Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: differenze tra le versioni

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Image:Brigata Granatieri di Sardegna.svg|Organigramma della [[Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna|Brigata Meccanizzata 'Granatieri di Sardegna'
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====Bersaglieri====
Le prime quattro compagnie che confluiscono nel I battaglione sono formate, rispettivamente, nel luglio 1836 (1a), nel gennaio 1837 (la 2a), nel gennaio 1840 (la 3a) e nel febbraio 1843 (la 4a). Un secondo battaglione si forma 23 aprile 1848 ed a cinque il 30 dicembre 1848, il 10 marzo 1849 gli furono aggiunti due battaglioni bersaglieri della divisione lombarda.
 
Il Corpo ebbe il suo battesimo del fuoco l'8 aprile 1848, alla battaglia del ponte di Goito, all'inizio della Prima Guerra d'Indipendenza, ove restò gravemente ferito lo stesso La Marmora.
 
Nell'aprile 1849 le truppe comandate dal La Marmora intervennero per sedare i moti nella città di Genova (vedi sacco di Genova).
Con il trascorrere degli anni aumentò il numero dei battaglioni: 10 nel 1852, 16 nel 1859, 27 nel 1867 e nel 1861, divenuti 36, riuniti in sei comandi di reggimento con compiti amministrativi e disciplinari.
 
Nel 1856 fu creata la carica di ispettore del corpo dei bersaglieri, con le attribuzioni dei comandanti di brigata. I Bersaglieri vennero impiegati, dopo l'unificazione italiana, anche per contrastare il brigantaggio a sud. In questa occasione si dimostrarono un corpo particolarmente adatto specie per le impervietà del territorio dove vennero impiegati. Non mancarono episodi di violenze gratuite non dissimili da tutte le operazioni di pacificazione del regno messe in atto dal governo piemontese. Episodi di questo genere furono particolarmente cruenti in Basilicata dove imperversava il famoso brigante Carmine Donatelli Crocco.
 
Protagonisti della presa di Roma del 20 settembre 1870, i battaglioni perdono l'autonomia operativa dal 1 gennaio 1871 e passano alle dipendenze dei reggimenti, portati a 10. Dal 1882 passano su quattro battaglioni ciascuno. Con l'ordinamento del 1910 presso ogni reggimento si forma un battaglione ciclisti, soppresso poi nel marzo 1919. Durante la prima guerra mondiale (1915-18) il corpo è ordinato in due divisioni speciali, 7 brigate, 21 reggimenti e 5 battaglioni autonomi.
 
Nel 1924 i 12 reggimenti rimasti sono trasformati in ciclisti, organico che poi cambiò nel 1936.
Durante la seconda guerra mondiale i reggimenti bersaglieri sono inquadrati nelle divisioni corazzate, motorizzate e celeri, e combattono su tutti i fronti.
 
Sono presenti anche nella guerra di liberazione con il 4º reggimento ed il battaglione "Goito", e già nel 1946 avviene la ricostruzione del 3º Reggimento cui fa seguito nel 1949 quella dell'8º che nel 1975 darà vita alla Brigata bersaglieri "Garibaldi".
 
L'Associazione d'Arma di riferimento è l'Associazione Nazionale Bersaglieri.
 
Attualmente i reggimenti sono 6 e le loro Bandiere sono decorate di 12 Medaglie d'Oro, 11 Medaglie d'Argento, 28 Medaglie di Bronzo al Valor Militare e di 9 Croci di Cavaliere dell'O.M.I..
 
Reggimenti:
 
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt bersaglieri 01.png|20px|Stemma 1º Bersaglieri]] º Reggimento Bersaglieri di Cosenza, Brigata Garibaldi<br/>
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt bersaglieri 03.png|20px|Stemma 3º Bersaglieri]] 3º Reggimento Bersaglieri di Milano, Brigata Ariete<br/>
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt bersaglieri 06.png|20px|Stemma 6º Bersaglieri]] 6º Bersaglieri di Trapani, Brigata Aosta<br/>
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt bersaglieri 07.png|20px|Stemma 7º Bersaglieri]] 7º Bersaglieri di Bari, Brigata Pinerolo<br/>
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt bersaglieri 08.png|20px|Stemma 8º Bersaglieri]] 8º Reggimento bersaglieri di Caserta, Brigata Garibaldi<br/>
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt bersaglieri 11.png|20px|Stemma 11º Bersaglieri]] 11º Bersaglieri di Orcenico Superiore (PN), Brigata Ariete
 
 
 
 
L'8º Reggimento Bersaglieri venne costituito il 1º gennaio 1871, in quattro battaglioni provenienti dal 3º Reggimento. Partecipa alla guerra Italo-Turca (1911–1912) e successivamente alla prima guerra mondiale, battendosi nel Cadore e poi sul Piave. Nel 1937 venne inserito nella Brigata Celere "principe Amedeo duca d'Aosta" e nel 1938 passò nella seconda Brigata corazzata che dal 1939 si trasformò in Divisione Corazzata Ariete (132ª) e come tale partecipò all'occupazione dell'Albania (1939).
 
Durante la seconda guerra mondiale fu in Africa settentrionale e prese parte alla battaglia di El Alamein, uscendone decimato. Il reparto fu sciolto il 13 maggio del 1943 dopo la battaglia di Enfidaville, ma fu ricostituito il 15 luglio 1943 a Verona dove cessa di esistere a seguito dell'armistizio (9 settembre 1943).
 
L'Ottavo reggimento bersaglieri fu ricostituito il 15 settembre del 1949, ordinato su due battaglioni bersaglieri e uno carri, inquadrato nella Divisione Ariete a Pordenone.
 
In seguito al riordinamento delle forze armate del 1975, il reggimento si scioglie dando vita al Comando Brigata Garibaldi e ai suoi battaglioni: 3º bersaglieri Cernaia, 11º bersaglieri Caprera, 26º bersaglieri Castelfidardo, 7º Carri Di Dio, 19º Artiglieria Rialto. Il 3º battaglione bersaglieri Cernaia eredita le tradizioni dell'8º Reggimento Bersaglieri.
 
Il reparto si è prodigato nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del Friuli del 1976 e in Campania nel 1980. Per l'intervento in Friuli la brigata è stata insignita della medaglia d'argento al Valor civile, mentre il Comune di Osoppo le ha conferito la cittadinanza onoraria.
 
Nel giugno del 1991, il 3º battaglione bersaglieri Cernaia venne trasferito a Caserta e nel 1993 perde la propria autonomia ed è inquadrato nell'8º Reggimento Bersaglieri che si ricostituisce in Caserta, una delle pedine di arma base della Brigata Bersaglieri Garibaldi.
 
L'8º Reggimento bersaglieri ha partecipato a tutte le missioni fuori area che hanno visto impegnata la Brigata Bersaglieri "Garibaldi": nel Libano nel 1983, nell'ambito del contingente italiano della forza multinazionale di pace, con il compito di presiedere e proteggere alcuni campi palestinesi; nei Balcani in Bosnia, Albania, Macedonia e Kosovo. In Macedonia in particolare, il Battaglione Cernaia del reggimento, al comando del Ten.Col. Giuseppenicola TOTA ha costituito l'ossatura dell'Italian Battle Group nell'ambito dell'Operazione Joint Guarantor come componente italiana della Extraction Force della NATO.
 
Come 3º battaglione Cernaia partecipò dal dicembre 1992 al gennaio 1993, all'Operazione vespri siciliani per il mantenimento dell'ordine pubblico nella zona di Palermo.
 
Recentemente, l'8º Reggimento Bersaglieri è stato impegnato in Iraq nell'ambito dell'Operazione Antica Babilonia e in Afghanistan nell'ambito del programma NATO ISAF OMLT (Operational Mentor and Liaison Team).
 
La bandiera di guerra è insignita di un Ordine militare d'Italia, 2 medaglie d'oro al valor militare, 1 medaglia d'oro al valore dell'Esercito, 1 medaglia d'argento al valor militare, 5 medaglie di bronzo al valor militare, 1 medaglia d'argento al valor civile, 1 medaglia d'argento al valor dell'Esercito e 1 medaglia d'argento di benemerenza per il terremoto di Reggio Calabria del 1908.
 
 
 
 
Ricostituito il 1 luglio 1946, il 3º Reggimento bersaglieri inquadra anche il Battaglione ''Goito'' che ha partecipato alla guerra di Liberazione. Sciolto il 20 ottobre 1975, resta in vita il XVIII Battaglione con il nome di 18º Battaglione bersaglieri ''Poggio Scanno'' per la 3ª Brigata meccanizzata ''Goito'' della Divisione corazzata ''Centauro''.
Il 29 agosto 1991 si ricostituisce il reggimento in fase sperimentale come 3º Reggimento bersaglieri ''Goito'' che dal 1º agosto 1992 assume la denominazione attuale. Dal 30 settembre 1993 al 30 gennaio 1994 il Reggimento viene impiegato in Somalia nell'ambito dell'oparazione Restore Hope inquadrato nel contingente italiano IBIS 2. Nel 2002 il reggimento passa in forze alla Brigata corazzata "Ariete".
 
 
Il 3º Reggimento bersaglieri si compone di un comando di reggimento, una compagnia di supporto logistico e dal 18º battaglione bersaglieri ''Poggio Scanno''.
 
Il 18º Battaglione è l'unità operativa del 3º Reggimento bersaglieri ed è composto da 5 compagnie:
* 1º Compagnia fucilieri d'assalto ''Falchi''
* 2º Compagnia fucilieri d'assalto
* 3º Compagnia fucilieri d'assalto
* 4º Compagnia mortai ''Tigre''
* 5º Compagnia controcarro.
 
 
 
Il 1º reggimento bersaglieri fu costituito a Cuneo il 31 dicembre 1861 raggruppando i preesistenti 1º (la cui 1ª compagnia fu costituita nel 1836), 7º e 9º battaglione bersaglieri.
Già allora, questi battaglioni avevano partecipato con valore alla prima guerra di indipendenza (1848-49), alla guerra in Crimea (1855-56), alla seconda guerra di indipendenza (1859) alla campagna per la liberazione della Lombardia e l'Umbria e alla lotta contro il brigantaggio (1860-61).
Il 1º reggimento bersaglieri partecipò quindi alla terza guerra d'indipendenza (1866) e fornì uomini e mezzi per le spedizioni in Eritrea (1887-88 e 1895-96) e la guerra in Libia (1911-12).
Allo scoppio della Prima guerra mondiale il 1º bersaglieri, ad eccezione del battaglione ciclisti, era dislocato in Libia da dove fece ritorno per partecipare alla ultima fase delle operazioni nel nord-est dell'Italia, dando vita, con i suoi 3 battaglioni bersaglieri, ad altrettanti reparti d'assalto decorati di 2 MAVM ed 1 MBVM.
 
Nel 1935-36 fornì ancora uomini e mezzi per le operazioni in Etiopia mentre, nel 1939, inviò il 1º battaglione in Albania.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il 1º bersaglieri fu impiegato prima sul fronte occidentale (1940), poi nei Balcani ed in seguito nella Francia meridionale.
Disciolto nel settembre 1943 nei pressi di Torino, fu ricostituito a Roma nel 1953. Da allora il reggimento, riconfigurato più volte a seguito di provvedimenti ordinativi, è stato trasferito ad Aurelia (1958) ed ha partecipato alle operazioni di soccorso alle popolazioni in occasione delle alluvioni di Firenze (1966) e di Civitavecchia (1980), del terremoto in Irpinia (1981). Il 1º ha partecipato inoltre alle operazioni per il controllo del territorio in Sardegna (Forza Paris, 1992) e in Sicilia (Vespri Siciliani, 1992-98) ed è intervenuto in soccorso delle popolazioni per il terremoto umbro marchigiano del 1997 .
 
Il 1º gennaio 2005, a seguito di un provvedimento di riordino dell'Esercito Italiano, il 18º reggimento bersaglieri di Cosenza (uno delle prime unità ad essere professionalizzate e con maggior esperienza in campo operativo dell'Esercito Italiano) è stato ridenominato 1º reggimento bersaglieri, all'interno della brigata bersaglieri Garibaldi.
 
Dal trasferimento a Cosenza il 1º reggimento ha partecipato prima, nel 2005, con due sue compagnie (2ª e 35ª), poi da maggio a dicembre 2006 nella sua interezza all'ultima fase dell'operazione Antica Babilonia in Iraq. Nel 2007 il 1º ha partecipato con unità a livello compagnia alla missione UNIFIL in Libano (2ª cp.) e ISAF in Afganistan (35ª e 1ª cp.).
 
 
 
 
 
====Granatieri====
I Granatieri sono un corpo di fanteria dell'esercito italiano.
 
I Granatieri dell'esercito Italiano discendono dall'antico Reggimento delle Guardie creato nel 1659 dal Duca Carlo Emanuele II, a cui nell'ordinamento del 1664 viene data precedenza sugli altri reggimenti e anzianità quale primo della fanteria d'ordinanza. Questa unità viene sciolta nel 1798, e ricostituita poi nel 1814 come Brigata Granatieri di Sardegna.
 
Successivamente sono state costituite altre unità granatieri quali la Brigata Granatieri di Lombardia (3° e 4° reggimento), la Brigata Granatieri di Napoli (5° e 6° reggimento), la Brigata Granatieri di Toscana (7° e 8° reggimento), divenute rispettivamente le Brigate "Lombardia" (73° e 74° reggimento), "Napoli" (75° e 76° reggimento) e "Toscana" (77° e 78°). Durante la Seconda Guerra Mondiale operò in Africa orientale la Divisione Granatieri di Savoia con i reggimenti 10° ed 11°.
 
Fino a pochi anni fa erano in vita tre reggimenti della Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna: il 1° con sede a Roma in via di Pietralata (caserma "Gandin") il 2° con sede a Spoleto (caserme "Garibaldi" e "Gioffredi", non più operativa) e il 3°reggimento con sede a Orvieto (caserma "Piave", non più operativo). Attualmente esiste soltanto il Primo Reggimento Granatieri di Sardegna; perciò a Spoleto sono rimaste solo la 5° compagnia (comandante Cap. f. (G) RN Claudio DE ROSA) e 6° compagnia (comandante Cap. f. (G) RN Leonardo MANCINO) fucilieri che fanno parte del 1° Rgt. "GDS" - distaccamento di Spoleto (comandato dal 01/05/07 dal Cap. f. (G) RS Lorenzo GIOVANNETTI (in sede vacante))>>. Alle Bandiere dei reggimenti della specialità sono state conferite complessivamente 3 Croci di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia e 13 medaglie al Valor Militare (4 d'Oro, 7 d'Argento e 2 di Bronzo).
 
Bisogna anche ricordare che, il corpo di Granatieri di Sardegna, è il corpo militare più antico d'Italia: costituito nel 1659 col nome di "Reggimento delle Guardie", fa da predecessore a tutti gli altri corpi militari creati negli anni a venire.
 
Ogni anno a febbraio, il reggimento partecipa alla solenne Messa in Armi in memoria del Duca Di San Pietro, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. È l'evento di maggiore importanza per il reggimento e si svolge in maniera molto formale e sentita. Lo spettacolo è molto suggestivo, infatti, i Granatieri indossano l'uniforme storica con fucili e colbacco e sfilano per le vie di Roma marciando a tempo della musica reggimentale. Nel (2007) la cerimonia si è svolta il giorno 16 Febbraio. La brigata Granatieri di Sardegna ha partecipato alla Missione Umanitaria UNOSOM 2-IBIS 2 in Somalia dal mese di giugno al mese di dicembre del 1993.
 
 
 
====Alpini====
La Brigata Alpina Julia dipende dal Comando Truppe Alpine dell'Esercito italiano. Ha sede a Udine.
 
 
La Brigata Alpina Julia venne formata l'11 marzo 1926 con la designazione di 3ª Brigata Alpina nella quale confluiscono i reggimenti alpini dell'8º, 9º e 3º Reggimento Artiglieria da Montagna. Nel 1934 viene assegnato alla brigata il nome di Julia. Il 10 settembre 1935 la brigata viene rinominata 3ª Divisione Alpina Julia.
 
La brigata, allora Divisione Julia, si distingue subito nella campagna di Grecia del 1940 - 1941 e in quella di Russia del 1942 - 1943 (come parte dell'ARMIR) dove subirà ingentissime perdite.
Giulio Bedeschi fu ufficiale medico durante la campagna di Grecia, poi trasferito alla Divisione per quella di Russia. Raccontò le sue esperienze di guerra nel famosissimo libro Centomila gavette di ghiaccio pubblicato dopo la fine del conflitto.
In seguito al conflitto mondiale ed alle dolorose vicende della spedizione nei Balcani e della ritirata di Russia dal fiume Don del gennaio 1943, alla Divisione Julia vennero intitolate numerose vie e piazze d'Italia.
Nel dopoguerra vanno ricordati interventi importanti a scopo umanitario quali nel 1977 in Friuli in seguito al sisma che colpì la regione ed in Irpinia nel 1980, in seguito ad un'altra catrastofe naturale.
La Brigata Alpina Julia in questi ultimi anni pur riducendosi il numero di effettivi, non è mai venuta meno all'alta specializzazione dei suoi componenti.
 
Attualmente la Brigata Alpina ''Julia'' è composto da:
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt alpini 005.png|20px]] 5º Reggimento Alpini ''Vipiteno''
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt alpini 007.png|20px]] 7º Reggimento Alpini ''Feltre''
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt alpini 008.png|20px]] 8º Reggimento Alpini ''Tarvisio''
*[[Immagine:CoA 3 Artimon Rgt.png|20px]] 3º Reggimento Artiglieria Terrestre (montagna) ''Tolmezzo''
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt genio 02.png|20px]] 2º Reggimento Genio Guastatori Alpini ''Trento''
*[[Immagine:CoA mil ITA btg log julia.png|20px]] Reparto Comando e Supporti Tattici Julia ''Udine''
*Fanfara ''Julia''
 
Fra le unità che la compongono va ricordato infine il Coro della Julia, un coro in armi che negli ultimi decenni ha riscosso riconoscimenti a livello internazionale.
 
 
 
La Brigata Alpina Cadore era una delle brigate alpine dell'Esercito italiano.
 
La brigata era di base nella provincia di Belluno e nella provincia di Vicenza. Il quartier generale era di base nella città di Belluno. L'unità fu sciolta nel 1997, quando al comando c'era il generale Primo Gadia.
 
La data di nascita della brigata può essere fatta risalire ufficialmente all'aprile del 1953, a seguito della ristrutturazione dell'Esercito dopo la II guerra mondiale.
 
In realtà i Reggimenti e i Battaglioni che componevano la brigata Cadore appartenevano già ai primi gruppi creati nel 1872 (ad esempio a Pieve di Cadore, la 14° Compagnia Alpina), che discendono a lor volta dalle Milizie Cadorine, che avevano combattuto contro gli austriaci nel Cadore nel 1848 al comando di Pier Fortunato Calvi.
 
Quando il 1 luglio 1953, si iniziarono a ricostituire le Grandi Unità Alpine, a Belluno si formò la Brigata Alpina Cadore, comandata dal generale Carlo Ravnich, l' 11 aprile successivo si effettuò invece la presentazione ufficiale.
 
Pian piano la brigata iniziava a prendere forma. Dell'unità facevano parte:
 
7° Reggimento Alpini (appartenente prima alla Divisione Pusteria),
6° Reggimento Artiglieria da Montagna (appartenente prima alla Divisione alpina "Alpi Graie"),basato su quattro Compagnie
Plotone Comando e trasmissioni (divenne successivamente Quartier Generale)
Compagnia Genio Pionieri,
Compagnia Trasmissioni,
Compagnia genio guastatori,
Compagnia controcarri,
reparti di supporto logistico, divenuto nel 1956 Raggruppamento Servizi.
successivamente anche un plotone paracadutisti e la Sezione Aerei Leggeri (S.A.L.).
dal 1962, si aggiunse la 7° compagnia mortai (all'interno del 7° Alpini).
Il 6° reggimento artiglieria fu costituito nel 1942, e ne facevano parte i gruppi Lanzo, Pieve di Cadore ed Agordo, di cui facevano parte 3 batterie per ciascuno. Il gruppo lanzo prese poi in custodia la bandiera del 6° Reggimento Artiglieria da Montagna.
 
 
Il 7° reggimento, è stato il più decorato tra i reggimenti alpini, con 8 Ordini militari d'Italia, 12 medaglie alla Bandiera e 1182 medaglie individuali. Ne facevano parte i battaglioni Feltre, Cadore e Belluno, quelli storici del 1887. Dopo lo scioglimento della Cadore, questo reggimento, diventato il Battaglione Feltre, sopravvive all'interno della Brigata Alpina Julia.
 
La Brigata Cadore diede fondamentali aiuti, arrivando per prima a soccorrere le popolazioni colpite dal disastro del Vajont (1963), nei pressi di Longarone. In quest'occasione il 6° e 7° reggimento si guadagnarono la Medaglia d'Oro al Valor Civile.
 
Anche nel 1966, a seguito delle alluvioni, la Brigata arrivò nuovamente in soccorso alle popolazioni colpite.
 
Nel 1975 a seguito della ristrutturazione dell'Esercito, la brigata fu strutturata con:
 
3 Battaglioni Alpini
Feltre
Pieve di Cadore
Belluno;
2 Gruppi di Artiglieria da Montagna:
Lanzo
Agordo
1 Battaglione logistico;
1 Reparto Comando e trasmissioni;
una Compagnia Genio Pionieri;
una Compagnia controcarri.
La dislocazione della brigata era soprattutto nella regione del Cadore, ovvero a Belluno, Tai di Cadore, Pieve di Cadore, Santo Stefano di Cadore, Feltre, Bassano del Grappa e Arabba, dove c'era la base logistica.
 
Ancora nel 1976 la brigata andò in aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto in friuli, aiutandonle anche nella ricostruzione delle strutture. Nuovamente nel 1980 in aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto in Irpinia e Lucania. E nel 1985 va in aiuto della popolazione in val di Stava, dopo la catastrofe della Val di Stava, causata da un cedimento dell'invaso minerario.
 
Nel 1991 ci fu un'altra ristrutturazione dell'organico dell'Esercito Italiano: alcuni gruppi come l'Agordo e la compagnia controcarri furono sciolti, mentre rinaquero il 7° reggimento alpini con base "Feltre", il 12° reggimento Alpini su base "Pieve di Cadore", il 6° reggimento Artiglieria su base "Lanzo" e il 16° reggimento Alpini su base "Belluno").
 
Assieme all'inizio della prima guerra in Iraq, la Brigata aiutò accogliendo in Puglia, a Strigno e a Pieve di Cadore i profughi albanesi, croati e bosniaci.
 
Nel 1992 aiutò le popolazioni sotto minaccia dalla frana di Lamosano, e successivamente nel 1994 aiutò la popolazione colpita dall'alluvione in Piemonte.
 
La brigata inoltre partecipò alle operazioni "Vespri Siciliani", "Riace" e "Forza Paris" nel meridione.
 
La brigata fu sciolta il 31 gennaio 1997, con una cerimonia in piazza dei Martiri a Belluno.
 
Anche questa brigata, come molte altre aveva una sua fanfara ed un coro. Oggi sono stati ricostituiti sia la Fanfara che il Coro Brigata Cadore, i cui componenti sono alpini in congedo che durante il servizio di leva hanno fatto parte delle relative formazioni in armi.
 
 
La data di nascita della brigata può essere fatta risalire ufficialmente all'aprile del 1953, a seguito della ristrutturazione dell'Esercito dopo la II guerra mondiale.
 
In realtà i Reggimenti e i Battaglioni che componevano la brigata Cadore appartenevano già ai primi gruppi creati nel 1872 (ad esempio a Pieve di Cadore, la 14° Compagnia Alpina), che discendono a lor volta dalle Milizie Cadorine, che avevano combattuto contro gli austriaci nel Cadore nel 1848 al comando di Pier Fortunato Calvi.
 
Quando il 1 luglio 1953, si iniziarono a ricostituire le Grandi Unità Alpine, a Belluno si formò la Brigata Alpina Cadore, comandata dal generale Carlo Ravnich, l' 11 aprile successivo si effettuò invece la presentazione ufficiale.
 
Pian piano la brigata iniziava a prendere forma. Dell'unità facevano parte:
*7° Reggimento Alpini (appartenente prima alla Divisione Pusteria),
* 6° Reggimento Artiglieria da Montagna (appartenente prima alla Divisione alpina "Alpi Graie"),basato su quattro Compagnie
* Plotone Comando e trasmissioni (divenne successivamente Quartier Generale)
* Compagnia Genio Pionieri,
* Compagnia Trasmissioni,
* Compagnia genio guastatori,
* Compagnia controcarri,
* reparti di supporto logistico, divenuto nel 1956 Raggruppamento Servizi.
*successivamente anche un plotone paracadutisti e la Sezione Aerei Leggeri (S.A.L.).
*dal 1962, si aggiunse la 7° compagnia mortai (all'interno del 7° Alpini).
 
Il 6° reggimento artiglieria fu costituito nel 1942, e ne facevano parte i gruppi Lanzo, Pieve di Cadore ed Agordo, di cui facevano parte 3 batterie per ciascuno. Il gruppo lanzo prese poi in custodia la bandiera del 6° Reggimento Artiglieria da Montagna.
 
 
Il 7° reggimento, è stato il più decorato tra i reggimenti alpini, con 8 Ordini militari d'Italia, 12 medaglie alla Bandiera e 1182 medaglie individuali. Ne facevano parte i battaglioni Feltre, Cadore e Belluno, quelli storici del 1887.
Dopo lo scioglimento della Cadore, questo reggimento, diventato il Battaglione Feltre, sopravvive all'interno della Brigata Alpina Julia.
 
La Brigata Cadore diede fondamentali aiuti, arrivando per prima a soccorrere le popolazioni colpite dal disastro del Vajont (1963), nei pressi di Longarone. In quest'occasione il 6° e 7° reggimento si guadagnarono la Medaglia d'Oro al Valor Civile.
 
Anche nel 1966, a seguito delle alluvioni, la Brigata arrivò nuovamente in soccorso alle popolazioni colpite.
 
Nel 1975 a seguito della ristrutturazione dell'Esercito, la brigata fu strutturata con:
* 3 Battaglioni Alpini
** Feltre
** Pieve di Cadore
** Belluno;
*2 Gruppi di Artiglieria da Montagna:
** Lanzo
** Agordo
*1 Battaglione logistico;
* 1 Reparto Comando e trasmissioni;
*una Compagnia Genio Pionieri;
*una Compagnia controcarri.
 
 
 
La Brigata Alpina Taurinense dipende dal Comando Truppe Alpine dell'Esercito italiano. Ha sede a Torino.
Discende dal I Raggruppamento Alpino, costituito in Torino in forza della legge 7 gennaio 1923.
 
L'ordinamento 11 marzo 1926 determina la costituzione della 1^ Brigata Alpina nella quale sono inseriti i Reggimenti 1°, 2°, 3° e 4° Alpini e 1° Artiglieria da Montagna. Nell'ottobre 1934 il comando della Brigata assume la denominazione di Comando Superiore Alpino, cui nel dicembre dello stesso anno è attribuito l'appellativo di "Taurinense" e l'indicazione numerica di 1°. Il 10 settembre dell'anno successivo viene formata la Divisione Alpina "Taurinense" (1^) strutturata su 3° e 4° Reggimento Alpini e 1° Reggimento Artiglieria Alpina. La Divisione opera inizialmente alla fronte occidentale alpina, quindi resta in Italia e nel 1942 viene dislocata in Montenegro (Jugoslavia) dove opera nel biennio 1942-43. Sciolta in Montenegro, per eventi bellici, nel dicembre dell'anno 1943, i superstiti sono inquadrati nella Divisione Italiana Partigiana "Garibaldi".
 
Ricostituita a Torino il 15 aprile 1952, la Brigata Alpina "Taurinense" ha in organico i Reggimenti 4° Alpini e 1° Artiglieria da Montagna, una Compagnia Mista Genio (che si scinde poi in Compagnia Genio Pionieri e Compagnia Collegamenti) ed un Plotone Comando. Alcuni reparti operativi della Brigata danno vita con aliquote di personale e mezzi, ad un contigente a disposizione della Forza Mobile delle Forze Alleate in Europa, che partecipa periodicamente a particolari attività addestrative al fianco di altre unità NATO, con la denominazione di "Gruppo Tattico Aviotrasportabile".
 
Con la ristrutturazione dell'Esercito, il 1° ottobre 1975 l'organico della grande unità è modificato e comprende: Reparto Comando e Trasmissioni, Battaglioni Alpini "Susa" (erede del 3° Reggimento) e "Saluzzo" (erede del 2° Reggimento), Gruppi Artiglieria da Montagna "Aosta" (erede del 1° Reggimento) e "Pinerolo" (erede del 4° Reggimento), una Compagnia Controcarri, una Compagnia Genio Pionieri, il Raggruppamento Servizi che sciolto il 1° dicembre 1975 è sostituito dal Battaglione Logistico "Taurinense". Dispone inoltre del Battaglione Alpini "Mondovì" (già Battaglione Addestramento Reclute "Cuneense") quale reparto addestrativo, e di un Reparto Aviazione Leggera (RAL). Quest'ultima unità, costituita nel 1958, il 31 gennaio 1976 diviene 4° Squadrone Elicotteri da Ricognizione ed è trasferito al 4° Raggruppamento Aviazione Leggera dell'Esercito "Altair" di Bolzano.
 
Dal 1° giugno 1978 la Brigata assume alle dipendenze un Reparto di Sanità Aviotrasportabile che trae origine dal disciolto 101° ospedale da campo del Battaglione Logistico. Il Reparto è in grado di essere prontamente impiegabile in caso di calamità naturali e può inoltre costituire unità sanitarie sia per la Brigata sia per i reparti della Forza Mobile Alleata del Centro Europa.
 
Il contingente a disposizione della Forza Mobile delle Forze Alleate in Europa, dal 1° gennaio 1986 assume la denominazione di "Cuneense" e nel suo organico sono inseriti reparti delle varie Armi e dei Servizi. Sempre nel 1986, dal 30 settembre la Compagnia Genio Pionieri diviene Compagnia Genio Guastatori.
 
Modifiche organiche hanno luogo a partire dal 1991 in vista di un nuovo ordinamento per la Forza Armata: il 23 marzo viene soppresso il Gruppo Artiglieria da Montagna "Pinerolo" ed il 14 settembre il Gruppo "taurinense" assume, in via sperimentale, una nuova configurazione ed il nome di Reggimento Artiglieria da Montagna "taurinense"; la trasformazione viene sancita in data 19 settembre 1992 con la ricostituzione del 1° Reggimento Artiglieria da Montagna.
 
Nel 1992 viene ricostituito il 1° agosto il 2° Reggimento Alpini (base Battaglione "Saluzzo") mentre nello stesso mese è soppressa la Compagnia Controcarri; infine il 23 ottobre 1993 è nuovamente in vita il 3° Reggimento Alpini (base Battaglione "Susa") e la Brigata comprende: Reparto Comando e Supporti Tattici; Reggimenti Alpini 2° e 3°; 1° Reggimenti Artiglieria da Montagna; Battaglione "Mondovì"; Battaglione Logistico "Taurinense".
 
Oggi la Grande Unità allinea 2°, 3° e 9° reggimento alpini, il Reggimento "Nizza Cavalleria" (1°), il 1° reggimento artiglieria terrestre (da montagna), il 32° battaglione genio guastatori ed il Reparto Comando e Supporti Tattici.
 
 
== Reparti ==
Attualmente la Brigata Alpina ''Taurinense'' è composta da:
*[[Immagine:CoA mil ITA btg log taurinense.png|25px]] Reparto Comando e Supporti Tattici
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt alpini 002.png|25px]] 2° Reggimento (Btg. Saluzzo) Alpini di Cuneo con 21 Bv206S e 26 Puma 6x6
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt alpini 003.png|25px]] 3° Reggimento (Btg. Susa) Alpini di Pinerolo (TO) con 21 Bv206S e 26 Puma 6x6
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt alpini 009.png|25px]] 9° Reggimento (Btg. L'Aquila) Alpini dell'L'Aquila|Aquila con 21 Bv206S e 26 Puma 6x6
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt cavalleria 01.png|25px]] Reggimento “Nizza Cavalleria” (1°) di Pinerolo (TO)
*[[Immagine:CoA 1 Artimon Rgt.svg|25px]] 1° Reggimento Artiglieria terrestre (Gruppo Aosta) (alpini) di Fossano (CN) con 24 FH-70
*[[Immagine:CoA mil ITA rgt genio 32.png|20px]] 32° Reggimento Genio Guastatori (30° Battaglione) Alpini di Torino
 
 
 
 
 
Il 6° reggimento alpini è stato negli ultimi anni riorganizzato e ha come compito di gestire le aree addestrative del Trentino-Alto Adige, oltre ad occuparsi delle attività d'istruzione, e della sperimentazione del Comando Truppe Alpine.
 
Le sedi del 6° Reggimento Alpini sono a Dobbiaco presso la caserma "Piave", a San Candido presso la caserma "Cantore" e a Brunico, presso la Caserma "Lugramani".
 
Il reggimento gestisce alcune aree addestrative, tra cui alcune ex-polveriere, dove il personale alpino viene continuamente addestrato. Alcune di queste aree addestrative si trovano presso le ex-polveriere di Villabassa e del Passo Cimabanche.
 
 
 
 
 
 
Il 4º Reggimento Alpini Paracadutisti Monte Cervino è un reparto dell'Esercito Italiano di stanza a Bolzano. È un unità di "Forze per Operazioni Speciali" (FOS), ovvero un'unità di élite simile alle unità FS (Forze speciali).
 
Costituito esclusivamente da personale volontario, i suoi componenti sono tutti qualificati come ranger dopo un lungo ed intenso corso di formazione; la loro prerogativa è soprattutto quella di essere paracadutisti in montagna, unendo il meglio delle competenze operative delle due specialità Alpini e Paracadutisti; ne derivano spiccate capacità di LRRP (ricognizione a lungo raggio), elevata mobilità in contesti artici/montani, ottime capacità esploranti (by stealth) e di acquisizione obbiettivi; sono pertanto frequentemente impiegati in aree di crisi (soprattutto - ma non solo - in territori montani). Dipende direttamente dal Comando Truppe Alpine (COMALP) di Bolzano.
 
 
Il Reggimento Alpini Monte Cervino viene costituito nell'inverno del 1915.
 
Fu ricostituito ed aggiornato nel 1940, fu inviato in albania e nel 1941 fu impiegato in Russia, dove ottenne alte ricompense militari per aver mantenuto a lungo le posizioni assegnate. Gli uomini del Monte Cervino furono soprannominati dai russi "satanas bieli" (diavoli bianchi) per aver dimostrato intrepido coraggio in battaglia. In Russia il Reggimento fu annientato piu' volte, per essere poi ricostituito subito dopo. Fu sciolto definitivamente nel 1943 e ricostituito nel 1964, prima come Compagnia Alpini Paracadutisti, poi come Battaglione Monte Cervino (dal 1966), fino alla significativa ed attuale ristrutturazione in Reggimento "Ranger" nel 2004.
 
In tempi recenti, il reparto ha partecipato attivamente a molteplici missioni in cui ha avuto numerosi scontri a fuoco, sia in Iraq che in Afghanistan. Quando era ancora "Compagnia Alpini Paracadutisti" partecipò alla missione in Mozambico nel 1994. Divenuto poi Battaglione, ha operato in Bosnia nel 1996 e nel 2000, ed in Afghanistan (nel 2002 sotto comando ISAF e nel 2003 all'interno di Enduring Freedom), a NIBBIO 1 e 2.
 
Come Reggimento e' stato impiegato in Iraq dal 2004 al 2006.
 
In Afghanistan, ha a Kabul dal 2005 un Distaccamento che opera come pedina di forze speciali; pedine del Reggimento sono ad Herat dal 2006, ed operano anche nel sud del paese[citazione necessaria]. Ha anche un Distaccamento Operativo in Libano.
 
In molte missioni opera al fianco di altre forze speciali italiane ed estere, rimanendo comunque spesso, volutamente, nell'anonimato.
 
Ha molti quadri che prendono anche il brevetto Ranger in USA o che conseguono la qualifica Forze Speciali spagnola. Il Reggimento esegue molti scambi addestrativi con reparti speciali di vari paesi, tra i quali reparti F.S. statunitensi, belgi, algerini e giordani.
 
 
Principale armamento: Colt M4, M203,
Mk19
MP 5, in varie configurazioni
M4 super 90
Barrett M85 e M95
Accuracy International
H&K G3SG\1
Minimi / versione truppe aerotrasportate
Steyr AUG
H&K 69 da 40 mm
Le selezioni sono quelle tipiche delle forze speciali; tutti gli allievi idonei, dopo un periodo di pre-addestramento al reparto e di conseguimento della qualifica di paracadutismo militare, vengono inseriti nel corso di sei mesi che viene svolto nella scuola delle forze speciali.
 
Superato il corso gli aspiranti conseguiranno la specializzazione al reparto, che comprende fasi in montagna sia d'inverno che in estate, una fase anfibia, una di sopravvivenza e resistenza agli interrogatori (SERE), esplosivi, combattimento nei centri abitati, CLS (Combat Life Saver) ed altre discipline proprie delle forze speciali.
 
I più idonei e motivati raggiungono, in seguito, la qualifica di istruttori di alpinismo e sci, tiro, tiratore scelto.
 
Il reggimento ha partecipato ad una operazione particolarmente importante al confine tra Afghanistan e Pakistan. La Task Force Nibbio ha partecipato ad una operazione a fianco delle truppe statunitensi con l'obiettivo di circondare la zona di operazione delle truppe di assalto al fine di evitare "fuoriuscite di elementi nemici", assistere i villaggi nei momenti successivi all'operazione centrale e promuovere tra la popolazione un'immagine positiva e fiducia nell'esercito afghano. L'attacco condotto all'epoca è stato di successo e mirava a colpire le basi logistiche e di reclutamento di centri terroristici al confine col Pakistan. La fase di pianificazione di questa missione è stata lunga e delicata per scegliere con cura gli elementi che avrebbero dovuto prendervi parte. Nell'ambito della missione spiccano tra gli altri i ranger del 4º rgt Alpini paracadutisti "Monte Cervino". L'eliassalto viene compiuto con 2 elicotteri AH 64 (Apache), 8 elicotteri da trasporto, 4 UH 60 (Black Hawk) ed infine 4 CH 47 (Chinook). I ranger del suddetto reggimento hanno da allora effettuato attività di pattugliamento e posti di blocco; tutti gli obiettivi sono stati raggiunti e la nostra Task Force è riuscita ad integrarsi perfettamente con le truppe americane. L'ultimo rientro delle squadre del reggimento dalle zone di operazione è avvenuto nell'Aprile 2008.
 
 
 
 
La '''Brigata Alpina ''Orobica''''' era una delle brigate alpine dell'Esercito italiano, con sede a Merano e schierata nell'Alto Adige occidentale.
 
I soldati della Brigata Orobica venivano reclutati nei distretti dell'Italia del nord-ovest, ovvero a Bergamo, Brescia e Varese. In totale la brigata contava 3.000 uomini.
 
 
 
Verso la fine del 1962 la brigata subì un primo restauro:
* il 5° reggimento alpini con i battaglioni ''Morbegno'', ''Tirano'', ''Edolo'' e la 5° compagnia mortai;
*il 5° reggimento artiglieria da montagna con i gruppi ''Bergamo'', ''Sondrio'' e ''Vestone'';
*il ''comando delle unità dei servizi'';
*il ''plotone paracadutisti'';
*il ''Reparto Aviazione Leggera'' (RAL).
 
Nel 1964 affluiscono i vari plotoni paracadutisti delle diverse brigate, nel IV Corpo d’armata.
 
Nel 1967 si costituisce il ''Comando raggruppamento servizi'' in sostituzione del ''comando delle unità dei servizi''.
 
Tra gli anni 1968 e '77, i battaglioni ''Tirano'' e ''Morbegno'' furono impiegati per sorvegliare la tratta di ferrovia tra Firenze e Bologna.
Nel 1975 ci fu una riforma, che portò ad una diversa composizione della brigata:
* Comando Brigata;
* Reparto Comando e Trasmissioni;
* Battaglioni alpini ''Morbegno'' e ''Tirano'';
* Battaglione alpini d’arresto ''Val Chiese'';
* Battaglione addestramento reclute ''Edolo'';
* Gruppo d'artiglieria da montagna ''Bergamo'' e ''Sondrio'';
* Compagnia genio pionieri;
* Compagnia controcarro;
* Battaglione Logistico;
 
 
 
Nel 1979 il ''Val Chiese'' è stato disciolto.
 
A seguito del terremoto in Irpinia del 1980, i battaglioni ''Morbegno'' e ''Tirano'' furono mandati per aiutare le popolazioni colpite.
All'inizio degli anni novanta iniziò la fine della brigata, con il scioglimento del battaglione ''Tirano'' il 26 marzo 1991, e quindi lo scioglimento della brigata orobica il 27 luglio 1991.
 
Gli altri reparti sono sopravissuti, come il gruppo ''Bergamo'', il battaglione alpini ''Morbegno'' e il battaglione addestramento reclute ''Edolo'', che passarono sotto il comando della brigata alpina Tridentina.
 
Il battaglione ''Morbegno'' fu invece reintegrato nel 5° reggimento alpini della Brigata Tridentina nel 1995.
 
Il battaglione ''Edolo'', diventò invece il 18° RAR ''Edolo'' nel 1997, dipendente direttamente dal Comando Truppe Alpine.
 
Reparti:
battaglioni alpini
* ''Morbegno'', con sede a Vipiteno
* ''Tirano'', con sede a Malles
* ''Edolo'', con sede a Merano
* ''Val Chiese'', con sede a Vipiteno
 
Gruppi d'artiglieria da montagna
* ''Bergamo'', con sede a Silandro
· ''Sondrio'', con sede a Vipiteno
·
Altri Reparti:
* ''reparto comando e trasmissioni'', con sede a
* ''battaglione logistico'', con sede a Merano
* ''compagnia controcarri'', con sede a Merano
* ''compagnia genio pionieri'', con sede a Merano
* ''plotone carabinieri'', con sede a Merano
 
 
 
 
 
 
L''''Arma delle Trasmissioni''' è una delle più giovani dell'Esercito Italiano, ed è anche uno dei fondamenti dell'Esercito moderno.
Le Trasmissioni nate da una costola dell'arma del Genio erano in origine la specialità Telegrafisti, solo il 30 dicembre 1997 viene sancita la nascita dell'Arma come la conosciamo oggi.
Oggi è divisa in due specialità: Telematica e guerra elettronica; la Telematica si occupa dei collegamenti sia tattici che strategici e delle contromisure elettroniche, sia in patria che nei teatri operativi, Guerra Elettronica si occupa delle intercettazioni delle comunicazioni nemiche e del disturbo delle stesse.
L'efficienza delle trasmissioni si è resa sempre più necessaria per il collegamento dei reparti e per la riuscita dei disegni operativi.
 
Il regio decreto del 12 settembre 1860, approvando le ''Norme provvisorie del servizio dei telegrafi presso l'Armata'', sanzionò la nascita delle '''Trasmissioni nell'Esercito Italiano'''. I trasmettitori vennero inquadrati come specialità nell'Arma del Genio. Si ebbero così quattro specialità:
* Telegrafisti
* Telefonisti
* Fototelegrafisti
* Radiotelegrafisti.
 
L'avvento della radio ha reso più efficace l'azione di comando a distanza che consente tempestività di intervento delle unità, adeguamento della manovra alla situazione operativa: ciò ha determinato una sempre maggiore intensificazione dei collegamenti tanto che i reparti Trasmissioni, fino al 1997 inquadrati nell'Arma del Genio, sono assurti a vita e ordinamento autonomi.
 
Viene curato particolarmente l'addestramento di truppa ad elevata efficienza tecnica e si rinnovano continuamente materiali ed attrezzature.
 
* Brigata Trasmissioni (NRDC-IT)
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 01.png|20px]] 1º Reggimento Trasmissioni
* Brigata Trasmissioni Supporto Nazionale
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 03.png|20px]] [[3º Reggimento Trasmissioni]]
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 32.png|20px]] 32º Reggimento Trasmissioni
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 46.png|20px]] 46º Reggimento Trasmissioni
* Brigata Trasmissioni Supporto alla Manovra
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 02.png|20px]] 2º Reggimento Trasmissioni
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 07.png|20px]] 7º Reggimento trasmissioni
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 11.png|20px]] 11º Reggimento Trasmissioni
** 232º Reggimento Trasmissioni
* [[Brigata RISTA - EW]] (unità di [[guerra elettronica]])
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt guelt 33.png|20px]] 33º Reggimento IEW "''Falzarego''"
** [[Immagine:CoA mil ITA rgt cotie 041.png|20px]] 41° reggimento "''Cordenons''" (SORAO)
** 13º Battaglione "''Aquileia''" (HUMINT)
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 44.png|20px]] 44º Reggimento sostegno TLC
* [[Immagine:CoA mil ITA rgt trasmissioni 184.png|20px]] 184º Reggimento sostegno TLC
* [[Immagine:CoA mil ITA scuola trasmissioni.png|20px]] Scuola delle Trasmissioni e Informatica (Con sede a Roma, Città Militare Cecchignola)
 
 
 
 
3° Reggimento Trasmissioni.
 
*Il Battaglione "Lanciano" ha sede nel Comando di Reggimento, a Roma.
*Il Battaglione Trasmissioni Abetone è il continuatore della storia del 43º Reggimento Trasmissioni "ABETONE" ed ha sede in Firenze.
*Il Battaglione "Gennargentu", che eredita la storia del 47º Battaglione Trasmissioni "Gennargentu" ha sede in Cagliari, nella Caserma Riva Villasanta.
 
Il Reggimento non ha partecipato direttamente, ma fornendo personale specializzato e qualificato, alle missioni militari internazionale dalla ISAF in Afganistan, Kfor in Kosovo, SFOR e ALTHEA (Missione Unione Europea) in Bosnia e Antica Babilonia in Iraq, Libano, riuscendo a sopperire alle carenze di personale altamente qualificato dei Reggimenti 11º, 7º, 1º e 2º, 232º.
Nel 2004-2005 è stato impegnato direttamente nella missione in Kossovo Joint Guardian, costituendo una Centro sistemi C4 presso la Task Force C4 di Villaggio Italia, nella sede di Belo Polje ( Kossovo).
 
È considerato il Reggimento delle trasmissioni più anziano d'Italia e l'unico avente alle dipendenze tre battaglioni.
 
 
 
 
[[Immagine:Fregio fanteria.svg|thumb|110px|Fregio dell'Arma di Fanteria dell'Esercito Italiano (usato per la Fanteria di Linea)]]
La data ufficiale della nascita dell''''Arma di Fanteria''' può farsi coincidere con quella della costituzione dell'Esercito Italiano (4 maggio 1861).
 
Sin dalla Prima guerra mondiale essa ha costituito la massa d'urto delle Forze Armate ed il nucleo fondamentale dell'Esercito.
 
Durante e dopo tale conflitto essa è divenuta più mobile, più efficiente e più tecnica.
 
Complessivamente, dalle guerre di indipendenza ai giorni nostri la Fanteria ha avuto circa 900.000 Caduti.
 
L'arma di Fanteria comprende le specialità di:
* Granatieri
* Bersaglieri
* Alpini
* Paracadutisti
* Lagunari
 
Dal 1927 al 1999 i carristi hanno fatto parte dell'arma di fanteria, oggi sono inquadrati nell' Arma di Cavalleria.
 
=== Reparti di linea ===
Tradizionalmente i reggimenti di fanteria di linea sono sempre stati creati a coppie e gli è stato assegnato un nome inerente il nome di una città, attualmente esistono due brigate e 17 reggimenti (di questi 8 sono inquadrati nelle unità operative e nove nell'addestramento dei volontari):
 
*Brigata Meccanizzata "Aosta", di cu i fa parte:
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 005.png|20px]] 5º reggimento fanteria "Aosta"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 062.png|20px]] 62º reggimento fanteria "Sicilia"
*[[Brigata Sassari|Brigata Meccanizzata "Sassari"]], di cui fa parte:
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 151.png|20px]] 151º reggimento fanteria "Sassari"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 152.png|20px]] 152º reggimento fanteria "Sassari"
 
*Divise in diverse brigate sono:
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 009.png|20px]] 9º reggimento fanteria "Bari"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 028.png|20px]] 28º reggimento "Pavia"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 066.png|20px]] 66º reggimento fanteria "Trieste"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 082.png|20px]] [[Reggimento Fanteria "Torino"|82º reggimento fanteria "Torino"]]
 
*Facenti parte del Raggruppamento Unità Addestrative:
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 017.png|20px]] 17º reggimento "Acqui"
**[[Immagine:CoA mil ITA btg fanteria 047.png|20px]] 47º reggimento "Ferrara"
**[[Immagine:CoA mil ITA btg fanteria 057.png|20px]] 57º battaglione "Abruzzi"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 080.png|20px]] 80º reggimento "Roma"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 085.png|20px]] 85º reggimento "Verona"
**[[Immagine:CoA mil ITA btg fanteria 091.png|20px]] 91º battaglione "Lucania"
**[[Immagine:CoA mil ITA rgt fanteria 235.png|20px]] 235º reggimento "Piceno"
 
La formazione d'arma è curata dalla [[Scuola di Fanteria]] ([[Cesano (Roma)|Cesano di Roma]]) il cui comandante assume il titolo di Ispettore per l'Arma di Fanteria.
 
 
 
 
Il 1º Battaglione Paracadutisti prese vita il 1º luglio 1940 da un gruppo completamente formato da militari italiani volontari provenienti da varie specialità. Successivamente, per motivi di precedenza, il 15 luglio 1940 viene denominato 2º Battaglione Paracadutisti in conseguenza della costituzione del 1º Battaglione Carabinieri Paracadutisti.
 
Il 2º Btg. nove mesi più tardi, 30 aprile 1941, effettua il primo lancio di guerra della nuova specialità sull'isola greca di Cefalonia. Il 2º Btg. dà vita assieme al 4º e 9º Btg., al 187º Reggimento Paracadutisti. Sul fronte di El Alamein il 187º Rgt. Par. è schierato in primo scaglione a sinistra del dispositivo della Divisione Folgore. Nel corso della battaglia gli uomini del 187º Rgt. Par. si immolavano in sublime emulazione di eroismo con l'intera Divisione, che rimaneva con trecento superstiti tra ufficiali, sottufficiali e truppa, alimentando così il mito dei "leoni della Folgore".
 
Per i fatti d'arme di El Alamein è stata conferita alla Bandiera del 187º Par. Folgore la medaglia d'Oro al valor militare.
 
Dopo gli eventi della seconda guerra mondiale, nel 1963 il risorto 2º Battaglione, (denominato Tarquinia in onore della città dove era stata istituita nel 1940 la prima scuola in territorio italiano di paracadutismo), viene formato dalle Compagnie 4º, 5º, 6º e dalla Compagnia Comando e Servizi.
 
Nell'aprile 1976 il 2º Btg riceve la bandiera di guerra del 187º Rgt. Par. e nel 1992 viene elevato a rango di reggimento assumendo la numerazione attuale.
 
Il 2º Btg. prima ed il 187º Rgt. dopo hanno partecipato a tutte le operazioni fuori area che hanno visto impegnata l'Italia.
 
 
 
 
 
Il 183º Reggimento Paracadutisti "Nembo" viene costituito a Firenze l'11 gennaio 1943 e sotto la stessa data entra a far parte della Divisione Nembo.
 
Inquadrato nella seconda divisione Paracadutisti italiana (la Nembo), viene trasferito in Sardegna nel maggio 1943 e vi rimane fino al maggio successivo; alle dipendenze del Corpo Italiano di Liberazione, prende poi parte alle azioni di guerra di Abbadia di Fiastra (giugno 1944) e Filottrano (luglio 1944).
 
Sciolta la Divisione Nembo, il 24 settembre 1944 viene costituito il Gruppo di Combattimento Folgore che inquadra il 183º Reggimento paracadutisti che combatte valorosamente a Tossignano e Grizzano. Nel marzo 1945 dal Reggimento vengono tratti un centinaio tra ufficiali, sottufficiali e paracadutisti (tutti volontari), che, inquadrati nella "Centuria Nembo", partecipano all'operazione Harring lanciandosi da aerei americani nella notte del 20 aprile 1945 sulle forze tedesche in ritirata nella zona di Poggio Rusco. Terminato il secondo conflitto mondiale, il 1º ottobre 1948 in ottemperanza al trattato di pace che impediva all'Italia la possibilità di avere all'interno del proprio esercito truppe aviolanciabili, il Reggimento Paracadutisti Nembo viene trasformato in 183º Reggimento Fanteria Nembo, rimanendo tale fino alla ristrutturazione dell'Esercito Italiano nel 1975, quando viene ridotto a livello ordinativo di battaglione. Nel 1991 il 183º Btg. f. Nembo viene sciolto e la bandiera di guerra è assegnata al ricostituito 183º Btg. Par. Nembo che, trasferito a Pistoia, viene organicamente inquadrato nella Brigata Paracadutisti Folgore.
 
Il 23 aprile 1993, il battaglione è elevato a rango di reggimento e assume l'attuale denominazione.
 
 
 
 
 
Il 121º Reggimento fanteria fu costituito nella Brigata "Macerata" nel marzo 1915 e dunque partecipò fin da subito alla Prima guerra mondiale sul Carso e sul Piave. Venne smobilitato al termine del conflitto il 24 novembre 1919.
 
Con la seconda guerra mondiale, il reparto venne ricostituito (15 ottobre 1941) a Forlì come 121º Reggimento fanteria "Macerata", dal deposito dell'11º Fanteria. Inquadrato nella Divisione di fanteria "Macerata", destinata a un impiego di presidio in Slovenia e in Istria, venne nuovamente sciolto il 12 settembre 1943 a Fiume, in seguito agli eventi successivi all'8 settembre 1943.
 
Il 121º Reggimento "Macerata" ha ripreso vita il 17 settembre 1992, formato da un battaglione del 28º Pavia e ha svolto compiti addestrativi.
 
Si è sciolto nel 2000.
 
 
 
Il 1º Battaglione Paracadutisti prese vita il 1º luglio 1940 da un gruppo completamente formato da militari italiani volontari provenienti da varie specialità. Successivamente, per motivi di precedenza, il 15 luglio 1940 viene denominato 2º Battaglione Paracadutisti in conseguenza della costituzione del 1º Battaglione Carabinieri Paracadutisti.
 
Per i fatti d'arme di El Alamein è stata conferita alla Bandiera del 187º Par. Folgore la medaglia d'Oro al valor militare.
 
Dopo gli eventi della seconda guerra mondiale, nel 1963 il risorto 2º Battaglione, (denominato Tarquinia in onore della città dove era stata istituita nel 1940 la prima scuola in territorio italiano di paracadutismo), viene formato dalle Compagnie 4º, 5º, 6º e dalla Compagnia Comando e Servizi.
 
Nell'aprile 1976 il 2º Btg riceve la bandiera di guerra del 187º Rgt. Par. e nel 1992 viene elevato a rango di reggimento assumendo la numerazione attuale.
 
Il 2º Btg. prima ed il 187º Rgt. dopo hanno partecipato a tutte le operazioni fuori area che hanno visto impegnata l'Italia.
 
 
 
 
 
 
 
Attualmente la Folgore è una Brigata, con 6 Reggimenti, con sede a Livorno e di stanza a Livorno, Pistoia, Siena, Pisa e Legnago (VR).
 
È costituita da tre Reggimenti d'arma base (183º, 186º e 187º), un Reggimento d'Assalto (il 9º Col Moschin), un Reggimento Acquisizione Obiettivi (185º), un Reggimento Genio Guastatori (8º) ed un Reparto Comando e Supporti Tattici, oltre al CEAPAR di Pisa (Centro Addestramento PARacadutismo, ex SMIPAR - Scuola MIlitare di Paracadutismo, a sua volta ex CAP).
 
Reggimenti esistenti:
 
*9º d'assalto Paracadutisti Col Moschin di Livorno, appartenente alle Forze Speciali
*183º Paracadutisti Nembo di Pistoia
*186º Paracadutisti Folgore di Siena
*187º Paracadutisti Folgore di Livorno
*185º Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione obiettivi Folgore di Livorno
*8º Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti Folgore di Legnago (VR)
 
 
Attualmente la scuola militare di paracadutismo (CEAPAR) si trova a Pisa.
 
Costituito in Pisa il 1º ottobre 1963 quale Quartier Generale della ricostituita Brigata Paracadutisti Folgore, assume la denominazione di Reparto Comando e Trasmissioni il 1º ottobre 1975. La Compagnia Trasmissioni che ne fa parte dal settembre 1977 ha ereditato le tradizioni della 185ª Compagnia genio collegamenti della Divisione Folgore. Dal 1º gennaio 1994 ingloba a sé la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti Folgore, assumendo così la denominazione attuale di Reparto Comando e Supporti Tattici. Il Reparto, inquadrato nella Brigata Paracadutisti Folgore è un'unità di supporto fondamentale destinata, al sostegno logistico ed alla sicurezza del Comando Brigata, alla gestione del sistema di trasmissioni dell'intera Brigata, a soddisfare le esigenze di mobilità e contromobilità delle varie unità che compongono la Grande Unità Elementare. Ha partecipato a tutte le operazioni "fuori area" nelle quali è stato presente il Comando Brigata Paracadutisti Folgore.
 
 
 
La 183ª Divisione Paracadutisti Nembo venne costituita nel 1943 come seconda Divisione Paracadutisti con l'impiego di nuovi reparti e del 185º Reggimento della Folgore. La Nembo fu inviata alla vigilia dell'8 settembre 1943 in Sardegna dove sarà decimata dalla malaria. Reimpiegata salvo la 12/183ª, che aderì alla RSI, nella guerra di liberazione italiana trova la sua maggiore gloria nelle battaglie di Filottrano, Case Grizzano e nell'operazione Herring (queste ultime nel Gruppo di Combattimento Folgore, da essa costituito dopo la riconfigurazione della Divisione dovuta alle perdite subite).
 
Alla fine della seconda guerra mondiale il Nembo sarà utilizzato, come Reggimento prima e Battaglione poi, nell'Arma della Fanteria Meccanizzata, passando per le sedi di Belluno, Villa Vicentina, Cervignano del Friuli e Gradisca d'Isonzo. In quest'ultima sede rimarrà fino al 1991, anno in cui si ricostituì il 183º Battaglione Paracadutisti Nembo, inquadrato questa volta nella Brigata Paracadutisti Folgore. La Folgore stessa era stata ricostituita negli anni sessanta con istruttori provenienti proprio dal Nembo, inquadrato all'epoca nella Divisione Meccanizzata Folgore di Treviso.
 
Nel 1993 è promosso al rango di Reggimento, mentre dal 1991 a seguire ha partecipato a tutte le missioni internazionali che hanno visto impiegati l'Italia ed i paracadutisti.
 
 
 
Il 185º Reggimento è inquadrato nella Brigata Paracadutisti Folgore, che è responsabile dell'addestramento ed approntamento dell'unità, ma dipende, sul piano tecnico-funzionale e quindi per l'impiego sul terreno, dal Comando Operazioni delle Forze Speciali (COFS), così come gli altri reparti del bacino FS/FOS dell'Esercito, il Gruppo Operativo Incursori (GOI) della Marina Militare, il Reparto Incursori dell'Aeronautica e per alcune funzioni anche il Gruppo di Intervento Speciale (GIS) dei Carabinieri. Precedentemente unità di Artiglieria Paracadutista, si configura attualmente come unità compresa nel "bacino" delle Forze per Operazioni Speciali dell'Esercito Italiano, dal momento che i suoi compiti principali sono divenuti la ricognizione, l'acquisizione obiettivi (entrambe svolte in territorio ostile) e la guida laser di ordigni "intelligenti" sganciati da vettori aerei. Il suo impiego, insomma, rientra nelle operazioni speciali relative alla funzione operativa dell'intelligence militare e al controllo del fuoco finalizzato all'ingaggio di obiettivi ad alta priorità.
 
Ufficiali, Sottufficiali e Truppa dell'unità sono reclutati per mezzo dei concorsi banditi dall'Esercito, ma è prevista la possibilità di alimentare l'unità anche con personale proveniente (a domanda e previo verifica dei requisiti psico-fisici) da altre unità dell'Esercito. Per poter conseguire l'abilitazione di "Acquisitore" è previsto un iter di addestramento molto impegnativo della durata di circa due anni (obbligatorio il conseguimento del brevetto militare di paracadutismo);
 
Il Reggimento è stato impegnato, con ottimi risultati, in Afghanistan e in Iraq (dove il Sergente Salvatore Marracino ed il Maggiore Nicola Ciardelli del Reggimento hanno perso tragicamente la vita), ottenendo anche il plauso degli alleati e delle Forze Armate Statunitensi.
 
 
 
La Brigata è stata impiegata in numerose missioni di peacekeeping negli anni recenti.
 
La prima fu la missione in Libano del 1982 (una delle prime missioni internazionali di pace).
Nel 1991 un Gruppo Tattico Paracadutisti fu in Kurdistan nel quadro della missione di soccorso umanitario "Italfor Airone".
Dal luglio 1992 la Brigata fornisce effettivi all'operazione "Vespri Siciliani" (Controllo territorio e difesa di obiettivi sensibili sul suolo nazionale).
La Folgore partecipa all'operazione "Restore Hope" (Italfor Ibis), in Somalia, dal 28 dicembre 1992 al 3 settembre 1993.
Aliquote della Brigata sono state impiegate più volte nei Balcani (Missioni IFOR/SFOR in Bosnia e KFOR in Kosovo), con la forza di pace FMP in Albania e nella Missione INTERFET a Timor Est. La Folgore partecipa dal mese luglio 2003 fino al febbraio 2004 alla missione Enduring Freedom in Afghanistan
La Folgore partecipa dal mese di Aprile 2005 al mese di Settembre 2005 all'Operazione Antica Babilonia in Iraq.
Nel mese di Aprile 2007 prende parte all'Operazione Leonte 2 in Libano, sotto egida dell'ONU (Risoluzione 1701), a seguito della Guerra tra Israele ed Hezbollah dell'estate del 2006.
 
Fecero scalpore la pubblicazione nel 1997 da parte del settimanale Panorama di alcune foto riguardanti le violenze subite da alcuni somali da parte dei Parà della Folgore (tra cui la foto di un civile con degli elettrodi posizionati sui genitali), riferite al 1993 e scattate nel campo di Johar, accompagnate dal resoconto di un Caporalmaggiore che lanciava accuse sull'intera gestione della missione. Al seguito di tale inchiesta venne aperta un'inchiesta presso la Procura di Livorno, ed una Commissione d'inchiesta governativa che sentì varie testimonianze. La Commissione, pur smentendo alcune accuse da parte dei civili somali, appurò che vi furono degli episodi di violenza da parte dei militari, e riconobbe alcune responsabilità dei comandi militari della missione.
 
 
 
 
Il 67° Reggimento fanteria "Legnano" fu costituita per il Regio Esercito il 1° agosto 1862 con il nome reggimento fanteria Palermo. Dopo aver partecipato alla Terza Guerra d'Indipendenza (1866), inviò i suoi reparti in Eritrea ed in Libia (colonie italiane, rispettivamente, dal 1890 e dal 1912 e fino al 1945). Nella Prima guerra mondiale il reggimento combatté nel Goriziano. Nel 1936 mobilitò i suoi uomini per la campagna d'Etiopia. Il 24 maggio 1939 il reggimento fanteria “Palermo” assunse la denominazione 67° reggimento fanteria "Legnano" (con il Comando nella caserma Cadorna a Legnano) e, con il 68° reggimento fanteria “Legnano” (con il comando a Como) e il 58° reggimento artiglieria, confluì nella 58ª Divisione Fanteria Legnano. Nella seconda guerra mondiale seguì la divisione Legnano, operando nel 1940 sul fronte francese e nel 1941 su quello greco-albanese. Nel 1942 fu inviato nuovamente in Francia e nei primi mesi del 1943 fu trasferito in Puglia.
 
All'8 settembre restò compatto con la Divisione. Nell’aprile del 1944 fu inserito nella II^ brigata del Corpo Italiano di Liberazione. Nel 1975 il reggimento è stato ridotto a 68° battaglione meccanizzato "Palermo". È stato definitivamente soppresso il 30 novembre 1989.
 
 
 
 
XLIII Battaglione Trasmissioni costituito il 01/10/1957 a Firenze
 
XLIII Battaglione Trasmissioni costituito con il personale ed i mezzi della 6ª e 7ª Compagnia territoriale, passato alla storia con il nome di 43º Battaglione Trasmissioni "Abetone" in seguito alla ristrutturazione delle Forze Armate del 1975.
 
La Bandiera di Guerra del 43º Reggimento Trasmissioni Con D.P.R. nº 846 del 12 novembre 1976, pubblicato sulla G.U. nº 339 del 22 dicembre '76, venne concessa al 43º Battaglione Trasmissioni ABETONE costituito a Firenze il 1º ottobre 1975 per trasformazione del preesistente XLIII Battaglione Trasmissioni dipendente dal Comando Trasmissione del VII C.M.T. della R. M. Tosco Emiliana, la Bandiera di Guerra.
 
Il 43º Battaglione Trasmissioni ABETONE perse la propria autonomia il 16 settembre 1993 e il giorno successivo venne inquadrato quale Battaglione Trasmissioni ABETONE nel 43º Reggimento Trasmissioni di nuova costituzione, a cui venne trasferita la Bandiera di Guerra del 43º Battaglione Trasmissioni ABETONE.
 
In seguito all'adozione del Nuovo Modello di Difesa il Comando del 43º Reggimento Trasmissioni è stato sciolto il 10 settembre 1998 e dal giorno successivo la sua Bandiera di Guerra è custodita a Roma nel Museo delle Bandiere presso l'Altare della Patria (Vittoriano).
 
Il Battaglione Trasmissioni ABETONE è transitato alle dipendenze del Comando del 3º Reggimento Trasmissioni di Roma.
 
Missioni e Soccorsi Il Battaglione ha preso parte, inoltre, ad alcuni importanti eventi di carattere nazionale ed internazionale quali i soccorsi e l'opera di ricostruzione in occasione dell'alluvione che colpì Firenze nel 1966 e il sisma che interessò l'Italia meridionale del 1980 o la spedizione italiano in Libano con la Forza Multinazionale del 1982, nel 1991 la Missione "Pellicano".
 
 
 
 
 
 
Il 62° Reggimento Fanteria "Sicilia" viene costituito il 16 aprile 1861 e subito inserito insieme al gemello 61°rgt. f."sicilia" nella brigata "Sicilia". Nato nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra d'indipendenza, il reggimento partecipa alla repressione del brigantaggio in Campania, dove guadagna la prima medaglia di bronzo al Valor militare (Castel Durazzano 1861). Nel 1866, durante la terza guerra di indipendenza, guadagna la prima medaglia d'argento al Valor militare (Primolano 21 e 22 luglio; Vigolo 23 luglio 1886). Nel 1870 partecipa alla campagna per la liberazione di Roma ed entra nella città dalla breccia di Porta Pia insieme ai Bersaglieri. Nel 1895-1896, con la 3ª compagnia, viene impiegato in Eritrea. Nel 1911-1912 viene impiegato nella guerra italo-turca, mentre in Libia concorre con la mobilazione dei reggimenti.
 
Combatte durante la prima guerra mondiale guadagnandosi la croce dell'Ordine militare d'Italia all'arma di fanteria. Nel 1926 viene assegnato alla VIII Brigata Fanteria. Dal 1° Aprile 1936 viene assegnato alla Divisione Motorizzata "Trento", dove partecipa alla seconda guerra mondiale. Nel 1936 il reggimento è in Libia e successivamente viene impiegato in Africa Orientale nella campagna Etiopica. Il reggimento partecipa a tutte le operazioni in Africa Settentrionale: dalla prima offensiva italo-tedesca per la conquista della Cirenaica (Sollum, Tobruk) alla sfortuna campagna di EL Alamein, alla quale partecipa schierato a difesa nel settore della Divisione Trento, immolandosi totalmente in una lotta durata 12 giorni (23 ottobre - 3 novembre 1942) nella zona più cruenta delle operazioni.
 
Il 1° ottobre 1975, a Catania, viene ricostituito il 62° battaglione fanteria "Sicilia" che eredita le tradizione del 62° reggimento f. Sicilia. Il 27 agosto 1992, con il concorso del personale del disciolto 62° battaglione carri, il reggimento si trasforma in 62° reggimento fanteria corazzata "Sicilia". Nel 1997 si trasforma in 62° reggimento Carri. Nel 2001 riviene nuovamente convertito in reggimento fanteria. Il reggimento partecipa alle operazioni svolte in teatro nazionale: Operazione Vespri siciliani -Operazione Domino. Il reggimento partecipa ad operazioni estere: il 15 marzo 2006, in Kosovo, fornendo 2 compagnie sotto il comando del 6° bersaglieri. Dal 19 dicembre 2006 al 28 giugno 2007, il reggimento partecipa alla missione Eurofor Althea in Bosnia-Erzegovina.
 
La festa del reggimento si svolge il 23 ottobre, anniversario della battaglia di El Alamein.
 
 
 
===Marina===
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Per evitarne la virtuale estinzione venne varata la legge navale del 1975, che andò oltre gli stanziamenti ordinari per i bilanci delle Forze Armate, il che evitò la fine della Marina come forza combattente. Sebbene alcuni progetti come i 2 'Audace migliorati' (=De la Penne) vennero postposti per via dell'aumento dei costi, la realizzazione di 4 cacciamine, 8 fregate missilistiche, 1 incrociatore portaelicotteri, una flottiglia di aliscafi missilistici, due navi da sbarco e 8 sottomarini di nuova generazione diede effettivamente linfa vitale ad una marina ben servita come qualità del prodotto, ma sottodimensionata rispetto alle necessità.
 
Nel 1985-86, finita questa cura 'da cavallo', la MMI era diventata una flotta tra le più moderne e potenti del mondo, specie nel settore di sua competenza, il Mediterraneo. Fu il suo 'momento d'oro', un pò come lo erano stati gli anni '30. Dopo di allora, con il completamento dei programmi navali e le risorse erose dai nuovi costosissimi programmi aereonautici e dall'acquisto di una lunga serie di pattugliatori, la MMI, ora MM, ha perso molti anni senza praticamente una sola nave di prima linea sugli scali: praticamente dalla metà degli anni '90 alla metà degli anni '00 non ha messo navi di prima linea in servizio, e da questa impasse sta uscendo solo ora, per rinnovare la componente navale, francamente invecchiata e indebolita, attualmente rimasta essenzialmente attorno agli ultimi 2 caccia 'De La Penne', la GARIBALDI, le 8 'Maestrale', gli ultimi 4 'Sauro' e le navi ausiliarie, da sbarco, MCM e pattugliamento. Se si considera che si erano sfiorate le 30 navi di prima linea anni prima, non è molto, ma la radiazione dei 7 aliscafi, dei 2 'Doria' e delle 2 'Alpino' (la CARABINIERE rimasta come nave esperienze) negli anni '90, e più di recente, delle 4 'Lupo', 2 'Audace' e del VENETO, oltre che dei 4 'Toti' e dei primi 'Sauro' non ha lasciato molto. Con la nuova portaeromobili CAVOUR, i due caccia 'Orizzonte/Doria', i futuri 2-4 U-212 e fino a 10 fregate FREMM sarà certo possibile iniziare la ricostituzione di una componente d'altura oramai erosa, ma il pattugliamento costiero resta forse il compito di maggior impegno con i 4 'Artigliere' (le 'Lupo' ex-irakene, 'castrate' della componente ASW), i 4 'Cassiopea', le 8 'Minerva' (private di gran parte dell'armamento), almeno 2 serie di pattugliatori da circa 1.500 t per altre 8 navi. I programmi elicotteristici e aeronautici comprendono l'interesse per il JSF, mentre il costo della ventina di EH101 ha superato il miliardo di euro, e anche di più per i previsti 56 NH-90 in versione navale.
 
 
 
===1985===