Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Ilaria (discussione | contributi)
m typo
Riga 1:
{{Forze armate mondiali}}
La [[w:Francia|Francia]] è una nazione che da oltre 1.000 anni influenza attivamente la vita politica, culturale ed economica in Europa. E'È un qualcosa che nessun'altra nazione del vecchio Continente (chiaramente, non considerando le civiltà classiche italiche e greche) può vantare: Dai tempi di Carlo Magno a quelli di Napoleone, ma, sia pure ridimensionata, a tutt'oggi, con tanto di diritto di veto all'ONU. E'È un Paese che nonostante la sua influenza all'estero è rimasto sostanzialmente isolato, sopratutto dopo che la Gran Bretagna ha costruito un impero più grande e ha combattuto con successo contro i napoleonici. La lingua francese è rimasta minoritaria rispetto al Commonwealth e agli Stati Uniti e la Francia, a modo suo, è rimasta isolata rispetto alla tecnologia e alla politica di diretta influenza americana, basti pensare solo alla resistenza agli F-18 per l'Aeronavale in attesa dei Rafaele. Ecco come si è evoluta la ''questione francese'' in tempi recenti.
 
==Dal XIX secolo ad oggi==
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la Francia si ritrovò considerata come '"potenza vincitrice'". Ma era una forzatura politica, in gran parte risultato dall'attività di de Gaulle e l'appoggio di Churcill. La situazione era stata '"salvata'" essenzialmente dalla France Livre con i suoi combattenti, ma di fatto v'era davvero poco da '"salvare'" dell'esperienza francese nella durissima guerra del 1939-45. La Francia era una nazione potente, vincitrice della Prima guerra mondiale, con forze armate poderose: perché si ritrovò in una posizione tanto difficile e compromessa? Essenzialmente si trattò di una serie di errori politici, che si rifacevano alla Prima guerra mondiale, anzi alla guerra con la Prussia del 1870 con il disastro di Sedan. Ricapitolando, da allora era cominciata un'ascesa economica e finanziaria non indifferente, che mise la Francia in una condizione favorevolissima, inimmaginabile dopo il KO con la Prussia che fece cadere la nazione in una crisi paragonabile al dopo-Napoleone. Ma restava da cancellare l'onda di Sedan. L'esercito francese si dedicò ad una strategia che era tutta orientata all'attacco, senza esitazioni. La filosofia offensiva dei francesi gli fece disprezzare l'artiglieria pesante e in generale una basica avvedutezza nella battaglia: non si può aumentare a dismisura l'importanza dell'azione offensiva senza prevedere anche una manovra flessibile e coordinata. L'arma d'elezione era il nuovo cannone Mle 1897, un'eccellente arma d'artiglieria campale leggera, con un nuovo sistema d'alimentazione con recuperatore idraulico molto efficiente, capace di sparare anche 20 colpi al minuto nonostante un proiettile ad alta velocità iniziale, che nonostante il ridotto alzo massimo arrivava a oltre 11 km. In seguito questa caratteristica tornerà utile per i carri armati, ma la cosa non ebbe il successo sperato come pezzo d'artiglieria. Di fatto, quest'arma eminentemente offensiva era praticamente inutile contro obiettivi protetti, troppo leggero il proiettile e troppo tesa la traiettoria. Quando scoppiò la guerra contro la Germania, nel 1914, entrambi i contendenti avevano piani, ma mentre quello tedesco era spregiudicato ma logico, con tanto di invasione del Belgio, i francesi avevano un piano irrealistico, troppo orientato all'offensiva e poco attento a proteggersi i fianchi. I tedeschi sconfissero i francesi e minacciarono Parigi, fino a che la guerra divenne di posizione. mitragliatrici e obici pesanti divennero protagonisti, assieme ai reticolati, dei campi di battaglia. I francesi continuarono ad elogiare il loro pezzo da '75 e a produrne grandi quantità, ma per fortuna comprarono anche i cannoni da 105 mm e artiglierie pesanti di ogni genere su rotaia o da postazione. Alla fine vinsero la guerra con cui in qualche modo 'riscattarono' l'onta di Sedan. Ma il prezzo pagato era stato talmente alto che nessuno ebbe voglia di festeggiare: oltre 1300000 morti per una guerra in cui la Francia, come del resto le altre Potenze europee, si era gettata senza troppo riflettere, ma anzi molto entusiasta dell'opportunità di regolare i conti. L'intransigenza francese nei negoziati postbellici vide condizioni capestro per i tedeschi e inconsapevolmente o quasi i francesi, molto meno numerosi dei germanici, si prepararono il secondo, decisivo round con i vicini. Cercarono di prepararsi con la famosa Linea Maginot, mentre l'aviazione francese, per un lungo periodo fu tra le più potenti del mondo se non la più potente. La Marina ebbe un notevole sviluppo, ma la Francia dovette incassare la '"parificazione'" con la parvenue delle grandi potenze: l'Italia. Le cose erano complesse: per esempio entrambe le nazioni ebbero la possibilità di costruire portaerei per 75.000 t ma l'Italia non la sfruttò, con tutti gli eccellenti progetti di navi che pure vennero realizzati. La Francia poteva basare in questo la sua superiorità ma di fatto realizzò solo la modesta Bearn, una corazzata convertita sull'esempio della Eagle inglese, per cui non v'era molto vantaggio.
 
La gara navale franco-italiana portò ad una formidabile competizione in tutte le categorie di navi principali, e particolarmente serrata fu nel settore cacciatorpediniere e incrociatori leggeri e pesanti, con realizzazioni di notevole rilievo tecnico, specialmente per la forte potenza installata a bordo. La Francia arrivò ai caccia '"Mogador'" con oltre 70.000 hp, l'Italia rispose non con dei '"supercacciatorpediniere'", ma con incrociatori leggeri veri e propri, i '"Capitani romani'", ma sebbene di qualcosa superiori, arrivarono molto più tardi in servizio, tanto che la loro carriera sarà essenzialmente postbellica, incluso uno, il Giulio Germanico, messo in servizio nella Marine Nationale e riarmato con cannoni tedeschi da 105 mm, poco potenti rispetto ai pezzi da 135 mm originali, ma con il vantaggio di essere un'arma bivalente anche antiaerea, dopo che il conflitto aveva dimostrato che una nave senza una batteria antiaerea pesante era di ben poca utilità. Del resto anche le navi italiane immesse in servizio vennero riarmate con i pezzi americani da 127 mm, pure meno potenti rispetto alle armi originali, ma per l'appunto a doppio ruolo.
 
In ogni caso, quando scoppiò la guerra la Francia aveva una flotta di prim'ordine, che risentiva nondimeno di un modo d'intendere le cose 'isolazionista' rispetto al trend internazionale che vedeva la Royal Navy come modello (seguito assiduamente da Giappone, Italia e anche URSS). La Marina francese era comunque potente e superiore a quella tedesca in navi, oltre che per le basi disponibili a livello mondiale.