Poesie (Palazzeschi)/E lasciatemi divertire: differenze tra le versioni

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{{Poesie (Palazzeschi)}}
Come gli altri componimenti di questa raccolta, è caratterizzata da elementi [[w:Futurismo|futuristi]]. Descrive la figura dell'''io'' poetico alle prese con un pubblico scettico e scandalizzato: infatti, il poeta si sta esibendo con atteggiamento coraggiosamente provocatorio davanti alla gente. Similmente a quanto si può osservare nel suo romanzo '''Il codice di Perelà,''' nella sua fantasia l'artista rischia di essere sancito dal pubblico con il lancio di oggetti come uova e pomodori.
 
{{poesie (Palazzeschi)/Infobox poesia|
* '''Titoli''': |titolo=''E lasciatemi divertire'', in molte edizioni semplicemente ''Lasciatemi divertire''
* '''Anno''': 1910
|anno=1910
* '''Raccolta originale''': ''L'incendiario''
|raccolta=''L'incendiario''
* '''Metro''':|metro= [[w:Verso libero|Verso libero]].; Indicataindicata dall'autore come ''canzonetta''. Ricca di rime disposte a piacere.}}
 
L'asseLe metaletterarioragioni èdi sottolineatoquesto darifiuto considerazioniimmaginario puramentesono artistichesemplici: Palazzeschi si fa carico di costruire un componimento con la ''spazzatura di altre poesie''. Le parole e i suoni sono frammenti disposti in maniera fantasiosa a mo' di collage. L'uso di materiale "povero" come semplici sillabe e vocali vuole essere una sfida al mondo rispettabile che ora sta ascoltando completamente sbigottito. Comunque, come ''[[Poesie (Palazzeschi)/Comare Coletta|Comare Coletta]]'', questa poesia è composta da diverse voci che riproducono vari punti di vista.
 
Palazzeschi sfida deliberatamente le regole della buona scrittura,
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* ...''così mi piace di fare''
 
generando così un effetto '''umoristico'''. È in fondo proprio la distruzione degli schemi poetici tradizionali, vista nel suo contesto storico, a giustificare le scelte di PalazzschiPalazzeschi: il componimento reagiva in maniera radicale alle poetiche dannunziane e carducciane ancora in auge all'epoca, permettendosi senza esitazioni di rasentare quella che oggi si potrebbe chiamare banalità (Salinari Ricci, ''Storia della letteratura italiana'').
 
Riemerge anche in questo componimento la vecchia predilezione di Palazzeschi per il trisillabo (''Tri, tri, tri''....). Comunque, a differenza del Palazzeschi degli esordi, che tendeva a restare nell'anonimato e che avrebbe preferito rimanere anonimo come autore, abbiamo qui un io poetico che si distingue per il suo spirito ribelle e perché no, lievemente '''esibizionistico'''.
 
==Collegamenti esterni, testo==