Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 1: differenze tra le versioni

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Di fatto i pur complessivamente ottimi 'De la Penne' sono nati, come navi da difesa d'aerea, sostanzialmente superati, e la cosa, con il passare del tempo (e l'entrata in servizio di navi come quelle spagnole, olandesi, tedesche, giapponesi, americane etc.) non ha fatto altro che accentuarsi, nonostante il costo molto alto (circa i 2/3 di un 'Burke') che i tanti sistemi installati hanno richiesto alla piattaforma. Peccato non averla aggiornata a suo tempo, prontamente, con lanciamissili Mk 41 e un radar multifunzione come l'Arabel o l'EMPAR.
 
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Quanto all'attività operativa, particolarmente nota è quella del De la Penne, che, tra le attività a cui ha preso parte è da segnalare la circumnavigazione del globo, effettuata assieme al Bersagliere. Le due unità, salpate il 12 luglio 1996, rientrarono a Taranto il 4 aprile 1997 dopo aver percorso oltre 46 000 miglia e toccato 35 porti di 23 nazioni.
 
Dal 11 febbraio 2002 al 17 giugno 2002 ha partecipato nel mar Arabico all'operazione Enduring Freedom.
 
Nell'estate 2006 ha preso parte con due interventi all'operazione di evacuazione di civili di varie nazionalità in fuga dai combattimenti da Beirut nel Libano a Larnaca nell'isola di Cipro, in un'operazione denominata Mimosa 06, in cui hanno preso parte anche altre navi della MMI, come il San Giorgio, il San Marco e l'Aliseo.
 
 
 
====I 'Doria' del XXI secolo====
[[Immagine:Adrea_Doria_1.jpg|300px|left|thumb]]
Il cacciatorpediniere lancia missili '''Andrea Doria''' costituisce, con l'unita gemella Caio Duilio, la nuova classe Andrea Doria (ex Classe Orizzonte)<ref> per la maggior parte delle informazioni di questa sezione vedi Po, Enrico, ''I DDG classe Doria'', RID Maggio 2007 pagg. 54-68</ref> . Le nave, che sarà contraddistinta dalla sigla (D 553) in quanto cacciatorpediniere secondo la classificazione NATO, costruita nei cantieri di Riva Trigoso, è stata varata il 15 ottobre 2005 e consegnata alla MMI il 22 dicembre 2007 col l’alzata sul pennone dell'unità della bandiera della Marina. L'unità proseguirà il periodo di collaudi riguardanti i sistemi di comando, controllo e comunicazionie e conseguirà la piena operatività nell'estate 2008.
 
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Dopo alcune esperienze valide di coprogettazione di nuove navi per diverse nazioni, come le Bremen-Kortenaer, si pensò bene alla fregata per gli anni '90, la NFR-90, che però naufragò presto, cancellato all'inizio del 1990. A quel punto venne fuori il programma Orizzonte/Horizon.
In origine le fregate dovevano essere per tre nazioni, con intuibili vantaggi operativi ed economici: la risorsa da valorizzare era il sistema missilistico PAAMS, sviluppato dalla Francia e Italia basandosi sull'eccellente (anche se a corto raggio) Aster. l'Horizon inizialmente riguardò GB e la Francia: la Gran Bretagna, accettò di abbandonare la non troppo felice linea autarchica (e i suoi missili Sea Dart) chiamato A3F (Anglo-French-Future Frigate), La Francia per i suoi caccia 'Suffren'; a cui poi si aggiunse l'Italia con una dichiarazione d'intenti nel marzo 1991 con l'accordo firmato nell'agosto del 1992. Nel 1993 venne stabilito di ripartire i costi pariteticamente, e in proporzione in base agli ordinativi: ben 4 francesi, 12 inglesi e addirittura 6 italiane (con un costo tra 6 e 8 mld di sterline; gli italiani erano nella pretesa di sostituire tutte le piattaforme tra caccia e incrociatori di vecchio tipo). Nel luglio 1994 venne firmato il MoU per l'avvio della fattibilità complessiva, nel 1995 venne creato il Joint Venture Company per l'industrializzazione, con DCN, Fincantieri-Finmeccanica, e GEC-Marcony Naval Systems. Nel 1996 venne avviata la definizione del progetto, ma le esigenze non furono a lungo conciliabili, con gli inglesi che volevano il SAMPSON come radar originale, e l'apparato motore di tipo elettrico-turbina, e nel marzo 1999 la Gran Bretagna uscì dal programma e si fece le sue Type 45. nel settembre dello stesso anno, dopo un momento di drammatica incertezza, venne deciso di proseguire con il programma ugualmente da parte francese e italiana, con un accordo ufficializzato il 22 settembre 2000 e un MoU successivo. Le caratteristiche richieste: diesel SEMPT-Piestlick e turbine LM-2500, sistema C3 SENIT 8 (della C. de Gaulle), cannoni SR da 76 mm, rinuncia alla torre da 127 mm per ospitare altri lanciatori Sylver (decisione piuttosto dolorosa). Si costituì il consorzio Horizon SAS, ovvero Armaris (Thales e DCN) e ORIZZONTE Sistemi NAvali (Fincantieri e Finmeccanica). L'ordine seguì poco dopo, il 27 ottobre 2000, ma nel frattempo ridotto ad appena 4 navi, che tuttavia costavano 2,8 mld di euro con tanto di 1,1 mld per lo sviluppo, tra cui 120 mln per il CMS (non molto opportunamente, venne deciso di adottare un altro sistema di elaborazione del tutto nuovo rispetto al pur moderno SENIT-8), 45 per il FICS e 90 per la guerra elettronica. Il PAAMS costava 80 mln per nave, da comprarsi con un accordo separato. Le navi italiane sono state costruite a Riva Trigoso e poi assemblate al Muggiano, quelle francesi a Lorient. Il taglio delle lamiere per la prima nave italiana iniziò il 19 luglio 2002 e il varo il 15 ottobre 2005, il 20 settembre 2006 iniziò le prove in mare. Era questa originariamente chiamata CARLO BERGAMINI, poi ANDREA DORIA. Il DUILIO ebbe il primo taglio della lamiera il 19 settembre 2003, e la consegna prevista per il 2009.
 
In origine le fregate dovevano essere per tre nazioni, con intuibili vantaggi operativi ed economici: la risorsa da valorizzare era il sistema missilistico PAAMS, sviluppato dalla Francia e Italia basandosi sull'eccellente (anche se a corto raggio) Aster. l'Horizon inizialmente riguardò GB e la Francia: la Gran Bretagna, accettò di abbandonare la non troppo felice linea autarchica (e i suoi missili Sea Dart) chiamato A3F (Anglo-French-Future Frigate), La Francia per i suoi caccia 'Suffren'; a cui poi si aggiunse l'Italia con una dichiarazione d'intenti nel marzo 1991 con l'accordo firmato nell'agosto del 1992. Nel 1993 venne stabilito di ripartire i costi pariteticamente, e in proporzione in base agli ordinativi: ben 4 francesi, 12 inglesi e addirittura 6 italiane (con un costo tra 6 e 8 mld di sterline; gli italiani erano nella pretesa di sostituire tutte le piattaforme tra caccia e incrociatori di vecchio tipo). Nel luglio 1994 venne firmato il MoU per l'avvio della fattibilità complessiva, nel 1995 venne creato il Joint Venture Company per l'industrializzazione, con DCN, Fincantieri-Finmeccanica, e GEC-Marcony Naval Systems. Nel 1996 venne avviata la definizione del progetto, ma le esigenze non furono a lungo conciliabili, con gli inglesi che volevano il SAMPSON come radar originale, e l'apparato motore di tipo elettrico-turbina, e nel marzo 1999 la Gran Bretagna uscì dal programma e si fece le sue Type 45. nel settembre dello stesso anno, dopo un momento di drammatica incertezza, venne deciso di proseguire con il programma ugualmente da parte francese e italiana, con un accordo ufficializzato il 22 settembre 2000 e un MoU successivo. Le caratteristiche richieste: diesel SEMPT-Piestlick e turbine LM-2500, sistema C3 SENIT 8 (della C. de Gaulle), cannoni SR da 76 mm, rinuncia alla torre da 127 mm per ospitare altri lanciatori Sylver (decisione piuttosto dolorosa). Si costituì il consorzio Horizon SAS, ovvero Armaris (Thales e DCN) e ORIZZONTE Sistemi NAvali (Fincantieri e Finmeccanica). L'ordine seguì poco dopo, il 27 ottobre 2000, ma nel frattempo ridotto ad appena 4 navi, che tuttavia costavano 2,8 mld di euro con tanto di 1,1 mld per lo sviluppo, tra cui 120 mln per il CMS (non molto opportunamente, venne deciso di adottare un altro sistema di elaborazione del tutto nuovo rispetto al pur moderno SENIT-8), 45 per il FICS e 90 per la guerra elettronica. Il PAAMS costava 80 mln per nave, da comprarsi con un accordo separato. Le navi italiane sono state costruite a Riva Trigoso e poi assemblate al Muggiano, quelle francesi a Lorient. Il taglio delle lamiere per la prima nave italiana iniziò il 19 luglio 2002 e il varo il 15 ottobre 2005, il 20 settembre 2006 iniziò le prove in mare. Era questa originariamente chiamata CARLO BERGAMINI, poi ANDREA DORIA. Il DUILIO ebbe il primo taglio della lamiera il 19 settembre 2003, e la consegna prevista per il 2009.
 
Si costituì il consorzio Horizon SAS, ovvero Armaris (Thales e DCN) e ORIZZONTE Sistemi NAvali (Fincantieri e Finmeccanica). L'ordine seguì poco dopo, il 27 ottobre 2000, ma nel frattempo ridotto ad appena 4 navi, che tuttavia costavano 2,8 mld di euro con tanto di 1,1 mld per lo sviluppo, tra cui 120 mln per il CMS (non molto opportunamente, venne deciso di adottare un altro sistema di elaborazione del tutto nuovo rispetto al pur moderno SENIT-8), 45 per il FICS e 90 per la guerra elettronica. Il PAAMS costava 80 mln per nave, da comprarsi con un accordo separato. Le navi italiane sono state costruite a Riva Trigoso e poi assemblate al Muggiano, quelle francesi a Lorient. Il taglio delle lamiere per la prima nave italiana iniziò il 19 luglio 2002 e il varo il 15 ottobre 2005, il 20 settembre 2006 iniziò le prove in mare. Era questa originariamente chiamata CARLO BERGAMINI, poi ANDREA DORIA. Il DUILIO ebbe il primo taglio della lamiera il 19 settembre 2003, e la consegna prevista per il 2009.
[[Immagine:FS_Forbin_1.jpg|350px|left|thumb|La versione francese, con il Forbin]]
Le caratteristiche sono quelle di una piattaforma navale moderna. Il dislocamento è di 6.635 t a pieno carico, con lunghezza di 150,6 m. La costruzione è in acciaio delle leghe S 355ML e S 355J2G3, con carico di rottura elevato di 470-630 Mpa e snervamento a 355 Mpa, e anche più facili da saldare della lega classica F352. Dato che le navi italiane sono più pesanti, la parte superiore del torrione è in lega leggera, mentre la carena è stata studiata dalla Fincantieri e deriva dall'esperienza dei 'De la Penne', con sistema di stabilizzazione attivo Fincantieri con 4 pinne non retrattili (anche qui derivato dai predecessori). Lo scafo di per sè ha 12 compartimenti stagni con galleggiabilità con 3 contigui, leggermente protetto con acciaio balistico in zone vitali. Finalmente per le grandi navi italiane (precedute dalle corvette) si è curato ampiamente la stealthness, con superfici molto inclinate, senza alcuna apertura, nemmeno quelle a prua e poppa. L'equipaggio è ridotto ad appena 195 persone, come sulle 'Lupo' grossomodo, e finalmente con standard di abitabilità adeguati (in effetti, con tutto l'armamento e i motori concentrati in una piccola nave, lo spazio per il numeroso equipaggio non dev'essere stato mai molto sulle navi di scorta italiane, anche se la cosa apparentemente è stata ufficialmente ammessa solo adesso, con l'arrivo delle 'Doria') con cabine da 1, 2 e 4 persone. Gli spazi sono anche adatti per manutenere grossi pezzi di hardware, mentre il ponte poppiero arriva a 494 m2 con un elicottero NH-90 e EH101 (solo per le navi italiane), con un sistema TC-ASIST canadese per operare fino a mare forza 6, ordinato in 30 esemplari da 5 marine, oppure il Samhae francese per le navi della MN. Ci sono anche due gommoni a chiglia rigida per il controllo di mercantili, protetti da saracinesche metalliche antiradar. In pratica queste navi, sia pure con una chiglia simile a quella dei 'De la Penne' sono strutturalmente molto 'figlie' delle La Fayette come soluzioni stealth. L'aspetto è inconfondibile: la nave, non particolarmente elegante in verità, ha aspetto pulito, con due fumaioli e tre alberi, due cannoni a prua da 76 mm, che sono sulla tuga, proprio davanti alla plancia. La coperta anteriore è invece desolatamente vuota, all'osservazione diretta (perché ha il PAAMS) in netto contrasto con le navi precedenti; la plancia, come sulle fregate Halifax, è inusitatamente bassa rispetto al massiccio albero anteriore, molto alto e molto spesso, e a struttura piramidale. Le sovrastrutture sono suddivise in blocchi, come sui 'De la Penne', ma similmente alle navi francesi vi è anche un piano con il corridoio di passaggio sopra la coperta tra i due blocchi, che rende ben più comoda la percorrenza attraverso la nave. Il corridoio è sormontato dagli otto lanciamissili antinave.
 
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Le 'Doria' sono state costruite in maniera molto sofferta e rallentata da innumerevoli problemi, inclusa la separazione inglese (con la sua flotta che era potenzialmente la maggiore utente di queste navi) che è andata per la sua via, con le 'Type 45' con equipaggiamenti propri ma ancora i missili Aster-15 e 30. Le navi franco-italiane sono state armate ed equipaggiate con il meglio disponibile nelle due nazioni. Vi sono state ovviamente delle soluzioni di compromesso.
 
Una di queste è stata la rinunzia al cannone di medio calibro, ovvero ad uno degno di questo nome. I francesi avevano il loro valido Compact da 100 mm, cadenza di tiro 80 c.min, gli italiani la famiglia del Compatto da 127 mm, ma nessuna di queste è stata adottata: piuttosto, sono stati impiegati i cannoni SR da 76 mm, sopratutto per compiti antimissile. La loro presenza, sia pure in diversi esemplari, è opinabile, dato che per navi da 7.000 t i pezzi da 3 pollici sono davvero armi ridotte. Era previsto un cannone di medio calibro e CIWS. Per esempio, il pezzo da 127 mm OTO e il Myriad da 25 mm da 10.000 c.min. Alla fine è stato previsto di fare un sistema intermedio con armi né troppo pesanti né troppo leggere buone per tutte le occasioni o quasi. Anche se il Myriad ha un volume di fuoco e una precisione tale da aumentare la portata pratica rispetto ad altri tipi di calibro piccolo, la gittata masima è pur sempre di un paio di km, molto meno dei 6 km dei pezzi da 76 mm; del resto questi ultimi non hanno certo la gittata e potenza dei 127 mm; ma per quanto questi ultimi siano validi complessivamente, non sono mai stati intesi (come del resto i 76 mm 'Compatto') come armi antimissile. Le navi francesi hanno dovuto adottare le armi da 76 mm, già da tempo in competizione diretta coi 100 mm, ma le hanno limitate a due (a quanto pare nemmeno il 100 mm è capace di ruoli antimissili validi; eppure se si vede la cadenza di tiro delle armi moderne: 225 c.min per i 57 mm, 120 per i 76, 80 per i 100 e 40 per i 127 mm, non c'é una differenza tecnologica evidente) in quanto hanno adottato anche due lanciamissili Sadral. I missili Aster sono nati come armi francesi, in quanto sostanzialmente si tratta di un sistema nato da un progetto comune con quello dei MICA aria-aria: alette leggermente modificate a parte, sembra la versione con booster d'accellerazione del primo (o forse è il MICA che è la versione senza booster dell'Aster?). La massa è analoga: 110 kg del MICA, 300 kg (ma con un booster molto più grosso del missile) per l'Aster-15 e 450 per l'Aster-30 con un booster più grosso ma lo stesso corpo missile (o poco modificato), che poi viene sganciato al termine della combustione, per lasciar libero il minuscolo corpo missile, che continua con un motore da crociera. L'Aster ha una portata ufficiale di 15 e 30 km, ma questa dipende dal tipo dei bersagli: il primo caso varia tra 10 e 30+ km, nel secondo arriva fino a 80 e passa km. In pratica l'Aster ha una gittata superiore a quella dichiarata in origine. La guida è radar attiva, con autopilota intermedio. E' un missile francese, ma il programma è stato ben presto messo a monte comune con l'Italia per ragioni economiche. Se la Francia ha dovuto abbandonare il 100 mm, l'Italia ha dovuto a questo punto abbandonare l'Aspide/Albatross. I missili restano francesi, il lanciatore Sylver e le consolles MARA italiane, i radar sono sia italo-britannici che francesi.

Questi radar sono due: l'EMPAR è un prodotto italo-britannico, attualmente dell'AMS (Alenia-Marconi Systems), ed è il più potente dei due, adatto quindi a navi come i caccia, incrociatori e portaerei. E' un sistema ibrido, nel senso che ruota (a 60 giri al minuto) attorno all'orizzonte, mentre la scoperta in altezza si svolge con scansione elettronica. Praticamente è un sistema che funziona come una 'faccia' dell'AEGIS, ma anziché 4 facce pesanti e fisse, 1 rotante. Questo lo rende più economico e molto più leggero, e la velocità di rotazione rende possibile trascurare il fatto che vi è solo una faccia irradiante. Esistono anche sviluppi del progetto base, con varie innovazioni, dato che dopotutto l'EMPAR è stato messo a punto 15 anni fa. L'ARABEL è un tipo più leggero: la portata è di 100 km anziché 180, mentre il numero di bersagli inseguibili, decine di bersagli in ogni caso, mentre il totale di missili guidabili è di 16 su 10 bersagli diversi. L'ARABEL è un sistema più semplice dell'EMPAR (già installabile su navi da 2.500 t in su), ed è più leggero ed economico dell'altro. Nonostante le prestazioni inferiori è ideale abbinato all'EMPAR che svolge la funzione di scoperta e l'Arabel il controllo del tiro per i missili, ma entrambi sono multifunzione. A dire il vero entrambi sono multimodali. Ovvero, pur essendo simili ad un radar 3D, hanno anche la capacità di inseguimento e guida dei missili.

L'ARABEL, più leggero e limitato, è comunque più che sufficiente per le fregate e le corvette missilistiche più grosse, abbinato ai soliti missili Aster-15, quelli per la difesa ravvicinata. Con questa combinazione, il progetto delle fregate 'Lafayette' venduto all'Arabia Saudita è diventato una 'signora fregata missilistica' a tutti gli effetti. Ma nemmeno l'EMPAR è sufficiente per un caccia da difesa aerea (nonostante che l'Aster ha una portata molto minore rispetto agli ultimi SM-2 e SM-3), e così assieme all'EMPAR è stato adottato un moderno radar 2D francese, cosicché l'Italia ha rinunciato ai suoi sistemi, che tradizionalmente sono proprio del tipo bidimensionale a lungo raggio, mentre i 3D erano americani. Piuttosto, nonostante la presenza dei 'Super Rapido' non vi sono i radar di controllo del tiro: né quelli guidamissili come gli SPG o gli RTN, né in origine quelli per i cannoni come gli RTN-25X. Questo deriva da economie di progetto, ma l'EMPAR rinnova solo una volta ogni secondo la traccia, non l'ideale per la lotta antimissile, sebbene possa seguire anche i proiettili calibro 76 mm in volo. Non è chiaro quando vi sia stato il cambiamento di progetto, ma alla fine sono stati adottati due radar RTN-25X (uno su quelle francesi).
 
In tutto, i sistemi d'arma sono questi, visti in dettaglio:
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L'armamento è costituito da:
*sistema PAAMS, con 8 lanciatori DCN Sylver come massima predisposizione, ma solo 6 installati attualmente, con 48 missili. Questi sono capaci di 3,5 + mach, manovrano a 45 g e coprono le distanze fino a circa 100 km (altamente 'ottimistica' visto che si parla di aerei lenti ingaggiati ad alta quota), con prestazioni che sono le seguenti: Aster-15, peso 310 kg, diametro 18 cm, gittata 1,7-30 km, quota 0-13 km; Aster-30 con peso di 450 kg, lungo 4,9 m (anziché 4,2), velocità 4,5 mach anziché 3, gittata 2-100 km (contro aerei da combattimento 2-40 km circa), quota fino a 20 km. Entrambi hanno sistema di vettoramento PIF-PAF per essere subito vettorati dopo il lancio contro bersagli a breve distanza (come l'SA-15), data-link, radar attivo in banda Ku che rende inutile un illuminatore di bordo, permettendo lanci multipli con l'appoggio dell'EMPAR che fornisce via data-link le informazioni sul bersaglio; il sistema è capace di ingaggiare missili anche oltre i mach 2 e a volo radente; l programma PAAMS è stato sviluppato l'11 agosto 1999 con un contratto di 14 mld di franchi da parte della francese DGA e della Europaams (MBDA 25% e Thales 75%). Nel 2003 è stato ordinato per tutti i 3 contraenti qualcosa come 1.400 missili con 3 mld di euro. L'Aster, come il Mica e l'AMRAAM è capace di autoguidarsi sul bersaglio, differentemnte dallo STandard americano: ma costa molti soldi e la portata non è molto alta, sopratutto non è certificata la capacità antibalistica. Del resto la massa degli Aster, inferiore a 500 kg, a parità di tecnologia non può certo equivalere i 600-1.300 kg degli SM. Se questi ultimi sono meno validi per la difesa ravvicinata rispetto agli Aster (specie con la combinazione di 16 Aster-15 e 32 Aster-30), è anche vero che sono dotati di una gittata molto maggiore e capacità d'ingaggio spaziali senza paragoni. Inoltre i 'Burke' hanno un sistema Aegis completo, forse superiore, ma sicuramente servito da ben 90-98 pozzi lanciamissili contro appena 48, possibilmente 64. Infine, l'Mk 41 porta gli Standard, gli ESSM, i Sea Sparrow, gli ASROC VL, i Tomawhak, i lanciatori Sylver solo gli Aster, una differenza in flessibilità abissale.
 
La presenza di tanti Aster a prua è la ragione per la quale questa non è occupata da nient'altro che due cannoni da 76 mm SR del tipo con la nuova torretta stealth ampiamente sfaccettata anzuché emisferica, e che riduce la traccia radar di 20Db ovvero 100 volte rispetto al tipo normale! La loro disposizione è particolare, essendo sui fianchi della tuga davanti alla plancia di comando. Anche qui c'é una soluzione 'canadese': sono infatti non tanto dissimili come soluzione, dalla trasformazione delle fregate 'Iroquois' che hanno perso il cannone da 127 mm e i lanciamissili Sea Sparrow quadrupli dietro questo, rimpiazzati rispettivamente da un sistema Mk 41VLS da 29 celle e un cannone da 76 mm SR. La cosa caratteristica di queste soluzioni è che i missili sono in genere più in alto, nelle navi 'normali', dei cannoni: qui invece il lanciamissili diventa l'armamento principale da disporre sulla zona di coperta, e il cannone è 'relegato' in alto, in una piattaforma più alta. Ma la cosa ancora più strana è che i cannoni, nella loro tuga, non sono separati da alcun lanciamissili. Forse si è voluto evitare il rischio che le loro canne possano trovarsi sopra i lanciatori degli Aster al momento della partenza, ma sarebbe stato un inconveniente facilmente superabile, imponendo alla torre di alzare il cannone alla max elevazione. Non è ben chiaro come mai sia stata quindi adottata questa 'strana' disposizione, visto che l'interferenza appare minima tra cannoni e missili, e non è chiaro nemmeno come mai non si sia semplicemente messo il cannone a prua (singolo, magari da 127 mm) davanti ai lanciamissili, come in genere accade). Da notare che i lanciamissili sono solo 6 moduli da otto colpi, ma potrebbero esservene aggiunti altri 2, per i quali v'é la predisposizione, e che in futuro potrebbero avere anche missili Scalp Naval da attacco terrestre.
 
La presenza di tanti Aster a prua è la ragione per la quale questa non è occupata da nient'altro che due cannoni da 76 mm SR del tipo con la nuova torretta Stealth, che riduce la traccia radar di 20Db ovvero 100 volte rispetto al tipo normale. La loro disposizione è particolare, essendo sui fianchi della tuga davanti alla plancia di comando. Anche qui c'é una soluzione 'canadese': sono infatti non tanto dissimili come soluzione, dalla trasformazione delle fregate 'Iroquois' che hanno perso il cannone da 127 mm e i lanciamissili Sea Sparrow quadrupli dietro questo, rimpiazzati rispettivamente da un sistema Mk 41VLS da 29 celle e un cannone da 76 mm SR. La cosa caratteristica di queste soluzioni è che i missili sono in genere più in alto, nelle navi 'normali', dei cannoni: qui invece il lanciamissili diventa l'armamento principale da disporre sulla zona di coperta, e il cannone è 'relegato' in alto, in una piattaforma più alta. I due cannoni SR sono collegati alla centrale NA-25X e potranno avere anche proiettili iperveloci DART e guidati Davide. Vi sono poi 8 OTOMAT Mk 2A oppure 2 Exocet MM-40, due lanciarazzi SCLAR-H da 1150 kg con alzo fino a 60 gradi, 2 lanciasiluri binati per i siluri MU-90 da 50 nodi e 14+ km di portata, prodotti già in 1200 esemplari per 7 nazioni; sistema antisiluro SLAT, 2 cannoni da 25 mm in affusto per la difesa ravvicinata anti-barchini e simili, con affusto OTO mod. 503 e camera termica SAGEM francese. Le navi francesi, confermando che sono più numerose ma in economia, hanno il cannone poppiero rimpiazzato da due lanciamissili Sadral a 6 canne, e hanno due cannoni da 20 mm GIAT F.2 da 20mm, meno efficaci ma molto meno costosi dei 25 mm KBA. Infine v'é un hangar per l'elicottero di cui sopra, due lanciasiluri per i MU-90 o simili siluri leggeri (e meno costosi), e i 4 lanciarazzi per decoys.
 
Insomma, il risultato è questo: dopo 15 anni in cui l'Horizon è rimasto 'all'orizzonte' senza avvicinarsi, le due Marine si sono dotate di un tipo di fregata/cacciatorpediniere antiaerei che ha, essendo arrivato dopo analoghi progetti europei, un maggior margine di modernità e capacità operative, anche se non è univocamente migliore. Sopratutto, è stato necessario aspettare molti anni e ridurre parimenti gli ordinativi, il che ha reso aleatoria la volontà della MM di dotarsi di altre due 'Orizzonte', a maggior ragione considerando l'impegnativo programma FREMM. In generale questo costoso, ma non eccessivamente, programma (i costi di produzione sono circa 500 mln di euro per nave, praticamente i due 'Doria' italiani costano quanto i 4 'Artigliere' ex-irakeni) navale è stato realizzato unendo le esperienze comuni di due grandi marine, che rischiavano altrimenti di restare intrappolate tra le grandi ambizioni e le limitazioni di budget (combinazione micidiale, se è vero che tedeschi, spagnoli e olandesi, senza troppe pretese, hanno proceduto speditamente e senza difficoltà anche da soli) esistenti. Il risultato, di tutto rispetto, è arrivato con circa 10 anni di ritardo e con un terzo degli scafi necessari. Tecnicamente riguarda una nave progettata con la carena 'figlia' dei De la Penne, la stealthness delle 'Lafayette' (ma non certo allo stesso livello di traccia radar, essendo navi molto grandi e con grossi alberi), cannoni, radar di tiro, sistema di combattimento, lanciatori di decoys grossomodo definibili come italiani, turbine (italo)americane, radar ed elicotteri anglo-italiani o europei, lanciamissili, radar a lungo raggio, missili SAM, sonar, diesel, trasmissione francesi, missili francesi o franco-italiani, e così via in uno stretto rapporto di collaborazione. Operativamente, peraltro va notato come L'Aster, analogamente al Mica e all'AMRAAM, è capace di autoguidarsi sul bersaglio, differentemnte dallo Standard americano: ma costa molti soldi e non ha grande gittata, sopratutto non ne è certificata la capacità antibalistica. Del resto la massa degli Aster, inferiore a 500 kg, a parità di tecnologia non può certo equivalere i 600-1.300 kg degli SM. Se questi ultimi sono meno validi per la difesa ravvicinata rispetto agli Aster (specie con la combinazione di 16 Aster-15 e 32 Aster-30, tipicamente prevista per gli 'Orizzonte'), è anche vero che hanno una gittata molto maggiore e capacità d'ingaggio spaziali senza paragoni. Inoltre i 'Burke' hanno un sistema Aegis completo, forse superiore, e, come 'asso', questo è servito da ben 90-98 pozzi lanciamissili contro appena 48, max 64. Infine, l'Mk 41 porta gli Standard, gli ESSM, i Sea Sparrow, gli ASROC VL, i Tomawhak, i lanciatori Sylver solo gli Aster, una differenza in flessibilità abissale. Da un lato 32 missili a medio raggio e 16 a corto, dall'altro 90 pozzi che possono contenere tra i 90 e i 360 missili (anche gli Aster) di tutti i tipi e validi per ingaggi tra 3 e 2000 km a seconda dei tipi. Anche con i 16 lanciatori per gli Scalp, e con gli 8 OTOMAT/Milas le navi europee non arrivano che a 72 lanciamissili, tutti legati solo ad uno o due tipi di missile, e in nessun caso capaci di ingaggi a portate tanto elevate. Inoltre, se gli ESSM sono di qualcosa meno prestanti, sono anche meno costosi degli Aster, quindi non è facile stabilire quale sia il miglior sistema disponibile per la difesa ravvicinata. In altri termini le navi AEGIS sono superiori nelle capacità d'ingaggio a lungo raggio e nell'autonomia di fuoco, ma non sono del tutto indifese nemmeno nella difesa ravvicinata. L'opposto non vale per gli 'Orizzonte', ottimi a corto raggio, buoni a medio, quasi inesistenti nel lungo raggio. Se a questo si aggiunge la novità di un più costoso ma efficace modello ESSM con la testata attiva dell'AMRAAM, le cose nel futuro potrebbero praticamente equalizzarsi anche nelle brevi distanze. In ogni caso, la possibilità che un 'Burke' possa avvicinarsi vicino alla costa nemica con 40 Tomawhak, 40 Standard, 8 ASROC VL, 32 ESSM non può minimamente essere confrontata con quello che un 'Orizzonte' è capace di fare. Per giunta, il tipo americano non ha rinunciato al pezzo da 127 mm, attualmente in grado di sparare munizioni di precisione anche a 110 km quando adotta la canna da 62 calibri, un altro vantaggio che nemmeno i proiettili da 76 con gittata prolungata a 30 km riescono minimamente a mettere in discussione. Infine i Burke degli ultimi lotti hanno due elicotteri contro uno delle 'Orizzonte'. Queste restano migliori per certi versi, per esempio hanno una migliore autonomia (ma inferiore velocità, sia pure di poco), sistemi elettronici per alcuni versi più moderni, migliore difesa ravvicinata. A tutti gli effetti, sono il meglio che l'Europa poteva costruire entro le 7.000 t di dislocamento, che sono 2.000 in meno rispetto a quello dei 'Burke'. Ma forse il vero problema è che i 'Burke' sono stati realizzati in 58 esemplari, iniziando dal 1991, mentre le 'Orizzonte' sono arrivate con 16 anni di ritardo e saranno presumibilmente solo 2 (se i piani di rimpiazzare anche i 'De la Penne' e i 'Cassard' a suo tempo, non saranno posti in essere con altre navi aggiuntive), e anche aggiungendo le 'Daring' britanniche non si superano i 10 esemplari, pochi rispetto anche ai propositi di costruire complessivamente 22 navi armate del PAAMS, certamente una forza piuttosto labile rispetto all'armada che l'US Navy è capace di schierare da sola (peraltro senza quasi navi di fascia 'inferiore', come invece avviene nelle marine europee). Con poche navi e frammentate tra varie flotte, in effetti l'Europa non può competere con la politica di egemonia statunitense sui mari del mondo.
 
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