Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Corea del nord-2: differenze tra le versioni

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===La guerra dei corazzati<ref>Mini, Maurizio '' L'impiego dei corazzati nella guerra di Corea'', RID Aprile 2007 p.82-94</ref>===
Ora la situazione si sarebbe decisa in diversi scenari contemporanei, sia terrestri, che aerei, che navali. Ma sopra ogni cosa, la guerra di Corea era in quel momento dipendente dai mezzi corazzati, sia dalla loro esistenzapresenza che dalla loro assenza.
E' strano a dirsi, dato che questi sono in genere legati alle battaglie di movimento, mentre questo conflitto siasarebbe passato alla Storia come una lunga guerra di posizione, senza dubbio la più vicina alla Prima guerra mondiale tra quelle combattute dagli Americani dopo il 1918, ma con l'importante variante della diplomazia, che lavorò affinché di fatto le ostilità avessero unoun sviluppoesito politico e non solo militare (come avrebbe voluto Mc Arthur). Fu certamente una durissima guerra, ma a differenza delle carneficine orrende dei due conflitti mondiali, non si tralasciò di trattare per vie politiche. Certo, non subito, visto che quando sei nella condizione di vincere rapidamente e con perdite ridotte non hai la necessità di fermarti a trattare rese e compromessi. E' quello che inizialmente i Nordcoreani, e poi gli Americani, pensavano. Anche i Cinesi tentarono il colpo di mano decisivo, ma nemmeno loro riuscirono nell'intento. Alla fine, come si sa -(col senno di poi-) l'unico risultato, un vero 'frutto avvelenato', sarebbe stato loil ripristino dello status quo che non ha risolto il problema della riunificazione coreana ma ha fattosalvato le cheposizioni nessunodi deipotere duegià contendenticonsolidate, perdesseanche lese propriecon posizioni,una svanendotensione l'opportunitàmilitare diche unavrebbe successodrenato facilegrandi daquantità unadi partedenaro e di risorse per annullare la minaccia posta dall'altra parte della DMZ (zona demilitarizzata).
 
Si diceva della stranezza del conflitto coreano, ma in fondo è stato così anche per la '''Prima guerra mondiale'''. Anche questo conflitto iniziò in maniera fin troppo veloce, come se fosse una guerra lampo da finire indi poche settimane. Allora lo slancio lo stava dandodiedero la cavalleria e la fanteria, arrestate poi dalle mitragliatrici. Ora invece era la volta dei mezzi corazzati, nati proprio per superare quell'impasse.
 
E i Nordcoreani erano stati davvero abili e scaltri nel loro uso. I carri armati i celebri '''T-34''', non erano invulnerabili, ma la relatività delle forze impiegate li rese capaci di guidare un assalto di grande efficacia., Finofino a che non furono affrontati dagli Americani. Ma non fu certo una cosa facile a dirsi come sembrerebbe a dirsi. Nemmeno considerando che i Sovietici persero tanti T-34 in singole battaglie da equivalere quanto messo in campo dall'intero esercito Nordcoreano, si pensi solo alla Battaglia di Kursk.
 
Ora veniamo alla descrizione della reazione americana, che inizialmente fu davvero lenta e debole. Dopo lo sforzo della guerra precedente le Forze Armate americane avevano quasi smobilitato. E chissà fino a che punto avrebbero continuato a ridursi senza la '''Crisi di Berlino''' (1948) e poi la Guerra di Corea, se non ci fossero state emergenze diciamo fino al '55.
Ora veniamo alla reazione americana, che inizialmente fu davvero lenta e debole. Dopo lo sforzo della guerra precedente le Forze Armate americane avevano quasi smobilitato. E chissà fino a che punto avrebbero continuato senza la crisi di Berlino e poi senza la Guerra di Corea.Chissà a che livello sarebbero state ridotte la le F.A. americane se la guerra fosse scoppiata nuovamente diciamo nel '55. Visto che le Divisioni corazzate erano per lo più scomparse, e così i mezzi corazzati di prima linea, le unità divisionali di fanteria erano diventate le principali utenti di mezzi corazzati. Questi non dovevano impegnarsi isolati nelle battaglie ma dovevano agire assieme alla fanteria e in generale nelle combinazioni interarma con artiglierie e aviazione incluse. Per questo finì che semplicemente, le divisioni americane di fanteria ebbero un battaglione carri per ciascuna. Non era molto e non solo per l'organico. Nel 1950 quello che restava di un esercito di circa 6 milioni di armati era, dopo appena 5 anni, un totale di 591 mila effettivi. E degli oltre 28.000 carri armati ancora disponibili nel '45 v'erano rimasti solo un quarto, una quantità non esuberante sotto tutti i punti di vista. Dei settemila carri armati ben 3.400 erano gli M24 Chafee, uno dei carri armati leggeri di maggior successo della Storia, ma per l'appunto, tutt'altro che capace di affrontare ad armi pari dei forti reparti corazzati o dei dispositivi controcarri di elevato valore. Il problema era la potenza di fuoco e la corazzatura; nel primo caso, la precedente generazione di carri leggeri M3-M5 era capace di usare solo un cannone d 37 mm pressoché inutile contro i carri armati successivi al 1942; nemmeno l'adozione, in versioni derivate come artiglieria semovente, di obici da 75 mm era sufficiente per cambiare le cose e così gli efficienti carri M3 Stuart (i nome affibbiatogli dagli Inglesi) erano del tutto surclassati in combattimenti diretti. Inoltre la corazza non era molto spessa e la sagoma era troppo alta dato l'uso di un efficiente ma ingombrante motore d'aereo; da qui l'alta sagoma del mezzo che non era nemmeno dotato di corazze ben inclinate. L'M24, a confronto, era un'astronave; la mobilità era quantomeno comparabile, ma la corazza era ben sagomata e il carro possedeva una versione alleggerita del cannone da 75 mm (di origini francesi) dell'M4 Sherman. Ma anche così, le sue prestazioni di combattimento avrebbero potuto essere accettabili giusto all'inizio della Seconda guerra mondiale. Non era minimanente in grado di sostenere battaglie di grande impegno da solo. Inoltre, dei vari M24 presenti la maggior parte non era nemmeno operativa. Degli M4 Sherman, meno mobili ma con prestazioni di tutto rispetto nelle ultime versioni, che comunque mantenevano la sagoma troppo alta data dai motori originali, ve n'erano 3.200, quasi la metà inefficienti- Di mezzi al 'top' c'era solo qualche centinaio di M26 e dei nuovissimi M46. Con questa disamina non sarà difficile capire che anche le divisioni americane, ridotte a 10, erano tutt'altro che efficienti: solo una di queste era all'altezza, mentre quelle dell'Ottava Armata, basata in Giappone come forza d'occupazione, avevano uno standard operativo di assoluta mediocrità anche come efficienza addestrativa. Le divisioni 7, 24 e 25ima di fanteria e la 1a Divisione di cavalleria erano tutt'altro che un grande ostacolo per un eventuale avversario malintenzionato, specie se si trattava di muoversi fuori dall'arcipelago giapponese. Qui le condizioni delle strade erano tali che, assieme all'orografia, era pressoché impossibile eseguire grandi esercitazioni con i mezzi corazzati, specie i cingolati più pesanti. Non che questi fossero abbondanti. La forza d'organico doveva essere di un battaglione carri M26 pesanti e 3 compagnie carri medi M-4A3E8, invece c'era solo una compagnia carri leggeri con gli M24: peggio di così davvero non poteva essere, e meglio di così davvero i Nordcoreani non potevano sperare. Questo anche perché nel '49 gli Americani non trovarono niente di meglio da fare che ritirare le unità su M4 presenti con le truppe d'occupazione. I 500 uomini dell'US Army presenti ancora nel 1950 nella penisola coreana, nonostante le battaglie di frontiera, erano solo consulenti del KMAG, Korean Military Advisory Group. Non era loro compito combattere in unità organiche di prima linea. L'esercito Sudista era organizzato in 8 divisioni di fanteria ma per la maggior parte si trattava di unità con solo 6 battaglioni dei nove previsti. In tutto c'erano 100.000 uomini circa. Il fatto è che il presidente sudista Sud Syngman Rhee non era giudicato affidabile. Si temeva che dandogli un certo quantitativo delle numerose armi nei depositi americani, che all'epoca erano generosamente distribuite in Europa, sarebbe stato incitato ad attaccare la Corea del Nord e riunificarla. La Corea del Sud era infatti tutt'altro che priva di ambizioni militari. Ma nel temere troppo l'iniziativa dei Sudcoreani, successe che di fatto li si lasciò senza nemmeno le armi per difendersi, squilibrandone troppo le capacità: con 37 blindo M8 (che avevano un cannone da 37 mm) e alcuni semicingolati M3 per un reggimento di cavalleria della Prima divisione Fanteria di Seul, non c'era modo di competere con i Nordisti. L'esercito era comandato dal gen Chae Pyongdok, già comandante nell'esercito giapponese e veterano della scorsa guerra mondiale; era poco addestrato e pur avendo qualche cannone controcarro non possedeva batterie contraeree, come del resto non c'era nemmeno l'aviazione.
 
Visto che le Divisioni corazzate erano per lo più scomparse, e così i mezzi corazzati di prima linea, le unità divisionali di fanteria erano diventate le principali utenti dei carri armati. Questi non dovevano impegnarsi isolati nelle battaglie, ma dovevano agire assieme alla fanteria e in generale nelle combinazioni interarma con artiglierie e aviazione incluse. Per questo finì che, semplicemente, le divisioni americane di fanteria ebbero ognuna un solo battaglione carri. Non era molto, ma bisogna considerare che nel 1950, quello che restava di un esercito di circa 6 milioni di armati al '45 era, un totale di 591 mila effettivi. E degli oltre 28.000 carri armati ancora disponibili nel '45 v'erano rimasti solo un quarto, una forza non esuberante sotto tutti i punti di vista, anche qualitativo. Dei settemila carri armati ben 3.400 erano gli '''M24 Chafee''', uno dei carri armati leggeri di maggior successo della Storia, ma per l'appunto, tutt'altro che capace di affrontare ad armi pari dei forti reparti corazzati o dei dispositivi controcarri di elevato valore. Il problema era la potenza di fuoco e la corazzatura; nel primo caso, la precedente generazione di carri leggeri '''M3-M5''' aveva solo un cannone d 37 mm, pressoché inutile contro i carri armati successivi al 1942; nemmeno l'adozione, in versioni derivate come artiglieria semovente, di obici da 75 mm era sufficiente per cambiare le cose e così gli efficienti carri M3 Stuart (il nome affibbiatogli dagli Inglesi) erano del tutto surclassati in combattimenti diretti. Inoltre la corazza non era molto spessa e la sagoma era troppo alta dato l'uso di un efficiente ma ingombrante motore d'aereo (con struttura radiale); da qui l'alta sagoma del mezzo che aveva corazze poco inclinate e ancora più vulnerabili. Il successivo M-24, a confronto, era un'astronave; la mobilità era quantomeno comparabile, ma la corazza era ben sagomata e il carro possedeva una versione alleggerita del cannone da 75 mm (di origini francesi) dell'M4 Sherman.
 
Ma anche così, le sue prestazioni di combattimento erano adatte solo all'inizio della Seconda guerra mondiale. Causa la corazza leggera, non era minimanente in grado di sostenere battaglie di grande impegno da solo, e poi dei numerosi M24 ancora presenti, la maggior parte non era nemmeno operativa. Degli '''M4 Sherman''', meno mobili ma con prestazioni di tutto rispetto nelle ultime versioni, che comunque mantenevano la sagoma troppo alta data dai motori originali, ve n'erano ancora 3.200, quasi la metà inefficienti. Al dunque, di mezzi al 'top' c'era solo qualche centinaio di M26 e dei nuovissimi M46. Con questa disamina non sarà difficile capire che anche le divisioni americane, ridotte a 10, erano tutt'altro che efficienti: solo una di queste era all'altezza dei compiti più impegnativi, mentre quelle dell'Ottava Armata, basata in Giappone come forza d'occupazione, avevano uno standard operativo di assoluta mediocrità anche come efficienza addestrativa date le difficoltà di spostamento nel territorio giapponese. Nell'insieme, esse erano tutt'altro che un grande ostacolo per un eventuale avversario malintenzionato, specie se si trattava di spostarsi fuori dall'arcipelago giapponese. Qui le condizioni delle strade erano tali che, assieme all'orografia, era pressoché impossibile eseguire grandi esercitazioni con i mezzi corazzati, specie i cingolati più pesanti. Non che questi fossero abbondanti. La forza divisionale doveva essere di un battaglione carri M26 pesanti e 3 compagnie carri medi M-4A3E8, invece c'era solo una compagnia carri leggeri M24: peggio di così davvero non poteva andare, e specularmente, meglio di così davvero i Nordcoreani non potevano sperare. Era accaduto che nel '49 gli Americani non trovassero niente di meglio da fare che ritirare le unità su carri M4 delle truppe d'occupazione.
 
I 500 uomini dell'US Army rimasti nel 1950 nella penisola coreana, nonostante le battaglie di frontiera, erano solo consulenti del KMAG, Korean Military Advisory Group. Non era loro compito combattere in unità organiche di prima linea. L'esercito Sudista era organizzato in 8 divisioni di fanteria ma per la maggior parte si trattava di unità con solo 6 battaglioni dei nove previsti. In tutto c'erano circa 100.000 uomini. Il fatto è che il presidente sudista Sud Syngman Rhee non era giudicato affidabile. Si temeva che dandogli un certo quantitativo delle numerose armi nei depositi americani, che all'epoca erano generosamente distribuite in Europa, sarebbe stato incitato ad attaccare la Corea del Nord e riunificarla, essendo tutt'altro che priva, di ambizioni militari la Corea del Sud. Ma nel temere l'iniziativa dei Sudcoreani, successe che di fatto li si lasciò senza nemmeno le armi per difendersi, squilibrandone troppo le capacità: con 37 blindo M8 (cannone da 37 mm) e alcuni semicingolati M3 per un reggimento di cavalleria della Prima divisione Fanteria di Seul, non c'era modo di competere con i Nordisti. L'esercito era comandato dal gen. '''Chae Pyongdok''', già comandante nell'esercito giapponese e veterano della scorsa guerra mondiale; la forza di terra Sudista era poco addestrata, aveva solo qualche cannone controcarro non possedeva batterie contraeree. Parimenti l'Aviazione praticamente non esisteva, e la Marina era solo una serie di navi costiere di scarso valore.
 
[[Immagine:T-34-85-korea.jpg|300px|right|thumb|Il vero 'orco' per i Sudcoreani e gli americani, durante i primi mesi di guerra, fu il formidabile T-34/85]]
I Nordcoreani erano poco più numerosi, con una forza divalutata in 130.000 effettivi, e 100.000 riservisti addestrati. In tutto avevac'erano 10 divisioni di cui la metà di valido livello addestrativo e operativo: differentemente dalla gran parte dei Sudisti, loro avevano molti veterani della guerra, combattuta con i Cinesi, contro l'Esercito giapponese, assieme all'ELP della Cina Comunista. Era tanto rapido l'evolversi delle cose allora, che già verso la fine degli anni '40 il presidente della Repubblica Democratica della Corea, ovvero Kim II Sung, aveva già inviato forti contingenti di migliaia di soldati a combattere ancora in Cina, sempre per l'Armata di Mao (l'ELP per l'appunto) contro i Cinesi Nazionalisti. Solo nel 1949-50 l'ELP congedò i veterani sopravvissuti alla guerra civile che cacciò i Nazionalisti dal continente. Tornando a casa con armi ed equipaggiamenti individuali, questi soldati significarono l'equivalente di due divisioni di fanteria trasferite nella Corea del Nord. Anche il comandante dell'Esercito Nordista, Gen. '''Kim Ch'aek''', aveva nelcombattuto suo curriculum la partecipazione allanella guerra civile. inLa Cina. Questa, come l'URSS, fu quindi determinante per addestrare e armare gli uominii Nordisti. I Sovietici in particolare addestrarono molti soldati Coreani nelle loro caserme.

Nel '48 venne costituita in Corea una prima forza corazzata, stavolta con una partenza in Cina tramite l'uso di carri T-34 forniti dai Sovietici e M3 e M4 ex-Nazionalisti. Non era nemmeno finita, all'epoca, la Guerra civile e la Cina stessa era quindi lontana dall'essere quella potenza monolitica che poi, in pochissimi anni, sarebbe divenuta. I Sovietici occupavano la Corea del Nord dopo la fine della guerra mondiale, e a Sadong, una località alla periferia di Pyongyang, formarono, sempre nel '48, il 15° Reggimento corazzato da Addestramento. Era solo l'inizio, con 2 T-34 e una trentina di ufficiali carristi sovietici come istruttori. Comandato dal Colonnello Yu Kyng Su, veterano nell'Esercito Sovietico durante la guerra e sopratutto, cognato della moglie di Kim II Sung, questo reggimento venne sciolto già nel 1949, ma i cadetti già addestrati vennero incorporati nella 105a Brigata Corazzata sui reggimenti 1, 2 e 3° poi noti come 107, 109 e 203imo; ricevette già nell'ottobre del '49 120 T-34 di ultimo modello, essenzialmente T-34/85-II di produzione recente. Assieme al 206° Reggimento Fanteria Motorizzata (su autocarri) e ai 16 cannoni SU-76 del 308° Btg Corazzato, era una forza d'urto notevole e svolse un intenso addestramento per raggiungere le capacità operative per combattere in maniera efficace, almeno percontro il governo Sudista e le minaccesue scarse forze prevedibilimilitari. Nonostante quello che viene riportato da fonti meno recenti, allo scoppio della guerra di carri armati T-34 ce n'erano ben 258, e di questi 140 erano per la Brigata Corazzata, circa 20 per il 208° Rgt Corazzato da Addestramento, i Rgt 41,42, 43, 45 e 46imo appena formati e di fatto, con appena una quindicina di mezzi l'uno. Altre due brigate corazzate erano la 16a e la 17a con appena 40-45 carri; dunque, 105a Brigata Corazzata a parte, c'erano reggimenti con una forza di compagnia, e brigate corazzate con una forza di battaglione. Non molto, ma per il nemico e il tipo di territorio da affrontare, molto montagnoso, era già qualcosa. I 75 SU-76M erano pure una risorsa di tutto rispetto, spessso assegnati alle divisioni di fanteria. Le brigate corazzate neoformate erano ancora in addestramento e non vennero usate prima di settembre nel perimetro di Pusan; i reggimenti invece sarebbero entrati in azione alla fine di quel mese a Inchon. Con tutto questo poco equipaggiamento (se le brigate fossero state, come anche i reggimenti, a pieno organico, ci sarebbero dovuti essere circa 400 carri armati a dire il minimo), i Nordisti si ritrovavano all'epoca con la più grande forza corazzata asiatica, eccetto l'Armata Rossa. Nemmeno i Cinesi o le F.A. americane in Giappone erano parimenti equipaggiati all'epoca. E se le Forze corazzate Nord-Coreane fossero state a pieni equipaggiamenti forse non ci sarebbe stato alcun modo di fermare la loro avanzata prima che fosse tardi. Perché chiaramente, il successo della campagna sarebbe stato garantito se si fosse riusciti a conquistare la penisola e a impedire agli Americani di installare le proprie forze di rincalzo sul suolo 'sudista'. Metterli di fronte al fatto compiuto, con i Cinesi e i Sovietici alle loro spalle, avrebbe significato la vittoria. La Corea del Nord non era l'Irak di Saddam Hussein, la sua azione era ben supportata anche politicamente.
 
L'attacco nordista si sviluppò con una direttiva precisa. La penisola Coreana è montuosa, ma lo è sopratutto nella parte orientale. Attaccare con facilità la sua parte meridionale era cosa fattibile sopratutto percorrendo la costa occidentale, dove si trovava anche Seul. La 105a Brigata era in prima fila: il suo 109° Reggimento era assegnato al supporto della 3a Divisione di fanteria e passò il confine alle 4.40 di quel fatidico 25 giugno, travolgendo vicino a Sachang-ni lo sfortunato 17imo Reggimento di fanteria sudista. Il 203° Rgt entrò in azione subito dopo con la 1a Divisione di fanteria verso Kaesong-Seul, il 107° Rgt era invece assieme alla 4a Divisione di fanteria e sterminò il 12 Rgt della migliore unità Sudcoreana, la 1a Divisione a Kaesong, poi colpì il 13° Rgt. La difesa sudcoreana dichiarò 11 carri distrutti ma in realtà pare che riuscì solo a danneggiarne alcuni.