Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 5: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 3:
 
 
===Fucilieri di Marina<ref>Amatimaggio, Marco: ''Il Reggimento S.Marco'', RID Agosto 2005 p.36-51</ref>===
Il Reggimento San Marco è un'unità militare di fucilieri di marina in forza alla Marina Militare Italiana. Costituisce, insieme al reggimento Lagunari "Serenissima", in forza all'Esercito Italiano, la componente anfibia delle Forze Armate Italiane.
 
Riga 94:
Quanto al battaglione GOLAMETTO compendio del precedente, è quello che opera come 'logistica da combattimento' anzi, 'Logistica di aderenza' nella definizione all'italiana. Questo equipaggiamento logistico viene richiesto al btg. CORTELLAZZO del Rgt Carlotto, perché é questo che lo ha contabilmente in carico, e questo accade prima ancora dello stivaggio a bordo delle LPD. Per curare la logistica sul campo di battaglia, il personale di questo battaglione è abilitato anfibio, e almeno per compiti di autodifesa è in grado di sparare come anche di usare -come personale trasportato- l'elicottero. Da notre che il personale brevettato per compiti anfibi ha il basco su sfondo rosso, mentre il personale della MM, anche quando ha la mimetica ha il fregio su sfondo nero.
 
Purtroppo non ci sono molte informazioni sull'organico del Golametto, che tra l'altro gestisce la logistica anche per le attività del Comando Forza da Sbarco e quella addestrativa del Carlotto. E' strutturato su comando, compagnia logistica, compagnia trasporti, e compagnia sanità. Provvede al sostegno logistico del battaglione Grado, e fornisce gli autisti dei vari mezzi blindati in dotazione alla forza da sbarco.
 
Poi parliamo della Compagnia Operazioni Navali, che ha compiti di 'sicurezza' ed è imbarcata sulle navi della Marina per fare le ispezioni sui mercantili da controllare; è un'attività iniziata nel Golfo durante il 1990 se non prima, ma sopratutto esercitata nell'Adriatico; poi è stata la volta del Mar Arabico per cercare i terroristi di A.Q. in fuga, arrivando in genere con un elicottero che controlla eventuali possibilità di trovare punti d'abbordaggio per il gommone. Poi arriva il gommone o un altro elicottero e sotto la sorveglianza di un tiratore scelto da parte del primo elicottero, si sbarca sulla nave e si perquisisce.
Riga 106:
 
 
In virtù della molteplicità di competenze raccolte nel reggimento, è in grado di operare con autonomia in combattimento, sia in missioni di combattimento che nelle moderne missioni di peacekeeping.
 
Come equipaggiamenti vale la pena di ricordare i designatori laser GLDII della Litton, con tanto di GPS per rilevare la posizione dell'operatore, camera termica, computer Viking 2000. Il tutto è stato considerato necessario perché, come insegnato dall'esperienza in Kosovo, il rischio di danni collaterali è alto in situazioni belliche reali, per cui si rischia di colpire veicoli civili e poi non rendersi conto dei danni inflitti, magari ad un ponte strategico, perché i crateri sono stati occultati con lamiere verniciate. L'importanza degli 'osservatori avanzati', insomma, è fondamentale rispetto alla mera osservazione aerea, anche ad alta tecnologia. Visto che il GLD ha un computer, la telemetria del bersaglio più la posizione dell'operatore danno l'esatta posizione del bersaglio, comunicabile anche al sistema C2PC del comando o ad un aereo come l'AV-8B Plus, tramite il TLDHS, Target Location Designation and Hand Off System che informa il computer di missione dei dati e magari ricevendo anche le immagini e i filmati ripresi dal pod in dotazione all'aereo, il Litening II. Inoltre è possibile trasmettere le immagini della camera termica anche ad altri operatori. Insomma, si tratta di un sistema che garantisce una interoperabilità inimmaginabile quando le prime bombe laser cominciarono a cadere in Vietnam, già allora suscitando vivo clamore. I sistemi di comunicazione sono pure in carico al Carlotto, con apparati che non di rado hanno problemi di compatibilità tra nazione e nazione. Il S.Marco ha apparati radio americani costruiti su licenza e quindi non ha problemi di interoperabilità con i Marines americani, un bel vantaggio operativo perché nelle missioni anfibie le comunicazioni precise e tempestive sarebbero fondamentali. Tra il materiale in dotazione: radio digitali VHF-UHF Harris RF-5800H-MP Falcon II multibanda, che sono materiali comprati di recente e come tali, molto avanzati (si sà, l'elettronica fa passi da gigante..), tanto che sono possibili comunicazioni in fonia, data-link, GPS integrato, sistemi ECCM di protezione comunicazioni, indicazione automatica della posizione operatore tramite il GPS inviata al comando; poi è arrivato anche il minuscolo MBITR AN/PRC-148(V)(C), che è un aggeggio pesante 700 gr, dimensioni appena 3x6x21 cm, capace di comunicare sia con voce che con dati e sia VHF che UHF satellitare. I sistemi più tradizionali sono della SELEX: gli SRT 178 e i più potenti 478 in banda HF, il Tardidan PRC 660 in UHF, il VHF Selex SRT 633 e 634 da circa 4-16 km di portata, o i VHF AND Taridan PRC 624 di portata minore per le pattuglie; per le operazioni da sbarco ci sono anche i sistemi shelterizzati da 1 kW Selex SRT 1075 e 1080, poi gli SHF satellitari in banda X che gestiscono fino a 2 MB/sec; ce ne sono 2 bibanda e 1 tribanda (al 2005) in banda X e C o Ku; con la prima lunghezza d'onda è possibile comunicare con i satelliti come il SICRAL e con le altre due la copertura è oramai pressoché mondiale (specie con la banda C), utilizzabile anche con connessioni a banda larga commerciali; infine vi sono un sistema mini-SHF di minori capacità e quelli portatili come il Manpack SHF in banda X da 32 kB sec, per fonia o scambio dati.
Il reggimento è oggi dotato di tre navi da assalto anfibio LPD costruiti appositamente per il San Marco da Fincantieri: le due navi classe San Giorgio: la San Giorgio e la San Marco e la migliorata e potenziata San Giusto (L 9894). Ogni nave può portare un intero battaglione di 300 uomini e 36 veicoli corazzati ed è inoltre dotata di una pista di atterraggio capace di ospitare tre velivoli.
 
Per quello che riguarda il battaglione CAORLE, sempre del reggimento Carlotto, la sua missione è anche formativa, addestrando i VFB fino al 2006, poi i VFP4 (ferma di 4 anni) che sono selezionati nella scuola Sottufficiali della MM e ricevno la qualifica FcM che ovviamente significa Fuciliere di Marina, dopo un corso apposito. Nella Forza da Sbarco viene poi fatto un corso di 20 settimane: 8 iniziali di addestramento basico e fisico, 12 specialistiche per diventare mortaista, missilista, assaltatore o pioniere. Dopo essere presi in carico al S.Marco e fatte due esercitazioni nazionali, arriva la 'Combat Readiness' e il soldato è bell'e fatto e arruolato. Al termine dei 4 anni eventualmente il nostro Marò chiede di passare in SPE e fa un altro corso di 12 settimane al CAORLE, più 4 settimane in un reparto operativo. Può diventare abilitato a ruoli come 'Recon', armi di supporto', logistica', pioniere', SDO' osservatore etc. Esiste anche il Corso di Abilitazione Anfibia frequentato da sottufficiali e ufficiali dietro apposita domanda: uno di staff-logistica da 3 mesi + apprendistato al reparto, e quello operativo di 6 mesi per diventare comandanti di plotone. Davvero la qualità in una piccola realtà come il S.Marco è ben curata. Viene in entrambi i casi acquisito il brevetto anfibio. C'é poi il corso di 'Specializzazione Anfibia' da frequentare a Quantico, negli USA dai 'cugini' Marines, con corsi di Expedionary Warfare o di Communication Information System. Dal 2006 pare che i corsi siano stati 'accorciati' come trasferta, in quanto la formazione era da tenere in Spagna. Sempre nei propri ambiti il CAORLE cura anche i nocchieri dei mezzi da sbarco e cura anche altri corsi d'addestramento per altri reparti della MM. Tra i tanti compiti, quello della formazione degli SDI (Servizio Difesa Installazioni) per il personale VFP1. Ogni anno vengono anche tenuti campi scuola nell'area di Massafra per l'Accademia navale (allievi di prima e seconda classe del Ruolo Normale), che durano una settimana e fanno parte del Corso 'Arte del Comando' , e dal 2005 anche il Collegio Navale Morosini manda allievi per frequentare un simile corso. Poi c'é il Corso 'Combat Medicine' per personale medico e paramedico da mandare all'Estero. Vi sono anche altri corsi, ma questi sono almeno un buon esempio di quello che si fa. L'area addestrativa è costituita da due zone a circa 15 km da Taranto, l'isolotto di Pedagne e il poligono di Torre Cavallo. Ovviamente l'addestramento in mare è fondamentale per fare dei validi soldati di Marina.
Fino al 1988 il compito era svolto da due obsolete navi di costruzione USA, la Grado e la Caorle, acquisite nel 1972, e prima ancora da due unità, sempre di origine statunitense, Etna ed Anteo, acquisite nel 1962 che avevano affiancato le vecchie unità della Classe Stromboli e che nel loro compito erano state a sua volta affiancale dalla Bafile altra unità proveniente dalla US Navy.
 
Dentro la caserma c'é invece un'aula Magna, il poligono FATS e varie aule. Il poligono viene usato per l'addestramento con i fucili SC-70/90, i mitra MP-5A e il Panzerfaust 3. Si tratta semplicemente di uno schermo in cui viene proiettata una serie di scenari con figure statiche o in movimento, elicotteri da abbattere, carri da distruggere etc. etc., con un massimo di 5 'giocatori' con le armi, poi c'é il debriefing con l'analisi dell'azione e gli eventuali errori commessi. Nella caserma si imparano anche i segreti del sistema C2PC che come si è visto, è diventato davvero molto importante per le operazioni anfibie moderne.
A poppa, le San Giorgio ospitano un bacino allagabile, che immette direttamente sul mare e consente lo sbarco rapido dei veicoli anfibi.
 
Passando al Gruppo Mezzi da Sbarco possiamo vedere che tipo di mezzi abbia a disposizione: i 'chiattoni' sono 9 MEN (Mezzi da sbarco) o meglio erano tali nel 2005 con il programma di comprarne altri 5. Essi erano ad elica, ma questo tipo di propulsione pare sia stata gradita per quanto apparentemente obsoleta per via della rapidità del disimpegno possibile dopo lo sbarco; però vi sono anche 12 MDN a idrogetto, per il trasporto personale (i MEN possono sbarcare anche i VCC), alcuni barchini d'assalto in vetroresina, pochi gommoni a chiglia rigida, specialmente usati per compiti RECON e anche dagli SDO.
Per il supporto aereo il reggimento è dotato di elicotteri Sikorsky SH3D Sea King e Agusta-Bell AB 212, raggruppati nel Nucleo Lotta Anfibia del 4° Gruppo Elicotteri, situato nella Stazione Aeromobili di Grottaglie.
 
Come supporto da non dimenticare la Marina: le artiglierie da 127 mm anzitutto, e a maggior ragione se si considera le nuove munizioni VULCANO che ha un raggio più che doppio, di 50 km, già con il pezzo da 127/54 e aumenterebbe ancora con il cannone da 62 calibri, oltre al fatto di avere il sistema di guida GPS; e il missile OTOMAT Mk.2A che dovrebbe essere stato previsto per i De la Penne, in occasione dei lavori di mezza vita: introduce la capacità d'attacco contro bersagli terrestri, a cui ovviamente si sommano anche i velivoli come gli AV-8 e gli elicotteri, tra cui i futuri NH-90.
Il supporto meccanizzato è fornito da corazzati anfibi AAV-7A1 e da veicoli da combattimento VCC-1, oltre che da altri veicoli leggeri.
Molti soldati del Reggimento San Marco possiedono anche il brevetto di Ardito Incursore e collaborano talvolta con gli operatori del COMSUBIN.
 
La novità futura era chiaramente la Forza di Proiezione dal Mare, ovvero la lungamente adombrata fusione con i 'Lagunari' in un'unica forza che avrebbe unito le capacità anfibie disponibili in un'unica unità.
 
Dalla disamina dell'entità del sistema addestrativo di cui sopra, oltre che della logistica, è chiaro che la gestione, per quanto punti alla 'qualità', sia profondamente irrazionale: per mobilitare in buona sostanza un battaglione di fanti di marina sono necessari una mole incredibile di mezzi e risorse: battaglioni logistici, una scuola di corsi specializzati non trascurabile, poligoni, risorse logistiche etc, con mezzi come gli LVTP-7/AAV-7 che pur essendo pochi sono dispersi tra Lagunari e S.Marco. Tra l'altro, è chiaro che 18 AAV-7, 36 VCC-1 e ben 40 VCC.2, più centinaia di altri mezzi, sono largamente eccedenti le necessità di un singolo battaglione, anche includendo quello logistico da combattimento: come del resto ben 3 navi da sbarco (recentemente più 'portaereizzate' con la demolizione del cannone di prua e del portello di carico anteriore, rimpiazzati da un ponte di volo ingrandito) più i 300 soldati impiegabili anche dalla CAVOUR (oltre che, per brevi periodi, la stessa Garibaldi, che si dice era prevista per 600 soldati, almeno questo era noto ai tempi della costruzione), tutto questo potenziale anfibio è inefficiente e costoso per una forza tanto ridotta. Con una brigata leggera (due reggimenti ciascuno su un battaglione, e i sistemi logistici) già sarebbe ben più ragionevole, e potrebbe contare sulle risorse dell'EI, in particolare con i Mangusta, e le componenti dei due reggimenti avrebbero avuto interscambi benefici. Ma chi avrebbe comandato questa forza, l'EI o la Marina? Queste rivalità hanno reso impraticabile fare questo 'salto' per decenni.
 
Dato che le operazioni sarebbero state prevalentemente dimensionate per compiti di tipo 'expeditionary' sarebbe stato opportuno adottare i mezzi, le tecniche e il personale similmente a quello della Marina, con gruppi autonomi invece che brigate specialistiche. Nel frattempo si approfittava per rimarcare la necessità di portare a 4 il numero delle LPD con una nuova, grande unità da circa 20.000 t. Difficile capire il motivo di questa necessità quando nazioni come la Spagna, il cui corpo di 'Marines' è di dimensioni maggiori anche della Brigata anfibia italiana, ha meno risorse di trasporto navale: forse un'ammissione implicita della inadeguatezza delle piccole S.Giorgio? Quanto ai sistemi C4I anche qui vi sono nodi non facili da sciogliere: la scelta era tra il SIACCON, messo su (con grande fatica) dall'E.I. nel corso degli anni, e il sistema americano C2PC, che guarda caso è lo stesso dei Marines, il che renderebbe fin troppo facile la scelta tra i due sistemi. Almeno sulla carta, chiaramente, date le ataviche rivalità tra i Servizi. Un'altra questione erano i mezzi: i vetusti VCC erano da sostituire, e i VTLM non del tutto sufficienti alla bisogna. Quindi la scelta potrebbe essere tra il PIRANHA IIIC e il suo cugino LAV dei Marines, che i Marò hanno visto in azione con la SIAF, visto che i Marines spagnoli ne hanno un certo numero. Ovviamente, questo potrebbe essere l'ideale invece di reinventare la ruota, ma l'industria nazionale non ne vuole sapere di demordere da ogni singola commessa. Peccato che la Centauro non sia anfibia, e che in ogni caso già il modello base del tipo trasporto truppe, il Centauro VBC o come si chiami attualmente, costa ben 6 mln di euro al pezzo (3 volte la blindo col 105 mm dei primi anni '90), per cui sarà interessante vedere come si vorrà risolvere il dilemma, magari con la Puma 6x6 in versione adattata alle necessità anfibie?
La pedina operativa della Forza da Sbarco è il Reggimento San Marco, le sue unità sono così costituite:
 
In ogni caso, le forze d'assalto anfibio avrebbero avuto bisogno di una logistica più pesante visto che oramai le missioni d'assalto anfibio tanto per precedere unità dell'Esercito sono diventate davvero rare, e che servirebbe un'autonomia sufficiente per turni operativi di diversi mesi, nonché armi come gli obici da 155 mm leggeri, magari anche carri armati medi, elicotteri da combattimento etc, insomma una brigata anfibia interforze è un oggetto importante ma costoso, anzi costosissimo (per citare A.Nativi).
Reparto Comando, formato da il comando di reggimento, compagnia C4 e diversi nuclei FAC.
 
Battaglione Assalto Grado, pedina da combattimento della Forza da Sbarco, è organizzato su un comando, plotone radio, plotone pionieri/EOD, tre compagnie assalto (ognuna con plotone comando, tre plotoni assalto e un plotone controcarro) e una compagnia armi (con plotone comando, due plotoni mortai medi, plotone mortai pesanti e plotone missili).
 
Parlando della pianificazione degli sbarchi anfibi, secondo la recente dottrina NATO ATP8, servono due tipi di comandi: il CATF (Commander Amphibious Task Force), e il CLF (Commander Landing Force). Questi due comandi hanno compiti diversi. Il primo è ospitato sulla nave ammiraglia per dirigere la parte aeronavale degli sbarchi (imbarco, navigazione etc.), e nella versione italiana è il COMGRUPNAVIT (Comandante Grupppo Navale Italiano), mentre il secondo si occupa della fase degli sbarchi. Notare bene che in tutto si tratta di un massimo di 150-160 persone e l'unica nave, fino all'arrivo della CAVOUR capace di ospitarlo era la GARIBALDI, sia per gli spazi che per i sistemi di comunicazione. Questo complesso sistema è utilizzato per sbarchi a livello di brigata, che erano possibili con la SIAF italo-Spagnola (un rgt italiano e uno spagnolo), ma se si tratta di sbarchi 'nazionali'(=un solo rgt) allora è possibile usare anche le navi logistiche italiane più recenti, ovvero la S.GIUSTO e sorprendentemente, l'ETNA da rifornimento, che però ha anche molti sistemi di comunicazione eccetto i VHF terrestri. In ogni caso entrambe le navi hanno limiti: la S.GIUSTO perderebbe notevolmente come capacità di carico visto che ha una forza di bordo di 320 soldati; inoltre non hanno un vero radar di scoperta aerea e sistemi di gestione del controllo aerotattico. Insomma, la GARIBALDI è rimasta di fatto la nave migliore per avere tutte le capacità richieste. Il comando del CLF è al massimo livello coperto da un Contrammiraglio.
Battaglione Logistico da Combattimento Golametto, strutturato su comando, compagnia logistica, compagnia trasporti, e compagnia sanità. Provvede al sostegno logistico del battaglione Grado, e fornisce gli autisti dei vari mezzi blindati in dotazione alla forza da sbarco.
 
 
 
La dotazione di sistemi informatici è sopratutto, per la forza da sbarco, data dal sistema Northrop C2PC, Command and Control Personal Computer) con il software adottato dai Marines e ambiente operativo Windows con processori Pentium Intel 'ruggedized' ovvero irrobustiti per l'impiego campale. IL tutto rende possibile creare una mappatura della situazione tattica, ed è interfacciabile con il MCCIS, che è il C4I della Marina Militare (così le F.A. italiane hanno praticamente 4 diversi sistemi C4I..) di cui è 'client'; vi sono state prove di compatibilità anche con il SIACCON dell'E.I. L'origine del C2PC è il GIS, ovvero un sistema di cartografia digitalizzata agli standard della NGA americana (Nationa Geointellgence Agency). Questo almeno ricopre alcune aree terrestri, mentre altre sono da scannerizzare (o almeno lo erano nel 2005) per immetterle nel sistema di mappatura digitale, spesso con immagini satellitari per avere sufficienti dettagli. Il sistema aveva il supporto della Forza da Sbarco nel produrre dati utili per le mappe, per avere in sostanza autonomia di operazioni senza aiuti esterni. Molto importante è la capacità tramite il parametro Z di valutare la quota con i relativi coni d'ombra delle comunicazioni radio e segnali radar calcolabili dal sistema stesso. Il sistema rileva, come si è detto, anche la posizione delle forze 'amiche' con segnalazioni opportune tramite sistemi GPS. Insomma, tutta la pianificazione e i movimenti del S.Marco con questi supporti hanno fatto un passo da gigante, segno dell'informatica che avanza. Esistono posti di comando sui mezzi AAV-7, sulle navi, ma anche su schemi campali come il MCPS modulare, su tende, trasportato da un VM-90. Sono tende modulari con intercapedine per l'isolamento termico e la protezione NBC (altra notevole differenza rispetto alla vecchia generazione) e pure schermate come emissioni IR. Dentro c'é una tensostruttura in 'titanite', strutture di alluminio da allestire senza alcun attrezzo, luci antiurto, tavoli metallici cablati e ripiegabili con alimentazione elettrica e LAN, vengono usati dei computer commerciali 'militarizzati' e schermi piatti, collegati tra di loro, proiettori ad alta definizione. Al massimo è possibile ospitare 70 persone con 44 postazioni. Moduli shelterizzati assicurano corrente, illuminazione, comunicazioni paragonabili ad un caccia De la Penne con sistemi VHF-UHF-HF da 1 KW e terminali SICRAL fino a 2 MBs. Nella versione più leggera ci sono sistemi come radio satellitari selex TST 111 (512 kbs) w e varie radio fino a 20 W. Questa versione è collegata direttamente ad un VM-90 o ad un AAV-7. Quest'ultimo, in versione comando ha una serie di 4 postazioni C2PC. A livello di compagnia, la configurazione minima è una tenda con 4 postazioni, radio portatile e sistemi di comunicazioni vari, trasportabili da un VM-90. Il sistema è stato sperimentato sul campo a Capo Teulada, in occasione di una forza da sbarco a livello di brigata, e sia pure in configurazione leggera ha fornito risultati più che positivi. Del resto non è difficile crederlo data la potenza che i moderni sistemi informatici hanno assunto, già nei tipi 'civili' di vari anni fa.
 
 
In virtù della molteplicità di competenze raccolte nel reggimento, è in grado di operare con autonomia in combattimento, sia in missioni di combattimento che nelle moderne missioni di peacekeeping.
 
Il reggimento è oggi dotato di tre navi da assalto anfibio LPD costruiti appositamente per il San Marco da Fincantieri: le due navi classe San Giorgio: la San Giorgio e la San Marco e la migliorata e potenziata San Giusto (L 9894). Ogni nave può portare un intero battaglione di 300 uomini e 36 veicoli corazzati ed è inoltre dotata di una pista di atterraggio capace di ospitare tre velivoli.
 
Fino al 1988 il compito era svolto da due obsolete navi di costruzione USA, la Grado e la Caorle, acquisite nel 1972, e prima ancora da due unità, sempre di origine statunitense, Etna ed Anteo, acquisite nel 1962 che avevano affiancato le vecchie unità della Classe Stromboli e che nel loro compito erano state a sua volta affiancale dalla Bafile altra unità proveniente dalla US Navy.
 
A poppa, le San Giorgio ospitano un bacino allagabile, che immette direttamente sul mare e consente lo sbarco rapido dei veicoli anfibi.
 
Per il supporto aereo il reggimento è dotato di elicotteri Sikorsky SH3D Sea King e Agusta-Bell AB 212, raggruppati nel Nucleo Lotta Anfibia del 4° Gruppo Elicotteri, situato nella Stazione Aeromobili di Grottaglie.
 
Molti soldati del Reggimento San Marco possiedono anche il brevetto di Ardito Incursore e collaborano talvolta con gli operatori del COMSUBIN.
 
Il Reggimento Carlotto è invece la pedina logistica della Forza da Sbarco. Il Battaglione Scuole Caorle si occupa della formazione di tutto il personale destinato alla Forza da Sbarco e non, mentre il Battaglione Logistico Cortellazzo si occupa delle infrastrutture della base a Brancasi, e della manutenzione di tutti i veicoli e tutti gli apparati in dotazione alla Forza da Sbarco.
 
Il San Marco è una unità professionale e costituisce la forza da sbarco italiana. Sebbene recentemente non sia stato necessario svolgere operazioni per i quali il San Marco è addestrato, il Reggimento opera normalmente nei seguenti teatri operativi come testimoniato dalle operazioni effettuate:
Line 146 ⟶ 161:
 
 
 
L'addestramento
Gli operativi del San Marco sono scelti tra i Volontari in Ferma Breve della scuola sottufficiali della Marina Militare di Taranto.
 
Dopo un periodo di incorporamento di due settimane, vi è un primo corso di 4/5 settimane per la selezione degli idonei, che vengono inviati alla caserma Carlotto per il corso gestito dal Battaglione Scuole Caorle.
 
L'addestramento prevede una prima fase di otto settimane per l'addestramento fisico, e una seconda di 12 settimane che comprende i corsi tecnici. In questa seconda fase i soldati vengono addestrati alle varie specializzazioni (mortaista, missilista, assaltatore e pioniere).
 
I soldati idonei prima di poter essere mandati in azione devono partecipare a due esercitazioni su scala nazionale o NATO.
 
Gli ufficiali sono reclutati dai Corsi Normali dell'Accademia Navale: dopo il triennio di base, gli idonei vengono inviati a Brindisi per un anno ultimando la preparazione per un ulteriore anno negli USA, a Quantico Marines Base (Virginia) con gli US Marines ed i Royal Marines.
Line 160 ⟶ 171:
 
 
Le tattiche
Gli assalti anfibi hanno subito una notevole evoluzione negli ultimi decenni, per via dei miglioramenti dei sistemi offensivi e difensivi.
 
Line 166 ⟶ 176:
 
Le squadre RECON forniscono al comando informazioni sull'area, mentre i DOA procedono al sabotaggio delle postazioni nemiche più pericolose. In seguito predispongono la bonifica di eventuali ostacoli antisbarco o mine, tramite esplosivi ("controcariche").
 
 
 
Line 175 ⟶ 186:
 
 
Riorganizzazione logistica
A partire dal 16 settembre 1996 il contingente è entrato a far parte della SILF (Spanish Italian Landing Force), una forza da sbarco congiunta ispano-italiana, attivata il 23 novembre successivo e destinata ad operare nei teatri di combattimento internazionali per conto della NATO.
 
Il SILF è strutturato in forma di Brigata Anfibia, composta da due reggimenti di manovra, da artiglierie e armi di supporto anticarro ed antiaeree, ricognitori e demolitori, genieri, elicotteri e supporto aereo, IFV e mezzi da combattimento o assalto.
 
Elenco complessivo armi:
Dal 1° ottobre 1999 il reggimento è stato riorganizzato in forma di Brigata come "Forza da sbarco della Marina Militare", suddiviso in Reggimento San Marco, Reggimento Carlotto e in un Gruppo Mezzi da Sbarco.
Beretta 92FS,
Beretta AR 70/90,
Heckler & Koch MP5A3,
FN Minimi,
MG 42/59,
M-2HB Browning,
Instalaza C-90,
Panzerfaust 3 ,
Milan,
BGM-71 TOW2,
FIM-92 Stinger,
Heckler & Koch MSG-90,
Accuracy International AWS / AWP,
Barret da 12,7 mm M-85 e
McMillan M-87 (sempre da 12,7 mm),
Mortaio Breda 81 mm,
Mortaio Thomson 120-RT
 
La Forza da Sbarco, forte di 2100 uomini, è al comando di un contrammiraglio: il San Marco e il Carlotto sono a loro volta comandati da un capitano di vascello ognuno.
 
*Corazzati e motorizzati: 18 LVTP-7/AA-7A1; 36 VCC-1; 40 VCC-2 (20 ex-Carabinieri),
Il Reggimento San Marco costituisce una forza di assalto anfibio con capacità di proiezione e combattimento sulla terraferma, mentre il Reggimento Carlotto svolge ruoli più prettamente formativo-tecnico-logistici, curandosi degli approvvigionamenti e della manutenzione dei veicoli.
M-106,
 
VM-90,
Il Gruppo Mezzi da Sbarco invece gestisce le unità navali minori e le veloci motonavi da sbarco: il Gruppo è al comando di un capitano di fregata.
Iveco VTLM Lince,
 
Oggi i compiti dell'unità riguardano principalmente ruoli che prevedono la presenza in luoghi "caldi" a fini di deterrente, le operazioni di mantenimento della pace, l'evacuazione di civili da aree di crisi e il recupero di materiali oltre all'assistenza umanitaria e ai ruoli di soccorso in caso di calamità naturali.
 
 
Armamento
Beretta 92FS (pistola semiautomatica 9 Parabellum)
Beretta AR 70/90 (fucile d'assalto 5.56mm)
Heckler & Koch MP5A3 (pistola mitragliatrice 9 Parabellum)
FN Minimi (mitragliatrice di squadra 5.56mm)
MG 42/59 (mitragliatrice di squadra 7.62mm)
M-2HB Browning (mitragliatrice pesante 12.7mm)
Instalaza C-90 (lanciarazzi usa e getta)
Panzerfaust 3 (lanciarazzi)
Milan (sistema c/c a media gittata)
BGM-71 TOW2 (sistema c/c a lunga gittata)
FIM-92 Stinger (sistema antiaereo)
Heckler & Koch MSG-90 (fucile di precisione 7.62mm)
Accuracy International AWS / AWP (fucile di precisione 7.62mm)
Barret M-85 (fucile di precisione antimateriali 12.7mm)
McMillan M-87 (fucile di precisione antimateriali 12.7mm)
Mortaio Breda 81mm (mortaio 81mm)
Mortaio Thomson 120-RT (mortaio rigato 120mm)
 
 
 
*Corazzati: 18 LVTP-7/AA-7A1; 36 VCC-1; 40 VCC-2 (20 ex-Carabinieri),
M-106
VM-90
Iveco VTLM Lince
Astra SM 44.31 ACTL
 
*Aviazione disponibile (della Marina):
Sikorsky SH3D Sea King,
 
Agusta-Bell AB 212,
Sikorsky SH3D Sea King
Agusta-Bell AB 212
AgustaWestland EH-101 ASH / TTH
 
 
LPD Classe San Giorgio
 
===COMSUBIN===
Line 247 ⟶ 243:
 
Un gruppo di Arditi Incursori nel 1952Diventarono strutture ufficiali della Marina Militare nel 1952 (dopo la revoca dei vincoli del Trattato) con la costituzione, sotto il comando del tenente di vascello Massarini, del "Gruppo Arditi Incursori" , successivamente ridenominato MARICENT.ARD.IN i cui membri, oltre alle operazioni in mare, venivano addestrati al combattimento in montagna ed alle attività aviolancistichedi aviolancio per consentire all'unità una preparazione in tutti gli scenari di combattimento. Alcuni operatori del reparto venivano inviati a frequentare corsi specialistici negli Stati Uniti d'America, in Francia e nel Regno Unito presso reparti analoghi. Il 15 febbraio 1960 fu ufficialmente costituito il Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei”, denominato appunto COMSUBIN.
 
 
Line 281 ⟶ 277:
La componente dell'Aviazione navale, nel 1996, era ripartita in 3 linee basiche, ciascuna con delle importanti particolarità, sia tecniche che operative.
 
I più numerosi erano e sono, gli AB-212ASW: questi sono stati messi in servizio in numero davvero notevole di oltre 60 esemplari, largamente eccedente il totale imbarcabile: era usato dal 2°, 4° e 5° Gruppo. Differentemente da quello che è successo in tanti casi nelle altre F.A. al riguardo dei velivoli in dotazione, e curiosamente, delle stesse navi della MMI, qui vi sono stati continui aggiornamenti tecnici sia con gli AB.212 che con i Sea King. Anzitutto la componente radar era originariamente basata sui sistemi inglesi MEL ARII 5955, che erano nient'altro che l'eredità dei vecchi AB.204AS: ma negli anni '90 erano arrivati i più grossi radar SMA APS-705 (portata 40-140 km a seconda del bersaglio, tra i 100 e i 10.000 m2 di RCS) in caratteristici 'panettoni' sotto la fusoliera dei Sea King e sopra l'abitacolo degli AB-212. ComunnzaComunanza di radar e di sonar, l'ASQ-13B per gli AB e i Sea King; gli AB.212 'Gufo' per compiti ELINT/SIGINT erano pochi, riconoscibili dalle antenne supplementari, per esempio sulla parte anteriore del muso, sotto il trave di coda e alle sue estremità. Questi elicotteri avevano il compito di raccogliere informazioni, anche se teoricamente potevano anche compiere missioni ASW; gli AB-212 con il sistema TG-2 erano i soli capaci di compiere, anche se indirettamente, missioni antinave teleguidando a mezza corsa gli OTOMAT, mentre gli AS-12, ammesso che siano mai stati realmente adottati, non lo erano più, con la relativa apparecchiatura di radioguida e sistema ottico 10x. Era in predicato di rimpiazzarli con l'NH-90, che all'epoca era ottimisticamente previsto in servizio dal 2003, fino alla completa sostituzione nel 2012- Tra i vari aggiornamenti degli AB v'era anche quello relativo alle sistemazioni di bordo, con modifiche all'impianto di condizionamento, elettrico, e sopratutto alle consolle degli operatori unificando in un'unica unità multifunzione sonar e radar, richiedendo così solo un operatore al posto dei 2 precedenti. La colorazione, passata dal Extra-dark Grey con parti graziosamente rosse nel muso e nell'estremità di coda, poi è stata abbandonata (chiudendo un intero capitolo di immagini storichastoriche riguardo alle macchine di marina) per una mimetica che prima ha perso il rosso, poi è diventata grigia media, definitivamente a bassa visibilità, mentre anche le insegne e i numeri degli elicotteri sono passati dal bianco al grigio chiaro, in maniera da ridurre la visibilità anche nel settore IR oltre che nel campo visibile.
 
I Sea King sono stati oggetto di maggiore evoluzione. Anzitutto il radar AN/APN-195 del muso, simile a quello dei Pelican dell'AMI, è sparito dagli inizi degli anni '90, e il radar, ora l'APS-705 è sotto la parte posteriore della fusoliera oppure, spostato per la troppa vicinanza con i serbatoi, elalnella parte anteriore, sempre sotto il muso. VI sono diversi altri miglioramenti, ma sopratutto questi hanno a che vedere con le migliorie elettroniche rispetto a quelle, pure interessanti, strutturali. La serie di versioni è nota, per l'SH-3, come Alpha, Bravo, Charlie e Delta, in cui questi lotti sono passati dalla versione D alla H. Gli ultimi lotti hanno missili Marte 2 e sistemi ESM e ECM, mentre i primi avevano gli AS-12, e in seguito si è teso a modificarli per farne dei trasporti tattici a beneficio del S. Marco. Gli ultimi 12 della trentina erano in procinto di avere un aggiornamento che li avrebbe portati, possibilmente, a coesistere per più tempo assieme agli EH-101, i loro sostituti designati ma ordinati in soli 8 ASW, 4 AEW (con il radar APS-784) e 4 utility (all'epoca non c'erano ancora conferme per le 8 macchine in opzione).
 
 
Line 300 ⟶ 296:
===Aviazione navale===
====Elicotteri<ref>Fassari, Giuseppe: ''Aviazione navale? Sì Grazie'', Aerei settembre 1994 pagg. 14-19</ref>====
Gli elicotteri della MM classici sono stati, per decenni, gli AB-212ASW e i Sea King. In missione ASW hanno un equipaggio di 4 persone: primo pilota, secondo per la guida e la gestione delle comunicazioni, operatori radar e sonar, che gestiscono i sensori rispettivi, che negli anni '90 erano l'APS-705 nel tipico radome a panettone sopra l'abitacolo (nel caso degli AB-212; nel caso del Sea King era sotto la fusoliera), e il sonar AQS-13B filabile da bordo, usabile sia in maniera passiva, una volta filato in mare, che in maniera attiva per l'identificazione precisa. Le armi erano i siluri Mk 46 da 45 nodi e autoguida attiva, con sensibilità della testata sonar di 2-3 km di raggio. Gli Mk 46 erano quindi le armi d'elezione, piuttosto che gli A244 italiani, forse perché questi ultimi avevano prestazioni inferiori, più adatti a rimpiazzare gli Mk 44. Le missioni comprendevano azioni in hovering a pelo d'acqua, immergendo il sonar da pochi metri di distanza dal mare. Nonostante tutte le attrezzature che di fatto tendevano a sovraccare in maniera considerevole questi elicotteri (oltre 500 kg di peso a vuoto nel caso dei Sea King inglesi rispetto ai 'Commando' che ne sono la versione da trasporto tattico e assalto) e lo stesso l'AB-212ASW, le missioni dovevano essere svolte in condizioni ognitempo (i sottomarini, estremamementeestremamente insidiosi anche perché in movimento nel loro ambiente, conoscendo la situazione delle 'termiche' sott'acqua per mimetizzarvisi ancora meglio). I sottomarini sono difficili da rilevare, anche per gli elicotteri moderni, e possono conoscere bene la situazionsituazione delle 'termiche' in cui si muovono, facendo facilmente rimbalzare le onde sonar di ricerca, emettendo decoys di inganno anti-siluro, produttreprodurre falsi echi con il proprio sonar o addirittura disturbare il sensore del siluro con emissioni ad alta frequenza, quelle su cui opera il sensore di ricerca. Magari contro i siluri moderni funziona meno, ma questa saturazione degli echi di ritorno può causare dei problemi notevoli ai siluri ASW. Come missioni SAR erano entrambi utilizzabili con un verricello, ma anche per azioni antincendio, con una benna antincendio con cui il 2° Gruppo del Maristaeli nel solo 1993 ha effettuato oltre 500 ore per lottare contro gli incendi boschivi in Sicilia, dove è basato. Come missioni, va rilevato che il Sea King sia una macchina molto stabile e con ottima autonomia, nonché il fatto che é anfibio. La galleggiabilità, però, con le varie antenne presenti è ridotta: gli SH-3D originali avevano per esempio un radar piuttosto esile, con un radome a cupolino 'a ditale' sul muso, che era anche presente sugli elicotteri AB-212 quando questi avevano l'originale radar EMI sopra l'abitacolo, mentre i Sea King inglesi l'avevano sopra la zona di coda.
 
Per le missioni a bassa quota i Sea King erano i migliori; ma curiosamente gli AB-212, con un rotore bipala semi-rigido a cord larga riescono a mantenere una migliore maneggevolezza rispetto ai Sea King, più pesanti e grosso, più adatti (nonostante la maggiore velocità) al volo a bassa quota con il loro rotore pentapala (anche per quello anticoppia). Come macchine anti-nave i Sea King hanno, nelle loro ultime edizioni (quelle conosciute come 'Mazinga' per le loro antenne, sono gli SH-3H) sistemi ESM/ECM, mentre come armi i lotti meno recenti (ce ne sono 4 in tutto) hanno ricevuto, ad un certo punto, i missili ASM Marte da 30 km di gittata, anche se inizialmente i Sea King ebbero due coppie di missili AS-12, usati anche dagli AB-212 (ma forse non in maniera continuativa: di sicuro il sistema di mira ottico è sparito negli anni '90), che furono sopratutto la risposta alla minaccia delle navi missilistiche come le 'Osa' e 'Komar' dopo il successo contro il caccia 'Eilat' israeliano. Gli AB-212, invece, in un ridotto numero di esemplari hanno modo di teleguidare a mezza corsa i missili OTOMAT delle navi (almeno questa era la situazione negli anni '80-90, ora forse sono stati eliminati i sistemi TG-2 di controllo dei missili) e altri AB-212, sempre in pochi esemplari chiamati 'Gufi' che mantengono le già onerose apparecchiature elettroniche base, ma piuttosto che missioni ASW o di teleguida missili venivano usati per acquisire informazioni ESM che i normali AB-212ASW non hanno e che sono probabilmente, sempre per ragioni di 'standardizzazione' simili a quelli degli ultimi SH-3H, che sono abbastanza grandi da incorporarli senza troppi problemi di attività di volo per i vari compiti.
Line 335 ⟶ 331:
*Cannoni e piloni: 1 da 25x5 mm vs 2x30 mm; 9 punti vs 6
 
Alla fine, nonostante che non vi fossero state differenze sostanziali nella logistica e nel supporto offerto dai due contendenti, la scelta è caduta sull'Harrier II, chiaramente una macchina meno prestante come velocità (quella massima era minore rispetto a quella dell'AV-8B standard, nonostante il motore più potente, per via del radar); è un mezzo con maggiore autonomia, con superiore carico, maggiore maneggevolezza grazie alla nuova ala in fibra di carbonio, la maggiore innovazione: la fusoliera non ha aumentato tanto le dimensioni, ma l'ala sì e il numero di punti d'aggangioaggancio sono molto più numerosi, consentendo così una migliore autonomia anche pratica, sia in azioni d'attacco che di difesa aerea: lunghe CAP per permettere appena una decina di 'cambi di guardia' nelle 24 ore anziché circa 14. Il raggio d'azione è pure maggiore anche nell'attacco, dove non ci sono supplenti per un raggio d'azione sufficiente, per esempio, a mandare un aereo su obiettivi a grande distanza: l'AV-8B è capace di portare un carico di circa 1,8 t a 1000 km contro circa 400 km dell'AV-8A. La capacità dell'ala a grande superficie, per quanto poco valida in termini di aerodinamicità consente di portare parecchio carburante interno e sopratutto, permette di portare un carico di 6 AAM, 2 cannoni e 2 serbatoi, mentre il Sea Harrier può portare un massimo di 6 carichi e quindi deve scegliere tra, diciamo, i cannoni e un paio di missili AMRAAM (esempio, 2 AMRAAM sotto la fusoliera, 2 AIM o AMRAAM sotto le ali, due piccoli serbatoi subalari nei piloni interni). La struttura è poi molto moderna: titanio nella parte posteriore-inferiore della fusoliera, acciaio per gli ugelli, alluminio per quasi tutta la fusoliera e il bordo anteriore dell'ala, compositi per quasi tutta l'ala e i piani di coda orizzontali, e per la parte superiore della fusoliera (in corrispondenza della pianta alare, con cui costituisce un'unico oggetto) e la parte anteriore della fusoliera, il muso.
 
In tutto entrambi gli aerei sono validi, ma l'AV-8B è ben più capace e sopratutto, è stato offerto dagli americani. La scelta è stata anche politica ed economica, ed è stata data la preferenza all'offerta americana anziché operare la scelta europea. Del resto la Spagna e persino la Gran Bretagna (con la RAF) hanno scelto per questo apparecchio in versioni specifiche, e il traino della collaborazione con gli spagnoli ha fatto il resto, come anche quella con i Marines, che avevano richieste per 328 velivoli di queste macchine di seconda generazione, di cui circa la metà 'radarizzati', otlre alla Spagna con i suoi 12 aerei da 'radarizzare'. Ma ancora il radar non era stato scelto: il Blue Vixen o l'APG-65? Per questo la Ferranti stava offrendo il suo radar, che ancora non era stato integrato con l'Harrier (ma era in collaudo con il Sea Harrier FRS.Mk2) e l'affare da solo valeva 100 mld di lire. Nel frattempo, dopo che a gennaio è stata varata la legge per istituire un'aviazione navale con aerei ad ala fissa, la legislazione aveva finalmente svincolato l'aviazione di Marina (che in compenso non disprezzerà di far gestire all'AMI la flotta di 18 apparecchi Atlantic).
Line 375 ⟶ 371:
 
La missione vide impegnato un gruppo navale anfibio multinazionale o CJTF nella missione 'United Shield', con 5 navi fornite dagli USA, altrettante dall'Italia, 3 dalla Francia, 3 dal Pakistan, 2 dalla Malaysia .Gli USA hanno messo 1500 uomini e una quarantina di mezzi aerei in gioco, assieme alle navi; ma pr quello che riguarda l'Italia vi è stato l'arrivo del 26° Gruppo Navale, quasi altrettanto grande con la portaeromobili (per la prima volta non solo 'portaelicotteri') GARIBALDI, che imbarcava letteralmente tutti gli Harrier disponibili: ovvero i 2 TAV-8B e i prmi 3 AV-8B+ (anche se non è chiaro se i primi siano stati davvero portati con la nave; altre fonti parlano dei soli 3 monoposto), 2 Sea King, e per il resto 4 AB212NLA (ovvero AB212 modificati per l'assalto anfibio) e 4 A.129 Mangusta (per la prima volta usati in maniera continuativa da una nave, anche se erano già avvenute azioni del genere, sia pure occasionali; e oltre a questi 3 aerei (o 5?) e 10 elicotteri, v'erano anche ben altri 6 SH-3 Sea King a bordo delle due portaelicotteri S.Giorgio e S.Marco, che li hanno schierati sui ponti di volo pur non avendo nessun hangar. In teoria i 'Mangusta', avendo rotori ripiegabili (non da subito, a dire il vero) potevano essere ospitati sotto bordo, ma è l'unico caso visto che gli altri elicotteri (tranne forse gli AB.206) erano troppo grossi per l'unico elevatore disponibile. I Sea King erano parcheggiati a mezza nave, insomma le S.Giorgio erano una sorta di 'portaelicotteri in Do minore' visto che non avendo hangar non possono essere navi del tutto valide in questo senso: magari lo sono se si tratta di missioni abbastanza brevi e sopratutto in condizioni meteo tipiche non molto difficili. La fregata LIBECCIO portò 2 AB-212ASW, mentre lo STROMBOLI da rifornimento non aveva nulla. Agli equipaggi si aggiungevano 198 persone dell'esercito tra paracadutisti e cavalleggeri, 320 del 'S.Marco' (praticamente tutto il personale operativo) e 30 del Consubin, per un totale di 5 navi, 21 velivoli e 2.106 uomini. Insomma, la prima azione interforze delle F.A. italiane, e se l'Irak nel 1990-91 fu il debutto di gran parte dei mezzi avanzati occidentali per l'Italia si dovette aspettare 2 anni dopo, per una missione di peacekeeping (con Centauro, Mangusta e altro ancora).
 
 
Quanto agli AV-8B Harrier, ecco come è andata: se inizialmente era preferito (per ragioni abbastanza comprensibili) il Sea Harrier, agli inizi del 1989 venne scelto l'AV-8 Harrier+, che per ragioni burocratiche non è stato definito AV-8E (la D era semmai il 'Night Attack'; ma forse la verità è che appioppare nuove versioni ai nuovi tipi avrebbe infastidito i clienti delle prime versioni: che dire per esempio degl innumerevoli 'blocks' dell'F-16, che è delle versioni C e D oramai da 20 anni, con circa 10 aggiornamenti nel contempo tutti più che sufficienti per giustificare nuove versioni ufficiali, come a suo tempo accadde per gli A/B?).