Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Olanda-2: differenze tra le versioni

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In termini di perdite, in tutto al 1996 vi erano stati 27 incidenti gravi, o quantomeno 27 aerei vennero distrutti in incidenti. Tra le altre missioni, gli F-16 olandesi di reparti 306, 315 e 322 erano impegnati nella missione Deny Flight partendo da Villafranca-Verona per controllare lo spazio aereo della ex-Yugoslavia. I controllo divenne guerra aperta nel 1999, quando gli olandesi parteciparono con i loro aerei alla campagna aerea Allied Force contro la Serbia-Montenegro. Gli F-16 schierati furono circa 16 macchine accompagnati da 2 KC-707 aerorifornitori. Nelle prime fasi della guerra, almeno uno dei vari MiG-29 abbattuti è stato abbattuto (ma la cosa non è molto sicura, data la confusione con gli F-16 americani anch'essi presenti) da un F-16 del 322°, utilizzando almeno un missile AMRAAM, il quale, in questa guerra ha definitivamente sostituito lo Sparrow e il Sidewinder come arma principe del combattimento aereo, che per la prima volta nella storia ha visto l'uso praticamente esclusivo di missili a guida radar-attiva per tutti gli ingaggi (pochi in verità) registrati.
 
 
====F-16 a Volkel<ref>Anselmino, Federico:''Gli F-16 di Volkel'', A&D Aprile 1990 pagg.25-29</ref>====
 
Gli F-16 di Volkel erano una forza da caccia molto interessante per la KLU olandese. Erano al centro della piccola Olanda, dietro un fitto bosco che ostruiva la visuale della base. Costruita dai Tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Come ogni base olandese all'esterno aveva un edificio tipo 'information center' per comprare libri, stemmi, riviste etc. Dentro la base si trovavano raggruppati ben 3 squadroni di F-16, il 312°, 311° e 306° per una forza complessiva di circa 50 apparecchi, inquadrati nella 2nd Allied Tactical Air Force, gli ultimi due con compiti di difesa aerea e secondariamente, attacco al suolo, mentre il terzo ha compiti da ricognizione. La base era ben tenuta e il personale molto cordiale e ospitale, come raramente un reporter era nella condizione di trovare da qualunque altra parte
 
I piloti di questi aerei erano selezionati con i PC-7 a Woensdrecht, comprati solo da poco tempo; poi venivano mandati negli USA presso l'Euro NATO Joint Jet Pilot Training, basato sulla Sheppard AFB come addestramento basico, poi mandati sugli F-16A di Tucson (10 aerei là disponibili) dal 162nd/148th TFTS, dell'Arizona ANG, che era incaricato sia per il passaggio macchina dei piloti americani che olandesi. Il completamento dell'addestramento era completato nei reparti olandesi una volta tornati dagli USA. Combattimenti 1V1, poi con molti aerei, e infine il ritorno negli USA con le Red Flag, oppure le TAM, squadrons Exchanges, poligono ACMI NATO di Decimomannu; poi c'erano le missioni d'attacco al suolo, con sessioni di due settimane a Goose Bay in Canada, dove era possibile fare volo a bassa quota e usare armi reali, cose che nella piccola Olanda non erano praticamente possibili. visto che l'unico poligono era quello vicino a Leeuwarden; era possibile in Canada fare attività anche con i CF-18 e i Tornado.
 
Volkel non manteneva una sezione QRA; per questo c'erano 4 F-15C del 32nd TFS, nella vicina base di Soesterberg. Nondimeno gli Olandesi erano tutt'altro che disarmati, e i piloti facevano, nell'affollato cielo della NATO settentrionale, DACT ogni volta che potevano farlo, specie con aerei diversi. I piloti volavano 180 ore l'anno, solo 45 per i comandanti per i soliti problemi e impegni burocratici. Missioni tipiche erano di 4 aerei, con due in coppia e due distanziati; le attività terminavano comunque, per ragioni di rumore, entro le 24. Il comandante olandese, F.Oliemans, affermava sulla domanda riguardo agli scontri con gli F-104 italiani, ''no comment: l'F-16 è un aero veramente moderno e poi l'F-104 noi lo conosciamo bene, avendolo utilizzato per tanti anni''.
 
Il 306° era ovviamente il più interessante: era un reparto piuttosto raro nel campo degli F-16, con compiti sia di ricognizione che di difesa aerea. Gli RF-16A usati erano semplicemente F-16 con un pod Orpheus da ricognizione, sotto il pilone centrale. C'erano 20 aerei in carico del reparto, e non operavano dagli shelters come gli altri due squadroni, ma dalle piazzole visto che non c'erano abbastanza shelter per tutti. Strano a dirsi, in fondo i ricognitori erano quelli meno 'tirati' dalle missioni multiple come quelle richieste ai caccia e bombardieri. La missione di ricognizione era svolta unicamente da questo reparto per tutte le F.A. nazionali. Del resto in occasione di guerra reale i reparti di caccia tattici erano difficilmente operanti dagli shelter per motivi di rapidità di riarmo (in pratica si preferisce tenerli più spesso in azione che dentro gli shelter, una protezione diversa ma più efficace solo in teoria). Inoltre gli RF-16 erano così usati in maniera estremamente rapida e con la capacità di essere dispersi in tante piccole basi in caso di guerra. Erano anche previste delle vere autocolonne con tutto quello che serviva, anche le camere oscure in containers, che si potevano far partire in pochissimo tempo. Quanto al pod 'Orpheus', realizzato dagli olandesi e usato tra l'altro anche dall'AMI, avevano 2 fotocamere da 70 mm di focale per riprese orizzontali, una con obiettivo da 100 mm, un sensore IR capace di scandire 500 linee per secondo. La camera anteriore, leggermente inclinata verso il basso, era raramente usata: lo smog sporcava rapidamente la finestra anteriore. Le pellicole erano le Agfa 100 ASA, 6x6. La missione iniziava solo dopo 90 minuti di pianificazione, e comprendeva sempre 3 bersagli principali, ma anche bersagli d'opportunità (per esempio, carri armati Leopard), in volo a 900 kmh a 450-500 m, con una durata di circa 90 minuti. Ogni settimana c'erano gare con bersagli segreti ai piloti, per valutare la loro abilità e i loro limiti. .