Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Svizzera: differenze tra le versioni

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All'epoca (XV secolo) vi erano pochi elementi altrettanto risolutivi degli Svizzeri: gli arcieri inglesi, i cavalieri francesi, ma in generale la fama degli svizzeri e la loro capacità di fare a pezzi persino i cavalieri corazzati li videro molto in auge per secoli, come a tutt'oggi testimoniano le Guardie del Papa.
 
Come gli Svizzeri arrivarono a tanta fama? La loro storia 'moderna' li vide uniti in una Lega Perpetua tra i cantoni 'forestali' (Waldstaette)che comprendevano Uri, SchwgtzSchwagtz e Unterwalden. Nella battaglia di Morgarten vinsero con pietre e scuri un esercito che gli era stato inviato contro da Leopoldo D'Austria, e che venne sorpreso in una gola, quella appunto di Morgarten. La successiva evoluzione della Lega vide l'inclusione di Berna, Lucerna e altre città che sarebbero diventate poi quelle di maggior importanza. Ancora una volta vinsero contro gli austriaci nel 1339, e sopratutto, nel 1386 a Sempach, quando 6500 svizzeri si scontrarono con 12000 cavalieri e fanti austriaci di Leopoldo III d'Asburgo. Gli austriaci si misero a terra (anche i cavalieri) e formarono una falange, ma incredibilmente, persero contro un nemico molto meno numeroso ma più determinato, anche se apparentemente meno organizzato, con la morte dello stesso Duca nella battaglia. Nella battaglia di Bellinzona del 1422 2500 svizzeri che avevano messo sotto assedio la città (che per ragioni commerciali, era vista, in quanto bastione del Ducato di Milano, come un obiettivo da espugnare) vennero sconfitti da 16000 viscontei, ma pur con gravi perdite ripiegarono con l'onore delle armi. Altre battaglie li videro sconfitti in quel di Birsa, ma solo perché gli Armagnacchi erano 20 volte superiori (agosto 1444) in numero, e poi vincenti in una epica serie di battaglie contro il Ducato di Borgogna. Carlo il Temerario aveva un esercito numeroso, ben armato e organizzato, e lui era un condottiero di grande personalità. Tutto fu vano, e gli svizzeri vinsero a Grandson (1476), Morat (1476), e Nancy (1477) e con quest'ultima battaglia perse la vita anche il Duca di Borgogna. Gli Svizzeri diventarono subito richiestissimi e Carlo di Valois nel 1480 ne arruolò 8000. Nel tardo '400-500 gli Svizzeri parteciparono alla campagna d'Italia, dove ebbero sconfitte come quella di Bicocca e Pavia (1522 e 1525), ma anche la vittoria di Ceresole del 14 aprile 1544 contro gli Imperiali.
 
La tattica degli Svizzeri era inizialmente basata sulla conoscenza del territorio, il che ovviamente è valida se si è in difesa: la prima vittoria contro gli Asburgo naque così, quando in una stretta gola 2000 cavalieri austriaci si ritrovarono il passo sbarrato da tronchi, e poi vennero assaliti da un numero simile di svizzeri, che usarono asce, alabarde, massi e pietre. I cavalieri non potevano in tali condizioni combattere al meglio: non riuscivano ad arretrare, non riuscivano a formare una formazione da battaglia, non potevano usare la lancia e poco la spada: insomma, si verificò pressapoco quello che accadde nella battaglia finale di Conan il Barbaro. Gli Svizzeri erano forti fisicamente e molto preparati all'uso di armi varie, per loro abituali. La sconfitta contro le truppe viscontee li vide tuttavia in difficoltà, era infatti evidente l'inferiorità delle loro armi corte rispetto a quelle lunghe della cavalleria, naturalmente in campo aperto come a Bellinzona. La dottrina cambiò: si stabilì di formare un esercito ben più stabile e forte in campo aperto. Gli Svizzeri avevano una coscrizione obbligatoria, che era già un vantaggio rispetto agli eserciti del Medioevo, spesso improvvisati e raccogliticci. Erano tenuti a comperare le loro armi e mantenerle con cura, perché sarebbero state periodicamente ispezionate: non era consentito venderle, nemmeno per pagare i debiti. La loro tecnica di combattimento in campo aperto divenne più micidiale: vennero introdotte delle picche che divennero lunghe oltre 5 metri. Avanzando in grandi formazioni, protette sui lati da linee di picchieri, il grosso della fanteria svizzera procedeva come un carro armato vivente, lento ma inesorabile. La vittoria di Morat venne conseguita con l'appoggio della cavalleria degli Alleati, ma il grosso del lavoro lo fecero gli Svizzeri con tre formazioni: avanguardia, corpo centrale e retroguardia. Sopratutto, vi era un corpo scelto di giovani combattenti che avevano il compito di colpire i tiratori nemici, in quanto Carlo schierava circa 150 artiglierie. Gli Svizzeri, con la coscrizione potevano schierare anche 70-80.000 uomini dell'esercito, cosa notevole per l'epoca, mentre altri eserciti come quello di Carlo potevano fare altrettanto solo con l'uso di mercenari provenienti da tutta Europa: a Morat Carlo disponeva di circa 30.000 uomini, che davano l'assedio ad una fortezza difesa da appena 2000 svizzeri, che resistettero abbastanza da consentire l'arrivo dei rinforzi, e poi parteciparono anche alla fase finale della battaglia. Anche gli Svizzeri e i loro alleati avevano una tale forza. Prima di entrare in battaglia, recitarono 5 Pater e 5 Ave maria inginocchiati e con le armi a fianco, poi entrarono in azione: visto che non avevano una divisa unica, per distinguersi dagli avversari avevano croci bianche sul petto o su un braccio. Il grosso delle truppe di Carlo era costituita da italiani, tra cui presumibilmente anche molti dei discendenti dei viscontei che batterono gli Svizzeri a Bellinzona. Vi erano arcieri inglesi e scozzesi, polacchi, francesi. Gli Svizzeri misero in campo, come corpo di combattimento principale una forza di circa 10.000 uomini, che era schierata in una immensa formazione di circa 120 uomini in quasi 100 righe, aiutati da 5-6 righe di picchieri 'indipendenti' che li proteggevano dalla cavalleria. Nonostante che Carlo aveva costruito fortificazioni campali contro l'arrivo di rinforzi agli assediati, gli Svizzeri travolsero gli avversari e irruppero nel campo, che era stato lasciato molto sguarnito nella zona in cui arrivò l'attacco, e massacrarono i loro avversari, che presi dal panico (era noto che gli Svizzeri, anche se 'cristiani', non facevano prigionieri) si diedero ad una rovinosa rotta. Alla fine, come spesso accadde nelle battaglie antiche, dopo un inizio stentato (sopratutto per l'azione degli arcieri inglesi) uno dei due eserciti mise in rotta l'altro, e in questa fase avvenivano i massacri maggiori: contro meno di 500 morti, gli Svizzeri massacrarono 12.000 avversari. Da notare che gli Svizzeri non avevano molto, oltre alla fanteria: la cavalleria era poca e usata solo per esplorazione, l'artiglieria era poca, leggera e dopo i primi colpi letteralmente era lasciata indietro e dimenticata sul campo di battaglia. La percentuale di balestrieri e fucilieri era dell'ordine del 10%. In un'epoca in cui le battaglie le decidevano sopratutto le cavallerie, gli Svizzeri avevano imparato a dominare il campo di battaglia, e tennero tale dominio fino all'avvento di armi da fuoco sempre più numerose e perfezionate, specialmente quando arrivarono gli spagnoli, con gli archibugi e i moschetti. Nondimeno, anche gli Spagnoli ebbero bisogno degli Svizzeri per istruire le proprie fanterie.
 
Una delle cose che la fanteria svizzera era ben addestrata a fare erano le marce e gli esercizi ginnici in generale: quando si trattò di andare in guerra a Morat, l'armata svizzera percorse qualcosa come 220 km in appena 3 giorni di marce forzate (con le armi leggere, mentre le picche erano portate dai carri), riposarono poi per qualche ora e infine entrarono in battaglia, con i risultati che si son detti! Non solo, ma siccome la Storia si ripete, gli Svizzeri adottarono per i grandi scontri campali le formazioni di fanteria armata di picche molto lunghe, che per esempio, era anche utilizzata secoli prima dagli Scozzesi con gli Skiltons (che erano formazioni con difesa 'a riccio' su tutti i lati, senza fanteria leggera di supporto), ma sopratutto, entrambe hanno una ben illustre antenata: la Falange macedone, con cui Alessandro conquistò quasi tutto il mondo conosciuto nel IV secolo A.C. Il principio è sempre lo stesso: portare lance molto più lunghe di quelle utilizzabili dalla cavalleria, e sfruttabili meglio, grazie al fatto di procedere appiedati. Da notare che gli Svizzeri, per quanto corazzati, non avevano scudi come invece avevanavevano i macedoni. Va da sè che per funzionare, una tale formazione aveva bisogno di molto addestramento, e infatti questo tipo di impiego era l'unico che venisse costantemente praticato per le truppe in termini meramente di addestramento: il resto, le asce, le balestre e le spade non necessitavano di addestramenti di tale entità.
 
Gli Svizzeri ad un certo punto sembrarono addirittura gli arbitri dell'Europa: erano forse in grado di imporre un loro regno ben più esteso delle Alpi, ma in pratica altri cominciarono a prendere adeguate contromisure: i tedeschi affini agli svizzeri cominicaronocominciarono a produrre fanterie alla 'svizzera', i famigerati lanzichenecchi, che tra l'altro, non avevano richiami alla morale e pietà cristiana altrettanto stringenti. L'avvento delle armi da fuoco e un miglior coordinamento delle truppe, e l'anarchia che ad un certo punto cominciarono a denotare le varie formazioni svizzere le portarono rapidamente ad alcune rovinose sconfitte.
 
Gli Svizzeri divennero sempre di più un popolo di mercenari: allo sciogliersi delle nevi sui valichi, non mancavano i signori feudali che venivano a chiedere il loro aiuto e la pratica di fare il mercenario fuori dai confini divenne talmente consueta, che ad un certo punto si cercò anche di vietarla, poiché spopolava la Svizzera dei propri uomini, molto necessari per mantenere il territorio contro le dure condizioni montane, da cui del resto loro tendevano a scappare.
 
 
La Svizzera cercò di tirarsi fuori dalle contese europee e dal 1815 ci è riuscita, occupandosi con successo di meccanica di precisione, industria casearia e dolciaria, banche e turismo. Ma sbaglierebbe chi pensasse che non ha avuto cura delle forze armate e degli armamenti in generale: la Oerlikon ha costruito nel 1914 una mitragliera antiaerea da 20mm che è ancora oggi in servizio, contendendo alla Bofors il primato nelle artiglierie antiaeree leggere. E non si trattò di un successo isolato, in quanto da allora le mitragliere Oerlikon da 20, 25, 30 e 35mm35 mm sono diventate un armamento virtualmente standard per i reparti antiaerei leggeri e persino caccia: dai Bf-109 e Zero, ai JA-37 Viggen con il formidabile KCA, un cannone da 30mm che dopo 1500 metri ha ancora l'energia cinetica del 30mm DEFA a bruciapelo, e ha un proiettile più pesante del 30%. Anche nel settore delle armi leggere la Svizzera è ben posizionata, con i prodotti SiG-Sauer, come la pistola P.226 e i fucili d'assalto di progettazione nazionale. Poco noto, la Svizzera ha prodotto anche carri armati e cacciacarri, mentre i mezzi blindati per la fanteria della MOWAG e i radar Oerlikon-Contraves sono tra i più diffusi a livello mondiale nel settore antiaereo. Nel mentre, la Pilatus ha dato vita ad una interessante industria aereonauticaaeronautica, famosa sopratutto per i suoi apparecchi da trasporto leggero ed addestramento.
 
La coscrizione dell'esercito svizzero vede, coemcome in quello svedese, un piccolo strumento militare in tempo di pace, ma grazie al sistema dei riservisti può diventare in poco tempo una forza di grandi dimensioni, mentre l'aeronautica, piccola ma non insignificante, ha assieme all'artiglieria il compito di appoggiarne le operazioni.
 
 
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Per la sua piccola aviazione la Svizzera ha scelto, dopo una accanita competizione con l'A-7 e il G-91Y, l'F-5E/F. Ne sono stati ordinati nel 1976 72 macchine, 66 E e 6 F, consegnati secondo il programma 'Peace Alps', in conto FMS. Tranne i primi 13 E, gli altri sono stati assemblati dalla FFA nella sua fabbrica a Enmmen. Inoltre, altri 32 E e 6 F sono stati ordinati nel 1981. Gli ultimi sono stati consegnati nel marzo 1985.
 
La Swiss Air Force non rilascia mai dettagli sul suo organico, ma queste macchine dovrebbero avereservitoavere servito con le Fliegerstaffel 1, 11 e 18. Il primo ad essere formato fu il 1, seguito dal 18 e poi dall'11. Il servizio inixiòiniziò nel 1979, ad ottobre. Questi reparti erano prima dotati dei Venom. Le squadriglie 6 e 13 della milizia (ovvero la riserva aerea) ebbero i Tiger del secondo lotto, rimpiazzando così anche i Venom in questi reparti aerei oltre agli Hunter della prima Squadriglia, sempre della Milizia. Infine, gli F-5 divennero gli aerei acrobatici della Patrouille Suisse, certamente la loro unità d'impiego più famosa.
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Erano al tempo stesso previsti, nel '92, cacciacarri Piranha 6x6 con torretta TOW di modello norvegese. Altre innovazioni previste erano i sistemi termici Siemens, telecamere ad infrarossi da comprare in 800 esemplari nel 1993-96. Il ritorno economico per l'industria svizzera era previsto nel 90%.
 
I missili controcarro M47 Dragon, le armi a medio raggio della categoria (stranamente non vennero mai comprati i MILAN), vennero aggiornate, essendo necessario dopo circa 10-15 anni di servizio (la loro acquizioneacquisizione avvenne tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80). L'aggiornamento previsto per il 1993-97 consisteva nel dotare i missili della testata a carica cava HPPz G90.
 
Telemetri laser: era previsto di dotarsi di ben 1500 apparati destinati all'uso con i mortai da 81 mm, ai cacciacarri e ai carri Pz 68 non ancora aggiornati. Sono di un modello norvegese, della Simrad Optronics, costruiti su licenza dalla Leica di Haarbrugg. Consegne nel periodo 1994-97, partecipazione industria svizzera al programma del 100%.
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Per quello che riguarda i sistemi antiaerei da 35 mm sono stati comprati negli anni '60, nella seonda metà degli anni '70 con i radar Super Fledermaus sostituiti dagli Skyguard o Mod. 75, sempre della Contraves. Dei 264 complessi disponibili, 188 vennero modificati con una ulteriore fase di aggiornamento comprendente sistemi meccanici aggiornati o sustituitisostituiti, introduzione di un sistema di alimentazione automatizzato, mirino ottico rimpiazzato dal ben più moderno GUN KING della Contraves, con un computer digitale di controllo. Programma con una partecipazione delle industrie svizzere del 92%, da eseguire nel 1994-96. Tutto questo era programmato nel Armament Plan 1991, che in tutto prevedeva spese per 1.215 miliardi di franchi, di cui il 78% per l'industria nazionale.
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Altri programmi di rilievo erano quelli dell'F-18, da pagare con 3.5 miliardi di franchi svizzeri. Altre armi erano i missili FIM-92 Stinger, comprati per la fanteria, e ancora più rilevanti forse, gli StG-90. Questi ultimi erano in rimpiazzo dei vecchi fucili StG-57 in calibro 7,5x55 mm. Ne erano previsti 600.000 esemplari.
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Mentre nel 1992 l'intero sistema fortificato alpino italiano (comprendente persino postazioni in cemento con torrette dei carri M26) venne dismesso, gli Svizzeri lo aggiornarono ulteriormente. Le Alpi e il Giura hanno sempre garantito una efficace difesa dei pochi passi disponibili, e la cosa non è stata mai dimenticata, per esempio durante la II GM è stato uno dei motivi per cui la Svizzera non è stata mai minacciata di invasione. Gli Svizzeri, tanto attenti alla protezione delle loro banche, non lo sono da meno per i loro alloggi, tanto da prevedere ad un certo punto un bunker per la difesa NBC per le nuove abitazioni ed edifici pubblici come norma di legge tassativa. Alla fine egli anni '70 del resto erano presenti, in carico delle Brigate di Frontiera, qualcosa come 2.100 artiglierie moderne, 600 lanciamissili controcarri o cannoni c.c, 1.800 mitragliatrici pesanti, 4.000 demolizioni predisposte, 76 km di gallerie come depositi per munizioni e carburante, mentre gli hangar dentro le montagne divennero lo standard per le basi aeree svizzere, o sennò di tipo 'convenzionale' con shelter corazzati.
 
Ma non bastava ancora: prima ancora dell'arrivo di armi come i mortai automatici bicanna AMOS per mezzi corazzati, gli svizzeri avevano già provvisto ad impiegare un modello da 120 mm bicanna a retrocarica (arma unica nel mondo) installato in torretta a filo del terreno, corazzato e quasi impossibile da vedere, mentre torrette di carro Centurion vennero sistemate in postazioni protette pesantemente; 1.700 campi minati e 2.000 ostacoli anticarro hanno contribuito alla difesa svizzera. Ancora negli anni '90, nonostante la dismissione di tante opere difensive erano rpesentipresenti 900 opere difensive, con otrle 3.000 armi e vi erano pure 6.000 ricoveri protetti sotteranei, capaci di ospitare un quinto di tutte le F.A. svizzere. Con la riduzione a 400.000 delle truppe mobilitabili, e il dimezzamento del personale da fortezza, non sarebbe stato più possibile difendere il territorio nazionale in toto ma concentrarsi con maggiore mobilità nelle zone più minacciate. Sarebbero rimasti, secondo la pianificazione del '95, in efficienza 1.200 sbarramenti, 100 installazioni d'artiglieria da fortezza e altrettante postazioni protette per il comando. La mimetizzazione con il territorio, con false rocce come entrate, con finte baite costruite sopra i bunker e le postazioni, era davvero degna della precisione svizzera. Per migliorare la situazione, le torrette dei Centurion sono state sistemate in casematte tanto ben protette da prevedere anche catene per provocare l'esplosione anticipata delle granate HEAT, e corazze ERA che tappezzano le pareti interne contro l'effetto di missili controcarri. La maggiore innovazione era il sistema Bison, cannone da 155 con torri bicanna, capace di sparare a 30-40 km e raffiche di 5 colpi in 25 secondi. Altre armi meno recenti erano anche i cannoni L42 del 1942-46 da 25 km di gittata per proiettili da 42,6 kg, in casamatta con 30 gradi di brandeggio possibili; il TurmeKanone 1958 L42 paricalibro con cupola corazzata da 360 gradi di brandeggio; il Festungmineswerfer da 120 mm Mod.1958/83, lungo 2,35 m, con proiettili da 15 kg a 9 km, casamatta corazzata da 360°; Il cannone da 105 mm L42 con gittata da 18-21 km con proiettili da 15 kg; Obice L22 M1942-46 da 105 mm e 11 km.
 
A tutto questo, al solito c'era da aggiungere i reparti da combattimento mobili: semoventi M109 da 155, oltre 300 carri Leopard 2 (da soli capaci, anche a piccoli gruppi, di bloccare agevolmente i passi montani), blindati Piranha con tanto di lanciamissili TOW (ben 310 esemplari), missili TOW, Dragon, razzi portatili e missili Stinger, nonché gli M113 con cannoni da 20 mm. Con la mobilitazione rapida dei riservisti era facile attivare tutti questi sistemi con un minimo preavviso, ed usare unità mobili di forza sufficiente a fare pagare caro qualunque tentativo d'invasione, supportate da una discreta aviazione tattica, dalle alte quote e dalla neve che rendono ben più difficile l'assalto da parte di un ipotetico avversario. Basti dire in merito che all'epoca l'Italia non aveva ancora in servizio i carri Ariete, e che comunque questi sarebbero stati molti di meno dei Leopard 2 già distribuiti alle truppe corazzate svizzere, mentre di mezzi come i cacciacarri TOW con torretta binata non c'era l'equivalente tout-court.
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La Svizzera iniziò già durante gli anni '40-50 la produzione di una interessante serie di mezzi. Tra gli altri, realizzò dei cacciacarri armati di cannone da 75 mm, tra i pochi semoventi in casamatta europei dopo la Seconda guerra mondiale ma che non passarono in produzione di serie. La Svizzera era evidentemente ben impressionata dal piccolo e letale Hetzer, il semovente cacciacarri con cannone da 75 mm Pak 39, realizzato dai tedeschi su scafo LT-38 cecoslovacco (un carro leggero oramai superato dato che aveva solo un cannone da 37 mm), la cui produzione fu poi ripresa nel dopoguerra per le esigenze dell'esercito cecoslovacco, ma anche per quelle svizzere dato che mezzi di questo tipo vennero forniti tra il 1947 e il 1952 per poi essere mantenuti in servizio fino agli anni '70. I semoventi svizzeri si differenziavano essenzialmente per una sovrastruttura più grande di quella invero angusta dell'Hetzer.
 
I blindati ruotati furono però ben più importanti, cominciando in particolare dal ROLAND, prodotto dalla MOWAG di Kreuzlingen, essenzialmente un mezzo 4x4 con compiti di sicurezza interna. Si tratta di un mezzo leggero, da appena 4.7 t, 4x4, motore a benzina a 8 cilindri a V da 202 hp che gli fornisce invero un rapporto potenza peso inusitato, di circa 40hp-ton. La velocità su strada di 110 kmh, con autonomia di 550 km sono caratteristiche di tutto rispetto per un veicolo apparso nel 1963. Il pilota è davanti, lo scomparto truppa al centro, il motore dietro, ma lanscialascia spazio anche ad una porta posteriore, che si assomma alle due sui lati, tra le ruote. Lo scafo è a guscio in acciaio, resistente al 7.62 mm, anche le dimensioni di un mezzo tanto leggero sono di 4.4 m per 2.01 w altezza di 2.02 alla torretta, il che rende possibile trasportare solo 6 uomini in tutto. Il cambio era in origine manuale a 4 marce avanti e una indietro, poi rimpiazzato da uno automatico. La torretta dalla alta forma cilindrica era munibile di una mitragliera da 7.62 o 12.7 mm. Impiegato essenzialmente per compiti di sicurezza interna, il Roland ha tra i pochi inconvenienti il fatto che non è anfibio, anche se può guadare fino a 1 m. Opzionali sono altoparlanti, sirene, ruote antiproiettile. Esportato in nazioni come Bolivia, Cile, Argentina, Irak, Grecia, spesso usato dalla polizia o dall'aviazione per sorvegliare le basi. Non mancano tuttavia anche versioni come quella controcarro, dotata di 3 missili Mamba da 2 km sopra la torretta da 7.62 mm, che tra l'altro è telecomandata dallo scafo essendo troppo piccola per ospitare anche il mitragliere. Un modello simile venne prodotto, sempre 4x4, negli anni '70, era il MOWAG Grenadier capace col suo scafo allungato di portare in tutto 4 uomini. Venne costruito solo per l'export ed è interessante notare che poteva essere armato con torretta da 20 mm, ma anche con un lanciarazzi da 80 mm binato, per compiti di artiglieria (presumibilmente basati sul razzo SURA). Inoltre era totalmente anfibio con tanto di elica posteriore e due timoni di direzione collegati allo sterzo. Ma già negli anni '80 era fuori produzione, perché rimpiazzato dai PIRANHA.
 
Il Roland venne preceduto dall'MR 8. Questo venne prodotto solo per l'export, in particolare per la Germania, la cui Guardia di frontiera ebbe circa 600 mezzi prodotti dalla Henshel a Bussing. Erano previste due versioni, la SW1 e la SW 2. La prima era disarmata mentre la seconda aveva un rispettabile armamento dato da una mitragliera da 20 mm e 6-8 lanciagranate nebbiogene. Capocarro e guidatore erano fianco a fianco in avanti, altri 5 uomini erano dietro a destra, con lo scomparto motore a sinistra del veicolo. L'MR 8 venne anche sviluppato in versioni diverse per l'export in altre nazioni, con modelli come l'MR 8-09 con torretta e mitragliera da 20mm, l'8-23 con cannone da 90 in torretta biposto, e addirittura due tipi di lanciarazzi d'artiglieria. Uno aveva 20 razzi da 145 mm, l'altro addirittura un lanciatore binato da 80 mm che era alimentato da un caricatore automatico, tanto da consentire una cadenza di tiro combinata di 500 colpi al minuto. Nessuno di questi mezzi estremamente interessanti entrò tuttavia in produzione. Vi arrivò invece l' MR 8-32 con mortaio da 120 e scafo aperto superiormente.
 
Gli MR 8, al pari dei Roland non hanno normalmente mezzi di visone notturna, non sono anfibi e non hanno portezioneprotezione NBC. Nonostante la massa sia maggiore rispetto al similare Roland, 8.200 kg questi mezzi capaci di 7 posti interni hanno un 6 cilindri da appena 161 hp, e quindi la velocità rispetto al Roland è molto inferiore, con appena 80 kmh. Le dimensioni sono maggiori con 5.31 x 2.2 x 1.88 m esclusa la torretta. L'autonomia è minore, nonostante il motore meno potente, con 400 km su strada. Nell'insieme due tipi di mezzi, il Roland e l'MR 8 simili in compiti, ma con il primo più recente e più potente rispetto al secondo.
 
 
Il veicolo ruotato 'definitivo' per la MOWAG è indubbiamente il Piranha. È questo mezzo che ha rimpiazzato il Grenadier, progettato alla fine degli anni '60 e poi apparso come prototipo nel 1972. Nel 1976 apparvero i primi veicoli di serie, che presto trovarono una interessata clientela. E dire che questo mezzo venne prodotto per iniziativa privata e senza supporto del governo svizzero. In ogni caso, anche senza cliente di lancio 'istituzionale', il primo acquirente importante fu il governo canadese, che nel 1977 ne ottenne la licenza di produzione per un totale, tra il 1979 e il 1982 di 491 veicoli, prodotti nel modello Cougar con torretta da 76 mm dello Scorpion inglese (195), il Grizzly che è un APC comcon mitragliera da 12.7 mm(269), e un veicolo di recupero, l' Husky. Numerose altre nazioni, dal Cile al Ghana hanno comprato il PIRANHA, e sebbene fossero disponibili, in una vera famiglia modulare, ben 3 configurazioni dello scafo a 4, 6 e 8 ruote, sopratutto il 6x6 andò forte come ordini, essendo il più equilibrato tra la mobilità troppo bassa fuoristrada di un mezzo 4x4 e le tasche dei clienti che difficilmente sostenevano la spesa per il 8x8. Infine, solo nel 1983 arrivò anche la valutazione svizzera per la versione 6x6 con lanciamissili binato TOW in torretta norvegese ricaricabile dall'interno. Ma questo era solo l'inizio, perché mentre questo accadeva (e avrebbe comportato un ordine per ben 310 mezzi), l'USMC ordinò a sua volta il Piranha come LAV,ovvero un nuovo tipo di APC per i Marines, che finalmente potevano possedere una mobilità adeguata anche a terra. I Marines scelsero il veicolo svizzero tra una nutrita concorrenza, e già nel 1983 ebbero i primissimi veicoli in servizio, che assieme agli AV-8B e F-18 ne rivoluzionarono le capacità di combattimento. In teoria anche l'Esercito doveva comprare il vincitore del programma LAV; ma come pochi oramai ricordano non solo partecipò a questo programma ma recedette nel 1984.
 
Il Piranha ha scafo saldato in lamiera d'acciaio. Nel modello 6x6 il pilota è avanti a sinistra, il capocarro dietro e il motore a destra. Due portelloni posteriori consentono di accedere allo scomparto truppa, che è totalmente liberato dalla presenza del motore, la maggiore differenza rispetto al Roland. In tutto sono imbarcabili 12 soldati oltre al capocarro e pilota. L'armamento è vario, comprendendo anche un cannone da 90 mm Cockerill in torretta biposto ad azionamento elettrico. Quello che non cambia è il fatto che tutti i veicoli hanno capacità anfibie spiccate, con due eliche posteriori. Nel caso della serie 6x6, originale, le dimesioni erano di 5.97 x 2.5 x 1.85 m senza torretta, peso di 10.5 t, velocitòvelocità di 100 kmh, autonomia di 600 km, pendenza del 70% e gradino di 0.5 m. Il motore era un Detroit Diesel 6V-53T da ben 300 hp, che consentiva circa 30 hp/ton.
 
La potenza esuberante sarebbe servita, tanto che il Piranha ebbe anche versioni a 10 ruote, tutte motrici. Ma il LAV per i Marines era del tipo 8x8, armato con una torretta binata con cannone da 25 mm e mitragliatrice da 7.62 mm. Esiste anche una camera termica, mentre il cannone è lo stesso del Bradley. La massa arriva a circa 13 t e la protezione è ridotta, né la sagoma è propriamente bassa. I Marines hanno comprato circa 1000 veicoli, di cui 400 nel tipo basico LAV-25, che ha la torretta di cui sopra, corredata da parecchi colpi da 25 mm -630- ma solo 1800 da 7.62 mm. Le versioni sono per il resto il LAV-TOW con lanciamissili binato, 95 esemplari ciascuno con 14 missili di scorta (differentemente dal Bradley il LAV, che pesa la metà deve scegliere: o il 25 mm o i TOW), il LAV BLAZER con cannone da 25 mm a 5 canne rotanti e rampa quadrupla per Stinger, il LAV-M con mortaio da 81, il LAV-C2 con funzione di comando e controllo, equipaggiata con 6 sistemi radio e in servizio in non meno di 50 esemplari.
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L'US Army si sganciò dal programma LAV per lanciarsi nella costruzione di una forza totalmente meccanizzata con veicoli pesanti, per scontrarsi con i carri sovietici in Europa. Ma queste divisioni pesanti sono diventate piuttosto obsolete dopo la Guerra fredda, e da qualche anno l'US Army è ritornato sui suoi passi ordinando i Piranha III ovvero gli Striker, con corazzatura aumentata anche se solo una postazione da 12.7 mm superiore. I veicoli trovano attuamenteattualmente impiego nelle brigate 'Striker', in Irak, dove la loro economia di gestione rispetto ai cingolati è la benvenuta, specie considerando le distanze su strada da percorrere, e il fatto che i cingoli e l'asfalto sono nemici poco cortesi l'uno dell'altro. Nonostante le critiche spesso uscite sulla protezione e altri inconvenienti, il nuovo mezzo si è dimostrato un successo non indifferente per ridurre il logorio dei cingolati americani.
 
La MOWAG non rimase confinata ai mezzi ruotati. A parte il successo del Piranha, dovette anche archiviare il sostanziale insuccesso del suo potente TORNADO. Si trattava di un cingolato per far operare la fanteria con i carri armati, di tipo moderno. E non deve stupire perché addirittura i prototipi dei Marder sono stati costruiti proprio in Svizzera. Prima ancora del Marder, del resto, i tedeschi adottarono un progetto svizzero per dare origine ai loro blindati cingolati Spz-12-3.Lo stesso progetto svizzero venne adottato anche dalla Gran Bretagna, non è ben chiaro se si tratta dell'FV-432. Quanto al Tornado, sostanzialmente si tratta di una versione 'ridotta' da 28 a 22 t del Marder.Visto che all'epoca si erano ordinati ben 420 carri (poi ridotti a 380 e infine a 370) Leopard 2, sembrò logico non accontentarsi dell'M113 anche se riarmato con torretta da 20 mm. Il layout interno è quello solito, con il pilota a sinistra avanti dello scafo, il capocarro dietro, il motore a destra, la truppa dietro. L'istallazione di armamento è varia: per esempio erano previsti un cannone in torretta telecomandata da 25 mm e due mitragliatrici pure telecomandate in due torrette secondarie. La più potente istallazione verteva addirittura su di un cannoncannone GDD da 35 mm con due caricatori da 50 colpi l'uno e una mitragliatrice da 7.62 mm con 500 colpi. Utilizzando uno dei caricatori da 35 per proiettili HE e l'altro per quelli APDS è possibile ottimizzare le capacità del mezzo. I fanti hanno disponibilità di un paio di feritoie di tiro a per lato e di una rampa d'accesso meccanizzata. Il motore Detroit Diesel da 390 hp dà una velocità massima di 66 kmh e autonomia di 400 km su strada. Dimensioni di 6.7 x 3.15 x 1.75-2.86m con la torretta inclusa. Nonostante tutte le premesse per ottenere un mezzo all'altezza della situazione senza arrivare al costo del Marder, con il suo motore da 600 hp, non vi è stato alcun successo commerciale.
 
 
Per quello che riguarda i mezzi corazzati svizzeri moderni: i carri Leopard 2 sono designati Tipo 87, i MOWAG PIRANHA con missili TOW sono in servizio in 303 esemplari rispetto ai 310 ordinati, 186 Panzer 68/88 aggiornati e assegnati alla Milizia (riserva), le sue versioni recupero e gittaponte. Per i mezzi di fanteria, gli M113 sono stati aggiornati in non meno di 382 esemplari allo standard Type 63/89 con serbatoi esterni (tipo VCC), corazze aggiuntive EEAK laterali e la solita torretta con cannone da 20. Ma sono ora programmati i nuovi blindati CV90-30 ovvero il noto e molto popolare veicolo corazzato svedese, qui con cannone da 30 mm. Il primo lotto è di 168 mezzi per 990 milioni di franchi svizzeri di cui il 19.5% per la logistica e assistenza. È praticamente la versione per l'esercito norvegese, con un motore più potente da 670 hp, sistemi IR di seconda generazione e altro ancora, tra cui l'increandimentoingrandimento del vano truppa che è 20 cm più lungo e 10 più alto, mentre l'inquinamento è stato ridotto a normative europee. Massa aumentata a 27.7 t in combattimento, lungo 6.9 x 3.2 larghezza, trasporto 8 truppe e 3 di equipaggio, protezione di 500 kg-m2 per resistere ai cannoni da 30 mm, armamento con un cannone americano Bushmaster da 30 mm (NON una mitragliera svizzera), una mtg. da 7.5 e 8 lanciagranate da 76 mm fumogeni. È previsto che equipaggi, a partire dal 2002, 3 brigate di fanteria blindata con 62 esemplari ognuna, oppure secondo la proposta dell'Armeé XXI, con due sole brigate blindate, 72 mezzi l'una e i restanti alle scuole.Altri 142 veicoli dovrebbero poi essere comprati in futuro.
 
Da notare i particolari degli M113 svizzeri: la versione 63/89 con corazza aggiuntiva, mitragliera da 20 mm Mod 48/73, turbodiesel da 265 hp, capacità di trasporto 3+7- Altri M113 sono il modello 63/73 con mitragliera da 20 mm ma per il resto privo del motore potenziato e della corazza aggiuntiva. Il mod. 64 lanciamine è dotato di mortaio da 120 mm, 11 t e 5 uomini, il carro del genio 63 , quello sminatore 63/89 carro trasmissione 63. In tutto, al 2002 ne risultavano 1277 in servizio dei cingolati M113, chiamati Modello 63 in Svizzera, l'anno dell'adozione.
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I mezzi motorizzati svizzeri, per quanto poco noti, hanno una ricca tradizione e spesso si sono dimostrati anche mezzi all'avanguardia. La mobilità necessaria per via del territorio difficile e montusomontuoso fece sempre da potente stimolo in merito alla meccanica, specie alle sospensioni. Questo della mobilità ha costituito un tale punto di interesse, che gli autocarri svizzeri anche solo 20 anni fa erano di capacità non superiori alle 5 tonnellate, essendo poco pratici mezzi più pesanti. Solo dopo sono arrivati autocarri pesanti da 10 t. I mezzi a bassa mobilità sono essenzialmente forniti, in caso di emergenza, dall'uso degli stessi mezzi di tipo civile opportunamente requisiti. L'ente che è preposto agli approvigionamentiapprovvigionamenti è chiamato Rstungs-Bro ed è l'erede anche dell'indipendenza necessaria per via della neutralità della Svizzera, specialmente sentita durante la II guerra mondiale quando l'Europa era su tutti i confini popolata da nazioni bellicose. Ma chi si occupava di fornire tali veicoli necessari per l'Esercito svizzero? Il primo motore diesel venne fatto muovere nel 1908. Esso era su di un telaio Sauer, fabbrica ch esorse ad Arbon fondata da Adolph Sauer nel 1853 per la produzione di macchine tessili, che nel 1888 cominciò ad interarsi, in una epoca pionieristica, di motori a scoppio e di autoveicoli. Nel 1903 naquenacque il primo autocarro e 5 anni dopo un suo discendente ebbe l'onore di stabilire il primato storico di cui sopra, a cui ne sarebbero seguiti altri. L'iniezione diretta, nel 1934 e il freno motore sono tra queste. La Sauer ha continuato per decenni a produrre autocarri, fino al 1982, assieme alla Steyr Punch austriaca. Attualmente esiste la Soc. Bucher Guyer.
 
La Steyr fu importante sopratutto negli anni '60-70. Gli austriaci erano interessati al mercato svizzero per vari motivi, come il fatto di essere entrambe nazioni non allineate, e che la Sauer aveva una fabbrica a Vienna, rilevata nel 1970 dalla Steyr. Da qui sarebbero poi usciti anche il mezzo cingolato SK-105 Kurassier, uno dei primi cacciacarri -carri leggeri moderni e il suo fratello APC ovvero l'4K-FA, che poi venne costruito anche dalla Sauer come 4K 7 FA.
 
Iniziando dagli anni '40 i requisiti emessi dall'ErsercitoEsercito erano per una nuova famiglia di mezzi per traino artiglierie e rimorchi, su strada e fuori. Dovevano essere altamente unificati e con varie versioni a 2,3 e 4 assi, ottimamente mobili fuoristrada e nondimeno con una velocità su strada simile a quella degli autocarri medi normali, almeno 45 kmh, infine dovevano essere muniti di un motore diesel. Quanto alla portata, era indicata in 2.5 t per il mezzo a 3 assi e 3.5t per quello a 4, e infine una capacità di traino per un mezzo da 5 t tipo un cannone di medio calibro. I Sauer che ne derivarono erano effettivamente un 4x4, 6x6 e 8x8. Erano tutti veicoli siglati con la 'M', ovvero il 4M, 6M, 8M. Avevano una robusta trave centrale con struttura a scatolato in lamiera d'acciaio saldato elettricamente, da cui veniva sopportato il peso del motore in avanti, mentre i differenziali delle ruote erano sistemate dentro la trave stessa. Sospensioni indipendenti con molloni elicoidali di tipo complesso, efficiente e originale. Le dimensioni erano di 5.2-5.9 m di lunghezza di appena 2 m di larghezza e di massa di 4.25-7.4 t.
 
Il cambio era dotato anche della 5 marcia, che era come la 3 e 4a sincronizzata, ma solo nel caso del 4M. La velocità massima era di 58 kmh, 50 per i mezzi a 6 e 8 ruote, con un motore di 75, 85 e 100 hp. Notevole la pendenza di ben il 69% per il 4M, 60 per il 6M e 65 per l'8M. I motori erano in tutti casi i Sauer del tipo, rispettivamente CR2Dm, CT DM , CT1DM. Vi erano anche altre qualità come gli interassi estremamente ridotti e la presenza di un verricello di tipo sofisticato, con fune di oltre 70 m. Il veicolo più piccolo era sopratutto un trattore d'artiglieria e aveva il motore montato posteriormente, inclinato di 45 gradi per ridurre l'altezza e la carrozzeria era del tipo 'torpedo', ovvero con copertura abbattibile in tela.
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IL Pinzgauer era una specie di Haflinger ingrandito per portare 1000 kg e mettendo in produzione anche la versione 6x6. Il motore da 92 hp da 2.5 l. di cilindrata era raffreddata ad aria,con cambio ZF a 5 marce e retromarcia. Gli pneumatici erano 245-16, con le solite sospensioni indipendenti per ciascuna ruota con molloni elicoidali. Le masse erano di circa 2 t, 2.6 per il 6x6 che era più lungo di circa 1 m, per una massa di 4.1 t. Venne approntato come prototipo nel 1965 e poi iniziò la produzione a Graz non prima del 1971, di cui 2000 esemplari vennero utilizzati dall'Esercito svizzero. Verso la fine degli anni '70 iniziarono altri studi per mezzi con meccanica ulteriormente aggiornata ma sopratutto di tipo eminentemente commerciale, con versioni 4x4 da 6 t e 10t per la 6x6. Vennero approntati prototipi nel 1979, poi seguiti dai modelli di serie 6DM e 10DM, con motori diesel sovralimentati Sauer D4KT da 250 hp per il primo e 320 per il secondo e più pesante modello, con cambio in entrambi i casi ZF S-6 90. La massa totale era di 16 t per il primo e 22 per il secondo, ovvero l'6x6.
 
Nel 1986 la produzione cessò quando la Sauer venne comprata dalla Mercedes-Benz. Nel frattempo per rimpiazzare i vecchi veicoli 4x4 venne scltoscelto il G4 4x4 da 700 kg di carico utile, ordinata in 4100 esemplari.
[[Immagine:Mowag_Eeagle.jpg|250px|left|thumb|Il nuovo MOWAG Eagle, il solito 'supegippone' di ultima generazione]]
L'autocarro leggero di nuova generazione, scelto per rimpiazzare il Pinzgauer, venne comprato il Bucher-Guyer DURO per un totale di 2000 mezzi. Consegnato nel 1993-97 venne poi ordinato in un secondo lotto di 1000. In tutto, si trattava di un mezzo da 1 t di carico ha caratteristiche ulteriormente avanzate nel campo delle sospensioni, basate su due triangoli De Dion.. Ha motore e trasmissioni americani, per il resto è totalmente nazionale. Ha ottime doti di mobilità fuoristrada ed è anche confortevole. La sua configurazione è sia 4x4 che 6x6. Un altro mezzo moderno apparso di recente è il Mercedes-Benz SPRINTER 4x4.
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Il rimpiazzo delle armi da 20 mm procedette inesorabile col 25 mm, molto più potente, negli anni '80 Il cannone trainato Diana è un'altra generazione più avanti, con peso di appena 2100 kg ha due cannoni del tipo KBA con proiettili di 5 tipi diversi, HEI-T, SAPHEI-T, TP-T, APDS-T, APP-T(perforanti da addestramento). Una delle versioni di questo cannone , la GDF-AOA ha un sistema di puntamento P75 computerizzato mentre l'altro, il GDF-BOB ha metraglieramitragliera KBB da 800 c,minuto anziché 570, per giunta con velocità iniziale maggiore a motivo della canna più lunga, e ha un sistema di controllo del tiro Gun King della Contraves, originariamente destinato solo alle mitragliere da 35 mm. Esso si basa su di un sistema di visione diurna a 5 ingranimentiingrandimenti con campo visivo di 12 gradi, capacità di visione notturna e telemetro laser da 5 km di portata e precisione di 5 m.Il sistema di brandeggio e alzo era elettrico con velocità di 80 e 48 gradi sec. La possibilità di integrazione era presente con sistemi come lo Skyguard della Contraves o con altri tipi. Massa di 2100 kg con le munizioni e 1750 kg senza, lunghezza in assetto di marcia di 4,295 m, larghezza di 2,1 e altezza di 2,13 m. Gittata max sull'orizzonte 6 km, in quota 5 km, pratiche 3 e 2.5 km.
 
I cannoni da 25 mm sono più potenti del 20 mm ma sono apparsi in un momento 'difficile': negli anni '80 cominciavano ad essere sempre più diffusi i missili SAM portatili, e così i cannoni da 20 mm non sono mai stati eguagliati dai 25 mm come successo commerciale, a parte il peso maggiore. Questo non era vero come istallazione su mezzi corazzati ma questa è un'altra storia. In ogni caso vale la pena ricordrericordare che la mitragliera da 25 mm KBA ha trovato spazio nei 275 affusti quadrupli SIDAM (una quantità invero spropositata..) per l'E.I. italiano, e nel tipo KBB come istallazione, sempre quadrinata, per i cannoni da 25 mm CIWS del tipo Sea Guard, utilizzanti la torretta Sea Zenith e venduti, come unico cliente, alla Turchia per le MEKO 200. Infine da ricordare il poderoso sistema binato Barrage, dotato di 2 cannoni a 5 canne da 25 mm con 10.000 colpi al minutod i cadenza di tiro, destinato al sistema CIWS Myriad, rimasto però allo stato di prototipo dato che la sua gittata utile non era comunque molto alta, mentre il prezzo e l'ingombro lo erano.
 
[[Immagine:Anti-aircraft gun 35mm Oerlikon Twin Gun GDF.JPG|250px|left|thumb|]]
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Di maggior successo in ambito navale sono stati i cannoni da 30 mm, che hanno in genere una istallazione binata. Il modello base è il GCM-A , prodotto in 3 versioni differenti (a metà anni '80): AO3-1 con operatore a destra del cannone in abitacolo coperto, stabilizzazione giroscopica e possibilità di comando a distanza: AO3-2 con posto dell'operatore aperto; AO3-3 senza operatore, essendo solo comandato a distanza. L'ultimo di questi usa la mitragliera KCB da 30 mm, usata anche per l'EMERLEC-30 e su quello britannico LS30B, qui in istallazione singola. Dopo la Guerra delle Falklands, come soluzione diciamo 'temporanea' vennero comprati diveris AO3-2, la pià leggera delle mitragliere binate da 30 mm svizzere, prodotte su licenza dalla BMARC che poi ne avrebbe estrapolato anche altri tipi per conto suo. Le mitragliere hanno gittataagittata utile di 3 km, v.iniziale di 1080 m.s, cadenza combinata di 1300 c. min, e pesano nelle 3 versioni 2.9, 2.51 e 2.55 t. Hanno 500 colpi pronti all'impiego per le prime due, e 640 per la terza.
 
Qualche sistema svizzero da 30 mm binato è pure presente in alcune nazioni come arma per la difesa a bassa quota.
 
[[Immagine:Oerlikon 20mm 2.jpg|250px|left|thumb|]]
Le mitragliere di calibro minore non mancano sulle navi: la GAM-BO1 da 20 mm è molto diffusa, con gittata pratica contro bersagli di superficie di 2 km e contro aerei di 1.5 km. La cadenza di tiro è di 600 c.min, e il peso con tanto di 200 colpi pronti al tiro su nastro, di 500 kg. Parziale rimpiazzov'èrimpiazzo v’è stato con iil lGBMGBM-AO1 da 25 mm, con la mitragliera KBA-CO2. Ha una cadenza di 570 c. min e una gittata simile, con 200 colpi al seguito e una massa di 600 kg. Entrambi sono sistemi molto semplici ad azionamento manuale. In seguito non sono mancati anche altri impianti non svizzeri con le armi da 25 mm stabilizzate e sistemate in affusti più sofisticati, addirittura una versione della famiglia Dardo con le armi da 25 mm venne ad un certo punto approntata, ma non venduta.
 
Da ricordare anche i semoventi. Uno era un poderoso cingolato basato sullo scafo di un carro armato Pz-61/68, da ben 47 t di peso e cannone lungo da 155 con caricamento automatico. Esso venne messo a confronto col M109 americano e nonostante la netta superiorità, forse per una ragione di costi, venne scelto quest'ultimo.
 
Altri semoventi sonsono stati realizzati nell'ambito dei cannoni antiaerei da 35. Si trattava di due sistemi, uno cingolato e uno ruotato, chiamati GDF-CO2 e GDF-DO2. Essi erano munibili anche di sofisticati sistemi di controllo del tiro con torretta binata sullo scomparto di carico, dietro la cabina del mezzo (che nel caso del veicolo cingolato è l'M548), con 430 colpi di pronto impiego. Il mezzo cingolato pesava 18 t, non era protetto. La versione ruotata era basata sull'autocarro 4x4 HYKA. Erano offerti sistemi di tiro comprendenti un radar di ricerca e un telemetro laser. Senza successo, in quanto non pare che il sistema sia mai stato venduto ad alcuno; ma era certamente un tentativo valido perché pochissimi clienti per quanto desiderosi di un mezzo più mobile dei cannoni trainati non potevano permettersi il Gepard. Un sistema analogo venne proposto dalla FMC americana per lo Scià di Persia, si chiamava Eagle ed era su scafo M548 con due cannoni da 35 e 280 colpi pronti al tiro. Ma dopo la sua caduta il contratto venne annullato.
 
 
 
 
Naturalmente l'elenco dei prodotti bellici svizzeri non sarebbe completo senza le armi automatiche leggere. Tra queste, la SiG-48 da 9 mm. Questa era il primo tipo di mitra svizzero, ma non ebbe successo: la SiG era ricorsa a soluzioni insolite, come la produzione in tempi sì ridotti, ma non con lamiere stampate e saldate, ma con getti di fusione ad alta precisione per richiedere un minimo di tempo alla macchina utensile, e sempre per semplicità assenza di sistemi di sicurezza, e infine un caricatore bifilare che quando non usato era ripiegabile in avanti, risparmiando in spazio ma rendendo impossibile sparare in tale configurazione. Solo un lotto venne venduto al Cile e la cosa finì lì. La MP48 pesava, scarica 2.92 kg, lunga con calcio disteso 711 mm ripiegato 570 mm, di cui 196 mm della canna e sparava munizioni calibro 9 mm a ben 381 ms, quindi a velocità supersoniche con cadenza di 700 c.min e caricatore da 40 colpi,lungo a sufficienza per ispirare la soluzione di cui sopra.
 
La MP 310 era un sistema diverso, nel 1958 realizzato per la prima volta come mitra simile a quello precedente. Era un'arma concepita per essere ancora meno costosa di quella precedente con impiego di plastica dove possibile. Non ebbe molto successo con appena un migliaio di esemplari completati e venduti per lo più in America latina e Estremo Oriente. Pesava 3.15 jg, sparava 900 c.min ma a minore velocità iniziale, di 365 ms e con calcio disteso raggiungeva i 735 mm, 125 più che ripiegato, entrementre la canna era lunga 200 mm, ma nonostante questo la velocità iniziale era ridotta.
 
 
 
Con i fucili le cose andarono diversamente e sempre la SIG produsse anzitutto lo StuG57, arma con sistema a chiusura labile a rulli e apertura ritardata, introdotti per la prima volta nel CETME spagnolo. Aveva calibro 7.5 mm, e possedeva due accessori standard: bipiede per un tiro più preciso e lanciagranate. Dal momento che la 7.5 mm svizzera non era diffusa, si pensò di produrre la serie SG510, esportato in piccole quantità a nazioni africane e dell'America meridionale, ma sopratutto usato dall'esercito svizzero. A differenza delle mitragliatrici, il livello di questi fucili era estremamente elevato in termini qualitativi, ma per questo erano anche assai costosi. E dire che i SiG-510 vennero prodotti in versioni capaci di sparare cartucce NATO, quelle sovietiche dell'AK-47 e altri tipi. Un modello da tiro a segno, con un solo colpo, era chiamata SG-AMT e venduta in congrue quantità. Tra le caratteristiche dei SiG 510 vi erano bipiede,predisposizione per sistemi di puntamento ottici di precisione o per puntamento notturno. Alcune delle nazioni che lo impiegarono erano la Bolivia e il Cile, ancora negli anni '80 li tenevano in servizio. Gli Svizzeri invece si tenevano l'StG 57 come arma standard in attesa del modello 90.
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Tra le mitragliatrici, dopo avere visto la quantità enorme di cannoni contraerei ideati da 20, 25, 30 e 35 mm, non stupirà di vedere anche armi automatiche leggere.
 
Ecco la storia delle SIG 710. La prima fu la versione mitragliatrice dello StuG 57, con congegno a chiusura ritardata a rulli e otturatore analoghi a quelli dei fucili spagnoli CETME e HK tedeschi. Erano armi praticamente fatte a mano, il che era nella tradizione della meccanica di precisione svizzera. Purtroppo, la gente ben disposta a comprare con prezzi elevati gli orologi svizzeri lo diventa molto meno se si tratta di sistemi che sono destinati ad impieghi ben più rudi e che per la loro eccellenza tecnica finiscono per costare molto, essendo prodotti d'artigianato. Allora vennero introdotte varie migliorie fino alla generazione 710-3, la terza mitralgliatricemitragliatrice svizzera. Essa somiglia molto, esteticamente alla MG 3 tedesca, e ha infatti lo stesso congegno di scatto della MG 42 che ne è il diretto antenato. Anche il congegno di alimentazione è uguale. Ma vi sono anche differenze, come il sistema di cambio rapido della canna e vari accessori come il treppiede con tampone ammortizzatore, dispositivi come sistemi di mira a quadrante e altro ancora. Pur diventando una delle mitragliatrici più avanzate del mondo, tutto questo e la qualità della lavorazione la rese anche la più costosa e negli anni '80 la produzione terminò. Oltre che in Svizzera venne comprata in Bolivia , Brunei e Cile e poche altre. La lunghezza è di 1143 mm, peso 9.25 kg di cui 2.04 kg per la canna leggera o 2.5 per quella pesante. Cadenza di tiro 800-950 c,min e v.iniziale 790 ms.
 
 
E per le pistole? La SiG ha prodotto armi eccellenti nella sua fabbrica di Neuhasuen Rhinefalls, ma a causa delle norme sull'export non ne ha esportate molte (eppure, clienti come la Bolivia o il Cile non sono esattamente esempi 'virtuosi'). Originariamente la SiG era solo una fabbrica svizzera. In seguito si unì alla Sauer tedesca e la produzione venne portata dalla Svizzera in Germania, per poter a quel punto esportare con maggiore libertà stando sotto le leggi tedesche. Una delle prime armi è stata la SiG-Sauer P220. Come ci si poteva aspettare, il suo livello di rifinitura e qualità è eccezionale, eppure si tratta di un'arma ampiamente basata su lavorazioni a macchina mentre il telaio è fatto in buona parte in alluminio, soluzione data per alleggerire l'arma prima dell'arrivo dei polimeri su larga scala. Arma precisa, impervia alla polvere o sporcizia, facile da smontare e sicura, era già una arma valida in diversi calibri tra il 7.65 e il '45' o addirittura, per fini addestrativi, al calibro 0.22. Esistono kit che consentono la rapida riconvrsionericonversione dell'arma da un calibro all'altro: praticamente una pistola 'modulare'. Negli anni attorno al 1985 ve n'erano in circolazione oltre 100.000 con il governo svizzero che emise da solo 35.000 ordini. Per l'Esercito svizzero, dove è pure in servizio, è la Pistole 75, tanto che spesso è nota come P75. Essa non ha un caricatore bifilare, per cui può portare solo 9 colpi, ma se non altro si maneggia bene differentemente da molte armi con caricatore bifilare. La P225 è leggermente piàpiù piccola e adatta solo al 9 mm Parabellum, scelta dalla polizia svizzera e tedesca. Nella versione 75 il peso scarico è di0.83 kg, lunghezza 198 ,, di cui 112 di canna, che dà una velocitò iniziale di 345 ms. quando spara i proiettili 9 mm Para.
 
Infine da ricordare la P.226 che per il concorso del 1985 per rimpiazzare la Colt M1911 nelle F.A. americane risultà la finalista assieme alla Beretta 92. Per la gioia dell'orgoglio patrio italiano, vinse quest'ultima, in una gara in cui le ditte americane specializzate in innumerevoli e ottime armi da fuoco vennero addirittura eliminate per prime. Ma in termini tecnici, fu la P226 che si dimostrò superiore alla Beretta. Quest'ultima venne scelta per ragioni economiche e pressioni politiche.
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I carri indigeni sono stati un'altra innovazione. Anzitutto vennero costruiti i semoventi da 75mm NK I e NK II, tra i pochi senza torretta costruiti nel dopoguerra. La loro funzione era rispettivamente di cacciacarri e di cannoni d'assalto.
 
Armati inizialmente col pezzo da 83mm83 mm come i primi Centurion, i primi carri armati svizzeri erano chiamati Pz 61, dall'anno della loro introduzione in servizio. La loro carriera è stata relativamente breve, perché nel tempo sono stati sostituiti dal Pz 68 armato tra l'altro col 105mm. Le serie si sono succedute per gli anni '60 e '70 e l'ultima versione aveva anche un sistema di tiro migliorato e addirittura un missile Dragoon americano sistemato sopra il cannone, cosa difficile da spiegare visto che la gittata non supera il km (o forse 1,5km nei modelli migliorati). In tutto vennero realizzati: 10 Pz 58 col cannone inglese da 83mm dotato di migliori doti perforanti rispetto al pezzo americano da 90 con cui il prototipo era inizialmente armato (KW 30). La fabbrica federale di Thun costruì poi, dopo questi mezzi del 1960-61, (il prototipo apparve nel 1959), 150 Pz 61 col 105mm dal 1965 al 66 (ordine del 1961), e infine il suddetto Pz68 che rimuoveva la mitragliera coassiale da 20mm per una arma da 7,5mm, aveva cingoli più larghi, un cannone stabilizzato etc. Ne l1971-74 ne vennero costruiti 17, poi entro il 1977 50 Px 68 Mk 2, 110 Pz 68 Mk 3 nel 1978-79, e alla fine della produzione i 60 Mk 4 consegnati nell'81-82. Si trattava di carri relativamente efficienti e veloci, molto stretti (3,15m) con torre in acciaio fuso corta e alta, sì da usare il cannone con elevazioni di ben -10/+21 gradi. Versioni speciali furono costruite, ma alcune come il semovente da 35mm non entrarono in produzione (con la stessa torre del Gepard) e altri sì come il carro recupero, il gettaponte e addirittura un carro bersaglio. La massa del Pz 68 era di 40 t e il motore, leggermente sottopotenziato, di 660hp della MTU a 8 cilindi.
 
[[Immagine:Panzer 68-88.jpg|250px|left|thumb|Pz-68]]
Dopo la produzione di circa 400 mezzi venne presa la decisione di rivolgersi ancora all'esterno per i propri carri armati, che necessitavano di essere più potenti e sofisticati di quello che era ragionevole poter costruire in ambito nazionale su progetto proprio. La scelta cadde sul Leopard 2, di cui la Svizzera è diventata il secondo cliente export, quando nel 1987 ordinò ben 380 carri armati, con minime modifiche (per esempio le mitragliatrici sono di tipo nazionale e vi sono silenziatori dei motori posteriori, mentre i serbatoi calano da 1400 a 1173 l per 340 km di autonomia su strada e 220 fuoristrada) da costruire all'Arsenale di Thaun, mentre quell'anno arrivarono 35 carri costruiti dirttamentedirettamente in Germania. Con questi mezzi vi erano forze corazzate molto più che sufficienti per l'esercito di questa piccola nazione alpina.
 
 
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La Scuola Granatieri 21/221 era anch'essa basata a Thun per i Panzegranadiere, i Genieri Corazzati e altri equipaggi di mezzi blindati. La situazione dell'addestramento era simile, come corsi, a quella carri. Il primo corso 21/anno era su di una cp granatieri, una cp carristi e una cp genieri. Infatti, come si è visto prima, le unità a livello di battaglione granatieri erano unità multiarma con carri e fanteria. Nel corso estivo le cp fanteria diventavano due. In tutto, i due corsi ogni anno addestravano 540 reclute, oltre a 125 caporali, 40 capisezione e altri ancora. Le prime 3 settimane veniva insegnato l'ABC della fanteria tra cui l'uso del fucile SIG 90 e la bomba a mano Mod. 85. Dopo iniziava l'addestramento come conduttori di veicoli corazzati, o serventi alle armi, o altro ancora. C'erano ben 6 tipi di specializzazione, tra cui tiratore per Panzerfaust o per M47 Dragon. I Genieri avevano 4 specializzazioni, d'appoggio, costruzione. addetti agli esplosivi e equipaggi carri. Questo fino alla settima settimana. L'ottava c'erano gli esami, la nona iniziava l'addestramento di specializzazione: i genieri mandati a Bure assieme ai conducenti, mentre i granatieri andavano a Le Day. Settimane 10 e 11 erano riservate al combattimento per unità, a Bure, c'era invece l'attività di poligono di Hongrin. Le esercitazioni erano a livello di compagnia, c'era la disponibilità di sistemi di simulazione come il Panzerfaust-Sim Mod. 25 per i razzi c.c., e per la fanteria il Polytronic Ssim 90 per il fucile d'assalto, praticamente un sistema simile a quelli NATO a raggio laser. La scuola Granatieri corazzati era anch'essa frequentata da altri soldati per diversi altri corsi, mentre gli istruttori erano, al solito, realmente pochi, appena 27. Questo era possibile perché le attività di supporto erano assegnate al comando delle piazze d'armi e alle strutture logistiche dell'Esercito. Questo significava, a Bure, la presenza di un centinaio di persone, inclusi i civili.
 
L'armamenoarmamento dei Panzergranadiere era vario e moderno: fucile SIG 90, bomba a mano Mod. 85, lanciagranate Mod. 97 per il fucile d'assalto, mitragliatrice Mod 51 da 7,5 mm, mortai da 60, 81 e 120 mm, missili BB77 Dragon e i Panzerfaust. I comandanti avevano anche la pistola SIG 220 o Modello 75.
 
I carri granatieri 63/69 erano in servizio in 382 esemplari, ed erano stati aggiornati con una corazza EEAK laterale a fisarmonica, serbatoi posteriori come sul VCC-1, motore potenziato, torretta con mitragliera Mod 48/73 da 20 mm, peso in ordine di combattimento di 13 t che il turbodiesel da 265 hp spingeva a 50 kmh, assieme a 3 uomini d'equipaggio e 7 granatieri. Poi c'erano i carri M113 base, ovvero i 63/73 no aggiornati eccetto per la torretta da 20 mm, il carro lanciamine 64 (M113 modificato con mortaio da 120 mm) con 5 uomini d'equipaggio e 11 t di peso; il carro genio 63, lo sminatore 63/89 con aratro, il carro gru 63, comando 63/89, trasmissioni 63 (tutte versioni dell'M113). In tutto una forza di 1.277 M113. Poi c'erano i carri posaponte 68/88 da 47 t con ponte da 18,2 m e portata di 50 t, eccezionalmente 60 (altrimenti come si fa per i Panzer 87?), lanciabile in 2 minuti e recuperabile in 3.
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==Aereonautica svizzera<ref>Da Fé, Giuliano: L'Aviazione federale svizzera nel XXI secolo', RID Novemnbre 2006, pagg. 54-61 </ref>==
La Svizzera è una nazione pacifica e neutrale dal Congresso di Vienna del 1815 (quello che dichiarò illusoriamente la 'Restaurazione' dopo il ciclone napoleonico), eccetto per una guerra civile, assai breve ma certo misconosciuta ai più, accaduta nel 1847, e per le crisi legate alle guerre mondiali, in cui gli svizzeri ebbero anche modo di darsi da fare in combattimento. Nel 1891 l'Esercito svizzero, stavolta in splendido isolamento (ovviamente la Svizzera non ha una Marina) valuyòvalutò di comprare un pallone d'osservazione e nel 1900 naquenacque a Berna una scuola per aerostati che servì per equipaggiare la compagnia aerostati dell'Esercito, istituita dal Consiglio federale nel 1897. Per gli aerei fu diverso e più difficile: dopo che già diversi aeroclub si stavano equipaggiando con apparecchi leggeri, onda lunga di quella splendida invenzione d'oltreoceano (al di là dei tanti 'padri' dell'aviazione), e alla fine, nel 1911 l'Esercito provò un Dufaux Tipo 5. Ma non v'erano soldi per assistere questi progetti, fino al 1912 con una colletta collettiva di 1.7 milioni di franchi che permise di aprire aeroporti e comprare aerei come 2 Bleriot XI, 1 Aviatik C.1, 1 M.S. Mo.35FG Helene, in tutto una decina di aerei disponibili allo scoppio della guerra, nel 1914. Allora venne creato il Schweitzerische Fliegertruppe, e venne organizzzato un servizio che, sfruttando la neutralità della Svizzera, arrivò ad un centinaio di macchine entro il 1918, tra cui 20 Nieuport Bebe, ma anche locali. All'epoca era facile costruire un aereo, e la precisione della meccanica svizzera si poteva ben applicare; e così fu, con la Hafeli, che produsse biplani HD-1 e 2 nel 1916, e i DH-3 nel 1917. I primi vennero radiati entro il 1922, i secondi, realizzati in 110 esemplari, durarono invece fino al 1939. Anche la Wild produsse una serie di apparecchi chiamati Spezial, prodotti un una trentina di esemplari. Con mezzi tanto raccogliticci fu possibile comunque organizzare, nel 1914-18, 40.000 missioni con 73 piloti brevettati (erano 8 all'inizio della guerra). Vennero perduti dozzine di aerei in 98 incidenti gravi, cosa apparentemente inspiegabile senonché le perdite umane furono di 12 aviatori, la maggior parte degli aerei andò distrutta in maniera incruenta. Anche così si trattò certamente di perdite umanamente dolorose. Nel primo dopoguerra vennero costruiti altri aerei, i DH-5, e alcuni Spezial, ma nell'insieme l'aviazione fu assai trascurata. Solo nel 1930 si vide un riarmo, ancora una volta per la pressione pubblica. Allora vennero stanziati 14 milioni di franchi, e finalmente arrivarono aerei moderni come 65 Dewoitine D-27, 60 Fokker C-V, 90 bombardieri tattici C-35. Aeroporti sorsero a Payenne, Thurne, Bellinziona, Berna etc. Nei tardi anni '30 vennero comprati i migliori caccia europei disponibili: i Morane-Saulnier MS.406H e i BF-109E. I primi arrivarono a raggiungere 291 esemplari tra il 1939 e il 1943. Dopo le amare esperienze dell'invasione della Francia si può ironizzare sull'eccellenza degli MS.406: eppure, all'epoca una macchina di costruzione economica, robusta, con carrello retrattile, abitacolo chiuso, motore a cilindri in linea, eccellente agilità e un poderoso cannone da 20 mm HS. Surclassato dai Bf-109E, era in ogni caso un apparecchio non disprezzabile. Stranamente non vennero comprati aerei italiani, quando di questi ne venivano esportati a dozzine durante gli anni '30, anche nelle vicine Francia e Austria. Non era nemmeno un fatto politico, perché arrivarono per l'appunto anche i Bf-109, quelli i cui fratelli avrebbero sterminato gli MS-406 nel 1940. Ma nell'aviazione svizzera entrambi si ritrovarono nella stessa barca. I Bf-109 erano sia D che E e arrivarono in 40 esemplari. L'aviazione svizzera era nel frattempo stata ribattezzata Schwizerische Flugtruppe dal 19 ottobre 1936.
 
Dall'agosto 1939 l'aviazione era già allertata con 21 compagnie aeronautiche e caccia tedeschi in 3 di queste: la 6a di Thourne, 15 a Payerne, 21 a Dudendorf. Per il resto vi erano 56 caccia D-27, 60 ricognitori olandesi C-V, 78 bombardieri C-35. Nel 1940 arrivarono altri 50 Bf-109E, poi nel 1942 i velivoli plurimpiego C-36/03 che vennero prodotti in 255 entro il 1948, e tenuti in servizio fino al '75. Dal 1941 iniziarono ad installare le radio sui caccia con un sistema di comando e controllo basato sul Codice Bambini, che è rimasto in uso fino al 1990. Nel '43 erano disponibili ben 500 apparecchi in 4 reggimenti. Durante il 1940 già i tedeschi ebbero la prova dell'efficienza svizzera, e dello sbaglio nel fornire i Bf-109 ai vicini. La Svizzera era all'epoca totalmente circondata dalle forze dell'Asse, eccetto la Francia di Vichy. Ma i piloti svizzeri abbatterono 4 He-111 e 4 Bf-110 contro un Bf-109 e un C-35. Dopo questa battaglia aerea, per non causare problemi maggiori venne decretato di non sparare più contro gli aerei intrusi ma di costringerli ad uscire dallo spazio aereo elvetico, questo a partire dal 20 giugno. Dal 1943 iniziarono ad arrivare non aerei tedeschi isolati, ma bombardieri pesanti statunitensi. In questa guerra segreta sullo spazio aereo svizzero vennero costretti ad atterrare in Svizzera 196 aerei tra cui 16 B-17 e B-24 che vennero poi riutilizzati, più di 12 vennero abbattuti e 56 caddero per vari incidenti. Tra le macchine abbattute vi fu anche un G.55 e 5 B-17/24. Anche l'aviazione svizzera ebbe un danno materiale, perdendo sopratutto per incidenti 72 uomini e 79 aerei in 237.000 mila ore di volo. Anche con queste dolorose perdite alla fine della guerra vi erano 4 reggimenti e 530 aerei di cui 328 caccia.
 
La fine della guerra comportò la necessità di rinnovare la componente aereonauticaaeronautica con 130 P-51 Mustang e 40 T-6. I primi costarono 11 milioni di franchi, ma già dal 1947 arrivarono i caccia DH Vampire nel tipo DH.100 e altri da produrre su licenza per 108 milioni, per un totale entro il 1958 di ben 372 aerei inclusi i DH.112, 113 e 115 ovvero anche i potenziati Venom, tenuti in carica fino al 1990 come addestratori. Da notare che con la radiazione dei P-51, per la prima volta a livello mondiale la Svizzera ha ottenuto un'aviazione di prima linea interamente equipaggiata con aerei a reazione.
 
 
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Un modello successivo era il P-3, che era ancora un velivolo da addestramento ma più moderno, con struttura metallica e carrello d'atterraggio triciclo. Nell'insieme era sensibilimentesensibilmente più piccolo e leggero del precedente, con prestazioni leggermente inferiori. Il primo volo avvenne nel 1953, e il P-3 terminò la sua attività di volo 40 dopo, quando gli ultimi di 72 prodotti vennero tolti dal servizio.
 
*Motore: 1 Avco Lycoming GO-435-C2A da 265 hp
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[[Immagine:PC9.JPG|300px|left|thumb|]]
Non passarono molti anni, dato il ritardo con cui il PC-7 entrò nel mercato, che la Pilatus già pensava ad un aereo di nuova generazione, con una progettazione più attuale e con motore ancora più potente, che avrebbe avuto un'elica quadripala al posto di quella tripala. Questo velivolo divenne il PC-9, che progettato a partire dal 1983, volò nel maggio '84 e venne ordinato in un buon numero di esemplari, contendendo al Tucano il predominio nel settore degli addestratori a turboelica. La sua progettazione è molto raffinata e la fusoliera e le ali allungate e arrotondate. La differenza maggiore tra il PC-9 e il Tucano consiste nel fatto che quest'ultimo sacrifica un pò la velocità per ottenere una fusoliera con posti scalati in una sorta di 'gobba' che gli dà un aspetto un poco a 'Phantom', aggressivo e spigoloso. Il PC-9 invece ha entrambi i posti di pilotaggio quasi allo stesso livello, ma evidentemente è stato ugualmente apprezzato: presentato dalla Raytheon come Texan II, ha vinto il JPATS, ovvero il concorso per un nuovo addestratore basico con cui rimpiazzare i gloriosi ma sfiatati T-37C 'Tweet'. In questo caso si è visto come il PC-9 abbia potuto concretamente confermare la premessa da cui si era partiti, ovvero quella di costruire una macchina ad elica capace di rimpiazzare i jet da addestramento, grazie ad un consumo nettamente minore che compensa le prestazioni un poco inferiori. Chi lo avrebbe pensato negli anni '40-50. Eppure, dopo la crisi energetica degli anni '70 (a seguito della 'chiusura dei rubinetti' degli arabi fatta in segno di protesta per il sostegno a Israele durante la guerra del Kippur) l'addestramento 'tutto getto' venne visto in maniera via via più marcata come tropppotroppo dispendioso, per cui tornare all'elica non era più un tabù: grazie alle turbine aeronautiche leggere sviluppate per gli elicotteri i nuovi aerei d'addestramento potevano essere dei credibili rimpiazzi rispetto ai jets, sopratutto meno costosi dei nuovi aerei a reazione da comprare per rimpiazzare quelli vecchi. In generale, a questo punto le sorti sono cambiate, con il Tucano, vincitore per anni in vendite sul PC-9 sconfitto in questa notevole competizione, come pure molti altri aerei quali l'S.211, un moderno ed economico jet che ha costituito certamente uno dei più pericolosi contendenti per il PC-9. Di fatto, proprio aerei come questo sono stati scalzati e schiacciati dai turboelica: stretti tra questi come addestratori primari e macchine come gli Hawk come velivoli da addestramento secondario, non ebbero mercato sufficiente. Da notare che i seggiolini eiettabili sono stati introdotti, con il PC-9, come accessori standard nei modelli leggeri Martin-Baker Mk 11, mentre solo gli ultimi PC-7 ne hanno avuti, del tipo Mk 15.
Quanto alle vendite, oltre al colpaccio americano il PC-9 ha ottenuto commesse per 67 esemplari destinati alla sola RAAF australiana, 30 all'Arabia Saudita, 15 per l'Irak, 4 per Angola e altrettanti per la Birmania. Non soltanto, ma per il concorso onde trovare un sostituto per il Jet Provost, seppure vinto dal Tucano, si sa anche che in realtà era il PC-9 quale favorito, ma ragioni politiche e economiche hanno consigliato di scegliere l'aereo brasiliano.
 
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*Carico: 1130 kg o 10 passeggeri.
 
Il suo più diretto successore è il PC-12, ovvero un aereo da trasporto leggero, sempre nonomotoremonomotore. Ha una coda che lo differenzia nettamente dall'altro, infatti ha struttura a 'T', per migliorare ulteriormente le capacità STOL. Da questo apparecchio, come il PC-6 utilizzato sia da civili che da militari è stata sviluppata anche una versione da ricognizione chiamata 'Eagle', che possiede una sorta di 'canoa' sotto la fusoliera in cui sono alloggiati i sensori. Nella sua configurazione iniziale si tratta di una macchina dall'aerodinamica piuttosto raffinata e assai veloce, con configurazioni VIP per 6 passeggeri, executive per 9, Freighter con 1.400 kg di carico facilmente scaricabile grazie ad un portellone da 1.32 m di altezza e 1.36 di lunghezza, apribile verso l'alto. I piani di coda a T aiutano ulteriormente a consentire un rapido scarico, essendo abbastanza alti da non intralciare muletti meccanizzati eventualmente utilizzati.
 
*Motore: 1 P&WC PT6A-67B da 1.200 hp
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Ma gli svizzeri tentarono anche una via 'nazionale' agli aerei da caccia a reazione. Dopo la seconda guerra mondiale in Svizzera vennero visionati i turbogetti di un Me.262 del tipo Jumo 004. DOpo la guerra, in attesa del caccia nazionale che si voleva sviluppare vennero tra l'altro ordinati 130 P-51 Mustang e poi 175 Vampire, consegnati nel 1949-52. Era una forza congrua, ma a causa dell'orografia svizzera ci voleva un jet capace di decollare e salire in fretta. La FFA e la F+W stavano pensando, grazie anche a finanziamenti statali per 1.5 milioni di franchi, di ottenerla con alette ipersostenatrici del tipo Kruger, e in seguito ebbero, dopo vari travagli, a dare alla luce l'aereo N.20.2 Arbalete che era un mini-quadrigetto, ovvero un caccia leggero con ben 4 motori a reazione Turbomeca TR.011 da 100 kg circa di spinta l'uno, i più piccoli reperibili. L'aereo venne costruito a partire dal 1950 e venne portato in aria il 16 novembre 1951. RIuscùRiuscì ad arrivare, con la sua ala a freccia con corda larga, ma senza piani orizzonatliorizzontali di coda (sembrava un mezzo-Hunter..) circa 748 kmh. Venne seguito dall'Aguillon, che era propulso niente di meno che da un turbofan derivato dalle turboeliche inglesi Mamba. Ne uscì il motore SM-01 da 600 kgs che aveva anche ugelli invertibili per assicurare piene prestazioni STOL. Avrebbe dovuto essere seguito dall'Harpon con due soli turbogetti Saphhipe da 3400 kgs, mentre un altro progetto era il P.16 della FFA, che venne costruito in 5 esemplari ma non ebbe esito, dopo una spesa di 37.4 milioni di franchi. Si trattò in generale di progetti interessanti ed originali, ma non vi era la convenienza di svilupparli ulteriormente.
 
 
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===La 'via inglese' ai jet===
[[Immagine:Forbes_De_Havilland_Vampire.jpg|250px|left|thumb|]]
Per quello che riguarda i rapporti con l'industria inglese, gli svizzeri nel dopoguerra furono dei clienti molto assidui, d'altro canto non vi erano altri fornitori europei, all'epoca, capaci di vendere dei caccia a reazione, di cui gli svizzeri si dotarono presto. Cominciarono con i caccia De Havilland DH-115 Vampire, dei caratteristici apparecchi con ala trapezioidale e doppia trave di coda, sistemazione inconsueta e alquanto goffa, data la minima taglia della macchina, che era stata consigliata dalla necessità di non disperdere la poca spinta del motore De Havilland Goblin. Nella versione evoluta Mk 5 l'aereo era capace di 884 kmh con appena 1520 kgs del Goblin 35, con tangenza di quasi 14.000 m e raggio di circa 1600. Esso era armato con 4 cannoni da 20 mm e 907 kg di armi subalari, oltre ad essere un velivolo dal pilotaggio facile e intuititivointuitivo. Gli addestratori erano ancora in servizio in una trentina di esemplari nei tardi anni '80, in attesa degli Hawk.
[[Immagine:Swiss_Air_Force_De_Havilland_DH-112_Mk_4_Venom_being_serviced.jpg|250px|left|thumb|Un Venom]]
Il successore del De Havilland Vampire era un'altra macchina dal nome inquietante e dall'aspetto bizzarro, ovvero il DH-112 Venom. Differentemente dal Vampire volò nel dopoguerra (1949 anziché 1943), ed era un progetto molto evoluto rispetto al semplice jet che lo aveva preceduto. Molto agile, venne 'fregato' in termini di successo commerciale allorché la progettata costruzione di ben 1000 esemplari da parte della Fiat, che già costruì su licenza il Vampire Mk.52, non ebbe seguito: erano arrivati fiumi di cacciabombardieri americani F-84 a prezzi di occasione, e l'occasione le forze aeree della NATO non poterono lasciarsela scappare, essendo ancora l'Europa un mucchio di macerie, impoverita e debole anche politicamente.
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Un cenno particolare merita anche l'RSV, ovvero il Reparto Sperimentale di Volo, a Lucerna. Da questo reparto sono passati tutti gli aerei militari svizzeri prima dell'immissione in servizio. Questo reparto nacque come reparto di volo della Fabbrica Federale di Aeroplani o FFA, di Emmen, poi si sviluppò come reparto sperimentale. Fu questo, tra l'altro, a partecipare alla scelta del nuovo cacciabombardiere per rimpiazzare i Venom: nel 1972 ebbe luogo un confronto serrato tra Mirage 5 e l'A-7 Corsair II. Strano che due macchine tanto diverse fossero prese in considerazione, con il Mirage che era stretto parente del III e pienamente bisonico, mentre il goffo A-7 era una macchina navale, eccellente come striker, ma di scarsa utilità come apparecchio da caccia e con logistica del tutto diversa da ogni aereo svizzero. Non se ne fece nulla a seguito della decisione del Consiglio Federale, ma il problema rimase e nel 1975 venne riproposta una gara in cui parteciòpartecipò anche il G.91YS con due punti d'aggancio in più sotto le ali. Nonostante i due motori con postbruciatore J85 questo aereo non è supersonico e per questo non ha mai convinto fuori dall'Italia, tanto più che gli stessi motori sono usati dagli F-5 da mach 1.4. Vennero analizzati anche il Viggen svedese, il Mirage F.1 francese e alla fine venne scelto l'F-5, il più economico di tutti, e quindi posto un ordine per 110 esemplari, emesso nel 1976.
 
Il Super Puma è un'altra macchina passata per l'RSV. Confrontato con il S-70 della Sikorsky, vinse una commessa di 15 esemplari, consegnati nel 1986-89.
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===F-5===
Come rimpiazzo per l'Hunter venne selezionato l'F-5, non dopo una precedente gara dispotata tra l'altro tra l'A-7 e il G.91YS, ma rimasta 'patta' e senza seguito. La modernizzazione ebbe luogo quindi con il piccolo e scattante apparecchio Northrop, che venne ordinato in un primo totale di 66 E e 6 F, con il nome dell'operazione Peace Alps, quindi in conto FMS. I primi 13 E e 3 F vennero forniti dalla Northrop, gli altri montati da kit da parte della FFA ad Emmen, poi giunsero altri 32 E e 6 F ordinati nell'81, tutti tranne uno assemblati dalla FFA. Gli ultimi vennero consegnati attorno al marzo '85. Servono con gli squadroni 1, 11 e 18, con gli 11 e 18 formati nel '79. Poi sono giunti anche gli squadroni 8 e 19 dagli Hunter nell'81, il 6 e il 13 negli anni '80 al posto dei Venom, oltre alla pattuglia acrobatica che rimpiazzò gli Hunter nel '95. I caccia F-5 dovevano essere riequipaggiati con l'ALQ-171(V) ed ECM interne, ma questo programma annunciato nell'85 è stato annullato nell'89.La capacità di usare i missili AIM-9P è quella più importante per questi caccia leggeri, ma dopo che gli Hunter vennero radiati nell'94, l'anno dopo gli F-5 vennero adattati anche come cacciabombardieri con i missili Maverick. Poi hanno sostituito gli Hawk come addestratori avanzati e sono stati prestati in 12 esemplari all'Austria in attesa dell'EFA. Attualmente vengono radiati dal servizio, anche se non vi sono aerei per il momento che li possano sostituire e gli F-18 sono davvero pochi per essere gli unici aerei di prima linea.
 
 
===Gli F-18 svizzeri: Hornet sulle Alpi===
[[Immagine:Schweizer_F-18_C-3.jpg|300px|left|thumb|]]La Svizzera si è unita agli utenti degli Hornet di 'seconda generazione', che si sposano bene con la politica di una nazione capace di restare neutrale dal 1815 ma con un esercito adatto al mantenimento della propria indipendenza. La competizione per il nuovo caccia successore al Mirage vide al solito un gran numero di contendenti, tra cui vale la pena ricordare l'F-20, parente abbastanza stretto dell'Hornet, ma più pensato per essere più leggero che più pesante del normale per un caccia leggero (tanto da necessitare di un solo motore dello stesso tipo di quelli dell'Hornet). Nel 1988 vi fu la gara 'definitiva' con confronto in volo con l'altro finalista, l'F-16. L'F-18 venne giudicato migliore e nell'ottobre, dopo circa 6 mesi, venne dichiarato il vincitore della competizione. La Flugwaffe ordinò un numero limitato di macchine rispetto al gran numero di apparecchi che prima aveva: oltre 100 Hunter, decine di F-5 e di Mirage IIIS. La quantità ordinata venne fissaa in 26 F-18C e 8 D, con motori del sottotipo -402 e l'esigenza di equipaggiare tre squadroni, anche se il numero era malamente maggiore per due. In effetti, gli F-5 non sono stati direttamente sostituiti dagli Hornet, ma non hanno avuto nessun altro sostituto e quindi la loro carriera si è avviata ad un binario morto. Ma il problema non era risolto totalmente: nel 1991 la competizione venne riaperta con il MiG-29 e il Mirage 2000-5 come competitori e ancora una volta, malgrado che Mitterrand premesse per ottenere che i vecchi Mirage venissero, come abbastanza logico, rimpiazzati dai 2000, la conferma dell'ordine per gli Hornet venne siglata nel 1992. Ancora, non era sufficiente e allora il 6 giugno venne indetto addirittura un referendum per stabilire se comprare o no l'F-18. Anche stavolta l'Hornet risultò vincitore. Se non altro, tutti questi passaggi se rallentarono il programma, resero possibile chiedere degli aggiornamenti: in particolare il radar APG-65 venne rimpiazzato con l'APG-73, seguendo la scelta finlandese. La dotazione d'armamento comprendeva essenzialmente missili AIM-9P-5 e AMRAAM, perché si trattava sopratutto di caccia intercettori.
 
Quanto alle consegne, il primo apparecchio è stato un F-18D sn. J-5231, che volò il 20 gennatiogennaio 1996, seguito dal monoposto J-5001 (8 aprile) ed entrambi vennero costruiti a St. Louis, ma i rimanenti vennero assemblati dalla Schweizer Flugzeuge und System AG (Swiss Aircraft and Systems Company, conosciuta inizialmente come F+W) ad Emmen.
 
I primi Hornet vennero consegnati il 23 gennaio 1997 e in seguito indirizzati al No.17 Squadron, Payenne, che divenne operativo nel settembre dell'anno, mentre gli altri furono il 18 e l'11imo, questo ad Alpnach, novembre 1999. Appena il 2 dicembre successivo il J-5026 venne consegnato come ultimo dei 34 aerei. Siccome il numero è relativamente basso, si prospettava di comprare almeno una decina di macchine ulteriori, forse direttamente del tipo Super Hornet o ex-USA. I 18 Mirage IIIRS da ricognizione e gli F-5 erano ancora in servizio e non rimpiazzati direttamente, ma in effetti è difficile che la Svizzera riesca a dotarsi di un buon numero di caccia da combattimento nel futuro prossimo.
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La Svizzera, per quanto poco noto attualmente, ha avuto una serie di programmi missilistici autoctoni, di notevole livello.
 
Il primo missile sviluppato, fin dal 1947, era l'RSC, provato in volo già nel 1950 e poi offerto, per la prima volta, nel libero mercato come RSC-50 a partire dal 1952. Si trattava di una iniziativa della Contraves e della Oerlikon e le prove operative erano state fatte nel 1950-52 anche in poligoni svizzeri. Venne prodotto in vari modelli, con acquisti da parte di clienti esteri. Dimenticato da tempo è che l'Italia fu uno di questi, con i missili prodotti dalla Contraves italiana. altri clienti furono il Giappone e addirittura 25 missili per gli USA, che nel 1953, ancora senza propri SAM operativi comprarono gli RSC-51, che indica l'anno in cui lo sviluppo tecnico era terminato, di qualcosa succesivosuccessivo rispetto al primo tipo. Venne designato MX-1868. Le F.A. svizzere ebbero i primi missili nel 1954, mentre non mancò anche l'Italia poiché esisteva ed esiste una filiale italiana della contraves, che li produsse come MTG-CI-56, -57 eee -58. Anche il Giappone comprò questi missili, dei quali venne realizzato anche un RSC-57 da addestramento, che era addirittura riutilizzabile, in quanto al posto della testata aveva un paracadute! I missili erano tutti a controllo su radar direttore su fascio, avevano impennaggi cruciformi fissi a prua e superfici di coda di guida. Erano inoltre provvisti di propellente liquido per il razzo, cosa che tornava utile per i lanci d'addestramento. La spinta del motore era di circa 1000 kg per 30 secondi nel caso dell'RSC-57 o 45 secondi nel caso dell'RSC-58. GLi impennaggi centrali erano costruiti per spostarsi all'indietro durante il volo, compensando la variazione di massa dovuta al consumo del carburante, che era per la cronacaacidocronaca acido nitrico e cherosene. Il missile era costruito in lega leggera, incollata con araldite. Una batteria tipica di RSD-58 aveva un radar di inseguimento bersaglio, un radar di controllo missile, un centro di controllo e ben sei lanciatori binati con alzo tra 10 e 90 gradi, il tutto servito da generatori elettrici campali. Infine, le dimensioni dell'RSD-58:
 
*lunghezza 6.1 m, apertura alare 1.35 m, diametro 40 cm
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Un altro missile è tuttavia da annoverare: l'ADATS. Si tratta di un arma che porta il suo significato operativo nel suo nome: Air Defence Anti-Tank System, ovvero un sistema rivoluzionario (in pratica il successore del pezzo da '88 tedesco) capace di annientare ogni bersaglio sia di terra che aereo. Venne iniziato come programma dalla Oerlikon-Burlhe svizzera quale iniziativa privata, ma il missile venne sviluppato con la Martin-Marietta americana. Nel 1983 vennero approntati due M113 che ebbero un modulo di lancio con centrale di tiro, sensore elettro-ottico multiplo (diurno-termico-laser) al centro della torretta, lanciamissili quadrupli su ciascun lato di questa. È possibile istallare ovunque su di mezzi da 10 t in su questo sistema modulare. Il sistema ha un radar della Contraves capace di scoprire bersagli fino all'altezza di 5000 m e distanza di 20 km, con capacità IFF. È sistemato sulla parte posteriore della torretta. Se confermato come nemico viene visualizzato nel PPI dell'operatore radar, quindi la torretta viene ruotata, si acquisisce il bersaglio con il FLIR o la telecamera ottica, il bersaglio viene telemetrato con un sistema laser, e poi viene eventualmente lanciato un missile, che pesa 65 kg ma può accellerareaccelerare a oltre mach 3 e per giunta un propellente senza fumo, è privo di alette ma ha 4 pinne di controllo. La testata è da ben 12 kg, con capacità HEAT e diametro di 152 mm, per cui non stupisce se viene descritta come capace di perforare oltre 900 mm di acciaio: di fatto pesa il 30% più della testata di un Hellfire. IL missile è lungo in tutto 2.05 m, ha una gittata di 6+ km contro carri, e 8 km contraerei, mentre la quota massima arriva a 5.000 m. Il missile è abbastanza piccolo che altri 8 sono trasportabili come riserva nello scafo, appena ai lati della centrale di controllo del tiro. Il costo del missile non dev'essere stato però contenuto, e l'ADATS è stato adottato dal Canada e Thailandia, ma solo come arma antiaerea. La scelta per l'US Army ha visto l'ADATS ma non è stata seguita da nessun ordine concreto, non sostituendo mai i missili Chaparral, prodotti invece in decine di migliaia di esemplari.
 
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