Poesie (Palazzeschi)/La fontana malata: differenze tra le versioni

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Questa poesia è legata da una trama ad altre come ''[[Poesie (Palazzeschi)/Habel Nasshab|Habel Nasshab]]'' (poemetto ''Le mie ore''). Insieme ad Habel ed all'anziana Vittoria, la scoperta del mondo fantastico di una villa dà adito a scene allegre come questa, dove si descrive il gocciolare della cannella di una fontana.
 
{{poesie (Palazzeschi)/Infobox poesia|
* '''Titolo''': |titolo=''La fontana malata''
* '''Anno''': 1909
|anno=1909
* '''Raccolta originale''': ''Poemi''; sezione ''Le mie ore''
|raccolta=''Poemi''
* '''Metro''':|metro= DeliberataUso ostinazionedeliberatamente nell'usoostinato del [[w:trisillabo|trisillabo]] (una novantina di versi).}}
 
È palese, rispetto alle poesie degli anni precedenti, il cambiamento di tono, qui molto più euforico. Nonostante la rinuncia a mondi profondamente misteriosi, viene lo stesso suscitata la curiosità del lettore.
 
Un effetto per certi versi comico è dato dall'uso sistematico del '''trisillabo''', verso brevissimo, e dalla rinuncia totale a misure maggiori come il senario ed il novenario. Pare che sia stato, questo, un espediente parodico rivolto alla poesia del D'Annunzio. Data la brevità dei versi, la poesia finiva, nelle pubblicazioni originali, per occupare pagine e pagine. Il testo "lungo e stretto" è strettamente correlato al fluire dell'acqua, che scende a singhiozzo, e gli effetti '''[[w:onomatopea|onomatopeici]]''' ''Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete'' rinforzano e confermano la natura scherzosa del componimento.
 
Vengono scomodate, nella trafila di versi brevissimi, perfino le figure sacre come quelle della '''Madonna''' e di '''Gesù''' (anche la parola ''Gesù'', che si compone di due sillabe, conta come trisillabo dato che è accentata sull'ultima sillaba).
 
Altri effetti umoristici sono dati dalla '''[[w:personificazione|personificazione]]''' della fontana, che tossisce, e che potrebbe addirittura ''morire''. Apostrofata (''Mia povera / fontana, / il male / che hai''), questa pare essere in grado di ascoltare il poeta (a differenza di figure viventi come quelle di Vittoria ed Habel che, chiamate, sembrano non sentire nemmeno).
 
==Collegamenti esterni, testo==