Doma dei cavalli/Parte III: differenze tra le versioni

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Quindi, prendendo in considerazione i cavalli come li troviamo in realtà, di qualsiasi tipo, e per addestrarli a nostro piacimento, dobbiamo sempre portare con noi, quando entriamo in una scuderia per addestrare un puledro, una lunga frusta flessibile (le fruste di osso di balena sono le migliori), con un buon fiocco, capace di fischiare fortemente e di fare un forte schiocco, che, se maneggiata con destrezza e correttamente applicata, sarà sufficiente a spegnere l'animosità di qualsiasi cavallo. Con questa frusta nella mano destra, con l'estremità che punta indietro, entrate nella scuderia da soli. È un grande svantaggio avere qualcuno con voi nella scuderia nel momento di addestrare un cavallo; dovrete essere completamente soli, in modo che non ci sia niente all'infuori di voi che attiri la sua attenzione. Se è selvaggio, lo vedrete presto dal lato opposto della scuderia rispetto a voi; e questo è il momento di usare un po' di giudizio. Per quanto mi riguarda, non voglio metterci più di tre quarti d'ora o un'ora per lavorare con qualsiasi tipo di puledro, e ottenere che mi segua dovunque nella scuderia; tuttavia consiglierei a un principiante di prendersi più tempo, e di non avere troppa fretta. Se non avete che un puledro, e non siete particolarmente preoccupato del tempo che spendete, vi consiglierei di adottare all'inizio il metodo di Powel, finché lo ammansite, cosa che richiede, come lui dice, da due a sei ore. Ma poiché io voglio ottenere la stessa cosa, e ancora di più, insegnare al cavallo ad essere condotto alla longhina, in meno di un'ora, devo insegnarvi un processo molto più veloce per arrivare allo stesso risultato. A tal fine, quando siete entrati nella scuderia, state in piedi fermi, e lasciate che il cavallo vi guardi per un minuto o due, e appena si è fermato in un punto, avvicinatevi lentamente, con entrambe le braccia ferme, la destra pendente al vostro fianco che regge la frusta come vi ho detto, e la sinistra piegata al gomito, con la mano in avanti. Nel momento in cui lo avvicinate, non dirigetevi troppo verso la sua testa o la sua groppa, per non farlo spostare in avanti o indietro, e tenerlo quindi fermo; se si muove un po' avanti o indietro, spostatevi un po' a destra o a sinistra con molta cautela; questo lo terrà fermo sul posto. Appena siete riusciti ad avvicinarlo molto, portate una mano sulla sua spalla, e state fermi qualche secondo. Se siete alla sua portata, lui girerà la testa e vi annuserà la mano, non per il fatto che abbia una qualche preferenza per la vostra mano, ma per il fatto che è sporgente in avanti, ed è la parte più vicina del vostro corpo. Lo faranno tutti i puledri, e annuseranno la vostra mano vuota con la stessa rapidità che lo farebbero qualsiasi cosa vi abbiate messo dentro, e con lo stesso favorevole effetto, anche se un bel po' di esperti hanno predicato la teoria di ammansire i cavalli con l'aroma di qualche preparato applicato sulla mano. Ho già provato che si tratta di un errore. Appena tocca la vostra mano con il naso, accarezzatelo come spiegato sopra, usando sempre una mano leggera e morbida, toccando appena il cavallo e seguendo sempre la direzione del pelo, in modo che la vostra mano scivoli nel modo più delicato possibile. Poiché state al suo fianco, potreste trovare più comodo accarezzargli il collo o il lato della testa, cosa che avrà lo stesso risultato che accarezzargli la parte anteriore del muso. Agevolate ogni tentativo del cavallo di annusarvi o di toccarvi con il naso. Fate seguire a ognuno di questi tocchi o tentativi di comunicazione con le carezze più tenere ed affettuose, con un atteggiamento gentile e con parole piacevoli di qualche genere, come "Oh! Ragazzo mio oh! Bravo il mio ragazzo", "Bravo ragazzo!", "Brava signorina", o qualcosa del genere, ripetendo costantemente le stesse parole, con lo stesso tono di voce costante; poiché il cavallo impara presto a leggere l'espressione del viso e della voce, e saprà bene quando prevalgono la paura, l'amore o la rabbia, come voi conoscete i vostri sentimenti; due dei quali, la paura e la rabbia, non dovrebbero mai essere avvertiti da un buon uomo di cavalli.
 
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