Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Corea del nord-2: differenze tra le versioni

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[[Immagine:T-34-85-korea.jpg|300px|right|thumb|Il vero 'orco' per i Sudcoreani e gli americani, durante i primi mesi di guerra, fu il formidabile T-34/85]]
I Nordcoreani erano poco più numerosi, con una forza valutata in 130.000 effettivi e 100.000 riservisti addestrati. In tutto c'erano 10 divisioni di cui la metà di valido livello addestrativo e operativo: differentemente dalla gran parte dei Sudisti, loro avevano molti veterani della guerra, combattuta con i Cinesi contro l'Esercito giapponese, assieme all'ELP della Cina Comunista. Era tanto rapido l'evolversi delle cose allora, che già verso la fine degli anni '40 il presidente della Repubblica Democratica della Corea, ovvero [[w:Kim II Sung|Kim II Sung]], aveva inviato forti contingenti di migliaia di soldati a combattere ancora in Cina, sempre per l'Armata di Mao (l'ELP per l'appunto) contro i Cinesi Nazionalisti. Solo nel 1949-50 l'ELP congedò i veterani sopravvissuti alla guerra civile che cacciò i Nazionalisti dal continente. Tornando a casa con armi ed equipaggiamenti individuali, questi soldati significarono l'equivalente di due divisioni di fanteria trasferite nella Corea del Nord. Anche il comandante dell'Esercito Nordista, Gen. '''Kim Ch'aek''', aveva combattuto nella guerra civile. La Cina, come l'URSS, fu quindi determinante per addestrare e armare i Nordisti. I Sovietici in particolare addestrarono molti soldati Coreani nelle loro caserme.
 
Nel '48 venne costituita in Corea una prima forza corazzata, stavolta con una partenza in Cina tramite l'uso di carri T-34 Sovietici e M3 e M4 ex-Nazionalisti. Non era nemmeno finita, all'epoca, la Guerra civile e la Cina stessa era lontana dall'essere quella potenza monolitica che poi, in pochissimi anni, sarebbe divenuta. I Sovietici occupavano la Corea del Nord dopo la fine della guerra mondiale, e a Sadong, alla periferia di Pyongyang, formarono, sempre nel '48, il 15° Reggimento corazzato da Addestramento. Era solo l'inizio, con 2 T-34 e una trentina di ufficiali carristi sovietici come istruttori. Comandato dal Colonnello Yu Kyng Su, veterano nell'Esercito Sovietico durante la guerra e sopratutto, cognato della moglie di Kim II Sung, questo reggimento venne sciolto già nel 1949, ma i cadetti già addestrati vennero incorporati nella 105a Brigata Corazzata sui reggimenti 1, 2 e 3° poi noti come 107, 109 e 203imo; ricevette già nell'ottobre del '49 120 T-34 di ultimo modello, essenzialmente T-34/85-II di produzione recente. Assieme al 206° Reggimento Fanteria Motorizzata (su autocarri) e ai 16 cannoni SU-76 del 308° Btg Corazzato, era una forza d'urto notevole e svolse un intenso addestramento per raggiungere le capacità operative per combattere in maniera efficace, almeno contro il governo Sudista e le sue scarse forze militari. Nonostante quello che viene riportato da fonti meno recenti, allo scoppio della guerra di carri armati T-34 ce n'erano ben 258, e di questi 140 erano per la Brigata Corazzata, circa 20 per il 208° Rgt Corazzato da Addestramento, i Rgt 41,42, 43, 45 e 46imo appena formati e di fatto, con appena una quindicina di mezzi l'uno. Altre due brigate corazzate erano la 16a e la 17a con appena 40-45 carri; dunque, 105a Brigata Corazzata a parte, c'erano reggimenti con una forza di compagnia, e brigate corazzate con una forza di battaglione. Non molto, ma per il nemico e il tipo di territorio da affrontare, molto montagnoso, era già qualcosa. I 75 SU-76M erano pure una risorsa di tutto rispetto, spessso assegnati alle divisioni di fanteria. Le brigate corazzate neoformate erano ancora in addestramento e non vennero usate prima di settembre nel perimetro di Pusan; i reggimenti invece sarebbero entrati in azione alla fine di quel mese a Inchon. Con tutto questo poco equipaggiamento (se le brigate fossero state, come anche i reggimenti, a pieno organico, ci sarebbero dovuti essere circa 400 carri armati a dire il minimo), i Nordisti si ritrovavano all'epoca con la più grande forza corazzata asiatica, eccetto l'Armata Rossa. Nemmeno i Cinesi o le F.A. americane in Giappone erano parimenti equipaggiati all'epoca. E se le Forze corazzate Nord-Coreane fossero state a pieni equipaggiamenti forse non ci sarebbe stato alcun modo di fermare la loro avanzata prima che fosse tardi. Perché chiaramente, il successo della campagna sarebbe stato garantito se si fosse riusciti a conquistare la penisola e a impedire agli Americani di installare le proprie forze di rincalzo sul suolo 'sudista'. Metterli di fronte al fatto compiuto, con i Cinesi e i Sovietici alle loro spalle, avrebbe significato la vittoria. La Corea del Nord non era l'Irak di Saddam Hussein, la sua azione era ben supportata anche politicamente.
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Chiaramente i Cinesi potevano mettere in campo la quantità, ma questa da sola, dalla rivolta dei Boxer alle sconfitte contro i Giapponesi, non si era mai dimostrata sufficiente. Chiesero aiuto urgente a Stalin, il quale non era tanto contento di fornire loro aiuti militari: temeva giustamente un'escalation che avrebbe portato ad una nuova guerra mondiale, che l'URSS non era affatto nelle condizioni di affrontare, specie considerando che gli USA erano già entrati nell'era nucleare abbinata ai bombardieri del SAC. Alla fine i Sovietici acconsentirono di fornire mezzi corazzati per un'Armata corazzata, costituita da due divisioni corazzate almeno e una divisione meccanizzata. Stalin mandò anche 10 rgt corazzati Sovietici per difendere le 4 città della Manciuria di maggiore importanza, che comprendevano anche tutt i 200 JS-4, i più recenti e potenti carri sovietici. I Cinesi avrebbero avuto alcuni IS-2M e vari T-34 per costituire finalmente le loro forze corazzate. Per ogni evenienza i Cinesi avevano fatto sapere agli Americani che non avrebbero tollerato un'azione d'attacco tanto spinta come quella che gli USA stavano mettendo in atto, con la quale si stavano avvicinando ai loro confini e magari li avrebbero passati nell'inseguire quanto restava dell'esercito nordista. Ma già il 25 ottobre 1950 la 3a ID Sudcoreana aveva combattuto con il 5° Rgt dell'8a Armata Cinese.
 
Alla fine l'offensiva Cinese partì a '''Unsan''', il 31 ottobre 1950, con un'azione contro l'8° Rgt Cavalleria, che assieme al 70° Battaglione corazzato (presente con la cp B) venne fatto segno da colpi di mortaio da 120 mm e Katysha. Dopo mezzanotte le divisioni 115 e 116 assaltarono in massa gli americani e causarono la perdita di circa 14 carri di cui ben 10 erano M26, nonché l'equivalente di un battaglione di fanteria. Il giorno dopo, il 1 novembre, 7 carri T-34 vennero messi KO a Chongo-Dong da parte della Cp A del 6° Btg americano, l'ultimo importante e il più settentrionale degli scontri corazzati in Corea.
 
Nel frattempo, il 27 ottobre la 1a Divisione dei Marines sbarcò a '''Wonson''', la 7a ID a Hungnam dove trovò un treno di SU-76M appena giunti dall'URSS, mentre i Marines andavano verso la diga del lago artificiale Chosin, là era infatti presente la principale centrale elettrica nordista.
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Ora il giudizio sui carri armati Alleati. L'M-24, anche con la scomparsa dei carri comunisti, continuò a non piacere per la sua eccessiva vulnerabilità e al più, dall'ottobre del 1950, venne considerato un mezzo d'esplorazione. L'M26 Pershing, vero peso massimo, era un formidabile combattente a patto però di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Esso aveva problemi meccanici mai risolti appieno, avendo lo stesso motore dell'M4 più recente da circa 500 hp, ma con una massa di oltre 40 t, dieci in più. Non era affatto un buon mezzo da combattimento quanto ad affidabilità e l'orografia del luogo non lo aiutava. L'M46 era nominalmente il migliore dei carri americani: con un nuovo motore da circa 800 hp era un veicolo dall'altissimo rapporto potenza-peso per l'epoca, e in teoria era anche più mobile dell'M-4. Oggi poco noto, esso non era del tutto immune da difetti pur essendo il primo carro postbellico americano, e sopratutto continuava a pesare tanto per la zona operativa. L'M4 con le sue sospensioni HVSS era molto maneggevole e affidabile, non per niente la versione E8 venne ribattezzata 'Easy Eight'. Era il carro preferito a tutti gli altri, spesso anche all'M46 (che non brillava certo di autonomia e semplicità manutentiva, dato il suo motore da 810 hp a benzina). I carri T-34 erano certamente superiori in mobilità agli M-26, almeno pari se non superiori agli M4 e anche agli M46, a maggior ragione se il terreno era cedevole; ma avevano bisogno, come contro i Tiger e i Panther, di serrare le distanze, e questo in molti scontri statici coreani non si verificò oppure si trattò di scontri confusi nei quali ebbero la meglio gli americani.
 
La palma del 'migliore' non era però loro. Seppure usato in pochi esemplari, il [[w:Centurion |Centurion ]] Mk 3 si dimostrò anche superiore ai mezzi americani e con un tiro a lungo raggio formidabile. Nonostante la mole, era molto maneggevole e il suo tiro si dimostrò preciso. Poche le azioni in cui venne coinvolto contro altri corazzati. Il primo episodio fu addirittura uno scontro fratricida. L'VIII Ussari, che abbiamo visto sopra, ingaggiò alcuni carri medi '''Cromwell''' catturati dai cinesi. Nonostante la bassa sagoma (e l'alta velocità, almeno quando utilizzabile) di questi carri armati, la battaglia sulla riva meridionale del fiume Han portò alla distruzione dei carri cinesi colpiti da ben 3.000 metri con i pezzi da 20 libbre (83 mm) che erano armati di munizioni APDS capaci di arrivare a 1.400 ms e perforare le corazze dei carri medi nemici da tale ragguardevolissima distanza, usualmente ai giorni nostri correlata con quella dei carri armati moderni solo perché pieni di computer di tiro. Eppure la capacità di colpire anche a 3 km dei Centurion venne dimostrata in varie occasioni e almeno finché i Patton, con l'M47, non adottarono un telemetro ottico, non c'era molto modo di equivalerla, data la traiettoria tesa dei colpi APDS. Per il resto il Centurion operò come carro d'appoggio, sparando da piazzole o rampe inclinate. Pare addirittura che con un unico colpo, sparato ovviamente in maniera fortuita, colpì un MiG in volo a bassa quota!
 
Altri mezzi corazzati usati erano pur sempre utili: semicingolati '''M3'''-M5, autoblindo come le '''M8''', semoventi d'artiglieria contraerea come gli '''M19''' su scafo M24 con due pezzi da 40 mm, e gli '''M15''' su scafo M3 con pezzo da 37 e 2 da 12,7 mm si dimostrarono micidiali contro le truppe nemiche al suolo.
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Le portaerei iniziarono subito le loro operazioni nella guerra. Era il 3 luglio e già la TF 77 attaccò i due aeroporti a N.O. di Pyongyang, e in un paio di giorni di azioni vennero abbattuti due Yak e danneggiati dieci aerei al suolo. Non era molto, ma era già qualcosa di significativo e un segnale chiaro per il susseguirsi della guerra. I Nordisti erano impegnati in una efficace offensiva aerea a maggior ragione dato che non c'erano praticamente aerei nel Sud e per giunta, nemmeno armi contraerei, quando c'erano bestioni corazzati come gli Il-10 che mitragliavano e bombardavano ogni obiettivo al suolo. Dopo questi attacchi e quelli dell'USAF, i Nordisti capirono che era il caso di interrompere la loro offensiva aerea, almeno temporaneamente. Ma a metà del mese essa riprese. Gli Americani risposero con due incursioni e il 18 luglio distrussero 14 aerei e ne danneggiarono altri 13 vicino a Pyongyang, mentre il 20 luglio colpirono Yonpo e Sondok sulla costa orientale colpendo altri 28 velivoli al suolo. Il effetti l'US Navy e la Royal Navy riuscirono a conquistare la superiorità aerea a pro delle truppe del Sud. Il 25 luglio iniziarono le missioni di supporto per l'8a Armata e dai primi di agosto, a sostenerla arrivarono anche gli aerei dei Marines che operavano dalle portaerei leggere USS Sicily e USS Badoeng Strait che avevano due gruppi di F4U Corsair operando a Sud della penisola, aiutando la 1a Brigata Marines che combatteva a terra. Nell'ottobre 1952 le missioni aerotattiche divennero prevalentemente strategiche per interrompere le comunicazioni logistiche coreane con la Manciuria.
 
La prima fase della guerra vide impegnata la USS Valley Forge che cercò di fermare l'offensiva coreana. Gli aviogetti erano appena in servizio dall'USN e Marines, ma il loro uso non fu mai del tutto soddisfacente: troppo limitati come autonomia e capacità di carico bellico, puntavano tutto sulla velocità per legittimare la loro esistenza, tra l'altro assai costosa in termini di carburante (sia pure di più economico kerosene). Questo per gli americani significò iniziare con gli 'strikers' AD-1 e con i cacciabombardieri F4U Corsair, mentre i britannici erano appena arrivati in zona con l'HMS Triumph, di ritorno da una già massacrante attività sulla Malaysia con i suoi [[w:Supermarine Spitfire|Seafire FR.Mk 47]] dell'800° gruppo, dove aveva operato per sei mesi con lanci di razzi sui nascondigli dei guerriglieri. Era davvero una lunga evoluzione quella che avevano visto i caccia Supermarine, che nacquero anni come intercettori per il territorio metropolitano. I velivoli eseguirono una serie di missioni di caccia per complessive 245 missioni e altre 115 d'attacco al suolo. Quando la nave ritornò a Hong Kong, a settembre, solo uno dei suoi Seafire era ancora efficiente. I Firefly dell'827° Sqn erano i principali 'picchiatori' nella loro efficiente versione Mk 5. Capaci di portare 4 cannoni da 20 mm, razzi o fino a 907 kg di bombe, riuscirono ad eseguire inizialmente ben 60 missioni al giorno, poi addirittura aumentate a 120, anche se non è chiaro se il numero delle missioni di questi velivoli, abilmente impiegati in missioni d'appoggio tattico, comprendeva anche l'attività dell'810° Sqn della HMS Theseus, 812° e 820 ° della GLORY, 817° della SYDNEY (australiana), 825° della OCEAN, 827° della TRIUMPH. Nessun altro aereo britannico lavorò duramente come il Firefly, ma dal 7 dicembre 1950 un nuovo velivolo, armato come il Firefly e veloce anche più del Seafire, divenne disponibile in zona: il Fury FB.Mk 11 con l'807° Sqn della THESEUS, poi l'802° Sqn (OCEAN), 801 e 804 (GLORY), 805 e 809 (SIDNEY). Tanto si diedero da fare questi reparti ad elica che nel '52 l'802° e l'825° della HMS Ocean vennero insigniti del 'Boyd Trophy' avendo lanciato 123 sortite in un solo giorno. Eppure le perdite non erano marginali, sopratutto gli aerei tornavano spessissimo danneggiati dalla contraerea. L'804 e l'812° della HMS Glory lanciarono durante tutta l'esperienza coreana ben 4.834 sortite perdendo solo 27 velivoli, anche se questi erano più che equivalenti alla consistenza iniziale di questi reparti imbarcati.
 
L'altra protagonista era l'USN e in particolare i Marines: il loro 33° Marine Air Grup (MAG) con i VMF-214 e 323 con gli F4U Corsair operando dalle USS Badoeng Strait e Sicily rispettivamente, mentre il VMF(N)-513 volava direttamente dal Giappone, e pur essendo un reparto da caccia notturna venne usato piuttosto per azioni diurne. Erano i 'Flying Nightmares', che ad ottobre si spostarono a Weonsan. Altri gruppi erano a Kimpo, dove poi andarono il VMF(N)512 e -312. Solo nell'autunno del '52 l'F4U-5N da caccia notturna venne rimpiazzato dall''''F3D'''. Ora bisogna dire che l'aviazione Nordista, sconfitta di giorno, aveva preso ad agire di notte. I caccia notturni erano quindi necessari. Inoltre i loro piloti erano gli unici attrezzati e addestrati per volare decentemente al buio e i Corsair erano, seppur di carattere 'difficile', i migliori antidoti alla minaccia dei Polikarpov '''Po-2''' e altri tipi anche di discrete prestazioni che andavano in missioni di disturbo sopra le linee americane durante la notte. L'F3D fu anche l'autore del primo abbattimento notturno tra jets: il maj Stretton e il sgt maj Hoglind individuarono un jet nella notte, e lo identificarono (chissà come) per uno Yak-15, riempiendolo di colpi da 20 mm e distruggendolo. La cosa è interessante perché per quanto poco noto, i MiG-15 non erano i soli aerei da caccia a reazione schierati dai 'Rossi'. C'erano anche quantità quasi omeopatiche degli Yak e La-nelle varie serie, anche se di loro si sa poco. Erano più adatti al duello aereo anche se, per via dell'ala diritta, meno veloci. Sopratutto i MiG avevano un carrello adatto alle primitive striscie di volo coreane e questo fu un vantaggio, anche se in aria gli Yak e il La-15 erano dei dogfighter migliori. Al dungue l'F3D Skyknight ebbe molte più vittorie aeree durante il conflitto in ingaggi esclusivamente notturni: nonostante le sue prestazioni di 900 kmh, era davvero poco manovriero e con una velocità di salita soporifera dato il ridotto rapporto potenza-peso. La macchina era comunque tanto efficiente che l'USAF nemmeno si sognò di far intervenire i suoi caccia F-89, teoricamente equivalenti, preferendo ripiegare sugli F-94..
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Quanto alle battaglie aeree diurne, queste avevano iniziato le loro operazioni con i jet già il 3 luglio 1950, e i due Yak-3 pare fossero stati abbattuti proprio dagli F9F-2. Il 9 novembre, appena un giorno dopo che Brown dichiarò un abbattimento di un MiG-15 con il suo vetusto F-80C, W.T. Amen abbatté un MiG (stavolta confermato anche dai rapporti sovietici).
 
La campagna aeronavale degli '''F9F Panther''' fu qualcosa di imponente: 78.000 missioni durante la guerra. Tanto è vero questo, che su 826 jet dell'USMC e USN impiegati nel teatro, ben 733 erano i Panther e, in diciotto casi, i perfezionati F9F Cougar con ali a freccia, troppo pochi per fare una qualunque differenza e in particolare impedire agli F-86 di fare la parte della 'stella' del conflitto. Gli [[w:F7F Tigercat |F7F Tigercat]] erano stati impiegati dai Marines come aerei d'attacco al suolo fin dal '50, ma la presenza più inquietante fu quella degli F6F di colore decisamente poco militare, arancione. Era così perché si trattava di aerei carichi di 3 bombe senza governali sotto le ali e fusoliera da 454 kg. Erano radiocomandati e questo spiega sia il carico che il colore antimimetico (per essere meglio seguiti otticamente), ed erano guidati dai Tigercat o dagli Skyrider per azioni d'attacco. Erano insomma dei veri missili 'cruise' di elevate prestazioni; del resto gli americani, per quanto sia poco noto, usarono 'drone' d'attacco anche durante la guerra del Pacifico, come risultato dei loro studi sugli aerobersagli (anche gli inglesi avevano i famosi Queen Bee, ma non ne ricavarono armi da guerra) del periodo prebellico. Uno di questi drone distrusse il ponte di Hungnam. Sulle portaerei venivano stoccati grazie alla loro velatura alare ripiegabile.
 
Oltre all'F9F un altro aviogetto navale venne usato in quantità apprezzabili, il [[w:F2H Banshee|F2H Banshee]], un evoluto e potenziato discendente dell'F1H Phantom I. Aveva due motori J34 ed era molto popolare, anche se caricava solo la metà dei 907 kg dei Panther. Venne usato anche come caccia notturno F2H-2N, il primo vero caccia ognitempo pressoché totale: nel senso che non aveva le limitazioni dei soliti caccia diurni appesantiti da radar e un secondo pilota. Il contrammiraglio Splanger definì addirittura l'F2H la 'spina dorsale dei jet imbarcati'. La versione ricognitore F2H-2P era pure utile e sebbene non veloce, la sua maneggevolezza e lunga autonomia lo aiutavano a compiere le sue missioni rispetto al grosso e piuttosto rozzo Panther; quest'ultimo all'epoca appariva nel suo tipico colore blu-scuro riccamente agghindato del musetto e punta della coda arancioni e vari enormi distintivi nazionali e dell'USN.
 
Poi c'é da ricordare gli aerei basati a terra, ma pur sempre della Marina americana o britannica. I '''P2V Neptune''' erano i principali pattugliatori marittimi e la versione -5 ebbe una produzione aumentata per le esigenze belliche, tanto che ne vennero consegnati 384 esemplari. Più grandi ancora furono i Martin PBM-5A e -5S Mariner, idro operanti dal Giappone (come anche i Neptune), ma non mancarono nemmeno i vecchi ma validi (al punto che in Malaysia venivano usati come bombardieri tattici..) Short Sunderland, il migliore idro inglese, con la versione GR.Mk 5 che servì con gli squadron 88, 205 e 209°, volando per 13.380 ore complessive, ben 1.500 ore per ciascun reparto in ogni anno di operazioni. Non male per un aereo che era già sulla breccia nel '39, quando i suoi oppositori erano sopratutto biplani in tela verniciata.