Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest: differenze tra le versioni

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Inizialmente l'aviazione tedesca ebbe, a partire dal 1955, oltre 300 F-86, circa 80 F-86K, 450 F-84F e 108 RF-84F che ne fecero la principale forza aerea NATO in Europa continentale.
 
La sua potenza continuò ad essere mantenuta ai massimi livelli con:

*decine di batterie SAM Nike-Hercules (140 km di gittata e capacità nucleare)
*950 [[w:F-104|F-104G]], disponibili ai reparti dal 1961 alla metà anni '80 (chiaramente non tutti insieme, anche perché oltre 250 andarono persi in incidenti)
*344 G.91R3+ altre versioni minori, dal 1962 alla fine anni '70
*88 RF-4E in linea dal 1970 circa (2 Stormi) e 175 [[w:F-4|F-4]]F in servizio dal 1972 su quattro Stormi (aggiornati una prima volta attorno al 1980, mentre lo standard ICE venne implementato nel corso degli anni '90 su 110 aerei). Gli RF-4E vennero dotati di bombe fin dai primi anni '80, ma tale capacità venne rimossa alla fine del decennio.
*Gli Alpha Jet A, usati come rimpiazzo dei G.91R, vennero comprati in 175 macchine dalla fine anni '70. Questa sottoversione era molto meglio equipaggiata degli addestratori standard, e infatti gli Alpha Jet A sono stati usati con stormi d'attacco leggero.
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Altri aggiornamenti -non relativi direttamente agli aerei- visti dopo il 1984: l'introduzione massiccia di missili Roland 2 per la difesa delle basi (96 sistemi) a integrazione dei cannoni da 20 mm. I MIM-104 Patriot, i nuovi missili a lungo raggio, utilizzati al posto dei Nike con un primo ordine per 14 batterie e 776 missili. In totale era previsto -al 1990, quando la prima batteria era da poco entrata in servizio-, di ricevere ben 36 batterie missilistiche, con altre 22 (1508 missili) 'in prestito' dall'US. Army (delle quali dopo 10 anni era previsto che 14 passassero definitivamente alla Germania). Altri aggiornamenti erano dedicati ai missili HAWK, aggiornati allo standard PIP II con sistema optronico alternativo e migliorie nell'elettronica di scoperta. I missili Pershing IA, invece, non hanno avuto i previsti successori 1B o II e sono stati radiati a seguito degli accordi USA-URSS sui missili tattici con oltre 500 km di raggio.
 
===La 10a Panzerdivision, al 2007<ref>Barone, Enrico: ''La 10a Panzerdivision della Bundeswher'', RID Agosto 2007 pagg.77-81</ref>===
Quest'unità è paradigmatica dell'evoluzione della Bundeswher, che dal 2001 ha avuto un cambiamento notevole, perdendo buona parte della sua componente corazzata pesante, retaggio della Guerra fredda, per diventare uno strumento più flessibile e, sopratutto, dispiegabile oltremare. Attualmente l'Esercito tedesco è impegnato in missioni estere dispiegando considerevoli contingenti in Kosovo, Afghanistan, Bosnia e altre zone 'calde'. L'inizio delle missioni estere tedesche non è remoto nel tempo. La Germania per decenni ha dovuto anzitutto pensare al confronto diretto con il Patto di Varsavia (anzi, era praticamente sia da una parte che dall'altra del fronte), occupata dagli eserciti Alleati, potenza economica ma di fatto politicamente asservita ai propri 'padrini' e con una politica fortemente 'pacifista'. Dopo la riunificazione, fin troppo affrettata col senno di poi, la Germania si è ritrovata enormi problemi da gestire, tra cui l'esubero del personale delle sue F.A., che è stato ridotto progressivamente, mentre i carri armati Leopard ex- Bundeswher sono diventati, grazie all'effetto 'cascata', dei best seller (differentemente da tante altre nazioni, prive di carri di ultima generazione o con un numero modesto di questi in servizio, i tedeschi potevano disporne di un numero dell'ordine delle migliaia) nel settore, già solidamente occupato dai costosi ma efficienti mezzi corazzati tedeschi.
 
Quanto al personale, questo è stato ridotto ma la leva, per vari motivi, non è stata mai abolita (del resto anche in Italia ha retto fino al 2004). Il personale mandato all'estero è comunque esclusivamente composto da volontari. Quanto alle missioni, la Germania ha cominciato con la Bosnia Erzegovina, schierando solo reparti logistici, per poi impegnarsi a fondo dopo la guerra del Kosovo (i Balcani indubbiamente rappresentano una 'memoria storica' piuttosto imbarazzante per i Tedeschi, l'ultima volta che i panzer arrivarono in zona occuparono manu militari due nazioni sovrane, a cui seguì una feroce occupazione nazi-fascista).
 
Da allora gli indugi e le resistenze, nel bene e nel male, sono stati superati. Oggi la Germania fa parte di ISAF (Afghanistan), EUFOR (Bosnia), e di Enduring Freedom in Oman. Così si è presa la sua parte del carico che adesso viene chiesto alle F.A. mondiali, quello di combattere il terrorismo e l'instabilità politica, necessità del tutto diverse da quelle della vecchia Guerra fredda, con enormi schieramenti di uomini e mezzi oltre confine.
 
La 10a Panzerdivision è, assieme alla 13a Meccanizzata di Lipsia, parte delle 'Forze di stabilizzazione', che sono quanto disponibile nella Bundeswher accanto a quelle chiamate 'Forze speciali' , che sono di combattimento vere e proprie. Queste due divisioni, invece, sono destinate alla 'proiezione' in Paesi stranieri, per quanto possa sembrare strano dato che sulla carta sarebbero unità di seconda linea. E invece, di fatto fanno parte della prima scelta per le missioni in cui si combatte davvero, mentre il suolo tedesco non ha praticamente nessuna minaccia da fronteggiare ai propri confini, a parte l'immigrazione clandestina. Per questi motivi, la 10a Panzer di Sigmaringen, ha subito un processo di 'snellimento' formidabile in pochi anni, e ha partecipato nel 2005 sia alle missioni balcaniche che in Afghanistan. Essa aveva, fino a non molti anni fa, un organico realmente mostruoso di ben 32.000 effettivi, anche perché ha 'digerito' l'intera 1a Divisione da montagna, l'unica dell'esercito tedesco, con due brigate di Gebirgjaeger. Entro il 2008 avrebbe assunto la sua connotazione effettiva, scendendo leggermente sotto ai 12. 000 effettivi. Ma come si è arrivati a questa unità 'definitiva'? La sua nascita avvenne nel 1959, con il compito di combattere eventuali invasioni nella pianeggante regione bavarese, dove le due brigate corazzate vennero dislocate. In effetti questa divisione faceva parte delle forze della Riserva, e non era un'unità attiva in tempo di pace. Poi però, proprio dopo il 1991 e quindi la fine della Guerra fredda, venne attivata, ssorbì il V Comando territoriale e poi la 1a Divisione di cui sopra.
 
Nel 2007, in attesa di completare la ristrutturazione, era costituita dalle brigate seguenti: la 30a Panzergranadierenbrigate di Ellwagen, la 23a Gerbisjaegerbrigade di Bad Reichenhall, ela 12a Panzerbrigade di Amberg. Insomma, una brigata di fanti meccanizzati, una di alpini e una di corazzati, almeno sulla carta: in pratica, una brigata di fanteria meccanizzata, una di fanteria leggera e una di fanteria meccanizzata nominalmente chiamata 'corazzata'. Il fatto è che i carri armati sono stati in larga misura radiati dai reparti, profondamente ristrutturati, e anzi, la 30a brigata sarebbe stata sostituita dalla 12a come principale reparto corazzato della divisione, nonostante che quest'ultima sia stata accorpata alla 10a Panzerdivision solo nel 2006. Dislocata in 4 regioni tedesche, di cui la Baviera è solo una, oramai è slegata dai canoni della Guerra fredda, per i quali sarebbe stata chiaramente troppo leggera e certo indegna di essere chiamata 'corazzata' (con una brigata fanti meccanizzati e una fanti leggeri). Quanto alle sue unità:
 
La 30a brigata aveva due battaglioni meccanizzati, il 294 e 352, su 4 compagnie fanti e una mortai l'uno, e il 363° carri su due cp carri, una terza di riservisti e il 345° btg di artiglieria semovente, unico superstite nel 2007 assieme al 294°. Dei due gruppi d'artiglieria, il 345° e il 225° (per la 23a) erano assegnati alle brigate disponibili ma con organici molto diversi: il primo aveva btr comando, 1 di acquisizione obiettivi, 2 a pieni organici e una di riserva, il secondo aveva una sola batteria di artiglieria a pieni organici e le altre 4 da completare con i riservisti. Il primo aveva 24 PzH-2000 e il secondo, fino a metà 2007 gli M09A3G2, storici semoventi più volte ammodernati, che hanno partecipato alle ultime esercitazioni nel maggio dell'anno e poi sono stati ritirati di lì a poco, entro il 1° luglio. Questa scomparsa non è stata rimpiazzata direttamente: la componente d'artiglieria a livello di brigata è stata sciolta, sostituita dalla compagnia 'pesante' come pedina di fuoco, e solo per la brigata alpini (mortai da 120 mm). Di fatto, l'esercito tedesco ha annullato la politica di unità rigidamente organizzate, formandole con i reparti di cui v'é necessità. In tutto dovrebbero essere 245 gli addetti al comando divisionale, 5.728 quelli della 12a Panzerbrigade e ben 6.893 quelli della 23ima da montagna, quest'ultima suddivisa nei battaglioni 231, 232, 233, il 5° e 230° da ricognizione, l'8° batg del genio, 210° trasmissioni e 8° logistico.
 
Nel caso della 12a invece vi sono 7 battaglioni: 112 e un'unità similare meccanizzati su 5 compagnie (comando, servizi, 3 arma base da 141 effettivi); il 104imo Panzer (3 cp carri, una comando, una riservisti); l'8° da ricognizione, il 4° genio. 4° logistico, e il 4° trasmissioni (unità omonime che rischiano di fare confusione dal punto di vista numerico). I mezzi di questa unità sono i carri Leopard 2 per gli interventi più pesanti e di combattimento diretto, i Marder per la fanteria e i Fuchs da ricognizione. Dal 2010 dovrebbero arrivare i primi Puma cinglati, di cui il dimostratore e 5 prototipi risultano realizzati con un contratto da 386 mln di euro, e a cui dovrebbero seguire altri 405 esemplari di serie, mentre i validi ma vecchi Fuchs verranno sostituiti dai Boxer 8x8. I battaglioni di questa unità hanno perso l'appoggio dell'artiglieria, ma anche quello della cp mortai, in questo caso perché fatti 'cadere' direttamente a livello delle compagnie stesse.
 
Per addestrare i soldati della 10a esiste un poligono enorme, ad Heuberg, di circa 150 km2 di estensione, attrezzato con 4 stazioni attrezzate, che forniscono un addestramento per il personale, sopratutto quello impiegato all'estero: vi sono orari diurni e notturni per rendere realistica la situazione dei 'peacekeepers-peace enforcers' in missione; si utilizza materiale ex-DDR per familiarizzare la conoscenza dei possibili avversari, check-point simulati, campi minati pure simulati, lingua inglese per le comunicazioni a livello superiore etc. Alla fine del corso gli allievi sono pronti per per l'impiego in qualche vallata dei Balcani, dell'Afghanistan o dovunque sia ritenuto opportuno mandarli in missione.
 
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===Anni '90===