Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Corea del nord: differenze tra le versioni

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La penisola di Corea è un'altra delle molte propaggini dell'Asia che è continente immenso e continentale, ma che nel suo lato meridionale e orientale si 'sfrangia' gradatamente, fino ad arrivare quasi all'Australia. Del resto ad Occidente si potrebbe anche dire che l'Europa sia nient'altro che la propaggine occidentale dell'Asia. La penisola coreana è stata spesso al centro di attenzioni estere. Confinante con la Cina, essa venne conquistata dai Giapponesi all'inizio del secolo, quando la loro espansione sorprese il mondo. E sorprese sopratutto la Russia Imperiale, che nonostante la sua potenza fu disastrosamente battuta da una nazione che fino a pochi decenni fa era ancora un regno medioevale e chiuso all'estero. I Giapponesi presero possesso della Corea e la loro occupazione fu talmente brutale che almeno fino a non molti anni fa in Corea del Sud era vietato usare qualunque parola giapponese. La Corea, alla fine della guerra, venne perduta come tutti gli altri possedimenti oltremare (che comprendevano anche la Cina). I Sovietici entrarono nell'Agosto del 1945 nella penisola, nonostante la Conferenza del Cairo che nel novembre 1943 vide gli Alleati promettere l'indipendenza alla Corea. Si stabilì che oltre il 38imo parallelo le truppe giapponesi dovessero arrendersi ai Sovietici, e sotto agli Alleati. Detto così sembra abbastanza pacifico, ma la cosa richiede una spiegazione. L'URSS per tutta la durata della Seconda guerra mondiale si guardò bene dal dichiarare guerra ai giapponesi, e la cosa fu reciproca. Praticamente si arrivò alla fine della guerra quando l'Armata Rossa tornò a scontrarsi con i giapponesi, e lo fece con una travolgente avanzata che era alimentata da molte truppe trasferite dal fronte occidentale, ora pacificato. Era dal '39 che non c'era una battaglia tra le due potenze, ma con questa offensiva Stalin intese stabilire l'importanza dell'URSS anche in estermo oriente. Per esempio, occupando le Kurili, che da allora sono rivendicate dai Giapponesi come parte del loro territorio.
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L'attacco nordista si sviluppò con una direttiva precisa. La penisola Coreana è montuosa, ma lo è sopratutto nella parte orientale. Attaccare con facilità la sua parte meridionale era cosa fattibile sopratutto percorrendo la costa occidentale, dove si trovava anche Seul. La 105a Brigata era in prima fila: il suo 109° Reggimento era assegnato al supporto della 3a Divisione di fanteria e passò il confine alle 4.40 di quel fatidico 25 giugno, travolgendo vicino a Sachang-ni lo sfortunato 17imo Reggimento di fanteria sudista. Il 203° Rgt entrò in azione subito dopo con la 1a Divisione di fanteria verso Kaesong-Seul, il 107° Rgt era invece assieme alla 4a Divisione di fanteria e sterminò il 12 Rgt della migliore unità Sudcoreana, la 1a Divisione a Kaesong, poi colpì il 13° Rgt. La difesa sudcoreana dichiarò 11 carri distrutti ma in realtà pare che riuscì solo a danneggiarne alcuni.
 
I Sudcoreani erano spiazzati dai T-34/85, non solo per la loro relativa invulnerabilità al tiro delle poche armi controcarri, ma anche per via della loro inesperienza: la maggior parte di loro non aveva mai visto un carro armato prima d'allora. Tentarono di fermarli con i bazooka da 60 mm e con i cannoni controcarri da 37 (o forse i ben più potenti pezzi da 57 mm? Nel qual caso avrebbero dovuto perforare anche le corazze, inclinate ma non così spesse, del carro sovietico), poi cercarono di arrampicarsi sui mezzi e scardinarne i portelli, usarono presumibilmente anche la più semplice delle armi controcarri, la bottiglia molotov, e cariche di TNT azionate da una bomba a mano inserita in questi. Tutto piuttosto inutile, e circa 90 uomini della coraggiosa 1a Divisione vennero uccisi. Travolta questa e la 7a Divisione, il 107° e il 109° Reggimento Corazzato si riunirono e poi attaccarono la capitale sudcoreana il 27 giugno. Già il giorno dopo era caduta, una vera guerra-lampo. I 'Sudisti' fecero saltare il ponte sul fiume Han quando ancora non tutte le loro truppe erano transitate oltre, ma riuscirono a fermare l'esercito invasore che solo il 3 luglio passò con un ponte appositamente gettato sul fiume; lo stesso giorno il 109° Reggimento supportò le unità nordiste all'occupazione di Inchon. Ma che ne era degli Americani? La risposta arrivò 10 giorni esatti dopo l'inizio della guerra. Nel frattempo l'US Army aveva approntato la 'Task Force Smith' appartenente alla 24a Divisione di Fanteria, che era stat inviata con un minimo contingente di uomini (circa 400) e mezzi sul continente. Gli obici da 105mm M1 erano armi bivalenti, potendo eseguire anche tiri diretti contro bersagli in movimento. Ma i proiettili erano solo HE, che fecero strage dei fanti appollaiati sui carri armati (in mancanza di mezzi da combattimento capaci di seguire i carri armati), ma non scalfirono le loro corazze. Un'unica eccezione fu quella di alcuni obici da 105 mm che avevano granate HEAT, dato il calibro del tutto sufficienti per fermare anche i possenti T-34. Spararono e misero KO i due carri di testa. Ma era tutto: la scorta di HEAT, mai particolarmente elevata per degli obici campali americani, era di appena 6 granate. Anche sparando da meno di 500 m (distanza adatta per non sbagliare data la bassa velocità iniziale delle armi da 22 calibri), non s'era davvero potuto fare di più. Per giunta, i due pezzi senza rinculo M20 da 75 mm si rivelarono inutili contro i carri armati, forse più per un problema di attivazione delle spolette contro corazze inclinate che di potere perforante (circa 100 mm) che avrebbe dovuto essere sufficiente: dopo tutto, i cannoni da 75 tedeschi con le HEAT erano capaci di mettere KO anche i T-34. Le ultime risorse, quelle più diffuse e con minore raggio d'azione, erano i bazooka M1 da 60 mm, che tirarono solo 22 colpi e non ebbero effetto. La 105a Brigata Corazzata aveva vinto il confronto, e in tutti quei primi dieci giorni di fuoco aveva perso solo 4 carri, davvero poco per una vittoria tanto schiacciante: due per le mine e due dalla TF Smith. Questa aveva perso in azione circa 150 uomini e dovette ritirarsi per evitare l'annientamento. L'unico problema serio c'era stato quando il 28 giugno il reggimento artiglieria sugli SU-76M aveva perso ben 7 mezzi su 16 a causa del tiro di controbatteria degli obici da 105 mm sudcoreani. Questo, nonostante la discreta corazza protettiva del semovente sovietico, usato anche come cacciacarri.
 
Ma c'era un'arma ben più efficace, la diplomazia che in quel momento era al lavoro. Il 7 luglio l'ONU approvò una dura condanna contro l'invasione Nordista e nonostante che l'URSS si sia rifiutata di approvarla, divenne di fatto effettiva, sotto il comando di Mc Arthur, per ricacciare indietro i Nordisti. Il comandante dell'8a Armata era stato designato come capo delle operazioni da Truman l'8 luglio. Nel frattempo, a parte gli attacchi aerei di relativamente scarso successo, c'erano novità e speranze per fermare i Nordisti. Una era l'invio delle 4 cp di carri M24 dell'Ottava Armata, che nonostante il nome roboante, di fatto era in grado di mettere insieme ben un battaglione di carri armati. Il primo assaggio della battaglia corazzata fu il 10 luglio vicino a Chonjui, con la cp A del 78° btg corazzato pesante, in appoggio alla 10a divisione di fanteria. Gli americani dimostrarono di sapere colpire il bersaglio e misero KO un carro T-34 senza analoghe punizioni. Però due carri andarono persi a causa di difetti nei sistemi di rinculo del cannone, che causarono danni irreparabili anche alle torrette. L'11 luglio vennero persi per azione nemica altri 3 M-24. Il cannone da 85 mm del T-34 era capace di distruggerlo con facilità, mentre già il giorno prima s'era visto che il pezzo da 75, per quanto capace di colpire ripetutamente il T-34, non era in grado quasi mai di perforarlo. Non solo, ma i Nordisti avevano i fuciloni PTRS da 14,5 mm controcarri: questi 'fucili per elefanti' erano davvero poderosi e davano il massimo potere di fuoco ai loro fanti. Non perforavano quanto i Bazooka, ma erano ben più precisi, rapidi nel tiro e capaci di intervenire anche contro bersagli a bassa quota. E sopratutto, si dimostrarono capaci di perforare anche gli M24, tanto che i carristi statunitensi ne risultarono piuttosto scossi, riducendo l'entusiasmo quando si trattava di supportare le fanterie sulla linea difensiva del fiume Kum. Essere sfasciati da un colpo da 85 mm o crivellati da una salva da 14,5 mm non era un'alternativa del tutto accettabile nemmeno sapendo delle difficoltà di una guerra vera. L'M-24 non difettava in velocità, aveva sagoma bassa e una discreta potenza di fuoco; ma era nondimeno vulnerabile e questa compagnia in agosto aveva operativi solo 2 degli originari 14 mezzi. Anche le altre compagnie ebbero sorte analoga, mentre venivano richiesti con urgenza nuovi sistemi controcarri. Arrivarono a metà del mese, sotto forma degli M-20 Super Bazooka, arma che ricalcava i lanciarazzi tedeschi analoghi in calibro 88 mm. Qui invece si arrivava a 89 mm, e la capacità perforante da 70-120 mm passava a ben oltre 200 mm, più che sufficiente per fermare anche i T-34. Nel frattempo le divisioni Nordiste 3a e 4a sfondarono anche a Kum , persino senza mezzi corazzati di supporto, arrivati oltre il fiume solo dal 16 luglio con il 107°, che subito attaccò la 24a Divisione americana a Taejon- Questo fu inizialmente un compito svolto con successo, ma in realtà cominciò ad essere l'inizio della fine per i Nordisti. Dal 20 luglio venne usato il Super Bazooka, e 7 T-34 vennero messi KO dalle squadre cacciacarri americane. A questo si aggiungano anche i 5 colpiti da attacchi aerei (per lo più venivano usati razzi o bombe al napalm) e si avranno le perdite peggiori di tutta la guerra per i Nordisti. Però gli Americani persero il 30% della loro malconcia divisione e si ritirarono entro la giornata.
 
Gli Americani si ritirarono a Pusan dove l'arretramento venne fermato dal gen. Walker, che stabilì di resistere e venne stabilito un perimetro difensivo attorno alla zona di Taegu-Masan-Pusan-Kyongiu, davvero all'estremo su della penisola. Si aspettavano rinforzi, mentre molti corazzati nordisti erano piuttosto logori dopo un mese di combattimenti, e numerosi di questi erano stati abbandonati quando non cannibalizzati, almeno fino a quando non fosse stato possibile disporre dei pezzi di ricambio. Il 23 luglio, dopo una battaglia contro la 27a ID americana, i T-34 vennero fermati a causa delle mine e dei super-Bazooka. Il 28 luglio altri 5 carri vennero messi KO da attacchi aerei e così, alla fine di agosto, il totale dei carri armati della 105a Brigata ammontava solo ad una quarantina di mezzi efficienti. Non era facile rimettere in servizio molti degli altri, non tanto perché totalmente distrutti ma per via degli attacchi aerei, ora sempre più concreti, che stavano colpendo le linee di comunicazione e i convogli. Respinti, pare con la perdita di 5 carri, in ben due occasioni in cui tentarono di passare il fiume Naktong, dagli attacchi aerei che oramai si facevano sentire, i Coreani si acquietarono per il momento. Ma un nuovo protagonista stava per giungere in terra coreana, il carro pesante M26 Pershing, molto meglio corazzato e armato anche se era scarso a mobilità e sopratutto, affidabilità. Solo 3 esemplari inizialmente sbarcarono, dopo essere stati scoperti fortuitamente in un deposito di Tokyo. Il 26 luglio difesero Chinju contro la 6a Divisione nordista. Respinsero il nemico a raffiche di mitragliatrici, appena dopo essere sbarcati dai veicoli portacarri. Cercarono poi di mettersi in salvo ma un guasto ai sistemi di ventilazione del motore ne decretò la fine. In effetti questa piccola unità, al comando del tenente Fowler era handicappata dall'irregolarità dell funzionamento dei ventilatori e stavano aspettando unità nuove che non arrivarono in tempo. Quando arrivò il secondo attacco, si diressero verso Masan ma trovarono il ponte crollato. Continuarono a piedi , ma caddero in un imboscata. Solo 7 raggiunsero uno dei carri e sparando riuscirono a scappare, fino a che vicino al fiume Nam il motore fuse e i 7 superstiti dei 15 carristi scapparono a Masan a piedi riguadagnando le proprie linee. Ecco come iniziarono e poi finirono la carriera operativa i carri M26.
 
Ma l'US Army oramai stava cercando di correre ai ripari: dopo tutto era passato più di un mese dall'inizio della guerra. I carri erano necessari, ma solo il 70° Battaglione con gli M4 e gli M26 di Fort Knox, il 6° con i nuovissimi M46, il 73° con gli M-26 della scuola carrista di Ft. Benning, erano considerati utilizzabili. Questi soli, in una forza che qualche anno prima stravinse la guerra, e fu addirittura, nell'ultimo caso, necessario usare anche gli M26 messi come monumento della base, oltre che due compagnie di M-4 aggiuntive. In Giappone erano ancora presenti 54 M4 in magazzino e vennero dati al 8072, poi 89° Battaglione Corazzato medio. Finalmente alla fine di luglio una compagnia di questi giunse in Corea, mentre all'inizio di agosto giunse la cp. A della prima Brigata Marines, forte di M26 che avevano appena sostituito gli M4. L'89° Entrò in azione per primo con una delle sue 3 cp M4 che assieme ad una cp di M26 appena giunti e ad una cp di M24 lo componevano. Ma il 2 agosto i cannoni nordisti da 45 mm erano in agguato e pur non eccezionalmente potenti misero KO ben 8 dei carri americani, sterminandoli in pochi minuti. Fu una brutta esperienza, a cui seguirono alcuni giorni di azioni di sostegno per le truppe sia in difesa che in attacco.
 
Nel frattempo le operazioni aeree erano state incrementate con effetti micidiali. Sebbene superasse il Naktong, il 2° Btg/109° Rgt venne massacrato dai velivoli americani il 13 agosto, con circa 20 carri persi. Anche per questo il 15 agosto arrivò un Battaglione corazzato indipendente, ovvero non irreggimentato, formato dalla scuola carristi con i suoi 21 carri T-34. Quanto allo scontrod decisivo tra i carri T-34 e gli M-26, ancora non c'era stato. Era solo questione di tempo e il 17agosto il 107° reggimento, mandati contro la 1a Brigata Marines si scontrarono a Waegewan con un M26 Pershing. I Nordisti fin'allora avevano travolto i mezzi avversari, ma l'M26 non era un M24 e se ne dovettero accorgere, sparando contro un mezzo ben poco vulnerabile anche ai loro cannoni da 85 mm. Il carro americano incendiò un T-34 e l'unico superstite venne poco cavallerescamente falciato dalla mitragliatrice anteriore mentre usciva dal mezzo. Gli altri carri erano sotto attacco con bazooka e cannoni SR, che li colpirono in più punti (almeno per uno di questi) ma continuarono a combattere. Fino a che altri 2 M26 li affrontarono e li distrussero, e il quarto carro che stava indietreggiando dopo che quelli di testa erano andati perduti, venne attaccato e messo fuori uso dagli aerei. Così terminò l'epopea dell'invincibilità dei T-34, durata quasi 2 mesi. La battaglia successiva tra mezzi corazzati avvenne a Tabudong, su cui i Nordisti cercavano di sfondare ma alla cui difesa c'erano anche i carri della compagnia C del 73° Btg Corazzato. Tra il 18 e il 27 agosto vi furono continui attacchi notturni, con la vallata ribattezzata 'Bowling Alley' per via dei traccianti che la illuminavano come grandi sfere di fuoco. Alla fine della battaglia i nordisti avevano però perso 13 T-34 e anche 5 Su-76M, o secondo alcune fonti, SU-100 che però non sembra risultassero all'epoca. I carristi Nordisti erano una specialità 'fresca' di una nazione neoformata e non avevano ancora uno standard operativo molto alto. Sopratutto se si trattava di combattere contro mezzi corazzati. Il tiro era piuttosto lento e per giunta, non molto preciso. Le granate, portate a bordo sopratutto per supportare la fanteria, erano prevalentemente HE che non ce la potevano certo fare a distruggere un M26 (ma non era forse la stessa cosa con gli M24..). Al dunque i combattimenti attorno a Pusan furono sopratutto causa di perdite di corazzati senza scontri diretti, mine e cannoni da 45 mm erano in maggior numero le cause dei danni subiti dagli americani. I Nordisti cominciarono anche loro ad usare bombe a mano (apparentemente non avevano quelle micidiali a carica cava, anche se sembra strano) contro i carri americani, ma sebbene fosse molto pericoloso, questo attacco di notte talvolta funzionava.
 
Ma oramai la marea stava montando: i Nordisti potevano sopraffare, come fecero, i Sudisti; ma non potevano anche vincere contro gli Americani e le altre truppe ONU. Se all'inizio della guerra non c'era nemmeno un carro sotto il 38° parallelo, adesso alla fine di agosto, ve n'erano circa 500: tra questi il 6° nella zona di Taegu in qualità di riserva mobile dell'8a Armata, il 70° per la 1a Divisione di Cavalleria, il 73°, il 72°, il 1° Marine Tank Battalion, per un totale di 500 carri, metà erano M26 Pershing, come a dire mezzi della classe dei Tigre o degli Stalin. E dall'altra parte, la 105a Brigata Corazzata aveva solo circa 40 carri efficienti. Ma sopratutto c'era la marina alleata, che su suggerimento di McArthur eseguì il famoso sbarco a Inchon, dove venne attaccata l'omonima città portuale che era vicino a Seul con il X Corpo anfibio, con la 1a Divisione Marines, 7a ID US army, e il 73° Btg corazzato. Il 16 settembre, dopo quasi 3 mesi di guerra, arrivarono dal mare gli LVTP-3 che assaltarono la penisola di Wolmi-do. Dopo avere sorpreso la difesa coreana e distrutto con un M26 l'unico mezzo trovato, una blindo leggera BA-64. Nonostante che i Coreani sapessero dello sbarco tramite l'intelligence sovietica che aveva personale infiltrato in Gran Bretagna, il dittatore nordcoreano volle ignorare il pericolo, ordinando di continuare ad attaccare il perimetro di Pusan perché sperava che in poco tempo la difesa sarebbe stata travolta e la penisola conquistata. Ammesso che questo poteva placare gli Americani, la cosa non era più fattibile con tutti i rinforzi sopraggiunti e con la superiorità aerea in mano all'aviazione. Era oramai tardi per sognare la conquista che sarebbe stata un caposaldo preziosissimo per proiettare il Comunismo vicino anche allo stesso Giappone. Ma gli americani arrivarono in massa tagliando la penisola nella sua zona occidentale che era la più facile da percorrere. In zona c'era il 42° Rgt con 18 T-34, supportato poi, ma solo dopo lo sbarco dal 43° della famosa 105a Brigata, che aggiunse un'altra dozzina di carri. Già il 16 settembre una cp del primo dei due tentò con circa 10 carri di fermare gli americani: impresa disperata, questi avevano la superiorità aerea e già a terra i carri M26; 3 T-34 vennero distrutti dagli aerei e tre dai carri. Il 17 i Marines sorpresero 6 T-34 i cui equipaggi facevano colazione, lungo la direttrice di marcia per la base aerea di Kimpo, e li distrussero con i Pershing e i cannoni SR, altri vennero colpiti dai Super Bazooka nei giorni successivi. Alla fine 24 carri erano finiti KO. Dopo l'annientamento del 42° Rgt fu la volta del 43° che perse 12 carri il 25 settembre di cui sette dai Pershing, che travolsero anche le barricate sulle strade erette dai nordisti. I carri M4 persero uno dei loro da parte dei T-34, ma distrussero 8 carri nemici che per lo più erano stati interrati, poi distrusse altri tre carri che contrattaccavano, mentre altri 4 vennero colpiti da un'altra compagnia di M4 durante l'entrata a Seul, entrando a Suwon, ad occidente. Poi ci si spostò a Sud e vennero distrutti dalla stessa cp di carri altri 4 T-34. Presumibilmente almeno una grossa parte di questi carri americani erano M26. Nel frattempo dalla sacca di Pusan, oramai rafforzata venne programmata una nuova offensiva contro i Nordisti. Questi il 1 settembre usarono i reggimenti corazzati 16 e 17 e attaccarono con perdite pesanti da entrambe le parti, ma senza successo finale che all'epoca sarebbe stato forse sufficiente per annullare anche l'operazione a Inchon. Dopo le notizie degli sbarchi i Nordisti erano demoralizzati e in effetti la controffensiva ebbe luogo secondo la pianificazione, appena dopo: prima si parlava del 17, poi ci si accontentò del 21 settembre, quando i Nordcoreani, resisi conto da tempo di essere contro un avversario sempre più forte, erano oramai demoralizzati. Fu loro detto di risalire verso Seul, ma per lo più cercarono scampo verso la parte orientale della penisola che era più montuosa. Anche la 105a Brigata, nominata ai tempi felici della conquista di Seul 'Divisione Corazzata Seul' era adesso in ritirata, lasciando dietro di sè carri danneggiati ma funzionanti per rallentare, a mò di fortino, l'avanzata delle truppe ONU. Il gen Walker che era all'epoca il comandante dell'Ottava Armata, aveva pensato ad una forza mobile per collegarsi con il X Corpo di Mc Arthur, e usò per questo un btg del 7° Rgt cavalleria con 7 carri M4 del 70° btg, era la 'Task Force Lynch' e partì nella notte del 21 settembre per conquistare una stazione di traghettamento. Un cannone da 76 mm nordista mise tuttavia KO i due Sherman di testa, ma poi venne conquistato dalla fanteria, poi la TF 'Smith' distrusse un treno di munizioni e catturò 20 pezzi d'artiglieria, 50 autocarri e 4 T-34. Una compagnia di carri M4 perse il contatto durante i combattimenti e durante la notte del 26-27 settembre venne attaccato da ben 9 T-34. Questi carri della C Company/70° Btg ebbero due mezzi distrutti da due carri interrati, poi questi vennero messi KO da un terzo M4, mentre un carro armato coreano distrusse nelle retrovie circa 15 jeep e autocarri prima che venisse fermato con un obice da 105 mm a corta distanza, altri 4 vennero messi KO da bazooka e gli ultimi due, ritiratisi, vennero poi distrutti dai carri del battaglione. Nel frattempo, a parte questo che fu uno degli scontri più consistenti tra corazzati in Corea, nella notte del 26-27 settembre la TF Smith incontrò a Suwan il X Corps. Non mancarono altri episodi di scontri tra carri. Nella nebbia successe persino, il 12 ottobre, che un carro del 70° Btg,danneggiato da una mina, fosse attaccato da un T-34 che lo speronò apparendo tra la nebbia. Vi fu una specie di corpo a corpo: il carro americano ingranò la retromarcia e sparò colpendo la canna del T-34, mentre un secondo M4 lo distrusse con un colpo alla torretta. Poi altri due carri vennero distrutti da un M4 e un M26 da distanze di circa 50 metri, infine la colonna di corazzati americani distrusse altri 5 T-34 interrati. Un altro btg, il 6°, ingaggiò forze corazzate coreane il 22 ottobre, quando la sua compagnia C distrusse gli 8 T-34 e il SU-76 incontrati, poi trovò altri 8 carri abbandonati dagli equipaggi.
 
Era fatta, oramai la preparazione e la resistenza delle truppe di Pyongyang era collassata e gli americani erano all'inseguimento dei coreani su entrambe le coste della penisola. Ma McArthur esagerò, spingendole fino al fiume Yalu che segnava il confine storico con la Cina. Questa non era contenta, e lo aveva fatto capire bene, di eventuali azioni di sconfinamento. Ma i Cinesi erano piuttosto interessati ad inseguire i Nazionalisti con un grande assalto anfibio a Taiwan, assalto che però non ci sarebbe mai stato. Nemmeno l'idea di avere una Corea riunificata sotto l'egidia americana ai loro confini era allettante. A malincuore, la Quarta Armata Campale Cinese ebbe ordine di distaccare il XII Gruppo d'Armate con la 38a, 39a e 40a Armata schierate per fronteggiare l'Ottava Armata sulla costa occidentale coreana, dopo che gli americani, inizialmente presi di sprovvista, avevano dimostrato di essere ancora -grattata un pò di ruggine- quei 'mastini della guerra' che avevano vinto 5 anni prima l'ultimo conflitto mondiale. I Cinesi misero invece la 42a Armata per fermare i Sudcoreani e i Marines sulla parte orienale della penisola, specialmente attorno al lago Chosin. Altre due armate erano in riserva: XIII gruppo d'Armate 'Volontari del Popolo') in tutto c'erano 18 divisioni. Nonostante la ricognizione americana le avesse localizzate, non riuscirono ad evitare la sorpresa. Eppure le unità cinesi non erano ben equipaggiate nemmeno per gli standard dell'ELP: le migliori unità erano per affrontare i Nazionalisti e vennero trattenute in patria. Questo era vero tanto che solo un soldato su tre aveva un fucile, per lo più armi americane ex-nazionaliste, gli altri si dovevano accontentare di ..bombe a mano, anche le artiglierie erano insufficienti e mancava ogni sorta di reparto corazzato perché i pochi carri presenti allora erano quelli americani ex-nazionalisti e quelli giapponesi per lo più catturati dai Sovietici, tutti concentrati in prossimità di Taiwan. Persino i veicoli dell'ELP erano costituiti solo da quelli nordocoreani (ovvero quelli che stavano soccombendo all'attacco americano) ancora disponibili. Addirittura, alcune divisioni cinesi erano di ex-nazionalisti a cui dovette toccare il compito di attaccare i loro ex-alleati americani. Chiaramente i Cinesi potevano mettere in campo la quantità, ma questa da sola, dalla rivolta dei Boxer alle sconfitte contro i Giapponesi, non si era dimostrata sufficiente. Chiesero aiuto urgente a Stalin il quale non era tanto contento di fornire loro aiuti militari: temeva giustamente un'escalation che avrebbe portato ad una nuova guerra mondiale, che l'URSS non era affatto nelle condizioni di affrontare, specie considerando che gli USA erano già entrati nell'era nucleare e loro no. Alla fine i Sovietici acconsentirono di fornire mezzi corazzati per un'Armata corazzata con due divisioni corazzate almeno, e una divisione meccanizzata. L'idea non piacque a Stalin che però mandò 10 rgt corazzati per difendere le 4 città della Manciuria di maggiore importanza, che comprendevano anche i 200 JS-4, i più recenti e potenti carri sovietici, con l'intera produzione schierata in questa zona di guerra. I Cinesi avrebbero avuto alcuni IS-2M e vari T-34 per costituire finalmente le loro forze corazzate. In ogni caso i Cinesi avevano fatto sapere agli Americani che non avrebbero tollerato un'azione d'attacco tanto spinta come quella che gli USA stavano mettendo in atto con la quale si stavano avvicinando ai loro confini e magari li avrebbero passati nell'inseguire quanto restava dell'esercito nordista.
 
Alla fine l'offensiva partì con un'azione contro l'8° Rgt Cavalleria, che assieme al 70° Battaglione corazzato (presente con la cp B) venne fatto segno da colpi di mortaio da 120 mm e Katysha mentre era a Unsan, il 31 ottobre 1950. Dopo mezzanotte le divisioni 115 e 116 assaltarono gli americani in massa e causarono la perdita di circa 14 carri di cui ben 10 erano M26, nonché l'equivalente di un battaglione di fanteria. Il giorno dopo, il 1 novembre, 7 carri T-34 vennero messi KO da parte della Cp A del 6° Btg americano, l'ultimo importante e il più settentrionale degli scontri corazzati in Corea, avvenendo esso a Chongo-Dong.
 
Nel frattempo il 27 ottobre la 1a Divisione dei Marines sbarcò a Wonson, la 7a ID a Hungnam dove trovò un treno di SU-76M appena giunti dall'URSS, mentre i Marines andavano alla diga del lago artificiale Chosin, là era infatti presente la principale centrale elettrica nordista. Ma già il 25 ottobre 1950 la 3a ID Sudcoreana aveva combattuto con il 5° Rgt dell'8a Armata Cinese. La 'Prima Fase' offensiva, in larga scala, era stata sferrata lungo tutto il fronte coreano Durò una settimana e il 6 novembre i Cinesi scomparvero letteralmente tra le colline da cui erano arrivati. Non fu tanto un'azione offensiva vera e propria ma un modo di fermare l'avanzata americana e 'Alleata' in generale. Se avessero inteso, gli americani si sarebbero potuti fermare e lasciare parlare la politica. Invece continuarono imperterriti con Mc Arthur che programmò un'altra offensiva per il 24 novembre. L'ELP, rinforzato nel settore co il IX Gruppo d'Armate era adesso forte di 31 divisioni. Dopo l'attacco americano i Cinesi sferrarono l'Offensiva della Seconda Fase, e stavolta non fu un avvertimento. Antiutto venne travolta a Unsan la 25a ID nonostante l'appoggio dell'89° Btg corazzato, ma anche la 2a ID appoggiata dal 72° dovette ritirarsi. Ad oriente l'esercito Sudista venne mandato in rotta con il suo II Corpo d'Armata. Inizio dicembre, dopo pochi giorni d'offensiva l'8a Armata si dovette ritirare. Avevano occupato anche la capitale nordista Pyongyang, ma ora dovettero abbandonarla. La 1a Divisione Marines era rimasta intrappolata a Chosin ma riuscì a scappare rompendo l'accerchiamento. La situazione era gravissima. Centinaia di migliaia di cinesi erano in aperta offensiva e nel cielo la supremazia americana diventava inaffidabile. Da un lato le cattive condimeteo non erano certo ideali per far operare al meglio gli aerei disponibili, dall'altro erano arrivati i pericolosi MiG-15 che furono un vero shock per gli occidentali. Il X Corpo venne evacuato via mare da Wonson e Hamhung fino a Pusan. Si arrivò al 31 dicembre quando l'ELP assetò il terzo attacco o 'Terza Fase Offensiva', costringendo il generale Ridgway ad arretrare oltre Seul e a far lasciare anche all'8a armata il campo, consentendo ai Cinesi di occupare per la seconda volta Seul (si potrebbe definire 'la guerra delle capitali: in quale altro conflitto si sono occupate a raffica le capitali degli opposti stati in tanto pochi mesi?). Nondimeno gli americani disponevano di 138 carri leggeri M24, 679 M4, 309 M-26 e 200 M-46, mentre ai 258 carri forniti dai Sovietici se ne aggiunsero, dall'altra parte, ai soli nordcoreani altri 150 mezzi, che sarebbero stati fondamentali se fossero stati tutti disponibili e subito. Anche con i pochi mezzi portati dai Cinesi, sempre che ne avessero all'epoca, non c'era molto da fare. Dopo questa Terza fase, l'offensiva cinese raggiunse la sua punta estrema, e a metà del gennaio 1951 l'Ottava Armata disponeva ancora, nonostante tutto ,di 670 carri armati di cui 45 erano Cromwell e Centurion Mk 3 dell'8° Rgt 'King Royal Irish Hussars' nonché i vecchi Churchill Mk VII del 7° RTR. Infatti in Corea non c'era solo l'US Army. I carri USA erano 64 M24, 317 M4, 50 M26, 97 M46. Nonostante i dubbi sulla loro reale efficacia nel territorio montagnoso, furono determinanti nel fermare la quarta offensiva cinese del febbraio 1951, e consentirono di liberare Seul (per la quarta volta cambiò occupante in meno di un anno!). Nemmeno i Cinesi riuscirono, piuttosto male equipaggiati com'erano, a fare molto di più. Gli americani li respinsero sopra il 38° Parallelo e la loro quinta offensiva fallì completamente nell'aprile 1951.
 
A questo punto si cercò la soluzione politica. Mc Arthur protestò per non continuare l'offensiva contro i Cinesi e ventilò anche di usare armi nucleari. Ma oramai anche i Sovietici avevano 'l'articolo' e Truman, che pure autorizzò a suo tempo il bombardamento di città giapponesi con le 'A Bomb', adesso silurò (14 aprile 1951) Mc Arthur e lo sostituì con Ridgway. Poi si cominciò a trattare la pace, ma nel frattempo iniziò una guerra di posizione chiamata giustamente anche 'guerra degli avamposti' , che divennero gli obiettivi di piccole offensive locali e bombardamenti d'artiglieria e aerei. I carri armati a quel punto vennero utilizzati solo come fortini mobili: vennero allestite strade per muoverli da un posto all'altro, vennero usati a tiro diretto per colpire i bunker, e vennero realizzate delle piazzole a rampa su cui si potevano arrampicare per sfruttare al meglio la gittata del cannone. Tutti esempi di cattivo uso delle loro potenzialità teoriche, inclusa la pratica di interrarli a mò di fortino. Era solo una guerra di posizione, oramai, in attesa della fine dei negoziati politici.
 
Quanto ai mezzi corazzati, in un rapporto reso pubblico solo dopo la guerra, nel '54, si parlava di 119 scontri tra carri di cui 15 con i Marines quali protagonisti: dettagliatamente gli M4 presero parte a 59 azioni, gli M26 a 38, gli M46 a 12 e gli M24 a 10, ma solo in 24 occasioni vennero incontrati più di 3 carri nordisti. In tutto le perdite furono piuttosto elevate per gli americani, specie nella prima fase quando i loro carri erano gli M24. 34 carri USA vennero messi KO da SU e T-34, anche se solo 15 vennero distrutti completamente. Gli americani rivendicarono 97 carri distrutti e solo 18 altri fuori uso. Questo era deciso dal fatto che gli americani sparavano più colpi contro il carro fino a quando non erano sicuri di distruggerlo, il che affliggeva anche la sorte dei carristi comunisti, che perdevano la vita nel 75% dei casi contro il 18% che nei carri americani. Il fatto è che continuarono ad non essere molto addestrati. Il T-34/85 era definito un eccellente mezzo da battaglia ma non era ben sfruttato da equipaggi all'altezza. Il suo cannone da 85 mm aveva poche possibilità di perforare gli M26 e gli M46, che avrebbero richiesto quantomeno munizioni HVAP o APDS ma non è chiaro se queste erano disponibili per perforare i loro 102 mm d'acciaio. La distanza in ogni caso era piuttosto limitata durante molti degli ingaggi, per cui la cosa si poteva fare. Ma qui entrava anche in gioco l'addestramento dei carristi e i loro tempi di reazione. I SU-76M erano marginalmente efficaci come mezzi controcarri anche se il loro cannone non era da sottovalutare e la loro mobilità era, nonostante una velocità di punta non tanto grande, molto buona. Sopratutto erano silenziosi, a differenza dei T-34. In ogni caso, gli scontri principali erano tra l'M4 e il T-34, entrambi perfettamente in grado di distruggersi a distanze tipiche di combattimento. Chiaramente le munizioni HVAP del pezzo americano da 76 mm erano pressoché indispensabili per il successo, ma la loro massa penetrante era ben inferiore, anche come danni causabili, della munizione da 85 mm specie se questa era di tipo perforante ordinario, ovvero con una massa di 9 kg.
 
In tutto gli Americani nel '50 persero 126 carri, di cui ben il 69% su mine. Dei mezzi sovietici si ritrovarono relitti o veicoli abbandonati per 239 T-34 e 75 SU-76 all'ottobre 1950, quando praticamente la guerra corazzata era finita. 102 sarebbero stati distrutti da aerei di cui ben il 60% con le terribili bombe al napalm (per quanto possa suonare strano che un mostro d'acciaio sia vulnerabile ad una sostanza incendiaria, le 'strisciate' di queste bombe avevano molte più possibilità di colpire i carri anche delle salve di razzi; praticamente sono state sostituite dalle bombe a grappolo), e solo 13 da bazooka, francamente un numero troppo basso. Molti carri erano comunque troppo danneggiati per capire quale fosse la causa determinante della loro distruzione (se si pensa al dibattito sulla perdita di carri M1 nel Golfo, si capisce che non è in effetti pacifico stabilire chi ha fatto cosa). Ora l'overclaiming: tipico di ogni guerra, l'errore 'al rialzo' è stato presente anche qui. La sola USAF si era attribuita la distruzione di ben 857 carri. Buon per i Nordisti se ce li avessero avuti! Erano il doppio di tutti quelli disponibili anche considerando i rinforzi successivi allo scoppio della guerra (e apparentemente affidati ad equipaggi molto meno esperti di quelli originari). In effetti, anche considerando l'aviazione dei Marines, quella dell'USN e quella di nazioni alleate, in tutto ci sarebbero stati solo un ottavo scarso di queste perdite: chissà a quanti carri si valutava fossero stati distrutti da tutte le forze aeree combinate: forse oltre 1.000? E' vero che spesso i carri dati per distrutti sono solo danneggiati o messi KO, ma non persi, però la differenza di 10:1 se non più è davvero impressionante..
 
Ora il giudizio sui carri armati. L'M-24, anche con la scomparsa dei carri comunisti, continuò a non piacere per la sua eccessiva vulnerabilità e al più, dall'ottobre del 1950, venne considerato un mezzo d'esplorazione. L'M26 Pershing, vero peso massimo, era un formidabile combattente a patto però di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Esso aveva problemi meccanici mai risolti appieno, avendo lo stesso motore dell'M4 più recente da circa 500 hp, ma con una massa di oltre 40 t, dieci in più. Non era affatto un buon mezzo da combattimento quanto ad affidabilità e l'orografia del luogo non lo aiutava. L'M46 era nominalmente il migliore dei carri americani: con un nuovo motore da circa 800 hp era un veicolo dall'altissimo rapporto potenza-peso per l'epoca, e in teoria era anche più mobile dell'M-4. Oggi poco noto, esso non era del tutto immune da difetti pur essendo il primo carro postbellico americano, sopratutto continuava a pesare tanto per la zona operativa. L'M4 con le sue sospensioni HVSS era molto maneggevole e affidabile, non per niente la versione E8 venne ribattezzata 'Easy Eight'. Era il carro preferito a tutti gli altri, spesso anche all'M46 (che non brillava certo di autonomia e semplicità manutentiva, dato il suo motore da 810 hp a benzina). I carri T-34 erano certamente superiori in mobilità agli M-26, almeno pari se non superiori agli M4 e anche agli M46, e a maggior ragione se il terreno era cedevole; ma avevano bisogno, come contro i Tiger e i Panther, di serrare le distanze e questo in molti scontri statici coreani non si verificò oppure si trattò di scontri confusi nei quali ebbero, a distanze troppo ridotte, la meglio gli americani.
 
La palma del 'migliore' non era però loro. Seppure usato in pochi esemplari, il Centurion Mk 3 si dimostrò anche migliore e con un tiro a lungo raggio formidabile. Nonostante la mole, era molto maneggevole e il suo tiro si dimostrò preciso. Poche le azioni in cui venne coinvolto contro altri corazzati. Il primo fu addirittura un o scontro fratricida. L'VIII Ussari che abbiamo visto sopra ingaggiò alcuni carri medi Cromwell catturati dai cinesi. Nonostante la bassa sagoma (e l'alta velocità, almeno quando utilizzabile) di questi carri armati, la battaglia sulla riva meridionale del fiume Han portò alla distruzione dei carri cinesi colpiti da ben 3.000 metri dai pezzi da 20 libbre (83 mm) che erano armati di munizioni APDS capaci di arrivare a 1.400 ms e perforare le corazze dei carri medi nemici da tale ragguardevolissima distanza, usualmente ai giorni nostri correlata con quella utile dei carri armati moderni pieni di computer di tiro. Eppure la capacità di colpire anche a 3 km dei Centurion venne dimostrata in varie occasioni e almeno finché i Patton con l'M47 adottarono un telemetro ottico non c'era molto modo di equivalerla, data la traiettoria tesa dei colpi sparati. Per il resto operò come carro d'appoggio, sparando da piazzole o rampe inclinate. Pare addirittura che con un unico colpo, sparato ovviamente in maniera fortuita, colpì un MiG in volo a bassa quota!
 
Altri mezzi corazzati usati erano pur sempre utili: semicingolati M3-M5, autoblindo come le M8, semoventi d'artiglieria contraerea come gli M19 su scafo M24 con due pezzi da 40 mm, e gli M15 su scafo M3 con pezzo da 37 e 2 da 12,7 mm si dimostrarono micidiali contro le truppe nemiche al suolo.
 
 
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Il tutto appoggiava un esercito di circa 1 milione di soldati (a parte la riserva) e 3.500 carri armati (molti dei quali T-62, a quanto pare costruiti su licenza), nonché riccamente equipaggiato di artiglierie. In tutto, scondo le fonti internazionali, c'erano circa 786 aerei da combattimento erano organizzati, al livello più alto in divisioni, praticamente una Aerobrigata formata da reparti con ruoli e macchine di tipo omogeneo ma con una consistenza numerica ragguardevole. Infatti la sua composizione si articolava in 2 o 3 reggimenti con 45-60 aerei l'uno, suddivisi in 3 o quattro squadriglie da 12-15 apparecchi ognuna. Certo che i dati noti per questa forza aerea non erano affatto certi e forse (come già nel caso della Cina e dell'Albania, per esempio) sovrastimati data la mancanza di conoscenza di dettaglio, per esempio, delle perdite operative subite in incidenti e degli aerei radiati per anzianità. In tutto è probabile che questi velivoli, relativamente moderni (all'epoca quasi concorrenziali con quanto disponibile nella RoKAF), fossero circa 530-650 nell'ipotesi più ottimistica.
 
 
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<references/>
Mini, Maurizio '' L'impiego dei corazzati nella guerra di Corea'', RID Aprile 2007 p.82-94
 
Pignato Nicola, ''Storia dei Mezzi corazzati'' sezione guerra di Corea.