Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 1: differenze tra le versioni

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Che l'E.I. avesse inteso di dotarsi di mezzi superiori alle sue possibilità, negli anni '80, lo dimostra del resto anche il prototipo del VCC-80 Dardo: era dotato di un periscopio d'osservazione e puntamento per il capocarro, come sui carri e le blindo, ed era un caso unico a livello mondiale: dati i costi che comportava, è stato soppresso e il sistema di tiro e osservazione notevolmente semplificato negli esemplari prodotti in serie. I fanti italiani hanno così continuato ad usare il VCC-1 e 2, nati come ripiego negli anni '70, fino grossomodo ai nostri giorni, dato che i Dardo sono molto pochi (almeno inizialmente 200 al costo di ben 1.100 mld, paragonabile quasi a quello iniziale dei carri Ariete).
 
===M113 e VCC-1<ref>Cappellano, Filippo: ''Dall'M113 al VCC-2'', P&D Novembre 1996 pagg. 62-28</ref>===
===M113 e VCC-1===
Strano che l'E.I. non sia riuscito a completare la 'meccanizzazione' delle proprie truppe se si considera quanti M113 abbia immesso in servizio. Questi hanno addirittura battuto gli L3 come 'record', quello dei mezzi corazzati più prodotti in Italia. Nondimeno, diverse brigate di fanteria motorizzata tali sono rimaste, con solo una minima parte delle proprie truppe trasportate da mezzi corazzati. Eppure, gli oltre 4.000 veicoli del genere sarebbero, da soli, in grado di mobilitare circa il 20% dell'intero Esercito (ai tempi della Guerra fredda, chiaramente: ora è molto meno numeroso). La cosa è maggiormente vera se si considera che delle 23 brigate 5 erano alpini e una paracadutisti, per cui avevano reparti meccanizzati molto ridotti, anzi inizialmente non ne avevano affatto. Nondimeno, questo non è successo, mentre i blindati ruotati sono rimasti pressoché sconosciuti nell'E.I. per tutta la Guerra fredda.
 
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Questo tanto per dare un'idea. Poi non mancano le esportazioni, e qui non è chiaro se il totale, sopra citato per i mezzi prodotti (M113 a benzina e VCC-1) includa o meno i mezzi per l'export. In ogni caso, questi sono stati ordinati da Tunisia, Turchia, Danimarca e Libia, tutti del tipo con motore diesel (M113A1). La versione VCC-1 ha anche avuto un'estimatore estero: l'Arabia Saudita, che ha ordinato ben 200 mezzi con sistema d'arma americano M901 ovvero la torretta TUA (Tow Under Armour) che consente di tirare due missili stando con il mezzo defilato dietro ripari tattici e senza esporre personale. La Libia è nota per almeno un'ordinativo per gli M113, anche in questo caso caratterizzati da una notevole potenza di fuoco: quelli con mortaio da 120 mm, che sono stati ordinati in non meno di 150 esemplari. Tanto fu rapida la loro consegna, che in Parlamento vi fu una mozione per chiedere se era vero che la fornitura di questi mezzi ebbe la precedenza sulle consegne per l'Esercito Italiano.
 
Quanto agli M113, ogni specialità dell'E.I. ha avuto la sua storia con questo cingolato: fanteria meccanizzata, granatieri, bersaglieri, lagunari: in tutti i casi c'erano compagnie fucilieri con 17 VCC e compagnie armi di sostegno con ben 8 M113 portamortaio, 12 lanciamissili TOW, 4 M113 comando. Come reggimento v'erano anche M113 ambulanza e M577 posto-comando. I reggimenti paracadutisti ad un certo punto avevano ciascuno una compagnia su VCC-1, come quelli del 183° 'Nembo' combatterono il 2 luglio 1993 al Check Point 'Pasta' a Mogadiscio. I reggimenti carri, infine, avevano l'M113 come ambulanza e posto comando, l'artiglieria aveva M113 come 'Osservatori artiglieria', con tanto di scale per l'osservatore, e infine non mancavano gli M548 cingolati, con un totale di 210 mezzi per il trasporto munizioni da 155 e 203 mm. Altri impieghi sono quelli per il missile Lance, quelli per le squadre genio-guastatori, quelle per i ponti radio e così via. NonErano c'éprevisti modoanche percentri ilradar VCC-80come diil rimpiazzare l'M113RASCAL, cheper ancoraaiutare neglile annibatterie '90SIDAM, era tanto diffusoe che dopoera ilbasato trattato(come CFE,altri chetipi fissavadi per l'Italia un totaleradar di 3189scoperta mezziaerea, corazzatiquale dellalo categoria,SHORAR) dovevasu disfarsichassis diM113 centinaiacon diradar mezzisu inmast surplustelescopico.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non c'é modo per il VCC-80 di rimpiazzare l'M113, che ancora negli anni '90 era tanto diffuso che dopo il trattato CFE, che fissava per l'Italia un totale di 3189 mezzi corazzati della categoria, doveva disfarsi di centinaia di mezzi in surplus.
 
Nel 1994 erano presenti ancora quasi 5.000 mezzi. Quelli che sarebbero stati aggiornati o mantenuti in servizio erano i seguenti: i circa 500-600 VCC-1, 1.200 VCC-2, 200 portamortaio M106 da 120 mm, 200 M113 TOW, oltre 200 M548, 200 M-577, 275 SIDAM, 140 M113 portamunizioni, in totale quasi 3.000 mezzi (di cui oltre 200 non del tipo corazzato), mentre gli altri erano da rottamare e usare come parti di ricambio)<ref>Nativi, Andrea: ''I programmi dell'Esercito. Incontro con il gen. Vozza'', RID Ottobre 1994, pagg. 20-32</ref>.
 
 
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Dopo di allora, le cose sono cambiate in fretta: la soppressione di alcuni battaglioni carri tout-court e la riduzione da 5 a 4 dei carri armati per ciascun plotone ha resto liberi molti carri Leopard e così i battaglioni carristi (5: 6°, 9°, 19°, 60° e 62°) e i gruppi squadroni di cavalleria ('Nizza' e 'Savoia') hanno potuto finalmente liberarsi dei loro obsoleti carri M47 che, come al solito per i carri italiani, non avevano ricevuto alcun ammodernamento significativo e oramai erano anche meccanicamente logorati e senza parti di ricambio. Le unità di Cavalleria sarebbero state riequipaggiate con le Centauro e Puma (beninteso 'quando disponibili').
 
Per gli M60, in carico in 5 battaglioni, era decisa la sostituzione con l'Ariete. La divisione che aveva i Patton era quindi equipaggiata allora ancora con tutti i carri armati disponibili. Evidentemente c'erano 250 carri complessivi in forza, quasi al livello delle migliori unità corazzate dell'epoca. Ma dopo il 1987 la riduzione avrebbe comportato in tutto la costituzione di reparti equipaggiati con appena 200 carri armati. Le 'Centauro' erano invece previste per le brigate 'Acqui', 'Aosta', 'Cremona', 'Friuli', 'Pinerolo', 'Sassari', 'Granatieri di Sardegna'.
 
E adesso l'organico dell'unità base, il battaglione corazzato: compagnia comando e servizi con plotone comando e servizi, riparazioni-recuperi, trasporti. Poi le 3 cp carri con 13 carri l'uno con 4 carri armati l'uno per ciascuno dei 3 plotoni, più il carro comando compagnia. Quindi, comprendendo il carro comando battaglione, si tratta di 40 carri armati. Originariamente erano 49 (1 in più per ciascuno dei 9 plotoni, ripartiti sempre in 3 compagnie), anzi molti anni prima erano 51-52 per battaglione (forse perché esisteva un intero plotone comando battaglione). Oltre ai 40 carri armati veri e propri, esistevano (presumibilmente tutti nella cp comando e servizi) una decina di Leopard soccorso, M113 posto comando e in versione ambulanza, nonché veicoli e moto vari.