Poesie (Palazzeschi)/Habel Nasshab: differenze tra le versioni

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* Habel il fratello, l''''Abele:''' Davanti a sé, il poeta trova un essere simile, come un fratello con cui vuole stare insieme. Si può abbracciare questa tesi ricordando che il nome di Habel è conducibile alla storia biblica di Abele e Caino, laddove la parte di Caino, il più forte tra i due, sarebbe quella dell’io poetico. L’identificazione tra i due spiegherebbe il grande amore dell’io per la figura di Habel. È un altro io, un cosiddetto ''[[w:Alter ego|alter ego]]''.
 
* Habel il '''bello:''' È possibile, forse più plausibile, vedere Habel come oggetto dell’erotismo omosessuale. In questi anni (1908), Palazzeschi aveva scritto anche un breve romanzo: '': riflessi - romanzo liberty'', in cui il protagonista, il principe Valentino, aveva una ''macchia che nessuna acqua può lavare''. Dopo la morte dello scrittore toscano, avvenuta appena nel 1974, pubblicazioni più recenti come quella di hanno del resto ricordato l'importanza del tema della sessualità, soprattutto omoerotica, nella produzione di Palazzeschi.<ref>Vedi bibliografiaGiovannardi, in De Angelis (1996), epagina 12.</ref> Il risvolto sociale dell'omosessualità doveva all'epoca inesorabilmente portare al conftonto personale con l'isolamento sociale.<ref>Adamo, (2003)pagina 15.</ref>
 
La poesia, che si scosta da altre più vecchie per uno spiccato dinamismo temporale, testimonia insieme ad altre la rinuncia di Palazzeschi all'uso incondizionato del rigido schema [[w:trisillabo (metro)|trisillabico]] per inauguare, insieme ad altre poesie della raccolta, una stagione in cui il poeta pratica il [[w:verso libero|verso libero]] (anche se in questo componimento il metro libero si limita all'inizio della poesia: partire dal terzo verso, ritorna lo schema ternario tipico del periodo [[w:crepuscolarismo|crepuscolare]]).