Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

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L'attuale '''[[w:Romania|Romania]]''' è l'antica Tracia e grazie a quella (feroce) campagna ancora immortalata nell'arco Traiano, resta l'unico Paese del Patto di Varsavia con una lingua latina. Essa combatté inizialmente a fianco dei tedeschi in Unione sovietica, ma dopo un inizio positivo, anche perché sostenuto da buone forze aeree, il suo corpo di spedizione fu travolto durante l'offensiva sovietica per liberare Stalingrado. Nel 1944 era oramai alla fine delle sue possibilità di resistere, ma il re riuscì a far deporre la dittatura militare e consentì ai sovietici di entrare nel territorio nazionale fino alla firma di un trattato di pace. Questa mossa non fu sufficiente per darle lo status di nazione cobelligerante, anche perché i sovietici erano comunque pronti per invaderla. La Romania, ritrovatasi perdente nell'ultima guerra mondiale, dovette entrare a far parte del Patto di Varsavia, ma nondimeno ha sempre seguito una politica di relativa indipendenza, restando assai isolata dal resto del Patto e assai vicina all'Occidente, quantomeno allo schieramento dei Paesi non allineati come la Yugoslavia. Questo fatto l'ha penalizzata in varia misura, incluso, per quello che riguarda il settore militare, la mancanza di sufficienti equipaggiamenti moderni, ma le ha consentito alcune interessanti esperienze originali, come il cacciabombardiere IAR.93 Orao (Aquila), coprodotto con la Yugoslavia e basato su motori inglesi Viper. Altre macchine originali sono state realizzate nel ramo degli addestratori a getto, ma la cosa non deve stupire considerando che la Romania era uno dei Paesi europei più attivi a livello aeronautico prima della guerra, e entro certi limiti tale è rimasta anche dopo. Anche l'industria di artiglierie e corazzati è stata estremamente attiva andando spesso fino oltre i limiti delle proprie possibilità tecnologiche, mentre la cantieristica ha prodotto anche navi originali di grandi dimensioni, come anche prodotto in serie navi di progettazione estera.
 
 
Nonostante il suo basso livello di reddito pro capite, la Romania ancora nel 1997 esprimeva una considerevole varietà di armamenti con un immenso numero di bocche da fuoco convenzionali, mentre i sistemi missilistici e d'arma moderni in generale erano men che modesti.
 
Nel campo degli armamenti schierati, la Romania è rimasta per lungo tempo in quella che si potrebbe dire la 'cultura del 100 mm'. Un numero incredibile di armi di tale calibro è stato infatti tenuto in servizio anche ben oltre la fine della Guerra fredda per tutti e tre i Servizi. Contando i cannoni di oltre 1100 carri, quasi 900 cannoni controcarro dell'esercito, 54 dei marines, 320 della contraerea (solo considerando l'Aereonautica) e alcuni pezzi dell'artiglieria campale si arrivava agevolmente alla cifra di circa 3.000 armi, e questo senza purtroppo conoscere anche il numero delle artiglierie contraeree dell'Esercito. Da notare che il trattato CFE non copriva limitazioni di artiglierie di calibro uguale o inferiore al 100 mm. Nell'insieme le sue forze armate, mai particolarmente avanzate anche ai tempi del Patto di Varsavia, erano obsoletamente equipaggiate negli anni '90 in quasi ogni settore. L'efficacia dei numerosi armamenti disponibili era quindi correlata all'abilità tattica dei reparti e allo studio dell'orografia in funzione della difesa contro eventuali invasori. Le capacità d'attacco oltre confine potevano invece essere limitate soltanto ad azioni di modesta durata e raggio.
 
 
 
==1985<ref>Armi da Guerra,fascicolo 89: Ungheria/Romania </ref>==
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*150 lanciarazzi BM-21 e da 130 mm cinesi, 30 rampe per FROG-7 e infine, l’arma più potente dell’esercito, 20 rampe su scafo JS-III Scud.
*Cannoni contraerei: 500 trainati,tipo ZPU-2, M53, M1939 da 37mm, S-60, KS-12 da 85mm, KS-19 da 100mm. Alcuni ZSU-23-4, missili SA-6 e 7.
 
 
===Aeronautica===
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===Altre forze===
37.000 guardie di frontiera,17.000 probabilmente di leva, 20.000 delle forze di sicurezza interne,, 900.000 guardie patriottiche.
 
 
 
==1989-1992<ref>Rollino, Paolo: La difesa rumena, Panorama Difesa, settembre 1992 pagg.16-21</ref>==
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L'eliminazione della Securitate, il potentissimo Dipartimento per la Sicurezza dello Stato, che controllavano di fatto i membri delle F.A. ha consentito di ottenere quanto sopra, mentre i 62000 militari impegnati di fatto nel processo produttivo dell'industria nazionale come operai e quadri sono stati riportati allo status effettivo di militari,mentre per rendere più efficiente lo strumento militare rumeno venne avviato un programma di snellimento, professionalizzazione e la creazione di Stati maggiori per ciascuna delle F.A, che erano quattro, inclusa cioè la Difesa aerea. La costituzione dello strumento militare rumeno dell'epoca era dato da: un esercito basato su 4 armate pluriarma, con divisioni meccanizzate, una corazzata, una birgata da montagna. La modifica sarebbe stata qui quella di introdurre il corpo d'armata come elemento intermedio tra l'Armata e le brigate, e questo significò la scomparsa della divisione. Quindi, se prima vi era l'ordinamento Armata-divisione-reggimento, poi questa divenne Armata, corpo d'Armata, brigata e reggimento. La Brigata era presente con 2-3 unità meccanizzate, una d'artiglieria e una corazzata per ciascun Corpo. Inoltre, i battaglioni rimpiazzarono i reggimenti come pedina basica dell'esercito. L'aeronautica era provvista di circa 400 aerei da combattimento: 189 MiG-21, 36 MiG-23, 70 MiG-15/19 60 Orao, a cui si aggiungevano 25 aerei da trasporto e 200 elicotteri. Vi erano anche i reparti paracadutisti e in tutto si assommava un totale di 20.000 uomini. La riduzione degli aerei, come dei mezzi dell'esercito basata sui trattati CFE era sensibile e avrebbe visto le macchine più vecchie sparire dalla linea in breve tempo.
 
 
La marina era suddivisa in reparti navali e fluviali, fanteria di marina, difesa costiera, ma andava poi ristrutturata in comando Marittimo e Comando Fluviale per il Danubio.
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L'origine degli Alpini rumeni, relativamente recente, ha avuto luogo dal 3 novembre 1916 con la Scuola Sciatori di Bucarest che nonostante la sua esistenza di ente sportivo, venne trasformata in scuola militare, anzi un un reparto cacciatori di montagna. Il primo battaglione, all'inizio del 1917 era su sette compagnie per un totale di 700 uomini (100 l'una). La sede era in Moldavia, a Tirgu Neamt, al comando del capitano Virgil Badulescu, gi° alpinista e sciatore. Durante gli scontri con gli austro-ungarici e tedeschi, si meritarono una fama non indifferente e nel periodo tra le due guerre vennero rinforzati in maniera notevole. La sconfitta rumena nella seconda guerra mondiale ha visto gli alpini rumeni esplicitamente sciolti per volontà sovietica: apparentemente, durante la campagna, loro si comportarono molto bene e vennero rifondati solo nel 1964, tanto per evitare problemi.
 
 
Le brigate erano una per Armata, eccetto che la 4a Armata di Transilvania, che ne aveva due. La struttura era, per ciascuna brigata: 3 battaglioni cacciatori, un gruppo artiglieria campale, una batteria contraerea, servizi, trasmissioni, genio. Ogni battaglione era in pratica un'unità autonoma, capace di operare in grande libertà con tutto il necessario. La dotazione di armamenti era piuttosto datata, ma completa: anche se non sempre, la composizione era di 3 compagnie su tre plotoni l'una e ub plotone mortai, e uno di armi d'appoggio. Il plotone d'armi disponeva di 4 mitragliatrici portatili e due lanciarazzi AG-7, ovvero gli RPG-7, il plotone mortai aveva 3 armi da 82mm M-37M. Le squadre di fanteria evano 9 uomini, armati dei fucili AKMS, uno dei quali dotato di lanciagranate da 40mm di concezione nazionale, sistemato sotto la canna e utilizzabile fino a 450 m con 6 colpi al minuto, mentre il mitragliere della squadra aveva una versione del fucile mitragliatore RPK, e il tiratore scelto presente aveva il fucile Dragunov. Da notare che nella squadra non vi erano nè armi controcarro, presenti sol a livello di compagnia, è mitragliatrici, ma solo fucili mitragliatori e lanciagranate. Se non altro vi era un tiratore scelto (uno per squadra!) che forniva un appoggio non di poco conto per ogni esigenza di supporto. Lo spostamento era effettuato a piedi o in autocarri legeri, ma era presenti anche i mezzi corazzati MVLM: di cosa si trattava? Erano in effetti dei blindati simili ai BMP in miniatura: esso è armato con una torretta simile a quella dei blindati per la fanteria con 1 potente KPV da 14,5mm e 700 colpi, e 1 PKT da 7,62 e 2.500 colpi. Il motore è diesel, in avanti e a destra. La mobilità era di 5-6 kmh in acqua, 50 kmh su strada, bassa a causa della ridotta potenza di 154hp, ma a parte questo, la massa di 9t contro 13,5 e le dimensioni di 5,7x2,8x1,91 sono molto minori e consentono di muoversi anche per le montagne. Un unico portellone incernierato a sinistra consente l'accesso agli uomini che possono sparare dall'interno con feritoie di tiro e iposcopi, ma bisogna fare attenzione perché il carburante del portellone (come nel BMP) rende difficile, quando il serbatoio è pieno, aprirlo e abbandonare il mezzo, cosa non di poco conto in montagna: ma questo appare praticamente l'unico inconveniente, e il mezzo ha visto un veicolo portamunizioni senza torretta da esso derivato. In sostanza si tratta di un MICV da montagna, come lo è, tra i carri, il Tipo 62 cinese. MVLN sisgndica Mascina de Lupta a Vinatur de Munte.
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Per analizzare la situazione bisogna tenere conto, anzitutto, del bilancio della difesa che quell'anno era stabilito in 227 miliardi di lei, ovvero 780 milioni di dollari, di cui 6,5 di aiuti USA. Questo bilancio va visto rispetto per esempio a quello italiano, che nello stesso anno era di 31.061 miliardi, che era l'1,59% del PIL. La Romania invece, nello stesso anno investiva il 2,1% del PIL nel settore militare. Questo significa che il PIL italiano era di oltre 1.953.000 miliardi, mentre il PIL rumeno era di 37,142 milioni di dollari circa. Posto un cambio dell'ordine di 2.000 lire per dollaro, vi era una differenza di 26:1 in PIL, e di circa 20:1 in termini di bilancio per le Forze armate. Con questi dati relativi alla ricchezza prodotta e agli investimenti per le forze armate, le prospettive di aggiornamento con equipaggiamenti sofisticati, o anche solo con un adeguato addestramento erano semplicemte inesistenti: per eguagliare l'Italia (il cui budget era poco oltre la metà di quello delle altre principali potenze europee) la Romania avrebbe dovuto consacrare il 40% del suo PIL alla funzione difesa, cosa che avrebbe affossato la nazione già in una situazione di estrema povertà comparata all'Europa occidentale. Nondimeno, vi erano cospicui armamenti convenzionali nei depositi, e vari piani di aggiornamento per alcuni sistemi d'arma, velivoli, aerei.
 
 
Nel frattempo, il riordino delle F.A. aveva visto la riduzione di 41,000 uomini e di ridurre a 195.000 la forza complessiva delle F.A. rumene entro il 2000. Nel frattempo, la Romania voleva entrare nella NATO e anche l'opinione pubblica era d'accordo, con un sondaggio del 95% di favorevoli a tale decisione.
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Da notare che nel complesso vi erano solo brigate: non vi erano più le divisioni, mentre restavano le unità superiori, le Armate e i Corpi d'armata.
 
 
====Dotazioni====
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*Armi contraerei: un imprecisato numero (certamente dell'ordine delle centinaia) di cannoni da 30, 37, 57, 85, 100 mm. 60 lanciamissili SA-6 e lanciamissili portatili SA-7.
 
 
Difesa costiera: 1 brigata con 10 batterie armate di cannoni da 130 mm e un battaglione con missili STYX.
 
 
 
 
'''Note sull'equipaggiamento'''
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D'altro lato, esistevano oltre 200 lanciarazzi multipli da 122 mm su autocarro e quasi 600 mortai semoventi blindati da 82 mm, tutti di progettazione nazionale. L'industria rumena ha cercato una relativa indipendenza se non progettuale, almeno produttiva per soddisfare le esigenze nazionali ed eventuali piccole commesse estere. Tra i suoi risultati, la rielaborazione degli obici russi D-20 (l'arma sistemata in torretta nel 2S3 Akatsja), con il Modello 1981 e 1985 con freno di bocca per cariche maggiorate. I primi avevano una massa di 5 t e 17,2 km di gittata. Anche parte dei 1700 mortai da 120 erano di progettazione nazionale (M1982). In termini di numeri, la comparazione può essere fatta con i mortai da 120 dell'Esercito italiano, che negli anni '90 erano circa 800, o con quelli censiti nel 1990 della Germania Est, meno di 300 (evidentemente i mortai sono meglio apprezzati in paesi montuosi, vista l'abbondanza di armi tedesche). I sistemi di controllo del tiro e controbatteria non sono noti, ma non erano particolarmente evoluti e sofisticati, basati su vecchi apparati sovietici come i radar 'Big Fred'.
 
 
Per il resto vi erano lanciarazzi e cannoni senza rinculo da 82 mm, mentre i costosi missili controcarro erano pochi e per giunta, vecchi. Pochi anche i SAM SA-2/6/7/9, mentre migliaia di mitragliere erano in carico ai reparti dell'Aereonautica e Esercito. Le armi da 30 mm erano in fase di ammodernamento con un sistema radar di tiro associato. Queste armi sostituivano i cannoni da 23 mm sovietici, di cui erano più potenti ma non necessariamente più efficaci (caricatori da 20 colpi anziché 50, minore cadenza di tiro e maggiore peso).
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Le artiglierie costiere comprendevano numerosi cannoni da 130 mm, versione rumena degli M-46 con gittata di 27 km, usati anche dall'Esercito. Queste armi sono tra le migliori della storia dell'artiglieria, anche se risalenti agli anni '40. Vecchi e senza particolari meriti i cannoni e obici da 122 e 152 mm di gran parte delle batterie, a parte quelle equipaggiate con le armi più recenti.
 
 
 
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata.
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La Romania ha cercato di trovare una sua autonomia ed indipendenza anche nel settore blindati realizzando mezzi su licenza e veri e propri modelli derivati o addirittura, veicoli di progettazione originale. Negli anni '70 i rumeni si rivolsero all'Occidente anche per i blindati e in particolare, ebbero modo di ottenere tecnologie da un Paese formalmente nemico, la Germania Occidentale. Rielaborando il T-55 realizzarono il TR-580, che all'export era noto come TR-77 o M-77 perché apparso ufficialmente nel 1977. Esso aveva un nuovo motore da 600 hp, appena più potente del precedente, e anche per questo cambiamento disponeva di scafo allungato, 6 ruote anziché 5, skirts laterali, e la massa arrivava a 38,3 t. Nell'insieme era un miglioramento progettuale, ma i carri esportati in Irak e Egitto presentarono molti problemi meccanici e in parte vennero restituiti. L'economia di lavorazione aveva prodotto un mezzo inferiore a quello russo originario, ma i rumeni non si persero d'animo e realizzarono il TR-85, appena l'anno successivo.
 
Questo mezzo era ben più potente, con una nuova torretta, più squadrata, un cannone cinese da 100mm con manicotto termico, telemetro laser incorporato nel sistema di tiro e addirittura una direzione di tiro digitale, forse la prima su di un carro del Patto di Varsavia. Il motore tedesco da 620hp dava una potenza leggermente maggiore ma il peso saliva a 43t. Il nuovo carro era meglio protetto e meglio armato del T-55, e pur essendo meno mobile, nell'insieme si trattò di un successo e venne prodotto in centinaia di esemplari, nella cui ultima versione è chiamato TR-800. [[Immagine:Expomil_2005_01_TRExpomil 2005 01 TR-85M1_0385M1 03--A.jpg|300px|right|thumb|L'ultima versione del TR-85,la M1, è stata presentata ad Expomil 05. Essa presenta una nuova torretta e sistemi di controllo del tiro.]]Un kit di aggiornamento per i T-55 venne prodotto per l'export, basato presumibilmente su quello del TR-85 e comprato dall'Irak negli anni '80 per aggiornare una minima parte dei suoi T-55. Infine, da segnalare una versione 'indigena' del T-72 (in servizio in pochi esemplari anche in Romania) che aveva lo scafo allungato e il peso aumentato a ben 48 tonnellate, ma nonostante l'aumento di protezione e di spazio esso era forse troppo sottopotenziato e ne vennero costruiti solo 3 esemplari, praticamente giusto a livello di prototipi.
 
Comunque sia, a parte quest'ultima sfortunata iniziativa, la Romania ha potuto aggiornare ad un buon livello i suoi carri migliori, e grazie al sistema di tiro montato a bordo i suoi mezzi autarchici sono probabilmente superiori anche ai T-72 delle versioni disponibili in Romania (probabilmente solo pochi esemplari del T-72G o M).
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I cannoni da 100 mm erano le armi controcarro a lunga gittata, capaci di colpire con precisione entro i 3 km di gittata con un ritmo di quasi 15 colpi al minuto, e di essere usate anche per appoggio di fuoco. Queste armi erano state progettate per le esigenze rumene, si trattava dei Modello 75 e 77, capaci di operare anche con sistemi di visione notturni e di uscire dall'azione in 60 secondi dal termine del fuoco. Le munizioni erano le stesse di quelle del T-55, quindi si trattava di cannoni rigati e non a canna liscia come i T-12 sovietici. Questo numero elevato di cannoni relativamente recenti rappresentava un potenziale controcarro che, utilizzato con sagacia, avrebbe causato non pochi problemi ad eventuali forze d'invasione. Oltretutto questi cannoni erano utilizzabili anche come artiglieria campale sparando granate di circa 15kg su distanze di oltre 20 km, con ragionevole precisione data la stabilizzazione data dalla rigatura.
 
 
==='''Aeronautica'''===
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*Elicotteri multiruolo: 104 IAR-316B (Aluette III), 73 IAR 330H (Puma), 24 Mi-8, 2 Mi-17, 4 SA-365N Dauphin
*Difesa aerea: 3 Reggimenti con un totale di: 1.230 ZPU-4 da 14.5 mm, 1.014 ZPU-2 da 14,5 mm, 469 M-53 binati da 30 mm, 370 S-60 da 57 mm, 320 KS-19 da 100mm, 108 SA-2.
 
 
L'aviazione aveva un modesto equipaggiamento in termini di aerei da trasporto, ma contava se non altro 4 vecchi C-130B, mentre le batterie di missili antiaerei erano limitate a un centinaio di SA-2. Molte, anche se obsolete, le armi d'artiglieria, tra cui oltre 2.000 mitragliere binate o quadrinate da 14,5 mm. Non disponibili radar di tiro, mentre era allo studio l'aggiornamento delle mitragliere da 30 mm. I cannoni da 57 mm e superiori avevano invece un radar di tiro e gittate di 4-10 km antiaerei. Sebbene i cannoni S-60 e i KS-19 sono progetti di successo, senza aggiornamenti non sono adatti ad affrontare una guerra moderna.
 
 
La forza da combattimento riguardava numerosi caccia MiG-21, ma nessuno dei quali di ultima generazione, numerosi ORAO, abbastanza efficienti ma obsoleti apparecchi d'attacco, un limitato numero di MiG-29 e MiG-23 di prima generazione.
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Tra le armi disponibili, missili AA-2/7/8/10/11, grappoli di 3 bombe da 100 kg (fino a 12 per un Orao o un IAR-99 Soim, macchina simile all'MB-339 o all'Hawk), razzi da 57 mm. L'Aviazione rumena ha operato tra mille difficoltà, ma ai tempi dell'URSS è riuscita a partecipare alle esercitazioni in territorio sovietico senza mai avervi perdite operative, unico caso per tutto il Patto di Varsavia.
 
 
===L'industria aeronautica rumena===
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Artefice nella produzione di mezzi aerei, anche del tutto originali è, da decenni, la IAR, ovvero la Industria Aeronautică Română. Già durante la Seconda guerra mondiale questa ditta aeronautica, per quanto minore, si dimostrò capace di produrre un caccia di prim'ordine, lo IAR-80, che sebbene fosse dotato di un motore da 1000 hp era, nel suo insieme, un progetto valido, simile ad un FW-190 'dei poveri', con un motore da 1000 hp. Venne prodotto in diverse centinaia di esemplari, prima armati con 4 mitragliatrici leggere, poi migliorati anche con bombe, mitragliatrici pesanti, persino cannoni. In alcune azioni d'attacco dei B-24 nell'epica battaglia per distruggere i vitali stabilimenti petroliferi di Pojesti (La Romania era il principale fornitore di petrolio dell'Asse) gli IAR combatterono duramente abbattendo numerosi B-24 e P-38.
 
 
La Romania subì tuttavia una sorte infausta in URSS e fu costretta ad uscire dal conflitto nel 1944, ma nonostante avesse cominciato a combattere contro i tedeschi, non ottenne lo status di potenza cobelligerante e venne dichiarata nazione sconfitta. Così nel 1948 possedeva solo 168 aerei che non comprendevano bombardieri, considerati armi offensive e quindi, vietate. Con il tempo vi furono diversi cambiamenti, ma tra il 1956 e il 1977 militò nel CAAT, che in rumeno significa ‘forza aerea integrata nel comando difesa aerea’ con fini, quindi, essenzialmente difensivi. Nel 1992 si era arrivati alla forza migliore della storia postbellica della Romania, con circa 700 apparecchi disponibili, di cui 200 in prima linea.
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Dotazione: 120 carri TR-580, 152 APC TAB-71 e TABC-79, 90 artiglierie trainate da 122 mm e 152 mm. 54 cannoni controcarro da 100 mm, 36 mortai da 120 mm e 12 lanciarazzi da 122mm APR-40
 
 
La Marina aveva un grosso cacciatorpediniere da quasi 6000 tonnellate del 1985, ma equipaggiato solo con 4 cannoni da 76 mm binati, 8 missili Styx, quattro torrette da 30 mm e pochi equipaggiamenti moderni. Tra gli altri mezzi navali vi era un solitario Kilo -un sottomarino piuttosto moderno-, 5 fregate e altri mezzi pattuglia. 3 moderne Tarantul e 10 Osa/M-40 costituivano le piattaforme d'attacco con missili Styx, anch'essi armi obsolete, notevole la presenza di numerose navi cinesi tra alisafi siluranti Huchwan e pattugliatori Shangai con mitragliere da 25 e 37 mm. Modeste le capacità antisommergibile e lotta antimine.
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La Marina incorporava anche circa 10,000 soldati come fanti di marina. Notevole la presenza di una tale forza, equipaggiata con quasi 300 mezzi corazzati tra carri e APC e 200 artiglierie di vario tipo, pertanto essa era complessivamente equivalente ad una intera divisione di fanteria motorizzata ovvero con equipaggiamenti sufficienti per un reggimento di fanteria meccanizzata, uno di carri, uno di cannoni controcarro, uno di mortai pesanti, un gruppo lanciarazzi e 5 di artiglieria.
 
 
Come si è visto la costituzione della Fanteria di marina era basata su brigate su di un corpo d'armata piuttosto che su reggimenti e divisione come nel caso dei reparti dell'esercito tipici del Patto di Varsavia (per quanto vi sia di 'tipico' nella militaria rumena). Per un esempio tecnico, vediamo come questo cospicuo equipaggiamento potesse essere adatto anche per una intera divisione meccanizzata o motorizzata che dir si voglia.
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Manca qualcosa? Essenzialmente le batterie e i reggimenti contraerei normalmente presenti nelle F.A. del Patto di Varsavia. Probabilmente, a parte questa dotazione nota v'erano anche mitragliere e cannoni antiaerei da 14.5, 30 e 57 mm, ma non v'é traccia di questi nell'elenco fornito. Inoltre non si sa se fossero disponibili anche SAM portatili. Qui vi è una differenza notevole con le divisione tipice del WARPAC, che avevano un reggimento SA-6, 8 o 11 e due batterie per ciascun reggimento con cannoni e SAM, più i SAM portatili SA-7/14/16/18.
 
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[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Romania]]
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