Poesie (Palazzeschi)/A Palazzo Rari Or: differenze tra le versioni

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Il palazzo in questione, dal nome accattivante e musicale, è un posto misterioso che può essere osservato soltanto da fuori.
 
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* '''Titoli''': |titolo=''A Palazzo Rari Or''; in alcune edizioni, ''Diaframma di evanescenze''
* '''Anno''': 1905
|anno=1905
* '''Raccolta originale''': ''Cavalli Bianchi''
|raccolta=Cavalli bianchi
* '''Metro''': 9|metro= versi [[w:Senario|senari]] (anche doppi) o, [[w:Novenario|novenari]]. Il primo verso èe sdrucciolododecasillabi.}}
 
Come la poesia ''[[Poesie (Palazzeschi)/Ara Mara Amara|Ara Mara Amara]]'', ripropone un'immagine '''statica''' e malinconica. Qui è possibile distinguere tra due spazi rigidamente divisi da vetri scurissimi: il ''fuori'', dove si trova l'io poetico, ed il ''dentro'', un palazzo del mondo della fantasia al quale il poeta non sembra assolutamente poter accedere, anche se resta meravigliato a contemplare quel poco della scena interiore che riesce a scorgere attraverso la finestra. Il titolo originale, ''Diaframma di evanescenze'', indicava la lastra di vetro della finestra, che lascia soltanto trasparire una vaga luce violacea.
 
L'assenza di dinamica temporale è data da forme verbali come il '''[[w:participio passatopresente|participio presente]]''' (''danzanti, morenti''). La dinamica di un movimento ripetitivo e danzante (quello del ballo che si svolge nel palazzo "proibito") è riflessa dalla monotonia del '''ritmo ternario'''. Chiuso fuori, il poeta non riuscirà ancora ad accedere là dove vorrebbe andare. Questa dinamica sarà infranta soltanto in poesie più mature come ''[[Poesie (Palazzeschi)/La fontana malata|La fontana malata]]''.
 
==Collegamenti esterni, testo==