Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Argentina: differenze tra le versioni

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===Aeronautica===
====Pucarà<ref>Armi da guerra N.118</ref>====
 
[[Immagine:PucaraA571.jpg|300px|right|thumb|Un Pucarà con la mimetizzazione di nuova generazione, con due toni di grigio]]
Questo apparecchio dalla linea elegante e snella venne concepito come aereo antiguerriglia con capacità di attacco leggero, diurno, utilizzabile anche da aeroporti corti. La progettazione ebbe luogo nella FMA (Fàbrica Militar de Aviones) e il nome completo era FMA IA 58 Pucarà, volando come prototipo il 20 agosto 1969 e come primo esemplare di serie l'8 novembre 1974 (ben 5 anni dopo, a causa di vari problemi incontrati). Esso ha ala diritta con bordo d'uscita a doppia angolazione, carrello retrattile, abitacolo in tandem con ottima visibilità e coda a T, capacità di trasportare 1.360 kg di carico in tre soli piloni, ma con adattatori multipli può trasportare grappoli anche di sei armi l'uno. Il Pucarà è una sorta di caccia della seconda guerra mondiale in edizione moderna, paragonabile grossomodo ad un Bf-110, e come questo, con una velocità di circa 500 kmh, abitacolo in tandem (ma senza mitragliera difensiva), due motori da 1.000 hp ed esattamente la stessa dotazione di armamento dei Bf-110 standard: 4 mitragliatrici leggere (da 7,62 e non da 7,92mm), e due cannoni da 20 mm. Naturalmente vi sono molte differenze: il motori sono piccoli turboelica Astazau francesi, con eliche tripala Hamilton Standard L23F (il peso è di circa 200 kg contro 560), i cannoni sono di tipo moderno e in tutto vi sono 560 colpi da 20 e 3.600 da 7,62 mm a bordo, tutti sistemati nel muso. L'aereo è molto più maneggevole, di maggiore autonomia e con maggiore carico utile del Bf-110, ma perde potenza alle alte quote dove non è d'altra parte richiesto essendo una macchina specializzata per le azioni d'attacco. La capacità di carico esterna arriva, per esempio, a 4 lanciarazzi da 68-70 mm per un totale di 76 razzi, sotto le ali, e 6 bombe da 50, 100 o anche 125 kg sotto la fusoliera. Si tratta di un volume di fuoco formidabile per azioni di attacco leggero, e l'aereo ha anche tutta l'agilità per operare a bassa quota, da campi di volo ridottissimi, scappare dai caccia avversari e dare la caccia agli elicotteri, contro i quali è (per tutti i motivi di cui sopra) un nemico 'ideale'. Le turboeliche sono leggere e, assieme ai due serbatoi da 800 l complessivi (stivati esattamente al centro della fusoliera per non alterare il baricentro in nessuna condizione di consumo), danno un'autonomia massima di oltre 3.000 km, anche se perdono potenza ad alta quota rispetto ai vecchi motori a pistoni turbocompressi. La versione IA 66 volò nel 1980 con i Garrett TPE331, l'anno prima l'IA 58B con avionica migliorata e con cannoni da 30 mm DEFA, molto più potenti anche se con 280 colpi in tutto. L'IA 58C è invece una trasformazione del biposto in monoposto, con migliore avionica.
 
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[[Immagine:FAA_Air_Bases_1982.gif|350px|right|thumb|Il teatro d'operazioni, con la 'zona d'esclusione' dichiarata dalla Gran Bretagna]]
Il 10 aprile 200.000 argentini festeggiarono per le strade di Buenos Aires, quando appena pochi mesi prima facevano manifestazioni di massa per contestare il Gen. Gualteri. Il regime sembrava aver riconquistato la popolarità perduta, ma non aveva fatto i conti con la reazione inglese. In sede ONU si condannò l’invasione con un termine di 30 giorni entro cui le truppe argentine dovevano abbandonare le Falklands. In Gran Bretagna vi fu chi propose addirittura di provocare una esplosione nucleare a fini dimostrativi, nell’Atlantico meridionale, tanto per mostrare fermezza. Ma la cosa non ebbe seguito. Invece, senza aspettare nessuna scadenza, gli inglesi iniziarono a riempire le loro vecchie navi (tra cui alcune preziosissime, come le navi da sbarco classe Fearless, che avrebbero dovuto essere radiate a breve, mentre invece erano indispensabili per la riuscita dell’operazione) di ogni materiale utile e di truppe, e partirono da Porthsmouth dal 5 aprile, anche a costo di impoverire lo schieramento della Royal Navy contro il Patto di Varsavia, soprattutto in funzione ASW ovvero nella lotta contro i sottomarini sovietici. La Georgia del Sud venne riconquistata, con tanto della cattura del sottomarino Santa Fè, già il 28 aprile, mentre il 1 maggio arrivò il bombardamento con 12 Sea Harrier dell’aeroporto di Port Stanley, pieno di Pucarà e aerei leggeri. Gli argentini non rimasero inermi e lanciarono almeno 20 aerei contro le navi inglesi ma ne persero diversi. I Sea Harrier, che erano una macchina mai provata in combattimento reale, dimostrarono la loro superiorità nei combattimenti aerei contro i famosi Mirage. Il giorno dopo, esattamente un mese dopo la ‘reconquista’ delle isole, gli inglesi affondavano l’incrociatore Belgrano.
 
[[Immagine:PucaraA571.jpg|300px|right|thumb|Un Pucarà, aereo ben armato ma di scarso impatto alle Falklands]]
 
Il 21 maggio gli inglesi sbarcarono a San Carlos, resistendo poi ai contrattacchi argentini, soprattutto con l’aviazione e l'artiglieria. Pochi giorni più tardi, il 26 maggio, gli inglesi vinsero clamorosamente la battaglia di Goose Green, combattendo con forze ridotte (450 paracadutisti e alcuni marines) contro 1500 argentini, poi rinforzati con elicotteri, e ben provvisti di mortai da 120 mm (le cui granate tuttavia tendevano a non esplodere o a esplodere con troppo ritardo nel terreno fangoso, non essendo dotate di spoletta di prossimità o altimetrica), obici da 105mm OTO, cannoni da 20 mm (6 binati) e 35 (2), e dell’appoggio aereo di Pucarà e Skyhawk, tre dei quali a quanto risulta abbattuti dagli inglesi. Gli inglesi ebbero solo l’appoggio del cannone (ad un certo punto inceppatosi) della Arrow, una fregata inglese, e tre missioni degli Harrier. Furono molto bravi, però, a sopraffare i bunker argentini in cui le loro forze, troppo statiche ebbero la peggio, anche grazie all’impiego dei missili MILAN. Alla fine gli argentini ebbero 200 o più morti contro 16 inglesi, nonostante l’inferiorità dell’attaccante. A quanto pare i militari di leva argentini, mal guidati e motivati, non seppero resistere nonostante la loro netta superiorità in termini di potenza di fuoco e conoscenza del terreno, cosa che d’altro canto si è verificata in molte occasioni nella Storia (basti pensare alle guerre arabo-israeliane o all’invasione tedesca dell’URSS o della Francia, o anche la Battaglia di Roma).