Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 4: differenze tra le versioni
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===Fucilieri di Marina===
Il Reggimento San Marco è un'unità militare di fucilieri di marina in forza alla Marina Militare Italiana. Costituisce, insieme al reggimento Lagunari "Serenissima", in forza all'Esercito Italiano, la componente anfibia delle Forze Armate Italiane.
Per la loro divisa e le tipologie di impiego, questo reparto potrebbe essere erroneamente definito in forza all'Esercito: in realtà il Battaglione San Marco non ha mai fatto parte dell'Esercito ed è appunto una delle più gloriose unità della Marina Militare oggi e lo fu della Regia Marina. Per ruolo e tipologia di impiego, sono paragonabili ai più celebri marines statunitensi con i quali condividono l'addestramento (a Quantico Base, Virginia) e l'equipaggiamento; il loro motto fu adottato anche dai Royal Marines.
Nel corso dei decenni gli uomini del San Marco sono stati di volta in volta organizzati come Battaglione, Reggimento o Brigata.
Oggi fa parte dalla Forza da sbarco della Marina Militare, insieme al Reggimento Carlotto, con cui condivide buona parte della storia.
Le origini dell'unità risalgono al 1713, quando Vittorio Amedeo II, duca di Savoia e neo-insediatosi re di Sicilia, istituì il Reggimento La Marina, un reparto composto da marinai della Squadra Navale, e questo reparto per primo entrò in Sicilia, per consegnare la regione al nuovo Re dopo che questi l'aveva ottenuta come regno dalla Spagna, a titolo di conquista, con la firma del trattato di Utrecht. Seguirono molte imprese militari per tutto il Risorgimento, fino a che questo reparto venne sciolo nel 1878 per volere del generale Benedetto Brin, ma reparti da sbarco vennero costituiti sulle navi principali e usati in varie occasioni, tra cui la prima vera missione 'internazionale' dell'epoca, la difesa delle Ambasciate durante la Rivolta dei Boxers, nel 1900. I Marò combatterono anche nella I GM con la 'Brigata Marina', seguirono vicissitudini varie come, dopo Caporetto, la difesa della città di Venezia sotto forma di un reggimento su tre, poi 4 battaglioni. Nel dopoguerra venne ricostituita come unità militare ufficiale, ricevendo la bandiera con il leone alato dal sindaco di Venezia. Nella Seconda guerra mondiale combattè sopratutto in Nord Africa con 7 battaglioni, poi si unì alla guerra di Liberazione, ma non nella sua totalità, alcuni reparti infatti andarono a combattere per la RSI. Alla fine della guerra il Reggimento era stato protagonista dell'entrata a Venezia, come onore per il suo servizio bellico. Nell'immediato dopoguerra, dal 1951, i Fucilieri di Marina vennero riuniti ai Lagunari nell'unita interforze esercito marina denominata Settore Forze Lagunari, e stanziati a Villa Vicentina, presso Udine. Il Settore Forze Lagunari era composto da due battaglioni, il Piave e il Marghera: i "marò" del San Marco costituivano la compagnia anfibia, i lagunari dell'esercito la compagnia autoportata.
Nel novembre dello stesso anno l'unita fu di nuovo in prima linea, questa volta in una missione di pace: gli uomini del San Marco furono i tra primi a prestare soccorso agli alluvionati del Polesine.
Nel 1956 il Battaglione venne sciolto. La componente dell'esercito che costituiva il Battaglione a partire dal 1° luglio 1957 venne riorganizzata nel Battaglione Isonzo, un'unità meccanizzata (di cui un gruppo su tre anfibio) unita dopo soli due mesi nel Raggruppamento Lagunare con i battaglioni anfibi Marghera e Piave. Dal primo luglio dell'anno successivo il raggruppamento divenne Reparto Lagunare Appoggio, gettando le basi per la prossima costituzione del Reggimento Lagunari Serenissima.
I vertici della Marina decisero di ricostituire il San Marco come battaglione nel 1964. La base venne trasferita a Taranto, presso i Baraccamenti Cugini; dal 1972 fu spostata nel castello di Brindisi, all'interno della Stazione Navale, venendo raggruppato con la IIIª Divisione Navale insieme a tutte le altre unità anfibie della Marina.
Nel 1982 il battaglione fu mandato in missione all'estero, in Libano, in missione di pace per proteggere i profughi palestinesi, perdendo in azione un operativo, Filippo Montesi.
Nel 1987 il San Marco fu presente nel Golfo Persico. Il conflitto Iran-Iraq si era esteso alle rotte commerciali del Golfo, arrivando a minacciare gli interessi commerciali dei paesi occidentali. Gli Iraniani accusarono Arabia Saudita e Stati Uniti di supportare militarmente l'Iraq, e cominciarono a colpire le navi occidentali in transito. L'Italia inizialmente non partecipò alla forza multinazionale ONU, salvo poi essere spinta ad intervenire il 3 agosto successivo dopo l'assalto iraniano alla una nave italiana Jolly Rubino.
Il 1991 vide il battaglione impegnato in ruoli di supporto nella guerra del Golfo, mentre nei due anni successivi fu presente in Somalia nella fallimentare operazione congiunta Restore Hope. Oltre a queste missioni, il San Marco è stato presente in Kosovo, Albania e in Eritrea come deterrente durante la guerra con l'Etiopia.
A partire dal 16 settembre 1996 il contingente è entrato a far parte della SILF (Spanish Italian Landing Force), una forza da sbarco congiunta ispano-italiana, attivata il 23 novembre successivo e destinata ad operare nei teatri di combattimento internazionali per conto della NATO.
Il SILF è strutturato in forma di Brigata Anfibia, composta da due reggimenti di manovra, da artiglierie e armi di supporto anticarro ed antiaeree, ricognitori e demolitori, genieri, elicotteri e supporto aereo, IFV e mezzi da combattimento o assalto.
Dal 1° ottobre 1999 il reggimento è stato riorganizzato in forma di Brigata come "Forza da sbarco della Marina Militare", suddiviso in Reggimento San Marco, Reggimento Carlotto e in un Gruppo Mezzi da Sbarco.
La Forza da Sbarco, forte di 2100 uomini, è al comando di un contrammiraglio: il San Marco e il Carlotto sono a loro volta comandati da un capitano di vascello ognuno.
Negli anni a seguito del 2000, la forza da sbarco ha partecipato a stretta collaborazione con l'Esercito Italiano nelle missioni in Afghanistan ed in Iraq, e non ultima come entry force (in collaborazione con il Reggimento Lagunari dell'Esercito) in Libano nella missione a mandato ONU Unifil 2.
Il San Marco è un'unità altamente preparata, attrezzata e organizzata. Dal 1991 è stanziato a Brindisi in una caserma intitolata a Ermanno Carlotto, l'eroe dell'impresa cinese, costruita appositamente in contrada Brancasi. Nella caserma oltre alla sede dei Fucilieri di Marina si trova il centro di addestramento dello SDI, il Servizio Difesa Installazioni; la caserma è dotata di un'area di addestramento presso l'Isola di Pedagne, vicino a Brindisi.
In virtù della molteplicità di competenze raccolte nel reggimento, è in grado di operare con autonomia in combattimento, sia in missioni di combattimento che nelle moderne missioni di peacekeeping.
Il reggimento è oggi dotato di tre navi da assalto anfibio LPD costruiti appositamente per il San Marco da Fincantieri: le due navi classe San Giorgio: la San Giorgio e la San Marco e la migliorata e potenziata San Giusto (L 9894). Ogni nave può portare un intero battaglione di 300 uomini e 36 veicoli corazzati ed è inoltre dotata di una pista di atterraggio capace di ospitare tre velivoli.
Fino al 1988 il compito era svolto da due obsolete navi di costruzione USA, la Grado e la Caorle, acquisite nel 1972, e prima ancora da due unità, sempre di origine statunitense, Etna ed Anteo, acquisite nel 1962 che avevano affiancato le vecchie unità della Classe Stromboli e che nel loro compito erano state a sua volta affiancale dalla Bafile altra unità proveniente dalla US Navy.
A poppa, le San Giorgio ospitano un bacino allagabile, che immette direttamente sul mare e consente lo sbarco rapido dei veicoli anfibi.
Per il supporto aereo il reggimento è dotato di elicotteri Sikorsky SH3D Sea King e Agusta-Bell AB 212, raggruppati nel Nucleo Lotta Anfibia del 4° Gruppo Elicotteri, situato nella Stazione Aeromobili di Grottaglie.
Il supporto meccanizzato è fornito da corazzati anfibi AAV-7A1 e da veicoli da combattimento VCC-1, oltre che da altri veicoli leggeri.
Molti soldati del Reggimento San Marco possiedono anche il brevetto di Ardito Incursore e collaborano talvolta con gli operatori del COMSUBIN.
Struttura COMFORSBARC. Forza da Sbarco della Marina Militare
*Reggimento San Marco
*Reparto Comando
*Battaglione Assalto Grado
Battaglione Logistico da Combattimento Golametto
Compagnia Operazioni Navali
Compagnia Operazioni Speciali Bafile
Reggimento Carlotto
Comando
Reparto Amministrativo
Battaglione Logistico Cortellazzo
Battaglione Scuole Caorle
Gruppo Mezzi da Sbarco
Nucleo Mezzi da Sbarco
Nucleo Organizzazione Spiaggia
La pedina operativa della Forza da Sbarco è il Reggimento San Marco, le sue unità sono così costituite:
Reparto Comando, formato da il comando di reggimento, compagnia C4 e diversi nuclei FAC.
Battaglione Assalto Grado, pedina da combattimento della Forza da Sbarco, è organizzato su un comando, plotone radio, plotone pionieri/EOD, tre compagnie assalto (ognuna con plotone comando, tre plotoni assalto e un plotone controcarro) e una compagnia armi (con plotone comando, due plotoni mortai medi, plotone mortai pesanti e plotone missili).
Battaglione Logistico da Combattimento Golametto, strutturato su comando, compagnia logistica, compagnia trasporti, e compagnia sanità. Provvede al sostegno logistico del battaglione Grado, e fornisce gli autisti dei vari mezzi blindati in dotazione alla forza da sbarco.
Il Reggimento Carlotto è invece la pedina logistica della Forza da Sbarco. Il Battaglione Scuole Caorle si occupa della formazione di tutto il personale destinato alla Forza da Sbarco e non, mentre il Battaglione Logistico Cortellazzo si occupa delle infrastrutture della base a Brancasi, e della manutenzione di tutti i veicoli e tutti gli apparati in dotazione alla Forza da Sbarco.
Il San Marco è una unità professionale e costituisce la forza da sbarco italiana. Sebbene recentemente non sia stato necessario svolgere operazioni per i quali il San Marco è addestrato, il Reggimento opera normalmente nei seguenti teatri operativi come testimoniato dalle operazioni effettuate:
- Litoranei costieri, forza anfibia (Libano)
- Montagna, territori montuosi (Kosovo, addestramento nel Nevada (USA))
- Territori particolarmente freddi, montagna
- Deserto o territori aridi (Afghanistan, Iraq)
- Territori anfibi, giungla (addestramento in Africa Centrale)
Il Reggimento San Marco è l'unico reparto italiano ed uno dei pochi reparti europei a poter condurre simultaneamente ed indipendentemente (senza l'intervento di altri reparti) azioni via mare (come lo sbarco), via terra (come attacchi di artiglieria) e via aerea (da truppe elitrasportate o grazie ad esempio agli elicotteri in dotazione).
L'addestramento
Gli operativi del San Marco sono scelti tra i Volontari in Ferma Breve della scuola sottufficiali della Marina Militare di Taranto.
Dopo un periodo di incorporamento di due settimane, vi è un primo corso di 4/5 settimane per la selezione degli idonei, che vengono inviati alla caserma Carlotto per il corso gestito dal Battaglione Scuole Caorle.
L'addestramento prevede una prima fase di otto settimane per l'addestramento fisico, e una seconda di 12 settimane che comprende i corsi tecnici. In questa seconda fase i soldati vengono addestrati alle varie specializzazioni (mortaista, missilista, assaltatore e pioniere).
I soldati idonei prima di poter essere mandati in azione devono partecipare a due esercitazioni su scala nazionale o NATO.
Gli ufficiali sono reclutati dai Corsi Normali dell'Accademia Navale: dopo il triennio di base, gli idonei vengono inviati a Brindisi per un anno ultimando la preparazione per un ulteriore anno negli USA, a Quantico Marines Base (Virginia) con gli US Marines ed i Royal Marines.
L'addestramento degli ufficiali e dei sottufficiali, in Italia e negli USA, è uno dei più duri tra le forze armate italiane e sicuramente il più arduo di tutti i corpi armati ad eccezione di alcune unità di incursori.
Le tattiche
Gli assalti anfibi hanno subito una notevole evoluzione negli ultimi decenni, per via dei miglioramenti dei sistemi offensivi e difensivi.
La prima fase di un attacco prevede l'intervento di squadre DOA e RECON, rispettivamente Demolitori Ostacoli Antisbarco e Ricognitori. Questi specialisti vengono portati in zona di operazioni in modo segreto, con gommoni o elicotteri, e svolgono una prima analisi del teatro di operazioni.
Le squadre RECON forniscono al comando informazioni sull'area, mentre i DOA procedono al sabotaggio delle postazioni nemiche più pericolose. In seguito predispongono la bonifica di eventuali ostacoli antisbarco o mine, tramite esplosivi ("controcariche").
Una volta preparata la bonifica dell'area, le navi della forza di sbarco aprono il fuoco, coadiuvate dai velivoli, e i genieri fanno detonare le cariche piazzate sugli ostacoli e sulle difese. Intanto dalle San Giorgio i mezzi anfibi vengono lanciati verso la costa, attraverso il canale di sbarco aperto dai DOA.
Rispetto al passato, oggi le operazioni di sbarco si svolgono ad alta velocità, per evitare perdite dovute al lento stazionamento in mare aperto; tramite motobarche veloci si portano a terra le squadre, composte da otto uomini ognuna.
Dopo la prima ondata di fanteria anfibia, vengono sbarcati i veicoli d'assalto anfibi, che concludono la presa della testa di ponte, ed in seguito si sbarcano i corazzati pesanti e i cingolati (VCC-1) tramite mezzi da sbarco. Per ultimi vengono sbarcati i mezzi su ruote e l'equipaggiamento per consolidare le difese.
Riorganizzazione logistica
A partire dal 16 settembre 1996 il contingente è entrato a far parte della SILF (Spanish Italian Landing Force), una forza da sbarco congiunta ispano-italiana, attivata il 23 novembre successivo e destinata ad operare nei teatri di combattimento internazionali per conto della NATO.
Il SILF è strutturato in forma di Brigata Anfibia, composta da due reggimenti di manovra, da artiglierie e armi di supporto anticarro ed antiaeree, ricognitori e demolitori, genieri, elicotteri e supporto aereo, IFV e mezzi da combattimento o assalto.
Dal 1° ottobre 1999 il reggimento è stato riorganizzato in forma di Brigata come "Forza da sbarco della Marina Militare", suddiviso in Reggimento San Marco, Reggimento Carlotto e in un Gruppo Mezzi da Sbarco.
La Forza da Sbarco, forte di 2100 uomini, è al comando di un contrammiraglio: il San Marco e il Carlotto sono a loro volta comandati da un capitano di vascello ognuno.
Il Reggimento San Marco costituisce una forza di assalto anfibio con capacità di proiezione e combattimento sulla terraferma, mentre il Reggimento Carlotto svolge ruoli più prettamente formativo-tecnico-logistici, curandosi degli approvvigionamenti e della manutenzione dei veicoli.
Il Gruppo Mezzi da Sbarco invece gestisce le unità navali minori e le veloci motonavi da sbarco: il Gruppo è al comando di un capitano di fregata.
Oggi i compiti dell'unità riguardano principalmente ruoli che prevedono la presenza in luoghi "caldi" a fini di deterrente, le operazioni di mantenimento della pace, l'evacuazione di civili da aree di crisi e il recupero di materiali oltre all'assistenza umanitaria e ai ruoli di soccorso in caso di calamità naturali.
Armamento
Beretta 92FS (pistola semiautomatica 9 Parabellum)
Beretta AR 70/90 (fucile d'assalto 5.56mm)
Heckler & Koch MP5A3 (pistola mitragliatrice 9 Parabellum)
FN Minimi (mitragliatrice di squadra 5.56mm)
MG 42/59 (mitragliatrice di squadra 7.62mm)
M-2HB Browning (mitragliatrice pesante 12.7mm)
Instalaza C-90 (lanciarazzi usa e getta)
Panzerfaust 3 (lanciarazzi)
Milan (sistema c/c a media gittata)
BGM-71 TOW2 (sistema c/c a lunga gittata)
FIM-92 Stinger (sistema antiaereo)
Heckler & Koch MSG-90 (fucile di precisione 7.62mm)
Accuracy International AWS / AWP (fucile di precisione 7.62mm)
Barret M-85 (fucile di precisione antimateriali 12.7mm)
McMillan M-87 (fucile di precisione antimateriali 12.7mm)
Mortaio Breda 81mm (mortaio 81mm)
Mortaio Thomson 120-RT (mortaio rigato 120mm)
Corazzati
VCC-1 / VCC-2
M-106
AAV-7A1
VM-90
Iveco VTLM Lince
Astra SM 44.31 ACTL
Aviazione
Sikorsky SH3D Sea King
Agusta-Bell AB 212
AgustaWestland EH-101 ASH / TTH
LPD Classe San Giorgio
Comando subacquei ed incursori
COMSUBIN
Comandanti
Comandante corrente Contrammiraglio Donato Marzano
Capo cerimoniale
Colonnello del reggimento
Comandanti degni di nota
Simboli
Simbolo
Simbolo
Simbolo
Progetto:Guerra
Il Comando subacquei ed incursori (conosciuto anche con l'acronimo di COMSUBIN), il cui nome ufficiale è Raggruppamento subacquei ed incursori "Teseo Tesei", è il Raggruppamento della Marina Militare incaricato di svolgere le operazioni di guerra non convenzionale in ambiente acquatico.
Assieme al reggimento "Col Moschin" dell'Esercito, al "GIS" dei Carabinieri ed alle nuove forze speciali dell'Aeronautica (Incursori e Fucilieri dell'Aria) costituiscono le forze speciali italiane. Le unità militari con qualifica di ranger sono considerate più come "forze d'élite" che "forze speciali" per il loro uso più tradizionale.
Gli incursori navali italiani sono fra i corpi armati più famosi e hanno ispirato molte delle unità simili nelle altre nazioni (compresi gli SBS inglesi ed i SEALs statunitensi, nati molti anni dopo).
Il personale è interamente professionista e l'addestramento è molto difficile, in modo da garantire elevati standard operativi. Attualmente le unità italiane sono considerate fra le migliori del mondo.
Indice [nascondi]
1 Origini
2 Oggi
3 Armi ed equipaggiamenti
4 Voci correlate
5 Collegamenti esterni
Origini [modifica]
La formazione di gruppi di incursione subacquea si ebbe con la prima guerra mondiale: utilizzando mezzi come i MAS gli uomini della Regia Marina portarono a segno numerose azioni contro la flotta austro-ungarica infliggendo pesanti perdite al nemico in azioni sensazionali come la storica impresa di Premuda.
L’origine del COMSUBIN va tuttavia ricondotta specificamente agli anni trenta, con l’impiego sperimentale – oltre ai già rammentati MAS – di mezzi d'assalto speciali. Fino al 1° luglio 1939, però, non era stato costituito un reparto organico ad hoc. In tale data, alla Spezia, nacque la I Flottiglia MAS.
Il raggruppamento di incursori, che nel 1941 fu rinominato X Flottiglia MAS, ottenne notevoli successi in azioni che tuttora sono studiate dalle forze speciali di tutto il mondo, in particolare riuscendo ad infiltrarsi nelle munitissime basi avversarie site in Suda, Gibilterra, Alessandria d'Egitto. L’unità è anche legata al ricordo di Teseo Tesei, un ufficiale caduto in combattimento insieme a diversi compagni durante una missione nel porto di Malta nel luglio del 1941, mentre cercava su un siluro a lenta corsa di far saltare una ostruzione di ingresso; per quella azione Tesei ottenne la medaglia d'oro alla memoria, lasciando inoltre in dote al reparto gli studi e le realizzazioni nel campo dei materiali e degli armamenti per operazioni speciali. Nel corso del secondo conflitto mondiale gli incursori utilizzarono soprattutto i siluri a lenta corsa, detti anche "maiali", ed i barchini esplosivi, armamenti dei quali i britannici si affrettarono, a loro volta, a dotarsi a seguito delle azioni italiane.
Dopo l'8 settembre il gruppo militare fu sciolto e parte del personale dello stesso confluì nel neonato corpo denominato Mariassalto (comandante: Ernesto Forza) proseguendo la guerra al fianco degli alleati. Al contempo, però, presso la Repubblica Sociale Italiana, e sotto il “vecchio” nome di X Flottiglia MAS, (comandante: il principe Junio Valerio Borghese), altri elementi del reparto incursori della Marina continuarono a battersi sotto la bandiera della Repubblica di Salò o R.S.I. Nel dopoguerra i reparti (le cui capacità di sabotaggio erano espressamente vietate dal Trattato di pace di Parigi del 1947) furono riorganizzati semiclandestinamente all’attuale sede del Varignano (La Spezia), originariamente con la costituzione di Maricentrosub, da cui sorsero il Gruppo Gamma (1950) ed i Nuclei SDAI (Sminamento, Difesa, Antimezzi Insidiosi).
Un gruppo di Arditi Incursori nel 1952Diventarono strutture ufficiali della Marina Militare nel 1952 (dopo la revoca dei vincoli del Trattato) con la costituzione, sotto il comando del tenente di vascello Massarini, del "Gruppo Arditi Incursori" , successivamente ridenominato MARICENT.ARD.IN i cui membri, oltre alle operazioni in mare, venivano addestrati al combattimento in montagna ed alle attività aviolancistiche per consentire all'unità una preparazione in tutti gli scenari di combattimento. Alcuni operatori del reparto venivano inviati a frequentare corsi specialistici negli Stati Uniti d'America, in Francia e nel Regno Unito presso reparti analoghi. Il 15 febbraio 1960 fu ufficialmente costituito il Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei”, denominato appunto COMSUBIN.
COMSUBIN in parata
Oggi [modifica]
Il Comsubin comprende due reparti combattenti: il GOI ed il GOS.
il GOI, Gruppo operativo incursori, è l'unità di attacco. Le attività attuali comprendono tutte le tecniche di attacco in mare, l'abbordaggio di navi, la posa di mine, le infiltrazioni e le esfiltrazioni di personale. Fino alla creazione dei GIS e NOCS, il Comsubin era l'unica unità italiana addestrata alla liberazione di ostaggi.
il GOS, Gruppo operativo subacqueo, è l'unità di palombari e sommozzatori specializzata nella bonifica dalle mine, nella bonifica dai vari ordigni trovati in mare (ad esempio bombe d'aereo inesplose, munizioni, navi cariche di esplosivo, eccetera) e nel soccorso dei sommergibili e sottomarini. È il punto di riferimento italiano per la dottrina e le attrezzature delle immersioni. L'unità è nata nel 1954 dalla riorganizzazione di strutture precedenti. La prima scuola palombari italiana nacque a Genova nel 1849. Il GOS è stato utilizzato anche per attività di protezione civile quali il recupero di un automezzo inabissato in un lago.
Il personale del Comsubin ha partecipato ed è presente nella gran parte delle missioni estere delle nostre forze armate. La sede del Comando è nel promontorio del Varignano in provincia della Spezia. In vari porti italiani esistono delle unità di Palombari ed Artificieri Subacquei del G.O.S.
Armi ed equipaggiamenti [modifica]
Ciascun operatore dispone di:
Pistola Beretta 92SB - FS
Arma lunga fucile Beretta AR70/90, attualmente solo per uso addestrativo
Arma lunga fucile Colt M4, anche associato al lanciagranate M203
Pistola mitragliatrice Beretta M12, in via di dismissione
Pistola mitragliatrice HK MP5, in varie versioni (anche silenziate)
Armi di squadra:
Mitragliatrice leggera FN Minimi 5.56mm
Mitragliatrice M60E3 7.62mm
Mitragliatrice MG42/59 7.62mm
Mitragliatrice Browning M2 12.7mm solo su automezzi
Lanciagranate automatico H&K AGS 40mm
Per le trasmissioni sono impiegati apparati di alto contenuto tecnologico: radio palmari e terminali satellitari.
Veicoli terrestri: Iveco VM90.
Imbarcazioni speciali: Futura Commando; RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) di tipo Hurricane.
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