Gaio Lucilio/La satira è soprattutto lirica: differenze tra le versioni
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==La satira è anche greca==
{{quote|La satira, senza dubbio, è esclusivamente nostra, romana.|da [[w:Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano]], ''Institutio oratoria'', X, 1, 94|Satura quidem tota nostra est.|lingua=la}}
Questo giudizio non va frainteso: la satira intesa come atteggiamento l'avevano anche i Greci, se pensiamo ad [[w:Aristofane|Aristofane]] e agli altri autori della [[w:Commedia antica|Commedia antica]]; infatti questi intridevano di satira i loro drammi, tra i quali spiccano gli ''[[w:Acarnesi|Acarnesi]]'' e i ''[[w:I cavalieri (Aristofane)|Cavalieri]]''. I Romani invece intendevano la satira come genere letterario autonomo, e non come corredo di opere d'altro genere. Conviene fare un esempio. La poesia d'amore si può trovare come:
*''componimento a sé''. Es. i carmi di [[w:Gaio Valerio Catullo|Catullo]] o le canzoni di [[w:Francesco Petrarca|Petrarca]];
*''corredo di un'altra opera''. Es. la serenata nel ''[[w:Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' di [[w:Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]].
La satira intesa come componimento assoluto, a sé come lo è un carme di Catullo, è romana.
==Accenni di satira lirica==
Ma vi è un'altra differenza, ancor più importante, tra la satira di Aristofane e quella di Lucilio. Infatti il primo, in quanto membro del partito aristocratico ateniese, faceva della satira un mezzo per demonizzare il paritito rivale, quello democratico, a livello pubblico; Lucilio la eleva ad affronto personale, a sberleffo suo privato, quasi lirico. A tal proposito risulta utile l'analisi di alcuni frammenti dei libri dal XXVI al XXX – questa risma di libri, a dispetto della numerazione, è stata pubblicata per prima ed è nota come il primo ''corpus'' dei ''Sermones'' luciliani – .
[[Categoria:Gaio Lucilio|La satira è soprattutto lirica]]
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