Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-92: differenze tra le versioni

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La presenza sovietica in Afghanistan era già una realtà con il governo 'amico' che stava subendo l'attività di una guerriglia sempre più agguerrita. L'Afghanistan fu già terra di scontro tra Zaristi e Britannici nel XIX secolo, quando l'ambizione dei primi di raggiungere le calde acque dell'Oceano indiano con almeno una grande base navale. La ricchezza della vicina India era un altro motivo d'interesse. Ma i Russi non riuscirono a vincere il 'Grande gioco'. Dopo la Seconda guerra mondiale i Sovietici tornarono ad interessarsi di questa nazione, con aiuti militari e civili, incluso l'ammodernamento delle Forze Armate Afghane negli anni '50 e la ricostruzione delle basi aeree di Bagram, Mazar-i-Sharif, e molti aerei piuttosto moderni per popolarle adeguatamente. Una rete stradale su scala nazionale e molti edifici di pubblica utilità erano altre opere impegnative che resero l'Afghanistan il quarto Paese beneficiario degli aiuti sovietici nel 1978. La laicizzazione della società e il progresso civile erano altri aspetti dell'attività sovietica; ma all'epoca anche il Pakistan e l'Iran vivevano rapidi cambiamenti e una popolazione apparentemente entusiasta di diventare 'come gli Occidentali' negli usi e costumi (basta vedere com'erano vestiti i ragazzi che protestavano contro lo Sha per capire di che si sta parlando). Sta di fatto che nel 1978 la monarchia Afghana venne rovesciata e sostituita dal governo repubblicano di Mohammed Daud, che restò comunque in stretti rapporti con il potente vicino. E come non poteva essere che così? L'aviazione aveva oltre 180 tra MiG-17, 19 e 21, Su-7 e Il-28, nonché elicotteri Mi-4 e vari trasporti. Cambiare alleato sarebbe stato costoso e inaccettabile per i Sovietici. L'Afghanistan non poteva lamentarsi nemmeno per le infrastrutture, e qui come in pochi altri Paesi era palpabile il progresso che si stava consolidando nella società. Ma poco dopo il governo Daud venne rovesciato e il leader ucciso, da un colpo di stato guidato da ufficiali di Esercito e Aviazione. Al potere andò il Partito Democratico popolare dell'Afghanistan con il suo leader, anche lui tal Mohammed, ma di cognome Nur Taraki. Era un governo di sinistra, ma il partito si spezzò rapidamente in due fazioni: la 'Khalq' di Taraki e la 'Parcham', di Babrak Karmal. Questo non fu certo salutare per il potere centrale, che cominciò a vacillare e a indebolirsi, mentre le Forze Armate, sopratutto l'Esercito, manifestarono forti malumori. E questa situazione causò o quantomeno incoraggiò indirettamente la rivolta dei capi delle tribù montanare. Come sempre in Afghanistan, quando il potere centrale ha vacillato, quelli 'periferici' hanno preso l'iniziativa e messo in discussione quanto restava dell'autorità statale. La scintilla è stata una riforma fondiaria a base marxista, piuttosto affrettatamente varata in quel fatidico 1978. I ribelli cominciarono a formare forti gruppi armati. In Afghanistan, già in tempo di pace era normale che gli uomini girassero armati, e la loro precisione come cecchini era decisamente rispettabile. Nel marzo del '79 questi gruppi, sfuggiti al controllo centrale e diventati rapidamente numerosi e forti, riuscirono a catturare l'intera città di Herat, nel settore occidentale del Paese, e non paghi, massacrarono la guarnigione che si era loro arresa. Ma non erano solo Afghani. Assieme c'erano circa 30 consiglieri militari sovietici e le loro famiglie. Questo causò un gravissimo stato di tensione: in tutto l'Afghanistan c'erano oltre 1.000 consiglieri sovietici, spesso con le loro famiglie, ed era necessario agire per proteggerli. Quando la 17a Divisione ebbe l'ordine di soffocare la ribellione, essa non solo disobbedì ma passò in massa con i ribelli, che così ebbero all'improvviso una quantità d'armi da guerra enorme e ragionevolmente moderna. A questo punto, la situazione era critica. Chi ha visto Braveheart ricorderà come da una piccola ribellione locale si arrivò a grandi battaglie campali, ad assedi di città e al passaggio repentino di campo di interi reparti. Evidentemente anche nella realtà del XX secolo le cose possono funzionare in maniera del tutto simile. Ora il problema era: che fare? Forse la cosa migliore era il rimpatrio di tutti i sovietici e famiglie, in attesa che la situazione si chiarisse e qualche forma di governo stabile si manifestasse. Ma non era affatto una cosa prevedibile: governare l'Afghanistan è sempre stato molto difficile, e se poi la nazione, partiti i Sovietici, fosse diventata terra di conquista americana? All'epoca lo Sha, sia pure contestato, era ancora al potere e la Persia uno stato asservito agli USA.
[[Immagine:Mi-24.jpg|320px|right|thumb|Un Mi-24 D o E]]
 
Inizialmente i sovietici ritennero di dover intervenire in maniera piuttosto contenuta, anche perché già impegnati in Europa con un confronto frontale al calor bianco con la NATO, grazie anche alla chiusura del fronte Vietnamita. Non era certo nei loro piani all'improvviso dover dirottare forze e risorse in quel teatro tanto periferico. Il Generale d'Armata Yepishev andò a Kabul in visita al preoccupato governo centrale e promise 100 potenti carri T-62 e 18 nuovi Mi-24, per lo più del tipo A. Ma dopo un attacco di guerriglieri alla base di Shindand ci si rese conto che era necessario fare di meglio e tra gli aiuti forniti con un secondo lotto di armamenti figuravano anche 18 altri Mi-24, tra cui alcuni D pesantemente armati. All'epoca non era davvero comune vedere in una sola nazione un tale numero di 'Hind', il che identificava chiaramente come per i Sovietici quest'elicottero d'assalto fosse l'arma migliore per colpire i pericolosi Mujahedeen. Questo era stato dunque l'evolversi della situazione: in poco più di un anno l'Afghanistan era caduto nel caos con due colpi di Stato e una pericolosa guerriglia capace di attaccare intere città. L'URSS stava aiutando gli Afghani con massicci aiuti finanziari e tecnici, e onestamente, non c'era una vera intenzione di sottomettere né di sfruttare o colonizzare l'Afghanistan, quanto piuttosto di tenerlo per 'amico' ottenendo un prezioso spazio di sicurezza nei confronti di altre nazioni piuttosto ostili verso l'URSS. Un panorama che ha ben pochi punti di contatto con la propaganda alla 'Rambo III'.
 
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Nel dicembre 1978 Mosca aveva stipulato un accordo di 'reciproca amicizia' con Kabul e l'art.4 di questo diceva che 'qualora fosse stata messa in pericolo la sicurezza delle parti contraenti, queste avrebbero preso opportune misure'. Questo tanto bastò ai sovietici per giustificare il loro intervento diretto in Afghanistan, onde stabilizzare la situazione con l'uso della forza, e d'altro canto difficilmente a quel punto si sarebbe potuto ottenere qualcosa con la diplomazia. I guerriglieri non si diedero molta pena di capire cosa avrebbero fatto i Sovietici per risolvere la situazione. Ma questi si dimostrarono efficienti e metodici nell'intervento che avrebbe dovuto ristabilire l'ordine: prima mandarono truppe a Bagram e Shindand. Poi organizzarono un ponte aereo enorme che, giusto quando in Occidente la politica era sostituita dalle vacanze natalizie, consentì l'arrivo di una vera armata aviotrasportata. Nel periodo 24-26 dicembre 1979, circa 6.000 soldati arrivarono grazie allo sforzo sostenuto da 300 aerei. I Sovietici avevano 7 divisioni aviotrasportate (contro 2 americane e una tedesca, tanto per intenderci) e anche se potevano muoverne solo una per volta causa carenze di aerei disponibili, si dimostrarono capaci di ottenere un effetto sorpresa con un'azione rapida e decisa. Per rinforzare il corpo di spedizione, altri 15.000 soldati passarono il confine con mezzi corazzati, elicotteri Mi-24 e vecchi cacciabombardieri MiG-21 in loro appoggio. L'Occidente, tornato alle normali attività dopo le vacanze Natalizie, si ritrovò in pochi giorni davanti ad un fatto compiuto, anche se tutt'altro che imprevedibile.
[[Immagine:Mi-24D.jpg|320px|right|thumb|Una immagine presto destinata a diventare abiturale: un'orda di 'carri del Diavolo']]
 
Chi non tardò ad accorgersi dell'iniziativa sovietica erano invece i guerriglieri Afghani, che assieme ai disertori dell'Esercito organizzarono una vivace resistenza contro l'avanzata dei militari di Mosca. I quali per risposta inviarono elicotteri Mi-24 A e poi, sempre maggiori aliquote di 'D' ad appoggiare le proprie forze e a distruggere quelle avversarie. I veloci 'Hind' divennero l'emblema della guerra in Afghanistan quanto lo erano i Cobra e gli Huey per quella del Vietnam. Ma non erano loro i principali attori del settore: il supporto logistico era sopratutto a carico dei Mi-8 Hip. L'aviazione Afghana, differentemente dall'Esercito, è rimasta fedele al governo e ha cooperato con i Sovietici. Di fatto questi ultimi non si comportarono tanto come invasori nel senso classico del termine, ma come 'sostituti' del potere centrale Afghano. In altri termini, fecero quel che già gli Americani avevano tentato di fare: raddrizzare le sorti di un ente governativo indebolito contro una minaccia che non si riusciva altrimenti a controllare. Per gli Americani era il Vietnam del Sud, naturalmente. Non è che i Sovietici ci siano andati con i 'guanti di velluto', però è chiaro che, differentemente da altre operazioni (queste sì 'invasive' a tutti gli effetti) in questo caso non si è trattato di una blitzkrieg contro una nazione sovrana. Ma di fatto è stata percepita e propagandata in questo modo, e alla fine lo è pure diventato visto che il governo di Kabul, già impopolare, ha finito per essere esautorato da guerriglieri e 'amici' di Mosca. Nel frattempo le operazioni continuavano in maniera rapida ed efficiente, con l'impiego di tutti gli aerei cargo, anche gli An-22. La guarnigione assediata di Ishkashin venne liberata con un'azione che coinvolse ben 5.000 paracadutisti sovietici.
 
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====Finestra sul Mi-24 Hind: il carro del Diavolo====
[[Immagine:Mil Mi-24A Hind.jpg|320px|right|thumb|Uno dei primi Mi-24 con l'abitacolo triposto]]
Il Mi-24 era concepito come elicottero d'assalto, una sorta di MICV volante per una squadra di fanteria d'assalto. Di fatto era un pò scomodo per questo ruolo e si preferiva usarlo come 'tank volante'. I Mi-8 erano simili al Mi-24 come meccanica, la qual cosa ricorda la storia dell'AH-1 Cobra, nato come Model 209 con le stesse componenti dinamiche dell' UH-1 ma con fusoliera diversa e più snella. E' nato dopo che si era appurato come il Mi-8, eccellente sostituto del vecchio Mi-4, fosse sì un ottimo trasporto tattico ma poco convincente come macchina d'attacco. Il Mi-24, profondamente riprogettato si accontentava di una squadra di 'solo' 8 soldati invece di 24, ma forse col senno di poi sarebbe stato meglio puntare su di un elicottero che come il successivo Mi-28 o il Ka-50 non vantasse capacità di carico: ogni elicottero avrebbe dovuto fare il proprio lavoro. Una possibilità per i Sovietici sarebbe stata, se avessero voluto seguire la via americana del Cobra (ma non pare che l'abbiano mai desiderato, forse per la loro supremazia numerica in carri armati che rendevano poco interessanti delle macchine specializzate in compiti di contrasto ai blindati), avrebbe avuto modo di usare sia l'apparato motore del Ka-25 con due turbine da 990 hp, sia quello del prototipo Mi-8 con una singola turbina da 1.500-.1700 hp, come nel caso dei Cobra. Se si voleva una macchina più grossa due motori di questo tipo sarebbero stati adatti, e infatti le loro versioni evolute si ritrovano nel Mi-28.
 
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Nel 1982 cominciarono ad essere note le foto di elicotteri che rinunciando alla mobilità autonoma della torretta da 12,7 mm, passavano piuttosto ad un cannone bicanna laterale, che inizialmente era ritenuto da 23 mm, ma che poi si capì era nient'altro che il parente stretto di quello del Su-25, anch'esso inizialmente (anzi, fin verso la fine degli anni '80) ritenuto armato con un bicanna da 23 mm.
[[Immagine:Mil-mi-24.jpg
 
|320px|right|thumb|Un Mi-24D]]
In seguito l'evoluzione comportò il Mi-24WP con cannone da 23 mm in torretta con 300 colpi (a dire il vero non moltissimi).
 
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La lotta contro gli Hind e affini, spesso utilizzati anche per infiltrazioni di commandos, era inizialmente piuttosto impari. Nondimeno i Mujaheeden ottennero già nell'agosto del 1980 un successo propagandistico e materiale notevole allorché abbatterono uno dei grossi An-12 in atterraggio su Kabul. I 'Cub' erano i principali trasporti sovietici in Afghanistan, ma presto venne l'ora di utilizzare anche i ben superiori Il-76, tre volte più pesanti ma capaci di operare nelle stesse piste semipreparate e piuttosto corte. La loro capacità di salire e scendere sugli aeroporti gli avrebbe consentito di sfuggire sempre alle armi dei ribelli. Non così avvenne per un enorme An-12, che sempre a Kabul venne abbattuto con un SA-7 nel 1984. Fu una strage, perché l'aereo cadde senza dare scampo ai 250 soldati che erano a bordo.
[[Immagine:Mi-8 W-3 CM.jpg
 
|320px|right|thumb|Un infaticabile 'Hip', protagonista in Afghanistan quanto gli Huey in Vietnam. Alcuni sono attualmente affittati dagli americani per supportare pure le loro operazioni..quando si dice la durevolezza]]
Gli elicotteri divennero presto l'unico modo di tenere le guarnigioni isolate e di scortare i convogli di truppe e rifornimenti. Durante l'assedio di Khost, alla fine del 1983, gli An-12 volarono tra le 150 e le 180 missioni alla settimana per rifornire la guarnigione e altri ancora lanciarono rifornimenti con la più sicura tecnica del paracadute. Un An-12, sorpreso dal fuoco dei guerriglieri a terra, riuscì a scappare con diversi morti e feriti a bordo, rientrando alla base con circa 150 buchi e vari danni a bordo. Un degno emulo dell'Hercules. Talvolta gli elicotteri abbattuti avevano sorti curiose, visto che spesso non prendevano fuoco: un camion dei guerriglieri aveva una scocca (fusoliera?) ricavata dalla fusoliera di un Mi-8 abbattuto in precedenza. Sui fianchi c'erano ancora le insegne afghane e i 5 finestrini rotondi per lato.
 
Le armi contraeree erano inizialmente piuttosto esigue: cannoni binati da 20-23 mm, mitragliatrici leggere e pesanti, e armi controcarri utilizzate in maniera non convenzionale, sopratutto i lanciarazzi RPG. Gli Hind erano comunque molto veloci e 'beccarli' era difficile con le armi più pesanti e lente, mentre il fuoco di quelle portatili era grossomodo inutile, e del resto gli elicotteri si sono dimostrati spesso molto più difficili da buttare giù di quanto non sembrerebbe a vederli, così leggeri e ricchi di vetrature come sono. I Cinesi furono prodighi di missili SA-7, e forse anche gli Egiziani diedero fondo alle loro riserve di vecchio materiale ex-sovietico. L'evento che però fece la differenza fu l'aiuto occidentale. Gli Afghani furono relativamente insoddisfatti degli SA-7, specie dopo che gli elicotteri si erano muniti di lanciatori di flares, ma erano pur sempre meglio di nulla; i Blowpipe inglesi vennero usati in pochi esemplari, ma senza tanto profitto; i missili controcarri di nuova generazione cinesi vennero giudicati già in sede di valutazione un fallimento; ma i missili Stinger trasformarono i cacciati in cacciatori, e la loro precisione e letalità vennero molto apprezzate.
[[Immagine:World_operators_of_the_Mi-24.png|320px|right|thumb|Tanto per capire la diffusione degli 'Hind']]
 
I Mi-24 continuarono comunque imperrterriti nella loro diuturna azione di supporto aereo e pattugliamento. La loro tattica venne modificata facendoli diventare dei veri aerei d'attacco in picchiata, con volo in formazioni di almeno due elementi, attacchi in picchiata e tiro delle armi tra i 2.000 e i 500 m per poi eseguire una veloce risalita, lanciando salve di flares. Il Mi-24 non è certo una macchina che passa inosservata: i piloti avevano la sensazione di essere il 'bersaglio più grosso dei dintorni' come raccontava a T.Cooper un veterano degli 'Hind' (cervo maschio, nome in codice NATO). Il rumore, anzi il 'fragore' lo rende poi udibile a chilometri di distanza, e l'emissione termica dei suoi scarichi non è di sicuro modesta. Anche la traccia radar, per chi fosse dotato di sistemi di scoperta del genere è stealth: di fatto il Mi-24, veloce e possente, ricorda una specie (anche come lunghezza!) di F-4 Phantom ad ala rotante, anche per la sua conformazione vagamanete a gobba. I sovietici lo chiamavano 'Gorbach' che significa (come l'S.79..) gobbo. Gli Afghani temevano questa macchina come solo i Su-25, e gli affibbiarono il nome di Sheitan Arba, Carro del Diavolo.
 
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Ma torniamo alla prima metà della guerra. Ben presto venne identificato da parte della NATO una nuova macchina operativa, quel Ram-J visto al centro sperimentale di Ramenskoje, che poi sarebbe diventato il Su-25. Questa macchina era stata usata nell'offensiva di primavera e costituì una molto spiacevole sorpresa per gli Afghani.
[[Immagine:World_operators_of_the_Mi-24.png|320px|right|thumb|Tanto per capire la diffusione degli 'Hind']]
 
Questi erano abituati agli attacchi 'mordi e fuggi' dati dai veloci aviogetti; il Su-25 era meno rapido (ma pur sempre molto di più dell'A-10 pariclasse) e poteva portare un pesante carico bellico, permanendo in zona per ore e sopratto operando con i Mi-24, un cocktail micidiale. Già il Mi-24 era forse l'unico velivolo sovietico veramente temuto (a dire il vero, i sovietici impiegarono anche i Su-24 e i MiG-23). In genere operava come cannoniera 'pura': al più erano portati un paio di armieri nel vano di trasporto, magari per azionare eventuali mitraglie laterali o per aiutare in caso di guasti 'fuori sede'.
 
Dopo l'assedio di Khost vennero inviati altri elicotteri e aerei d'appoggio, arrivati all'inizio del 1984. Iniziarono anche gli attacchi di ritorsione che purtroppo, in ogni guerra finiscono per accadere: all'inizio di quell'anno 2 attacchi di elicotteri colpirono il villaggio di Istalef per punirlo del supporto dato ai guerriglieri, mentre 120 Mi-8 appoggiavano 300 carri armati in movimento su Najrab. Le forze d'occupazione erano salite a 135.000 uomini, anche perché i disertori dell'Esercito afghano, come facilmente prevedibile fin troppo sensibile ai richiami delle etnie d'origine, aveva disertato, rendendo necessario aumentare le truppe sovietiche. A Marzo 1984 una forza di 36 Tu-16 e circa 100 strikers tra cui i Su-24 erano oltreconfine per appoggiare l'offensiva di primavera nella valle del Panjshir, mentre gli elicotteri volavano circa 100 missioni d'attacco al giorno, mantenendo quote di volo elevate con attacchi in picchiata finali, tattica imposta dati i crescenti successi che i guerriglieri ottenevano con le armi leggere: ma ancora non era l'era dello 'Stinger', che avrebber reso anche più pericolosa questa tecnica: l'elicottero non vola certo alle quote sufficienti per sfuggire a tali MANPADS. Nel frattempo i Mi-8 e 24 erano diventati circa 340 unità. Gli attacchi in quota con bombardamenti da parte di Tu-16 erano stati probabilmente già integrati (e lo sarebbero stati in seguito) dai TU-22 e Tu-22M, per poi essere seguiti da azioni di Su-24, spesso con bombe-laser per ridurre i rischi, MiG-21 e 23, i Su-25 e i Mi-24. Le valli laterali sono state prese da commandos elitrasportati. Alla fine campagne come questa contribuirono al mito del Comandante Massoud, quello ucciso appena prima dell'attacco alle Torri Gemelle: fu lui il 'leone del Panisjr, che avremme respinto 7 attacchi sovietici pure compiuti con gran dispiegamento di forze. I bombardamenti NATO a tutt'oggi non riescono a fare totalmente piazza pulita di questo tipo di minacce, che evidentemente resiste persino alla tecnologia più avanzata.
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Uno dei problemi dell'Afghanistan era che di fatto, si tratta di un Paese con una 'roccaforte tra i monti: specie nelle zone centrali dove si arriva anche ad oltre 4.000 metri, mentre nella parte Sud-occidentale vi è una ampia zona pianeggiante,c ome del resto anche a nord. La prima, alta poco oltre i 250 m sul livello del mare, è vicina a Kandhar, città fondata da Alessandro; mentre pure in pianura sono le zone settentrionali confinanti con l'URSS, come Mazar e Kunduz. Per gli elicotteri è difficile volare a quote elevate, come grossomodo lo è per un'aereo della I GM, anche se possiedono una maggiore velocità di salita. Peggio però, se si tratta di volare carichi di armi (l'Hind arriva fino a 1.275 kg) e con clima caldo, che debilita le turbine riducendo la densità dell'aria e quindi l'ossigeno.
[[Immagine:World_operators_of_the_Mi-24.png|320px|right|thumb|Tanto per capire la diffusione degli 'Hind']]
 
Gli Hind erano già stati riconosciuti come piuttosto sottopotenziati, malgrado la velocità di cui erano capaci<ref> Szulc Tomasz ''I nuovi Kamov e Mil'', Aerei Maggio 1996 p.26-30</ref>. La cosa si notava sopratutto ad alta quota, e le operazioni in hovering fuori effetto suolo. Un altro problema erano le armi, più efficaci in contesti come quello in cui si mosse l'US Army in Vietnam che nei grandi spazi dell'Afghanistan, dove i tiri potevano e dovevano essere fatti da grosse distanze. Le mitragliatrici da 12,7 mm erano precisi ed affidabili, capaci di erogare un formidabile volume di fuoco entro un raggio utile di 1 km. Anche singoli guerriglieri afghani erano cacciati dai Mi-24, con interventi non di rado anche notturni, proprio quando la guerriglia è più attiva. La precisione dei razzi da 57 mm, tra l'altro non eccessivamente potenti, lasciava piuttosto a desiderare nei tiri a lungo raggio. Molti Mi-8, poi, erano stati messi fuori combattimento anche da una sola pallottola nel posto giusto, a causa dell'assenza di protezioni. Ma i cambiamenti per sopperire a questa situazione non si fecero attendere. Per aumentare la potenza di fuoco dei Mi-24 vennero usati i gunpods da 23 mm di cui si è parlato sopra, mentre apparvero anche i lanciarazzi da 80 mm, di gran lunga più potenti e precisi nei tiri a lunga distanza: poco importa se i lanciatori erano da 20 anziché 32 colpi. I Mi-8 ebbero semplici ma nondimeno efficaci corazze nella zona dell'abitacolo, che essendo ampiamente vetrata era la più vulnerabile. Questo per cominciare, mentre l'incremento di pesi a bordo e il desiderio di aumentare le prestazioni portò ben prestoai motori TV-3-117 al posto delle TV-2 dei Mi-8, mentre i Mi-24 Hind ebbero le TV-3-117M. Così era possibile restare in hovering con un solo motore acceso e di decollare (con entrambi) anche a pieno carico da posizioni ad alta quota. Inoltre non va dimenticato che i Mi-24, per quanto raramente usati in questo modo, erano anche capaci di portare una squadra di soldati (che certo, ad alte quote specialmente dev'essere stata malconciliabile con il pieno di carburante e d'armi..), che poteva sparare da tutti i finestrini, apribili verso l'alto, con le rastrelliere poste sotto gli stessi per le armi portatili. Inoltre i Mi-24 avevano corazze in titanio e acciaio nella zona dell'abitacolo e corazze in titanio per serbaotoi, parte inferiore della cabina e componenti meccanici principali.
 
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==Il frutto delle esperienze belliche: Hokum e Havoch==
Il Mi-24 era di qualcosa obsoleto nonostante la sua potenza bruta e la sua capacità di fuoco. Per esempio, le sue armi non erano contemporaneamente brandeggiabili e molto potenti: o ci si accontentava di un cannone fisso o di una mitragliera pesante da 12,7 mm orientabile. L'agilità poi doveva essere migliorata: non pare che l'Hind abbia mai brillato in hovering (per via delle dimensioni delle alette porta-armi) e in agilità. Il Kamov DB, già uscito sconfitto con un suo progetto per un nuovo elicottero d'attacco, battuto dal Mi-24, ritentò con il poderoso Ka-50 Hokum, mentre il Mil DB seguì una strada più 'normale' con il Mi-28 Havoch. Entrambi volarono nel 1982, il primo il 27 luglio e il secondo il 10 novembre. Nel 1996, dopo ben 14 anni, del primo ce n'erano 5 e del secondo 21. Inizialmente si trattava di elicotteri apparentemente diversi come compiti: il Ka-50 fu pensato come elicottero scout e come macchina anti-elicotteri ad alta agilità, ma all'atto pratico si è rivelato un vero 'sturmovik' ad ala fissa.
[[Immagine:Ka-50_NTW_7_8_93.jpg|320px|right|thumb|Una delle prime uscite internazionali dell'Hokum, attorno al 1993]]
 
La sua origine risale al 1977, e trae origine dal concorso del '75 per un nuovo elicottero. Evidentemente, già prima della guerra in Afghanistan l'Armata Rossa era in cerca di qualcosa di meglio del Mi-24, qualcosa di specializzato per combattere e basta. Il Ka-25F, con due motori potenziati a 1.250sHP, a suo tempo perse contro il Mi-24 rivelandosi sottopotenziato, il progetto del Ka-50 venne completato per l'appunto nel '77 e ancora c'era la struttura classica ad eliche controranti, anche se stavolta ben distanziate. La ragione è che con manovre molto violente possono deformarsi e 'incrociarsi' in volo, con conseguenze catastrofiche. E nonostante tutti i test fatti in merito, qualcosa avrebbe finito per andare male ugualmente. Maggio 1980, approvazione del simulacro V-80, come venne chiamato questo nuovo elicottero. Questo e tanti altri particolari sono stati rivelati a Londra nel 1992 da Mikheev, il neopresidente della neocostituita Kamoc Helicopter Scientific & Technology di Mosca. Mikheev e stato uno di coloro che lavorò al progetto del 'Werewolf' lupo mannaro, come è stato ribattezzato il velivolo (anche se il suo nome NATO è Hokum). Solo nel '92, insomma, con la conferenza di Londra furono finalmente svelati i tanti misteri attorno a quest'elicottero, vero enigma per la NATO da oltre 10 anni. Approvato il progetto, l'I-800 volò il 17 giugno o il 27 luglio. La messa a punto è stata però molto difficile e nel 1985 uno dei prototipi (il primo, per l'esattezza) precipitò uccidendo il collaudatore. Solo nel 1991 un esemplare di serie, anzi in realtà di preserie, è uscito dagli stabilimenti Arsenev, vicino Vladivostok. Oramai l'URSS stava collassando e i soldi per nuovi programmi non erano più disponibili: che disdetta per questo nuovo apparecchio da combattimento, ma anche per il rivale Mi-28. Di fatto queste due proposte sono state deleterie perché i pochi soldi disponibili erano da spendere oculatamente e non c'era posto per entrambi i tipi, oltretutto con pesi e ruoli non tanto dissimili. Fosse stato un elicottero da esplorazione l'uno, e uno d'attacco l'altro, sarebbe stato diverso, ma entrambi erano due mostri da circa 10 t di peso. Il Ka-50 con la sua sagoma tanto sinistra e strana, è risultato un mezzo particolarmente attraente come impressione sul pubblico, anche per via che poteva vantare velocità e agilità di tutto rispetto; ma nonostante la produzione di 21 esemplari, il dubbio è se quest'elicottero fosse realmente efficiente nella sua missione, specie contro le difese più difficili. Le caratteristiche del Ka-50 sono di tutto rispetto, in ogni caso. La sua struttura di fusoliera potrebbe far pensare ad un aereo: non ha il rotore di coda, perché, caratteristica particolarmente visibile, per controllare il 'momento' delle eliche vi sono due rotori controrotanti coassiali. La Kamov li ha usati con successo negli elicotteri navali per le loro caratteristiche di compattezza (nel senso della lunghezza, certo non dell'altezza): la fusoliera può essere a quel punto quasi la totalità della lunghezza complessiva, e la coda corta e tozza potrebbe anche non esistere, magari asportata da un colpo in pieno, e nondimeno non necessariamente abbatterli (cosa invece sicura per qualunque elicottero 'normale'). Naturalmente, il tutto ha una controindicazione sulla complessità e l'altezza dell'albero motore, che ende tra l'altro impossibile usare un set di sensori superiore. Il singolo pilota è un'altra delle caratteristiche del velivolo: incassato nell'abitacolo (anche troppo), egli ha suna visibilità verso l'esterno piuttosto modesta, ma è protetto da una 'vasca da bagno corazzata' tipo A-10, sia pure più leggera (250 kg) in doppia lamiera d'acciaio. I motori sono praticamente 'inglobati' nella fusoliera, come anche il carrello e il cannone, che è quello, fin troppo potente per un elicottero, del BMP-2 (ma del resto spare le stesse munizioni del bicanna del Mi-24..), con ben 500 colpi e una limitata capacità d'aggiustamento in alzo e di qualcosa, in direzione (15° a destra, +30 e -15 in verticale). E' già qualcosa, a dire il vero, ma attenzione al rinculo: pur sparando a una cadenza minore, il cannone di questo tipo non è un 'gast' bicanna e quindi gli sforzi di rinculo sono tutti a carico della piattaforma piuttosto che essere recuperati tramite il sistema di movimeno a manovella delle canne (una spara e l'altra viene ricaricata). Il pilota ha anche un vero sedile eiettabili: come è possibile? Con un sistema di artifizi pirotecnici che fa saltare via le pale dell'elica prima del lancio. L'armamento comprende fino a 16 missili a guida laser Vikrh supersonici, due razziere da 20 colpi calibro 80 mm e il cannone. Il sistema di puntamento era lo Skval e l'automatismo del volo a bassa quota era garantito dalle esperienze con i Kamov navali, quindi c'era un sosfisticato pilota automatico che consentiva di puntare e sparare i missili anche in volo a bassa quota.
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Il Mi-28 era invece una macchina tutt'altro che attraente. Mentre il Kamov ha fatto subito colpo, quando è stato presentato nel '92 in Occidente, il suo rivale non ha ottenuto altrettanto clamore. La sua sagoma è forse la più brutta e antiestetica mai avuta da un elicottero da combattimento e forse anche per questo non ha ottenuto il plauso del grande pubblico é caratteristico perché ha praticamente un 'naso di fusoliera con tanto di radome di guida missili, che si prolunga fino alla coda in un tutt'uno, mentre sembra quasi che i due abitacoli in tandem e con vetri distinti, come anche i due motori alla radice delle due alette di carico, siano stati aggiunti a mò di 'sovrastruttura'. La sua costruzione è nondimeno piuttosto classica anche se i piccoli finestrini lo fanno sembrare più grande di quel che non sia. Il cannone è sotto il muso, con una torretta di grosse dimensioni armata sempre con il potente 2A42, mentre il muso ha torrette varie di osservazione e guida armi; particolare interessante, il rotore è pentapala a larga corda, quello di coda solo tripala (il KA-50 ha due tripale). La fusoliera ha un vano che permette di ospitare due persone: anche se questo può essere utilmente usato per tanti impieghi, è chiaro l'allusione alla possibilità di soccorrere un equipaggio abbattuto, chiara esperienza della guerra afghana. E' una macchina molto ben protetta: i finestrini sono piuttosto piccoli perché sono di blindovetro; quelli del puntatore sono davero il 'minimo indispensabile' mentre quelli del pilota, dietro e più in altro, sono ben più grossi. I missili usati sono gli Ataka, una versione avanzata degli Spiral/Kokon con testata in Tandem e varie migliorie. Hanno anche una testata FAE o una HE-FRAG per uso contraereo. La sua concezione è quanto di più simile all'Apache i sovietici si siano sentiti in obbligo di costruire: con due motori anche più potenti e corazzature più estese. La sua nascita ebbe luogo a seguito per l'appunto di quello che i sovietici videro negli USA, con l'elicottero destinato a diventare l'Apache. C'erano molte alternative studiate, come il Mi-24 (finalmente) senza capacità di trasporto truppe, che lo rendeva (specie i primi 'A') più simile ad un UH-60 che ad un Cobra o Apache; il primo volo, il 10 novembre del 1982 dell'Izdelie (oggetto) 280, è stato seguito da una serie di test; poi sono arrivati almeno un altro prototipo (lo 022) e due macchine di preserie entro il 1988; una di queste, rappresentativa della serie vera e propria, è stata presentata nel '92 a Mosca. Ma nel 1986 sia il Mi-28 che il Ka-50 vennero confrontati tra di loro e giudicati positivamente; senonché come capacità di combattimento notturno non erano pari all'Apache che proprio quell'anno entrava in servizio. La Kamov aveva solo un sistema LLTV per il pilota, la Mil non è chiaro se avesse un IRST. Uno venne portato a Le Bourget nel 1989 e si annunciò che l'operatività era già del 90% con una capacità totale da raggiungere nel 1992.
 
Tra gli altri particolari della macchina vi è un sistema d'abbandono rapido del mezzo, con sganciamento delle alette laterali e gonfiaggio di due airbag che vengono usati come scivolo durante l'azione del lancio. La fusoliera è poi a 'deformazione controllata' come le moderne autovetture, assrobendo grazie anche ai robusti carrelli non retrattili, impatti anche di 12 ms. Non solo, se i sensori individuano accelerazioni verticali fuori norma serrano automaticamente le cinture di sicurezza dei piloti per proteggerli meglio dalla caduta (se questi non decidono di usare 'lo scivolo', chiaramente dipende dalla quota e dalle condizioni). Il complesso serbatoi è dietro i piloti, con una struttura autosigillante in poliuretano, mentre il vano porta-persone posteriore (fino a 3) può portare bagagli personali come parti di ricambio; l'Havoch è capace di operare senza grossa assitenza esterna (che non si può dire dell'Apache..). La fusoliera semi-monoscocca ha struttura in alluminio ma in parte sono usati anche pannelli di materiali compositi, in Russia non particolarmente popolari. Acciaio e titanio proteggono piloti e parti meccaniche, il mozzo del rotore è pure in titanio, i piloti hanno HUD e FLIR, con tanto di casco-designatore per il cannoniere anteriore. La protezione è contro il 7,62 mm, grazie anche ai blindovetri ('fumee, forse con uno strato d'oro per migliorare la stealthness?), in certe parti anche contro il 12,7 mm e proiettili esplosivi da 20 mm. La segnatura termica è 2,5 volte minore rispetto ad un Mi-24 grazie a generosi soppressori IR. I motori sono distanziati in maniera netta e quindi un solo colpo non li danneggia entrambi. Il rotore è, fatto molto importante, in materiale composito, anche quello del longherone interno (cosa che non è stata possibile nell'AH-64), estremità a freccia per ridurre il rumore, velocità limitata a 242 giri al minuto per lo stesso motivo, trasmissione funzionante a secco per una trentina di minuti. Esiste anche una APU per gli avviamenti a terra<ref>Striuli, Lorenzo ''Il Punto sull'Havoch'' P&D Apr 2005 p.64-66</ref>.
 
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In ogni caso la vera macchina definitiva doveva essere la I-294 o Mi-28N, autorizzato però solo nel 1994, e in volo nel '96, sia con moderna strumentazione occidentale interna! Ma il 5 ottobre 1994 il Ministero della difesa annunciava che il vincitore era il Ka-50. Ma le cose hanno continuato ad andare avanti: ora è stato dichiarato vincitore l'uno e ora l'altro tipo, salvo poi ammettere che non c'erano soldi per nessuno dei due. Il 25 marzo 2004 ha volato a Rostov il secondo Mi-28N allo standard definitivo: con il radr Almaz-28 nella sfera sopra il rotore, e i motori Klimov VK-2500 da 2.400 sHP. Nel frattempo i Ka-50 sono andati 'alla guerra' con 25 macchine realizzate, 3 delle quali mandate in Cecenia. Sono stati ideati mezzi come il KA-50N con il FLIR, e sopratutto il KA-52 a posti affiancati, per poi essere seguito da un KA-50-2 con posti in tandem (anche perché altrimenti non ci sarebbe modo di dare sedili eiettabili ad entrambi i piloti). Alla fine le F.A. russe hanno ordinato solo una ventina di macchine e di altri clienti (era finalista assieme all'A.129 in Turchia) non se ne sono visti. Il Ka-50 era stato presentato anche come velivolo 'anti droga' per la DEA Americana, e poi al concorso per il nuovo elicottero inglese da combattimento.
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In ogni caso la vera macchina definitiva doveva essere la I-294 o Mi-28N, autorizzato però solo nel 1994, e in volo nel '96, sia con moderna strumentazione occidentale interna! Ma il 5 ottobre 1994 il Ministero della difesa annunciava che il vincitore era il Ka-50. Ma le cose hanno continuato ad andare avanti: ora è stato dichiarato vincitore l'uno e ora l'altro tipo, salvo poi ammettere che non c'erano soldi per nessuno dei due. Il 25 marzo 2004 ha volato a Rostov il secondo Mi-28N allo standard definitivo: con il radr Almaz-28 nella sfera sopra il rotore, e i motori Klimov VK-2500 da 2.400 sHP. Nel frattempo i Ka-50 sono andati 'alla guerra' con 25 macchine realizzate, 3 delle quali mandate in Cecenia. Sono stati ideati mezzi come il KA-50N con il FLIR, e sopratutto il KA-52 a posti affiancati, per poi essere seguito da un KA-50-2 con posti in tandem (anche perché altrimenti non ci sarebbe modo di dare sedili eiettabili ad entrambi i piloti). Alla fine le F.A. russe hanno ordinato solo una ventina di macchine e di altri clienti (era finalista assieme all'A.129 in Turchia) non se ne sono visti. Il Ka-50 era stato presentato anche come velivolo 'anti droga' per la DEA Americana, e poi al concorso per il nuovo elicottero inglese da combattimento. Nonostante un costo di circcirca 12 mln di dollari al '92, non ha quindi avuto fortuna. Le versioni notturne e biposto cercano di rimediare al dubbio che ha sempre assalito gli stessi sovietici: se la capacità notturna è fondamentale, è anche più difficile credere che un solo uomo possa volare, vedere e sparare stando a pelo d'alberi. La Kamov aveva proposto reparti con il 70% di monoposto e il 30% di biposto, ma tra l'altro non sembra che questi ultimi siano stati 'scevri' da problemi di sovrappeso.. inoltre il Ka-50 ha ricevuto una brutta 'botta' alla propria popolarità dopo che un alto ufficiale dell'esercito è rimasto vittima di un micidiale incrocio delle eliche durante una manovra di volo, e non gli è valso nemmeno il sedile eiettabile per salvarsi.
 
Il Mi-28, per quanto meno 'esotico' era una macchina più semplice da valutare e da far combattere 'all'occidentale', specie con il Mi-28N pieno di schermi MFD francesi, e con un muso che ha il radome 'a naso di Pluto', un grosso FLIR, uno più piccolo, e il radar di scoperta: una dotazione di assoluto rispetto. Ecco perché le sue quotazioni si stanno 'sollevando' anche se i suoi missili Ataka dovrebbero essere sostituiti dai Vikrh con guida laser, che invece sono appannaggio del Ka-50. In ogni caso, gli Ataka sono anche parzialmente guidati da un sistema radar durante la fase iniziale della traiettoria. La battaglia è infuriata per anni e davvero la mancanza di una chiara superiorità è stata foriera di ritardi devastanti per l'efficienza dell'aviazione. Alla fine è stato dichiatato, si spera, vincitore l'Havoch, che nel tipo Mi-28N dovrebbe essere ordinato in 50 esemplari entro il 2009 su di un requisito di 300.