L'offensiva israeliana 'Gazelle']]
La controffensiva di Sharon fu micidiale: consistette nel passare il Canale a sud, nella zona dei Grandi Laghi amari, punto di suture debole tra la seconda e terza armata egiziane: invano i sovietici diedero l'allarme con i satelliti, l'artiglieria egiziana ed alcuni elicotteri tentarono di contrastare tale manovra ma senza successo. Suddivisi in piccoli reparti di pochi carri e APC, gli israeliani distrussero sistematicamente i radar e le retrovie, mano a mano che risalivano a nord, aiutando l’Aviazione ad operare poi in loro supporto. Gli Egiziani non avevano che 500 carri ad Ovest del Canale: ben presto gli israeliani ne portarono quasi altrettanti, una volta completati 5 ponti fissi, e con 20.000 uomini e i semoventi d’artiglieria distrussero le seconde linee egiziane e tagliarono la Terza Armata fuori dallo schieramento egiziano. La strada per il Cairo era quasi aperta, nonostante la difesa di altri reparti dell’esercito, e nonostante l’azione dell’aviazione egiziana, che si batté anche se con pesanti perdite.
 
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Alla fine, gli Arabi ebbero migliaia di morti e feriti, ma anche gli israeliani subirono pesantemente, con quasi 3000 vittime, molte per una nazione tanto piccola, anche se poche se si considera il quantitativo di armamenti utilizzati da ambo i contendenti, in quella che si può ben definire la prima ‘guerra moderna’ a tutti gli effetti (chiaramente, le forze corazzate e meccanizzate costituiscono una migliore 'assicurazione' per la vita dei soldati delle vecchie unità di fanteria motorizzata o appiedata). Le perdite materiali furono di circa 1000 carri, la metà riparabili, e olte 120 aerei per Israele, mentre gli arabi persero circa 2000 carri e 1000 blindati vari, oltre che 400 aerei.
[[Immagine:SA-6Gainful.jpg|250px|right|thumb|Uno dei protagonisti della guerra fu, da parte araba, l'SA-6]]
[[Immagine:AT-3_Sagger3 Sagger.jpg|250px|right|thumb|Un'altro missile assurto agli onori della cronaca, il controcarro AT-3 Matjulka/Sagger]]
Molte le lezioni di questo conflitto: la minaccia dei missili SAM e di quelli controcarro, usati in maniera mai prima d’allora tanto efficace. Si deve considerare anche che le tattiche sbagliate e le contromisure inadatte consentirono di ottenere un risultato di tale livello, assieme ad un uso massiccio di migliaia di armi, con un rapporto di colpi a segno piuttosto basso se preso in termini statistici. Gli aerei e persino i carri armati che riuscivano a manovrare in maniera opportuna difficilmente erano colpibili dai missili, ma le salve eranotanto numerose che le perdite accadevano comunque in quantità.
 
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E i caccia? L’aviazione araba era soverchiante, numericamente parlando, e con molte delle macchine migliori disponibili in URSS. Stavolta non era stata distrutta al suolo, e i tentativi israeliani di metterla KO non ebbero successo anche a causa degli hangar protetti, sia pure parzialmente, che gli arabi avevano costruito con l’aiuto sovietico. Le condizioni per una migliore resa, dunque ,c’erano, ma di fatto, nonostante l’interferenza dei SAM arabi, l’HHA israeliana fu molto più efficiente. I caccia arabi furono molto marginali in combattimento aereo, e quasi ininfluenti negli attacchi al suolo: eppure, con caccia MiG-21 gli indiani erano riusciti a chiudere l’aeroporto di Dakka in appena due attacchi. Quanto al rateo delle perdite, non v’è dubbio che la questione sia dibattuta. Gli israeliani dichiarano grossomodo 200-300 vittorie (si è parlato anche di 334) in combattimento aereo, più quelle di aeri nemici distrutti al suolo (non molti , anche perché l’HHA aveva altro da fare in quei giorni), e quelli abbattuti dalla contraerea, tra cui 20 dovuti a circa 70 missili HAWK e anche di più ai cannoni da 20mm binati. Tuttavia, ammisero solo 3-5 perdite in combattimento aereo, il che, anche ammettendo la superiorità di addestramento e dei missili Shafir e Sidewinder (gli Sparrow ottennero davvero poco), non convince: un rateo di 100:1, quando la molto meno preparata aviazione araba del 1967 era riuscita a cavarsela con un 5:1. Siccome gli arabi dichiarano, nel loro complesso, circa 50 vittorie aeree, pare che mentre quelle israeliane siano grossomodo reali, quelle arabe siano state sottostimate a favore dei successi dei ‘SAM’, che hanno ottenuto sì decine di vittorie, come anche l’artiglieria, ma che hanno lasciato anche spazio a parecchie vittorie dei MiG, reclamate con dati assai precisi dagli arabi, ma semplicemente non considerate tali dagli israeliani. Questa ‘fog of war’ , abbinata a mera propaganda e disinformazione, è da sempre un problema per tutte le guerre: si pensi che l’affondamento del caccia Beduin, ottenuto da un S.79 (dopo che la nave era effettivamente stata danneggiata da unità italiane) venne rivendicato dalla Marina italiana fino al 1966, quando finalmente ci si decise ad attribuire alla Regia Aeronautica il colpo definitivo. In Iran, parimenti, per motivi ‘politici’ molte vittorie ottenute dai piloti dell’IRIAF contro gli irakeni venivano attribuite alla contraerea dell’esercito iraniano, che nella propaganda di regime ha avuto i maggiori favori, mentre infine, come non mensionare la rivendicazione inglese di 43 aerei argentini abbattuti dalle difese delle navi, ridotta dopo attenta analisi a 12-13? In ogni caso, la prestazione dell'EAF fu significativamente migliore di quanto avvenne in passato, con un totale di circa 4.000 missioni aeree e un rateo di perdite, pare del 4%.
 
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