Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 3: differenze tra le versioni

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*Tipo: cacciamine
 
*Classe: Gaeta
 
*Numero unità: 4
Classe Lerici
*Cantiere: Intermarine di Sarzana (SP)
 
*Dislocamento: 485 t
*Lunghezza: 49,9 m
Descrizione generale
*Larghezza: 9,6 m
*Pescaggio: 2,6 m
Tipo cacciamine
*Propulsione: 1 motore diesel Grandi Motori Trieste BL-230.8M,
Classe Lerici
3 motori per andature di caccia Isotta Fraschini ID-36-SS6V,
Numero unità {{{numero_unità}}}
1 motore elettrico; 1.985 HP; con i 3 motori di caccia 1.481 HP
Costruttori {{{costruttori}}}
*Velocità: 14 nodi
Cantiere Intermarine di Sarzana (SP)
Matricola
Ordine
Impostazione
Varo
Completamento
Entrata in servizio
Proprietario
Radiazione
Destino finale
Caratteristiche generali
Dislocamento 503 t
Stazza lorda t
Lunghezza 49,9 m
Larghezza 9,6 m
Altezza m
Pescaggio 2,6 (4,2) m
Profondità operativa m
Ponte di volo
Propulsione 1 motore diesel Grandi Motori Trieste BL-230.8M
3 motori per andature di caccia Isotta Fraschini ID-36-SS6V
1 motore elettrico
Potenza: 1.985 HP
con i 3 motori di caccia 1.481 HP
Velocità 14 nodi
per andatura di caccia 6 nodi
*Autonomia : 2.500 miglia a 12 nodi
*Equipaggio: 4 + 43
Capacità di carico
*Sensori di bordo sistemi di comunicazione:
Equipaggio 4 + 43
sistema di radionavigazione;
Passeggeri
Equipaggiamento
Sensori di bordo sistemi di comunicazione:
sistema di radionavigazione
sistema integrato di navigazione Motorola MRS III/GPS e tracciamento Datamat SMA SSN-714V)2
*mezzi di ricerca e caccia subacquea: 1 Pluto e MIN-77 o MIN Mk 2
*Armamento 1 o 2 cannoni da 20/70 mm oppure 2 cannoni da 25/90 mm
Sistemi difensivi
Armamento artiglieria: 1 o 2 cannoni da 20/70mm oppure 2 cannoni da 25/90mm
Corazzatura
Mezzi aerei
Note
Motto
Soprannome
I cacciamine classe Lerici sono unità moderne, realizzate negli anni '80 per la Marina Militare Italiana in quattro esemplari, che hanno avuto un notevole successo di esportazione. Unità analoghe sono state costruite per o dalle Marine di Stati Uniti (12 unità), Australia (6), Malaysia (4), Nigeria (2), Tailandia (2), per un totale di ventisei unità. Esse hanno lo scafo in vetroresina, in un unico elemento, per avere la resistenza superiore a quella degli scafi in legno e l'amagneticità che gli scafi in acciaio generalmente non consentono. Tuttavia si tratta di navi costose e dall'impatto ambinetale molto elevato per le centinaia di tonnellate di resine sintetiche utilizzate. Il motore diesel principale è sospeso in una culla indipendente dallo scafo, mentre i motori ausiliari dei gruppi elettrogeni e per caccia di mine sono situati sopra il ponte di coperta allo scopo di ridurne la segnatura acustica e magnetica. Allo scopo di rudurre la rumorosità, le eliche sono a basso numero di giri, mentre i motori e le varie apparecchiature sono isolati acusticamente. Queste unità dispongono di tre motori idraulici, a scomparsa ed orientabili a 360°, di cui uno a prora e due a poppa, che normalmente vengono usati durante la caccia e che possono funzionare anche da motori di emergenza nel caso di guasto al motore diesel principale. Oltre ai normali sensori, le unità dispongono di sistema di radionavigazione, di sistema integrato di navigazione GPS e tracciamento Datamat SMA SSN-714V)2, di sistema complesso di telecomunicazioni. Dispongono di mezzi di ricerca e caccia subacquea Pluto e MIN-77 o MIN Mk 2.[1]
 
Dalla classe Lerici deriva la Classe Lerici II serie.
 
I cacciamine classe '''Lerici''' sono unità moderne, realizzate negli anni '80 per la Marina Militare Italiana in quattro esemplari, che hanno avuto un notevole successo di esportazione. Unità discendenti da queste sono state costruite per le Marine di Stati Uniti (12 unità), Australia (6), Malaysia (4), Nigeria (2), Tailandia (2), per un totale di ventisei unità. Esse hanno lo scafo in vetroresina, in un unico elemento, per avere la resistenza superiore a quella degli scafi in legno e l'amagneticità che gli scafi in acciaio generalmente non consentono. Tuttavia si tratta di navi costose e dall'impatto ambientale molto elevato per le centinaia di tonnellate di resine sintetiche utilizzate. Il motore diesel principale è sospeso in una culla indipendente dallo scafo, mentre i motori ausiliari dei gruppi elettrogeni e per caccia di mine sono situati sopra il ponte di coperta allo scopo di ridurne la segnatura acustica e magnetica. Allo scopo di rudurre la rumorosità, le eliche sono a basso numero di giri, mentre i motori e le varie apparecchiature sono isolati acusticamente. Queste unità dispongono di tre motori idraulici, a scomparsa ed orientabili a 360°, di cui uno a prora e due a poppa, che normalmente vengono usati durante la caccia e che possono funzionare anche da motori di emergenza nel caso di guasto al motore diesel principale. Oltre ai normali sensori, le unità dispongono di sistema di radionavigazione, di sistema integrato di navigazione GPS e tracciamento Datamat SMA SSN-714V)2, di sistema complesso di telecomunicazioni. Dispongono di mezzi di ricerca e caccia subacquea Pluto e MIN-77 o MIN Mk 2.[1]
 
Dalla classe Lerici deriva la Classe Lerici II serie, molto ingrandita, che sarebbe diventata poi la 'Gaeta'.
Scheda sintetica e notizie sulle unità sul sito della Marina Militare Italiana
 
 
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La Classe Lerici 2a serie, anche nota come classe Gaeta dal nome della prima unità, è l'evoluzione ingrandita e potenziata della Lerici 1a serie, i Gaeta sono cacciamine in vetroresina, la principale forza di questa specialità in servizio con la Marina Militare Italiana. Essi sono stati il modello anche per la classe Osprey americana, ancora più grandi ed oceaniche.
 
 
 
Classe Gaeta
Classe Lerici IIa serie
 
Descrizione generale
*Tipo : cacciamine
*Classe: Lerici Gaeta
*Numero unità: {{{numero_unità}}} 8
*Cantiere: Intermarine di Sarzana (SP)
Costruttori {{{costruttori}}}
*Dislocamento: 672 t
Cantiere Intermarine di Sarzana (SP)
*Lunghezza: 52,5 m
Matricola
*Larghezza: 9,6 m
Ordine
*Pescaggio: 2,6 (4,2) m
Impostazione
*Propulsione: 1 motore diesel Grandi Motori Trieste BL-230.8M,
Varo
3 motori per andature di caccia Isotta Fraschini ID-36-SS6V,
Completamento
1 motore elettrico; 1.985 HP; con i 3 motori di caccia 1.481 HP
Entrata in servizio
*Velocità: 14 nodi
Proprietario
Radiazione
Destino finale
Caratteristiche generali
Dislocamento 672 t
Stazza lorda t
Lunghezza 52,5 m
Larghezza 9,6 m
Altezza m
Pescaggio 2,6 (4,2) m
Profondità operativa m
Ponte di volo
Propulsione 1 motore diesel Grandi Motori Trieste BL-230.8M
3 motori per andature di caccia Isotta Fraschini ID-36-SS6V
1 motore elettrico
Potenza: 1.985 HP
con i 3 motori di caccia 1.481 HP
Velocità 14 nodi
per andatura di caccia 6 nodi
*Autonomia : 2.500 miglia a 12 nodi
*Equipaggio: 4 + 43
Capacità di carico
*Sensori di bordo sistemi di comunicazione:
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
sistema di radionavigazione;
Equipaggio 4 + 43
Passeggeri
Equipaggiamento
Sensori di bordo sistemi di comunicazione:
sistema di radionavigazione
sistema integrato di navigazione Motorola MRS III/GPS e tracciamento Datamat SMA SSN-714V)2
*mezzi di ricerca e caccia subacquea: 1 Pluto e MIN-77 o MIN Mk 2
*Armamento 1 o 2 cannoni da 20/70 mm oppure 2 cannoni da 25/90 mm
Sistemi difensivi
Armamento artiglieria: 1 o 2 cannoni da 20/70mm oppure 2 cannoni da 25/90mm
 
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La Classe Lerici 2a serie, anche nota come classe Gaeta dal nome della prima unità, è l'evoluzione ingrandita e potenziata della Lerici 1a serie, i Gaeta sono cacciamine in vetroresina, la principale forza di questa specialità in servizio con la Marina Militare Italiana. Essi sono stati il modello anche per la classe Osprey americana, ancora più grandi ed oceaniche.
 
La '''Classe Sparviero''' è una serie di aliscafi missilistici prodotta, come residuo del programma NATO per questo tipo d'imbarcazioni, in sette esemplari, incluso il prototipo, entrati in linea nella Marina Militare durante gli anni '70 e radiati nel decennio scorso, molto simili ai Pegasus americani .
 
 
 
 
 
 
Classe San Giorgio
 
Descrizione generale
Tipo Nave da sbarco
Classe San Giorgio
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori Fincantieri
Cantiere Riva Trigoso, (GE) Italia
Matricola
Ordine
Impostazione
Varo
Completamento
Entrata in servizio
Proprietario
Radiazione
Destino finale
Caratteristiche generali
Dislocamento a pieno carico 7.960 t
Stazza lorda t
Lunghezza 133,3 m
Larghezza 20,5 m
Altezza m
Pescaggio m
Profondità operativa m
Ponte di volo 133 x 20,5 m
Propulsione 2 D Grandi Motori Trieste A-420.12
Potenza: 16.800 HP (12.353 kW)
Velocità 20 nodi
Autonomia 4500 miglia a 20 nodi
Capacità di carico 1000 tonnellate
350 uomini del Reggimento San Marco
Numero di cabine {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio 17 ufficiali + 146 sottufficiali e comuni
Passeggeri
Equipaggiamento
Sensori di bordo
Sistemi difensivi
Armamento artiglieria:
 
2 cannoni da 25/90 mm
2 mitragliere da 12,7 mm
Corazzatura
Mezzi aerei
 
2 Elicotteri Leggeri AB212 o NH 90
2 elicotteri Medi SH-3D o EH 101
Note
Motto
 
San Giorgio Arremba San Zorzo
San Marco Ti con nu, nu con ti
Soprannome
Le 3 navi classe San Giorgio sono 3 unità: San Giorgio, San Marco, e ultimo, leggermente diverso il San Giusto[1], specializzate in operazioni da sbarco.
 
Indice [nascondi]
1 Caratteristiche
2 Unità
3 Attività
4 Note
5 Collegamenti esterni
 
 
Caratteristiche [modifica]
Le navi della Classe San Giorgio hanno ponte continuo e isola laterale, e sembrano una sorta di portaerei classe Garibaldi o Tarawa, ma sono troppo piccole per essere davvero usate in tale modo, dato che sul ponte di volo possono operare fino ad un massimo di quattro elicotteri. Queste navi classificate LPD, sono in realtà più simili a grossi traghetti o navi commerciali, hanno un armamento leggero e una buona flessibilità operativa, ma sono prive di hangar. La parte centrale del ponte è dedicata ai mezzi da sbarco e le unità possono operare sia in punti attrezzati sia in acque prospicienti spiagge aperte. Le navi sono dotate di un bacino allagabile poppiero di m 20,5 x 7 da cui fare operare tre mezzi da sbarco tipo LCM mentre altri tre mezzi minori possono essere sistemati sul ponte di coperta. La capacità di carico è 1.000 tonnellate, di circa 350 uomini equipaggiati della Forza da Sbarco ed oltre una trentina di mezzi vari da trasporto e combattimento. Le navi dispongono inoltre di sala operatoria, ambulatorio medico, gabinetto odontoiatrico, gabinetto radiologico, sala ginecologica e sala parto.
 
La nave San Marco
Unità [modifica]
Classe San Giorgio
Matricola Nome cantiere Impostazione Varo Entrata in servizio
San Giorgio L 9892 Fincantieri - Riva Trigoso 27 maggio 1985 21 febbraio 1987 13 febbraio 1988
San Marco L 9893 Fincantieri - Riva Trigoso 26 marzo 1985 10 ottobre 1987 14 maggio 1988
San Giusto L 9894 Fincantieri - Riva Trigoso 19 agosto 1991 23 ottobre 1993 14 aprile 1994
 
 
Attività [modifica]
Oltre alla normale attività addestrativa le unità si sono anche distinte per aiuti umanitari. Nell'estate 2006 la Marina Militare è stata una delle prime marine militari ad intervenire nella crisi del Libano.[2] partecipando all'operazione Mimosa '06 e successivamente all'operazione Leonte con il San Giusto il San Marco[3] e il San Giorgio[4] in prima fila insieme alla fregata Aliseo al cacciatorpediniere Durand De La Penne e la portaerei Garibaldi. Le navi, hanno sbarcato, nel porto di Beirut, sotto il controllo del Reggimento San Marco, tonnellate di materiale destinato alla popolazione, cucine da campo, ambulanze, generatori per la produzione di corrente elettrica, tende pneumatiche, tonnellate di medicinali e tonnellate di generi alimentari destinati alla popolazione civile non combattente messi a disposizione dal Ministero degli Esteri, dalla Protezione Civile, dalla Croce Rossa Italiana e dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite.
 
Nel corso dell'operazione Mimosa '06 il Durand de la Penne,[5] in esercitazione in Grecia, è stata tra le prime unità neutrali ad entrare nel porto di Beirut per l'evacuazione dei connazionali ed altri europei verso l'isola di Cipro con ben due viaggi.[6] Successivamente è intervenuto il battaglione San Marco, con l'unità da sbarco San Giusto che ha permesso il trasporto di beni di prima necessità per la popolazione in guerra oltre all'evacuazione di altri connazionali. L'operazione Leonte[7][8] è scattata a settembre, sotto l'egida dell'ONU all'interno della missione UNIFIL 2. Le navi Garibaldi, San Giusto, San Marco e San Giorgio (in pratica l'intera flotta tuttoponte), scortate dalla corvetta Fenice, hanno sbarcato sulla spiaggia di Tiro la "forza d'ingresso" (Entry Force) del contingente di pace italiano, costituita dalle truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare (FPM), a loro volta composta dal Reggimento San Marco della Marina Militare e dai Lagunari dell'Esercito.
 
Le navi di questa classe sono anche particolarmente versatili ed utilizzabili per operazioni di supporto alla popolazione nel contesto della Difesa Civile e della Protezione Civile. La disponibilità a bordo di dissalatori, strutture sanitarie, elisupporto, unita alle caratteristiche operative di flessibilità logistica e rapida proiettabilità, le rendono tra i mezzi migliori per il supporto delle operazioni di Protezione Civile. Nel corso della più grande operazione europea di Protezione Civile del 2008, Sardinia 2008, la San Marco è stata scelta e configurata come mezzo principale di proiezione in teatro e supporto logistico-operativo per tutti i contingenti civili e militari internazionali coinvolti, e per il trasporto e lo sbarco rapido di tutti i loro mezzi tecnici.
 
 
La Classe Sparviero è una serie di aliscafi missilistici prodotta, come residuo del programma NATO per questo tipo d'imbarcazioni, in sette esemplari, incluso il prototipo, entrati in linea nella Marina Militare durante gli anni '70 e radiati nel decennio scorso, molto simili ai Pegasus americani .
 
Sorprendentemente piccoli, essi portavano addirittura un cannone compatto da 76 mm e 2 missili a lungo raggio Otomat, ma il raggio d'azione era di soli 500 km e i costi operativi comparabili con quelli di una fregata. Proprio a causa degli elevati costi d'esercizio, e dei nuovi scenari creatisi con la fine della guerra fredda, le unità di questa classe sono state prima messe in riserva, e poi nel 2000 ne è stata anche tentata la vendita all'estero, con scarso successo. Anche la stessa marina giapponese, che tra il 1991 ed il 1993 mise in servizio le tre unità PG-01, derivate dal tipo Sparviero, dopo aver previsto inizialmente altre 9 unità ha optato successivamente per unità d'attacco veloci di tipo convenzionale.
 
Nella Marina Militare Italiana il ruolo degli aliscafi è oggi ricoperto dalle nuove unità minori,, quale la Classe Comandanti le cui capacità operative sono ampliate dalla disponibilità di un elicottero imbarcato. Stessa necessità che ha portato la rimozione di parte dell'armamento dalle corvette classe Minerva per ospitare un ponte di volo.