Doma dei cavalli: differenze tra le versioni

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==INTRODUZIONEIntroduzione==
 
La prima domesticazione del cavallo, uno dei maggiori risultati dell'uomo nel regno animale, non fu lavoro di un giorno solo; ma come tutti gli altri grandi risultati fu conquistata attraverso un graduale processo di scoperte ed esperimenti. Prima l'uomo sottomise gli animali più subordinati, grazie al fatto che erano più facili da catturare e domare; e usò per molti anni quelli che erano solo sgobboni, il bue, l'asino, e il cammello, invece dell'agile ed elegante cavallo. Il nobile animale fu l'ultimo ad essere sottomesso, a causa, forse, della limitata e inaccurata conoscenza dell'uomo della sua natura, e dalla sua conseguente incapacità di controllarlo. Questo fatto da solo è un'evidenza sufficiente della sua superiorità su tutti gli altri animali.
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Nelle note precedenti mi sono preso la libertà di utilizzare parecchie notizie da un valido, piccolo lavoro di Hollo Springfield. Con questo breve commento sull'ascesa e il progresso dell'equitazione, dal suo inizio ai giorni nostri, procederò col darvi i principi di una nuova teoria sulla doma dei cavalli selvaggi, che è il risultato di molti esperimenti, e di una meticolosa ricerca e verifica dei diversi sistemi di trattamento del cavallo oggi in uso.
==I TREtre PRINCIPIprincipi FONDAMENTALIfondamentali DELLAdella MIAmia TEORIAteoria fondata sulle caratteristiche principali del cavallo==
 
PRIMO. Il cavallo è forgiato dalla natura in modo da non fare resistenza ad alcuna richiesta che gli venga fatta e che abbia completamente capito, purché la richiesta sia fatta in un modo coerente con le regole della sua stessa natura.
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Con questa presentazione dei principi della mia teoria, nel proseguo tenterò di insegnarvi a usarli nella pratica; e di tutte le istruzioni che seguono potrete fidarvi, perché sono state provate dalla mia sperimentazione personale. E sapendo per esperienza proprio quali ostacoli ho trovato nel maneggiare cavalli difficili, tenterò di anticiparveli, e di assistervi nel superarli, cominciando con i primi passi che devono essere fatti con il puledro, e accompagnandovi attraverso l'intero processo della doma.
==Come avere successo nel prendere il puledro dal pascolo==
COME AVERE SUCCESSO NEL PRENDERE IL PULEDRO DAL PASCOLO
 
Andate nel pascolo e camminate tranquillamente attorno all'intero branco, e a una distanza tale da non spaventarli e farli scappare. Poi avvicinatevi molto lentamente, e se loro sollevano la testa e sembrano spaventarsi, fermatevi finché si tranquillizzano, per non farli correre via prima di essere abbastanza vicino da guidarli nella direzione in cui volete che vadano. E quando cominciate a guidarli, non agitate le braccia né gridate, ma seguiteli da dietro, lasciando libera la direzione che voi volete che prendano. Quindi, sfruttando la loro ignoranza, sarete in grado di condurli nel recinto con la stessa facilità con cui un cacciatore porta le quaglie nella rete. Infatti, se sono sempre rimasti liberi al pascolo allo stato brado (come succede a molti cavalli nei paesi della prateria e nelle grandi proprietà), non c'è ragione per cui non debbano essere altrettanto selvatici degli uccelli del cacciatore, e devono essere trattati nello stesso modo gentile, se volete catturarli senza problemi; perché il cavallo, nel suo stato naturale, è altrettanto selvaggio di qualsiasi altro animale non addomesticato, nonostante che possa essere domato più facilmente della maggior parte di loro.
 
==Come far entrare senza problemi un puledro nella scuderia==
==COME FAR ENTRARE SENZA PROBLEMI UN PULEDRO NELLA SCUDERIA==
 
Il passo successivo sarà quello di far entrare il cavallo in una scuderia o in uno spazio coperto. Questo dovrebbe essere fatto più tranquillamente possibile, in modo di non suscitargli alcun sospetto che vi sia qualsiasi pericolo che lo minacci. Il modo migliore di farlo è di portare un cavallo domato per primo nella scuderia e di legarlo, poi di camminare gentilmente attorno al puledro e di farlo entrare di sua iniziativa. E' quasi impossibile che una persona che non ha messo in pratica questo principio lo faccia con sufficiente lentezza e consapevolezza. Queste persone non sanno che maneggiando un cavallo selvaggio, la regola più importante è quel vecchio buon adagio, "haste makes waste" [la fretta è cattiva consigliera; lett. "la fretta produce sprechi", NdT], ossia, la fretta causa perdita di tempo provocando problemi e difficoltà.
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Una mossa sbagliata può spaventare il vostro cavallo, e indurlo a pensare che deve scappare ad ogni costo per salvarsi la vita, e quindi trasformare in un lavoro di due ore una cosa che poteva richiedere due minuti; e sarà tutta colpa vostra, e del tutto inutlie perchè il cavallo non scapperà se voi non lo rincorrerete, e quenta non è una buona strategia a meno che voi non sapeste che potete correre più di lui, perchè alla fine vi toccherà aspettare che si fermi di sua iniziativa. Ma lui non tenterà di scappare via se voi non tenterete di forzarlo ad accettare il confinamento. Se non trova sulbito la strada, e appare un po' timoroso di entrare, non pensate di condurlo dentro, ma limitate un po' il suo spazio all'esterno, girandogli gentilmente attorno più da vicino. Non alzate le braccia, ma lasciatele rilassate sul vostro fianco, perchè potrebbero essere viste come un bastone: il cavallo non ha studiato anatomia, e sa solo che possono impazzire e saltargli addosso. Se tenta di girarsi indietro, camminategli alle spalle, ma non correte; e se vi supera, girategli di nuovo attorno, nello stesso modo tranquillo, e presto si convincerà che non lo state minacciando; e alla fine gli camminerete così vicino che entrerà nella scuderia per avere più spazio e per allontanarsi da voi. Appena è entrato, fate uscire il cavallo domato e chiudete la porta. Questo sarà la sua prima esperienza di confinamento, e non capirà come si e trovato in questa situazione, nè come uscirne. Per fare in modo che la viva con la maggiore tranquillità possibile, verificate che la scuderia non contenga cani, polli, o qualsiasi altra cosa che possa infastidirlo. Poi dategli qualche spiga di grano, e lasciatelo da solo per quindici o venti minuti, finchè ha finito di eslorare la sua casa, e si è abituato all'idea di essere confinato.
==ILIl TIPOtipo DIdi CAPEZZAcapezza==
 
Usate sempre una capezza di cuoio, e assicuratevi che non stringa il cavallo sul naso se il puledro tirerà si di lei. Dovrebbe essere della misura giusta per calzare sulla sua testa in modo facile e preciso; quindi la nasiera non dovrà essere troppo stretta o troppo larga. Non mettete mai una capezza in corda su un puledro non domato, in nessuna circostanza. Tali capezze hanno causato il ferimento o la morte di tanti cavalli da superare di due volte il costo di tutte le capezze in cuoio che siano mai state usate per incapezzare puledri. È quasi impossibile domare un cavallo molto selvatico con una capezza in cuoio, senza farlo tirare, impennare, o scatenarsi, mettendo quindi a rischio la sua vita; e vi dirò il perché. Per un cavallo è altrettanto naturale cercare di liberare la sua testa da qualcosa che gli fa male, o lo infastidisce, quanto sarebbe per voi cercare di ritirare la vostra mano dal fuoco. Le trecce di una corda sono dure e taglienti; questo lo indurrà a alzare la testa e a tirare, e appena tirerà, il nodo scorsoio (il modo in cui sono sempre fatte le capezze in corda) si stringerà, e pizzicherà il suo naso, e lui lotterà per salvarsi la vita, finché, magari, si scatenerà; e chi vorrebbe che un cavallo si scateni, e corra il rischio di rompersi il collo, piuttosto di pagare il prezzo di una capezza in cuoio? Ma questa non è la cosa peggiore. Un cavallo che ha tirato una volta sola sulla sua capezza non sarà mai domato altrettanto bene di uno che non l'ha mai fatto.
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Credo che il cavallo usi invariabilmente i quattro sensi (vista, udito, olfatto e tatto) in tutte le sue ispezioni, e il senso del tatto è forse il più importante. E penso che nell'esperimento con il mantello, il suo approccio graduale ed il contatto finale con il naso abbia lo scopo di esplorare con il tatto piuttosto che qualsiasi altro, visto che il suo senso olfattivo è così spiccato che non sarebbe necessario toccare qualcosa col naso per sentirne l'odore; si dice infatti che un cavallo può avvertire l'odore di un uomo alla distanza di un miglio. E se l'odore del mantello fosse stato sufficiente avrebbe potuto avvertirlo da una notevole distanza. Ma sappiamo per esperienza che se un cavallo vede o annusa un oggetto a breve distanza da sè si mostra assai nervoso (se non lo conosce per abitudine) finché non lo tocca o lo sente col suo naso, e questa è la prova positiva che il tatto è in questo caso il senso dominante .
==UNUn'OPINIONEopinione DIFFUSAdiffusa FRAfra GLIgli UOMINIuomini DIdi CAVALLIcavalli==
 
è opinione largamente prevalente fra gli uomini di cavalli che il senso dell'olfatto sia quello principale nel cavallo. E Faucher, come altri, a seguito di quella opinione fornisce ricette di oli fortemente aromatici, eccetera, per domare il cavallo, talora usando le castagne delle sue gambe, che vengono seccate, macinate in polvere, e soffiate nelle sue narici, talora usando l'olio di rodio, di origano ecc., noti per il loro forte odore; e talora impregnano la loro mano con il sudore della loro ascella, o soffiano il loro fiato nelle narici del cavallo, ecc. ecc. Tutte queste cose, appena l'odore svanisce, non hanno alcun effetto né nell'ingentilire il cavallo, né nel suggerirgli qualsiasi idea; tuttavia i gesti che accompagnano questi sforzi, il fatto di maneggiarlo, di toccarlo vicino al naso e alla testa, e di dargli delle pacchette amichevoli, come vi istruiscono a fare dopo somministrati i prodotti, possono avere un effetto veramente notevole, che loro attribuiscono falsamente agli ingredienti usati. E Faucher, nel suo lavoro intitolato "The Arabian Art of Taming Horses," pag. 17, ci dice come abituare un cavallo a un mantello, somministrandogli certi prodotti nelle narici; e continua dicendo che questi prodotti devono essere applicati per prima cosa al naso del cavallo, prima che cerchiate di domarlo, per avere successo.
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La sola scienza che è mai esistita al mondo, relativa alla doma dei cavalli, e che abbia un qualsiasi valore, è il metodo che li prende nel loro stato naturale e ne aumenta l'intelligenza.
 
==ILLl SISTEMAsistema DIdi POWELpowel PERper AVVICINAREavvicinare ILil PULEDROpuledro==
 
Ma, prima che proceda, di illustrerò il sistema per avvicinare i puledri sdomi di Willis J. Powels, come lui lo descrive in un lavoro pubblicato in Europa, nel 1814 circa, su "Art of Taming Wild Horses [L'Arte di domare i cavalli selvatici]". Dice, "Un cavallo è ammansito con la mia tecnica segreta in un tempo che varia dalle due alle sedici ore". Il tempo che io impiego comunemente va dalle quattro alle sei ore. Va avanti dicendo: "Fate entrare il vostro cavallo in un cortile, una scuderia o una stanza. Se all'interno, in una scuderia o un locale, dev'essere grande, per fargli fare un po' di esercizio alla capezza prima di farlo uscire. Se il cavallo fa parte del gruppo di quelli che hanno soltanto paura dell'uomo, dovete presentare voi stessi gentilmente nella scuderia, nel locale, o nel cortile dov'è il cavallo. Per istinto correrà via da voi, e frequentemente girerà la testa lontano da voi; ma voi dovete continuare a spostarvi con estrema lentezza e delicatezza, in modo che possa vedervi non appena gira la testa nella vostra direzione, cosa che non manca mai di fare in un tempo breve, diciamo da un quarto d'ora a mezz'ora. Non ho mai trovato un cavallo che sia stato più lento nel girarsi verso di me.
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In tutta questa operazione non c'è magnetismo né galvanismo; si tratta solo di far sparire la paura che un cavallo generalmente sente per l'uomo, e di familiarizzare il cavallo con il suo addestratore. Siccome il cavallo prova senza dubbio un certo piacere da questa manipolazione, subendola diventerà presto mansueto, e mostrerà un forte attaccamento verso il suo padrone."
==Osservazioni sul metodo di powel per governare cavalli di qualsiasi tipo==
==OSSERVAZIONI SUL METODO DI POWEL PER GOVERNARE CAVALLI DI QUALSIASI TIPO==
 
Queste osservazioni sono molto buone, ma non sufficienti per i cavalli di qualsiasi tipo, e per incapezzare e condurre il puledro; ma le ho inserite perché danno qualcosa della vera filosofia dell'avvicinamento al cavallo, e del metodo per stabilire confidenza fra l'uomo e il cavallo. Ma si parla solo del tipo di cavallo che ha paura dell'uomo.
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Quindi, prendendo in considerazione i cavalli come li troviamo in realtà, di qualsiasi tipo, e per addestrarli a nostro piacimento, dobbiamo sempre portare con noi, quando entriamo in una scuderia per addestrare un puledro, una lunga frusta flessibile (le fruste di osso di balena sono le migliori), con un buon fiocco, capace di fischiare fortemente e di fare un forte schiocco, che, se maneggiata con destrezza e correttamente applicata, sarà sufficiente a spegnere l'animosità di qualsiasi cavallo. Con questa frusta nella mano destra, con l'estremità che punta indietro, entrate nella scuderia da soli. È un grande svantaggio avere qualcuno con voi nella scuderia nel momento di addestrare un cavallo; dovrete essere completamente soli, in modo che non ci sia niente all'infuori di voi che attiri la sua attenzione. Se è selvaggio, lo vedrete presto dal lato opposto della scuderia rispetto a voi; e questo è il momento di usare un po' di giudizio. Per quanto mi riguarda, non voglio metterci più di tre quarti d'ora o un'ora per lavorare con qualsiasi tipo di puledro, e ottenere che mi segua dovunque nella scuderia; tuttavia consiglierei a un principiante di prendersi più tempo, e di non avere troppa fretta. Se non avete che un puledro, e non siete particolarmente preoccupato del tempo che spendete, vi consiglierei di adottare all'inizio il metodo di Powel, finché lo ammansite, cosa che richiede, come lui dice, da due a sei ore. Ma poiché io voglio ottenere la stessa cosa, e ancora di più, insegnare al cavallo ad essere condotto alla longhina, in meno di un'ora, devo insegnarvi un processo molto più veloce per arrivare allo stesso risultato. A tal fine, quando siete entrati nella scuderia, state in piedi fermi, e lasciate che il cavallo vi guardi per un minuto o due, e appena si è fermato in un punto, avvicinatevi lentamente, con entrambe le braccia ferme, la destra pendente al vostro fianco che regge la frusta come vi ho detto, e la sinistra piegata al gomito, con la mano in avanti. Nel momento in cui lo avvicinate, non dirigetevi troppo verso la sua testa o la sua groppa, per non farlo spostare in avanti o indietro, e tenerlo quindi fermo; se si muove un po' avanti o indietro, spostatevi un po' a destra o a sinistra con molta cautela; questo lo terrà fermo sul posto. Appena siete riusciti ad avvicinarlo molto, portate una mano sulla sua spalla, e state fermi qualche secondo. Se siete alla sua portata, lui girerà la testa e vi annuserà la mano, non per il fatto che abbia una qualche preferenza per la vostra mano, ma per il fatto che è sporgente in avanti, ed è la parte più vicina del vostro corpo. Lo faranno tutti i puledri, e annuseranno la vostra mano vuota con la stessa rapidità che lo farebbero qualsiasi cosa vi abbiate messo dentro, e con lo stesso favorevole effetto, anche se un bel po' di esperti hanno predicato la teoria di ammansire i cavalli con l'aroma di qualche preparato applicato sulla mano. Ho già provato che si tratta di un errore. Appena tocca la vostra mano con il naso, accarezzatelo come spiegato sopra, usando sempre una mano leggera e morbida, toccando appena il cavallo e seguendo sempre la direzione del pelo, in modo che la vostra mano scivoli nel modo più delicato possibile. Poiché state al suo fianco, potreste trovare più comodo accarezzargli il collo o il lato della testa, cosa che avrà lo stesso risultato che accarezzargli la parte anteriore del muso. Agevolate ogni tentativo del cavallo di annusarvi o di toccarvi con il naso. Fate seguire a ognuno di questi tocchi o tentativi di comunicazione con le carezze più tenere ed affettuose, con un atteggiamento gentile e con parole piacevoli di qualche genere, come "Oh! Ragazzo mio oh! Bravo il mio ragazzo", "Bravo ragazzo!", "Brava signorina", o qualcosa del genere, ripetendo costantemente le stesse parole, con lo stesso tono di voce costante; poiché il cavallo impara presto a leggere l'espressione del viso e della voce, e saprà bene quando prevalgono la paura, l'amore o la rabbia, come voi conoscete i vostri sentimenti; due dei quali, la paura e la rabbia, non dovrebbero mai essere avvertiti da un buon uomo di cavalli.
==COMECome AGIREagire SEse ILil VOSTROvostro CAVALLOcavallo HAha UNun CARATTEREcarattere TESTARDOtestardo==
 
Se il vostro cavallo, piuttosto che selvaggio, sembra vere un atteggiamento testardo come un mulo; se tira indietro le orecchie mentre lo avvicinate, o vi gira contro i posteriori per calciarvi, allora non ha il rispetto o il timore dell'uomo che dovrebbe avere per permettervi di maneggiarlo velocemente e facilmente; e potrebbe essere una buona idea dargli un paio di decisi colpi con la frusta, in prossimità delle gambe, molto vicino al corpo. La frusta schioccherà fortemente nel momento in cui si piega sulle sue gambe, e lo schiocco avrà altrettanto effetto del colpo; fra l'altro, un colpo secco sulle gambe avrà maggiore effetto che due o tre colpi sulla schiena, perché la pelle della parte interna delle sue gambe o dei suoi fianchi è più sottile e più delicata di quella della schiena. Ma non frustatelo più di quello che è sufficiente per spaventarlo; non è per fargli male che lo frustiamo ma solo per scacciare da lui quella cattiva disposizione. Ma se dovete farlo, fatelo rapidamente, seccamente e con un buon livello di energia, ma sempre senza rabbia. Se volete spaventarlo veramente dovete farlo in una volta sola. Non ficcatevi mai in una battaglia campale con il vostro cavallo, frustandolo finché si infuria e vi si rivolta contro; sarebbe stato meglio che non l'aveste toccato affatto, perché generereste, piuttosto che timore e rispetto, risentimento, avversione e malanimo. Non gli farete un piacere, ma un torto, col colpirlo, se non riuscite a spaventarlo; ma se riuscite a spaventarlo, potete colpirlo senza farlo infuriare; perché la paura e la rabbia non possono mai coesistere nel cavallo, e appena una delle due si manifesta, constaterete che la seconda è scomparsa. Appena l'avrete spaventato abbastanza da ottenere che stia fermo piazzato e vi conceda la sua attenzione, avvicinatelo di nuovo, e accarezzatelo parecchio più a lungo di quanto l'avete frustato, e allora susciterete le due passioni della sua natura che permettono di controllarlo, l'amore e il timore, e poi lui vi amerà e vi temerà, e, appena imparerà cosa fare, vi obbedirà prontamente.
==COMECome INCAPEZZAREincapezzare Ee CONDURREcondurre UNun PULEDROpuledro==
 
Appena avete ammansito un po' il puledro, prendete la capezza nella vostra mano sinistra e avvicinatelo come prima, e dallo stesso lato da cui l'avete ammansito. Se è molto timoroso quando vi avvicinate, potete farlo più rapidamente trasformando la frusta in una parte del vostro braccio, e raggiungendolo molto delicatamente con il suo manico; grattandolo leggermente sul collo, e continuando ad avvicinarvi, accorciando la frusta facendola scorrere nella vostra mano, finché arrivate abbastanza vicino da appoggiare su di lui le vostre mani. Se ha la tendenza ad allontanare la testa da voi, mettetegli attorno al collo la cinghia della capezza, lasciate cadere la frusta, e tiratelo molto delicatamente verso di voi; lui cederà con il collo, e potrete attirare la sua testa verso di voi. Poi afferrate la parte della capezza che comprende la fibbia e tenetela sopra la sua testa, e passate sotto il collo del cavallo l'estremità più lunga, quella che si infila nella fibbia, afferrandola dall'altra parte del cavallo con la vostra destra; lasciando lassa la prima estremità, la seconda sarà sufficiente per attirare la testa del cavallo verso di voi. Abbassate un po' la capezza, quel tanto che basta per far passare il naso del cavallo nella parte della capezza fatta per contenerlo, poi alzatela un po', e stringete la fibbia superiore, e avrete concluso il lavoro per bene. La prima volta che incapezzate un puledro dovrete stare alla sua sinistra, bene indietro all'altezza della sua spalla, afferrando solo la parte della capezza che circonda il suo collo; poi con entrambe le mani attorno al suo collo potrete guidare la sua testa verso di voi, e alzare la capezza sul suo muso che si schivi per la presenza della vostra mano vicino al suo naso. Dovrete avere pronta una lunga corda o una fettuccia, e appena la capezza è applicata dovete attaccarcela, in modo di permettergli di camminare per tutta la lunghezza della scuderia senza arrivare alla fine della corda, e senza farlo tirare sulla capezza, perché se gli fate sentire solo il peso della vostra mano sulla capezza, e gli dare corda quando si allontana da voi, non si impennerà, non tirerà, e non si precipiterà mai, e tuttavia voi lo terrete sempre sotto controllo, e procederete verso il suo ammansimento meglio che se aveste il potere di bloccarlo e di tenerlo fermo in un punto; poiché il cavallo è totalmente inconsapevole della sua forza, e se evitate del tutto che lui tiri, non saprà mai che potrebbe farlo. In pochi minuti potrete cominciare a controllarlo con la capezza, poi diminuite la distanza fra voi e il cavallo raccogliendo la corda nella vostra mano.
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Appena vi permetterà di tenerlo con una corda ragionevolmente corta, e di avvicinarvi a lui senza indietreggiare, potete cominciare a dargli qualche prima idea riguardo al fatto di essere condotto. Ma per farlo, non bruciate le tappe tentando di tirarlo dietro a voi, ma cominciate tirandolo molto leggermente da un lato. non ha niente a cui aggrapparsi dall'altro lato del suo collo, e cederà presto a una pressione continua e progressiva della capezza; e appena l'avete spostato di uno o due passi da un lato, andategli vicino e accarezzatelo, poi tiratelo ancora, ripetendo l'operazione finché potrete portarlo in giro in qualunque direzione, e camminare per la scuderia con lui, cosa che potete ottenere in pochi minuti, perché, quando l'avete fatto spostare a destra o a sinistra un paio di volte, avrà pensato che è obbligato a seguire la trazione della capezza, non sapendo che ha la forza per resistere alla vostra trazione; inoltre, l'avete trattato con tale gentilezza che non ha paura di voi, e voi lo accarezzate sempre quando vi segue, e a lui questo piace, ed è altrettanto gradevole seguirvi che non farlo. E dopo che ha seguito alcune lezioni di questo tipo, se lo lasciate libero in un terreno aperto, vi si avvicinerà ad ogni occasione che gli si presenta. Dovete condurlo alla longhina all'interno della scuderia per qualche tempo, prima di portarlo fuori, aprendo la porta, in modo che possa vedere l'esterno, portandolo fino alla porta e poi indietro, e poi superarla. Badate che non ci sia qualcosa che lo faccia spaventare quando lo fate uscire, e quando andate con lui cercate di farlo procedere molto lentamente, afferrando forte la capezza vicino alla mascella con la sinistra, mentre la destra resta sulla parte più alta del collo, e afferra la criniera. Quando sarete rimasti fuori con lui per un certo tempo, potrete portarlo in giro come volete. Non lasciate che nessun altro si avvicini quando lo portate fuori per la prima volta; uno sconosciuto che afferrasse la capezza lo spaventerebbe, e lo metterebbe in fuga. Non ci dovrebbe nemmeno essere nessuno fermo vicino a lui, perché potrebbe attirare la sua attenzione o spaventarlo. Se rimanete soli, e fate le cose in modo corretto, per condurlo o per trattenerlo non ci vorrà affatto più forza di quanta servirebbe per lavorare con un cavallo domato.
==COMECome CONDURREcondurre UNun PULEDROpuledro Aa FIANCOfianco DIdi UNun CAVALLOcavallo DOMATOdomato==
 
Se volete condurre il vostro puledro a lato di un altro cavallo, come spesso succede, vi consiglierei di portare il vostro cavallo nella scuderia, di attaccare una seconda corda alla capezza del puledro, e di portare il vostro cavallo al suo fianco. Poi prendete il cavallo domato e passate la corda del puledro sul suo petto, sotto la martingala (se ne indossa una), afferrandola con la vostra mano sinistra. Questo eviterà che il puledro resti troppo indietro; inoltre, avrete più forza nel portarlo con la corda che preme contro il petto del cavallo. tenete l'altra corda nella vostra destra per impedire che scappi in avanti; poi fatelo girare qualche volta nella stalla, e se la porta è abbastanza larga, portatelo fuori mantenendo questa posizione; se non lo è, portate fuori per primo il cavallo domato, e ponetelo con il petto contro la porta, poi conducete il puledro e tenete le corde come abbiamo detto, una su ciascun lato del suo collo poi fate portare fuori il puledro da qualcuno, e appena è uscito fate girare il cavallo domato a sinistra, e li avrete nella posizione giusta. Questo è il modo migliore di condurre un puledro; potete gestire qualsiasi tipo di puledro in questo modo, senza problemi; se cerca di correre in avanti, o tira indietro, le due corde porteranno i cavalli uno di fronte all'altro, per cui potrete seguire facilmente il loro movimento senza sforzarvi troppo, e appena smetterà di indietreggiare sarete nella posizione giusta, e pronto a procedere; e se si impunta e non vuole andare avanti, potete vincere la sua testardaggine guidando il vostro cavallo contro il suo collo, costringendolo a girare a destra; e appena l'avrete fatto girare un po' di volte, sarà disponibile a procedere. Il passo successivo, dopo che avrete curato bene la conduzione del puledro, sarà di portarlo in una scuderia, e di legarlo in modo di non permettergli di tirare sulla capezza, e siccome spesso i puledri fanno difficoltà a entrare nella scuderia le prime volte, vi darò qualche suggerimento su come portarcelo.
==COMECome CONDURREcondurre UNun PULEDROpuledro INin UNAuna SCUDERIAscuderia Ee COMEcome LEGARLOlegarlo SENZAsenza CHEche TIRItiri SULLAsulla CAPEZZAcapezza==
 
Dovreste portare il cavallo nella scuderia per primo, e, se potete, farlo seguire dal puledro. Se si rifiuta, avvicinatevi, portando un bastoncino o un frustino nella mano destra; poi afferrate saldamente la capezza vicino alla sua testa con la sinistra, raggiungendo nello stesso tempo la sua schiena con il braccio destro in modo da poter battere il suo lato opposto con il vostro frustino; portatelo di fronte alla porta, e battete leggermente con il frustino, toccandolo più indietro che potete. Questo tocco, agendo molto indietro, e sul suo lato opposto, lo porterà in avanti, e ve lo terrà vicino; allora, dandogli la direzione giusta con la vostra sinistra, potete camminare dentro la stalla con lui. Ho portato puledri all'interno di una stalla con questo sistema in meno di un minuto, dopo che uomini avevano lavorato con loro per mezz'ora, tentando di tirarlo dentro. Se non riuscite a camminare dentro in una volta sola con questo metodo, giratelo e camminate con lui in ogni direzione, fino a portarlo di fronte alla porta senza tirarlo. Poi lasciatelo stare fermo per alcuni minuti, tenendo la sua testa nella direzione giusta con la capezza, e lui camminerà dentro in meno di dieci minuti. Non tentate mai di tirare il puledro nella scuderia; potrebbe fargli pensare che si tratti di un logo pericoloso fin dalla prima volta, e se non ne era spaventato prima, lo sarà poi. Inoltre, noi non vogliamo che sappia nulla riguardo al tirare sulla capezza. I puledri spesso restano feriti, e talora uccisi, nei tentativi di costringerli a forza a entrare in una scuderia; e quelli che tentano di farlo in questo modo si mettono in un grosso pasticcio, quando c'è di fronte a loro una strada liscia.
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Se volete legare il vostro puledro, portatelo in una posta larga quanto basta, che non dovrebbe essere troppo lunga, e dovrebbe disporre di una sbarra o qualcosa di simile posta dietro al puledro; quindi, legandolo al centro della posta, gli sarà impossibile tirare sulla capezza, perché la sbarra dietro di lui gli impedirà di indietreggiare, e la capezza legata al centro lo correggerà ogni volta che si gira a destra o a sinistra. In una posta di questo genere potete insegnare a qualsiasi cavallo a stare legato con una corda leggera, dovunque, senza che abbia mai l'opportunità di provare a tirare. Ma se avete abituato il vostro puledro a essere condotto, e gli avete insegnato l'uso della capezza (cosa che dovreste sempre fare prima di legarlo a qualsiasi cosa), potete legarlo in qualsiasi tipo di posta, e all'inizio dargli qualcosa da mangiare per tenerlo sul posto per qualche minuto, e meno di un puledro su cinquanta tirerà sulla capezza.
==ILIl TIPOtipo DIdi IMBOCCATURAimboccatura: COMEcome ABITUAREabituare ILil CAVALLOcavallo ADad ESSAessa==
 
Dovreste usare un filetto grosso e liscio, per non danneggiare la bocca del cavallo, con un'asta su ogni lato, per impedire all'imboccatura di pressare nell'uno o nell'altro senso. Dovreste montarlo sui montanti della vostra testiera, e metterlo sul vostro puledro senza redini, e lasciarlo libero in una grande scuderia o in un recinto per qualche tempo, finché si abitua un po' all'imboccatura, e la terrà senza tentare di liberarsene. Sarebbe bene, se conveniente, ripetere questo esercizio parecchie volte, prima che facciate qualsiasi cosa con il puledro; non appena sopporterà l'imboccatura, fissate una singola redine ad esso, senza alcuna martingala. Dovreste anche avere messo una capezza al vostro puledro, o una briglia usata tipo una capezza, legata con una cinghia, in modo che possiate tenerle o condurlo senza sollecitare molto l'imboccatura. E ora è pronto per la sella.
==COMECome SELLAREsellare UNun PULEDROpuledro==
 
Chiunque capisca questa teoria può mettere una sella sul puledro più selvaggio che sia mai stato visto, senza alcun aiuto, e senza metterlo in panico. La prima cosa da fare sarà legare entrambi gli staffili con un nodo lasso per accorciarli, e per evitare che le staffe vadano di qua e di là e lo colpiscano. Poi ripiegate i riscontri e prendete la sella sotto il vostro braccio destro, per non spaventare il puledro mentre vi avvicinate. Quando lo raggiungete grattatelo gentilmente qualche volta con la vostra mano e po sollevate la sella molto lentamente, finché lui può vederla e può annusarla e toccarla con il suo naso. Poi lasciate pendere i riscontri, e sfregateli molto dolcemente sul suo collo lungo il pelo, facendogli sentire il loro rumore mentre li sente su di sé; ogni volta andando un po' più indietro, e finalmente fatela scivolare sopra le sue spalle sulla sua schiena. Scuotetela un po' con le vostre mani, e in meno di cinque minuti potrete battere sulla sella sulla sua schiena quanto volete, e toglierla e rimetterla ancora, senza che lui ci badi molto.
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La prima volta che lo montate, dovreste essere solo e mettere il puledro in una scuderia luminosa o in un recinto; il soffitto dovrebbe essere alto, per permettervi di montare senza il riscio di battere la testa. Potete insegnargli di più in due ore all'interno di una stalla di questo tipo di quanto fareste in due settimane con il metodo usuale di domare i puledri, all'esterno in uno spazio aperto. Se seguite le mie indicazioni, non correrete alcun rischio, nè avrete alcun problema a montare il peggiore dei cavalli. Procederete un passo alla volta, finché otterrete confidenza e fiducia reciproca fra voi e il cavallo. Per prima cosa insegnategli a essere condotto e a restare legato; poi abituatelo alla sella, e all'uso dell'imboccatura; poi tutto ciò che resta è di montare in sella senza spaventarlo, e potrete cavalcarlo come qualsiasi altro cavallo.
==COMECome MONTAREmontare SULsul PULEDROpuledro==
 
Per prima cosa ammansitelo bene da entrambi i lati, attorno alla sella, e sopra di lui, finché starà piazzato senza doverlo trattenere e non sarà spaventato dal vedervi dovunque attorno a lui.
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Secondo, attraverso la procedura di caricare il vostro peso sulla staffa e sulla mano, potrete abituarlo gradualmente al vostro peso, in modo che non si spaventi sentendolo tutto in una volta. E, terzo, il blocco vi solleva per cui non dovete fare un balzo per arrivare alla schiena del cavallo, ma potete sollevarvi gradualmente sulla sella da lui. Quando prendete queste precauzioni, non c'è cavallo così selvatico da impedirvi si montare senza farlo balzare. Ho provato il metodo con i cavalli più selvaggi che possiate trovare, e non ha fallito mai in nessun caso. Nel salire, il vostro cavallo dovrà stare fermo senza essere trattenuto. Un cavallo non è mai domato bene quando dev'essere trattenuto con una redine tesa nell'atto di montare; e un puledro non è mai così sicuro da montare, di quando constatate quella certezza di confidenza, e assenza di paura, che lo fa stare fermo senza essere trattenuto.
==COMECome MONTAREmontare ILil PULEDROpuledro==
 
Quando volete che parta non toccatelo sul fianco con i vostri talloni e non fate niente per spaventarlo e per farlo balzare in avanti. Piuttosto parlategli gentilmente, e se non parte tiratelo un po' a sinistra finché parte, e lasciatelo camminare lentamente con le redini lasse. Camminate un po' in giro per la scuderia finché si sarà abituato all'imboccatura, e potrete girarlo in ogni direzione e fermarlo a vostro piacimento. Sarà bene salire e scendere parecchie volte finché si sarà abituato perfettamente alla cosa prima di condurlo fuori della scuderia.
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All'inizio dovrete stare attenti a non montare il puledro al punto di accaldarlo, preoccuparlo o stancarlo. Smettete appena vedete che è un po' affaticato; coccolatelo e lasciatelo riposare; questo lo renderà gentile nei vostri confronti e impedirà che diventi testardo o bizzoso.
==ILIl MODOmodo GIUSTOgiusto DIdi USAREusare LEle REDINIredini FISSEfisse==
 
I fattori spesso applicano le redini fisse su un puledro come prima cosa che fanno, fissandole più strette che possono, per fargli tenere la testa alta, e poi lo liberano per una mezza giornata in un paddock in una volta sola. Questa è una delle peggiori punizioni che possono infliggere a un puledro, e molto pesante per un cavallo giovane abituato a correre nel paddock con la sua testa abbassata. Ho visto puledri così danneggiati da questa pratica da non riprendersi più.
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Se applicate le redini fisse molto strette la prima volta, non sarà in grado di alzare la testa abbastanza da alleggerirle, ma si appoggerà su di loro per tutto il tempo, e rasperà, suderà, e si slancerà in avanti. Molti cavalli sono morti per una caduta all'indietro mentre indossavano le redini fisse, avendo battuto la testa con tutto il peso del corpo. I cavalli che hanno la testa sollevata da redini fisse strette non dovrebbero indossarle per più di quindici o venti minuti.
==Come attaccare un cavallo molto selvaggio e che presenta vizi==
==COME ATTACCARE UN CAVALLO MOLTO SELVAGGIO E CHE PRESENTA VIZI==
 
Sollevate un anteriore e piegate il suo ginocchio finché il suo zoccolo è completamente sollevato, e tocca quasi il suo corpo; poi fate scorrere un laccio sopra il ginocchio fino a superare in alto l'articolazione del pastorale, per tenerla sollevata, facendo attenzione di fissare il laccio fra lo zoccolo e il pastorale con un secondo laccio di qualche tipo per impedire che il laccio scivoli in basso e si sfili. Questo lascerà il cavallo piazzato su tre gambe; a questo punto potrete maneggiarlo a vostro piacimento, perché è assolutamente impossibile, per lui, calciare in questa posizione. In questa manovra di sollevare un piede del cavallo c'è qualcosa che sottomette un cavallo più rapidamente e meglio di qualsiasi altra cosa che possiate fare con lui. Non esiste al mondo una tecnica altrettanto valida per domare un cavallo che calcia, per molte ragioni. La prima è un principio proprio della natura del cavallo: sottomettendo un suo segmento soltanto, voi sottomettete in larga misura l'intero cavallo.
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Ma con questo nuovo metodo potete attaccarlo a un carretto rumorosissimo, a un aratro, a un carro pesante, o a qualsiasi cosa anche della forma più paurosa. Capiterà che ne siano spaventati, ma non possono calciare né fare niente che gli possa far male, e presto vedranno che non intendete fargli correre alcun rischio, e non se ne preoccuperanno più. Allora potete slegare la loro gamba, e guidarli gentilmente senza alcun ulteriore problema. Con questo nuovo metodo, un pessimo cavallo calciatore può essere addestrato ad essere mansueto da attaccato in poche ore.
==SULLSull'IMPUNTARSIimpuntarsi==
 
I cavalli non sanno cosa significa impuntarsi, e vi sono portati solo da un trattamento improprio, e quando un cavallo si impunta mentre è attaccato la cosa dipende da qualche errore di trattamento, da eccitazione, da confusione, o dal fatto di non sapere come tirare, ma raramente dal rifiuto di fare una cosa che ha capito. I cavalli molto focosi, in avanti sono quelli maggiormente soggetti ad impuntarsi, e solo per il fatto che i conducenti non hanno una adeguata comprensione di come gestire questo tipo di cavallo. Un cavallo in avanti in un gruppo può essere tanto ansioso di partire, che quando sente il comando parte con un salto, che non muoverà il carico, ma gli darà un tale strattone sulle spalle che lo farà rimbalzare indietro e fermare l'altro cavallo; il guidatore continuerà a incitare senza cessare, e intanto che ha fatto di nuovo partire il cavallo più lento, si accorgerà che il cavallo focoso ha fatto un altro balzo, e ancora è rimbalzato all'indietro; e adesso si ritrova con entrambi i cavalli malamente impuntati, e così confusi che nessuno dei due capisce cosa sta succedendo, e come far partire il veicolo. Poi e il momento dei colpi e degli schiocchi della frusta, e dell'incitamento del conduttore, finché qualcosa si rompe o ne ha abbastanza della sua tecnica. Ma che errore fa il conduttore frustando il cavallo per questo comportamento! La ragione e il buon senso dovrebbe suggerirgli che il cavallo era volonteroso e ansioso di andare, ma che non sapeva come far partire il carico. E dovrebbe frustarlo per questo? Se fosse così, dovrebbe frustarlo di nuovo perché non sa parlare. Un uomo che vuole agire con un minimo di razionalità o di ragione non dovrebbe essere trasportato dalle emozioni, ma dovrebbe sempre pensare prima di percuotere. Ci vuole una pressione regolare e continua contro il collare per far partire un carico, e non potete aspettarvi che agisca con una azione regolare e determinata mentre lo frustate. C'è si o no un cavallo impuntato su cinquecento che tirerà bene dopo essere stato frustato; è solo aggiungere carburante a un incendio, e lo si renderà più propenso ad impuntarsi la volta successiva. Voi vedete sempre i cavalli, che qualche volta si sono impuntati, girare la testa e guardare indietro, appena sono un po' innervositi. Questo avviene perché sono stati frustati e sono spaventati da quello che sta dietro di loro. Questa è una regola generale con i cavalli impuntati, proprio come lo è, per loro, guardarsi i fianchi quando hanno le larve di mosca; in entrambi i casi meritano la stessa compassione e lo stesso tipo di trattamento gentile e razionale.
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Appena lo fa bene, attaccatelo a un carro vuoto; fate in modo che stia piazzato in una posizione adatta a partire. Sarebbe bene accorciare il gancio traino dietro al cavallo affidabile, in modo che se è necessario possa accollarsi il peso del carro la prima volta che li fate partire. Non fate più di qualche passo all'inizio; osservate il cavallo che si impunta, e se vedete che si sta innervosendo fermatelo voi prima che lo faccia di sua iniziativa, accarezzatelo un po', e ripartite. Appena vanno bene, conduceteli su una piccola collina alcune volte, e poi su una collina più alta, eventualmente aggiungendo un po' di carico. Questo procedimento renderà qualsiasi cavallo bravo a tirare.
==COMECome INTRODURREintrodurre UNun CAVALLOcavallo AGLIagli ATTACCHIattacchi==
 
Conducetelo in una scuderia luminosa cosi come avete fatto per montarlo; prendete la bardatura e fate abituare il cavallo ad essa con lo stesso processo che avete usato con la sella, fino a quando il cavallo non abbia preso confidenza con lei, in maniera tale da potergliela far indossare e scuoterla senza che il cavallo si preoccupi più della sua presenza. Non appena sopporterà tutto questo, applicate le redini lunghe, accarezzatelo mentre le portate sopra di lui, e conducetelo in giro per la scuderia finché sopporta che gli si appoggino sulle anche. Per alcuni puledri le redini lunghe sono una notevole difficoltà aggiuntiva, e spesso li spaventano tanto quanto se voi steste alzando una frusta sopra di loro. Appena il puledro si è abituato alla bardatura e alle redini, portatelo fuori e mettetelo a fianco di un cavallo tranquillo, e applicate lo stesso processo che avete fatto con i cavalli impuntati. Usate sempre una testiera senza paraocchi quando state abituando un cavallo alla bardatura.
==COMECome ATTACCAREattaccare UNun CAVALLOcavallo Aa UNun CARRETTOcarretto==
 
Portatelo vicino e tutt'attorno al carretto; lasciate che lo osservi, e lo tocchi col naso, e gli stia vicino finché non se ne cura più; poi spingete le aste un po' a sinistra, e mettete il cavallo davanti alla sua ruota esterna. Fate stare qualcuno sul lato destro del cavallo, e afferratelo sull'imboccatura, mentre state alla sua sinistra, di fronte al carretto. Questo lo manterrà dritto. Fate scorrere la vostra mano indietro, e appoggiatela sulla sua groppa, poi afferrate le aste del carretto con la vostra destra, portandole molto leggermente fino a passarle alla vostra sinistra, che rimane ancora ferma. Non permettete che nulla tocchi la sua schiena se non il vostro braccio, e appena avete le aste centrate su di lui, fatene prendere una alla persona che sta dal lato opposto del cavallo, e abbassatele molto lentamente fino ai sostegni per le aste. Siate molto lenti e decisi nel legarlo; più tempo state, meglio è, come regola generale. Quando avete fissato le aste, scuotetele leggermente, in modo che il cavallo le senta da entrambi i lati. Appena le sopporta senza spaventarsi, allentate il freno, eccetera, e fatelo partire molto lentamente. Fate condurre a un uomo il cavallo, per mantenerlo calmo, mentre l'altro gradualmente si sposta indietro tenendo le redini finché può stare dietro e guidarlo. Dopo che l'avete guidato in questo modo per un po', potete montare sul carretto, e tutto andrà bene. È molto importante ottenere che il cavallo resti calmo mentre lo attaccate per la prima volta. Dopo che l'avrete fatto camminare un po', non c'è nemmeno la metà del rischio che si spaventi. Le persone fanno un grande errore a saltare sul carretto dietro un cavallo per guidarlo non appena l'hanno attaccato. Ci sono troppe cose da comprendere in una volta sola, per lui. le aste, le redini, i finimenti, e lo sferragliare del carretto, sono tutte cose che tendono a spaventarlo, e devono essergli presentate per gradi. Se il vostro cavallo è molto selvatico, suggerirei di legare in alto uno dei suoi anteriori.
==COMECome FARfar SDRAIAREsdraiare UNun CAVALLOcavallo==
 
Qualsiasi cosa vogliamo insegnare al cavallo, dev'essere introdotto in qualche modo per dargli un'idea di cosa vogliamo che faccia, e poi ripetuto finché lo impara perfettamente. Per far sdraiare un cavallo, piegate il suo anteriore sinistro e passatevi un cappio, in modo che non possa appoggiarlo. Poi mettetegli un fascione, e assicurate un'estremità di una lunga cinghia all'altro anteriore, giusto sopra lo zoccolo. Passate l'altra estremità sotto il fascione, per tenere la cinghia nella giusta direzione; tenetene un pezzo nella vostra mano destra; state sul lato sinistro del cavallo, afferrate l'imboccatura con la sinistra, tirate regolarmente la cinghia con la vostra destra; spingete sulla sua spalla finché lo farete spostare. Appena sposterà il suo peso, la vostra trazione solleverà l'altro anteriore, e lo avrete sulle ginocchia. Tenete la cinghia tesa, in modo che il cavallo non possa raddrizzare la gamba se tenta di rialzarsi. Tenetelo in questa posizione, e girate verso di voi la sua testa; spingete sul suo lato sinistro con la vostra spalla, non forte, ma con una pressione ferma e costante, e in circa dieci minuti si distenderà. Appena si sarà disteso, sarà completamente sottomesso, e potrete maneggiarlo come volete. Togliete le cinghie, e raddrizzategli le gambe; grattatelo leggermente sul muso e sul collo con la mano nella direzione del pelo; manipolate tutte e quattro le gambe, e dopo che è rimasto disteso dieci o venti minuti, lasciatelo rimettersi in piedi. Ripetete la procedura tre o quattro volte, che saranno sufficienti per una seduta. Fatte due sedute al giorno, e quando gli avrete dato quattro lezioni, si distenderà semplicemente tenendo sollevato un piede. Appena è ben addestrato a distendersi in questo modo, tamburellate la gamba opposta con un bastoncino mentre tenete sollevato il suo piede, e in qualche giorno si distenderà semplicemente in risposta al solo movimento del bastoncino.
==COMECome FARVIfarvi SEGUIREseguire DAda UNun CAVALLOcavallo==
 
Fatelo girare in una grande scuderia o in un recinto coperto, ove non vi sia possibilità di fuga, con addosso una capezza o una testiera. Andate verso il cavallo e carezzatelo dolcemente per un po', tenetelo per la capezza e fatelo girare intorno a voi e allo stesso tempo toccandolo leggermente sulle anche con una frusta lunga. Conducetelo per tutta la lunghezza del recinto, grattandolo sul collo, ripetendo con un tono costante della voce dove lo condurrete, "Vieni avanti, ragazzo!" o usando il suo nome anziché "ragazzo", se preferite. Ogni volta che girate toccatelo leggermente con la frusta, per incitarlo ad avvicinarsi a voi e poi accarezzatelo con la vostra mano.
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Alcune lezioni di questo tipo lo faranno correre dietro di voi, dal momento in cui vede il movimento della frusta vi seguirà in giro per la scuderia in venti o trenta minuti. Dopo che gli avrete dato due o tre lezioni nella scuderia, portatelo in un piccolo recinto e ripetete l'addestramento; e da allora voi potrete portarlo sulla strada e farvi seguire dovunque, e farvi raggiungere di corsa.
==Come insegnare a un cavallo a rimanere fermo senza essere trattenuto==
==COME INSEGNARE A UN CAVALLO A RIMANERE FERMO SENZA ESSERE TRATTENUTO==
 
Dopo aver insegnato bene al cavallo a seguirvi, piazzatelo al centro della scuderia ed accarezzatelo a partire dalla testa, muovendovi gradualmente indietro. Se si muove, dategli un colpo secco con la frusta, rimettendo il cavallo esattamente dove lo avevate piazzato all'inizio. Se resta piazzato, accarezzatelo come prima, e continuate a tranquillizzarlo in questo modo fino a che non possiate girargli tutt'attorno senza che lui si muova. Continuate a camminare intorno a lui, aumentando il ritmo del vostro passo, e toccandolo soltanto occasionalmente. Ingrandite il vostro cerchio man mano che camminate intorno al cavallo, e se a questo punto si muove, date un altro colpo con la frusta, e rimettetelo di nuovo nella posizione iniziale. Se resta piazzato, tornate spesso da lui ed accarezzatelo ed continuate a camminare ancora intorno a lui. Non costringetelo nella stessa posizione troppo a lungo, ma chiedetegli di venire occasionalmente verso di voi e fatevi seguire in giro nella scuderia. Poi, mettetelo in un'altra posizione della stalla e ripetete il procedimento. Non dovreste lavorare all'addestramento il vostro cavallo più di mezz'ora per sessione.