Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 7: differenze tra le versioni

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Nuova pagina: {{Forze armate mondiali}} ===A.109=== Il programma per questo elicottero nacque negli anni '60, tanto che il primo volo giunse già il 4 agosto del 1971. Lo sviluppo continuò per d...
 
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Un certo mistero è quello riguardante l'HIRNS. Le prime macchine consegnate lo avevano a bordo, in particolare il prototipo P.3, come anche i primi 5 consegnati all'ALE nell'autunno 1990. Ma il primo lotto successivo, al posto di questo sistema aveva solo un contrappeso, e questo vale anche per gli apparecchi inviati in Somalia, tanto che non erano abilitati per il volo notturno. Come si vedono dalle foto, questi elicotteri sono ancora in una configurazione (o meglio lo erano) diurna, senza sistema FLIR di navigazione. Nel maggio 1993 erano in servizio 4 A.129 del secondo lotto (che seguivano i 15 del primo), e si riteneva di produrne 11 entro l'anno. Il suddetto FLIR sarebbe stato retrofittato in seguito, mentre il secondo lotto avrebbe avuto cruscotto compatibile con gli NVG, nuovo FLIR Loral con angolo di 40 gradi. Oltre alla mancanza del FLIR c'era da ovviare anche al sistema anti-IR con i soppressori appositi (che pare non avessero mostrato una perdita di potenza) e al sistema di allarme laser. La strumentazione di bordo era piuttosto convenzionale (obsolescente) nei cockpit, e in seguito sarebbe stato necessario d'aggiornarla, per esempio con un secondo schermo multifunzione.
 
====Battesimo del fuoco<ref>Valpolini, Paolo:''L'esperienza di IBIS, P&D N.102/Agosto 1993 pagg. 18-25</ref>===
Gli elicotteri Mangusta sono sopratutto arrivati alla fine della guerra Fredda, un pò troppo tardi per quegli scenari da Guerra fredda che si sono dissolti alla fine degli anni '80. Per ironia della sorte sono stati consegnati nel 1990, quando è finito il confronto con il Patto di Varsavia. Così per ironia della sorte, il primo impiego in combattimento è avvenuto niente di meno che in Somalia, niente male rispetto al fatto che s'immaginasse piuttosto alla soglia di Gorizia. 3 elicotteri vennero rischierati in zona, il 915, 917 e 919 nell'ambito dell'operazione Ibis (coeva della Restor Hope americana, a cui gli italiani andarono al traino). Uno di questi, il 919 stava appoggiando l'Operazione 'Canguro 1' (la prima grande azione per il rintracciamento e la confisca di armi) quando il 13 gennaio venne colpito da un proiettile di piccolo calibro che non fece danni seri, ma attraversò tutta la sezione della coda. Il battesimo del fuoco vero e proprio arrivò dopo, sopratutto durante la battaglia del pastificio, nel luglio dello stesso anno. E così, per ironia della sorte, l'impiego del sofisticato sistema d'arma è avvenuto per la prima volta centrando con un TOW una camionetta VM-90 catturata dai guerriglieri somali, che a causa dell'esplosione del C4 a bordo andò totalmente distrutta, uccidendone gli occupanti (una decina). Nessun T-72 nel mirino, insomma. Durante i primi 3 mesi e mezzo i Mangusta dimostrarono un'efficienza buona (non eccezionale) di oltre l'80%, e volarono 350 missioni per 233 ore. Questi elicotteri, inquadrati nel contingente ITALHELY, avevano solo 3 equipaggi e un pilota di riserva, con 4 specialisti e 2 armieri, tutti provenienti dal CALE, dal 49 Gr. Sqn e dal 1° RRALE di Bracciano. Un motore è stato sostituito in questo periodo, la sabbia è stata un problema da curare intensamente nelle ispezioni giornaliere e in quelle delle 25 ore di volo, e le operazioni su terra battuta hanno messo alla prova, tutto sommato positiva, i filtri antisabbia. L'impianto di condizionamento funzionava bene (la stessa cosa non si poteva dire di quello delle Centauro, privo di un sistema di ricarica rapida), ma l'attività di volo, per quanto importante, non è andata, a conti fatti, oltre una media di una missione per velivolo ogni giorno, con un tempo di volo di circa 40 minuti. Insomma, non un'attività frenetica. La manutenzione, all'aperto, non era certo piacevole o facile con le temperature e la sabbia, senza nemmeno un riparo contro il sole. Meno male che si tratta di un elicottero con ridotte necessità di supporti a terra, ma certo che la missione è stata organizzata in maniera fin troppo 'spartana'. Il sistema di navigazione funzionava bene, ma era integrato per ridondanza con un GPS commerciale. Gli elicotteri provenivano in due casi dal 49imo e uno dal CALE.